Undicesima vittoria di fila per Philadelphia nella notte italiana della regular-season dell’Nba. Davanti agli oltre ventimila spettatori del Wells Fargo Center, i Sixers hanno liquidato i Brooklyn Nets per 121-95 con 19 punti di J.J. Redick, top-scorer dell’incontro. Ottima performance di Marco Belinelli: la 32enne guardia di San Giovanni Persiceto realizza 17 punti in 27 minuti di impiego. Ancora privi dell’infortunato Danilo Gallinari, i Los Angeles Clippers battono i San Antonio Spurs per 113-110 nonostante i 35 punti messi a segno, tra gli ospiti, da LaMarcus Aldridge. Non basta la solita prova ‘monumentale’ di Russell Westbrook (44 punti e 16 rimbalzi) ad evitare, ad Oklahoma City Thunder, il ko casalingo contro Golden State Warriors, che fa suo il match per 111-107 con 34 punti di Kevin Durant. Altri risultati: Cleveland Cavaliers-Toronto Raptors 112-106; Miami Heat-Atlanta Hawks 101-98; New York Knicks-Orlando Magic 73-97; Chicago Bulls-Charlotte Hornets 120-114; Milwaukee Bucks-Boston Celtics 106-102; Houston Rockets-Washington Wizards 120-104; Dallas Mavericks-Portland Trail Blazers 115-109; Denver Nuggets-Indiana Pacers 107-104; Utah Jazz-Los Angeles Lakers 117-110; Phoenix Suns-Sacramento Kings 97-94.
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17 PUNTI DI BELINELLI E PHILADELPHIA VOLA ANCORA
RONALDO SHOW, REAL BATTE 3-0 LA JUVE ALLO STADIUM
Il Real Madrid espugna l’Allianz Stadium di Torino per 3-0 nell’andata dei quarti di finale di Champions League e mette così un piede in semifinale con 90 minuti di anticipo. Allegri deve rinunciare agli squalificati Pjanic e Benatia, e a sorpresa lascia in panchina Matuidi e sceglie di schierarsi con un 4-4-2. Alex Sandro alto sulla sinistra, con Asamoah alle sue spalle. Sull’altra corsia spazio a Douglas Costa con, alle spalle, De Sciglio. Ed è proprio da lì che alla prima incursione il Real Madrid passa: Marcelo serve Isco che, tutto solo, la mette in mezzo dove Cristiano Ronaldo anticipa il compagno Benzema e soprattutto Andrea Barzagli infilando così per l’ottava volta in carriera la porta bianconera. Due di questi erano arrivati nel precedente confronto, quello in finale a Cardiff nella passata stagione. Memore proprio di quella finale, Zidane aveva scelto in avvio gli stessi undici titolari che dieci mesi esatti fa avevano iniziato la partita gallese. Isco vince il ballottaggio con Bale e si piazza tra le linee, in appoggio a Benzema e Ronaldo. Il Real regge l’urto di una Juventus che solamente in un’occasione nel primo tempo scalda le mani a Keylor Nava: è il 23′ quando Dybala batte una punizione dalla sinistra, in mezzo irrompe Higuain che nell’area piccola tocca di destro chiamando al grande intervento il portiere costaricano. Il gol lo sfiora anche Kroos al 36′ quando, dopo una sponda di Benzema, lascia partire una fulminante conclusione di destro che si stampa sulla traversa.
L’avvio di ripresa è frizzante così come si era conclusa la prima parte di gara, la Juventus cerca il guizzo per il pari ma, a tratti molto imprecisa anche a causa del pressing alto dei rivali, permette al Real Madrid di mantenere il possesso palla. Ed è Ronaldo dopo cinque minuti a sfiorare il raddoppio quando con il sinistro calcia in diagonale con sfera di poco a lato. Proprio Cr7 mette fine alla partita e di fatto ipoteca il discorso qualificazione per i suoi con un capolavoro di rara fattura: al 19′ Carvajal crossa dalla destra e Cristiano Ronaldo, dal centro dell’area di rigore, si produce in una rovesciata strepitosa. Un gol fenomenale che viene applaudito da tutto lo stadio e al quale Ronaldo ricambia portandosi la mano al cuore e alzando la mano in segno di ringraziamento. Per il portoghese è la 22esima rete in un quarto di finale, più di quante ne abbia siglate la Juventus (21) nella stessa fase della competizione. Con questa rete, CR7 ha così segnato nove gol in Champions League contro la Juventus: nessun giocatore ha segnato più reti contro un solo avversario nella competizione e lo stesso Cristiano Ronaldo contro il Bayern Monaco e Lionel Messi contro l’Arsenal ne avevano già fatti nove.
