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SPAL-ROMA 0-3 E GOL SCHICK, OK SASSUOLO, MILAN KO

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Tre gol, tre punti e terzo posto solitario, almeno per una notte. Nonostante un vasto turnover in vista di Liverpool (fuori Dzeko, De Rossi, Florenzi e Kolarov, Perotti e Under entreranno nella ripresa), la Roma fa la voce grossa sul campo di una Spal che interrompe bruscamente la serie di otto risultati utili consecutivi, ma che comunque potrà giocarsi le sue chance di salvezza fino all’ultimo. Un’autorete di Vicari spiana la strada agli uomini di Francesco, che dilagano nella ripresa con Nainggolan e l’attesissimo gol di Schick, al primo centro in A con la maglia giallorossa. Insomma, soltanto buone notizie per la Roma, che si avvicina nel migliore dei modi al grande appuntamento di Anfield. Nel caldo pomeriggio di Ferrara la Spal prende inizialmente campo e, dopo il tentativo (alto) di Lazzari, reclama per un contatto sospetto Fazio-Antenucci in area: sorvola Tagliavento (e il Var non lo contraddice) che ne ammonisce già tre nel giro di un quarto d’ora (Vicari, Strootman ed Everton Luiz). Col passare dei minuti la Roma, già pericolosa in avvio con Jonathan Silva, all’esordio, comincia ad aumentare i giri. A un soffio dal vantaggio la squadra di Di Francesco al 22’: errore di Cionek, il destro di El Shaarawy sibila vicinissimo al palo. Col passare dei minuti i giallorossi trovano migliori automatismi, con il Faraone e Nainggolan più nel vivo del gioco: il belga chiude alla perfezione lo scambio con Pellegrini, limitato in extremis da Felipe. Al 33’ la Roma passa: pressing fruttuoso di Schick, Strootman innesca Pellegrini che crossa in mezzo e Vicari, tentando di anticipare l’olandese, beffa Meret. Grassi per Vicari (infortunato), Semplici passa al 4-4-2 ma la Spal soffre, tenuta a galla da Meret due volte prima dell’intervallo: prima sull’offensiva di Pellegrini, tra i più attivi, poi sulla girata ravvicinata di El Shaarawy, liberato da un’invenzione di Schick. Spreca quindi Nainggolan. Al rientro, Semplici torna a tre in difesa con Simic per Schiattarella. Ma il leitmotiv è sempre lo stesso: la Roma attacca e la Spal arranca, inevitabile arrivi il raddoppio. Lo firma Nainggolan, con un diagonale preciso dopo una respinta corta della difesa biancazzurra: 0-2 e testa che forse comincia a volare a Liverpool. Sale in cattedra Alisson: gran parata del brasiliano sul diagonale di Paloschi, per la prima volta vincitore nel duello con Fazio e Manolas. Solo un lampo. Perché la Roma dilaga. Meret vince di nuovo il duello con El Shaarawy ma nulla può sulla prima gioia stagionale di Schick: preciso il cross di Pellegrini, colpo di testa del ceco e match in ghiaccio dopo un’ora di gioco. Ci tenta in ogni modo El Shaarawy (che centrerà anche un palo), dall’altra parte Alisson alza il muro su Antenucci. La Roma vince d’autorità. E ora, sotto con il Liverpool. Per inseguire ancora un sogno. 

