Home Sport Pagina 1910

Sport

ALLEGRI VUOLE GOL SCUDETTO DA DYBALA E HIGUAIN

0

“Domani giocano Dybala e Higuain dall’inizio, sono quelli che in queste partite ci devono fare i gol scudetto”. Massimiliano Allegri punta sul tandem argentino per la partita di domani col Bologna che potrebbe avvicinare ulteriormente i bianconeri verso il titolo. “La Juventus ha fatto 88 punti finora, qualcuno in più dell’anno scorso, e il campionato è ancora aperto grazie a un Napoli che sta facendo cose straordinarie. Questi punti sono frutto del lavoro, della voglia, del cercare di raggiungere gli obiettivi per cui lavoriamo. Mancano 3 giornate alla fine e domani è una partita che dobbiamo vincere per preparare al meglio la coppa Italia, altrimenti ci incasiniamo di nuovo. Dobbiamo fare tesoro di quello che abbiamo passato e lasciato, vedi Crotone, l’entusiasmo non deve cadere nella presunzione o nella superficialità o nella convinzione che la partita sia facile. Domani è un altro passo in avanti da fare verso lo scudetto. Siamo meno solidi, abbiamo fatto 18 partite senza subire gol e poi ne abbiamo presi 6 in 4 partite e questo la dice lunga sulla mancanza di attenzione, di solidità. Dobbiamo fare tutti un centimetro in più, un metro in più per avere solidità, perchè poi prendi gol su punizione come a Milano e ti destabilizza”.

“L’Inter ha fatto la miglior partita dell’anno sotto l’aspetto dell’intensità, della tecnica. L’aspetto psicologico è fondamentale, devi avere forza mentale ed equilibrio che poi ti portano all’obiettivo finale”. Con ancora qualche dubbio di formazione – Marchisio o Bentancur per Pjanic, da decidere i due centrali e ballottaggio fra Cuadrado e Douglas Costa – la Juve arriva all’appuntamento dopo una settimana infuocata per la gara di San Siro. Ma con le polemiche “si convive” e il video sullo scambio di battute con Tagliavento in zona mista “mi ha infastidito relativamente. Le immagini hanno confermato un episodio che non esiste. In Italia ci piace fare un po’ di commedia e questa settimana è stata una commedia lunga”. Allegri non dà poi peso alle voci che arrivano dall’Inghilterra e che lo accostano alla panchina dell’Arsenal (“sono legato alla Juve e sto bene alla Juventus. Non ci sono altre cose da dire. L’unica cosa che conta è arrivare al settimo scudetto e poi alla Coppa Italia che sarebbe un’altra soddisfazione”) mentre sulle sulle polemiche per gli errori arbitrali in Champions che hanno penalizzato prima la Juve e poi la Roma commenta: “il Var non è un’emergenza, è uno strumento che aiuta molto se usato con criterio. In Italia lo stanno facendo bene e credo che arriverà anche in Europa. Detto questo c’è da fare i complimenti alla Roma per la partita che ha fatto, è andata vicina alla qualificazione, e anche al calcio italiano: ci sono squadre che comandano e vincono la Champions come Real e Barcellona ma abbiamo fatto dei passi in avanti e questo è importante”.
(ITALPRESS).

CRUTCHLOW SVETTA NELLE LIBERE DEL VENERDI’

