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VEGNI “ISRAELE SCOMMESSA VINTA, ORA LA SICILIA”

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Dopo il successo strepitoso dello scorso anno, il Giro d’Italia torna in Sicilia: una vetrina per l’Isola con una grande visibilità in termini sia sportivi che turistici. Le tre tappe siciliane sono state presentate a Catania, nella sede del ‘quartier generale’ rosa allestito alle Ciminiere di viale Africa. Ad illustrare le gare sono stati il direttore del Giro, Mauro Vegni, il direttore Rcs Sport Paolo Bellino, l’assessore regionale allo Sport Sandro Pappalardo e alle Infrastrutture Marco Falcone, il coordinatore delle tappe isolane, Anthony Barbagallo. “Israele è stata una scommessa vinta – ha sottolineato il direttore del Giro Mauro Vegni – quando pochi credevano potesse andare in porto. E’ stato un grandissimo successo. Non solo da un punto di vista sportivo, ma del nostro Paese in un territorio straniero come quello di Israele. Tanta la passione, tanta la voglia di sport. Adesso torniamo in Sicilia, altra terra di cultura e di sport e mi aspetto uno spettacolo unico di pubblico anche qui in Italia”.

Le tre tappe in programma domani, mercoledì e giovedì saranno l’occasione per valorizzare le bellezze paesaggistiche siciliane: dal basolato vulcanico di Catania, all’Etna, al mare, a Caltagirone con la sua meravigliosa scalinata e la sua ceramica apprezzata in tutto il mondo. E ancora, l’omaggio al Belice e al terribile terremoto che mezzo secolo fa sconvolse quel territorio, le bellezze del trapanese, l’unicità di Piazza Armerina e della Villa del Casale. “E’ stato fatto un grande lavoro organizzativo con la Regione Siciliana e con i sindaci – ha detto Anthony Barbagallo – adesso ci godremo lo spettacolo. Sono tre tappe importanti con un fascino particolare in cui sicuramente la gara sull’Etna è la più difficile dal punto di vista sportivo. Quella del Belice racconta una storia più intima ed è quella per cui il Giro ha fatto l’omaggio più grande, per attraversare il Trapanese e arrivare sull’Etna”.
(ITALPRESS).

CAVS IN FINALE A EST, SIXERS DI BELINELLI BATTONO CELTICS

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E’ Cleveland la prima finalista di Conference. I vice-campioni in carica non lasciano scampo ai Raptors, si impongono 128-93 e vincono gara-4 chiudendo la serie con un inequivocabile 4-0. I Cavaliers adesso attendono la vincitrice dell’altra semifinale tra Boston e Philadelphia, con i Sixers di Marco Belinelli che hanno vinto gara-4 annullando il primo match-point che i Celtics si erano conquistati vincendo le prime tre sfide.
Tornando ai Cavs, quarta finale di Conference consecutiva per LeBron James e compagni. Il “Prescelto” è il solito trascinatore con 29 punti, 11 assist e 8 rimbalzi al suo attivo, ma anche gli altri sono in serata sì e hanno fretta di chiudere il conto. In doppia cifra vanno anche Love (23 punti), Korver (16), Smith (15) e Hill (12). Niente da fare per i Raptors che chiudono una stagione eccellente inchinandosi ai “soliti noti” (negli ultimi tre anni sempre ko ai playoff con i Cavaliers). Match mai in discussione nonostante i 18 punti di Valanciunas, i 13 di Miles e DeRozan, i 12 di Ibaka e i 10 di Wright.
Poteva chiudere il conto anche Boston, ma Philadelphia gli ha sbarrato la strada imponendosi in casa per 103-92, vincendo gara-4 e annullando il primo match point. Si va a gara-5 per determinare l’altra finalista della Eastern Conference. I Sixers lottano e trovano in Dario Saric il miglior realizzatore con 25 punti e 8 rimbalzi.
Dalla panchina c’è anche il contributo di Marco Belinelli che in 25 minuti mette a referto 9 punti, un rimbalzo e un assist. Ottime le prestazioni di T.J McConnell e Simmons che fanno registrare al loro attivo 19 punti, ma anche, rispettivamente, 7 e 13 rimbalzi oltre a 5 assist a testa. Tra gli assoluti protagonisti c’è Joel Embiid con 15 punti e 13 rimbalzi, mentre per i Celtics vanno in doppia cifra Tatum (20), Morris (17), Smart (14), Rozier (11) e Horford (10). Boston ha ancora un ampio margine e nalla notte italiana tra mercoledì e giovedì ospiterà i Sixers per vincere gara-5 e sfidare Cleveland in finale.
(ITALPRESS).

