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LAZIO ELIMINATA, SALISBURGO VINCE 4-1

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La Lazio saluta l’Europa League. Una grande delusione per i biancocelesti, che a Salisburgo vedono sfumare il traguardo delle semifinali sprecando la vittoria per 4-2 ottenuta nella gara d’andata. In Austria finisce 4-1 per la formazione di Marco Rose, capace di ribaltare il match con quattro gol negli ultimi trentacinque minuti dopo aver subito la rete del vantaggio firmata da Ciro Immobile. Fino a quel momento, al minuto 55, la Lazio sembra in pieno controllo di una gara molto tattica. Pur consapevoli di dover attaccare per recuperare lo svantaggio dell’andata, gli austriaci dimostrano infatti di aver capito la lezione dell’Olimpico e non lasciano spazio alle letali ripartenze biancocelesti. Ecco perché nei primi quaranta minuti l’unica occasione capita sui piedi del vivace Hwang, poco conosciuto dagli uomini di Inzaghi perché assente per squalifica sette giorni fa: Strakosha è attento e reattivo nel respingere il tentativo ravvicinato del sudcoreano al 5’, ma l’azione disegnata dal Salisburgo rivela il piano dei padroni di casa. Rispetto alla gara d’andata, il tecnico Marco Rose abbandona infatti il 4-3-1-2 e disegna un 4-3-3 puntando forte sui tagli degli esterni, appunto Hwang e il tedesco Yabo, anche lui assente a Roma. Pur lasciando a lungo il pallone tra i piedi degli avversari, però, la Lazio è attenta e ordinata nel difendere la porta di Strakosha e, in pratica, non concede altre occasioni nel primo tempo, che finisce invece con due fiammate biancocelesti firmate dal bomber Ciro Immobile: al 40’ l’attaccante napoletano non riesce a sfruttare nel migliore dei modi l’assist di Milinkovic-Savic, mentre tre minuti più tardi è bravissimo il portiere Walke a respingere con i piedi il suo sinistro dopo lo splendido colpo di tacco di Luis Alberto.
La ripresa comincia esattamente allo stesso modo, con altre due fiammate di Immobile: Walke è ancora bravo in uscita sulla prima occasione, ma al 55’ il centravanti napoletano capitalizza al meglio l’assist di Luis Alberto e porta in vantaggio la Lazio. Da qui in avanti, però, la partita cambia radicalmente. Il Salisburgo trova il pareggio nel giro di sessanta secondi grazie anche ad un pizzico di fortuna, vista la deviazione decisiva di Luiz Felipe sul tiro di Dabbur. Una doccia fredda per la formazione di Inzaghi, che spegne la luce nella propria metà campo mentre i padroni di casa partono all’arrembaggio spinti dal proprio pubblico. Al 66’ Schlager va vicino al vantaggio con un gran sinistro dalla distanza che finisce sul palo, poi per la verità Luis Alberto avrebbe sui piedi l’occasione per chiudere i conti, ma spreca in modo incredibile un contropiede tre contro uno con un tiro debole e centrale. E allora, pochi secondi dopo, arriva il 2-1 del Salisburgo, complice Strakosha che pasticcia sulla conclusione di Haidara dai venti metri. Siamo al minuto 72, la Lazio sarebbe ancora qualificata per le semifinali ma nei successivi quattro minuti subisce altre due reti da Hwang e Lainer, con la difesa colpevolmente immobile. La reazione nel finale è inesistente, la Red Bull Arena esplode al triplice fischio dell’arbitro sloveno Skomina. Per la Lazio resta soltanto l’amaro in bocca.

