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TIE-BREAK FATALE, POLONIA BATTE AZZURRE 3-2

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Seconda sconfitta in altrettante gare della Volleyball Nations League per la nazionale italiana femminile che cede 2-3 (25-21, 14-25, 25-19, 17-25, 12-15) alla Polonia. Le ragazze di Davide Mazzanti hanno giocato un match contraddistinto da alti e bassi: convincenti il primo e terzo set, male il secondo e quarto. Tutto si è così deciso al tie-break, nel quale l’Italia ha dato l’impressione di mollare (sotto 1-7), ma con grande cuore e carattere ha raggiunto le avversarie sul (9-9). In un finale combattutissimo a prevalere è stata la nazionale polacca (12-15). Rispetto comunque alla gara contro la Turchia la nazionale tricolore ha mostrato evidenti segni di crescita, soprattutto nei parziali vinti. La miglior marcatrice in casa azzurra è stata Anastasia Guerra con 19 punti, seguita da Miriam Sylla (17 p.) e Serena Ortolani (16 p.). Per la Polonia da segnalare i 27 punti di Smarzek e i 22 di Kawolewska (con 7 muri). Le azzurre hanno perso il confronto a muro (10 contro 19), ma hanno commesso meno errori (27 a 30). In nottata l’Italia chiuderà la Pool di Lincoln, affrontando alle ore 2.30 (diretta su RaiSport + Hd) le padrone di casa degli Stati Uniti. Nel corso della gara ha fatto il suo debutto nella competizione la centrale sedicenne Sarah Fahr.
Nella formazione di partenza il ct Mazzanti ha inserito Sylla per Pietrini, confermando: Malinov in palleggio, opposto Ortolani, Guerra in banda, centrali Lubian e Olivotto, libero Parrocchiale.
Buono l’inizio dell’Italia che ha imposto il proprio ritmo, mettendo sotto pressione le avversarie. Il muro tricolore ha permesso alle ragazze di Mazzanti di ottenere il primo vantaggio della partita (10-7), ma la Polonia ha risposto prontamente (10-10).
Le azzurre a loro volta si sono di nuovo portate al comando, sfruttando molto bene l’asse Malinov-Lubian (21-17). Il margine, però, è stato vanificato da una serie di errori azzurri che hanno rimesso in corsa le avversarie (21-21). Nel finale a mettersi in evidenza è stata Miriam Sylla, capace con i suoi punti di spezzare la resistenza delle formazione biancorossa (25-21).      
Copione invertito nella seconda frazione, la Polonia ha spinto subito sull’acceleratore, mentre l’Italia è andata in confusione (8-10). Un lungo black-out delle azzurre ha di fatto consegnato il set alle avversarie (11-19) e nemmeno gli ingressi di Mingardi, Pietrini e Cambi sono serviti (14-25). Nella terza frazione entrambe le squadre hanno faticato a prendere ritmo e sono arrivate in perfetta parità sul (13-13). La coppia Ortolani-Sylla si è caricata sulle spalle l’attacco azzurro, permettendo all’Italia di staccare le avversarie (18-14). La Polonia ha accusato il colpo e non è più riuscita a replicare, dovendosi arrendere (25-19). Al rientro in campo le polacche hanno sfruttato alcuni errori delle azzurre e si sono portate avanti (3-3). In un primo momento l’Italia ha dato l’impressione di poter rientrare, ma invece sono state le avversarie a guadagnare ulteriore vantaggio (13-18). La continuazione del set ha visto le squadra biancorossa gestire il margine, senza concedere opportunità di rimonta alle azzurre (17-25). Tutto in favore delle polacche l’avvio del tie-break, le ragazze di Mazzanti hanno sbagliato a ripetizione e sono scivolate dietro (1-7). L’ingresso di Pietrini per Sylla ha scosso le azzurre, capaci di dar vita a una bellissima rimonta (9-9). Emozionante e combattuto il finale del match, chiusosi in favore delle polacche (12-15).
“In questa gara ci sono state diverse note positive – è l’analisi di Mazzanti a fine partita -, anche se ci manca ancora soprattutto la continuità. In fase di contrattacco possiamo migliorare molte cose, in alcune situazioni abbiamo regalato troppo alle avversarie. Devo dire che giorno dopo giorno le ragazze stanno lavorando duramente per creare la nostra identità di gioco e da ogni partita dobbiamo trarre le giuste indicazioni per migliorare sempre di più. Domani ci aspetta un impegno difficilissimo, ma allo stesso tempo stimolante: avremo l’occasione di confrontarci con un top team come gli Stati Uniti.
Sono curioso di vedere come risponderanno le ragazze, sarà un’opportunità molto importante di metterci alla prova”. “Dispiace per il risultato, perché secondo me avremmo meritato di vincere per quanto fatto vedere in campo – le parole di Anastasia Guerra -. Bisogna essere però positive, rispetto alla gara contro la Turchia abbiamo fatto diversi passi in avanti. Stiamo lavorando duramente per creare il nostro stile di gioco e quindi logicamente tutte le cose non possono funzionare dall’oggi al domani. In avvio di tie-break abbiamo peccato un po’ in esperienza, ma siamo un gruppo giovane e dobbiamo aggiungere al nostro bagaglio anche questo tipo di situazioni se vogliamo crescere”.
(ITALPRESS).

