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MILWAUKEE-BOSTON 97-86, SERIE PLAY-OFF SUL 3-3

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Ci vorrà la ‘bella’ per decidere l’esito della serie di primo turno dei play-off Nba tra Milwaukee e Boston. Nella notte italiana, infatti, i Bucks si sono imposti in gara-6 sui Celtics con il punteggio di 97-86 portando la sfida in perfetta parità (3-3). Mattatore assoluto dell’incontro è Giannis Antetokounmpo, che finisce a referto con un bottino personale di 31 punti, condito da 14 rimbalzi e 4 assist, mentre tra gli ospiti il più prolifico è Jayson Tatum, che sigla 22 punti. Domenica notte gara-7 sul parquet del TD Garden di Boston per stabilire chi se la vedrà, nella semifinale della Eastern Conference, con i Philadelphia 76ers dell’azzurro Marco Belinelli.
(ITALPRESS).

ALLEGRI “TESTA, TECNICA E CORAGGIO PER LO SCUDETTO”

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Massimiliano Allegri è sicuro: “Se viviamo questo finale con spensieratezza è probabile che vinceremo lo scudetto”. Il messaggio è per tutti, per la squadra, la società e tutto l’ambiente: “La Juve deve solo giocare a calcio, con testa, tecnica, voglia e sacrificio che servono per giocare le grandi partite”. Il tecnico bianconero, per nulla turbato da quando avvenuto in settimana con i tifosi fuori dal centro sportivo di Vinovo, lo ha detto oggi in conferenza stampa al Media Center della struttura di allenamento juventina: “Quando sono arrivato era un po’ peggio – ha ricordato quando gli è stato chiesto se sia il periodo più tribolato della sua gestione -. I tifosi sono venuti per farsi sentire vicini e per sostenerci in questo momento perché abbiamo questo finale di stagione in cui abbiamo tutto in ballo. Le voci sullo spogliatoio? Dispiace sentire queste cose perché sono senza fondamento e vanno a toccare la professionalità di tutti. Però non è la prima né l’ultima volta. Dobbiamo solo farcele scivolare addosso, l’obiettivo è di giocare, siamo in ballo per due obiettivi e dobbiamo creare i presupposti per portarli a casa. Poi come tutte le cose della vita ci sono momenti di difficoltà in cui le cose vanno meno bene ma ciò non vuol dire che questa è una squadra passata da fenomeni imbattibili a brocchi. Abbiamo da giocare questa partita contro l’Inter, il derby d’Italia, in uno stadio meraviglioso contro una squadra che ha subito 23 gol e solo 2 nelle ultime 9. Bisognerà fare una grande partita poi ce ne saranno altre tre. Il campionato non si deciderà né domani né domenica, sarà ancora lunga e nel calcio ne abbiamo viste abbastanza”.
A San Siro non sarà come nella sfida di dicembre a Torino: “Sarà diversa da quella dell’andata. Fu una delle migliori giocate dalla Juventus come intensità. Loro dovranno vincere per entrare in Champions e noi per stare davanti al Napoli”. Domenica scorsa dopo Juventus-Napoli, Allegri aveva detto che questa settimana si sarebbe divertito: “Le cose piatte non mi piacciono, non fan parte della mia vita – ha risposto -. La monotonia è una cosa brutta, ora bisogna tirare fuori coraggio, incoscienza, spensieratezza. Sono bei momenti da affrontare con entusiasmo e forza di volontà. Domani bisogna essere pronti su tutto, sulle seconda palle, sui contrasti. Domenica abbiamo fatto 8 falli e subiti 18, questo è importante per il Napoli, un dato negativo per noi. Domani è una partita da giocare facendo un metro in più, giocando per i compagni, altrimenti non ne esci vivo da San