DI FRANCISCA “RIPARTO, OBIETTIVO TOKYO2020”

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“Ricomincio dai campionati italiani, poi seguiranno tutte le altre tappe che spero mi porteranno all’ultima Olimpiade: Tokyo è lontana, ma è il mio obiettivo”. Queste le parole dell’olimpionica del fioretto Elisa Di Francisca, pronta a tornare in pedana dopo la maternità ai prossimi Campionati italiani assoluti in programma a Milano nel mese di giugno. “Domani mancherà une mese al mio ritorno, il 9 giugno sarò impegnata nel campionato italiano sia nell’individuale che nella gara a squadre – ha spiegato la schermidrice azzurra a margine di un evento al Circolo Canottieri Aniene, a Roma – L’obiettivo è resistere e non tornare a casa sfinita, perché ho sempre un bambino che vuole giocare. Per me sarà un debutto, lo userò per capire se ancora sono combattiva e se ancora ho voglia di vincere: se ci saranno tutte queste cose bene, altrimenti arrivederci a tutti”. Per la trentacinquenne Di Francisca, dunque, le gare di Milano saranno un test fondamentale per sciogliere i dubbi sul futuro sportivo: “Sono una persona immediata e so che ci saranno delle cose che mi faranno capire se ho ancora voglia, se ancora mi diverto, se la scherma non è un peso, se non è come l’avevo lasciata – ha spiegato l’azzurra – A Rio ero stanca, ero stufa, ero piena. A Milano spero di vedere un’altra Elisa, spero di divertirmi ed essere spensierata. Se faccio questa gara è perché ho voglia, mi sto allenando bene e le sensazioni sono belle. È bello anche tornare a casa e sapere di aver messo a segno le stoccate, avere fatto quelle cose che fanno parte di me, potermi guardare allo specchio e riconoscermi, anche nella stanchezza. Certo, bisogna anche vedere come starò nel tempo e come riuscirò a conciliare le cose. Tra l’altro tra poco presenterò il mio blog che parlerà proprio di questo, sarà una sorta di diario”, ha concluso la Di Francisca.
(ITALPRESS).

 

FESTA FINALE PER PROGETTO “RACCHETTE DI CLASSE”

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“I soggetti privati che concorrono al bene comune dimostrano cosa significa avere responsabilità sociale”. Valeria Fedeli, Ministra dell’Istruzione, dell’Università e ricerca, ha voluto celebrare così il progetto scolastico “Racchette di Classe”, alla sua terza edizione dopo una fase sperimentale. L’iniziativa – sostenuta da Kinder + Sport, Federazione Italiana Tennis (FIT), Federazione Italiana Tennis Tavolo (FITET) Federazione Italiana Badminton (FIBa) – è nata per promuovere la pratica di queste discipline fra gli alunni della scuola primaria. Alla festa finale, organizzata presso il Foro Italico di Roma all’interno degli Internazionali, hanno preso parte 800 bambini. Nel complesso ne sono stati coinvolti 160.000 provenienti da 640 scuole primarie. «Lo sport – ha spiegato la Ministra nel corso della conferenza stampa presso il Centrale – dev’essere parte integrante nei percorsi delle scuole. Passerò questo progetto al prossimo Ministro», ha detto ringraziando gli organizzatori per aver creato un evento nel quale «non c’è predominio, ma una competizione corretta con uno schema di regole e correttezza». Massimo Castiglia, responsabile sponsorizzazioni Ferrero Italia, ha ricambiato i ringraziamenti:«Ringrazio la lungimiranza delle istituzioni e delle federazioni. Come Ferrero, siamo onorati di poter dare il nostro contributo. Chi si impegna nello sport ha una marcia in più perché esprime un grande insieme di valori. Ringrazio, inoltre, gli insegnanti che hanno avuto la voglia di portare qui i ragazzi per fare sport».