Sono Marsiglia, Arsenal ed Atletico Madrid a raggiungere il Salisburgo in semifinale di Europa League. Al Velodrome il Marsiglia di Rudi Garcia infligge una pesante sconfitta 5-2 al Lipsia che, aveva vinto 1-0 all’andata ed era anche riuscito a portarsi subito in vantaggio. Dopo un solo minuto, infatti, arriva il gol di Bruma dopo un numero in area di Augustin. Ma al 6′, sugli svilupoi di un corner, Ilsanker devia dentro la propria porta sulla conclusione di Mitroglou. Ancora tre minuti e al termine di un’azione di contropiede Sarr porta in avanti i francesi, dopo che Pele aveva parato due precedenti conclusioni. Al 17′ grande botta dalla distanza di Payet che si infila alle spalle del portiere tedesco, ma l’arbitro annulla per un fallo di Mitroglou. Al 37′ Thauvin realizza da due passi, sulla palla pennellata da Payet su, ma anche in questa occasione era un gol da annullare per la posizione di offside del francese. Ma l’arbitro lo convalida e Marsiglia in questo momento qualificato. Al 10′ della ripresa Augustin sigla la seconda rete per il Lipsia che vede la qualificazione alle semifinali. Ancora colpi di scena con un gran gol di Payet al quarto d’ora. Tocca a Sakai al 49′ mettere dentro la palla del definitivo 5-2.
A Mosca il Cska ci prova e ci crede, ma dopo essere andato vicino al 3-0, subisce la rimonta dell’Arsenal che alla fine pareggia 2-2 e si qualifica, forte del 4-1 dei primi 90′. Al 39′ Chalov porta in vantaggio il Cska. Al 5′ Nababkin ribadisce in gol dopo la corta respinta di Cech sul tiro dalla lunga distanza di Golovin. I russi spingono alla ricerca del terzo gol che vorrebbe dire qualificazione e ci vanno vicini con Ignashevich, ma Welbeck alla mezzora segna per i Gunners. Quindi Ramsey al 47′ sigla la rete del 2-2 per l’undici di Wenger. L’Atletico Madrid di Simeone supera lo scoglio Sporting Lisbona al quale non basta vincere 1-0 per ribaltare lo 0-2 dell’andata. Il gol di Montero al 28′, lesto a mettere dentro la porta dei colchoneros dopo una smanacciata do Oblak su un cross dalla destra di Bruno Fernandes.
(ITALPRESS).

KINDER+SPORT CON FIPAV PER BEACH&VOLLEY SCHOOL 2018

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Torna il viaggio d’istruzione più originale d’Italia. Da 10 anni, la Federazione Italiana Pallavolo, in collaborazione con Kinder+Sport e con il Tour Operator Raduni Sportivi, promuove un innovativo progetto didattico-sportivo, approvato da MIUR, indirizzato agli studenti di ogni ordine e grado: si tratta del Beach&Volley School, un viaggio di istruzione che nel solo 2017 è arrivato a coinvolgere ben 11.000 studenti di tutta Italia portandoli nelle località di Bibione (Venezia), Scanzano Jonico (Matera) e da quest’anno anche Jesolo (Venezia). Nel corso di sei turni settimanali — tra aprile, maggio e settembre — migliaia di studenti, accompagnati dai loro docenti, avranno modo di sperimentare una gita unica nel suo genere dove lo sport si affianca al potenziamento linguistico, ad approfondimenti culturali e a offerte formative di Alternanza Scuola Lavoro riservate a studenti dai 15 ai 18 anni finalizzate a motivare, orientare e fornire competenze spendibili nel mondo del lavoro. L’edizione 2018 ha già superato la precedente, contando quasi 15.000 tra ragazzi e ragazze che da Nord a Sud dello stivale, arriveranno per trascorrere una gita indimenticabile. Il successo di Beach&Volley School è dovuto a molteplici fattori: l’originalità in primis, poichè offre ai professori una valida alternativa rispetto alle gite scolastiche più tradizionali. Ma anche il tema sicurezza non è da sottovalutare: ad ospitare gli studenti, infatti, sono moderni Villaggi Turistici con un servizio di sorveglianza attivo H24, dove vige il divieto di vendere alcolici anche ai maggiorenni e dove la presenza costante di un medico completa “il piano sicurezza” del progetto. Non ultimi, principi fondamentali come inclusione, responsabilizzazione e socializzazione arricchiscono un mix che ha reso Beach&Volley School un progetto in continua crescita. Nel corso del periodo di permanenza, gli studenti avranno modo di dedicarsi al beach volley e al green volley, con lezioni tenute da tecnici federali, giocatori di livello internazionale e da “coach” madrelingua inglese. A queste discipline verranno alternate anche stimolanti attività come l’arbitraggio, il sitting volley – sport paralimpico introdotto per dare ulteriore slancio al valore dell’inclusione – e altri sport secondari. Importantissimo anche l’approfondimento delle lingue straniere, grazie ai corsi sportivi tenuti in lingua inglese da istruttori provenienti da USA, Messico, Argentina, Nuova Zelanda, Spagna e Argentina. Di seguito le date di svolgimento: da lunedì 16 aprile a sabato 21 aprile a Bibione (VE); da mercoledì 2 maggio a sabato 5 maggio a Bibione (VE); da lunedì 7 maggio a giovedì 10 maggio a Bibione (VE), Jesolo (Ve) e Scanzano Jonico (Mt); da martedì 15 maggio a sabato 19 maggio a Bibione (VE), Jesolo (Ve) e Scanzano Jonico (Mt); da lunedì 21 maggio a sabato 26 maggio a Bibione (VE), Jesolo (Ve) e Scanzano Jonico (Mt); da lunedì 17 settembre a sabato 22 settembre a Bibione (VE).