0

La MotoGP sbarca in Europa con il classico appuntamento spagnolo sulla pista di Jerez de La Frontera, ed è subito spettacolo. A spuntarla nella combinata dei migliori tempi è Cal Crutchlow con la Honda del team LCR. E’ una classifica molto serrata con quindici piloti racchiusi in un secondo, e i primi quattro in 0″9. Dietro al britannico si posiziona Dani Pedrosa (Repsol Honda). Atteso su uno dei suoi tracciati preferiti, il pilota di Sabadell pare stia raggiungendo la condizione fisica migliore dopo l’infortunio in Argentina. Terzo Johann Zarco (Monster Yamaha Tech3). I due pagano un ritardo dalla di 0″02 e 0″06 dal primo con il transalpino, futuro corridore KTM, come prima Yamaha. Le moto ufficiali di Iwata infatti non raccolgono molte soddisfazioni nella prima giornata andalusa. Valentino Rossi (Movistar Yamaha MotoGP) è nono e teoricamente in Q2 mentre, sempre a livello ipotetico, è fuori dalla lotta per la pole il collega Maverick Viñales, dodicesimo. Chi invece ha fatto meglio è Andrea Iannone che mette a referto il quarto tempo confermando la competitività delle ultime prove. Il portacolori del Team Suzuki Ecstar è a 0″9 dalla vetta e davanti a Marc Marquez (Repsol Honda). Il campione del mondo della HRC spinge al massimo nella FP2 provando a trovare il limite. Lo supera e cade alla curva 6. Nulla di preoccupante ma ancora una volta è nella ghiaia nella seconda sessione di libere.
Andrea Dovizioso (Ducati Team) ha fatto il passo in FP1. Nella seconda sessione però non sembra essere così incisivo e chiude al sesto posto. Il suo compagno di box Jorge Lorenzo recupera ed è settimo e in Q2. Una lotta di crono ma anche di marche, con le principali fabbriche a contendersi le prime cinque posizioni. Danilo Petrucci (Alma Pramac Racing) e Franco Morbidelli (EG 0,0 Marc VDS) sono undicesimo e ventunesimo.
(ITALPRESS).

CRONO E MAGLIA ROSA, IL GIRO RIPARTE DA DUMOULIN

0

Nove chilometri e 700 metri suggestivi, tra le bellezze di Gerusalemme e di una terra, Israele, che ha tenuto a battesimo la 101esima edizione del Giro d’Italia. Un appuntamento storico per la corsa Rcs che ha mantenuto fede alle attese ed ha tracciato una sottile linea rosa con quella del 2017. In testa alla classifica, infatti, c’è proprio il campione uscente, l’olandese Tom Dumoulin, tra i grandi favoriti per il trionfo a Roma. Coprendo la distanza della cronometro individuale d’apertura in 12’02”, alla media di 48,365 Km/h, il capitano del Team Sunweb ha preceduto di 2″ l’australiano Rohan Dennis (Bmc), che aveva pregustato a lungo il sapore del successo, ed il belga  Victor Campenaerts (Lotto-Soudal). “Mi sento molto bene e l’ho dimostrato subito: e’ stato tutto perfetto – il commento a caldo di un entusiasta Dumoulin – Fin qui tutto e’ andato bene, ho interpretato la cronometro a tutta, dando il massimo e rilanciando ogni volta. E’ veramente bello, ho addosso le due maglie piu’ prestigiose del ciclismo (la rosa e la ciclamino, ndr). E’ stata una giornata perfetta per me ed il team, ad Apeldoorn non pensavo alla classifica generale, stavolta e’ un’altra storia. E’ stato un inizio incredibile, pensavo di poter guadagnare qualcosa sugli altri ma non cosi’ tanto”. Il ‘tulipano’ che ama l’Italia potrebbe mantenere la guida della generale anche domani: “Vedremo, non abbiamo pianificato nulla: andiamo avanti di giorno in giorno, il Giro e’ molto lungo. Siamo molto felici per oggi ma la corsa dura tre settimane”. Il migliore tra gli azzurri è Domenico Pozzovivo: lo scalatore lucano della Bahrain-Merida chiude decimo con un ritardo di 27″. “Ho adottato una tattica molto semplice: ho cercato di partire forte e di arrivare alla morte, cosi’ e’ uscita fuori una buona crono – ha sottolineato Pozzovivo – Questa mia prestazione vuole essere una reazione a quello che ci e’ capitato stamattina. Siamo molto dispiaciuti di aver perso Siutsou, caduto nella ricognizione. Sono sicuro tornera’ ancora piu’ forte, correremo questo Giro anche per lui”. Nella ricognizione del mattino sono caduti anche il britannico Chris Froome (Sky) ed il colombiano Miguel Angel Lopez (Astana): per loro ‘soltanto’ botte ed abrasioni, che si sono fatte sentire anche in gara. Froome, considerato l’uomo da battere, ha terminato 21esimo con un gap di 37″, Lopez 61esimo a 56″. Non gioisce nemmeno Fabio Aru, la punta tricolore per il podio: il grimpeur sardo della Uae Emirates è 47esimo a 50″. “Il Giro e’ iniziato e questo e’ bellissimo, ho perso tempo rispetto ai miei rivali, ma era prevedibile considerate le mie caratteristiche – le parole di Aru – Abbiamo ancora venti giorni molto impegnativi davanti a noi, non e’ un problema. Oggi ho cercato di stare attento nell’impostare le curve, il percorso era abbastanza impegnativo, non ho voluto correre troppo rischi”. Domani seconda tappa, la prima in linea, per il Giro2018. Tracciato praticamente pianeggiante quello che conduce il gruppo, dopo 167 chilometri, da Haifa a Tel Aviv. Unico ostacolo di giornata, un Gran Premio della Montagna a Zikron Ya’aqov di breve lunghezza, ma con pendenze oltre il 10 per cento. Dopo un lungo tratto in autostrada a carreggiata molto ampia, finale cittadino per ampi viali fino alla linea di arrivo. Primo appuntamento per gli sprinter, chiamati subito a dare spettacolo dopo le fatiche della cronometro, e chance da sfruttare soprattutto per l’olimpionico su pista Elia Viviani (Quick-Step Floors), una delle ruote più veloci presenti in gruppo.
(ITALPRESS).

