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LAZIO ‘VEDE’ SEMIFINALI, SALISBURGO BATTUTO 4-2

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Le polemiche arbitrali stavolta non fermano la Lazio. Nella gara d’andata dei quarti di Europa League la squadra di Inzaghi batte 4-2 il Salisburgo mostrandosi più forte anche delle recriminazioni nei confronti dell’arbitro romeno Hategan, reo soprattutto di aver assegnato un rigore agli austriaci per una manata di Basta a Dabbur alla mezz’ora del primo tempo. Per una volta, però, i biancocelesti sanno reagire nel migliore dei modi alle decisioni avverse, segnando tre reti nella ripresa e facendo un passo importante verso le semifinali. Una vittoria meritata dalla Lazio che, con un vivace Luis Alberto, parte molto bene davanti agli oltre 40 mila spettatori dell’Olimpico e passa meritatamente in vantaggio all’8’ sull’asse Basta-Lulic, perfetto esempio dell’importanza degli esterni nel 3-5-2. Di vere e proprie occasioni da gol non se ne vedono fino al 28’, quando Basta colpisce in modo improvvido Dabbur con una pur involontaria manata. Hategan non se ne accorge, ma dopo qualche secondo viene richiamato dall’assistente di porta e cambia la sua decisione: rigore per il Salisburgo e cartellino giallo per il laterale biancoceleste. Berisha trasforma, Inzaghi si infuria e l’Olimpico insorge. La rabbia scaraventata dal tecnico nei confronti dell’arbitro al duplice fischio, però, si trasforma nella ripresa nella positiva reazione della Lazio, di nuovo in vantaggio dopo appena quattro minuti: il cross di Luis Alberto, ancora innescato dall’ottimo Lulic, è preciso, il colpo di tacco di Parolo è spettacolare e non lascia scampo a Walke. Ma al 71’, all’improvviso, arriva il pareggio: il nuovo entrato Minamino sfrutta al meglio la percussione centrale di Dabbur, sorprende la retroguardia biancoceleste e batte Strakosha. L’Olimpico è gelato, ma ancora una volta la reazione della Lazio è coraggiosa e veemente. Nel giro di tre minuti, tra il 74’ e il 76’, la squadra di Inzaghi ribalta ancora l’inerzia del match e segna due gol di fondamentale importanza nell’ambito del doppio confronto: prima Felipe Anderson spacca in due l’inesperta difesa del Salisburgo con una percussione centrale conclusa col piatto destro, poi Immobile fa esplodere di gioia l’Olimpico sfruttando al meglio la palla recuperata da Leiva. Tra sette giorni la verità nel match di ritorno in Austria.

Nelle altre sfide, l’Arsenal mette un piede e mezzo in semifinale di Europa League, l’Atletico Madrid quasi mentre resta aperta la sfida fra Lipsia e Marsiglia, con i tedeschi che però si aggiudicano il primo round. I Gunners danno spettacolo all’Emirates, dove travolgono 4-1 il Cska Mosca. Si decide tutto già nel primo tempo. Al 9′, sul cross basso di Bellerin dalla destra, Ramsey si fa trovare pronto per la battuta al rete sul secondo palo, sei minuti dopo il Cska pareggia con una splendida punizione di Golovin ma poi sale in cattedra Ozil: il tedesco prima si procura il rigore che Lacazette realizza, poi serve gli assist per il tris di Ramsey (splendido tacco al volo a scavalcare Akinfeev in uscita) e il poker ancora di Lacazette, che da centro area insacca il 4-1 finale al 35′. Vede le semifinali anche l’Atletico, che al Wanda Metropolitano supera 2-0 lo Sporting Lisbona. I colchoneros la sbloccano già dopo 23 secondi, quando Diego Costa intercetta uno sciagurato passaggio di Coates al limite dell’area e premia l’inserimento di Koke. Al 40′ il raddoppio porta la firma di Griezmann, smarcato da un passaggio no-look di Saul. Il Lipsia supera invece il Marsiglia 1-0: nel primo minuto di recupero Forsberg allarga sulla destra in contropiede per Werner, l’attaccante tedesco arriva in area e rientra sul sinistro, battendo Pele.
(ITALPRESS).

