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ROSSI “BISOGNA MIGLIORARE PER PUNTARE AL TITOLO”

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A Jerez de la Frontera per provare a svoltare la stagione. Valentino Rossi e la Yamaha sperano di approfittare del ritorno in Europa della MotoGp per cambiare marcia dopo un terzo e un quarto posto e un ritiro nelle prime tre gare. “Sono felice di tornare in Europa – confessa il Dottore – I primi Gp della stagione non sono andati benissimo ma abbiamo provato qualcosa che è andato bene. La nostra M1 sta migliorando e arriviamo ora in un circuito come Jerez che è molto importante per capire il nostro potenziale”. Sulla pista spagnola Rossi vanta sette vittorie nella classe regina (l’ultima nel 2016) e altri cinque podi “ma lo scorso anno abbiamo faticato molto. Penso però che stavolta possiamo fare meglio. Jerez è un circuito che mi piace moltissimo, ho fatto delle belle gare qui e sarei felice di tornare sul podio. Assieme alla squadra lavoreremo per trovare il set-up migliore e capire il comportamento della moto sul nuovo asfalto. Lunedì, poi, avremo anche un importantissimo test. Vogliamo migliorare e lottare per il titolo”.

Gioca in casa Maverick Vinales, che vuole dare continuità al secondo posto ottenuto negli States anche se a Jerez non è mai andato oltre il sesto posto in MotoGp. “Dopo il podio di Austin posso dire che in generale sono contento, l’umore è cambiato parecchio nelle ultime gare. Adesso siamo concentrati su Jerez, siamo molto motivati e positivi e questo è un bene se vogliamo recuperare il feeling che avevamo all’inizio della scorsa stagione”. “Un anno fa Jerez è stata una corsa difficile per me – confessa Vinales – Ho sofferto molto perchè avevamo qualche problema con l’anteriore ma ora abbiamo più informazioni e possiamo andare anche più forte delle ultime settimane per cui lavoreremo duro per tornare sul podio. Il nuovo asfalto ha grip, per cui sono abbastanza ottimista. Questa è una pista che mi piace molto, punteremo alla vittoria e spingeremo per ottenerla, il sostegno dei tifosi mi aiuterà”.

Marc Marquez ha vinto una sola volta a Jerez, nel 2014, ma è reduce dal successo di Austin. “Arriviamo in Spagna dopo un grande weekend e un grande risultato in Texas, ma ora in Europa comincia una nuova fase e vedremo il livello di ogni team e ogni pilota. Qui i circuiti sono diversi, più tradizionali, a partire da Jerez, che è più stretto, più lento e più difficile di altre piste come Austin – avverte il Cabroncito – Abbiamo trovato un buon set-up in Texas e sarà importante avere una buona base per circuiti come Jerez. Abbiamo fatto un bel test qui a fine marzo e ci approcceremo con una mentalità positiva. Continueremo a lavorare duro e a concentrarci sulla continuità, che è fondamentale per la corsa al titolo. Penso che Dovi sarà un grande avversario come lo è stato lo scorso anno ma mi sento davvero bene sulla moto: in Qatar, in Argentina e ad Austin ho avuto sempre fiducia e questa è la cosa che conta di più. Siamo indietro solo di un punto nel Mondiale per cui dobbiamo continuare in questo modo”.
(ITALPRESS).