DURANT NON BASTA, HOUSTON SULL’1-1 CON GOLDEN STATE

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Houston c’è e il problema è dei campioni in carica. Dopo la vittoria in gara-1 della finale di Western Conference, Golden State deve arrendersi nel secondo match ai Rockets che si impongono davanti al proprio pubblico con un netto 127-105, un punteggio più largo rispetto all’affermazione dei Warriors nel primo confronto (119-106 per i detentori dell’anello). Per i padroni di casa una prestazione di grande livello, sia come singoli che come collettivo. Il trascinatore è il solito James Harden che mette a referto 27 punti, 10 rimbalzi e 3 assist, ma è fondamentale anche il contributo dalla panchina di Eric Gordon che in termini di punti viaggia come il “Barba” (anche per lui 27). In doppia cifra Tucker (22), Ariza (19) e Paul (16) che ha lasciato il campo per un infortunio alla caviglia. Così come in gara-1 i Rockets non riescono ad arginare Kevin Durant che, nonostante una serata per nulla grande dei suoi, fa registrare al suo attivo 38 punti (uno in più rispetto alla prima sfida). L’unico ad andare in doppia cifra tra i “guerrieri” è Stephen Curry che mette a referto 16 punti, sette rimbalzi e altrettanti assist. Vince Houston, si va sull’1-1 e adesso la serie si sposta all’Oracle Arena di  Oakland.
(ITALPRESS).