(ITALPRESS).

HAMILTON VOLA NELLE PRIME DUE LIBERE DEL GP DELLA CINA

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La reazione di Lewis Hamilton non si è attendere. Attardato di 17 lunghezze nella classifica iridata dopo le prime due tappe del Mondiale, vinte da Sebastian Vettel, il britannico della Mercedes, campione in carica, ha messo i puntini sulle i nel venerdì di prove libere al Gran Premio della Cina, terza prova (su 21) della stagione di Formula 1 che si disputera’ domenica sul circuito di Shanghai (56 giri per un totale di 305,066 chilometri). Girando con il tempo di 1’33″482, Hamilton ha preceduto due finlandesi, il ferrarista  Kimi Raikkonen, secondo con un ritardo di 7 millesimi, ed il compagno di scuderia Valtteri Bottas, terzo a 33, in un podio virtuale che conferma i valori espressi nella prima sessione del mattino. Quarta l’altra Rossa del tedesco Sebastian Vettel (+0″108), che rispetto alle prove inaugurali guadagna due posizioni, dimostrando di poter ridurre ulteriormente il gap con le Mercedes, da considerare le grandi favorite della corsa orientale. Raikkonen ha utilizzato Soft e Ultrasoft, Vettel ha girato su Medium e Ultrasoft. “Solito programma incentrato su sequenze di giri veloci seguite dai long run in configurazione gara”, fa sapere la scuderia di Maranello, partita alla grande in questo Mondiale che potrebbe rivelarsi ben più incerto di quelli del recente passato. Nel finale, la pioggia ha messo fine all’attività in pista. “Penso che in questo circuito sia importante il feeling con la pista e la macchina e trovare il giusto set up – il commento di Vettel, leader della classifica piloti – La pista e’ lunga e le gomme sono difficili da gestire, quindi tutto sommato sara’ dura. Siamo pero’ piuttosto vicini (alla Mercedes, ndr) e possiamo migliorare ancora. Penso che la SF71H abbia il passo, ma bisogna accertarsi che tutto sia a punto”. La sua ‘Rossa’ non e’ ancora quella ideale: “Non e’ ancora la macchina che mi piace, in Australia ho faticato di piu’ rispetto al Bahrain, e siamo alla ricerca dell’assetto ideale per far sprigionare la sua potenzialita’. Oggi e’ stata altalenante ma credo che nel pomeriggio sia andata meglio ed ero più contento. Spero di esserlo ancora di più domani”. “E’ andata piuttosto bene, anche se c’e’ stato traffico e potevo andare piu’ veloce sul giro secco – le parole di Raikkonen – Ci siamo fatti un’idea su di noi e vedremo cosa puo’ succedere domani. Non so se potremo lottare per la pole con la Mercedes”. E ancora: “E’ stato un buon venerdì e sono piuttosto contento del feeling che ho avuto con la macchina. Credo che abbiamo una buona base dalla quale partire. La macchina è stata ‘sincera’ sin dall’inizio, per cui è facile lavorare alla messa a punto di alcune cose. Nei long run non abbiamo mai avuto un’idea precisa della situazione a causa delle condizioni: ha iniziato a piovere e siamo dovuti rientrare, per cui è un po’ difficile sapere dove siamo. Oggi eravamo vicini, ma domani chissà come sarà il tempo; le cose possono cambiare parecchio da un giorno all’altro”. A completare la top ten del venerdì, la Red Bull dell’olandese Max Verstappen (1’33″823), la Renault del tedesco Nico Hulkenberg (1’34″313), la Haas F1 del danese Kevin Magnussen (1’34″458), la Renault dello spagnolo Carl Sainz Jr. (1’34″473), la Red Bull dell’australiano Daniel Ricciardo (1’34″557) e la McLaren dell’altro iberico Fernando Alonso (1’34″632). Domani l’ultimo turno di prove libere si terrà alle 11.00, ora locale, per poi lasciare spazio alle qualifiche alle 14.00.
(ITALPRESS).