Ma la notte nera della Juve non è ancora finita perché dopo due minuti dal raddoppio madridista, Dybala lascia il campo anzitempo per doppia ammonizione e al 27′ è Marcelo a infilare la palla per la terza volta in fondo alla rete difesa da Buffon: stavolta Ronaldo si trasforma in assist-man e mette in brasiliano davanti al capitano bianconero che lo salta con il sinistro e insacca di destro. Finale quasi tutto di marca merengues con con la Juve che tira i remi in barca e il Real che in un altro paio di occasioni potrebbe dilagare.
Nell’altro quarto di finale, il Bayern Monaco vince 2-1 in rimonta a Siviglia e ‘vede’ la semifinale di Champions: l’autogol di Jesus Navas (37′) e il colpo di testa di Thiago Alcantara (deviato da Escudero) al 68′ in risposta alla rete degli uomini di Montella firmata da Sanabria (32′). Tra otto giorni il ritorno all’Allianz Arena.
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VINCONO LE GENOVESI, VIOLA ESPUGNANO UDINE
Un martedì da leoni per le genovesi, ma anche per la Fiorentina che conquista la quinta vittoria consecutiva a Udine. Proprio dalla Dacia Arena arrivano due senteze: la Fiorentina è autorevolissima pretendente alla corsa per l’Europa League; l’Udinese è entrata in una spirale negativa che rischia di risucchiarla in zone pericolose. In Friuli, nella gara che piu’ d’altre ha fatto tornare in mente il grande dolore per la scomparsa un mese fa di Davide Astori, il rigore di Veretout e la zampata di Simeone regalano il quinto sorriso di fila a Pioli, ora settimo in compagnia di Atalanta e Sampdoria; Oddo invece non riesce a svegliarsi dall’incubo e incappa nella settima sconfitta di fila. Una crisi senza fine, con tanto di contestazione finale alla proprieta’: con 33 punti vietato restare tranquilli.
Come detto Fiorentina in compagnia di Atalanta e Sampdoria. E sì perchè i blucerchiati a Bergamo vincono 2-1, giocando una grande gara, quella del riscatto dopo gli ultimi risultati negativi. I blucerchiati di Giampaolo si impongono 2-1 allo stadio Atleti Azzurri d’Italia nonostante le tante assenze (quelle di Barreto, Torreira e Quagliarella su tutte). Il risultato lo sblocca al 43° del primo tempo Caprari. Partita equilibrata, con i nerazzurri di Gasperini che non mollano e che al 21° della ripresa pareggiano con Toloi. La “Dea” commette l’errore di scoprirsi per cercare la vittoria, la Samp punge in contropiede, va vicina all’1-2 che trova al 39° con un bel tocco sotto di Zapata.
Nella settimana del derby, vince anche l’altra genovese. La squadra di Ballardini, infatti, batte 2-1 il Cagliari in un match salvezza che si decide nel finale, al 90°, con un gioiello del giuovane talento Medeiros, schierato a sorpresa titolare dal tecnico dei liguri. Ad aprire le danze e’ Lapadula poi il pareggio dal dischetto di Barella. In mezzo il palo pieno colto da Pavoletti e infine Medeiros che si trasforma in bomber. Il Cagliari resta ancora inguaiato col tecnico Diego Lopez che resta in bilico e che si giocherà molto domenica nello scontro salvezza di Verona: possibile un possibile ritorno di Massimo Rastelli sulla panchina dei sardi. Genoa a quota 34 punti, a +10 sul Crotone terzultimo che domani fara’ visita al Crotone nel recupero della 27esima giornata. Il Cagliari di punti ne ha 29 e deve fare molta piu’ attenzione.