A GUALDO TADINO VINCE MOHORIC, CHAVES IN CRISI

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Il Giro parla sloveno nel giorno della tappa più lunga di questa edizione. Sul traguardo di Gualdo Tadino, dopo 244 km di corsa, si impone Matej Mohoric che batte in volata il tedesco Nico Denz. Un successo, quello del 23enne della Bahrain Merida, che parte da lontano. “Avevo gia’ segnato questa tappa quando ho visto il percorso del Giro” ha ammesso Mohoric dopo aver tagliato il traguardo. La sua vittoria non rivoluziona la classifica, con Yates che sprinta su un traguardo volante rosicchiando 3″ ai suoi avversari, ma l’allergia di Esteban Chaves fa più danni perchè estromette il colombiano dalla corsa rosa. In difficoltà fin dalla prima salita, il corridore della Mitchelton Scott ha tagliato il traguardo con oltre 25′ di ritardo dal vincitore, mettendo fine ai sogni di gloria. “Oggi e’ stata molto dura, il Giro e’ cosi’. Pochi giorni fa e’ stato uno dei giorni piu’ belli (per la vittoria sull’Etna, ndr) e adesso… Il morale e’ a terra, e’ dura, ma abbiamo la maglia rosa ed i nostri piani non cambiano. Non avevo la forza, non ho potuto fare la salita con il primo gruppo, abbiamo provato ma non andava. Il Giro e’ cosi’, per questo e’ bello. L’obiettivo della squadra pero’ non cambia”. Dispiaciuto Yates per il compagno:”Non so cosa dire, basta un attimo per cambiare tutto in un Giro. Esteban non ha avuto una buona giornata oggi”. Concetto simile quello espresso anche da Chris Froome che ha confessato di stare meglio.
“E’ stata una tappa molto dura, dopo il giorno di riposo. In tanti erano freschi, ci sono stati tanti scatti alla partenza, ma sono contento che alla fine sono arrivato con i migliori. Penso che l’unico che ha perso oggi e’ Chaves, ma questa e’ la corsa, se ti trovi in un giorno brutto la corsa non aspetta nessuno”. La gara è vissuta su varie fasi. Dopo alcuni tentativi si forma la fuga che va a caratterizzare la giornata più lunga del Giro, ancor più delicata perché arriva dopo il secondo giorno di pausa e con 5 chilometri in più rispetto al tracciato previsto per sopperire a problemi di viabilità. Davanti si avvantaggiano in 17: Matteo Montaguti (Ag2R-La Mondiale), Davide Ballerini (Androni-Sidermec), Luis Leon Sanchez (Astana), Matej Mohoric (Bahrain-Merida), Ben Hermans e Krists Neilands (Israel Cyclcing Academy), Ben King (Dimension Data), Thomas Scully (EF Drapac), Tony Martin e Mads Wurtz Schmidt (Katusha Alpecin), Koen Bouwman (LottoNL Jumbo), Jarlinson Pantano e Mads Pedersen (Trek-Segafredo), Ruben Fernandez (Movistar), Valerio Conti (Uae Emirates), Jacopo Mosca (Wilier-Selle Italia) e Giulio Ciccone (Bardiani Csf). Dietro, Esteban Chaves soffre le pene dell’inferno sin da subito mentre il gruppo va avanti veloce. Proprio il suo compagno e maglia rosa Yates approfitta di un traguardo volante per rosicchiare secondi, mentre il lotto degli attaccanti si assottiglia prima di essere riassorbito dal gruppo. Dal quale esce in solitaria Marco Frapporti (Androni-Sidemerc), mentre l’equadoregno Richard Carapaz (Movistar) perde un prezioso gregario come lo spagnolo Rafael Valls, costretto a salire in ammiraglia in seguito ad una caduta patita nella prima salita. Nel finale, l’allungo decisivo è quello di Mohoric e Denz che arrivano soli al traguardo e si giocano la vittoria in volata ed ha la meglio lo sloveno.
Appuntamento, domani, con l’undicesima tappa, la Assisi-Osimo di 156 chilometri. Frazione appenninica che valica la parte Umbro-Marchigiana attraverso il Passo del Cornello, dove è posto il primo dei due Gpm di terza categoria (l’altro è sul Valico di Pietra Rossa), per portarsi oltre Cingoli e affrontare alcuni muri tipici della zona, tra cui quello di Filottrano, città nativa di Michele Scarponi e secondo Traguardo Volante di giornata dopo quello di Castelraimondo. Finale impegnativo sulle strade interne di Osimo, con tratti di pavè e la ‘scalata’ di via Olimpia di mille metri con pendenze massime fino al 16% e arrivo in salita (Gpm di quarta categoria).
(ITALPRESS).

MANCINI “ORGOGLIOSO DI GUIDARE LA NAZIONALE”