Ottavo risultato utile consecutivo e salvezza in cassaforte per il Sassuolo. Nel secondo anticipo della 34ª giornata di Serie A la squadra di Iachini batte per 1-0 la Fiorentina e sale a quota 37 punti in classifica, 14 dei quali conquistati nelle ultime otto gare con tre vittorie e cinque pareggi. Un ruolino di marcia eccellente che mette il Sassuolo al riparo da brutte sorprese nell’ultimo mese di campionato, mentre la Fiorentina vede complicarsi la rincorsa al settimo posto, con ogni probabilità l’ultimo valido per la qualificazione in Europa League. Al Mapei Stadium, del resto, i viola non fanno nulla per evitare la sconfitta. Il Sassuolo parte meglio e al 4’ arriva subito alla conclusione con Adjapong, un destro neutralizzato in due tempi da Dragowski. La partita stenta a decollare, forse per il primo caldo arrivato anche a Reggio Emilia, più probabilmente per gli impegni infrasettimanali che hanno tolto tante energie a entrambe le squadre, soprattutto alla Fiorentina che mercoledì sera ha giocato per tutta la partita in dieci contro la Lazio. Gli uomini di Stefano Pioli dovrebbero attaccare ma non riescono mai a rendersi pericolosi, commettendo moltissimi errori tecnici e anche tattici: per informazioni chiedere a Dabo che, dopo aver ricevuto la prima ammonizione al 6’ per un fallo su Missiroli, commette un’ingenuità alla mezz’ora fermando la corsa di Berardi e lasciando la sua squadra ancora una volta in dieci. Ne approfitta il Sassuolo: senza rischiare di scoprirsi, perché in fondo anche un punto sarebbe importante nella corsa salvezza, al 40’ i padroni di casa trovano il gol vittoria con una fiammata del solito Politano, alla quinta rete nelle ultime cinque giornate, un sinistro dal limite dell’area che non lascia scampo all’incolpevole Dragowski. Nella ripresa Pioli prova a cambiare qualcosa per regalare forze fresche alla sua squadra mandando in campo dopo pochi minuti Simeone e Gil Dias. La Fiorentina cerca di alzare i ritmi, ma il Sassuolo controlla il match senza problemi e al 59’ va vicino al raddoppio ancora con Politano, fermato da Dragowski in uscita. Il portiere degli ospiti è bravo anche al 70’, quando respinge il pericoloso destro del nuovo entrato Ragusa, mentre l’unica buona occasione creata dai viola è un contropiede quattro contro tre concesso dal Sassuolo: Simeone porta avanti il pallone per trenta metri e alla fine tenta anche il destro dalla distanza, senza però impensierire Consigli. Nel finale Matri potrebbe raddoppiare e chiudere i conti, ma in fondo al Sassuolo va bene così: con la seconda vittoria consecutiva dopo il successo ottenuto sul campo del Verona, la salvezza è ormai cosa fatta.

Nel terzo anticipo della 34esima giornata di Serie A, il Benevento viola il ‘Meazza’ battendo il Milan per 1-0 con la rete decisiva di Iemmello al 29′. Rispetto alla trasferta di Torino, sono Calabria, André Silva e Cutrone le novità che propone dal primo minuto mister Gattuso, che opta per il 4-4-2 con davanti il duo Silva-Cutrone. De Zerbi replica con il tridente composto da Brignola, Iemmello e Djuricic. Contro i rossoneri, all’andata, i campani conquistarono il loro primo punto in A e così, forti di questo ricordo, gli ospiti approcciano al meglio il match, rischiando di passare al 16′ su un retropassaggio suicida di Rodriguez sul quale si salva Donnarumma. Il gol del Benevento è solo rimandato al 29′: Viola serve in profondità Iemmello che, scattato sul filo dell’off-side, sigla con freddezza lo 0-1. I rossoneri si affidano alla grinta di Cutrone, che al 37′ sfiora il pari con una giocata da campione, e a Bonaventura, che allo scadere impegna a terra Puggioni. In avvio di ripresa il Milan parte a testa bassa ma si rende davvero pericoloso solo al 16′, con una traversa colpita da Kessiè. Si susseguono i cambi, Bonaventura (due volte) e Viola provano la conclusione personale, al 28′ Puggioni si supera nel dire di no ad un’incornata di Cutrone, con Bonaventura che non trova lo spazio per il tap-in. Negli ultimi 10 minuti, ospiti in dieci per il doppio giallo a Diabaté, Cutrone ancora minaccioso di testa e, nel recupero, qualche nervosismo di troppo in campo. Per i rossoneri, che restano sesti in classifica con 54 punti, si tratta della sesta partita di fila senza vittoria; per i campani, che restano ultimi a quota 17, è rinviata la retrocessione matematica in serie B.
(ITALPRESS).

