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DOPPIETTA MERCEDES, HAMILTON TORNA IN POLE

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Il Circuit de Catalunya si conferma una delle piste più favorevoli alla Mercedes, con Lewis Hamilton che infila la sesta pole position consecutiva nel Gran Premio di Spagna. Il campione del mondo e leader della classifica piloti dopo rocambolesca vittoria di Baku, migliora il record di Montmelò, portandolo a 1’16″173 a quattro secondi da quella della scorsa stagione. Una prestazione ottenuta con quelle Pirello P Zero Red SuperSoft che, venerdì sembravano non essere gradite alle W09. Invece, nella decisiva Q3 le due frecce d’argento sono volate via verso una doppietta in prima fila, con Valtteri Bottas che per soli 40 millesimi non è riuscito a dare un dispiacere al suo team mate. Mercedes, dunque, che partiranno davanti a tutti su una pista in cui superare è molto difficile. Un vantaggio? Forse, visto come sono andate le prime quattro gare dove sono stati gli episodi, gli ingressi delle safety car con il cambiamento in corsa delle strategie a favorire i successi. A Barcellona è stato rifatto l’asfalto, tanto che Pirelli ha limato di 4 millimetri il battistrada, abbassandolo perchè l’usura è minore e non si fanno salire le temperature. Qualcuno l’ha definita una manovra che favorisce la Mercedes, ma quello che si è visto in pista dimostra che la lotta è sempre aperta. In seconda fila, infatti, si schiereranno le due Ferrari. Le SF71-H, a differenza del venerdì, al contrario dei rivali, hanno mostrato di andare meglio con le Yellow Soft; tanto che Sebastian Vettel dopo un primo giro non perfetto con la mescola più prestazionale, nel secondo è arrivato a soli 133 millessimi dalla pole ottenuta dal rivale nella corsa al titolo iridato.
Questo ha dimostrato che partendo i tre top team tutti con le Soft, si potrebbe avere uno stint molto interessante, sperando che la partenza sia regolare e scevra di errori da parte di qualche pilota. Il tedesco avrò al suo fianco Kimi Raikkonen, più lento di tre decimi rispetto al compagno di squadra. Parlando di partenza, gli occhi saranno puntati tutti su Max Verstappen,  protagonista finora nel bene e nel male di tutti i “contatti” decisivi in gara. Le Red Bull, come accaduto in questo inizio di stagione, dopo un venerdì “top”, vivono un sabato “down”. Il distacco dalle Mercedes è di sei decimi e mezzo, con l’olandese (con le SuperSoft) davanti a Daniel Ricciardo (invece con le Soft) per soli due millesimi. Come detto tutti si schiereranno al via con le gomme gialle, quelle utilizzate in Q2, provando ad arrivare fino alla fine con una sola sosta, cambandio poi con le medie dalla banda bianca. Ma non è da scartare l’ipotesi che qualcuno tenti anche le due soste, usando nel finale le SuperSoft (Ferrari ne ha conservato un treno nuovo per entrambi i piloti; ndr). Tutto sarà deciso dalle condizioni della pista che, domenica potrebbero essere ancora diverse, visto che in nottata dovrebbero esserci degli acquazzoni.
(ITALPRESS).