Siro”. Inoltre, ha aggiunto Allegri “Domani sera non bisognerà essere pensierosi. Ma non bisogna esserlo da qui alla fine. C’è da giocare una partita di calcio, non c’è da fare altro. Credo che la Juve nell’ultimo periodo abbia fatto delle buone partite. Contro il Crotone non lo abbiamo fatto, ma abbiamo subito un gol con un tiro. Con il Napoli non abbiamo giocato bene ma abbiamo preso gol al 90′. Quest’anno abbiamo preso tanti gol al 90′, non bisogna staccare. Quando pensi che la partita sia finita, devi stare più attento. Comunque il campionato è da giocare, sento dire che è il Napoli è favorito e che le vincerà tutte e quattro. Noi dobbiamo pensare a fare, c’è solo da andare in campo con concentrazione e attenzione. Domani credo che la Juventus farà un’ottima partita sotto tutti i punti di vista e si giocherà le proprie carte fino alla fine”.
Guardando al recente passato si pensa a Real Madrid-Juventus, ma Allegri avverte: “La partita di Madrid è stata una gara a sé, i ragazzi hanno fatto un’ottima partita. Quella è rimasta più nell’occhio, è normale, però in questo momento la cosa più importante è che tutti si mettano in discussione. Abbiamo due obiettivi e c’è solo da stare zitti e lavorare. La squadra che viene da non so quanti risultati non può perdere le certezze in tre giorni, sono cose che capitano e bisogna saperle accettare perché un passo indietro te ne fa fare due avanti”. Se i giocatori devono stare zitti, non si può imporre il silenzio ai tifosi molti dei quali dopo gli ultimi risultati chiedono la testa di alcuni giocatori e del tecnico: “I tifosi hanno il diritto di esprimere giudizi, però credo che i ragazzi stiano facendo il massimo – ha risposto Allegri -. Tutti stiamo facendo il massimo ma ci sono anche gli avversari. Questo non vuol dire che la squadra è demoralizzata, la squadra è lì pronta per combattere”. Anche il senso di gratitudine per Allegri sembra veramente basso: “Io lavoro e ho sempre avuto grande rispetto dei tifosi. L’allenatore è il responsabile di tutto, nel bene e nel male”, ha detto il tecnico che non ha dubbi anche sul futuro: “Io la decisione l’ho presa un anno fa, poi in questo momento bisogna pensare a quello che bisogna fare. È una sfida stimolante, e noi dobbiamo fare qualcosa in più per non farci superare”.
Tra i ‘non pervenuti’ contro il Napoli c’è stato il nome di Dybala. Vive la “situazione normale di un grande giocatore che ha un mese per dare un grosso contributo alla Juventus come tutti – ha detto l’allenatore -, perché non contano gli obiettivi personali ma quelli della squadra. Tutti si devono mettere a disposizione e Paulo sta bene. Tutti si aspettavano forse qualcosa di più, ma è un giocatore importante, ha l’obiettivo del Mondiale e sarà un mese bello da vivere. Dopo la sconfitta con il Napoli i primi due giorni ci può essere stata delusione poi basta. Noi dobbiamo essere bravi a scrivere un altro pezzo di storia” anche perché, come ha poi ricordato ancora Allegri, “Loro (il Napoli) hanno grande entusiasmo ma nel calcio in un minuto cambiano le stagioni”. Mandzukic “sta bene e domani è probabile che giochi”. Barzagli, “potrebbe giocare dall’inizio. L’altro giorno non era in grado di fare i 90 minuti, avrei rischiato di doverlo togliere dopo 25 minuti”. E per quanto riguarda la difesa, “assolutamente no” quella a tre come spiegato da Allegri che per non scoprire le carte su chi giocherà a destra ha aggiunto ironicamente: “Domani giochiamo a due, senza terzini”.
(ITALPRESS).