HOUSTON SI PORTA SUL 2-1, PELICANS BATTONO WARRIORS

0

Houston si porta sul 2-1, i Pelicans riaprono la serie e dimezzano lo svantaggio. Questi i verdetti di gara-3 delle semifinali playoff della Western Conference. I Rockets vincono 113-92 sul parquet degli Utah Jazz, riscattando la sconfitta casalinga in gara-2. Una partita senza storia, dominata dagli ospiti. Oltre al solito James Harden (25 punti, 12 assist e 4 rimbalzi per il “Barba”), da segnalare i 25 punti di Gordon, i 15 di Paul, mentre ne fanno 11 a testa Ariza e Capela. Dall’altra parte ne fa 17 O’Neale, 14 Burks, 12 Gobert (9 rimbalzi per lui) e 10 Mitchell.
A New Orleans, invece, grande notte per i Pelicans che battono 119-100 Golden State. Con Steph Curry inevitabilmente non ancora al top, ma comunque capace di mettere a referto 19 punti, i campioni in carica non riescono a limitare i padroni di casa trascinati da un grande Anthony Davis che fa registrare al suo attivo 33 punti, 18 rimbalzi e 3 assist. In doppia cifra anche Holiday (21), Clark (18), Mirotic (16 e 13 rimbalzi) e Moore (13), mentre il re degli assist è Rajon Rondo che ne regala ben 21 aggiungendo anche 10 rimbalzi e 4 punti. Detto dei 19 punti di Curry, per i Warriors sono 26 quelli di Thompson, ne fa 22 Durant, mentre sfiora la tripla doppia Green che chiude con 11 punti, 12 rimbalzi e 9 assist. Vince New Orleans, conduce Golden State 2-1.
(ITALPRESS).

DE SANCTIS “CI PREPARIAMO PER I 120 ANNI”

0

Un programma intenso di celebrazioni per i 120 anni della Federazione, la sfida paralimpica di Tokyo 2020 e sullo sfondo la possibilità di prendere «l’ultimo treno» per le Olimpiadi di Parigi 2024. Queste sono le sfide che attendono Marco Giunio De Sanctis, presidente della FIB (Federazione Italiana Bocce), e tutto il movimento italiano. Le celebrazioni, come spiega De Sanctis in un’intervista all’Italpress, si articoleranno «in una serie di giornate, ludiche, promozionali e sportive all’insegna della celebrazione della federazione, che ha compiuto 120 anni l’anno scorso, ma ha deciso di vivere questo grande momento nel 2018. Faremo una conferenza stampa il 22 maggio al Salone d’Onore del Coni, alla presenza delle massime autorità, mentre in cinque piazze italiane verrà sciorinato tutto il nostro bagaglio sportivo e culturale attraverso l’esibizione delle nostre discipline». I momenti sportivi saranno alternati con esibizioni di street art e danza. Si partirà da Roma, a Castel Sant’Angelo, poi Norcia, Torino, Genova e Salerno, che chiuderà la rassegna il 7 giugno. Infine «tutto culminerà con i campionati assoluti della Raffa che si svolgeranno a Macerata», spiega il presidente.
A due anni da Tokyo, però, è inevitabile uno sguardo alla possibilità di prendere parte all’appuntamento paralimpico: «È il settore che sto rivitalizzando maggiormente, essendo stato segretario generale del CIP (Comitato Italiano Paralimpico). La Boccia paralimpica è una specialità diversa tecnicamente dalle altre (raffa, volo e petanque). Siamo in grado di fare una preparazione all’altezza per qualificare 2-3 atleti. Non abbiamo mai partecipato come Italia, non sarà facile, ma ci proveremo». Il passo paralimpico potrebbe anticipare l’appuntamento a cinque cerchi nel 2024 in Francia. Secondo De Sanctis, è un’opportunità da cogliere al volo poiché non è possibile prevedere quando si apriranno nuovi spiragli olimpici per le bocce. «Sappiamo quanto siano importanti le bocce nello sport francese. Abbiamo questa grande ambizione, credo che sia l’ultimo treno percorribile da prendere, e quindi ce la metteremo tutta. L’importante è essere uniti per arrivare a questo traguardo».
(ITALPRESS).