STOCCATA DI CARAPAZ AL SANTUARIO DI MONTEVERGINE

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La prima volta di un ecuadoregno al Giro d’Italia. Merito di Richard Carapaz, che in maglia bianca, come miglior giovane del gruppo, mette in bacheca l’ottava tappa, la Praia a Mare-Montevergine di Mercogliano di 209 chilometri con arrivo in salita. Il sudamericano della Movistar fa un numero da campione e, sotto la pioggia battente, si permette il lusso di fare il vuoto nel finale, ricacciando all’indietro gli ultimi fuggitivi di giornata e dando 7″ al grosso del gruppo. “Sono molto emozionato e contento per questo gran trionfo, abbiamo lavorato duro, non ci credo nemmeno io… – le parole a caldo di Carapaz – Ci ho provato, sapevo che non avrei avuto grosse chance in volata ma avevo una grande gamba e ora mi godo il momento”. Alle sue spalle si piazza Davide Formolo (Bora-Hansgrohe), che precede il francese Thibaut Pinot (Groupama), che grazie all’abbuono scalza Dominico Pozzovivo (Bahrain-Merida), sesto, dal quinto posto in classifica. In maglia rosa resta il britannico Simon Yates (Mitchelton-Scott), quinto di giornata e sempre più convinto delle sue possibilità. “Tutto e’ andato bene, la pioggia ha reso il finale scivoloso ma niente di negativo da registrare – dice Yates – Domani ci sara’ un’altra difficile salita, mi aspetto una maggiore selezione. Oggi si stava abbastanza bene a ruota, sono stato tranquillo nonostante l’arrivo in salita. Attaccare domani? Perche’ no… Avrei voluto farlo anche oggi, la salita pero’ era troppo veloce, domani sara’ piu’ difficile”. Yates e’ infine certo di poter portare la maglia fino a Roma: “Posso vincere il Giro, ho una squadra molto forte a disposizione”. L’ingresso di Carapaz nella top ten della graduatoria, in ottava piazza, relega Fabio Aru (Uae Emirates) in 11esima posizione. Lo scalatore sardo non perde secondi preziosi così come il britannico Chris Froome (Sky), che nella salita finale scivola sul fianco destro, lo stesso ‘ammaccato’ già a Gerusalemme, per poi recuperare in fretta il gap. Il sabato della carovana aveva offerto la solita fuga da lontano. Dopo vari tentativi, riuscivano ad avvantaggiarsi in sette: Tosh Van Der Sande (Lotto-Fix All), Matteo Montaguti (AG2R-La Mondiale), Rodolfo Torres (Androni-Sidermec), Davide Villella (Astana), Matej Mohoric (Bahrain-Merida), Koen Bouwman (LottoNL-Jumbo) e Jan Polanc (UAE Emirates). A 100 Km dalla fine, i battistrada accumulavano sino a 6’15” ma nelle fasi ‘calde’ le squadre dei big aumentavano il ritmo. Uno ad uno, davanti, si arrendeva all’inesorabile ricongiungimento e toccava a Carapaz, che il prossimo 29 maggio compirà 25 anni, regalare la stoccata decisiva sul Santuario di Montevergine. Domani arriva il primo tappone del 101esimo Giro d’Italia, il terzo con un arrivo in salita: è l’ottava frazione, la Pesco-Sannita-Gran Sasso d’Italia (Campo Imperatore) di 225 chilometri. Una giornata lunga, dunque, che dopo il rifornimento a Castel di Sangro vivra’ il primo ostacolo a Roccaraso, dove e’ sito il Gran Premio della Montagna di seconda categoria. Dopo Pian delle Cinquemiglia, discesa verso Popoli e Bussi sul Trino, dove il gruppo si cimentera’ nei due Traguardi Volanti della tappa. Negli ultimi 50 Km, la strada e’ empre in salita con i due Gpm di prima categoria, a Calasco, e a Campo Imperatore, dove si taglia il traguardo superando pendenze che toccano punte del 13%. Spazio dunque ancora agli scalatori e la classifica potrebbe subire una piccola rivoluzione. Sempre che Yates non mantenga le promesse e riesca a legittimare la propria leadership nel gruppo. 
(ITALPRESS).

