“Delle due gare che ci attendono questa settimana, la più decisiva è quella di domani. Arrivare con 6 punti allo scontro diretto è un vantaggio importante”. Per Massimiliano Allegri è la trasferta di Crotone a contare di più dello scontro diretto col Napoli in programma domenica. Anche se per molti la Juve ha già messo le mani sullo scudetto, “per i festeggiamenti servono quattro vittorie. Il Crotone sta bene, ha perso immeritatamente a Genova, giocare lì è sempre complicato. Bisogna venire via da lì con i tre punti. Quelli che abbiamo non bastano per il campionato. Il Napoli è ancora in lotta, lo scudetto è l’unico obiettivo che hanno e faranno di tutto per riaprire il campionato e vincerlo ma noi dobbiamo farci trovare pronti, lo scudetto non ci deve sfuggire”. Per quanto riguarda la formazione, “Barzagli è a disposizione, Pjanic no. Devo valutare se convocare Bernardeschi o meno, ci sarà ancora qualche cambio. Higuain diffidato? Della diffida non me ne frega niente, se Higuain sta bene domani gioca. La partita da vincere è quella di domani”. In porta ci sarà Szczesny ma “la serata di Madrid ha fatto bene a Buffon, gli ha dato una bella scarica di adrenalina. I campioni vivono di questo, se tutto fosse calmo e piatto ci si addormenterebbe”, assicura Allegri, infastidito dalle scintille fra Maurizio Crozza e Mehdi Benatia, che via Instagram ha risposto a muso duro al commento del comico sulle sue dichiarazioni post Madrid. “Giudicare dall’esterno non è mai semplice. E’ una settimana che tutti parlano del post-partita, in tanti hanno cavalcato l’onda ma ora basta. Dobbiamo stare zitti, tenere il profilo basso e centrare i due obiettivi. Queste cose non fanno altro che disperdere enegie da parte nostra e noi abbiamo bisogno di energie da mettere in campo. Qualunque cosa succeda o dicono fuori dal campo non ci deve toccare, noi dobbiamo solo vincere il campionato e la Coppa Italia. Multa per Benatia? Di queste cose se ne occupa la società”.
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ALLEGRI “A CROTONE GARA PIÙ DECISIVA CHE CON NAPOLI”
DI FRANCESCO AVVISA ROMA “TESTA SOLO AL GENOA”
Fra una settimana la Roma volerà ad Anfield per giocare l’andata della semifinale di Champions contro il Liverpool ma l’Europa che conta passa anche dalla sfida di domani contro il Genoa. La lotta per terzo e quarto posto, che garantiscono il pass per la Champions della prossima stagione, è più aperta che mai con Lazio e Inter e i giallorossi non possono permettersi passi falsi. Ecco perchè Eusebio Di Francesco tiene a precisare che quella di domani coi rossoblù è “una gara importante, determinante. Se sbagliamo c’è una partita di meno per rimediare, il margine di errore si abbassa”. La Roma avrà di fronte un Genoa che “ha subito pochissimi gol da quando c’è Ballardini. È una squadra molto solida, quadrata, è una partita da preparare nel migliore dei modi senza pensare ad altro. Cambierò qualcosina ma metterò gente fresca, forze nuove per cercare di prevalere sul Genoa”. Un turnover ragionato, insomma, con Under ed El Shaarawy che potrebbero trovare spazio dal primo minuto. “Della formazione non voglio parlare, ma sono due giocatori che potrebbero essere della partita. El Shaarawy si è allenato con grandissima continuità, Under è rientrato da pochissimo ma i due spezzoni contro Barcellona e Lazio gli hanno dato la continuità per affrontare al meglio una gara intera”.
Da valutare Manolas e Perotti ma se il greco è recuperabile, per il secondo è probabile che Di Francesco lo ritrovi per la sfida con la Spal. Farà invece gli straordinari Dzeko: “è un giocatore fondamentale e anche domani sarà della partita”. Rimanere in corsa su più fronti fino alla fine non è semplice e non è solo una questione di alternative. “E’ tutto un insieme di cose – osserva Di Francesco – La rosa è importante ma anche la mentalità, l’abitudine. Dobbiamo essere svelti e svegli nell’interpretare al meglio la situazione, capire che tutte le partite sono importanti. Ma vedo nei ragazzi grande disponibilità e mi auguro che le risposte sul campo seguano le mie sensazioni del momento”. Il fatto che siano arrivati solo due punti nelle ultime tre partite di campionato non è un campanellino d’allarme tale da fare preoccupare. “Tutte le partite hanno una storia a sè. Abbiamo creato tanto e concretizzato poco e in questo dobbiamo migliorare, dobbiamo trattare tutte le partite allo stesso modo ma è un percorso. A volte abbiamo affrontato le gare in maniera sbagliate, altre ci è mancato un po’ di malizia ma dobbiamo affrontare una gara per volta con grande determinazione e anche per questo domani manterrò una base di squadra per dimostrare quanto sia importante la gara. Domenica avevamo ancora la testa al Barcellona? Non abbiamo affrontato il derby pensando che fosse una passeggiata, forse lo ha fatto l’ambiente esterno – la replica un po’ stizzita del tecnico – C’era grande rabbia da parte degli avversari, che hanno dimostrato anche in altre occasioni di avere qualità importanti. Noi siamo stati meno bravi di loro perchè abbiamo portato la gara nella loro direzione ma è prematuro dopo una sola partita dire che la squadra pensi ancora al Barcellona. Quello è un momento di crescita ma non bisogna fermarsi lì”.