LIVERPOOL AVVERSARIO ROMA IN SEMIFINALI CHAMPIONS

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di Giorgio La Bruzzo
PALERMO (ITALPRESS) – A 34 anni di distanza, la Roma ha la possibilità di fare pace col suo passato. Dopo l’impresa col Barcellona Dzeko e compagni trovano il Liverpool sulla strada per Kiev, con andata ad Anfield e ritorno all’Olimpico, come già successo con Shakhtar e blaugrana. La doppia sfida con i Reds non può che riportare la memoria alla finale dell’allora Coppa dei Campioni del 1984, quando all’Olimpico Neal portò in vantaggio gli inglesi prima del pari di Pruzzo, poi la lotteria dei rigori dove Grobbelaar innervosì i giallorossi: gli errori di Conti e Graziani regalarano la vittoria a Rush e compagni. Da allora le strade delle due squadre si sono incrociate in altre due occasioni: ottavi di finale della Coppa Uefa 2000-01, col Liverpool – poi alla fine vincitore del trofeo – che vince a Roma 2-0 con una doppietta di Owen e poi l’inutile successo giallorosso ad Anfield firmato da Guigou; la stagione dopo nuovo incrocio nella fase a gironi di Champions e 0-0 in Italia e 2-0 Reds Oltre Manica con le firme di Litmanen ed Heskey. Statistiche alla mano, nell’unica semifinale europea contro un’italiana il Liverpool è uscito sconfitto (3-1 ad Anfield contro l’Inter e poi 0-3 a San Siro nella Coppa dei Campioni ’64-65) e negli ultimi sei incroci ha vinto una sola partita a fronte di un pari e 4 sconfitte, le ultime due contro l’Udinese nella coppa Uefa ’12-13. Ma la storia lascia il tempo che trova: attualmente terzi in Premier a pari punti col Tottenham, i Reds hanno chiuso al primo posto un girone non impossibile con Siviglia, Maribor e Spartak Mosca, prima di far fuori Porto e soprattutto Manchester City.
(ITALPRESS) – (SEGUE).

Jurgen Klopp, che in carriera vanta una finale di Champions col Borussia Dortmund e una di Europa League col Liverpool, entrambe perse, è la guida di una squadra che dietro concede, nonostante l’arrivo a gennaio per 85 milioni di euro dell’olandese Van Dijk, ma davanti è devastante: anche dopo l’addio di Coutinho, Manè, Firmino e soprattutto l’ex giallorosso Salah (38 gol stagionali in 43 partite) sono l’incubo di qualsiasi difesa. “Abbiamo di fronte una squadra fortissima, che ha eliminato il City – avverte il ds giallorosso Monchi – Ma credo che in questo momento dobbiamo pensare a noi stessi e a fare quello che abbiamo fatto bene col Barcellona e continuare su questa strada”. Baldissoni auspica che il ritorno all’Olimpico sia ancora decisivo (“la spinta dei tifosi ha avuto un peso finora e speriamo possa avere un ruolo anche in questa semifinale”) e non nasconde che “una volta arrivati fin qui dobbiamo ambire a vincere e faremo tutto il possibile per riuscirci”. “Qualsiasi squadra che fa tre gol al Barcellona è una squadra incredibile”, commenta sull’altro fronte Ian Rush, che però confida nel tridente di Klopp: “abbiamo davanti giocatori in grado di segnare in qualsiasi modo”.