KO INTERNO DELL’INTER, BATTUTO 2-1 DAL SASSUOLO

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Sciagurata sconfitta casalinga per l’Inter, che perdendo contro il Sassuolo per 2 a 1 getta la vento le chances che aveva di accedere alla Champions League. Di Politano nel primo tempo e di Berardi nella ripresa le due reti che fanno piangere San Siro. A rendere meno amaro il passivo, la seconda rete in serie A di Rafinha nel finale. Nel primo quarto d’ora è l’Inter a chiudere il Sassuolo nella propria metà campo, senza però essere pericolosa per Consigli, anche grazie alla buona tenuta dei tre difensori centrali emiliani. Al 24’ sono gli ospiti a passare in vantaggio grazie ad un colpo di genio di Politano, il quale su di una punizione dal limite sfrutta il salto della difesa avversaria, fa passare il pallone sotto i piedi di Skriniar e infila la palla nella porta difesa da Handanovic. L’Inter prova a rimediare soprattutto con delle sortite centrali, ma i neroverdi sono molto solidi grazie alla coppia di mediani Magnanelli-Missiroli. Ci prova Rafinha con un tiro da fuori al 35’, ma Consigli para in due tempi. Il portiere emiliano è strepitoso poco dopo anche su di una conclusione di Perisic deviata in corner.  Sul finire del primo tempo l’arbitro annulla giustamente una rete a Icardi per un fuorigioco di partenza e a tempo ormai scaduto Consigli compie un vero miracolo su Icardi, al termine di una splendida combinazione tra Brozovic-Perisic e l’attaccante argentino. Nella ripresa Sassuolo si gioca la carta Karamoh per Candreva e preme sempre più forte sull’acceleratore. Con Icardi in un paio di occasioni i nerazzurri si presentano pericolosissimi in area piccola, ma la difesa del Sassuolo è brava e fortunata, con Consigli che si supera in alcuni grandi interventi.
Il Sassuolo dal canto suo non rinuncia a dei rapidi contropiede e in uno di questi trova addirittura il 2 a 0 con Berardi, il quale dal limite fa partire un tiro strepitoso che si spegne alle spalle di un incolpevole Handanovic. A tenere accese le speranze del popolo nerazzurro ci prova l’ex Barcellona Rafinha, che con un ottimo diagonale rasoterra da fuori area, manda la palla prima sul palo interno e poi in rete. L’Inter è scatenata e chiude in area il Sassuolo in un nervosissimo finale, ma Icardi non è assolutamente in giornata e si divora letteralmente la rete del pareggio, con la difesa emiliana miracolosa in un altro paio di occasioni (eroico Acerbi in scivolata su Eder). Dopo sei minuti di recupero e dopo altri due strepitosi recuperi il Sassuolo porta a casa la vittoria contro un Inter incapace di sfruttare le tantissime occasioni da gol.

Nel primo anticipo della 37esima giornata, il Benevento ha battuto il Genoa al ‘Vigorito’ per 1-0 con rete, al 42′ del secondo tempo, di Diabitè.
(ITALPRESS).

ROBERTO MANCINI RESCINDE CON LO ZENIT

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Roberto Mancini lascia lo Zenit San Pietroburgo. L’ufficialita’ e’ stata data dallo stesso
club russo che sul proprio sito ha annunciato che “lo Zenit e Mancini si sono accordati per una risoluzione anticipata”.

“Il contratto sara’ risolto di comune accordo senza alcun compenso dovuto”- si legge nella nota del club che augura a Roberto Mancini il meglio per il suo futuro ringraziandolo per il tempo trascorso a San Pietroburgo.

Roberto Mancini, candidato alla guida della nazionale azzurra, è arrivato allo Zenit l’1 giugno 2017 e ha allenato per 44 partite ufficiali, ottenendo 21 vittorie, 13 pareggi e 10 sconfitte.

SUPERBIKE, REA VINCE ANCHE GARA 2 AL GP ITALIA

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Jonathan Rea (Kawasaki Racing Team WorldSBK) sempre più vicino alla conquista del mondiale Superbike. In gara 2 del Gp d’Italia, sul circuito di Imola, il pilota gallese ha avuto la meglio sul suo principale rivale Chaz Davies (Aruba.it Racing – Ducati), al termine di una bella battaglia. Il sorpasso decisivo si è consumato a sei giri dal termine dopo che Davies era riuscito a rimanere davanti e a rispondere un paio di volte agli attacchi di Rea.

Sul gradino più basso del podio Tom Sykes su Kawasaki che ha preceduto Xavi Fores (Barni Racing Team), quinto in gara 1. 

Il nostro Michael Ruben Rinaldi (Aruba.it Racing – Junior Team), campione Europeo Superstock 2017, ha bissato il settimo posto di ieri, miglior piazzamento nel mondiale.

Out Marco Melandri (Aruba.it Racing – Ducati) tamponato a dieci giri dal termine da Michael van der Mark (Pata Yamaha Official WorldSBK Team).

La gara di Lorenzo Savadori (Milwaukee Aprilia) finisce dopo una caduta a 14 giri dalla conclusione.