 

MARQUEZ PENALIZZATO, NIENTE POLE AD AUSTIN

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Marc Marquez penalizzato di tre posizioni dalla griglia di partenza del Gp Usa. Sfuma quindi la pole position oltre al record di sei pole di fila sullo stesso circuito. La direzione corsa ha infatti punito la sua manovra nei confronti di Maverick Vinales che in qualifica nel suo giro
veloce si e’ trovato davanti Marquez, che procedeva lentamente sulla traiettoria. Marquez partira’ pertanto dal quarto posto, in seconda fila e proprio accanto dal suo “nemico” Valentino Rossi. In pole partira’ invece Vinales, con a fianco Andrea Iannone con
la Sukuki e Johann Zarco sulla Yamaha.

(ITALPRESS).

NBA, PHILADELPHIA E BELINELLI OK

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Ancora un successo per Philadelphia che porta sul 3-1 la sfida contro Miami. Il quarto match dei play-off della Eastern Conference si chiude sul 106 a 102 per belinelli e compagni. L’azzurro ha realizzato 10 punti con due rimbalzi, due assist e un recupero in 27’ in cui è rimasto in campo. Il migliore è stato Redick con 24 punti, mentre a Miami non sono bastate le buone prove di Wade (25) e Dragic (20).

Bella prova per Minnesota Timberwolves che superano davanti al proprio pubblico Houston Rockets per 121 a 105 e si portano sul 2-1. Grande protagonista Butler con 28 punti seguito da Teague con 23. Per Houston 29 punti di Harden.

Nessun problema per New Orleans che supera Portland Trail Blazers per 131-123 aggiudicandosi la serie per 4-0 e qualificandosi per il secondo turno. Veri trasinatori dei Pelicans sono Davis che mette la sua firma in ben 47 punti e Holiday a quota 41.

Successo per Utah Jazz per 115 a 102 su Oklahoma City Thunders
e serie anche in questo caso suil 2-1. Ventisei punti per Rubio, mentre per i Thunder 23 punti per George.
(ITALPRESS).

SUPERBIKE, SYKES PRECEDE REA IN GARA 2 AD ASSEN

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Tom Sykes (Kawasaki Racing Team WorldSBK) ha vinto gara 2 del Gp d’Olanda del mondiale Superbike.

Il britannico ha preceduto sul podio Jonathan Rea (Kawasaki Racing Team) che si è lasciato sfuggire l’occasione di diventare il primo pilota ad aver ottenuto 13 vittorie su un circuito e di conquistare la doppietta numero 17; tuttavia è il sedicesimo podio per lui ad Assen.

In terza posizoone Michael van der Mark (Pata Yamaha Official WorldSBK). Quarto Xavi Fores (Barni Racing Team) e a seguire Chaz Davies (Aruba.it Racing – Ducati), piuttosto lento nel finale di gara e sesto Jordi Torres (MV Agusta Reparto Corse). Marco Melandri (Aruba.it Racing – Ducati) non è andato oltre la settima posizione. Decimo Lorenzo Salvadori con l’Aprilia.

In classifica Rea allunga su Davies.

(ITALPRESS).