CRUTCHLOW IN POLE, ROSSI SOLO DECIMO

0

Cal Crutchlow conferma quanto di buono ha fatto vedere nelle libere del venerdì, centrando la pole position nel Gran Premio di Spagna, girando a tempo di record sulla pista di Jerez de la Frontera. Il pilota britannico, in sella alla Honda Hrc gestita dal team di Lucio Cecchinello, gira in 1’37″653, migliorando di oltre un  secondo il precedente record della pole che apparteneva a Jorge Lorenzo dal 2015. Honda Hrc a proprio agio sulla pista andalusa che è stata recentemente riasfaltata. Accanto al britannico, infatti, partirà Dani Pedrosa. Nonostante non sia ancora al 100% con il polso recedentemente operato, il pilota di Sabadell si ferma a due decimi e mezzo dal compagno in Hrc. Sempre molto veloce, Johann Zarco si conferma anche a Jerez con la terza piazzola in prima fila con la Yamaha del team Tech 3 di Hervè Poncharal. A 44 millesimi dallo spagnolo. Il francese, fresco di contratto che lo legherà dal 2019 alla Ktm, fa scivolare in seconda fila per soli 13 millesimi un Jorge Lorenzo, apparso trasformato sulla pista di casa. Il mallorchino ha provato a fare anche meglio ma domani sarà pronto a dare battaglia. Accanto a lui, racchiusi in 15 millesimi i connazionali Marc Marquez con l’altra Repsol Honda Hrc e Alex Rins con la Suzuki. Andrea Iannone con l’altra moto di Hamamatsu apre la terza a soli 3 millesimi dal compagno di squadra.
Al fianco del pilota di vasto le due Ducati GP18 di Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci. Il leader della MotoGP ha duvuto passare attraverso la Q1 per accedere alla manche decisiva. Bene anche il ternano del Pramac Racing, a quattro decimi e mezzo da Crutchlow. Grossi problemi ancora da risolvere per le Movistar Yamaha. Le due M1 ufficiali nnon riescono a trovare il miglior assetto e Valentino Rossi è solo decimo, con sei decimi dalla pole position. Subito dietro Maverick Vinales, anche lui costretto a passare attraverso la Q1 per giocarsi le prime quattro file. Quarta fila che è chiusa da Jack Milles con la Ducati GP17 del team Pramac.
(ITALPRESS).