DOVIZIOSO “VEDREMO QUAL E’ IL NOSTRO LIVELLO”

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Andrea Dovizioso si presenta all’appuntamento argentino del Mondiale MotoGP forte della bella vittoria nella gara in notturna in Qatar, dove partito in ritardo, ha rimontato ed alla fine ha vinto un fantastico duello con il campione in carica, Marc Marquez. “Dopo il buon campionato del 2017 confermare le mie potenzialità alla prima gara è stato importante, soprattutto per il modo in cui ho vinto: ho dovuto recuperare, gestire le gomme ed essere in grado di vincere la battaglia con Marquez. E’ stato molto importante vincere in questo modo. Dopo mi sono potuto allenare bene, anche in maniera rilassata. Ora mi concentro per il resto del campionato. Qui in Argentina è importante vedere il nostro livello ma anche quello della concorrenza, perchè ci sono molti piloti veloci ed il campionato è lungo. Bisogna aspettare” dice il forlivese della Ducati. “il mio rapporto con questa pista è abbastanza strano. Il primo anno è stato pessimo; il secondo positivo, poi ho avuto dei risultati altalenati. La nostra moto è migliore rispetto a quella del’anno scorso, ma ci sono condizioni variabili, le gomme nuove, l’asfalto nuovo”. Alla domanda se riceverà a breve l’offerta da parte di Ducati per il rinnovo del contratto, Dovizioso risponde: “Quando avrò una proposta la valuterò”. Due vittorie e due cadute, questo il bilancio di Marc Marquez nelle ultime edizioni del G’argentina. Il campione in carica della Honda Hrc è giunto secondo nell’appuntamento iniziale in Australia, perdendo il duello con il Dovi. “uno puè sempre migliorare – attacca -, Nell’ultima curva forse potevo affrontarla un po’ meglio di quello che ho fatto. Sono orgoglioso del risultato. Il secondo posto mi ha reso felice visto che le metalita c’è, Arriviamo in Argentina con un approccio diverso quest’anno: dovremo vedere come vanno gli altri: il grip, la pista. In genere sono molto competitivo su questa pista. Lo scorso anno ho commesso un grande errore, perchè ho attaccato molto al primo giro, con la gomma dura che non era pronta. Ho imparato e vediamo di fare un buon risultato in questo weekend. L’obiettivo è il podio, poi vediamo”
Valentino Rossi in Argentina ha un grande seguito, e lo dimostra l’accoglienza ricevuta arrivando a Termas de Rio Hondo. “E’ stato incredibile, mi sono sentito Maradona!” dice ridendo il “Dottore” ai microfoni di SkyMotoGP. Il terzo posto in Qatar dimostra che il pilota della Movistar Yamaha è in grande forma. “Abbiamo fatto un buon lavoro, anche durante le prove, migliorando giorno dopo giorno. Sapevo che potevo fare una bella gara ed è stato un ottimo punto di partenza per il resto della stagione” aggiunge Valentino in conferenza stampa. “Sulla carta qui siamo competitivi. Negli anni scorsi siamo stati sempre veloci e la moto ha funzionato bene. Quest’anno ci sono alcune cose da controllare: la pista è stata riasfaltata e ci sono meno buche” aggiunge. “L’anno scorsi è stato il weekend migliore per il nsotro team visto che siamo arrivati primo e secondo. Adesso la situazione è diversa: Ducati e Honda sono più forti e sono messi meglio rispetto al 2017. Bisogna che la moto funzioni bene così come le gomme”.
(ITALPRESS).