Nell’altra semifinale un classico ormai del calcio europeo, Bayern Monaco contro Real Madrid. I tedeschi, nelle ultime 4 stagioni, sono sempre stati eliminati per mano di formazioni spagnole e in due occasioni – 2014 e 2017 – sono stati proprio i blancos a stoppare i bavaresi. “Una fantastica sfida, gigantesca”, le parole di Jupp Heynckes, che la Champions l’ha vinta due volte, prima col Real nel 2008 e poi col Bayern nel 2013. E proprio nella stagione del ‘triplete’ coi bavaresi, “abbiamo affrontato Juve e Barcellona giocando la prima in casa, speriamo sia un buon segno”, aggiunge Heynckes visto che il primo round si giocherà all’Allianz Arena. Il Bayern – che oggi ha sciolto le riserve sul successore di Heynckes annunciando l’arrivo in panchina di Niko Kovac – cercherà anche di vendicarsi della polemica eliminazione di un anno fa, con l’arbitraggio di Kassai che penalizzò al ritorno l’allora squadra di Ancelotti.

Effettuato anche il sorteggio delle semifinali di Europa League, con le due grandi favorite che si ritroveranno contro, Arsenal e Atletico Madrid, mentre il Marsiglia di Rudi Garcia se la vedrà col Salisburgo reduce dall’incredibile rimonta sulla Lazio. Quella fra Gunners e Colchoneros – andata all’Emirates – è una sfida inedita ma i favori del pronostico pendono leggermente per la formazione di Simeone, di casa in Europa League: 22 vittorie nelle ultime 26 gare disputate e due trofei alzati. Marsiglia e Salisburgo, col primo round al Velodrome, si sono invece già affrontare nei mesi scorsi durante la fase a gironi: successo austriaco per 1-0 firmato da Dabbur nella gara d’andata e 0-0 in Francia.
(ITALPRESS).

DE LAURENTIIS ASPETTA SARRI “RINNOVO DIPENDE DA LUI”

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“Sarri ha un contratto fino al 2020, poi è stata una mia scelta, sono stato io che l’ho portato a Napoli, mi sono preso gli improperi da parte dei tifosi perché avevo portato lui a Napoli, ma poiché io ho le spalle molto grosse, ormai anche nel calcio dove non sapevo nulla mi sono fatto la mia esperienza, gli allenatori li ho sempre scelti io”. Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, a margine di una conferenza stampa a Roma, fa il punto sul futuro di Maurizio Sarri che finora ha rimandato qualsiasi discussione sul rinnovo. “I tifosi stessero tranquilli il Napoli non sarà mai messo in condizione di ritornare in serie B come è successo nel passato con precedenti presidenti. Il problema è duplice: ci sarà qualcuno che verrà a rompere le scatole? Accetterà Sarri? Queste sono domande che andranno fatte a lui, non a me. Noi il rinnovo lo abbiamo già proposto quando ci siamo incontrati in Toscana. Lui sa perfettamente come la penso, ha tutta la mia stima, quando vorrà firmare con eventuali sue richieste, perché noi siamo sempre democraticamente disponibili al negoziato e alla discussione, noi siamo qui. Perché devo andarlo a disturbare quando è concentrato a preparare una partita contro il Milan o contro l’Udinese? Credo che il problema sia importantissimo ma di secondaria importanza rispetto alle partite. Poi io sono sempre disponibile 24 ore su 24”. A chi gli chiedeva se ci fosse un piano B ha spiegato: “Io sono fatalista, perché devo pensare ai piani B, C o D? Poi secondo me ci sono solo piani A, non ci sono piani B. Già la parola B…”. rispondendo così a chi gli chiedeva se avesse un piano di riserve in caso di addio di Sarri.