CROTONE-LAZIO 2-2, VINCONO CAGLIARI, CHIEVO E UDINESE

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Ultimi novanta minuti da paura per decretare la quarta squadra che andrà in Champions League e stabilire la terza che accompagnerà Verona e Benevento in Serie B. Le gare delle 15 della 37esima giornata non emettono verdetti, ma dicono tanto e rimandano ogni discorso agli ultimi 90. Allo Scida 2-2 per cuori forti tra Crotone e Lazio con i primi ora terzultimi e i capitolini che hanno 3 punti in più dell’Inter che domenica sera sarà al Meazza per lo scontro diretto che vale il quarto posto. Vincono in trasferta Cagliari (1-0 alla Fiorentina ed Europa League più lontana per i viola), Chievo (2-1 a Bologna) e Udinese (1-0 a Verona), mentre la Spal perde 2-1 a Torino.
La gara più importante per la classifica delle due contendenti era sicuramente quella di Crotone. Allo Scida finisce 2-2 il match tra i rossoblù di Zenga e i biancocelesti di Inzaghi che, di fatto, sprecano il primo match point per la Champions. Ospiti in vantaggio con un rigore realizzato da Lulic, al 17°, ma la reazione dei calabresi arriva subito e, al 29°, Simy pareggia di testa. Nella ripresa traversa di Caicedo per la Lazio, poi è Ceccherini a far esplodere lo stadio siglando la rete del 2-1. La Lazio non si arrende e pareggia con un gran gol di Milinkovic-Savic all’84°, per poi cercare il 2-3 che varrebbe la Champions e condannerebbe gli “squali”. Finisce 2-2 e fra 90 minuti sapremo quale sarà il destino di Crotone e Lazio.
A Firenze, in un match in cui è stato ricordato con grande partecipazione Astori, numero 13 prima rossoblù e poi viola (ufficialmente ritirata la maglia), il Cagliari vince 1-0 e resta in corsa per una salvezza che dopo la sconfitta interna con la Roma sembrava lontanissima.
Di Pavoletti la rete che decide una partita molto combattuta e che ha visto il ritorno in campo di Joao Pedro, la cui sospensione cautelare per la squalifica al doping è scaduta in attesa della sentenza definitiva. Nel finale Veretout perde la testa, scalcia violentemente Joao Pedro e viene espulso, mentre in campo si sfiora la rissa. Finisce 0-1, sardi a quota 36 punti, uno in più del Crotone e di una Spal sconfitta 2-1 in casa del Torino. La squadra di Semplici si porta in vantaggio con Grassi al 22° del primo tempo, ma nella ripresa subisce il gioco del Toro che prima colpisce la traversa con Berenguer, poi ribalta il risultato con i gol di Belotti e De Silvestri. Estensi terz’ultimi in compagnia del Crotone, ma in caso di arrivo a pari punti con i calabresi, sarà salvezza in virtù degli scontri diretti.
Vincono in trasferta anche Chievo e Udinese. I veneti di D’Anna passano al Dall’Ara battendo il Bologna 2-1. Rossoblù in vantaggio con un rigore di Verdi, ma poi arrivano due capolavori: il primo di Giacchierini che al 48° scarica un sinistro al volo di rara bellezza sotto l’incrocio, il seocndo di Inglese che la 60° segna una rete da attaccante vero. Poi Sorrentino e il palo salvano il risultato su Verdi, finisce con il Chievo che vede la salvezza e fa festa e il Bologna, che salvo lo è da tempo, contestato dai tifosi al grido “meritiamo di più”.
L’Udinese, invece, spezza la serie di digiuno, tornando alla vittoria dopo 14 turni. Lo fa in caso del Verona già retrocesso e grazie a un gol di Barak. I friulani di Tudor si portano a 37 punti e anche loro vedono più vicina la salvezza.
(ITALPRESS).