PIAZZA DI SIENA TORNA VERDE E PROMETTE SPETTACOLO

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Un salto nel verde. Nella splendida cornice di Villa Borghese è stata presentata questa mattina l’ottantaseiesima edizione del concorso ippico internazionale di Roma che si svolgerà a Piazza di Siena da giovedì 24 a domenica 27 maggio e che vedrà il ritorno del terreno di gara in erba. Altissimo il livello tecnico delle competizioni con la Coppa delle Nazioni Intesa Sanpaolo che vedrà nove squadre al via: Italia, Canada, Francia, Germania, Nuova Zelanda, Olanda, Stati Uniti d’America, Svezia e Svizzera. Ospite d’eccezione venerdì 25 maggio sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Oggi è il compimento di un sogno, reso possibile dal Coni e dal comune di Roma che hanno creduto con noi che Piazza di Siena potesse tornare a essere verde. Oggi questo sogno diventa realtà: è una grandissima soddisfazione” ha annunciato con emozione il presidente della Federazione italiana sport equestri Marco Di Paola. “Quest’anno possiamo dire con grande soddisfazione che non solo abbiamo riportato l’erba a Roma, ma abbiamo ridotto del 70% le infrastrutture e abbiamo valorizzato contestualmente un parco, un giardino e una villa meravigliosa”. Per il secondo anno di fila l’evento è stato organizzato in simbiosi tra Fise e Coni Servizi: “Piazza di Siena è per noi un motivo d’orgoglio, essere qui in questo meraviglioso scenario è il miglior biglietto da visita” ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Malagò.
“La potenzialità di questa federazione è enorme, mettere questo tappeto verde è stata la chiave di volta. Questa manifestazione accresce la reputazione del nostro sport anche all’esterno”. Saranno diciotto i cavalieri e amazzoni che formeranno la squadra azzurra: cinque di loro comporranno la squadra ufficiale, mentre tredici saranno al via solo a titolo individuale. Il montepremi complessivo è di 835 mila euro e vede un incremento di 235 mila euro rispetto all’anno scorso. “Grazie di cuore da parte dell’amministrazione per le vostre strutture, hanno contribuito a realizzare questo progetto che è un piccolo capolavoro frutto dell’interesse comune e del nostro amore nei confronti della città e dello sport – ha osservato l’assessore allo Sport di Roma Daniele Frongia – I cittadini che verranno a Piazza di Siena, in occasione del concorso, potranno vivere un’esperienza che riporta al passato con uno sguardo mozzafiato al futuro”. Un’altra significativa novità sarà rappresentata dalle sedi di gara: non più soltanto Piazza di Siena, ma anche il campo del Galoppatoio, recuperato dopo anni di abbandono e degrado. L’ingresso per i quattro giorni di gare sarà gratuito.
(ITALPRESS).

BUFFON “LITE CON BENATIA? GOSSIP, TUTTO INVENTATO”

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“È quel tipo di gossip, palesemente inventato, che si portano dietro le sconfitte di squadre che sembrano non avere talloni d’Achille come la Juventus”. Così il portiere della Juventus Gigi Buffon, attraverso Juventus Tv, ha chiarito in merito all’accesa discussione che ci sarebbe stata nello spogliatoio al termine della gara contro il Napoli, con tanto di battibecco tra lui e Medhi Benatia. “Quanto riportato è lontano anni luce dalla verità. Si cerca così di destabilizzare un ambiente e minare le certezze e l’unione di un gruppo. Sicuramente, com’è normale che sia e com’è sempre successo da quando sono alla Juve, trovo logico e doveroso confrontarsi e questo è accaduto, ma nessuno, almeno nei miei diciassette anni di Juventus, si è permesso di puntare l’indice verso qualcuno colpevolizzandolo per una sconfitta, un errore e questo, fino a quando sarò capitano di questa squadra, non accadrà mai. Aggiungo che Medhi è un ragazzo estremamente rispettoso e che ha sposato la nostra causa con educazione ed un modo di stare nel gruppo eccezionali. Mi spiace essere costretto a puntualizzarlo, ma devo farlo, perché in presenza di certe notizie, se non calunniose, quanto meno false, credo che una precisazione sia dovuta per tutelare il gruppo e Medhi, che è un ragazzo splendido».

La Juve deve adesso cercare di ritrovare la vittoria e non lasciarla più fino alla fine del campionato: «Abbiamo dilapidato cinque punti importantissimi negli ultimi giorni, ma siamo sempre primi seppur con un margine di vantaggio risicato. Dobbiamo cercare di portarlo a fine corsa, questo è il nostro obiettivo e il nostro dovere. Una rincorsa di nove mesi come quella di quest’anno porta un enorme dispendio di energie fisiche e mentali, ma ora mancano venti giorni alla fine e quindi dobbiamo arrivare al limite delle nostre potenzialità. Se poi gli altri saranno più bravi di noi faremo loro i complimenti, perché in un campionato di 38 partite chi vince, l’avrà meritato. Ma questo è un pensiero ancora molto lontano». D’ora in avanti i bianconeri dovranno affrontare ogni partita come se fosse una finale, a cominciare dalla gara di sabato a San Siro: «Quella con l’Inter è una sfida decisiva, ma lo saranno anche quella con il Bologna, con la Roma, il Verona… E ci sarà la finale di Coppa Italia Sono venti giorni nei quali dobbiamo tornare in campo con ferocia e “brutalità sportiva” e nei quali dovremo essere tutti uniti, altrimenti si fa il gioco degli avversari e di chi, nei pochi nostri momenti di difficoltà, ha sempre cercato con notizie tendenziose di creare dei problemi, senza mai riuscirci. Vorrei che anche in questo caso noi come squadra e il popolo juventino riescano a compattarsi e a creare quel muro di protezione che ci permetta di vivere questi venti giorni da vera Juve».
(ITALPRESS).