Di Francesco si sofferma infine su due giocatori arrivati in estate e finora al di sotto delle aspettative, Schick e Gonalons. Il primo esce male dal confronto col più giovane Under “ma dipende anche dal carattere, dal modo di vivere certe situazioni”. “Patrick ha vissuto l’inizio di questa avventura con un maggiore peso e un atteggiamento differente ma è cresciuto tantissimo. Forse sono stato un po’ frettoloso io nel rimetterlo in campo contro la Lazio ma è in grandissima crescita per atteggiamento, per disponibilità. Ci farà vedere il giocatore che è, gli manca il gol ma una volta che si sbloccherà, ci toglieremo grandi soddisfazioni”. E parole al miele arrivano anche per l’ex Lione: “Gonalons ha dimostrato di avere delle qualità ma ogni suo errore viene evidenziato maggiormente perchè determinante. Noi lo dobbiamo aiutare, ha mezzi importanti per giocare a determinati livelli e anche la gente deve supportarlo. Abbiamo bisogno di tutti, non dobbiamo storcere il naso al primo errore”.
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INTER TRAVOLGE CAGLIARI 4-0 E VOLA AL TERZO POSTO
L’Inter spazza via il Cagliari e vola almeno per una notte al terzo posto solitario, a +2 da Lazio e Roma in campo domani: a San Siro, comodo 4-0 per gli uomini di Spalletti contro una formazione, quella sarda, che non ha opposto la benchè minima resistenza, troppo con la testa alla sfida di domenica contro il Bologna. Del tutto inoperoso Handanovic. Di Cancelo, Icardi, Brozovic e Perisic le reti dell’Inter, che interrompe il digiuno da gol (lungo tre partite) dopo neanche 3’: punizione al veleno di Cancelo, Gagliardini e Icardi non toccano ma il loro movimento inganna Cragno, 1-0. Perisic e Karamoh (anche una traversa per il franco-ivoriano) sfiorano l’immediato raddoppio, così come Gagliardini e Rafinha. Cagliari in grave difficoltà, anche perché Lopez – già privo degli squalificati Barella e Cigarini – mantiene inizialmente in panchina sia Faragò che Pavoletti. La brutta notizia per Spalletti è l’infortunio alla coscia di Gagliardini (dentro Borja Valero) nel finale del primo tempo, quando Icardi manca il 2-0 per l’intervento decisivo di Castan. Il capitano firma però il gol numero 25 in avvio di ripresa, concretizzando sottomisura il ricamo di Rafinha: record personale per Icardi, che era a secco da oltre 330 minuti. Giochi chiusi allo scoccare dell’ora di gioco: magia di Brozovic, Cragno battuto per la terza volta. Il Cagliari non abbozza alcuna reazione e l’Inter ne approfitta per divertire San Siro: tacco di Perisic, Cragno dice no a Karamoh, poi Icardi manca la doppietta di testa. Ci starebbe forse anche un rigore per mani di Andreolli, ma Pasqua neanche dopo il controllo alla Var si convince. Finale con traversa di Perisic e parata di Cragno su Icardi, al 90’ ecco il poker del croato: finisce 4-0, l’Inter riprende di slancio la corsa verso la Champions League.
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PLAY-OFF NBA, BIS DI RAPTORS, CELTICS E PELICANS
La legge del bis in gara-2. Nei tre match play-off Nba disputati nella notte italiana, Toronto, Boston e New Orleans vincono e si portano sul 2-0 ai danni, rispettivamente, di Wizards, Bucks e Blazers.