Nel corso della conferenza stampa, Valeria Fedeli ha scherzato con Nicola Pietrangeli e, nel corso delle celebrazioni, si è concessa un paio di scambi con l’ex tennista Rita Grande, oggi in prima linea nei progetti Kinder +Sport. «Ci siamo candidati e abbiamo ottenuto che i Mondiali di tennis del 2019 si facciano in Italia. Sono particolarmente orgogliosa e felice di questa splendida notizia», ha inoltre annunciato la Ministra. “Racchette di classe” si colloca nell’ambito dei protocolli d’intesa tra il Coni, il Cip e il Miur. Carlo Mornati, segretario generale del Coni, ha elogiato «la sinergia fra le tre federazioni olimpiche». Da quest’anno, infatti, la Fitet si unisce al tennis e al badminton per la promozioni di uno stile di vita sano. «Credo che per il nostro Paese sia più importante fare degli investimenti per cercare di avvicinare i ragazzi allo sport anziché riuscire a prendere qualche medaglia in più. Sarà il migliore avvio per gli Internazionali», ha detto il presidente della Federtennis Angelo Binaghi. Giovanni Esposito, segretario generale della Federazione badminton, ha elogiato la capacità di “fare sistema”.
“Sappiamo cosa vuol dire ad andare a Viale Trastevere (sede Miur, ndr) e trovare accoglienza. La scuola accoglie progetti seri. Questo è un progetto di responsabilità sociale. Lo sanno bene Kinder+Sport e Rita Grande che testimoniano quanto sia importante l’attività motoria». Renato Di Napoli, presidente Fitet (tennistavolo), ha sottolineato la «grande professionalità». «È un progetto meraviglioso. Farne parte è un’opportunità di promozione della nostra disciplina».
(ITALPRESS).

MATTARELLA A JUVE E MILAN “AIUTATE L’ARBITRO”

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“Voi rappresentate un modello, aiutate gli arbitri”. E’ in sintesi il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai rappresentanti di Juve e Milan che domani si affronteranno all’Olimpico per l’assegnazione della Coppa Italia. “E’ un piacere incontrarvi, mi dispiace non poter assistere domani sera all’incontro come ho fatto negli anni passati, ma sono certo sara’ un grande incontro che coinvolgera’ tante persone non solo gli spettatori allo stadio ma anche davanti alla tv” le parole del Capo dello Stato dopo che in precedenza avevano parlato il presidente del Coni Giovanni Malago’, il presidente della Lega di serie A Gaetano Micciche’ e i due capitani Gianluigi Buffon e Leonardo Bonucci. “Tra coloro che lavorano al Quirinale ci sono sostenitori di tante squadre ed anche molti juventini e milanisti. Io guardo con uguale simpatia a tutte le squadre l’Italia, ma vi auguro di fare un grande incontro perche’, come tutte le squadre, voi siete la punta piu’ avanzata e conosciuta di un grande movimento sportivo che e’ il piu’ popolare, seguito ed amato nel nostro Paese e non solo” ha detto Mattarella. “Il calcio rimane lo sport piu’ seguito e amato dai nostri concittadini. Quindi avete una grande responsabilita’, rappresentate il modello a cui guarda un grande numero di persone nel nostro Paese. Un modello per i calciatori delle serie inferiori, gli amatori, i dilettanti, i bambini che guardano a voi con ammirazione, questo vi da’ una grande responsabilita’ ed e’ di grande importanza”.

“Buffon e Bonucci hanno detto cose importanti, rappresentano due squadre che si devono affrontare con correttezza. Questo mi fa pensare agli arbitri, miei colleghi. Quando sono stato eletto Presidente della Repubblica ho giurato e letto il discorso paragonandomi ad un arbitro ed assicurando la mia imparzialita’. C’e’ stato un grande applauso, poi ho aggiunto che i giocatori lo devono aiutare, e’ necessario l’aiuto. Bisogna ricordare che un arbitro puo’ condurre bene una gara se ha un buon aiuto. Seguo quando posso e vedo tanti esempi di correttezza e sono importanti perche’ si trasmettono a tanti giovani. I nostri arbitri sono i migliori al mondo, qualche volta qualche errore e’ inevitabile, ma vedendo quanto avviene nelle Coppe possiamo essere contenti dei nostri arbitri ma vanno aiutati” ha detto Mattarella. “Gli arbitri che non si notano e’ il segno che i protagonisti stanno svolgendo
alla perfezione il loro compito. Ma devono essere aiutati. Spero di riuscire a vederla”.

