“Ho paura di stare in pista con Marc Marquez. Non mi sento tutelato dalla direzione corsa. Mi è venuto addosso a posta, con una velocità superiore di 20 chilometri”. Questo in sintesi il Valentino Rossi pensiero dopo che il pilota spagnolo della Honda Hrc lo ha buttato fuori pista nel finale del Gran Premio d’Argentina. “Fortunatamente sto bene e non mi sono fatto niente” attacca il “Dottore” incontrando i media. “E’ una situazione molto pericolosa. La direzione gara, qualcuno deve fare qualcosa. C’è da farsi male perchè non ha nessun tipo di rispetto per gli avversari: è andato contro quattro-cinque avversari diversi. Ti punta la gamba in pieno perchè sa che se ti prende tra la gamba e la moto sa che non cade ma cadi tu” afferma il nove volte campione del mondo. “Se accade una volta può capitare, ma il problema è che è recidivo. Corre con tutti nella stessa maniera” aggiunge. “Quest’anno alla prima curva in Qatar alla prima curva ha preso la gamba di Zarco e poi va contro Dovizioso. Poi se guardiamo questo weekend già da venerdì ha tagliato la strada a Vinales che se non si rialza cade. Lo ha fatto con me durante le prove di sabato e poi con Dovizioso” elenca Valentino. “Poi oggi in gara, le regole parlano chiaro se ti si spegne la moto durante la partenza vai fuori dalla corsa. Invece lui non ha cagato nessuno, ha riacceso la moto ed è venuto contromano mentre tutti noi aspettavamo. In quel momento lui era già fuori dalla gara. Perchè se le regole dicono che non puoi partire, se le regole sono uguali per tutti, perchè non devono esserlo anche per lui. Questo è il problema. Poi è andato a sbattere contro Espargarò, poi contro Rabat e contro di me e mi ha buttato per terra e poi penso che abbia fatto la stessa cosa con Vinales” analizza.
“E’ pericolo? Ho paura di stare in pista con Marquez. Non mi sento tutelato dalla direzione gara, perchè lui fa quello che gli pare con tutti. Lo fa apposta di venirti addosso. E’ entrato in curva venti chilometri più forte e mi ha preso tra la moto e la gamba. Non ha rispetto per gli avversari ed alza il livello della competizione che è pericoloso per tutti e a me mi tratta ancora peggio, come è successo nel 2015 che mi ha fatto perdere il mondiale apposta. Io l’ho detto e ridetto, non può sucecdere che sbatte contro sei piloti in un weekend. Se accade una volta può starci, è accaduto anche a me, ma lui lo fa apposta. Non devono farlo più continuare così o accadrà che anche gli altri alzano il livello di aggressività e dopo 5 gare metà della griglia comincia a buttarsi per terra” conferma Rossi che conferma di non accettare le scuse dello spagnolo della Honda Hrc. “Ti viene a chiedere scusa ma non è sincero, perchè la volta dopo lo fa uguale e dopo tante volte che capita le scuse non le accetto. Spero che lui stia lontano da me e non mi guardi in faccia. Che abbia un pizzico di rispetto e non mi venga a prendere per il culo” dice un Rossi molto arrabbiato. “La direzione gara deve fare in mdo che non vada a sbattere contro tutti o diventa pericoloso. Io non mi sento protetto perchè lui fa quello che vuole”.