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DI FRANCESCO “QUI PER CONTINUARE A SOGNARE”
Si dice che sognare non costa nulla. Eusebio Di Francesco è d’accordo, anche se non è proprio così, visto che la sua Roma di strada e sacrifici ne ha fatti per guadagnarsi questa grande sfida con il Barcellona. Alla vigilia dell’andata dei quarti di finale di Champions, il tecnico giallorosso mostra grande rispetto e immensa ammirazione per gli avversari, ma anche una gran voglia di stupire il mondo. “Siamo qui con grandissima umiltà per giocare contro una squadra abituata a questo tipo di partite, il nostro desiderio è fare qualcosa di straordinario sapendo di affrontare la più forte al mondo, per noi è un grande orgoglio essere qui ma vogliamo continuare a sognare – spiega Di Francesco in conferenza stampa -. Se siamo ai quarti vuol dire che qualcosa abbiamo dimostrato ed è giusto che anche loro ci rispettino, il Barcellona ha questa mentalità e anche qui c’è da imparare da loro. Noi dobbiamo giocare con la nostra solita identità tattica, ma facendo ancora più attenzione perchè affrontiamo un avversario che ha grande qualità. Dobbiamo cercare di concedere il meno possibile, cercando di tenerli lontani dalla nostra area”. Vietato parlare di formazione, del resto “il Barcellona è molto forte e non ha bisogno di vantaggi”, però sulle condizioni di Nainggolan, qualcosa Di Francesco concede. “Lui per noi è molto importante, farà un provino domattina ma a oggi le chance di averlo sono al 50%, valuteremo anche Pellegrini che non si è allenato con la squadra negli ultimi giorni. Ho voluto mettere tutti quanti sull’attenti, nessuno è sicuro di giocare questa partita, domani deve giocare la Roma, non questo o quel giocatore, bisogna giocare ancor di più da squadra contro il Barcellona”.
Che sia Messi il giocatore decisivo non è un mistero e l’ultima dimostrazione si è avutra sabato scorso. “Se dovessimo basarci sulla partita con il Siviglia domani dovremmo giocare con il 4-2-3-1, ma fino al 60° in campo non c’era un certo Messi”, dice Di Francesco che esclude grandi variazioni tattiche “perchè – spiega – non sono abituato a improvvisare e darei un segnale di insicurezza alla mia squadra, magari posso schierare un giocatore con caratteristiche meno offensive, ma non cambiare identità tattica”. C’è Messi, ma c’è anche Suarez: “è soltanto un caso che non abbia ancora segnato in Champions, ha una grande qualità, quella di saper fare giocare bene la squadra, ma anche di attaccare la profondità e fare gol, è una fortuna per un allenatore avere uno come lui”. E poi c’è Iniesta (“da ex centrocampista ne sono innamorato, è impressionante il suo modo di gestire la palla, lui e Totti hanno fatto la storia di questi due club, ma come giocatori sono totalmente differenti”), ma anche Ter Stegen. “Noi abbiamo Alisson che ha dimostrato di essere un ottimo portiere e mi auguro che possa confermarsi anche domani, ma anche il Barcellona ha uno come Ter Stegen che spesso ha risolto partite importanti facendo grandi parate, lo considero uno dei migliori in Europa, del resto per essere una grande squadra bisogna avere anche grandi giocatori”. Il Barça segna tanto, ma subisce poco. “Noi dobbiamo avere un atteggiamento positivo e propositivo, ci siamo guadagnati questa chance, quindi perchè non guardare avanti con ottimismo e spensieratezza. Per me la spensieratezza deve far parte dell’indole di ogni calciatore,
mentalmente bisogna essere forti e spensierati, magari osare
qualcosina in più e non buttare via il pallone, non significa
entrare in campo pensando come va va, ma pensando di essere
competitivi come lo siamo stati fin qui”.