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“Sono emozionato perchè diventare ct della Nazionale non è così banale e non capita sempre”. Lo ha dichiarato il neo ct azzurro Roberto Mancini, nel corso della presentazione ufficiale a Coverciano. “Ringrazio tutti, mi hanno fatto sentire quello che volevo e cioè che mi volessero al 100% e per me è stato abbastanza semplice scegliere. Sono orgoglioso di guidare la Nazionale e per uno come me che ha messo piede a Coverciano la prima volta nel 1978 con l’Under 14, arrivare a diventare allenatore della Nazionale penso sia la cosa più bella. Sono contento per i miei genitori, penso possano essere orgogliosi, ringrazio tutti i miei allenatori avuti da calciatore e tutti quelli che mi hanno aiutato nella mia crescita”. “Diventare ct è motivo d’orgoglio e la massima aspirazione per ogni allenatore – ha aggiunto l’ex allenatore di Inter, Lazio e Zenit – Poi ci sono momenti in una carriera in cui si prendono delle decisioni: sono tanti anni che alleno, questo era il momento giusto, dopo la mancata qualificazione ai Mondiali, per fare qualcosa per la Nazionale”. “Giocatori in Italia ce ne sono tanti, anche in momenti che pensiamo difficili, e con qualità – spiega il ‘Mancio’ – Balotelli? E’ un giocatore italiano, ci parleremo e probabilmente lo chiameremo, vorremmo rivederlo come agli Europei con Prandelli. Pirlo? Parleremo con lui, vedremo cosa vorrà fare. “Con Buffon parleremo, per la gara di Torino e vedremo. Fino ad oggi c’è stato poco tempo. De Rossi? I giocatori che alla Nazionale hanno dato tanto, meritano che ci parli personalmente. Quando inizieremo a giocare avremo subito gare importanti e quindi i giocatori che sono in condizioni se sono i migliori saranno chiamati. In Nazionale ci sarà spazio per tutti quelli che faranno bene, dovremmo anche pensare di costruire una Nazionale per i prossimi anni, quindi l’età conterà. Criscito? L’ho allenato fino a pochi giorni fa, sta bene al 100%, vedremo. Cercheremo di giocare un ottimo calcio con grandi giocatori tecnici”. “Il mio rapporto con la Nazionale è durato tantissimo anche se non è stato fortunato. Credo di essere l’unico ad aver avuto Bearzot, Vicini e Sacchi. Purtroppo non siamo riusciti a vincere. Vorrei essere un ct intanto per bene e che riesca a riportare l’Italia dove merita, sul tetto del mondo e sul tetto d’Europa. Non vinciamo l’Europeo da tantissimi anni, sarà il primo appuntamento, vorrei essere quello che riuscirà a ricostruire e portare la Nazionale ad alti livelli. Non sarà semplice, c’è da lavorare molto ma penso possiamo farcela – ha proseguito Mancini – La Nazionale è importante, la mancata qualificazione al Mondiale è un lutto enorme per tutti noi: sono cose che possono capitare ed è ingiusto dare la colpa all’allenatore”. Sul rapporto con le società: “Bisogna rispettare i club ed i giocatori, che disputano tante partite. Dovremo cercare di avere una rosa ampia, che ci consenta di far riposare ogni tanto qualcuno. E’ poi normale che i club aiutino la Nazionale”. “La sfida non è semplice, ma sarebbe un’enorme soddisfazione poter vincere una manifestazione come un Mondiale o un Europeo – ha ammesso Mancini – E’ difficile che un ct metta d’accordo tutti, in Italia ci sono tanti tifosi ed ognuno la vede a modo proprio. Spero di essere un ct che riporti l’Italia ad una vittoria importante, ed è questo che unirà”. Sul modulo da adottare: “E’ difficile dire come giocheremo, voglio vedere alcuni giocatori che non conosco bene ma mi adatterò alle loro esigenze e qualità, per decidere cosa sarà meglio per la squadra. Non chiedo stage, se avremo la possibilità ne faremo per conoscere qualche giovane. Il ct ha l’obbligo di stare vicino alle squadre minori, under 21 e 19, ma ognuna avrà il suo allenatore e non disturberò il lavoro dei colleghi che stanno facendo benissimo”. “Dovremo essere noi ad avvicinare i tifosi alla Nazionale, che quando gioca e diverte li ha tutti vicini – ha concluso Mancini – Sarà importante che i giocatori che arrivano in Nazionale tirino fuori i loro sogni”. A svelare qualche dettaglio dell’accordo con il neo ct è stato il dg della Federcalcio, Michele Uva: “Il contratto fatto con Roberto Mancini riassume le volontà delle parti. Prevede un programma di medio-lungo termine con delle tutele necessarie, un percorso condiviso con l’utilizzo anche dei nostri sponsor dei diritti d’immagine. E’ un contratto che prevede premialità importanti anche in base ai successi ed al percorso che la Nazionale farà nel corso delle stagioni. E’ corretto dire che il contratto si prolunghera’ se si arriverà alla qualificazione agli Europei”. “Abbiamo avuto questo impegno così importante di cercare la guida della Nazionale italiana e i criteri scelti si sommano in Mancini al vertice della Nazionale – le parole del commissario straordinario della Figc, Roberto Fabbricini – Chiedevamo in primis una voglia smisurata di sedere sulla panchina azzurra, una spinta interiore, una persona di grande competenza tecnica, e questa è la soluzione migliore tra le migliori, e un attenzione all’impegno finanziario della federazione. E’ un impegno che Mancini svolgerà bene: oltre ad essere un grande calciatore è stato seduto su panchine importanti, vincendo trofei ovunque sia andato”.

( ITALPRESS).

 