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ROSSI “MARQUEZ PERICOLOSO, NON ACCETTO SUE SCUSE”
A SAGAN LA ROUBAIX, MORTO GOOLAERTS DOPO INFARTO
Peter Sagan esorcizza l’Inferno del Nord ed entra tra i miti del pavè. Il 27enne slovacco della Bora-Hansgrohe, vincitore delle ultime tre edizioni del Mondiale in linea, mette in bacheca la 116esima Parigi-Roubaix, 257 chilometri con partenza da Compiegne ed arrivo nel tradizionale velodromo della cittadina francese dopo 29 settori di pavè (54,5 Km complessivi). Quella di Sagan, che si aggiudica la sua seconda classica monumento dopo il Giro delle Fiandre del 2016, è un’autentica impresa: ai -39 dal traguardo, sulle pietre dell’Ennevelin, Sagan mette il turbo e saluta la compagnia dei pretedenti al trono assieme ad un outsider, lo svizzero Silvan Dillier (Ag2R La Mondiale), uno degli attaccanti della prima ora assieme a Bystrom (Uae Emirates), Robeet e Duquennoy (WB Veranclassic), Wallays (Lotto), Soler (Movistar), Thompson (Dimension Data), Soupe (Cofidis) e Smukulis (Delko Marseille). Diventa in pratica una lunga cronometro tra i due davanti e gli immediati inseguitori, tra i quali l’olandese Niki Terpstra (Quick-Step Floors), primo nel 2014 e terzo con un ritardo di 57″, e l’olimpionico belga Greg Van Avermaet (Bmc) che, dopo il trionfo dell’anno scorso, deve accontentarsi della quarta piazza, ottenuta davanti al connazionale Jasper Stuyven (Trek-Segafredo). Sagan e Dillier marciano di comune accordo ed entrano al Velodromo per giocare ognuno le proprie carte: lo slovacco però è di un altro pianeta e, come un pistard provetto, si mette alle spalle del rivale per poi infilarlo con una volata magistrale. “E’ incredibile, sono stanchissimo – il commento a caldo di Sagan, che festeggia il suo 104esimo centro tra i professionisti – Quest’anno e’ andato tutto bene, non ho avuto forature o problemi meccanici, ho attaccato al momento giusto e sono arrivato sino in fondo. L’anno scorso ero piu’ stanco, i miei compagni hanno fatto un lavoro fantastico e tutto lo staff e’ stato compatto con me per portarmi a questa giornata. Sono felicissimo, e’ stato un finale straordinario”. Il tri-campione del mondo e’ entrato ormai nella leggenda: “E’ una sensazione bellissima, lo spero… Cerco sempre di dare il massimo per arrivare ai risultati migliori”. La corsa, sempre spettacolare nei due punti più ‘caldi’, la mitica Foresta di Arenberg ed il Carrefour de l’Arbre, ha fatto registrare tante cadute, tra cui quella di Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), l’italiano più accreditato assieme a Gianni Moscon (Sky), quest’ultimo smarritosi nel finale.
Ma l’impresa dello slovacco e’ quasi passata in secondo piano per la morte, a seguito di un arresto cardiaco in gara, da parte del belga Michael Goolaerts. Il 23enne della Verandas Willems-Crelan e’ stato trasportato in elicottero all’ospedale di Lilla in gravi condizioni in seguito ad una caduta durante il settore numero 28 di pave’, da Viesly a Briastre. Goolaerts era caduto dalla bicicletta in seguito ad un arresto cardiaco ed era stato soccorso a bordo strada con un defibrillatore. In serata il decesso. Il suo team aveva invitato a non fare speculazioni sul suo stato di salute, ringraziando tutti coloro che, dopo l’incidente, hanno riservato un pensiero allo sfortunato corridore. “I nostri pensieri ora sono per la sua famiglia ed i suoi amici. Grazie per i vostri messaggi di supporto”.
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TOP 10 TENNIS INVARIATE, NADAL E HALEP LEADER
Ultima settimana dedicata alla Coppa Davis e ranking Atp invariato nelle posizioni che contano. Al comando resta Rafa Nadal, che proprio sulla terra rossa di Valencia ha fatto il suo rientro dopo due mesi e mezzo di stop, superando facilmente prima Kohlschreiber e poi il giovane Alexander Zverev, che si conferma numero 4 del mondo. Alle spalle del maiorchino Federer, che probabilmente salterà l’intera stagione sulla terra, e Cilic, completano la Top Ten Dimitrov, Del Potro, Thiem, Anderson, Isner e Goffin. Fabio Fognini, vincitore su Chardy ma battuto da Pouille nel quarto di finale fra Italia e Francia, resta il migliore degli azzurri dall’alto della sua ventesima posizione. Fra i primi 100 al mondo anche Lorenzi (57^), Seppi (62^) e Cecchinato (100^).