“Il loro punto debole, con le dovute proporzioni, può essere quello che ha la Roma, il Barcellona è una squadra molto aggressiva e se sei bravo a uscire dalla prima pressione puoi far male. Sono anche capaci di lottare nelle difficoltà, è una squadra che non muore mai, accettano sempore l’1 contro 1 e questo è sinonimo di grande sicurezza. Per fare bene domani bisognerà vincere tanti duelli”. Un giornalista spagnolo chiede il perchè delle difficoltà delle italiane in Champions. “Sono troppo forti le altre, ma la Juve ha fatto bene, ha raggiunto risultati importanti, noi stiamo crescendo e stiamo tornando quelli di prima. In Inghilterra e in Spagna ci sono giocatori più forti, mentre noi siamo costretti a lavorare tantissimo sulla parte tattica più che sulle individualità, poi ci sono squadre come Barcellona e City che uniscono alla qualità dei giocatori una precisa identità tattica e questo fa sicuramente la differenza”.
Al fianco di mister Di Francesco c’è Federico Fazio, argentino e compagno di nazionale di Lionel Messi. “Lo conosciamo bene tutti, è il migliore al mondo, sappiamo e vediamo quello che fa in ogni partita, c’è anche Suarez che e’ un grandissimo attaccante, ma noi dobbiamo pensare a tutto il Barcellona e averne grande rispetto, ma dobbiamo anche giocare da Roma, è fondamentale per noi. In Nazionale io e Messi non abbiamo parlato di questa partita, lui conosce molto bene la Roma e noi conosciamo benissimo loro, sarà una grande sfida. Le critiche a Messi in Argentina? Ripeto, chi conosce e segue il calcio sa che è il migliore”.
Anche Fazio parla dell’ultima partita dei catalani che hanno pareggiato in rimonta a Siviglia passando dallo 0-2 al 2-2 nei minuti finali. “Abbiamo visto una grande prestazione della squadra di Montella – dice Fazio -, hanno fatto molto pressing, ma non sono riusciti a chiudere la partita e il Barcellona è una squadra che in pochi minuti può ribaltare il risultato”. Barcellona favorito, ma Fazio non vuole prestarsi al giochino delle percentuali: “no, non vogli farne, è una grandissima sfida che giocheremo con umiltà e rispetto, ma anche con entusiasmo e l’ambizione di andare avanti e fare grandi cose, non dobbiamo guardare indietro e a quello che abbiamo fatto, ma al futuro”. Un giornalista spagnolo paragona Iniesta a Totti. “Sono due giocatori con caratteristiche diverse, uno ha giocato sempre nella Roma, l’altro è un idolo del Barcellona. Francesco continua a starci vicino contribuendo con tutta la sua esperienza e il suo sapere”. Per quel che riguarda le sue caratteristiche, Fazio taglia corto: “posso giocare sia a 4 che a 3, sul centro-destra o sul centro-sinistra, non ho nessun problema, sono a disposizione del mister”.
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CAPELLO “ITALIA DEVE CAPIRE DOVE HA SBAGLIATO”
Individuare gli errori e correggerli, senza copiare gli altri ma cercando la soluzione nelle proprie radici. È questa, secondo Fabio Capello, la strada che l’Italia deve percorrere per rialzarsi dopo essersi lasciata sfuggire il pass per la Russia. “E’ stato molto triste vedere la Nazionale mancare la qualificazione ai Mondiali – la riflessione del tecnico friulano in un’intervista a Fifa.com – Siamo abituati a essere protagonisti nella fase finale della Coppa del Mondo, l’abbiamo vinta 4 volte. Ma in questo momento il calcio italiano non ha molti giocatori di talento e la qualità della squadra non è altissima. È il momento di iniziare a lavorare da zero per capire dove abbiamo sbagliato e, soprattutto, cercare di produrre qualcosa di diverso, basandoci sulle caratteristiche dei calciatori italiani e non copiando le caratteristiche degli altri”. Da giocatore Capello ha disputato solo i Mondiali del ’74 “e ci sono rimasto malissimo quando non sono stato convocato per quelli del ’78 in Argentina, dopo aver giocato tutte le gare di qualificazione. Resta un rimpianto ancora oggi”. Da ct, invece, ha guidato l’Inghilterra nel 2010 e la Russia quattro anni fa. “L’Inghilterra si presenterà al Mondiale con giovani di grande talento ed esperienza, è possibile che possano giocare senza grandi tensioni ma il rischio è che arrivino molto stanchi fisicamente e si ritrovino ad affrontare squadre con giocatori non così affaticati. Kane? Un giocatore che qualsiasi squadra vorrebbe avere, ha un buon fiuto per il gol, non aspetta la palla, si muove continuamente in attacco per creare pericolo”. E per la ‘sua’ Russia vede come traguardo realistico almeno gli ottavi “ma spero possa andare anche oltre, sarebbe un altro successo per questa nazione che ha investito parecchio nel calcio”.