WELLENS TRIONFA NELLA TAPPA DI CALTAGIRONE

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Parla belga la prima tappa nel Belpaese del 101esimo Giro d’Italia. Lasciato Israele e approdato in Sicilia, il gruppo si inchina ad un autentico ‘acchiappa-classiche’ come Tim Wellens. Il 26enne capitano della Lotto-Soudal, che in questa stagione ha messo in bacheca la Freccia del Brabante, ha vinto di forza la quarta frazione, la Catania-Caltagirone di 202 chilometri, nemmeno fosse ancora immerso nelle atmosfere del Nord. Wellens ha messo in riga il canadese Michael Woods (EF Education First-Drapac p/b Cannondale) e l’azzurro Enrico Battaglin (LottoNL-Jumbo), che, nel tratto più duro della rampa finale, ha provato a fare la differenza, venendo però risucchiato dalla spinta propulsiva del trionfatore di giornata, contro il quale c’è stato poco da fare. “Ho fatto un doppio sprint: grazie alla squadra prima ho preso del vantaggio per affrontare la salita conclusiva, poi ho aspettato prima di dare tutto all’arrivo – spiega soddisfatto Wellens dopo lo spunto da fuoriclasse – Si’, era un traguardo adatto alle mie caratteristiche, ma non e’ stato facile”. Quinto e migliore degli italiani Davide Formolo (Bora-Hansgrohe), mentre Domenico Pozzovivo (Bahrain-Merida) è nono con un ritardo di 4″. Fa decisamente peggio il britannico Chris Froome (Sky), che paga dazio alle fatiche finali e perde 17″ dai big, in primis dall’australiano Rohan Dennis (Bmc), abile a conservare la maglia rosa di leader della classifica generale.

Dopo 24 chilometri dal pronti e via, ritardato dalla protesta di centinaia di persone contro Israele, si avvantaggiano in cinque: la maglia azzurra Enrico Barbin (Bardiani-CSF), a caccia di punti preziosi per confermarsi re degli scalatori, gli altri due azzurri Jacopo Mosca (Wilier-Selle Italia) e Marco Frapporti (Androni-Sidermec), il francese Quentin Jauregui (AG2r), per un po’ maglia rosa virtuale, ed il russo Maxim Belkov (Katusha-Alpecin). Gli attaccanti raggiungono un vantaggio massimo di quasi tre minuti e mezzo, mentre alle loro spalle, la Uae Emirates di Fabio Aru allunga il gruppo con un’azione più dimostrativa che altro. La fuga ovviamente perde di smalto e lentamente gli attaccanti si arrendono per il gran lavoro delle squadre più attese. Quando il plotone si ricongiunge iniziano i tentativi personali: ci prova prima Edoardo Zardini (Wilier Triestina-Selle Italia), stoppato da Valerio Conti (Uae Emirates). Il romano parte a testa bassa e riesce a mettere in cascina 25″, un bottino che però si estingue ai 3.300 metri dall’epilogo. Battaglin ha la gamba ‘calda’ e si traverste da finisseur, Wellens non perde tempo e, mentre la maglia bianca Schachman finisce a terra, mette la sua firma sul traguardo di Caltagirone. Domani secondo dei tre appuntamenti in Sicilia con la quinta tappa, la Agrigento-Santa Ninfa (Valle del Belice) di 153, pianeggiante sino a meta’ tracciato per poi dare spazio a qualche difficolta’ non trascendentale. Dopo il rifornimento a Menfi, ecco tre Gran Premi della Montagna, tutti di quarta categoria, a Santa Margherita di Belice (Km. 90,7), Partanna (Km. 111,8) e Poggio Reale Vecchia (Km. 132,3). Due i Traguardi Volanti, a Montevago (94,1) e Poggioreale (128,4). Finale non banale, con una discesa leggera fino ai 2200 metri ed uno strappo di 1,2 Km con pendenze fino al 12%. Poi la strada scende di nuovo per risalire sino ai 250 metri conclusivi che potrebbero incoronare un altro attaccante di giornata.
(ITALPRESS).