DI FRANCESCO “CREDO IN ROMA, AMBIENTE CI AIUTI”

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“Io credo ancora in questa squadra e so che ha la forza di portare avanti quello che ha fatto vedere finora. Mi auguro che in queste settimane i ragazzi siano aiutati dalla forza di tutto l’ambiente”. Eusebio Di Francesco ha fiducia nello sprint finale di stagione della sua Roma che domani, all’Olimpico, sfiderà nell’anticipo il Chievo per poi tentare la rimonta nella semifinale di ritorno di Champions League contro il Liverpool. “Volevo innanzitutto tornare sull’episodio accaduto ad Anfield. Noi condanniamo ogni forma di violenza. Io, il mio staff e la squadra siamo molto vicini a Sean (Cox, ndr) e alla sua famiglia. Mi auguro che la partita di ritorno, che è una semifinale di Champions ed è per questo un orgoglio per la Roma, sia una festa di gioia e di sport. Questo è un appello che faccio alla nostra tifoseria”, è il prologo della conferenza del mister giallorosso. Che ne approfitta per un giudizio a freddo sul 5-2 incassato all’Anfield: “Ci aspettavamo un risultato differente, almeno per quanto concerne la capacità di rimanere in partita. Non è andata così, ma domani c’è una sfida importante contro il Chievo: spero che i ragazzi abbiano il desiderio di volersi rifare della partita persa in Champions League per potersi buttare subito sul campionato, dove abbiamo quattro partite importanti tra cui questa con il Chievo”. Chievo che non può essere sottovalutato: “È un avversario abituato a lottare per salvarsi, con tanti giocatori esperti in rosa. Ma noi dobbiamo vincere, portare a casa i tre punti, sapendo che abbiamo sofferto in passato contro le squadre che si chiudono all’Olimpico”.
“Dobbiamo cercare di fare il gol il prima possibile e di essere più incisivi sotto porta, ovviamente cercando di non subirlo. Se ci sarà il turnover in campionato? Abbiamo fuori Perotti e Strootman, forse Diego sarà out per un paio di settimane. Kevin ha avuto una forte contusione al costato, non si allena e domani non ci sarà – rivela Di Francesco -. Spero di averlo a disposizione con il Liverpool. Riguardo il turnover oggi capirò le condizioni del recupero e la condizione psicofisica dei ragazzi. Ovviamente dei cambi ci saranno. Se Schick è pronto per giocare nel 4-3-3? È pronto e farò le mie valutazioni. È in condizione fisica ottimale e potrebbe essere della partita”. Contro il Liverpool sono emersi difetti: “I primi 25 minuti abbiamo fatto bene, poi alla prima occasione di Mané siamo andati in difficoltà e ci siamo abbassati, siamo stati poco determinati in alcuni duelli: fisicamente il Liverpool ci è stato superiore e noi per poter competere a certi livelli dobbiamo ritrovare la nostra corsa e la nostra determinazione agonistica, la stessa vista contro il Barcellona e in altre occasioni in questa stagione. Ci siamo un po’ smarriti e impauriti, cosa che non deve accadere più. Ci giochiamo una semifinale di Champions, è qualcosa di straordinario: dobbiamo essere più spigliati e coraggiosi anche nell’andare a fare determinati duelli”. E ancora: “Chi non ci crede può stare a casa. Mi sembra assurdo pensare di non giocare la partita di ritorno, mi innervosisco a parlare di questo. Cosa facciamo, non dobbiamo giocarcela? Ma io ora penso al Chievo prima di tutto”.
“Giuste o sbagliate che siano certe scelte, ora dobbiamo portare avanti quello che abbiamo fatto insieme e ci ha portato fino in semifinale. Io credo ancora in questa squadra e so che ha la forza di fare queste cose. Mi auguro che sia aiutata dalla forza di tutto l’ambiente. Qualsiasi cosa, prendetevela con me, ma lasciamo lavorare la squadra per far sì che riesca a fare qualcosa di importante, da qui fino alla fine della stagione”. Domani non c’è il rischio di sottovalutare i giallobù: “Ci siamo già passati con la Fiorentina e ci avete detto bravi perché abbiamo pensato al Barcellona. Io credo nella crescita di questa squadra e nella capacità di trattare tutte le partite nello stesso modo e con la stessa importanza. È questa la forza di una squadra che deve migliorarsi. La partita contro il Chievo deve essere trattata come una semifinale. Non ci è consesso sbagliare, perché dopo rimediare sarebbe ancora più difficile. Come si fa a motivare la squadra a fare un’impresa mercoledì prossimo? Prima di tutto, stiamo parlando troppo del Liverpool e non del Chievo. Non voglio diventare ripetitivo. Loro sono stati più bravi di noi nei duelli individuali, a volte serve in campo anche l’aspetto psicologico che abbiamo dimostrato di avere nell’anno. In Inghilterra ci è mancata la continuità, ma dobbiamo ritrovarla subito: non c’è tempo per aspettare. Dobbiamo intanto pensare a vincere la partita contro il Chievo e poi penseremo al Liverpool, concentrandoci sulla cattiveria agonistica e sull’aiuto del pubblico che sarà al nostro fianco”.
In vista della gara di ritorno in Champions, Roy Keane ha detto che si ritirerebbe se fosse nella Roma…“Io non so che lavoro fa ora Keane, non devo dare nessuna risposta a uno che sta dall’altra parta e ha interesse a dire cose che del resto sono state dette anche prima della partita di ritorno contro il Barcellona. Non mi toccano le sue parole, ed è comunque giusto dare le risposte sul campo e non qui a parole. Ricordiamoci dove siamo arrivati. Martedì ha fatto la differenza Salah, mi auguro che ci sia uno dei miei a farla al ritorno”. Di Francesco, infine, spiega così il paradosso della differenza delle prestazioni della Roma tra Serie A e Champions: “Quando giochi due competizioni e in una arrivi bene fino in fondo, magari fai fatica nell’altra. Il Napoli lo ha dimostrato, essendo uscito in Champions. La Juve negli anni è la più abituata a far bene e a essere costante in entrambe le competizioni. Ovviamente noi potevamo fare meglio in campionato e poi abbiamo fatto qualcosa di straordinario in Champions. Ripeto, la stagione non è ancora finita e aspetterei la fine di questa per capire come è stata l’annata della Roma”.
(ITALPRESS).