LIVERPOOL-ROMA 5-2, DOPPIETTA PER L’EX SALAH

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La durissima legge dell’ex condanna la Roma, che si sveglia troppo tardi e ad Anfield rimedia un tremendo 5-2: il Salah-show punisce i giallorossi, due gol – uno più bello dell’altro – e due assist dell’egiziano (per Manè e Firmino, autore di una doppietta) lanciano il Liverpool (miglior attacco con 38 reti) a un passo dalla finale di Kiev, anche se la Roma – a segno nel finale con Dzeko e Perotti – versione Champions ha abituato a rimonte (vedi Barcellona) apparentemente impossibili. Dopo una partenza incoraggiante, foraggiata dalla traversa di Kolarov dopo l’uscita per infortunio di Oxlade-Chamberlain, la Roma nel confermato assetto europeo – il 3-4-3, con Schick preferito inizialmente a Under nel tridente con Dzeko e Nainggolan – ha improvvisamente iniziato a lasciare campo ai Reds: errore imperdonabile, perché la velocità e la tecnica delle frecce offensive Salah-Firmino-Sanè negli spazi risulta letale. A dare vigore al tridente di Klopp anche i continui inserimenti di Wijnaldum, entrato in campo al 18’ dopo che Oxlade-Chamberlain si è dovuto arrendere a un problema al ginocchio. Quello che sembrava un guaio per il Liverpool – già privo di elementi chiave come Matip ed Emre Can – si è invece rivelato una risorsa in più. Detto di un buon inizio della Roma, con il legno di Kolarov (errore di Karius), dopo la mezz’ora il Liverpool ha avuto vita facile: un paio di occasioni fallite da Manè, il sinistro di Salah sul quale Alisson è arrivato. Al minuto 36 la svolta del match: Dzeko e Strootman giocano male palla sulla trequarti giallorossa, Milner trova Salah che si inventa una conclusione che si infila, imparabile, all’incrocio dei pali. Magia dell’egiziano, che non esulta ma esalta Anfield. Il tutto mentre la Roma è letteralmente sparita dal campo, rischiando di subire il bis poco dopo: Lovren solissimo sul corner di Milner, traversa piena; poi Wijnaldum in fuga tra Manolas e Juan Jesus: Alisson c’è. Non c’è la Roma, che subisce il 2-0 al 45’ con disarmante facilità: Firmino salta Manolas e verticalizza per Salah, che con uno strepitoso tocco sotto manda in estasi il Liverpool. L’uragano rosso non si placa neppure in avvio di ripresa, quando Di Francesco toglie uno spaesato Under inserendo Schick: Salah, scattato in posizione di fuorigioco, stavolta si traveste da uomo assist, stavolta Manè non sbaglia e arriva il 3-0. Un incubo senza fine. Se Alisson riesce a salvare su Robertson, al 61’ altra giocata sopraffina di Salah, che salta Juan Jesus con irrisoria facilità e consegna a Firmino il pallone del 4-0. Con colpevole ritardo Di Francesco torna al 4-3-3 con Gonalons e Perotti per De Rossi e Juan Jesus, ma la Roma è inesistente pure su calcio piazzato: facile facile per Firmino realizzare il pokerissimo di testa. Esce Salah tra gli applausi e il Liverpool si siede. Schick (due volte) mette in apprensione la retroguardia inglese, che conferma i suoi limiti quando viene attaccata. E infatti, al minuto 81, su lancio di Nainggolan, Lovren sbaglia l’intervento e spalanca un’autostrada a Dzeko, glaciale davanti a Karius; insiste la Roma, Milner col braccio sul tiro di Nainggolan, per Brych è rigore che Perotti trasforma con freddezza. Dzeko, Perotti e Nainggolan avrebbero anche la possibilità del terzo gol ma finisce 5-2. Servirà un miracolo ma per come si era messa, almeno il ritorno, in programma tra otto giorni all’Olimpico, ha un senso.
(ITALPRESS).