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ALLEGRI “DOBBIAMO AVERE AMBIZIONE DI BATTERE REAL”
La Juventus ha l’ambizione di poter giocare alla pari e di superare il Real Madrid. Lo ha detto Massimiliano Allegri alla vigilia dell’andata dei quarti di finale di Champions League contro la squadra campione d’Europa: “Devo fare i complimenti a Zidane per quello che ha fatto e per i titoli che ha vinto in poco tempo – ha detto Allegri in conferenza stampa -. Alla fine le partite vanno interpretate e quando non si gioca bene si deve arrivare all’obiettivo vittoria a seconda dei giocatori che hai in campo. Domani ci giocheremo una sfida meravigliosa con il Real, eliminarlo sarebbe un passo in avanti e un vanto, sappiamo che abbiamo di fronte la squadra più forte della Champions, ma abbiamo l’ambizione di poter giocare alla pari e di poterla superare”. Il tecnico che sul sostituto dello squalificato Pjanic ha detto “o gioca Marchisio o gioca Bentancur”, ha aggiunto: “Dovrò valutare tra Rugani e Barzagli (in difesa visto che Benatia è l’altro squalificato, ndr) e poi deciderò chi far giocare davanti”. Manduzkic? “Sta bene come sta bene Alex Sandro – ha risposto Allegri -. Se giocherà dall’inizio o a partita in corso lo vedrò domani mattina perché ho ancora qualche dubbio da sciogliere. È un cambio importante perché ci dà fisicità e una soluzione in più a livello offensivo. Abbiamo tutta la rosa a disposizione a parte i due squalificati”. Dybala, invece, garantisce Allegri “farà una grande partita perché sta bene fisicamente e il gol che ha fatto sabato lo dimostra, mentalmente è molto sereno, è cresciuto molto da questo punto di vista”. Allegri ha raccontato di aver rivisto “la finale di Cardiff diverse volte. La squadra ha fatto un passo in avanti nella gestione dei momenti di difficoltà. A Cardiff nel primo quarto d’ora del secondo tempo mentalmente avevamo mollato. Dopo il 2-1 siamo usciti dalla partita e non deve più capitare: l’obiettivo è stare in partita perché il passaggio bisogna andare a prenderlo a Madrid. Dovremo fare una gara attenta perché loro con due passaggi vanno di là. Hanno tecnica, velocità e precisione nei passaggi, ci vuole una grande partita ma bisognerà anche essere sostenuti dal pubblico. Domani è una serata di gala e tutti devono essere orgogliosi di questa squadra”. Tornando ancora sulla finale persa nella passata stagione, Allegri ha aggiunto: “La partita di Cardiff è un insegnamento nella crescita della squadra. Bisognava avere un modo più sereno nell’affrontare queste partite. È solo un aspetto psicologico. Noi questo aspetto l’abbiamo migliorato ma bisogna migliorarlo ancora perché le qualità tecniche ce le abbiamo”. Il valore aggiunto che la Juventus ha raggiunto con Allegri è il differente approccio a queste sfide rispetto a quando le affrontava prima del suo arrivo: “Il clima non è più pessimistico, è cambiato – ha spiegato -. Affrontare questo tipo di partite fa crescere tutti, sono cresciuto anch’io. Ci dev’essere fiducia, con grande ambizione e positività per affrontare una squadra che dal 2011 ha sempre raggiunto le semifinali. Dovrà essere uno stimolo importante”. Nessun invidia, infine, nei confronti di Zinedine Zidane che siede sull’altra panchina: “L’invidia non fa parte di me, il Real ha vinto 12 Coppe dei Campioni, è una squadra straordinaria ma la Juventus non sarà assolutamente da meno”. Nessuna voglia di rivalsa, invece, da parte di Giorgio Chiellini che era in conferenza stampa insieme al tecnico: “No, nessuna vendetta anche perché in tanti anni che giochiamo abbiamo ricordi positivi e negativi con tutte le squadre più forti. Se uno vuole arrivare alla fine in Champions, Barcellona, Real