SPALLETTI “CRESCITA INTER MI DÀ FIDUCIA CONTRO JUVE”

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“Mi aspetto una prova importante. Sono partite dove chi pensa di nascondersi viene subito stanato. È una partita di quelle dove bisogna prendersi delle responsabilità e cercare le giocate che fanno la differenza”. Luciano Spalletti è convinto che la sua Inter sarà all’altezza della situazione domani contro la Juventus. “Dice il saggio del calcio che prima e dopo la giocata illuminata bisogna correre e portare a casa tanti contrasti. C’è da fare tutto, solo questo o solo quello non basta. Ma la cosa che mi dà più fiducia è la crescita che ha mostrato la squadra durante la stagione. Domani sarà una partita durissima ma abbiamo imparato a dialogare con i nostri difetti e questo rappresenta la nostra crescita, il fatto che siamo pronti a giocarci in questo finale di campionato un obiettivo importantissimo come l’ingresso in Champions”.

Spalletti non firma per il pari, “non servirebbe a niente e tutte e due le squadre giocheranno domani per vincere. Ma non c’è tensione o timore del risultato, penso solo a quello che può mettere a disposizione la partita, cosa posso realizzare di importante. Giocarsi la Champions all’ultima giornata contro la Lazio? Non sarebbe un peso. Abbiamo la possibilità di giocarci qualcosa di grandioso, cioè far ritornare in Champions tutto l’amore dei tifosi per questo club e rimettere a posto la storia dell’Inter. Dobbiamo farci trovare pronti”. Spalletti sottolinea che “la Juve ha fatto vedere di sapersi adattare a tutto, Allegri è bravissimo nel mettere al centro del suo gioco la condizione tecnica, la qualità del calciatore, mette insieme le qualità dei giocatori e costruisce il gioco della squadra. Troveremo una Juve arrabbiata dopo la sconfitta col Napoli? Noi sono sette anni che non vinciamo niente, per cui saremo ferocissimi”.

Lo scontro di domani, in caso di sconfitta, potrebbe costare alla squadra di Allegri lo scudetto “ma a me interessano i tre punti che darebbero la vittoria all’Inter e non i tre punti che toglierebbero qualcosa alla Juve”, chiarisce il tecnico di Certaldo, che commentando le contestazioni dei tifosi juventini in settimana a Vinovo parla di “esasperazione tutta italiana. Bisogna migliorare”. Infine, sulle statistiche favorevoli ai bianconeri con Orsato, arbitro designato per domani, Spalletti assicura: “non vedo quale sia il problema, i nostri arbitri hanno fatto vedere di avere professionalità, qualità, studiano situazioni nuove per migliorare il calcio La Juve ha vinto quasi sempre negli ultimi anni, non mi sembra che le statistiche di questo o quell’arbitro dicano qualcosa di particolare. Hanno quasi sempre vinto e questo è dipeso dalla loro qualità”.
(ITALPRESS).