Per quanto riguarda il format della Champions, De Laurentiis torna a parlare di Superlega. “Io rimpianti non ne ho mai, sono contento di aver partecipato. Bisognerebbe, però, rivedere il sorteggio monegasco quando fanno gli abbinamenti, perché capitare con il Real Madrid in prima battuta e capitarci al quarti di finale è ben altra cosa. Il percorso diventa più complicato. Bisognerebbe stabilire che le partite siano di meno, le squadre che competono nella Champions League siano di meno e che tutti si giochi contro tutti, come se fosse un campionato parallelo europeo, una specie di Superlega. La Uefa fa orecchie da mercante da anni, anche se adesso c’è un presidente molto intelligente e preparato, se riusciremo a convincerlo di modificare la Champions League bene, altrimenti noi come società dei club europei dovremmo creare un campionato alternativo a livello europeo”.

Il presidente del Napoli propone poi una sorta di nuova Coppa delle Coppe. “Io sono contro la coppa nazionale che è una perdita di tempo che compromette il campionato italiano, però la coppa nazionale c’è in tutti i Paesi e allora facciamo una Supercoppa dal 25 luglio al 10 agosto tra quelli che hanno vinto la coppa nazionale. Facciamo la supercoppa solo tra quelli che hanno vinto la coppa nazionale in Europa, un mini campionato che si svolga a partite secche durante il periodo che va dal 25 luglio al 10 agosto. Così riportiamo interesse, visto che si parte con i campionati dal 10 agosto. Questo potrebbe essere interessante e permetterebbe di mettere a vera prova i vari ritiri fatti, per vedere dove uno ha delle debolezze e dove è forte”. Infine, commentando lo sfogo di Andrea Agnelli a Madrid, si dice d’accordo su Collina e Var: “qui si tratta di dire: signori, sediamoci a un tavolo, parliamone. Quello che trovo disturbante è che sembra che siamo ancora a scuola quando ti mettono dietro la lavagna. Se siamo in un clima democratico – ha aggiunto – tutti possiamo parlare e dobbiamo parlare per migliorarci, che è il nostro scopo. La Var va benissimo in qualunque tipo di competizione, ma va migliorata, va estesa, serve un decalogo di come si utilizza la Var e ogni anno va messa a punto”.
(ITALPRESS).

KHEDIRA “FIERI DI NOI, RIGORE? ARBITRO NON ERA SICURO”

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Ingoiare il rospo, voltare pagina e concentrarsi su un’altra doppietta da centrare. Con questo spirito Sami Khedira e la Juventus si preparano ad affronntare la Sampdoria nel match di domenica e un finale di stagione che non avrà più gare di Champions. Il rammarico è tanto, ma anche l’orgoglio per la prestazione sfoderata al Santiago Bernabeu. “Giocare a Madrid e rimontare è quasi impossibile, l’abbiamo fatto per 90 minuti, ma a volte le partite durano di più – sottolinea il tedesco in un’intervista ai microfoni di Sky Sport e Mediaset -. A fine gara eravamo tristi e anche oggi è dura, dopo quella partita fantastica, che nessuno si aspettava, in cui abbiamo mostrato di essere una delle migliori squadre d’Europa. Questo è il calcio però e dobbiamo accettarlo e congratularci con il Real, che è una grande squadra. Siamo orgogliosi di quanto fatto, anche se siamo rimasti a mani vuote. Piangerci sopra e cercare scuse non serve, ora dobbiamo guardare avanti e concentrarci sullo scudetto e la Coppa Italia che sono due grandi obiettivi”. Giusto guardare avanti e pensare di portare a termine la missione campionato-Tim Cup, ma non si può non tornare su quel rigore che ha interrotto il sogno e che ha fatto infuriare i bianconeri. “Penso che sia una situazione in cui si può dare il rigore, ma non bisogna farlo. Nella mia opinione, all’ultimo minuto, devi essere sicuro al 100% che ci sia un fallo. Avrò rivisto le immagini 20 volte e guardando l’arbitro non era sicuro, aspetta due o tre secondi e poi decide per il rigore. E per concederne uno all’ultimo minuto di una partita così importante non devi avere dubbi”.
“Non era un rigore così chiaro e per questo a fine partita eravamo tutti arrabbiati, ma è normale e se non lo fossimo stati dovremmo smettere con il calcio”, ha aggiunto il centrocampista tedesco che poi si sofferma sulla Var. “Se devo essere onesto a inizio stagione non ne ero entusiasta, perché era un sistema nuovo e interrompeva il gioco per troppo tempo, ma ora sta migliorando e può aiutare il calcio a essere più giusto”. Domenica arriva la Sampdoria allo Stadium, all’andata i blucerchiati ne fecero tre ai bianconeri vincendo la partita e affrontarli dopo la delusione dell’eliminazione in Champions è un’insidia in più. “È nei momenti difficile che si vede se una squadra è grande ed è composta da grandi giocatori – sottolinea Khedira -. Nei primi due giorni si può essere feriti, ma dal terzo si deve guardare avanti e ritrovare la concentrazione, perché la stagione non è finita. Possiamo fare qualcosa di speciale, perché mai nessuno ha vinto sette scudetti e quattro Coppe Italia consecutive. Ora ci aspetta la Sampdoria, contro cui è arrivata l’ultima sconfitta in campionato e speriamo sia stata anche l’ultima della stagione. Non sarà semplice, perché veniamo da un quarto di finale di Champions molto duro e giochiamo contro un’ottima squadra e poi c’è il Crotone: abbiamo visto già con il Benevento quanto sia difficile giocare contro squadre che combattono per la salvezza. In questo momento queste due partite sono più importanti di quella con il Napoli. Poi certo, quella sarà una grande partita per tutti gli amanti del calcio. Giocheremo a casa nostra, con i nostri tifosi che ci daranno un grande supporto”.
(ITALPRESS).