VETTEL “QUEST’ANNO ABBIAMO UN’AUTO MIGLIORE”

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La vittoria ed il doppio podio a Melbourne non hanno fatto altro che aumentare la concentrazione e determinazione per questo weekend che è alle porte e in cui Sebastian Vettel dovrebbe tagliare il traguardo delle 200 partenze in F.1. “Credo che quest’anno abbiamo una macchina migliore” ha detto Vettel “ma dobbiamo farla funzionare sfruttando tutto il suo potenziale. All’inizio dell’anno è normale non conoscere a pieno la vettura. Ovviamente il tempo che abbiamo in pista per provare è limitato, ma abbiamo delle idee che proveremo qui. Io devo fare il mio lavoro, così come noi tutti dobbiamo fare il nostro come squadra. Noi guardiamo a noi stessi, cerchiamo di migliorare e ho fiducia, dal momento che la macchina ha potenziale”. Kimi Raikkonen ha aggiunto: “Il weekend di Melbourne è andato bene, senza troppi problemi. In generale il feeling con la macchina era buono e la velocità c’era. Il circuito di Sakhir si trova in un posto diverso con condizioni completamente differenti. Le prove libere si terranno di giorno, mentre la gara sarà di sera, ma siamo abituati. Fa piuttosto caldo e la sensazione alla guida è diversa. Sono felice di come abbiamo iniziato la stagione, ma dobbiamo continuare a lavorare molto, abbiamo alcune cose da migliorare e speriamo di ottenere un buon risultato anche questa volta con entrambe le macchine. Dobbiamo essere subito pronti e fare costantemente risultato. Siamo ancora agli inizi di una lunga stagione e sono ancora molte le cose che dobbiamo imparare da questa macchina. Credo che ci sia molto potenziale. Non sappiamo dove ci porterà alla fine, ma di sicuro c’è il fatto che faremo del nostro meglio”.
(ITALPRESS).

ARRIVA FIRMA SUL RINNOVO. GATTUSO-MILAN FINO AL 2021

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Rino Gattuso sarà l’allenatore del Milan anche negli anni a venire. Dopo le settimane di voci e ammiccamenti, ecco l’ufficialità col tecnico rossonero che ha firmato oggi il rinnovo del contratto fino al 2021. Tornato in società l’estate scorsa per allenare la Primavera, Gattuso era stato promosso alla guida della prima squadra a novembre, dopo l’esonero di Vincenzo Montella.

“Grazie per la fiducia, speriamo di fare le cose per bene e riportare il Milan dove è abituato a stare per la sua storia – commenta il tecnico – Senza Fassone e Mirabelli non sarei qua – il riferimento ai due dirigenti oggi al suo fianco per l’annuncio dell’accordo – Mi è stata data questa occasione 4 mesi fa e sono glorioso di allenare una squadra gloriosa come il Milan. Devo ringraziare i ragazzi che mi hanno dato grandissima disponibilità e speriamo di continuare come in questi mesi. Ci sarà da lavorare duro, la pressione è tanta e la sento tutta ma mi piace. Sono orgoglioso di essere qua. Il Milan ce l’ho dentro, è la squadra per cui ho tifato sin da piccolo. E’ un onore e un privilegio allenarlo e speriamo di rimanerci il più a lungo possibile”.

“E’ un momento speciale, la consideriamo una delle decisioni più belle e importanti che abbiamo preso da quando siamo qui – sorride Marco Fassone, amministratore delegato del Milan – Abbiamo discusso in questi giorni, neanche tanto, col mister e Massimiliano (Mirabelli, ndr) del nostro futuro, abbiamo messo a fuoco un progetto che riteniamo interessante per il Milan. Lui è un allenatore scelto e fortemente voluto da noi, che ha fatto delle cose straordinarie in questi mesi, cambiando l’umore, l’atmosfera, il modo di essere della squadra in campo. Con lui crediamo di potere e volere intraprendere un progetto di lungo periodo in cui riponiamo la nostra e spero la vostra – aggiunge rivolgendosi ai tifosi – fiducia”. Da Mirabelli l’in bocca al lupo per Gattuso: “mi auguro che resti al Milan più dei tre anni di questo contratto”.
(ITALPRESS).