Il successo nel torneo di Monterrey consente a Garbine Muguruza di consolidare la terza piazza nella classifica Wta ma la spagnola resta lontana da Simona Halep, sempre ampiamente al comando, e Caroline Wozniacki. Nessuna novità alle spalle della spagnola, dove Elina Svitolina allunga su Jelena Ostapenko, sesta Karolina Pliskova seguita da Caroline Garcia, Venus Williams, Sloane Stephens e Petra Kvitova. Il terzo turno raggiunto al Wta Premier di Charlestone permette a Camila Giorgi e Sara Errani di migliorare la propria classifica: la marchigiana, che resta la migliore delle azzurre, risale di cinque posti ed è ora 59^, mentre la Errani passa da 95^ a 89^, scavalcando Francesca Schiavone (96^, indietro di due posizioni). Queste le classifiche:
ATP: 1. Rafael Nadal (Esp) 8770 (–); 2. Roger Federer (Sui) 8670 (–); 3. Marin Cilic (Cro) 4985 (–); 4. Alexander Zverev (Ger)4925 (–); 5. Grigor Dimitrov (Bul) 4635 (–); 6. Juan Martin Del Potro (Arg) 4470 (–); 7. Dominic Thiem (Aut) 3665 (–); 8. Kevin Anderson (Rsa) 3390 (–); 9. John Isner (Usa) 3125 (–); 10. David Goffin (Bel) 3110 (–); 20. Fabio Fognini 1840 (–); 57. Paolo Lorenzi 895 (–); 62. Andreas Seppi 851 (–); 100. Marco Cecchinato 609 (-1).
WTA: 1. Simona Halep (Rou) 8140 (–); 2. Caroline Wozniacki (Den)6790 (–); 3. Garbine Muguruza (Esp) 6065 (–); 4. Elina Svitolina (Ukr) 5630 (–); 5. Jelena Ostapenko (Lat) 5307 (–); 6. Karolina Pliskova (Cze) 4730 (–); 7. Caroline Garcia (Fra)4615 (–); 8. Venus Williams (Usa) 4276 (–); 9. Sloane Stephens (Usa) 3938 (–); 10. Petra Kvitova (Cze) 3271 (–); 59. Camila Giorgi 986 (+5); 89. Sara Errani 715 (+6); 96. Francesca Schiavone 661 (-2).
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PHILADELPHIA NON SI FERMA, 15 PUNTI PER BELINELLI
Philadelphia non si ferma più: 109-97 contro Dallas, 14esima vittoria di fila e terzo posto sempre più solido a Est. Redick con 18 punti, Simmons con 16 punti, 7 rimbalzi e 9 assist, e Covington in doppia doppia (15 punti e 10 rimbalzi) sono i trascinatori dei Sixers che per la prima volta dall’era Iverson (stagione 2000-01) toccano quota 50 vittorie stagionali. Fa la sua parte come sempre Marco Belinelli, che nei 27′ sul parquet che gli concede coach Brown sigla 15 punti con 7/15 dal campo (ma 0/3 da tre) e 1/1 ai liberi oltre a 4 rimbalzi, due assist, una stoppata, tre palle perse e una recuperata. Le prime due posizioni della Conference sono ormai di Toronto e Boston: i Raptors superano 112-101 Orlando con 22 punti di Miles e 21 di Anunoby, permettendosi di lasciare a riposo DeRozan e Valanciunas; sconfitta invece per i Celtics, battuti 112-106 da Atlanta (33 punti per Prince).
Missione compiuta a Ovest per Utah, che col successo per 112-97 sui Lakers si garantisce un posto ai play-off. Ci pensa Donovan Mitchell (28 punti, 9 rimbalzi e 8 assist) a prendere per mano i Jazz, che per il secondo anno di fila disputeranno la post-season e questo nonostante l’addio nella scorsa estate di Gordon Hayward. Torna al successo Golden State: 117-100 su Phoenix (15esima vittoria consecutiva negli scontri diretti) con un Klay Thompson da 34 punti, 22 dei quali già nel primo quarto.