HAMILTON DOMINA, BOTTAS SECONDO E VETTEL QUARTO

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La Mercedes è tornata la schiacciasassi di prima. Lewis Hamilton, partito dalla pole position domina i 66 giri tagliando il traguardo in solitario. Ma alle sue spalle si piazza il compagno di squadra Valtteri Bottas che, superato in partenza da Sebastian Vettel, approfitta della decisione del muretto di Maranello di far effettuare una seconda sosta al tedesco che, non solo perde la seconda piazza, ma anche la terza a favore di Max Verstappen. Per la prima volta in questa stagione, quindi, nessun pilota vestito di rosso sale sul podio. Farà discutere la decisione di richiamare dentro Seb in regime di virtual safety car. Ma come ha detto lo stesso pilota a fine gara le gomme portate dalla Pirelli per questa occasione sulla Ferrari non rendevano come sulle altre monoposto e si deterioravano con facilità. Un vero peccato perchè Vettel aveva avuto due spunti davvero molto buoni, prima con l’ottima partenza che gli aveva permesso di superare Bottas e, poi, dopo il primo pit stop del finlandese, quando ha approfittato della scia di Magnussen per passarlo in uscita dai box. Vettel mastica amaro visto che ora il suo distacco da Hamilton è di una gara (17 punti, ndr), ma nelle sue parole c’è anche il disappunto per questo cambio in corsa delle gomme alla vigilia dell’appuntamento spagnolo, con questo battistrada ridotto di 4 millimetri che – a suo dire – hanno ridato spunto alle monoposto di Stoccarda che prima, invece, erano in difficoltà. Resta comunque un weekend negativo per il Cavallino di Maranello con anche il ritiro di Kimi Raikkonen. Il finlandese, mentre era secondo, è stato fermato da un nuovo problema al motore. Un piccolo campanello d’allarme dopo quanto era successo venerdì alla fine del secondo turno di prove libere? Lo scopriranno i tecnici dopo aver analizzato quanto accaduto. 
Sull’altro fronte Hamilton festeggia la sua 64a vittoria ed un nuovo record, 41° successo partendo dalla pole position, staccando il grande Michael Schumacher. Mercedes festeggia anche la riconquista della testa della classifica Costruttori. Dietro ai primi quattro si piazza Daniel Ricciardo che a Montmelò paga 24″ al compagno di squadra, ed è l’ultimo pilota a chiudere a pieni giri. Primo dei piloti doppiati è stato Kevin Magnussen con la Haas a motore Ferrari. Per lui una bella gara, grintosa e veloce. Alle sue spalle i beniamini di casa con Carlos Sainz e la Renault davanti a Fernando Alonso con la Mclaren-Renault. Il pilota di Oviedo che sperava nell’arrivo della pioggia, ha ingaggiato dei bei duelli. Nei punti hanno concluso anche Sergio Perez con l’unica Force India al traguardo (Ocon si è ritirato per problemi al motore, ndr) e Charles Leclerc. Il pilotino della Ferrari Driver Accademy ha lottato come un leone con la sua Alfa Romeo Sauber. Protagonista in negativo della giornata, senza dubbio, Romain Grosjean. Il pilota franco-svizzero perde il controllo della sua Haas nel corso del primo giro e va in testacoda, poi tenta di rimettersi nel senso di marcia con un 360° e accelera rientrando in pista, alzando una nuvola di fumo, prendendo la Toro Rosso di Gasly e la Renault di Hulkenberg, causando l’immediato ingresso della safety car.
La cronaca. Al 6° giro rientra la vettura di sicurezza e alla ripartenza dietro ad Hamilton, Vettel, Bottas, Raikkonen, Verstappen, Ricciardo, Magnussen, Sainz, Leclerc, Alonso. Al 18° giro sosta per Vettel che rientra dietro a Magnussen. Al 21° tocca a Bottas che perde tempo e all’uscita dei box è dietro a Vettel che sfrutta la scia di Magnussen, supera la Haas e tiene dietro anche Bottas.
Al 25° giro Raikkonen, che occupava la seconda posizione e doveva ancora fare il suo pit stop, è costretto a ritirarsi per problemi con il suo motore. Si ferma invece Lewis Hamilton per il suo pit stop. Il campione del mondo rientra in pista al secondo posto, chiuso in sandiwich tra le due Red Bull di Verstappen e Ricciardo che, però, devono ancora passare dai box. A seguire Vettel e Bottas; quindi Magnussen, Ocon, Vandoorne, Ericsson e Sainz. Undicesimo è Leclerc davanti a Alonso. Mentre resta la minaccia della pioggia, con qualche gocciolina che cade in vari punti, al 34° giro pit stop per Ricciardo che cede la terza posizione a Vettel. Il giro dopo tocca a Verstappen e Hamilton torna al comando. Mentre l’olandese rientra dietro anche a Vettel e Bottas. Al 40° giro Ocon parcheggia la sua Force India lungo la pista per un problema al motore ed è virtual safety car. La Ferrari chiama dentro Vettel che monta ancora le medie. Pit stop troppo lungo e il tedesco esce dietro sia a Bottas che a Verstappen. Al 43° giro Verstappen tampona la Williams di Sirotkin e danneggia la parte destra dell’alettone anteriore. Quinto posto per Ricciardo davanti a Magnussen, Sainz, Alonso, Leclerc, Perez, nei punti. Ma la Red Bull dell’olandese non sembra soffrirne tanto visto che il suo passo è su quello delle Mercedes; mentre dietro Vettel non riesce a portarsi all’interno del secondo di distacco per usare l’ala mobile e deve accontentarsi del quarto posto finale.
(ITALPRESS).