ERRANI KO CON MERTENS, ITALIA-BELGIO FINISCE 0-4

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Il Belgio si è aggiudicato la sfida di Fed Cup con l’Italia, valida per i play-off promozione per il World Group 2019, disputata sulla terra rossa di Valletta Cambiaso, a Genova. Nel confronto che apriva la seconda giornata tra le numero uno dei rispettivi team Elise Mertens ha sconfitto per 6-3 6-1, in un’ora e 18 minuti, Sara Errani cogliendo il terzo e decisivo punto per la formazione guidata dal capitano Ivo Van Aken. Poi, a risultato acquisito, il doppio belga formato da Kirsten Flipkens ed Elise Mertens ha regolato per 6-1 6-4 la coppia azzurra Deborah Chiesa/Jasmine Paolini. I singolari di sabato avevano visto le affermazioni della stessa Mertens per 6-1 7-5 su Jasmine Paolini e di Alison Van Uytvanck sulla Errani con il punteggio di 6-4 6-7(6) 6-2. Nonostante il rammarico per la sconfitta sul campo, l’Italia attende ora con fiducia l’assemblea della ITF in calendario ad agosto quando, salvo sorprese, verrà approvata la riforma della Fed Cup, con l’allargamento del World Group a 16 squadre (attualmente sono solo 8): grazie al successo di febbraio sulla Spagna, anche le azzurre, oltre al Belgio, si ritroverebbero quindi nel tabellone principale. Toccava a Sara Errani riaprire il match, ma la romagnola non ce l’ha fatta. Contro la Mertens, l’azzurra si è subito trovata sotto 3-1, con immediato contro-break. La 22enne di Leuven ha continuato a spingere con precisione ed efficacia, comandando gli scambi e allungando sul 4-2 con un secondo break. ‘Sarita’, fronteggiate tre opportunità per il 5-2, ha accorciato con un altro contro-break, però un paio di errori le sono costati il nono game a zero, con Mertens a intascare il primo parziale (6-3) dopo 48 minuti con una gran prima di servizio a suggellare un gioco praticamente perfetto. La numero 17 del ranking mondiale, rinfrancata dal vantaggio, con un paio di vincenti di rovescio, compreso un passante lungo linea, ha aperto il secondo set togliendo a zero il servizio all’italiana, che però dal 40-0 per l’avversaria ha piazzato cinque punti di fila restituendo il break (1-1), salvo poi subirne a sua volta un altro, di nuovo condizionata da problemi nel lancio di palla. Errani, dopo un medical time out per un trattamento ai muscoli di entrambe le gambe, non è riuscita a contrastare la scatenata belga, fresca vincitrice a Lugano del suo terzo titolo Wta, il secondo stagionale dopo quello conquistato ad Hobart, senza trascurare la semifinale agli Australian Open. Mertens è volata sul 4-1 “pesante”, per poi chiudere in bellezza 6-1 con una risposta di rovescio vincente lungolinea, il colpo che è un po’ il suo marchio di fabbrica, facendo scoppiare la festa belga.
(ITALPRESS).

JUNGELS TRIONFA ALLA 104^ LIEGI-BASTOGNE-LIEGI

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Un capolavoro tattico e tecnico, a soli 25 anni. Di Bob Jungels si è sempre detto che fosse un predestinato ed il campione nazionale lussemburghese ha ripagato tanta fiducia con un assolo che lo ha portato a trionfare alla 104esima edizione della Liegi-Bastogne-Liegi, la ‘decana’ delle classiche del Nord di 258 chilometri con partenza da Liegi ed arrivo ad Ans. Nell’ultimo appuntamento del Trittico delle Ardenne, Jungels saluta e se ne va a circa 20 chilometri dalla conclusione, su un tratto in pianura, dopo la Cote de la Roche-aux-Faucons, una delle undici salite che caratterizzano la ‘Doyenne’ su cui il belga Philippe Gilbert, suo compagno di squadra nella corazzata Quick-Step Floors, aveva messo in difficoltà diversi big tra cui il siciliano Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida), che sognava la prestigiosa accoppiata con la Milano-Sanremo. Jungels ha la gamba dei giorni migliori e a coprirgli le spalle ci pensa addirittura il francese Julian Alaphilippe, a segno mercoledì alla Freccia Vallone e suo capitano designato. Un gioco di squadra, dunque, che lancia Jungels verso la storia. “E’ incredibile, non ci credevo finché non sono arrivato all’arrivo – spiega a caldo Jungels, al suo 14esimo centro in carriera, il 27esimo stagionale di una Quick-Step Floors che mai si era aggiudicata la Liegi – Dopo mercoledì Julian era il nostro leader e tutti lo marcavano stretto. Ho  cercato allora di allungare e per fortuna nessuno mi è venuto dietro. Non posso ancora credere a quanto ho realizzato. Cercavo un risultato di prestigio da tempo, c’è stato un gran lavoro di squadra e sono contentissimo”. Jungels, terzo lussemburghese a scrivere il suo nome nell’albo d’oro della Doyenne dopo Marcel Ernzer (1954) e Andy Schleck (2009), vanta anche la tappa di Bergamo del Giro d’Italia 2017 ed il Gran Premio Nobili Rubinetterie del 2013, suo primo successo tra i professionisti. Secondo posto per il canadese Michael Woods (EF Education First-Drapac p/b Cannondale) e terzo per il francese Romain Bardet (AG2R La Mondiale), entrambi con un ritardo di 37″, mentre Alaphilippe è quarto a 39″ davanti agli italiani Domenico Pozzovivo ed Enrico Gasparotto, entrambi della Bahrain-Merida, e Davide Formolo (Bora-Hansgrohe). La corsa è stata caratterizzata, oltre dal gran caldo, anche dalla lunga fuga ad otto alimentata da Loic Vliegen (Bmc), Anthony Perez (Cofidis), Mark Christian e Casper Pedersen (Aqua Blue Sport), Florian Vachon (Fortuneo-Samsic), Jerome Baugnies (Wanty-Groupe Gobert), Paul Ourselin (Direct Energie), Mathias Van Gompel (Sport Vlaanderen-Baloise) e Antoine Warnier (WB Aqua Protect Veranclassic). Tentativo annullato non appena i big hanno iniziato a fare sul serio, con Jungels che ha approfittato dell’occasione di una vita per alzare le braccia al cielo e succedere al murciano Alejandro Valverde (Movistar), che fallisce l’assalto al pokerissimo.
(ITALPRESS).