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CAPELLO “IO CT NAZIONALE? JIANGSU ULTIMA PANCHINA”
“Noi allenatori siamo bravi quando abbiamo giocatori di primo livello, è difficile fare bene con giocatori mediocri. E in questo momento mancano giocatori di grandi livello, mancano i leader, i giocatori che facciano la differenza. Mancini è un allenatore di esperienza, che ha girato il mondo, e questo lo aiuterà nelle relazioni con i giocatori, ma mancano i talenti”. Per Fabio Capello non sarà il nuovo ct a risolvere i problemi della Nazionale italiana, che l’estate prossima sarà solo spettatrice in Russia. “Il salto dalla serie A alla Nazionale è molto grande, ci sono dei giocatori grandi in serie A che poi in Nazionale spariscono perchè dall’altra parte ci sono calciatori di altissimo livello – sottolinea il tecnico friulano, ospite di ‘Radio Anch’io Sport’ su RadioUno – In serie A c’è poca qualità: si impara dai più bravi ma sei i più bravi vengono acquistati dalle società più forti straniere il calcio italiani non ha dei buoni insegnanti, dei buoni giocatori da cui copiare qualcosa”. La serie A, insomma, resta poco allenante “anche se siamo migliorati. Ma dovremmo lavorare su un altro aspetto: ai ragazzi bisogna insegnare a giocare a calcio, a controllare la palla. In Italia si parla loro di tattica già a 12 anni, in Spagna danno sempre e solo il pallone. Bisogna avere delle persone che insegnano calcio, che insegnano la tecnica”.
Tornando alla Nazionale, Capello – reduce dall’esperienza cinese al Jiangsu Suning (“molto interessante ma c’è la difficoltà della comunicazione”) – esclude una sua candidatura, anzi. “Ho già fatto delle esperienze con le nazionali inglese e russa, ho voluto provare ad allenare ancora una volta una squadra di club e il Jiangsu è stato la mia ultima esperienza calcistica. Ho fatto tutto quello che volevo, sono molto felice di quello che ho fatto e ora mi diletto a fare il commentatore: si vince sempre in questo ruolo”. E da commentatore, si sente di escludere miracoli di Juve e Roma in Champions. “Quando hai Ronaldo e Messi parti già da 1-0. Sono giocatori sempre determinanti – il riferimento ai due fuoriclasse di Real e Barcellona – e quest’anno più che mai. Ronaldo è in forma da un paio di mesi e gioca in maniera diversa, da centravanti d’area di rigore, Messi inventa gioco. Non dò molte possibilità alle due italiane, le qualità di questi giocatori e le possibilità economiche di queste squadre sono troppo superiori a quelle nostre”. Capello, che ha già in testa chi raccoglierà l’eredità di Messi e Ronaldo (“Neymar deve migliorare ma come qualità può essere paragonato a Messi, ha anche più fantasia, ma anche Mbappè ha un grande futuro, sono loro i futuri giocatori da Pallone d’Oro”), per quanto riguarda la corsa scudetto vede meglio la Juve: “ha solidità mentale e qualità tecnica e un allenatore che sa leggere benissimo le partite. Il Napoli sta perdendo vivacità, il gioco frizzante che aveva fino a qualche mese fa, e se si gioca sulle individualità, vedo la Juve favorita”.