SUPER RICCIARDO CON LA RED BULL SI METTE LE ALI

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Super Ricciardo. Il vincitore del Gran Premio della Cina si mette le ali e caccia tutti dietro nelle prove libere del venerdì del Gran Premio d’Azerbaijan. Sul tracciato di Baku dove l’australiano della Red Bull vinse nella passata edizione approfittando della “lite” in pista tra Hamilton e Vettel, sembra rispettare il claim del proprio marchio ed è davanti sia nel giro più veloce che nel passo gara. Con 1’42″795 il sempre sorridente aussie precede di 69 millesimi la Ferrari di Kimi Raikkonen, bravo a sfruttare la scia nel suo giro migliore, dopo i problemi della sessione mattutina quando è stata smontata la sua power unit. Terzo tempo per l’altro pilota energetico, Max Verstappen che è a poco più di un decimo dal compagno di team. Ma il sempre criticato pilota olandese, anche questa volta è andato a muro con la sua RB14 nella prima sessione, per poi girare veloce nella seconda. Nel finale è rientrato lentissimo ai box. Sembrava un problema meccanico ma era solo il malfunzionamento di un sensore. Il team, però, per maggiore sicurezza ha fatto tornare anche Ricciardo a passo d’uomo. Per lui, come detto, una prestazione da incorniciare con un passo di 1’45″5 nei longo run, mentre le Ferrari sono rimaste, sopra l’1’46”. Quanta benzina avessero nella pancia Red Bull e Ferrari, ovviamente, non è dato saperlo, quello che è certo è che le gomme Purple Ultrasoft sembrano rendere meglio delle Red Supersoft.
Anche in casa Ferrari si è preferito diversificare il lavoro sulle gomme. Sebastian Vettel a fine giornata ha ottenuto il terzo miglior tempo sul passo gara, mentre per quanto riguarda il giro veloce è solo undicesimo a 1″3 da Ricciardo. Se Red Bull e le rosse sono state comunque protagoniste del venerdì di prove libere, le Mercedes hanno fatto registrare la solita prestazione anonima. Bottas è autore del quarto tempo a sette decimi abbondanti, seguito da Hamilton ad una trentina di millesimi. Domani la lotta per la pole position, comunque, dovrebbe vederli sempre protagonisti. Per quanto riguarda gli altri team, Fernando Alonso porta la sua McLaren-Renault al sesto posto, più lento di nove decimi; quindi la Force India di Esteban Ocon, la Renault di Carlos Sainz, La Haas di Kevin Magnussen e l’altra gialla renault di Nico Hulkenberg a chiudere la Top10, tutti racchiusi in due decimi a un secondo da Ricciardo.
(ITALPRESS).

TORONTO E UTAH SEMIFINALE, CLEVELAND ALLA BELLA

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Toronto e Utah in semifinale, Indiana “costringe” Cleveland a gara 7. Questi gli esiti delle gare notturne in Nba. Toronto elimina Washington (4-2 la serie) inseguendo i Wizards per quasi l’intero match, sorpassando i padroni di casa nel finale grazie al 29-14 dell’ultimo quarto ed assicurandosi l’ingresso tra le prime quattro di Conference per il terzo anno di fila. A trascinare la sqauadra canadese in particolare Kye Lowry (24 alla fine per lui) e gli uomini subentrati dalla panchina che hanno segnato 17 dei 29 punti decisivi nel finale. A Washington non bastano i 32 punti di Bradley Beal (6/10 da tre) per evitare l’eliminazione.
Semifinale centrata anche per Utah Jazz che batte 96-91 Oklahoma  a cui non basta un ottimo Russell Westbrook (45 punti e 10 rimbalzi) visto che Donovan Mitchell ne mette 38 (di cui 22 nel decisivo terzo quarto) e trascina la sua squadra alla vittoria.
Gran colpo di Indiana, che porta Cleveland a gara 7 dopo aver vinto gara 6 121-87. I Pacers hanno chiuso con una tripla doppia di Victor Oladipo (28 punti, 13 rimbalzi e 10 assist), con il 56% dal campo di squadra e sette giocatori in doppia cifra. Questi i numeri della larghissima vittoria contro il solo Lebron James che non è andato oltre i 22 punti e 7 assist, rimanendo poi in panchina per tutto l’ultimo periodo al fine di preservarlo per la bella.
(ITALPRESS).