MALAGÒ: “JUVE PENSAVO MEGLIO, ROMA 4-1 BUGIARDO”

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L’Italia del calcio e’ uscita dall’andata dei quarti di finale di Champions League con un pesantissimo passivo di 7 reti subite e 1 sola realizzata in due partite: la Juve contro il Real e la Roma contro il Barcellona. Il presidente del Coni Giovanni Malagò analizza la due giorni europea in chiave italiana:”I risultati parlano da soli, non c’e’ bisogno di commentarli, sono sotto gli occhi di tutti”, ha detto a margine del Convegno “Scherma e Scuola” tenutosi al Cattolica Center di Verona a margine della quinta giornata di gare dei Campionati del Mondo Cadetti e Giovani di scherma Verona 2018. “C’e’ tanta delusione. Dalla Juve ci si aspettava certamente qualcosa di diverso. Complimenti al Real Madrid, fantastico il gol di Cristiano Ronaldo, mi accodo ai tanti elogi gia’ fatti al campione portoghese”. Sulla Roma, sconfitta 4-1 in casa del Barcellona, Malago’ e’ stato lapidario:”Consentitemi di dire che il risultato e’ bugiardo”.

Il numero uno dello sport italiano, anche nella sua veste di  commissario della Lega, si è detto ottimista sul futuro della Confindustria del calcio. “Abbiamo completato tre aspetti non da poco: lo statuto, la nomina del presidente e il ricevimento della caparra che fa da garanzia dell’accordo sui diritti tv con Mediapro. Da qui al 7 maggio completeremo la governance, poi, se non ci saranno altri intoppi, e’ giusto che io mi faccia da parte e che la nave salpi col presidente e l’amministratore delegato”.

Lusinghiero il giudizio sull’operato dell’altro commissario Fabbricini in Federcalcio. “Dedica tanto tempo alle questioni da risolvere, ci parlo tutti i giorni. Molte cose non si possono toccare con mano, e’ un work in progress, qui le problematiche sono decisamente piu’ ampie di quelle che riguardano la Lega Serie A. L’11 ci sara’ un incontro coi presidente delle
varie leghe per discutere di diverse tematiche. Personalmente non posso che dirmi soddisfatto”.

Malagò ha anche affrontato il tema relativo alle candidature italiane per ospitare le Olimpiadi del 2026. “Siamo in una fase in cui bisogna assolutamente rispettare le regole. Noi siamo il CONI e non possiamo fare discorsi di parte, dobbiamo essere imparziali. Di certo nella griglia di partenza che si e’ completata, su sette Paesi l’Italia e’ l’unico Paese ha presentare tre candidature diverse e questa e’ un’anomalia”. Una situazione che ha del positivo e del negativo, secondo Malago’: “Il lato positivo e’ che a due anni dal ritiro della candidatura di Roma 2024, con quello che all’estero e’ stato visto come uno schiaffo pazzesco al CIO, abbiamo dimostrato grandissimo interesse nei confronti dei Giochi. E di questo il CIO e’ contento. Il lato negativo e’ che dovrei gia’ cominciare a raccogliere consensi ma non so ancora su quale citta’ indirizzare i membri che sento. Bisogneranno perdere dei mesi di tempo per condurre studi di fattibilita’ e preparare dossier. Di certo delle tre ne rimarra’ solo una, a meno di collaborazioni eventuali tra i diversi territori”.
(ITALPRESS).