SUPER VOLATA DI VIVIANI, DENNIS IN MAGLIA ROSA

0

Pronostico rispettato. Con una volata prepotente, Elia Viviani conquista di forza la seconda tappa, la prima in linea, del 101esimo Giro d’Italia, la Haifa-Tel Aviv di 167 chilometri. Il veronese della Quick-Step Floors, al suo secondo centro al Giro dopo quello di tre anni fa a Genova, il settimo stagionale ed il numero 55 in carriera, non si fa mettere nel sacco dall’altro azzurro Jakub Mareczko (Wilier Triestina), che prova a sorprenderlo negli ultimi metri. Una manovra ‘azzardata’ perché l’olimpionico dell’omnium gli prende la ruota e lo salta come un birillo. Terza piazza per l’altro sprinter che godeva dei favori della vigilia, l’irlandese Sam Bennett (Bora-Hansgrohe), poi altri tre italiani nella top ten di giornata: quarto Niccolo’ Bonifazio (Bahrain-Merida), quinto Sacha Modolo (Team Ef Education First) ed ottavo Manuel Belletti (Androni Giocattoli-Sidemarc). “Non era facile, sembravo calmo ma non lo ero – spiega a caldo Viviani, vice-campione europeo su strada – Non e’ semplice arrivare qui dopo un bell’inizio di stagione, lo stop al Romandiae un punto interrogativo sulla condizione. Sono al Giro per le volate, sento la responsabilita’ e tutti si aspettavano che vincessi. L’abbiamo gestita bene, oggi ho fatto anche i traguardi intermedi perche’ in passato mi sono sempre mancati dei punti e poi abbiamo pensato alla volata finale, che e’ stata bellissima. Ai 250 metri tutti tentennavano a partire, Mareczko ha anticipato bene ma stavo in piedi sui pedali aspettando di agganciarmi a qualcuno e sono riuscito a vincere”. Il campione olimpico su pista a Rio de Janeiro, sul podio assieme al piccolo Giacomo, uno dei due gemelli del compianto Michele Scarponi, ha infine una dedica speciale per la fidanzata e collega Elena Cecchini: “Questo successo e’ per lei. Fa tanti sacrifici e ci vediamo poco, ma crede in me ed e’ l’unica che riesce a trasmettermi tranquillita’”. Seconda tappa e seconda maglia rosa, che passa dalle spalle dell’olandese e campione in carica, Tom Dumoulin, vincitore della cronometro d’apertura a Gerusalemme, a quelle dell’australiano Rohan Dennis (Bmc), che grazie agli abbuoni in uno sprint intermedio riscatta la seconda piazza ottenuta ieri. “Ieri ero dispiaciuto per l’andamento della cronometro perche’ ero in testa fino all’arrivo di Dumoulin… – ammette il corridore ‘aussie’ – Ringrazio la squadra per aver creduto in me nello sprint intermedio. Ci sono altre volate ed ho sfruttato l’opportunita’ che mi e’ stata data. Se penso di tenere la maglia rosa? Per il momento me la godo, il Giro e’ lungo e per me le tre settimane sono da verificare. Vedremo giorno per giorno, ma questa maglia e’ un sogno”. La tappa odierna è stata caratterizzata da una fuga al pronti e via del danese Lars Bak (Lotto Fixall) e di Davide Ballerini (Androni Sidermec), ai quali si era poi aggiunto il canadese Guillaume Boivine (Israel Cycling Academy). I tre raggiungevano un vantaggio massimo di 3’30” prima di essere ripresi proprio in prossimità del primo Gpm del Giro, la rampa di Zikron Ya’aqov che, tra le intemperie di tifosi non certo esemplari, incoronava in maglia azzurra il lombardo  Enrico Barbin (Bardiani CSF). Dopo lo spunto di Dennis che costava la testa della graduatoria a Dumoulin e qualche tentativo solitario (Campenaerts, ancora Boivin, che giunge ad accumulare fino a 1’30” prima di scatenare la reazione della Quick-Step Floors, che ricuce lo strappo ai -16), nel finale ci prova anche il tedesco Tony Martin ma lo sprint di massa, e la grande progressione di Viviani, sono inevitabili. Domani ultima delle tre frazioni in terra di Israele, la Be’er Sheva-Eilat di 229 chilometri, lunga e leggermente ondulata, interamente nel deserto del Negev. La strada, sempre ampia e ben pavimentata, attraversa estese distese di pietre con alcune asperita’ altimetriche, in particolare nell’attraversamento del Ramon Crater, al termine del quale, su una breve salita in localita’ Faran River, e’ posto un Gran Premio della Montagna di quarta categoria. Finale tutto in leggerissima discesa verso il Mar Rosso con attraversamento cittadino prima della linea di arrivo. Possibile l’epilogo in volata ma anche la fuga, piu’ o meno da lontano.
(ITALPRESS).