In Canada i Raptors giocano una gran partita battendo 130-119 Washington e facendo registrare il proprio record di punti nei play-off. Il grande protagonista è DeMar DeRozan che mette a referto 37 punti, 5 rimbalzi e 4 assist. Decisivo anche il contributo di Valanciunas (19 punti e 14 rimbalzi), Lowry (13 punti e 12 assist) e Miles (18 punti). In doppia cifra anche Wright (11) e Ibaka (10), mentre per gli ospiti sono 29 i punti di Wall e 20 quelli di Scott.
Sul 2-0 anche i Boston Celtics che battono in casa Milwaukee 120-106 con Jaylen Brown che fa registrare al suo attivo 30 punti, mentre ne fa 23 Terry Rozier che regala anche 8 assist ai compagni. In doppia cifra anche Morris (18), Horford (16), Monroe (12) e Larkin (11). Ai Bucks non bastano i 30 punti di Giannis Antetokounmpo (per lui anche 9 rimbalzi e 8 assist) e i 25 di Khris Middleton per evitare la seocnda sconfitta in altrettante partite.
Raddoppiano pure i Pelicans che vincono 111-102 sul parquet dei Portland Trail Blazers. Scatenato Jrue Holiday, che fa registrare al suo attivo 33 punti e 9 assist, solito eccellente contributo da parte di Anhtony Davis (22 punti e 13 rimbalzi).
Per New Orleans, che adesso può chiudere la serie in casa, in doppia cifra anche Mirotic (17) e Rondo che sfiora la tripla doppia mettendo a referto 16 punti, 10 rimbalzi e 9 assist. Per Portland adesso diventa durissima, ma McCollum (22 punti), Lillard (17) e compagni non intendono mollare, ma bisognerà vincere in trasferta per restare in corsa.
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CEFERIN “ANCORA PRESTO PER VAR IN CHAMPIONS”
“La Champions è come una Ferrari o una Porsche: non puoi guidarla subito, servono allenamenti, test offline. E tutti devono capire come funziona”. In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport il numero 1 del calcio europeo, Aleksander Ceferin, spiega perchè per la Uefa “è presto per la Var. Non significa “mai”, il processo è ineluttabile, l’avremo un giorno in Champions League. Ma non c’è fretta”. Anzi a dir la verità il presidente ha anche “qualche timore per il Mondiale, dove avremo arbitri che non hanno mai diretto con la Var. Spero non succedano scandali o problemi. Ma è un torneo unico, è più facile, come è più facile il campionato con tutti arbitri italiani o tedeschi. Anche la Premier League però ha posticipato. E la Champions è diversa e a me non importa che si dica ‘con Ceferin la Var è entrata in Champions’. Introdurla agli ottavi? Non sono per i cambi a torneo in corso, le regole devono essere le stesse dall’inizio alla fine. Altrimenti qualcuno potrebbe dire ‘se c’era la Var due mesi fa…’. Ma poi in Real-Juve cosa sarebbe cambiato? Niente. C’è chi l’ha vista 20 volte quell’azione, io 50, ma per metà è ancora rigore e per l’altra metà no. In City-Liverpool, invece, sul gol annullato poteva essere utile. Ma poi ci sono altri problemi. Di regole, da avvocato conosco le leggi ma anche il fatto che vanno interpretate. Prendiamo il fuorigioco: seguendo alla lettera le regole di oggi, uno che ha il naso lungo sarebbe sfavorito anche se il naso non lo aiuta a far gol. Dobbiamo valutare le regole e, se serve, chiarirle prima. Realisticamente, nella stagione 2019-2020 potremmo avere la Var in Champions e all’Europeo”.
“I limiti della Var? Non tutto è chiaro per tifosi e arbitri: non ce lo possiamo permettere. Poi ho visto alcune situazioni comiche in Germania, FA Cup e anche Italia: per il top dei top dello sport ci vuole il top dei top delle regole. Il tempo deve scorrere veloce e non possiamo farci prendere dal populismo. Dobbiamo risolvere i problemi, non compiacere qualcuno”.
Ceferin accetta di parlare del finale incandescente di Real-Juventus e anche del post-partita, bacchettando seppur comprendendo Gigi Buffon. “Quello che ha detto non è giusto, non doveva. Però, dal punto di vista di chi ha giocato, capisco la frustrazione e la delusione di chi perde una partita su un rigore al 93’. Senti di aver perso l’occasione. Buffon si può capire”. Il presidente Agnelli, invece, ha puntato il dito sul designatore Collina. “Ho parlato subito con Andrea – rivela Ceferin – e so che ha agito comunque da gentiluomo qual è: non ha insultato nessuno né è stato aggressivo. Anche il delegato ha confermato. Aveva la stessa frustrazione di Buffon e, sebbene presidente, non poteva nascondere le emozioni. Però Collina non ha colpe. È come l’allenatore che sceglie la squadra: seleziona i migliori per vincere, poi possono succedere cose controverse: ma lui che colpa ne ha? E poi non mi sembra sia assolutamente il caso di cambiare designatore, i cicli non sono un problema: Collina mi piace, ha dato tanto all’Uefa, non interferisco mai, decide lui con la sua grande professionalità. Vanitoso? No comment, ma ha il mio totale supporto”. In ogni caso Ceferin assicura che quanto avvenuto non rischia di peggiorare i rapporti (“Mai stati migliori di oggi”) tra Uefa ed Eca di cui Agnelli è presidente. “Sarebbe ben strano se bastasse una decisione arbitrale per farli cambiare”.