PIETRUZZO ANASTASI, IL “TURCO” COMPIE 70 ANNI

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di Franco Zuccala’

Pietruzzo Anastasi compie sabato 70 anni. Qualche volta “pontifica” calcio da qualche schermo lombardo. Lo conosciamo da oltre cinquant’anni. Non dimenticheremo mai quella pagina de “I giovani e il calcio” (siamo a Catania), anche perche’ da quel lavoro certosino nacque la possibilita’ di contribuire indirettamente alla scoperta di “Petru ‘u turcu”, Pietro Anastasi. Un giorno, il direttore Giglio Panza chiese di scrivere un articolo sulla origine di quel ragazzo nero e bravissimo che vinse scudetti e coppe in bianconero, ma anche un titolo europeo con la Nazionale. In un articolo degli anni ’60, oltre mezzo secolo fa, fu raccontata la sua vera storia. Il titolo era questo: “Solo ventimila lire di celebrita’ per Ursino, l’inventore di Anastasi”. Giovani Ursino era l’allenatore della Trinacria, la prima squadra di Pietruzzu, che aveva appena ricevuto una medaglia dalla Juve per la scoperta del giovane attaccante. Nella storia di Pietro Antastasi c’e’ stato quel piccolo grande uomo che lo aveva trovato come una perla, fra i mille ragazzi che correvano dietro una palla che stava fra l’o di Giotto e l’anguria delle bancarelle. Una palla che fra le gibbosita’ del campo della “Fossa Creta” e sulla sabbia della Plaja, la spiaggia di Catania, disegnava pazzesche figure, con le sue traiettorie irregolari. Questo uomo si chiamava appunto Giovanni Ursino e nessuno si e’ mai sognato di parlare di lui.

L’allenatore della Trinacria fu il primo, vero scopritore di Pietro Anastasi. Il campetto della “Fossa Creta” e’ ai margini del quartiere di San Cristoforo, dove i bimbi nascono in misura inversamente proporzionale alla poverta’ della gente, che piu’ cambiali fa, piu’ figli ha. Anzi, ogni figlio e’ una cambiale, una farfalla che si libra nell’aria: i genitori firmano e la societa’ paga. Alla “Fossa Creta” c’era la piu’ strana industria del mondo: di notte si smantellavano auto rubate e ogni buon ladro si portava a casa un pezzo da vendere. Di giorno la “Fossa Creta” si trasformava in un campo di calcio. Il suo signore e padrone era una volta un certo “Tano l’interprete”, come diceva il suo biglietto da visita, senza specificare nome e cognome. Lui si definiva un “organizzatore”. Cosa organizzava “Tano l’interprete” ? Tutto. Quando sbarcarono gli americani, durante la guerra, lui -che certo non aveva studiato alla Sorbona- si faceva trovare sul molo del porto e portava i marinai in gita a Taormina, sull’Etna, ovunque, parlando un siculo-americano che si esprimeva piu’ a gesti che a parole. Lui faceva tutto: nei giorni feriali il giudice sportivo, l’avvisatore delle squadre per il calendario delle partite, lui era la Lega…Nei giorni festivi, con la sua divisa di velluto nero, faceva l’arbitro di quasi tutte le partite. Con maniere spicce, a volte prendeva a calci nel sedere i giocatori che non obbedivano. Finche’ un giorno venne assunto dal Comune per i suoi “meriti organizzativi”. E fini’ la favola di Tano l’Interprete.