AZZURRE SCONFITTE 3-0 DA TURCHIA IN NATIONS LEAGUE

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L’Italvolley femminile è stata sconfitta all’esordio nella Volleyball Nations League per 3-0 (25-21, 25-21, 25-20) dalla Turchia. Per tutta la gara la giovani azzurre di Davide Mazzanti hanno faticato a reggere il ritmo delle turche del tecnico italiano Guidetti, trovando molte difficoltà soprattutto in attacco. Dall’altra parte della rete, invece, la Turchia è quasi sempre stata al comando, sfruttando molto bene la fase difensiva. Tra le fila azzurre la migliore marcatrice è stata Anastasia Guerra (13 p.), mentre la top scorer del match è risultata la turca Meryem Boz con 17 punti. Questa notte l’Italia tornerà in campo per affrontare nella seconda giornata la Polonia (ore 24, differita su RaiSport + Hd a partire dalle 00.50). Come formazione di partenza il ct Mazzanti ha schierato Malinov in palleggio, opposto Ortolani, schiacciatrici Guerra e Pietrini, centrali Lubian e Olivotto, libero Parrocchiale. L’inizio è stato tutto in salita per l’Italia, al contrario della Turchia che ha subito allungato e si è portata sul (0-4). L’attacco tricolore è incappato in molti passaggi a vuoto e così le avversarie hanno incrementato il vantaggio (3-9). Nel momento in cui anche la ricezione è calata, Mazzanti ha inserito Sylla per Pietrini e poi si è giocato il doppio cambio Cambi-Mingardi Con il passare del gioco Guerra e compagne sono cresciute, ma nonostante il riavvicinamento la Turchia si è imposta senza problemi (21-25). Più equilibrato il secondo parziale, le due formazioni hanno viaggiato punto a punto sino al (9-9). La parità è stata spezzata dal muro turco, capace di frenare le attaccanti italiane (10-12). Le azzurre hanno tentato con tenacia di non perdere contatto, mantenendosi a distanza ravvicinata per lunghi tratti. Nel finale, però, le ragazze di Mazzanti hanno sprecato delle buone occasioni e la Turchia ne ha approfittato (21-25). Nel terzo set l’Italia ha cercato di imporre il proprio ritmo, ma la Turchia si è riportata velocemente in parità (13-13). Le azzurre hanno accusato il colpo, permettendo alle avversarie di allungare (14-17). Una volta al comando le turche non hanno più rallentato, mentre l’Italia non è più riuscita a rientrare e si è dovuta arrendere (20-25). “Contro la Turchia non siamo stati mai in partita e abbiamo subito tanto nel fondamentale di muro-difesa – spiega il ct azzurro Davide Mazzanti – Durante il corso del match non siamo stati capaci di trovare le giuste contromisure alle nostre avversarie, perdendo anche lucidità in attacco. Forse il set dove abbiamo sprecato di più è stato secondo, ci sono state delle buone cose, ma non siamo stati in grado di sfruttare delle buone occasioni e la Turchia ne ha approfittato. Avevo detto alle ragazze che dobbiamo costruire partita dopo la partita la nostra identità e per questo anche una sconfitta così fa parte del percorso di crescita. Dobbiamo avere più fiducia nei nostri mezzi”. “Oggi abbiamo fatto tanta fatica, senza mai riuscire a trovare il nostro gioco – le parole di Serena Ortolani – Direi che siamo entrate in campo con il freno a mano tirato e la Turchia è stata brava ad approfittarne. Mi dispiace anche a livello personale perché non sono riuscita a dare una mano alla squadre nei momenti difficoltà. Anche se non sono molte dobbiamo ripartire dalle cose che hanno funzionato e crescere in tutti gli altri aspetti. Stanotte abbiamo subito l’occasione di riscattarci, contro la Polonia dovremo scendere in campo con un atteggiamento diverso e dare il cento per cento”.
(ITALPRESS).

BOSTON SUL 2-0 NELLA FINALE DELLA EASTERN CONFERENCE

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Boston Celtics sul 2-0 nella serie della finale di Eastern Conference dell’Nba contro i Cleveland Cavaliers. Sul parquet del TD Garden, il quintetto del Massachusetts si è imposto nella notte italiana in gara-2 con il punteggio di 107-94 con 23 punti di Jaylen Brown; i vice-campioni in carica si consolano con un’altra prova tripla doppia di LeBrown James, top-scorer dell’incontro con un bottino di 42 punti impreziositi da 10 rimbalzi e 12 assist. Questa notte è in programma gara-2 della finale di Western Conference tra Houston Rockets e Golden State Warriors, che conducono per 1-0.
(ITALPRESS).