A MOSCA IN 1500 PER “FOOTBALL FOR FRIENDSHIP”

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In oltre 200 città nel mondo si è celebrata la giornata internazionale del calcio e dell’amicizia (International Day of “Football and Friendship”) con eventi speciali per promuovere amicizia, rispetto reciproco e vita sana. Decine di migliaia di adulti e bambini hanno partecipato a partite amichevoli, sessioni di allenamento aperte, flash mob ed eventi sportivi. In questa giornata, chiunque condivida valori universali come uguaglianza, rispetto per tutte le culture e pacifica convivenza indossa un braccialetto verde e blu: il simbolo del “Football for friendship” (F4F), il programma sociale internazionale per bambini organizzato da Gazprom, che porterà a Mosca a giugno oltre 1.500 partecipanti. Il filo blu rappresenta il cielo sereno, mentre il filo verde rappresenta un campo da calcio aperto a tutti. I partecipanti sono stati affiancati da famosi calciatori, allenatori, personalità televisive, attori e membri di agenzie governative di tutto il mondo. L’ambasciata russa in Brasile ha organizzato un ricevimento dedicato alla giornata internazionale del calcio e dell’amicizia, durante il quale i giovani partecipanti al programma hanno donato i braccialetti dell’amicizia agli ambasciatori di 27 paesi latinoamericani. In Algeria, per celebrare i valori chiave del Calcio per l’amicizia, giovani sportivi hanno organizzato una giornata di “pulizie di primavera” presso uno dei maggiori stadi comunali, seguita da due partite amichevoli tra i bambini del posto e i giovani ambasciatori del programma. Il Senegal, che quest’anno ha partecipato al programma per la prima volta, ha organizzato una conferenza stampa con la partecipazione di Amara Traoré, una leggenda del calcio senegalese, oltre che di alcuni funzionari del Ministero dello sport.

In Germania i giovani ambasciatori del programma hanno incontrato i celebri giocatori dello Shalke 04 Amine Harit e Weston McKennie, a cui sono stati donati i braccialetti dell’amicizia. In Kazakistan la festa si è svolta in contemporanea alla Giornata del calcio kazaka. In questo giorno speciale la leggendaria squadra Kairat ha giocato una partita aperta a tutti e i famosi calciatori hanno ricevuto in dono i braccialetti dell’amicizia. In Serbia è stato trasmesso un programma televisivo dedicato alla giornata internazionale del calcio e dell’amicizia; attori famosi e il conduttore Milan Kalinic, grande fan del Crvena Zvezda, hanno presentato i giovani serbi partecipanti al progetto. In Sudafrica l’accademia calcistica giovanile Young Bafana ha organizzato una partita amichevole in spiaggia preceduta da una competizione di golf: dopotutto la vera amicizia è possibile in qualsiasi sport. Alla nuova stagione del programma “Football for Friendship” partecipano giovani talenti da tutto il mondo. Ad esempio, il dodicenne Yazan Taha, giovane giornalista, celebre blogger e commentatore calcistico siriano, è entrato a far parte del centro stampa internazionale per bambini. Una delle giovani allenatrici è Sofia Bazhenova, calciatrice russa della squadra giovanile femminile under 16, vincitrice del Campionato russo di calcio a 5. Tra i giovani calciatori partecipanti al programma spicca Poadey Sébastien della Nuova Caledonia, una delle perle dell’Oceania; ha iniziato a giocare a 4 anni ed è uno dei membri più giovani della squadra nazionale, la Stade de Koniambo.

“Per me è una grande fortuna poter partecipare al programma Calcio per l’amicizia, quest’anno.  I suoi valori chiave significano molto per me, in particolare uguaglianza, lealtà e vittoria.  Non è possibile convivere pacificamente senza rispettarli!  Sono felice di visitare la Russia per la prima volta, per stringere nuove amicizie e migliorare le mie abilità.  È un vero onore per me, oltre che una grande responsabilità, rappresentare il mio paese durante il programma.  Sono emozionato!” ha dichiarato Bennett Wehibe, giovane ambasciatore statunitense del Calcio per l’amicizia.
“Il calcio è la mia passione da quando ero bambino! Non riesco a immaginare la mia vita senza lo sport e senza i miei amici. Sono certo che il programma Calcio per l’amicizia mi aiuterà a realizzare il sogno di diventare un calciatore professionista”, ha aggiunto Swan Drame, giovane ambasciatore francese del Calcio per l’amicizia.
“Credo che il calcio unisca tanti tipi di persone, perché non ci sono limiti alla vera amicizia: i valori più importanti sono la gentilezza e la sensibilità. Voglio davvero diventare un calciatore famoso, così il mio paese sarà orgoglioso di me”, ha commentato Jadidi Meuuo Ndombuki, giovane ambasciatore keniano del Calcio per l’amicizia, condividendo le sue emozioni.
“È fantastico che i nomi dei giovani ambasciatori della nuova stagione del programma siano stati annunciati proprio oggi, nella giornata internazionale del calcio e dell’amicizia. I giocatori della Tanzania non vedono l’ora di condividere il proprio entusiasmo per la partecipazione al progetto insieme ai bambini di tanti paesi diversi. N grande in bocca al lupo a tutti i giovani sportivi; spero davvero che vivano un’esperienza memorabile a Mosca”, ha dichiarato Emanuel Saakai, CEO dell’accademia tanzaniana Lengo Football Academy e coordinatore del Calcio per l’amicizia in Tanzania.
(ITALPRESS).