Un giorno, ci capito’ Giovanni Ursino, sul campetto, e vide giocare un “caruso”, un ragazzino nero nero. Un ragazzino che al pallone dava del tu, come fosse suo fratello. Sulle prime, il pallone, preso a calci maldestramente, aveva detto “Ahi”. Poi il piede del ragazzino nero, smilzo smilzo, tutto gambe e tutto occhi, si era fatto morbido come una mano guantata di velluto e il pallone era quasi lusingato, di esserne accarezzato. Ursino gli chiese se voleva giocare con la Trinacria. Avrebbe avuto una tuta, una maglietta rossa a bordi gialli, un paio di pantaloncini, i calzettoni giallorossi e un paio di scarpe da football autentiche. Il ragazzo accetto’. Giovanni Ursino era l’Herrera dei campionati giovanili, ma di professione faceva l’orologiaio. Pietruzzo di giorno faceva il commesso in un negozio di mercerie, in via Vittorio Emanuele. Di sera, in una delle tante piazze della citta’, sotto un lampione, giocava al pallone sotto la guida di Ursino che allenava i suoi ragazzi. Tutti si spogliavano nella sede della Trinacria (una sala da biliardo e flipper per incrementare le entrate) e poi andavano all’aperto in tenuta sportiva. Ogni tanto qualche piccolo David, con la fionda-pallone accecava il lampione e allora la Trinacria cambiava…piazza. Qualche burbero inquilino lanciava secchiate d’acqua per far sloggiare quei ragazzacci che turbavano la sua quiete e mettevano a repentaglio i vetri delle finestre. E poi, la domenica, che grande giornata con la Trinacria ! Si partiva alle 6 del mattino, talvolta per giocare alle 8 a Belpasso, su un campo di lava dell’Etna, col freddo che tagliava le carni dei ragazzini malnutriti. La partita, piu’ che un divertimento, diventava una penitenza in un angolo di purgatorio. Quando andava bene, si giocava al Villaggio Santa Maria Goretti. Andava bene perche’ si partiva in autobus e bastava mezzora dalla sede della Trinacria. Ci si poteva spogliare in sede, lasciare i vestiti, mettersi in tuta e…via. Al campo Santa Maria Goretti non c’erano spogliatoi.

La presenza di tanti ragazzini che talvolta si abbassavano i pantaloni destava grande scandalo ai tempi. La delegazione del Villaggio aveva protestato: “O vengono vestiti da calciatori, o qui non si giochera’ piu’ al calcio”. Giovanni Ursino arrivava col pallone sotto il braccio, facendolo rimbalzare per terra come i portieri. Poi si metteva in mezzo ai suoi ragazzi e dava le disposizioni tattiche. A Pietro Anastasi diceva solo: “Tu pensa a fare i gol.” E “u turcu” ne faceva a valanghe. La Trinacria era una macchina da gol. Ursino porto’ la Trinacria al titolo provinciale. Alla societa’ piovvero richieste su richieste. Anastasi, Contadino, Caruso erano gli assi della Trinacria. Ursino, per questi tre ragazzi, chiese anche consiglio sul da farsi. Il Vizzini (prima divisione) offriva 40.000 lire al mese per ciascuno. Il Catania li voleva, ma riteneva eccessive centomila lire per Anastasi. Il consiglio fu quello di cederlo a una societa’ con un allenatore serio e una buona organizzazione. Si fece avanti Angelo Massimino, padrone della Massiminiana (serie C) che promise cure e bistecche per il giovane talento di Anastasi che crebbe moltissimo anche tecnicamente. E un giorno il manager del Varese Casati, dopo una partita col Catania, non parti’ per dare il posto a una signora incinta. Resto’ e vide giocare il lunedì di Pasqua Pietro Anastasi. Scocco’ il colpo di fulmine: il giocatore gli piacque e s’accordo’ con Massimino. Le strade fra Ursino e Anastasi si divisero. Pietruzzo volo’ a Varese, poi alla Juve e alla Nazionale.