Madrid o Bayern Monaco le devi battere sempre. Abbiamo un brutto ricordo di qualche mese fa a Cardiff, ma c’è solo voglia di tirare avanti e domani giochiamo contro una delle due squadre più forti al mondo che dà sempre grandi stimoli”. Per Chiellini non è certo il 3-1 con il Milan la gara che è servita per preparare questa partita: “La gara con il Milan è stata importante per il campionato, era un ostacolo che andava superato, però la partita con il Real esula dal campionato in generale. Poteva esserci Juve-Napoli o Juve-Benevento e sarebbe stato lo stesso, le energie per giocare queste partite si trovano sempre. Sono partite che chi gioca a calcio sogna di giocare”. Molti bianconeri in queste settimane hanno parlato di Real Madrid come della squadra più forte al mondo: “Tutti noi abbiamo grande rispetto del Real e dei giocatori madridisti. C’è stima e rispetto ma questo non vuol dire che non vogliamo e non possiamo batterli. Siamo degli sportivi ed è giusto che ci sia rispetto e ammirazione per questi grandi campioni, poi quando li affronti è ancora più bello poterli battere”. Magari fermando uno come Ronaldo che alla Juventus ha segnato 7 volte in 5 gare: “Non so se sia l’avversario che ci ha messo più in difficoltà in assoluto, sono tante le squadre che hanno subito gol da Cristiano e non siamo neanche gli ultimi che hanno preso gol da lui. Cercheremo di contenerlo ma il Real Madrid non è solo lui. Si esalta e riesce a fare la differenza, pensare di poterlo annullare sarebbe da presuntuosi, solo con un lavoro collettivo si può pensare di concedere poco al Real e poi ci vuole una dose di fortuna”. Per Chiellini sarà gara diversa rispetto a Cardiff: “Innanzitutto perché si gioca su due partite e quindi la situazione cambia – ha risposto -. Bisognerà giocarla sugli episodi, volerla vincere di più e a tutti i costi, non snaturarsi, mantenere le proprie qualità il più a lungo possibile. Ci vuole entusiasmo da parte nostra, domani dovremo sfruttare il fatto di giocare in casa ma bisognerà stare attenti perché il Real ti fa credere di essere padrone della partita ma poi ti sa far male molto velocemente”.
ZIDANE “DA JUVE E REAL HO AVUTO TANTO, SARÀ DURA”
Ancora un incrocio dai sentimenti forti per Zinedine Zidane. Il suo Real Madrid domani sarà ospite della Juventus nell’andata dei quarti di finale di Champions League. Si giocherà all’Allianz Stadium, non è stato lo stadio di Zizou, ma anche nel nuovo impianto il francese c’è perchè è una delle stelle che appartiene al mondo bianconero. In un’intervista rilasciata a uefa.com, Zidane conferma che quella di domani per lui non può essere una partita come le altre. “Sì per me è una sfida speciale, perché il Real Madrid e la Juventus sono due squadre che mi hanno dato molto. Una volta che inizierà la partita, però, non ci penserò più: cercheremo solo di fare quello che dobbiamo – spiega l’allenatore dei blancos -. Sappiamo che quella contro la Juve sarà una partita complicata e difficile, perché loro sono cresciuti ancora quest’anno. Si può dire quel che si vuole, ma come dicevo prima non puoi dare niente per scontato: devi sempre dimostrare il tuo valore. Dovremo giocare bene se vogliamo qualificarci, ma nella fase a eliminazione diretta le partite possono andare in qualsiasi modo”. Due grandi squadre, due enormi club, uniti da un fattore comune: la mentalità vincente. “Quanro arrivai alla Juve venivo dalla Francia, dove se pareggiavi o perdevi fuori casa non importava troppo. Alla Juventus questo non sarebbe mai potuto accadere: dovevi vincere ogni partita e lo stesso vale per il Real Madrid. Per quanto riguarda la mentalità vincente, sono due squadre molto simili”.