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DI FRANCESCO “DOBBIAMO DARE UNA GRANDE RISPOSTA”
“Io credo che questa partita vada affrontata con i migliori, è importante e dobbiamo crederci, giocandola con grande amore e passione. Portiamo dei colori da onorare e rispettare, dobbiamo dare il massimo e abbiamo l’occasione che qualcosa di importante la meritiamo: perché non cederci fino alla fine e sperare di fare qualcosa di veramente impensabile? Siamo sotto di tre gol, questa è un’impresa difficilissima, ma domani abbiamo il dovere di provarci: per questo scenderà in campo la migliore formazione, poi penseremo al derby”. Il tecnico della Roma, Eusebio Di Francesco, prova a suonare la carica in vista della gara di ritorno di Champions League contro il Barcellona, vincente per 4-1 nel match di andata e atteso domani sera all’Olimpico per il ritorno. “La mentalità si costruisce dentro casa nostra, a Trigoria – sottolinea in conferenza stampa l’allenatore giallorosso – Spesso si parla di mentalità vincente, qui si è vinto pochissimo, quindi c’è stata poco anche in passato. La mentalità vincente si crea con il senso di appartenenza, l’identità, la continuità del lavoro, non bisogna andare troppo dietro all’ambiente. Questi sarebbero segnali di grande crescita. La gente si trascina con le chiacchiere ma con i risultati. Non dobbiamo darci la scusante dell’ambiente, delle radio, delle voci che si sentono. Dobbiamo pensare solo a casa nostra e poi trascinare di conseguenza l’ambiente esterno. Bisogna pensare che ogni partita è importantissima, ogni partita è la partita della vita”. Per il match contro i blaugrana, Di Francesco deve fare ancora i conti con qualche problema di infermeria: “Under potrebbe esserci, a seconda dalla risposta che mi darà oggi nella rifinitura. Ieri si è allenato con la squadra e oggi valuteremo le sue condizioni. Se starà bene sarà tra i convocati. Perotti, invece, non sarà convocato, con l’auspicio e la speranza, anche se sarà difficile, di averlo per il derby. Messi? Tutti dicevano che non era in condizione e lui subito ha fatto tre gol domenica. Questo vuole anche dire che noi qualcosa gli abbiamo tolto nei passaggi tra le linee. Dovremo cercare di accorciare il più possibile i suoi spazi, in qualsiasi zona di campo si trovi”. Ovviamente la Roma non dovrà fare i conti con il solo fuoriclasse argentino: “La forza del Barcellona è nella mentalità, che ha costruito negli anni a partire dal settore giovanile. Come gioco ha una grande gestione della partita e della palla, ha sbagliato meno. Noi li abbiamo portati all’errore nella gara di andata, ma non ne abbiamo approfittato. I nostri errori, invece, li abbiamo pagati. Noi vogliamo fare la partita – conclude Di Francesco – senza prendere gol”.
“È stata una grande partita da parte nostra. Siamo stati un po’ sfortunati, ma la prestazione è stata buona, ora abbiamo il ritorno e speriamo di poter fare una bella partita, con la speranza di poter ottenere qualcosa di importante. Non dobbiamo pensare al passato ma a domani: dipende da noi, da come entreremo in campo, da quanto saremo concentrati, da quanti errori commetteremo”. Radja Nainggolan non c’era, causa infortunio, nel 4-1 rimediato al Camp Nou dalla Roma contro un Barcellona che domani sera scenderà all’Olimpico nel ritorno di un quarto di Champions League dal pronostico, almeno sulla carta, chiuso. “Le nostre possibilità di rimonta? La percentuale non la so, ma di occasioni ne abbiamo avute all’andata – ricorda nella conferenza stampa della vigilia il centrocampista belga – Ne abbiamo avute tante anche con la Fiorentina ma bisogna concretizzarle. Dipenderà da noi, dobbiamo essere più cattivi sotto porta. Come andrà la partita si vedrà, noi entreremo con la convinzione di poter far male anche a una grande squadra come il Barcellona. Giocare questa partita è un sogno da bambino. Potrei giocare in una di queste squadre? Non lo so, ogni squadra è costruita attorno alle caratteristiche dei giocatori che ha. Io nel mio piccolo ho sempre dato il massimo, cercando di migliorarmi sempre, partita dopo partita, allenamento dopo allenamento e non tocca a me dirlo”. La sua condizione fisica non è ancora ottimale: “Prima della partita di Bologna ero vicino al 100%, poi ho avuto questo problemino che mi ha dato un po’ di fastidio. Ho saltato l’andata ma giorno dopo giorno va sempre meglio. Io vorrei giocare sempre, anche con i dolorini. Contro il Barcellona non avrei potuto spingere al massimo, ho lasciato spazio a chi stava meglio e poteva dare di più. Ho pensato a recuperare e ora sto meglio”. Nonostante sia considerato un campione, Nainggolan in carriera non ha ancora alzato trofei al cielo: “Fino ad oggi è così, non ho mai vinto niente, ma chi mi conosce sa che ho sempre giocato per vincere. A volte preferisco prendere una via difficile, sarebbe facile andare in una squadra vincente per vincere. Per me conta essere protagonista di un progetto importante e giocare per vincere con la squadra che non è favorita. Ho scelto questa piazza anche per quello, è una piazza importante, ma prima o poi bisogna vincere. Una piazza come Roma merita di vincere”.