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SPETTATORI COME GIOCATORI, LA PROMESSA DEL VIRTUALE
La realtà virtuale promette di chiudere in un solo colpo le discussioni da bar, reale o meno che sia: ma come ha fatto quel giocatore a sbagliare quel colpo? “Si immagini uno spettatore che vede esattamente quello che vedono gli atleti, è una trasformazione rispetto a come pensiamo lo sport oggi”. Parole di Brian Krzanich, CEO di Intel, a margine dell’attività che il colosso americano sta svolgendo nel campo della realtà virtuale con leghe quali NBA, MLS o NFL. “Non si tratta di una camera indossata dai giocatori, ma di una simulazione in tempo reale”. Realtà virtuale, cioè, o quella ricostruzione in 3D che promette di essere “The Next Big Thing” quanto a distribuzione di contenuti media.
Sono più d’uno gli esempi di VR in occasione di eventi sportivi: l’NBA in partnership con Samsung Gear VR e Google Daydream (i visori necessari per l’immersione nella realtà virtuale), il cricket in India, e adesso anche il calcio e la FIFA in particolare, con i Mondiali in arrivo in estate. In America Latina, l’operatore pay DirectTV trasmetterà tutte le 64 partite in virtual reality. In India, l’IPL, il torneo di cricket con audience da 700 milioni di persone, Star TV (il broadcaster che ha battuto Facebook nell’asta per i diritti di trasmissione con un’offerta da 2,55 miliardi di dollari), ha raggiunto un accordo con Hotstar per mandare in onda le partite in 3 dimensioni in live streaming.
In Canada Eyelive Media ha trasmesso una gara di ippica con vista direttamente dalla sella del fantino. “Chi non vuole correre in tutta sicurezza sul dorso di un cavallo?”, ha commentato la jockey protagonista della gara di Toronto, Emma-Jayne Wilson.
Il tennis vi ha fatto ricorso con Rafa Nadal e il gigante della telecomunicazione spagnola, Telefonica tramite Movistar. Lo scopo era sfidare il campione di Maiorca (“Nadal Challenge” è infatti il nome dell’applicazione), grazie a un suo video a 360° piazzato contro uno sfondo verde e 300 foto in 3D per ricreare l’atmosfera della partita vera. Il tour del campione ha permesso ai fans di sfidarlo dal vivo, mentre lui stesso ha introdotto la possibilità nella propria Accademia. In Giappone sono andati perfino oltre, sviluppando una soluzione che dia l’illusione di tenere in mano una racchetta. I controller, cioè, sono basati su un’illusione tattile, il giocatore (virtuale) non tiene la racchetta in mano ma è come se ce l’avesse, concetto noto in psicologia.
Nel football americano infine le virtù della virtual reality sono state apprezzate in prima persona da Teddy Bridgewater, ex dei Vikings oggi a New York. Il grave infortunio al ginocchio subito ad agosto 2016 lo costrinse a saltare la stagione e per tornare a giocare utilizzò anche la VR. Nella stanza a questo scopo dell’impianto di allenamento di Minnesota, Bridgewater ripeteva le meccaniche del giocatore, da infortunato, senza sudare né lanciare una palla, allenando la mente prima del corpo.