SIXERS IN SEMIFINALE, WARRIORS PROMOSSI

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Arrivano due verdetti dopo le tre gare dei play-off Nba giocate nella notte italiana. E a festeggiare c’è anche Marco Belinelli che con i suoi Sixers vince gara-5 e chiude la serie sul 4-1 ai danni di Miami che si arrende a Philadelphia con il punteggio di 104-91 per i padroni di casa. Il “Beli”, in 30 minuti di gioco, mette a referto 11 punti, tre rimbalzi e altrettanti assist. Il migliore tra i suoi compagni è  J.J. Redick che fa registrare al suo attivo 27 punti, vanno in doppia cifra anche Embiid (19 e 12 rimbalzi), Simmons (14 con 10 rimbalzi e 6 assist) e Covington (10). Nulla da fare per gli Heat che si arrendono alla superiorità dei Sixers. Philadelphia, dunque, chiude la serie sul 4-1 e conquista l’accesso alla semifinale della Eastern Conference. Belinelli e soci attendono la vincente di Boston-Milwaukee e nella notte i Celtics si sono portati sul 3-2, battendo i Bucks 92-87 con i 22 punti di Al Horford (per lui anche 14 rimbalzi). Ne fanno rispettivamente 16, 14 e 10 Rozier, Brown e Morris e tanto basta per conquistare il primo match point nonostante, tra gli ospiti, i 23 punti di Middleton, i 17 di Parker e la tripla doppia sfiorata da Giannis Antetokounmpo che chiude con uno score di 16 punti (gli stessi di Bledsoe), 10 rimbalzi e 9 assist. Gara-6, che potrebbe essere decisiva, sul parquet di Milwaukee, intanto Philadelphia aspetta.
Dalla Western Conference arriva l’altro verdetto della notte con i campioni in carica di Golden State che vincono gara-5 e chiudono la serie sul 4-1 mandando a casa San Antonio. I “guerrieri” battono 99-91 gli Spurs con Kevin Durant e Klay Thompson che mettono a referto rispettivamente 25 e 24 punti e con un Draymond Green da applausi con i suoi 17 punti, 19 rimbalzi e 7 assist. San Antonio ci prova fino in fondo, LaMarcus Aldridge prova a trascinare i suoi facendo registrare al suo attivo 30 punti, 12 rimbalzi e 4 assist. Prova a dargli uma mano Mills che ne fa 18, mentre sono 10 a testa quelli di Anderson e Ginobili. Golden State conquista la finale e adesso sfiderà i New Orleans Pelicans che hanno chiuso sul 4-0 la serie con i Portland Trail Blazers.
(ITALPRESS).

TIFOSO LIVERPOOL GRAVE, DUE ROMANISTI ARRESTATI

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Un tifoso del Liverpool in gravi condizioni, due tifosi romanisti fermati, questo il bilancio degli incidenti prima della semifinale d’andata di Champions League giocata ieri ad Anfield. Secondo la stampa inglese un sostenitore dei “reds” di 53 anni è ricoverato in ospedale con serie ferite alla testa dopo gli scontri che si sono registrati prima della partita, nei pressi del pub Albert. Due i tifosi romanisti arrestati, uno di 25 e un altro di 26 che dovranno rispondere dell’accusa di tentato omicidio. In tutto, secondo la polizia del Merseyside, nove le persone fermate per detenzione di armi, danneggiamenti e disordini. In un comunicato stampa diramato nella notte il Liverpool si dice “sconvolto per quanto accaduto” e sottolinea: “siamo vicini al tifoso aggredito e alla sua famiglia in un momento così traumatico e offriamo loro tutto il nostro sostegno. Il club è in contatto con i medici e continuerà a seguire la situazione. Chiediamo ai tifosi in possesso di informazioni di mettere al corrente le forze dell’ordine”.

Questa mattina è arrivata anche la presa di posizione ufficiale del club giallorosso. Questa la nota: “L’AS Roma condanna nella maniera più dura possibile l’aberrante comportamento di una ristretta minoranza di tifosi in trasferta che, coinvolti negli scontri con i sostenitori del Liverpool nel prepartita di ieri, hanno arrecato vergogna al Club e alla stragrande maggioranza dei romanisti che hanno avuto una condotta esemplare ad Anfield. Non c’è posto per comportamenti così vili nel mondo del calcio. Il club ha offerto la propria collaborazione al Liverpool, alla Uefa e alle autorità. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono rivolti al tifoso del Liverpool ricoverato in ospedale e alla sua famiglia”.
(ITALPRESS).

MIRABELLI “LAVORO PER MILAN, NON PER ‘POLTRONA'”

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“Non mi sono mai attaccato alla poltrona, chi vuole viene e se la prende, se gliela danno. Non ho mai lavorato per tenermi questa poltrona ma per il bene del club e facendo questo sapevo sin dall’inizio di avere tanti nemici che anche al minimo sospiro vengono fuori, fa parte del gioco”. Massimiliano Mirabelli, direttore sportivo del Milan, non sembra turbato dalle voci che danno in bilico il suo futuro rossonero.