YATES DOMA GRAN SASSO, MALE FROOME E ARU

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Simon Yates fa sul serio. Sul Gran Sasso d’Italia, 19 anni dopo la splendida impresa di Marco Pantani, la maglia rosa va a prendersi una delle vittorie più importanti della carriera. Niente gesti da gentleman stavolta, con una progressione irresistibile nei metri finali davanti alla quale anche Thibaut Pinot ed Esteban Chaves, il compagno di squadra a cui aveva lasciato il successo di tappa sull’Etna, devono arrendersi. Domenico Pozzovivo riesce a rimanere in scia, Tom Dumoulin limita i danni mentre dietro vanno in crisi Froome e Aru, che ci rimettono oltre un minuto. Il terzo arrivo in salita del Giro non delude le attese, con i tre chilometri finali (225 quelli percorsi in totale dalla partenza di Pesco Sannita) che vedono Yates dare un segnale forte a tutta la concorrenza. “Non mi sono mai nascosto, sono venuto qui per provare a vincere. E ogni giorno va sempre meglio”, il messaggio che arriva dal 25enne corridore della Mitchelton-Scott all’arrivo di Campo Imperatore, dove si mette addosso anche la maglia azzurra. La frazione si accende già al primo chilometro con 14 corridori che danno vita alla fuga di giornata. Fra i battistrada anche Gianluca Brambilla della Trek-Segafredo, che a un certo punto diventa anche maglia rosa virtuale visto che cancella i 6’40” di ritardo su Yates. A dirla tutta, il vantaggio dei fuggitivi sfonda anche il muro degli 8 minuti, poi in testa al gruppo si comincia ad accelerare – l’Astana si dà un gran da fare – e chilometro dopo chilometro il gap va riducendosi.

Si muove qualcosa anche davanti, con Fausto Masnada che va a caccia di gloria e stacca i compagni d’avventura ma il sogno del corridore dell’Androni-Giocattoli (“ce l’ho messa tutta ma nel finale non c’è stata più collaborazione”) termina a poco meno di tre chilometri dall’arrivo, risucchiato dal gruppo della maglia rosa. E qui comincia un’altra tappa. Il primo a perdere terreno dai migliori è Fabio Aru, poi si stacca anche Chris Froome mentre Giulio Ciccone con un paio di strappi sgretola ulteriormente il gruppo. Pinot risponde presente, poi nell’ultimo chilometro sale in cattedra Pozzovivo che cerca l’allungo vincente. Ma Yates, fino a quel punto quasi spettatore silente, decide che è il momento di mettere in chiaro le sue ambizioni e la sua pedalata stronca la concorrenza. Per la maglia rosa anche l’abbuono che gli permette di consolidare il primato col compagno di squadra Esteban Chaves ora primo rivale a 32″ mentre Dumoulin è terzo a 38″. Sotto il minuto restano Pinot (45″) e Pozzovivo (57″) mentre diventa dura per Froome e Aru: il primo è ora a 2’27” da Yates, è messo peggio il sardo, staccato di 2’36” e a differenza dell’anglo-keniano destinato a perdere altro terreno a cronometro. “Non è andata benissimo, è stata una giornata negativa per me, le gambe non giravano bene – ha raccontato Aru – Domani riposiamo e ci sono ancora due settimane”. Yates, che indica in Pozzovivo il rivale più pericoloso fin qui, non si fida troppo delle difficoltà altrui (“Ci sono altre tappe dure da qui alla fine”) e preferisce godersi il momento: “se me l’avessero detto a inizio Giro non ci avrei creduto ma è qui che voglio essere”. Domani seconda giornata di riposo, si ricomincia martedì con la tappa più lunga del Giro (239 chilometri fra Penne e Gualdo Tadino) attraverso l’Appenino e tre GPM con la prima salita lunga quasi 20 chilometri.
(ITALPRESS).