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ROSSI CERCA RISCATTO “CON FIDUCIA AD AUSTIN”
Mettersi alle spalle polemiche e tensioni, concentrrarsi solo sul prossimo weekend e cercare di ottenere il meglio dalla sua Yamaha. Con questo spirito Valentino Rossi si appresta a vivere il terzo appuntamento del Mondiale in programma ad Austin. Una gara che arriva due settimane dopo il caldo Gp argentino che per il “Dottore” si è chiuso negativamente dopo lo scontro con il pilota della Repsol Honda e rivale di sempre, Marc Marquez. Il nove volte campione del team Movistar Yamaha è costretto a rincorrere in campionato per colmare, su un tracciato poco adatto alla sua M1, quei 22 punti che lo staccano dalla vetta. “Dopo una gara complicata come quella in Argentina, torniamo in pista e questo è importante – ha spiegato Valentino Rossi -. Abbiamo da lavorare per migliorare le prestazioni della nostra M1 e ogni sessione sarà cruciale. La pista texana è molto impegnativa, per me e per le caratteristiche della nostra moto. Ma proprio per questa ragione dobbiamo impegnarci a fondo per raggiungere il miglior livello e fare progressi dal primo giorno di libere. Ho fiducia, tutto può accadere in Texas. Non è stato un grande inizio di stagione, spero di fare una buona gara e sicuramente darò il massimo”. Domani Rossi è atteso in conferenza stampa, parlerà anche Marc Marquez ma in orari diversi e c’è da scommettere che l’argomento principale sarà quanto accaduto in Argentina.
Ad Austin, ovviamente, anche Maverick Vinales, compagno di team di Valentino Rossi che si concentra sulla sua gara e sulla pista texana. Quinto in Argentina e quarto in classifica generale, lo spagnolo è consapevole che ci sono tanti progressi da fare: “arriviamo ad Austin sapendo che c’è da lavorare per migliorare la moto, siamo arrivati al terzo Gran Premio e non possiamo permetterci errori. Dobbiamo lottare per la vittoria con tutte le nostre forze. Non ho un buon ricordo del Gp dello scorso anno, perché sfortunatamente sono caduto all’inizio della gara, quindi quest’anno voglio essere in grado di rimanere in testa per tutta la gara e chiudere sul podio. Mi piace molto il circuito, cercherò di dare il 100% e di godermi il GP il più possibile”.
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JUVE FERMATA SUL PARI A CROTONE, NAPOLI A -4
In una serata che non ti aspetti si apre ancora una volta la lotta scudetto. La Juve “inciampa” a Crotone dove coglie solo un pari, il Napoli vince in rimonta contro l’Udinese portandosi a -4 dai bianconeri. Il tutto a quattro giorni dal big match tra Juve e Napoli che potrebbe ridurre al lumicino il divario tra le due protagoniste di questo torneo.
La rete di Alex Sandro dopo 16′ sembrava spianare la strada alla squadra di Allegri che ha invece sofferto la veemenza dei calabresi, mai domi, capaci di pareggiare nella ripresa con Simy autore di una pregevole rovesciata in piena area.
Il Napoli conquista tre punti al San Paolo, ma soffre e va sotto due volte contro l’Udinese (la seconda al 55′), ma alla fine riesce a fare bottino pieno. Jankto e Ingelsson hanno illuso in due occasioni la squadra di Oddo, ridimensionata da Insigne, poi da Albiol, prima di dilagare con Milik e Tonelli.
La Roma sfrutta al meglio il fattore campo e batte il Genoa riprendendosi il terzo posto in classifica scavalcando l’Inter. I giallorossi hanno trovato il vantaggio con il turco Under ed hanno radoppiato nella ripresa grazie ad un’autorete di Zukanovic sugli sviluppi di un corner. Lapadula l’ha solo riaperta (2-1 finale).
Gol e tante emozioni al Franchi con la Lazio che vince 4-3. Tre espulsi dopo 36′ (Sportiello, Murgia e il tecnico Inzaghi), tanti interventi della Var ed alla fine i tre punti vanni ai biancocelesti. Non basta ai viola la tripletta di Veretout (uno su rigore) incastrata nei gol biancocelesti con Luis Alberto (doppietta), Caceres e Felipre Anderson.
Finisce 1-1 il match di Torino tra granata e Milan. Dopo 4′ la traversa respinge un penalty calciato da Belotti, poi è Bonaventura a segnare il vantaggio milanista e tocca a De Silvestri (espulso nel finale) nella ripresa pareggiare i conti.
Vittoria in extremis firmata da Zapata (49′ della ripresa) per la Sampdoria contro il Bologna e sogno Europa League che continua per la squadra di Giampaolo.
Una rete di Lemos regala al Sassuolo un’importante vittoria in casa del Verona che non sfrutta il turno casalingo e rimane penultimo, mentre pareggiano senza reti Spal-Chievo. Per i ferraresi si tratta dell’ottavo risultato utile consecutivo.
L’Atalanta passa al Vigorito battendo il Benevento 3-0. La formazione di Gasperini non offre la miglior versione di sè, almeno per un tempo, ma il gol di Freuler spiana la strada e nella ripresa il 19enne gambiano Barrow e il Papu Gomez affondano un Benevento sempre più sull’orlo del burrone e oggi meno combattivo che in altre occasioni.
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