JUVE PER LA STORIA, MILAN PER SALVARE LA STAGIONE

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Per Rino Gattuso è una finale di Coppa del mondo, per Allegri una partita importante che però non cambierà il giudizio sulla stagione bianconera. Milan e Juventus arrivano in modo completamente diverso alla finale di Tim Cup in programma domani sera allo stadio Olimpico di Roma, ma in fondo nessuno vuole perdere. Certo per i rossoneri la partita di domani assume una particolare importanza: la conquista del trofeo nazionale garantirebbe agli uomini di Gattuso un posto nella prossima Europa League e salverebbe almeno in parte una stagione cominciata in modo pessimo con Vincenzo Montella in panchina. “Per noi questa non è la Coppa Italia, ma la Coppa del mondo – ha spiegato il tecnico del Milan presentando il match – Abbiamo una squadra giovane e un grande entusiasmo tra i tifosi: basta una scintilla per vedere un bel fuoco d’artificio, ma in campo servirà qualcosa di straordinario”. Al Milan servirà “una grande partita”, come ha sottolineato il capitano rossonero Leonardo Bonucci, anzi “la partita perfetta”, ma certo la Juventus, a caccia del quarto trionfo consecutivo in Tim Cup, parte con i favori del pronostico malgrado la prudenza di Massimiliano Allegri e Gianluigi Buffon. “Sin dal lontano 2003, quando abbiamo giocato la finale di Champions a Manchester, ho capito che con il Milan non si parte mai favoriti”, ha sottolineato il capitano bianconero. “In ogni caso, se vinceremo lo scudetto, sarà un’annata straordinaria”, ha ricordato il tecnico tracciando in anticipo un bilancio finale.
Ma certo domani la Juventus non vorrà perdere. “Dovremo giocare con grande equilibrio ed entusiasmo – ha rimarcato Allegri – Per noi è una partita molto importante che permetterebbe ai ragazzi di entrare ulteriormente nella storia della Juventus”. Chi vincerà domani sera riceverà la coppa dalle mani di Maria Elisabetta Casellati: la presidente del Senato rappresenterà allo stadio Olimpico il capo dello Stato Sergio Mattarella, trattenuto da impegni istituzionali. Il presidente della Repubblica ha ricevuto entrambe le squadre oggi pomeriggio al Quirinale, invitando i calciatori ad essere un modello e ad aiutare l’arbitro, che domani sarà Antonio Damato. “Sono felice che in finale ci siano le due squadre più titolate del calcio italiano – ha ammesso il presidente del Coni e commissario straordinario della Lega di Serie A Giovanni Malagò – Avremo due tifoserie che da sempre rappresentano maggiormente  l’opinione pubblica: che sia una festa dello sport”.
(ITALPRESS).

HOUSTON-GOLDEN STATE FINALE WESTERN CONFERENCE

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Nessuno spreca il match point, entrambe chiudono le rispettive serie sul 4-1 e a Ovest c’è già la finale. Ad affrontarsi saranno Houston e Golden State, pronostici rispettati e ultimo atto prima dell’assalto all’anello Nba che promette spettacolo. Prima, però, è giusto tornare a gara-5 delle semifinali cominciando dai campioni in carica. I Warriors si impongono 113-104 contro i Pelicans e staccano il biglietto per la finale della Western Conference. Una chiusura da applausi per Golden State che, davanti ai propri tifosi, fa brillare tutte le stelle del suo roster a cominciare da Steph Curry, rientrato dopo un lungo stop e già in forma smagliante come dimostrano i 28 punti, 8 assist e 7 rimbalzi. Anche Kevin Durant, Klay Thompson e Draymond Green vanno abbondantemente in doppia cifra con il primo che ne fa 24, il secondo 23 e il terzo 19, ma anche 14 rimbalzi e appena un assist in meno (9) del necessario per confezionare la tripla doppia. Match spettacolare, con i padroni di casa che infiammano l’Oracla Arena nel terzo quarto, ma con New Orleans che non molla e che, trascinata da un sontuoso Anthony Davis (34 punti e 19 rimbalzi), prova a tenere aperta la sfida inseguendo gara-6. Ci riesce fino a un certo punto anche perchè Jrue Holiday mette a referto una tripla doppia (27 punti, 11 assist e 10 rimbalzi) che tiene sempre viva la sfida. In doppia cifra anche Mirotic (12) e Moore (10), ma niente da fare contro i “guerrieri” che calano il poker conquistando la quarta finale di Conference consecutiva.
Dall’altra parte Curry e compagni troveranno i Rockets. Anche Houston, infatti, chiude la serie con Utah sul 4-1, imponendosi in gara 5 con il risultato di 112-102. Il trascinatore dei padroni di casa è Chris Paul (per lui prima volta in finale e massimo in carriera nei playoff) che mette a referto 41 punti, 10 assist e 7 rimbalzi. Una grande prestazione, mentre questa volta James Harden fa registrare al suo attivo “solo” 18 punti, uno in meno di Tucker che ne fa 19. I Jazz ci provano, Mitchell ce la mette tutta e mette a disposizione dei suoi 24 punti e 9 assist, dalla panchina ne fa 22 Burcks, mentre sono 17 quelli di O’Neale, 12 a testa per Gobert e Ingles. Houston in finale contro Golden State, ci sarà da divertirsi.
Manca solo l’ultimo verdetto, ovvero l’altra finalista a Est. I Cavaliers aspettano la vincente del match tra Boston e Philadelphia. Conducono i Celtics 3-1, ma i Sixers di Marco Belinelli credono nell’impresa.
(ITALPRESS).