La proprietà non sarebbe soddisfatta e già circolano i nomi dei possibili sostituti. “Ogni nuovo ciclo ha bisogno del suo tempo – commenta a Sky – Noi abbiamo portato avanti una strategia precisa, dovevamo cercare di costruire una squadra per il futuro e oggi abbiamo tantissimi giovani importanti con cui costruire qualcosa di altrettanto importante, con un allenatore giovane e importante come Gattuso, siamo orgogliosi di averlo portato su quella panchina”.
(ITALPRESS).

“INTER PRESTO DOVE MERITA, FUTURO? NESSUNO LO SA”

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“Forse prima le cose non sono andate come speravamo ma sono sempre ottimista e sono sicuro che presto l’Inter sarà dove merita di essere”. Guarda avanti con fiducia Mauro Icardi, che in un’intervista al quotidiano argentino “Olè” parla del suo presente nerazzurro e non si sbilancia sul futuro. Nonostante abbia appena 25 anni, Icardi ha già sfondato il muro dei 100 gol in A e con la maglia dell’Inter e per questo si dice “felice di essere entrato nella storia di un grande club come questo, è un orgoglio e qualcosa che non avrei neanche immaginato. Non è per niente facile arrivare a questi numeri in Italia ma ringrazio tutti i miei compagni perchè lo hanno reso possibile”. Quella fascia da capitano conquistata giovanissimo, Icardi se la tiene stretta perchè figlia “del mio lavoro con la squadra e del legame che sento per questa maglia”. Ma il suo nome resta sempre al centro di tante voci di mercato, con Real Madrid e Chelsea alla finestra. “E’ sempre bello sentirsi apprezzato, credo sia la conseguenza della mia crescita. Anche per questo ci si pone degli obiettivi personali come l’essere preso in considerazione dagli altri grandi club ma da sempre l’Inter è stata la mia squadra: quando ero ragazzino, giocavo alla Play con l’Inter. Per questo ho sentito la necessità di rimanere un po’ di più qui”. Detto questo, però, Icardi non esclude nulla. “Sono molto tranquillo e resto sempre molto concentrato sui miei obiettivi e su quelli della squadra. Il futuro non lo possiamo prevedere, per questo mi godo molto il presente e cerco di dare tutto il meglio di me. Wanda si vede per molti anni a Milano? Il futuro non lo conosco ma il mio presente è qui, dove abbiamo la nostra casa, gli amici, una vita”.

E nella prossima stagione vestirà di nerazzurro il connazionale Lautaro Martínez, giovane attaccante di cui si dice un gran bene. “Lautaro è un gran giocatore e spero, per il bene dell’Inter e di tutti, che possa ambientarsi nel modo migliore in Italia. È in un grande momento e qui troverà sempre qualcuno che lo aiuterà in tutto quello di cui ha bisogno”, lo rassicura il suo futuro capitano, che non ha ancora perso la speranza di far parte dei 23 di Sampaoli per la Russia anche se da sei mesi a questa parte è sparito dal radar del ct della Seleccion. “Mi concentro sempre su quello che faccio e sull’Inter, il resto arriva di conseguenza. Non aspetto la lista dei convocati sotto pressione o nervoso, sono uno che preferisce aspettare, che pensa che le cose arrivano o meno in base ai gol perchè è questo il mio lavoro all’Inter e, se sarà il caso, in nazionale. Cerco di fare del mio meglio in nerazzurro da cinque anni e sono convinto che al Mondiale andranno quelli che stanno meglio”. Icardi è certo che il suo momento nella Seleccion arriverà. “Ho 25 anni, sono capitano dell’Inter da tre, sono già entrato nella storia di questo club a suon di gol e sogno il Mondiale, che sia il prossimo o più avanti. Sono convinto che se non sarà quello russo, sarà quello dopo”. Di sicuro Icardi ha smentito chi negli anni scorsi parlava di un ‘veto’ da parte di Messi, dovuto alla sua relazione con Wanda Nara, ex moglie di Maxi Lopez. “Ho un ottimo rapporto con tutti, non ho avuto alcun problema e non mi sono mai fatto condizionare da quello che si diceva. A volte credo che si creino polemiche inesistenti, sia io che Messi abbiamo lo stesso sogno”.
(ITALPRESS).