IL ‘BEARZOT’ A DI FRANCESCO, BATTUTO INZAGHI NEL DERBY

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Eusebio Di Francesco batte Simone Inzaghi, ma il derby di campionato in programma domenica prossima non c’entra nulla. L’allenatore giallorosso è il vincitore dell’ottava edizione del premio Enzo Bearzot dopo un testa a testa con il collega biancoceleste risoltosi al fotofinish questa mattina, quando la giuria presieduta dal commissario straordinario della Federcalcio, Roberto Fabbricini, ha optato per la scelta finale. La rosa degli allenatori favoriti prevedeva anche un terzo nome, Roberto Mancini, mentre in origine altri tre tecnici erano stati nominati come possibili vincitori: Marco Giampaolo, Gian Piero Gasperini e Luciano Spalletti. “Coraggioso, caparbio e tenace. Diventato mister, Eusebio Di Francesco ha saputo mettere insieme la voglia di fare calcio propositivo dell’antico maestro Zeman con la concretezza praticata da Fabio Capello. Valori tattici e valori umani dimostrati anche partecipando a tante iniziative benefiche, pure al fianco dell’US Acli”: queste le motivazioni che hanno portato alla scelta dell’allenatore della Roma, che nell’albo d’oro succede a Cesare Prandelli, Walter Mazzarri, Vincenzo Montella, Carlo Ancelotti, Massimiliano Allegri, Claudio Ranieri e Maurizio Sarri. “E’ stata una decisione molto sofferta – ha confessato Fabbricini – Quest’anno sarebbero serviti due premi Bearzot, ma lo straordinario percorso europeo della Roma ha fatto la differenza”.
Ad annunciare il vincitore è stato Damiano Lembo, presidente dell’Unione Sportiva Acli: “Lo scopo di questo premio è quello di creare una sintesi tra lo sport di vetrina e lo sport di chi si trova ad andare sui campi ogni domenica con i propri figli”. Il riconoscimento, promosso appunto dall’Us Acli in collaborazione con la Figc, da quest’anno ha anche introdotto una novità: un premio a un arbitro in memoria di Stefano Farina, ex fischietto italiano scomparso nel maggio del 2017. La scelta è ricaduta su Fabio Maresca, trentasettenne direttore di gara della sezione di Napoli, che ha fatto il suo esordio in Serie A il 18 maggio 2014 in Lazio-Bologna. “Un giovane arbitro è un patrimonio per il futuro”, ha sottolineato il presidente dell’Aia Marcello Nicchi. Il premio Bearzot sarà consegnato il prossimo 21 maggio alle 12.30 nella tradizionale cerimonia organizzata al Salone d’Onore del Coni, alla presenza del numero uno dello sport italiano Giovanni Malagò.
(ITALPRESS).