Il Real, però, la Champions l’ha vinta ben 12 volte, è una squadra che nella massima competizione europea detta legge. “Ne siamo ben consapevoli, questa squadra ha avuto risultati straordinari in Champions League. Ora proviamo a mantenere la tradizione, cerchiamo di pensare che abbiamo la possibilità di vincerla ancora e, ancor di più, di difendere il titolo”. L’ultima volta, a Cardiff, proprio contro la Juventus quando il Real si impose 4-1 dopo un primo tempo terminato 1-1 e con grande quilibrio, ma nella ripresa tutto è cambiato. “E’ stato tutto l’insieme a fare la differenza. Non solo il mio discorso, erano i giocatori che ci tenevano a difendere il titolo. Quando è cominciata la ripresa, siamo scesi in campo più determinati. Abbiamo giocato di più nella metà campo avversaria e le cose sono andate bene per noi. Il mio discorso e la determinazione dei giocatori insieme ci hanno permesso di arrivare al successo”. Per Zidane, che con i blancos ha vinto anche da calciatore, il Real significa: “tutto perché mi ha dato tutto. Ricordo quando il presidente Florentino Perez mi ha portato qui, perché è stato lui a volermi. Gli devo tutto. Ero un giocatore e ora sono allenatore. Ormai sono a Madrid da 17-18 anni e mi sono ambientato bene, lo stesso vale per la mia famiglia. Devo tutto al presidente, al club e ai tifosi, che mi hanno sempre dimostrato il loro affetto. È la mia storia e spero che continui”.
Ha vinto da giocatore, sta trionfando anche da allenatore. “È completamente diverso. Da giocatore ho vinto, ma anche se pensavo al gruppo perché ero uno della squadra, quando preparavo le partite mi concentravo su di me – spiega Zizou -. Oggi alleno e sono responsabile di 25 giocatori, quindi è totalmente diverso. Ne ho parlato con Carlo Ancelotti. Gli ho fatto la stessa domanda e lui mi ha detto: ‘Lo vedrai da solo. Dato che sta per succedere anche a te, riuscirai a capirlo da solo’. Mi ha detto che vincere da allenatore era molto più bello e difficile, aveva ragione”.
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OLIMPIADI2026. 7 PAESI INTERESSATI, C’È L’ITALIA
Sette Comitati Olimpici, compreso quello italiano, hanno manifestato l’interesse a ospitare i Giochi Olimpici Invernali del 2026. Lo annuncia in una nota il Cio, allegando l’elenco dei Paesi che si sono fatti avanti: l’Austria con Graz, il Canada con Calgary, l’Italia con Cortina d’Ampezzo/Milano/Torino, il Giappone con Sapporo, la Svezia con Stoccolma, la Svizzera con Sion e la Turchia con Erzurum. “Do un caloroso benvenuto ai Comitati olimpici e alle città interessate a ospitare i Giochi Invernali – il commento di Thomas Bach – Il Cio ha voltato pagina per ciò che riguarda le candidature olimpiche. Il nostro obiettivo non è solo avere un numero record di candidature ma fondamentalmente selezionare la città migliore per ospitare l’Olimpiade invernale migliore per i migliori atleti al mondo”.
Le città interessate e i rispettivi Comitati olimpici proseguiranno la nuova Fase di Dialogo in cui il Cio fornirà supporto, consigli e assistenza per portare avanti le candidature. Il Comitato Olimpico Internazionale sottolinea che la “legacy”, l’eredità dei Giochi, “è una priorità sin dall’inizio della pianificazione”.
La sede dei Giochi Invernali del 2026 sarà scelta in occasione della sessione Cio che si terrà a Milano nel settembre 2019.
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