VIÑALES E ROSSI “LE MANS PISTA GIUSTA PER NOI”

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Voglia di essere protagonisti, anzi di vincere. Con questo spirito i piloti della Movistar Yamaha, Maverick Vinales e Valentino Rossi, si preparano ad affrontare il Gran Premio di Francia in programma a Le Mans. Dopo i test positivi a Jerez e al Mugello e il successo dello scorso anno sulla pista francese, lo spagnolo vuole scalare la classifica che al momento lo vede al terzo posto a 20 punti da Marc Marquerz, mentre il “Dottore” ha una gran voglia di aumentare il bottino dei podi conquistati a Le Mans: tre vittorie (2002, 2005 e 2008), sei secondi posti (2003, 2010, 2012, 2014, 2015 e 2016) e tre terzi posti (2000, 2001 e 2011). Ha buone sensazioni il direttore del team Yamaha, Massimo Meregalli. “Valentino e Maverick e tutto la squadra non hanno avuto riposo dopo il Gp di Spagna – ha spiegato – visto che ci sono stati i test. Il circuito di Le Mans è adatto alla nostra moto e ad entrambi i nostri piloti: Maverick ha conquistato il 500° Gran Premio Yamaha lo scorso anno e Valentino è salito sul podio francese molte volte. Le previsioni meteo sembrano perfette, quindi non vediamo l’ora che arrivi un fine settimana competitivo e che entrambi i nostri piloti si battano in prima fila, come hanno fatto l’anno scorso”. Entusiasmo e ottimismo anche nelle parole di Vinales. “La gara di Jerez è stata molto difficile per noi anche quest’anno. Fortunatamente i test della settimana scorsa sono stati positivi”.
“Siamo molto vicini a trovare il set-up perfetto per me – ha proseguito lo spagnolo -, quindi vado a Le Mans con una mentalità positiva. Ho un bel ricordo della mia vittoria dell’anno scorso con la Yamaha, speriamo di poterci ripetere anche in questo weekend. Quella francese è una buona pista per noi, si adatta al mio stile di guida e penso che possiamo fare un ottimo lavoro. Faremo del nostro meglio per chiudere in cima alla classifica”. Fiducioso anche Valentino Rossi. “Sono felice di andare in Francia perché sulla carta dovremmo essere veloci a Le Mans, di solito la Yamaha funziona bene su quella pista – sottolinea Rossi -. Penso che al momento sia difficile prevedere come andrà la gara, perché i nostri rivali sono forti e noi dovremo vedere quale sarà il nostro potenziale. Mi aspetto di essere un po’ più competitivo rispetto al GP precedente, ma non so ancora a che livello siamo rispetto ai rivali. Sarà interessante scoprirlo, sicuramente io e il team faremo del nostro meglio, come sempre, per vivere un grande weekend”.
(ITALPRESS).

BRIDGE È MADE IN ITALY, DUO AZZURRO SBANCA CINA

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Il made in Italy funziona sempre. Se la Cina del calcio ha arruolato un ct campione del mondo come Marcello Lippi per rilanciare il movimento, quella del bridge ha scommesso su un duo palermitano. E la scommessa si è rivelata vincente. Andrea Manno e Massimiliano Di Franco erano stati ingaggiati da una squadra cinese per disputare il massimo campionato nazionale a Ningbo, metropoli da sette milioni e mezzo di abitanti a tre ore di macchina da Shanghai. E i due azzurri non hanno deluso, aiutando la squadra ad aggiudicarsi il titolo. Era la prima volta che una coppia italiana prendeva parte alla Premier League cinese e Manno e Di Franco – che hanno rappresentato i colori azzurri prima agli Europei del 2016 e poi alla Bermuda Bowl, il Mondiale del bridge, nel 2017 – non hanno lasciato scampo alla concorrenza. Un risultato storico se si considera il ruolo della Cina sullo scenario internazionale. Se è vero che a Pechino e dintorni il bridge è sbarcato solo negli anni Sessanta, la crescita del movimento è stata repentina. Dopo le due finali mondiali perse nel ’69 e nel ’70 come Taiwan (la prima contro l’Italia), la Cina ha avuto una crescita costante e da più di un decennio raggiunge regolarmente i quarti di finale delle rassegne iridate anche se manca ancora l’ultimo step. Traguardo che magari potrebbe arrivare presto visto che sono più di 200 mila i ragazzi cinesi che giocano a bridge nelle scuole, ma in attesa di raccogliere i frutti di una base così ampia non si snobba la possibilità di importare campioni stranieri. Come Manno e Di Franco: ciascuna delle 16 squadre che prendeva parte al campionato poteva schierare solamente una coppia straniera e solo in nove si sono avvalse di questa possibilità, puntando quasi tutte su giocatori europei. A spuntarla, al termine di girone all’italiana con incontri sulla distanza di 16 smazzate, la squadra cinese che aveva ingaggiato i due palermitani, che ha condotto larga parte del campionato in testa chiudendo i conti con un turno di anticipo con la media del 62%. Una vittoria a forti tinte azzurre.
(ITALPRESS).