ALLEGRI “SIAMO LEONI FERITI, NON MORTI”

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“Siamo dei leoni feriti ma non siamo ancora morti”. È una delle frasi che Massimiliano Allegri ha detto durante la conferenza stampa della vigilia di Benevento-Juventus. Il tecnico bianconero ha ribadito più volte che la Juventus è ancora in corsa in tutte le competizioni e che lotterà fino all’ultimo per vincere a cominciare dalla gara di domani, crocevia importante nella corsa al settimo scudetto: “Domani è una partita di campionato che non possiamo sbagliare – ha detto Allegri -, assolutamente da vincere tra l’altro contro una squadra che in casa ha battuto il Verona e la Sampdoria, ha fatto buone partite in trasferta, gioca bene a calcio, giocheremo alle 15 e c’è il primo caldo della stagione. Mancano 8 partite alla fine del campionato e domani è una di quelle da vincere, dovremo mantenere il vantaggio sul Napoli, altrimenti permettiamo al Napoli di avere più chance nella corsa per lo scudetto”. La gara persa con il Real non dovrà avere strascichi al Ciro Vigorito: “Domani è un’altra storia, i nostri obiettivi non cambiano. Bisogna smaltire la sconfitta e non c’è altro modo per farlo che vincere subito la partita dopo”. Allegri ha parlato di giocatori “abbattuti” dopo martedì “però – ha aggiunto – chi non ha giocato ha fatto un buon allenamento, tutti insieme ieri hanno fatto un buon allenamento e oggi la rifinitura. Siamo pronti a riprendere il cammino in campionato”. L’allenatore bianconero ha spiegato che “a malincuore bisogna accettare questa sconfitta però la squadra ha fatto una buona partita ed è cresciuta sul piano della gestione della palla rispetto a Cardiff. Ricordiamoci che la Juventus ha fatto quattro anni di alto livello europeo contro grandi squadre”.
In questi giorni in tanti hanno detto che questa squadra ha bisogno di rinnovamento: “La Juventus, da quando sono arrivato, ha cambiato 9 titolari – ha risposto Allegri -. Nella rosa della Juventus ci sono 10 giocatori che vanno dal 1990 al 1997 quindi ha già lavorato per il futuro. Tutti gli anni la Juventus ha messo dentro giovani di qualità miscelati a giocatori di grande esperienza. Quindi non c’è bisogno di rinnovamento”. L’anno scorso invece si era detto di un Allegri pronto a lasciare dopo la finale persa a Cardiff. Oggi il tecnico ha spiegato come andarono le cose: “Non dopo Cardiff, dopo il primo anno, dopo Berlino. Il giorno dopo mi sono messo lì e ho pensato: ho stimoli? Perchè dopo che vinci un campionato, la Coppa Italia, fai una finale di Champions, per migliorare devi vincere la Champions. Quindi è questione di stimoli. Il secondo uguale, il terzo anno uguale. Ho un contratto con la Juventus, sono contento di stare qui ma, il futuro è una roba a cui non penso, devo pensare al presente che è fatto di Champions, campionato e Coppa Italia”. Dunque, se ne riparlerà più avanti e intanto, quando gli si chiede di cosa abbia bisogno la Juventus per fare il salto di qualità, Allegri diretto risponde: “La Juventus ha fatto qun quarto di finale, un ottavo di finale e due finali. Sono numeri importanti per una squadra europea. Se poi tutti gli anni si vuole vincere la Coppa, si vuol vincere il campionato e si vuol vincere la Coppa Italia, gli altri cosa fanno? La squadra è pronta a proseguire un’avventura, per essere competitiva in Italia e in Europa. Poi in Europa, quando arrivi agli ottavi e ai quarti di finale può succedere di tutto”.
Il pensiero torna poi a Benevento-Juventus: “Affrontiamo una squadra che è decima in campionato come conclusioni effettuate. La Juventus trae vantaggi con i tiri da fuori area, però domani la cosa che dobbiamo fare bene è fare meglio la fase difensiva. Tra Milan e Real abbiamo subito troppi tiri in porta”. Qualche indicazione di formazione c’è stata: “Stanno tutti bene a parte Barzagli e Bernardeschi, poi tutti gli altri sono a disposizione. È possibile che Mandzukic e Cuadrado giochino dal primo minuto”, mentre in porta “gioca Szczesny e dietro valuterò. Difficilmente giocherà Chiellini e Howedes non partirà titolare”. L’allenatore bianconero ha poi speso parole di elogio per Dybala: “martedì ha fatto una buona partita, l’espulsione ha pregiudicato la sua prestazione però ha fatto una delle migliori partite sotto l’aspetto tecnico. Credo che Paulo stia crescendo soprattutto a livello europeo”. E ha previsto un futuro roseo anche per Bentancur: “Se Bentancur non avesse qualità non avrebbe giocato a Barcellona e con il Real Madrid”. Infine una parola su Higuain in vista di Benevento: “Domani dovrò valutare con chi giocare ma è probabile che stia fuori”.
(ITALPRESS).