POLE PER VETTEL IN CINA, PRIMA FILA TUTTA ROSSA

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Il mondo alla rovescia. In Cina come in Bahrain, anzi meglio. Perchè per il secondo Gran Premio consecutivo la prima fila si tinge di rosso, le due Mercedes finiscono dietro e con distacchi mai visti in qualifica da qualche anno a questa parte. La Ferrari compie un altro capolavoro, confermando quanto di buono visto in questo avvio di stagione. La SF71H dimostra una volta di più di essere competitiva non solo in gara, regalando a Sebastian Vettel la 52esima pole della carriera, con Kimi Raikkonen che domani lo affiancherà sulla griglia di partenza. Complici anche le temperature più fredde rispetto a ieri, le due Rosse dominano le ultime libere e fanno la voce grossa anche al pomeriggio: il tedesco, con un ultimo tentativo ai limiti della perfezione, soprattutto nel settore finale, fa segnare il nuovo record della pista in 1’31″095, soffiando il miglior tempo al compagno di squadra per appena 87 millesimi. “C’era parecchio vento e non è stato semplice trovare il feeling giusto ma quando la macchina è veloce e funziona ti dà fiducia e questo aiuta”, confessa. “La qualifica non è stata male ma non abbastanza per andare in pole”, incassa un po’ amareggiato Raikkonen, che già sentiva in tasca la prima piazza sulla griglia che gli manca da Montecarlo. Ma per il Cavallino c’è solo da esultare, anche oltre le attese tanto che lo stesso Vettel ammetterà: “Non ci aspettavamo di essere così forti rispetto a Mercedes e Red Bull”.

Già, perchè le due Frecce d’Argento finiscono a oltre mezzo secondo, 530 millesimi il gap di Valtteri Bottas, 580 per Lewis Hamilton, come a Sakhir più lento del compagno di squadra. “Loro avevano più grip”, si giustifica il finlandese, “non abbiamo trovato la temperatura giusta delle gomme ma le Ferrari avevano una potenza maggiore”, taglia corto il quattro volte iridato che spera domani nel sole per ricucire il gap. Domani, infatti, è previsto un asfalto più caldo e questo potrebbe permettere a Hamilton di essere più vicino “anche se le Ferrari sono forti anche in quelle condizioni”, mette le mani avanti. Il Cavallino, che non centrava una doppia prima fila tutta rossa dal 2006 (Usa-Francia, le ultime due pole della carriera di Michael Schumacher), ha tra l’altro deciso di adottare per domani la stessa strategia della Mercedes: partenza con le soft per puntare a effettuare una sola sosta. Ma con le gialle, nel Q2, Hamilton è stato più veloce. Occhio anche alle Red Bull, entrambe in terza fila. Ricciardo, messo in pista in extremis dopo i problemi al motore nelle ultime libere, partirà dalla sesta piazza ma adotterà, come Verstappen, una strategia aggressiva: “i primi 2-3 giri saranno importanti per noi per attaccare. Loro faranno forse una sosta, soft-medium, noi andremo per due, ultrasoft-soft-soft”. Bene le due Renault, che portano fra i primi dieci sia Nico Hulkenberg (settimo) che Carlos Sainz (nono), quarta fila per Sergio Perez su Force India e quinta per Romain Grosjean, che salva la giornata della Haas dove Kevin Magnussen non riesce a confermare l’exploit del Bahrain e si ferma nel Q2 mentre peggio fa Gasly, tanto sorprendente una settimana fa con la sua Toro Rosso quanto in difficoltà oggi, fuori gioco già nella prima manche. Annaspano anche le McLaren, con Fernando Alonso e Stoffel Vandoorne che devono accontentarsi della settima fila.
(ITALPRESS).