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BRIATORE “TRA FERRARI E MERCEDES LOTTA ALLA PARI”
“Quest’anno la Ferrari è più solida dell’anno scorso, direi che è sullo stesso piano della Mercedes e finalmente torneremo a vedere un bel campionato, con due team che hanno il 50% a testa di possibilità di vincere le gare”. Per Flavio Briatore, ospite de “La Politica nel Pallone” su Gr Parlamento, quello di Formula Uno sarà un Mondiale molto più equilibrato che in passato dopo che Vettel ha vinto le prime due gare stagionali. “Il Gran Premio d’Australia è atipico, quello del Bahrain è più indicativo e ieri la Ferrari ha fatto una grandissima gara, hanno cambiato strategia nel momento giusto, hanno fatto un super lavoro e Vettel ha guidato in maniera incredibile per tenere le gomme così fino alla fine. Quando vinci non c’è solo uno bravo ma tutti”. Detto questo, però, “siamo alla seconda gara e ieri Hamilton è partito dietro, fosse stato al posto di Bottas sarebbe stato diverso. La Ferrari è comunque molto competitiva, se la giocherà, dipenderà anche dagli sviluppi aerodinamici: a Maranello dovranno fare un po’ meglio della Mercedes nei prossimi step”. Era comunque dal 2004 che la Rossa non vinceva le prime due gare: “ma sarebbe poi importante vincerne due di fila a fine campionato…”, l’auspicio di Briatore, al quale piacerebbe vedere Alonso in Ferrari o Mercedes visto che “con mezzo carciofo è sempre attaccato all’osso, è al livello di Lewis se non meglio. E’ molto consistente”. Di sicuro, come dimostrano i risultati della Toro Rosso col motore Honda, “la McLaren non ha più scuse e ora devono mettere a posto la macchina”. Deludente avvio di stagione per la Red Bull. “Verstappen ieri ha anche danneggiato la macchina di Hamilton, era impossibile passare in quel tratto di circuito, solo un matto può inventarsi una roba del genere. Quando hai una macchina che non è al livello delle altre, il pilota cerca di fare la differenza ma se ci provi così, fai grandi errori e demotivi tutto il team. I piloti devono pensare anche che la macchina non è loro ma del team”. Infine una battuta sulla Liberty Media, la nuova proprietà del circus, che ha illustrato i suoi piani per il futuro. “Non so se hanno ancora capito come funziona il giocattolo che hanno comprato. Devono avere una sinonia con i team, ai miei tempi le cose si decidevano assieme. Sono però d’accordo sul fatto che le cifre che si spendono sono allucinanti, 500-600 milioni per far eun campionatop è una follia. Bisogna dare a tutti le chance di partecipare”.