GALLINARI OUT, CLIPPERS KO, JAMES TRASCINA CAVALIERS

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Le stelle incantano, i Clippers vengono travolti. Questi i dati salienti delle gare di Nba che si sono disputate nella notte italiana. Nessun azzurro in campo, a riposo i Sixers di Marco Belinelli, out per un problema alla mano Danilo Gallinari e la sua assenza, insieme a quella di altre pedine importanti, si fa sentire per i Clippers che perdono nettamente sul parquet degli Utah Jazz che si impongono 117-95, al termine di un match che rischia di aver azzerato le ultime speranza playoff della franchigia di Los Angeles. Diciannove i punti di Rivers, 17 quelli di Harrell, ma i padroni di casa ne hanno portati sette in doppia cifra con Mitchell e Favors che ne hanno messi a referto rispettivamente 19 e 16.
Vince Houston che batte 96-94 Portland con Chris Paul mattatore dell’incontro, non solo per i 27 punti, ma anche e soprattutto per il canestro decisivo a pochi istanti dalla sirena che regala il successo ai Rockets. Ne fa 24 Harden, mentre il più prolifico dei Blazers è McCollum con 16.
Vincono anche i Cavaliers con il solito LeBron James a dettar legge e a trascinare i suoi alla rimonta contro i Wizards. Cleveland batte 119-115 Washington con il “Prescelto” che sfiora l’ennesima tripla doppia. Per lui 33 punti, 14 assist e 9 rimbalzi, mentre ne fa 21 Green e dall’altra parte è Wall, con 28 punti e 14 assist, il migliore.
Vincono i Pacers che battono 126-106 i Warriors con i 28 punti di Bogdanovic e i 21 di Oladipo, mentre a Golden State non bastano i 27 di Durant per evitare la sconfitta contro Indiana.
In chiave playoff importante il successo dei Nuggets che battono in casa Minnesota Timberwolves per 100-96 con i 22 punti di Murray, i 20 di Harris e la “quasi” tripla doppia di Jokic (16 punti, 14 rimbalzi e 9 assist).
Infine vincono anche i Brooklyn Nets che si impongono a domicilio per 119-111 contro i Milwaukee Bucks. Cinque in doppia cifra fra gli ospiti con i 25 di Crabbe e i 22 di Russell. Tra i padroni di casa da segnalare i 31 di Middleton e i 19 (con 10 rimbalzi e 7 assist a corredo) di Antetokounmpo.
(ITALPRESS).