Quella del suo scopritore si fermo’ nell’anonimato. Un giorno rivelo’: “Pietro e’ stata la mia piu’ grande soddisfazione. Ci hanno guadagnato in parecchi. Io ho avuto solo ventimila lire da Angelo Massimino, quando lo prese…”. Lo ritrovammo a Torino, con la sua Porsche rossa ed un giorno nel 1968 lo vedemmo segnare a Roma il secondo gol della Nazionale che batte’ la Jugoslavia nella finale bis con l’Europeo. Negli spogliatoi, con Candido Cannavo’, seguì l’intervista e sembrava quasi un figlio nostro, un figlio della…Trinacria. E poi a Belgrado, per la finale della Coppa dei Campioni persa con l’Ajax. E poi gioco’ a Milano nell’Inter e fini’ la carriera con l’Ascoli, prima di aprire una scuola calcio nei pressi di Varese, dove abita, anche perche’ li’ conobbe la futura moglie, quando giocava con Bettega nella squadra biancorossa, prima di essere ingaggiato dalla Juventus. Ah, Pietruzzo dal campetto pietroso della “Fossa Creta” alle platee di mezzo mondo, agli scudetti, al titolo Europeo…Si e’ fatto vecchietto pure lui. Auguri.
(ITALPRESS).

SEPPI-POUILLE APRE QUARTO DI DAVIS ITALIA-FRANCIA

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Saranno Andreas Seppi e Lucas Pouille ad aprire domani, venerdì alle 11.30, la sfida di Coppa Davis tra Italia e Francia, valida per i quarti di finale del World Group 2018 in programma fino a domenica sulla terra rossa di Valletta Cambiaso a Genova. Questo l’esito del sorteggio ufficiale svoltosi a Palazzo San Giorgio. A seguire scenderanno in campo Fabio Fognini e Jeremy Chardy. Sabato, alle ore 14, il doppio tra la coppia azzurra Simone Bolelli/Paolo Lorenzi e quella francese Pierre-Hugues Herbert/Nicolas Mahut. Domenica (inizio ore 11.30) gli ultimi due singolari: la sfida tra i due numeri uno dei rispettivi team, Fabio Fognini e Lucas Pouille, e in chiusura quella tra i numeri due, Andreas Seppi e Jeremy Chardy. Gli azzurri hanno superato al primo turno per 3-1 il Giappone sul veloce indoor di Morioka grazie ad un eroico Fabio Fognini. L’Italia del ct Corrado Barazzutti ha vinto la sua prima, e finora unica, “Insalatiera d’Argento” nel 1976 ed ha giocato altre 6 finali, l’ultima nel 1998 (quando fu sconfitta a Milano per 4-1 dalla Svezia). I “Bleus” al primo turno hanno invece battuto per 3-1 l’Olanda ad Albertville (veloce indoor). La Francia, campione in carica, lo scorso novembre ha conquistato a Lille contro il Belgio (3-2) il suo decimo trofeo: è terza nella speciale classifica delle nazioni più vincenti (1927, 1928, 1929, 1930, 1931, 1932, 1991, 1996, 2001, 2017). Il team transalpino di Yannich Noah ha giocato anche altre 8 finali.
(ITALPRESS).

PHILADELPHIA NON SI FERMA, 19 PUNTI DI BELINELLI

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Philadelphia non si ferma più. Nella notte italiana della regular-season dell’Nba, i Sixers ottengono la loro dodicesima affermazione consecutiva superando in trasferta i Detroit Pistons con il punteggio di 115-108. Ancora un’altra bella prova di Marco Belinelli: la 32enne guardia di San Giovanni Persiceto realizza 19 punti in 30 minuti di impiego, impreziositi da 4 rimbalzi e 2 assist. Anthony Tolliver e J.J. Reddick si dividono la palma di top-scorer della serata con 25 punti a testa. Con questo successo Philadelphia elimina i Pistons dalla corsa dei play-off della Eastern Conference, obiettivo raggiunto matematicamente, invece, da Milwaukee. Successo al supplementare dei Los Angeles Lakers, che piegano San Antonio Spurs per 122-112 con 30 punti di Kyle Kuzma. Altri risultati: Toronto Raptors-Boston Celtics 96-78; Orlando Magic-Dallas Mavericks 105-100; Atlanta Hawks-Miami Heat 86-115; New Orleans Pelicans-Memphis Grizzlies 123-95.
(ITALPRESS).