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FISE AWARDS. CELEBRATI SUCCESSI SPORTIVI DEL 2017
In una serata in cui sono stati coinvolti personaggi dello spettacolo e dello sport lunedì 9 aprile al Salone Margherita si sono celebrati i protagonisti della stagione agonistica passata in occasione della prima edizione dei FISE Awards. L’evento ha avuto, tra l’altro, come obiettivo raccogliere fondi per la Onlus Sport Senza Frontiere. Il ricavato infatti sarà devoluto in beneficenza per le finalità statutarie della Onlus e verrà quindi utilizzato per dare la possibilità a bambini in situazioni di disagio socio-economico di praticare sport. I riconoscimenti sportivi sono andati ai vincitori di medaglie nei Campionati d’Europa e del Mondo, oltre alle squadre protagoniste in Coppe delle Nazioni. Le discipline premiate sono state Concorso Completo, Dressage Paralimpico, Endurance, Mounted Games, Polo, Pony Club Salto Ostacoli, Reining, Salto Ostacoli e Volteggio. Ricco il parterre di ospiti presenti al galà di beneficienza, sold-out già diverse settimane prima di andare in scena. A rappresentare i vertici dello sport erano presenti Carlo Mornati – Segretario Generale CONI e Diego Nepi – Direttore Marketing e Sviluppo Coni, insieme con Marco Di Paola e Simone Perillo, rispettivamente Presidente e Segretario Generale FISE. Tra i volti noti del “piccolo schermo” il presentatore Amadeus, grande appassionato di equitazione, e ancora per il mondo dello spettacolo la showgirl Benedetta Mazza e l’attrice Rosaria Russo. Non potevano mancare nomi molto popolari dello sport italiano, come l’ex giocatore Vincent Candela, campione del Mondo e d’Europa con la nazionale francese, ma soprattutto grande protagonista con la maglia giallorossa della Roma. Ancora, tra i “Big” di altre federazioni, il carabiniere Guido Vianello, pugile italiano presente all’ultima edizione dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro, gli avieri capo Daniele Lupo e Paolo Nicolai, protagonisti della medaglia d’argento a Rio de Janeiro nel Beach Volley.
Oltre ai riconoscimenti dovuti per i successi europei e mondiali di amazzoni e cavalieri, la Fise ha voluto destinare alcuni premi speciali ai personaggi degli sport equestri che hanno contribuito in maniera incisiva ad aumentarne la visibilità. Il Premio Influencer è stato assegnato al carabiniere scelto Filippo Bologni, che alla sua attività di cavaliere agonista aggiunge una grande passione per la musica e una instancabile attività di comunicazione con i suoi numerosi giovanissimi follower sui social. Il Premio Iris è stato attribuito alla giornalista Caterina Vagnozzi, un punto fermo per la stampa di settore e non, grazie alla sua competenza e professionalità coniugate alla grande passione per l’universo del Cavallo. Il Premio Spritz è stato riservato invece ad Anna Cavallaro, volteggiatrice plurititolata, numero uno del Ranking mondiale FEI, a cui si deve in gran parte l’impulso che questa disciplina sta vivendo negli ultimi anni in Italia, nazione che ormai può competere a pieno titolo con quei paesi europei in cui la tradizione del volteggio equestre ha radici molto più profonde, come Germania, Svizzera e Austria. Il Dinner Theatre ha visto in scena Roberto Ciufoli, attore e appassionato giocatore di polo, con lo spettacolo “Tipi”, monologo in cui ha rappresentato le diverse “tipologie umane”. “Ringrazio tutti coloro che hanno preso parte a questa splendida serata, che hanno voluto fare con il loro contributo un gesto di solidarietà verso la Onlus Sport Senza Frontiere. Proprio grazie alla generosità dei presenti, anche i bambini in condizione di disagio socio-economico avranno la possibilità di praticare sport. Ringrazio inoltre tutti gli atleti, giovani e meno giovani, che hanno contribuito ai successi di indimenticabile 2017, raggiungendo insieme ai nostri fidati amici cavalli risultati che ci hanno fatto gioire” ha dichiarato il presidente Marco Di Paola. Il Presidente, insieme a Diego Nepi, Event Director dello CSIO Roma – Piazza di Siena, hanno dato appuntamento alla edizione di quest’anno, dal 24 al 27 maggio, che riserverà straordinarie novità a tutti gli appassionati degli sport equestri.
(ITALPRESS).