COSTACURTA “INCONTRATO ANCELOTTI, REGOLE FERREE”

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“Carlo era a Roma per motivi personali, l’albergo scelto era quello in cui mi appoggio di solito e ci siamo trovati. Siamo ligi alle regole e abbiamo non parlato di Nazionale, solo scherzato sull’opportunità ma non affrontato l’argomento”. Così il sub commissario della Figc, Alessandro Costacurta, rivelando a Skysport24 i contenuti dell’incontro con Carlo Ancelotti, tra i ‘papabili’ per la panchina azzurra. “C’è una visione che potrebbe vedere Carlo come altri sulla panchina della nazionale – ha detto l’ex difensore del Milan, che proprio oggi compie 52 anni  – Abbiamo dato come termine il 20 di maggio e le regole sono molto importanti. C’è stato un contatto ma ufficialmente non sulla nazionale, purtroppo abbiamo parlato d’altro”. Proprio le regole impediscono di dare un’accelerata sul nome del nuovo coach azzurro: “Non abbiamo affrontato argomenti economici e di programma, su questo le regole sono ferree. Ci sarà un nuovo incontro ma è impossibile dire quando, non possiamo avvicinarci a persone sotto contratto (con il Bayern Monac, ndr). Un nostro dipendente, Gigi Di Biagio, è ancora il ct ma vogliamo avere una rosa più ampia – ha concluso Costacurta – e aspettiamo che qualcuno si metta a disposizione”.
“La nomina del nuovo ct? La data del 20 maggio sarà rispettata. Abbiamo ancora tre impegni internazionali da disputare, il 28 con gli Emirati Arabi, l’incontro di Nizza e il 4 a Torino con l’Olanda e si tratta di incontri amichevoli, ma nel calcio amichevoli non esistono perchè che si gioca sempre con grande entusiamo e correttezza – ha aggiunto Roberto Fabbricini, commissario straordinario della Federcalcio, ai microfoni di Radio Crc – Ancelotti? Oggi sui giornali si dà spazio a questo incontro che non dico sia stato occasionale, ma Ancelotti ha un problema familiare abbastanza serio ed è a Roma per questo – ha spiegato Fabbricini – Avendo Costacurta un’amicizia forte con Ancelotti, lo ha incontrato e a questo incontro ho partecipato anche io, ma abbiamo parlato di una possibilità futura anche perchè il tecnico è ancora sotto contratto. La panchina azzurra ha ancora un appeal particolare e siamo felici di questo. Non credo che un allenatore possa a priori rifiutare un prestigioso incarico come guidare l’Italia, poi ci sono altri fattori che determinano la decisione: la voglia di lavorare nel quotidiano per esempio, ma la panchina azzurra è sempre un obiettivo per un allenatore”. “In pole non c’è nessuno: vogliamo rispettare la data del 20 maggio perchè il 28 ci sarà la partita della Nazionale, ma una graduatoria attorno alla panchina non possiamo fissarla – ha concluso Fabbricini – Vogliamo che ci sia una grande volontà di lavorare per il calcio italiano e per la maglia azzurra e certamente il nuovo ct sarà una persona di grande prestigio, dovrà avere una grande conoscenza del calcio internazionale e vogliamo che porti quanto prima la Nazionale nel ruolo che gli spetta”.
(ITALPRESS).