JUVE A UN PASSO DAL 7° TITOLO, VERONA IN SERIE B

0

Nel secondo anticipo della 36esima giornata di Serie A, la Juventus ha superato allo Stadium il Bologna per 3-1. Al 7′, prima occasione per i campioni d’Italia: Marchisio lancia Higuain, sul cui diagonale si esalta Mirante. Al 19′, su bel cross di Dybala, Alex Sandro stacca verso il primo palo, trovando ancora reattivo il portiere ospite. Al 25′ un errore di Romagnoli per poco non mette Dybala nelle condizioni di nuocere ma un minuto dopo fa peggio Buffon: troppo corto il passaggio del capitano bianconero verso Rugani, Crisetig lo anticipa e l’ex empolese lo ostacola facendolo cadere in area. Irrati indica il dischetto e Verdi, dopo un lungo consulto con il Var, trasforma con freddezza lo 0-1 al 30′. Al 32′ Asamoah spara in curva un pallone vagante, al 39′ Higuain si avvita di testa senza impensierire Mirante. Nella ripresa, al 2′, Douglas Costa, appena entrato e destinato a cambiare l’inerzia del match, mette in area per Cuadrado, che lamenta una trattenuta di Keita. Pareggio bianconero al 7′: cross dalla destra di Cuadrado, De Maio intercetta e sigla il classico autogol. Mirante sugli scudi: all’8′ dice di no a Douglas Costa (e Cuadrado fallisce d’un soffio il tap-in), al 10′ esce sui piedi di Higuain. I rossoblù replicano al 14′ con Kraft, il cui tiro sottoporta è deviato sul palo esterno da Buffon, ma al 18′ la Juve perfeziona la rimonta: ancora Douglas Costa al centro, Mirante esce a vuoto e Khedira ne approfitta per il 2-1. Al 24′ arriva anche il 3-1: ancora un assist di Douglas Costa ed è Dybala a mettere in ghiaccio il risultato. Al 31′ Buffon blocca a terra su Destro. In classifica la Juve consolida il primato volando a 91 punti e domani, in caso di vittoria del Torino a Napoli, potrebbe festeggiare il suo settimo scudetto di fila con due turni di anticipo; il Bologna, già salvo, resta fermo a quota 39.

Per una notte il Milan riconquista il sesto posto in classifica scavalcando l’Atalanta e può concentrarsi con serenità alla finale di Coppa Italia di mercoledì contro la Juventus. Il Verona invece, saluta tra i cori dei propri tifosi sempre presenti anche matematicamente la serie A, lanciando però una serie di giovani che potranno essere utili per una rapida risalita. Il primo anticipo di serie A finisce infatti con una netta vittoria rossonera per 4-1 con reti di Calhanoglu e Cutrone nel primo tempo, quindi Abate, Borini e Lee per il Verona nella ripresa. Il primo squillo è rossonero con una gran tiro da fuori di Suso, deviato dal portiere veronese Silvestri, che si ripete poco dopo su di un colpo di testa di Cutrone. Al 10’ il Milan è già in vantaggio: bella iniziativa corale sulla destra, cross rasoterra a rientrare di Suso, sul quale arriva Calhanoglu che tira sul secondo palo, con Hertaux che sul tentativo di spazzare devia nella propria porta per l’1-0 rossonero. Azione fotocopia di quella del gol al quarto d’ora, con cross basso a rientrare di Abate e conclusione dell’esterno turco che questa volta si perde di poco a lato del primo palo. Tutto facile per il Milan contro un Verona inesistente soprattutto nei primi 45′, tanto che alla mezz’ora Cutrone segna il suo ottavo gol in campionato, girandosi su se stesso e tirando di sinistro dopo un assist di Bonaventura. Nella ripresa, il copione si ripete e dopo appena 3 minuti il Milan triplica con merito e senza neppure fare particolare fatica: discesa di Abate sulla destra, scambio con Suso e la palla torna all’esterno milanista che di esterno batte Silvestri. Il resto del match è solo accademia, con il Milan che abbassa i ritmi in attesa del match di mercoledì ed il Verona che bada soprattutto a non prendere un’imbarcata. Qualche emozione la partita comunque la riserva ancora, come una conclusione di Locatelli deviata da Hertaux, che per un soffio non infila per la seconda volta la propria rete e una bella punizione di Romulo che si stampa sulla traversa. Allo scadere, sugli sviluppi di un calcio d’angolo per il Verona, il pallone finisce al limite dell’area sui piedi del coreano Lee, che fa partire un bellissimo bolide che si spegne alle spalle di Donnarumma. Prima del fischio finale dell’arbitro Pasqua, c’è il tempo anche per la rete di Borini, subentrato a Suso, che fissa il punteggio sul 4-1 finale per la squadra di Gattuso che adesso prepara con fiducia la finale di Coppa Italia di mercoledì contro la Juventus.
(ITALPRESS).