BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Continua il mal da trasferta della Roma che, lontana dall’Olimpico, in questa stagione deve ancora vincere. Termina 1-1 la partita di Bruxelles contro l’Union Saint-Gilloise, valida per la quarta giornata di Europa League. Ancora una volta non trova spazio dal primo minuto Hummels, Juric nel pre-partita ha parlato di scelta tecnica e non di bocciatura per l’esperto centrale tedesco, ma la sua esclusione fa comunque rumore. Al suo posto viene arretrato Cristante insieme a Mancini e Angelino, con El Shaarawy esterno di centrocampo. E proprio da un appoggio sbagliato di El-Shaarawy, in serata negativa, nasce la prima occasione per la squadra di casa, con Khalaili che manda alto di pochissimo dal limite. La manovra della Roma è lenta e prevedibile, e la palla arriva poche volte dalle parti di Shomurodov, che prova a muoversi in profondità senza successo. L’unico lampo della squadra di Juric nel primo tempo arriva con un bel contropiede costruito proprio dall’uzbeko e da Celik, terminato però con un tentativo frettoloso di El Shaarawy. La ripresa si apre con due occasioni importanti per i giallorossi: prima Shomurodov manda sul fondo di testa un cross di Pellegrini e poi Baldanzi, uno dei più frizzanti dei suoi, pur senza incidere troppo, colpisce il palo con un piazzato di mancino. E’ il preludio al gol, che arriva al 62′: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Pellegrini rimette la palla in mezzo e trova l’incornata di Mancini, che anticipa Moris senza commettere fallo. I giallorossi guadagnano sicurezza e sembrano poter gestire il vantaggio, ma al 77′, ancora da angolo, arriva la doccia fredda rappresentata dal gol di Mac Allister, che svetta di testa su Celik e insacca approfittando anche della caduta di Svilar, inciampato provando l’uscita alta. Negli ultimi minuti il Saint-Gilloise costruisce qualche occasione da gol, mentre la Roma non riesce più a presentarsi dalle parti di Moris: termina 1-1. Giallorossi a quota 5 punti, la classifica dopo 4 partite non sorride a capitan Pellegrini e compagni.
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Mancini illude la Roma, ma in Belgio arriva solo un pari
Ecco il “Look of the Games”, l’identità visiva di Milano-Cortina
MILANO (ITALPRESS) – Un linguaggio grafico iconico, dinamico e generativo, capace di arrivare al cuore delle persone per unirle nella straordinaria esperienza delle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali. Milano Cortina 2026 ha presentato il “Look of the Games”, la massima espressione dell’identità visiva dei Giochi, incentrata sulla cultura e i valori italiani. Un’anteprima per assaporare l’immagine coordinata che abbraccerà i territori e le venue, che avvolgerà e guiderà gli spettatori, gli atleti, i volontari e tutti coloro che vivranno il più grande evento sportivo al mondo. “Il Look of the Games di Milano Cortina 2026 mostra un linguaggio visivo straordinario che accentua il fascino delle nostre città e di tutte le sedi dei Giochi, esprimendo un nuovo concetto di bellezza italiana – afferma Andrea Varnier, CEO di Fondazione Milano Cortina 2026 – Un’identità visiva dinamica, ispirata dalla nostra energia, dal nostro entusiasmo, inclusività e talento. Sarà immediatamente riconoscibile e sarà un invito per i visitatori di tutto il mondo a scoprire il nuovo spirito italiano. Il nostro Look of the Games lascerà un segno indelebile nella storia dei Giochi”. Il Look of the Games non è solo un concept di design, ma rappresenta l’immagine coordinata che caratterizza ogni edizione dei Giochi. Riflette l’anima, il patrimonio e l’arte della nazione ospitante, assicurando che lo spirito delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano Cortina 2026 raggiunga tutto il mondo. “Il Look of the Games è il risultato di un processo creativo partito dalla Brand Personality di Milano Cortina 2026, dal concetto di una nuova bellezza italiana che riflette le qualità positive più profonde della nostra identità, come il talento”, racconta Raffaella Paniè, Head of Brand, Identity and Look of the Games di Fondazione Milano Cortina 2026. Un’idea che si esprime nel tratto di matita dello stilista, nella pennellata dell’artista, nella conduzione del direttore d’orchestra e nell’abilità dello chef in cucina, così come nel movimento e nelle traiettorie disegnate dagli atleti. E’ proprio il gesto umano che traccia il segno alla base del visual concept del Look of the Games: gli Elementi Fondativi. L’esplorazione del concetto di talento porta al gesto umano, espressione fisica del talento stesso e filo conduttore che unisce l’emblema, il font e gli asset di Milano Cortina 2026: tutti tratti distintivi dell’identità ed espressione dei sentimenti che animano le prossime Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali. Il Look of the Games sarà declinato negli impianti e sulle piste, nelle città che ospiteranno i Giochi, così come nel merchandising e nelle attività di comunicazione online e offline di Milano Cortina 2026. Sarà quell’inconfondibile immagine che miliardi di spettatori riconosceranno sui propri schermi, che i fan percepiranno sulle piste e nei palazzetti, e che accompagnerà i media nel raccontare le grandi imprese delle migliori atlete e dei migliori atleti delle discipline invernali. Gli Elementi Fondativi rappresentano il cuore del Look of the Games. Per raccontarli e impersonarli sui canali social di Milano Cortina 2026 sono state scelte cinque eccellenze italiane: Creativity – Dardust (Dario Faini) – Pianista, autore e produttore; Energy – Bebe Vio – Campionessa Paralimpica di scherma; Imagination – Federico Basso – Comico e autore; Passion – Davide Oldani – Chef; Style – Nicoletta Manni – E’toile del Teatro alla Scala di Milano. I Pittogrammi sono parte del sistema visivo del Look of the Games. A seguito di una fase di collaborazione con le Federazioni Internazionali, sono stati progettati 16 Pittogrammi di sport Olimpici e 6 di sport Paralimpici e sono stati concepiti per riflettere la forma più pura dei gesti umani, con un simbolo autoriale, elegante e, al tempo stesso, vibrante e dinamico.
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Sinner evita Alcaraz nel girone delle Atp Finals
TORINO (ITALPRESS) – Effettuato il sorteggio dei due gironi delle Atp Finals, in programma alla Inalpi Arena di Torino dal 10 al 17 novembre. Il numero 1 del mondo, l’azzurro Jannik Sinner, sfiderà nell’Ilie Nastase Group il russo Daniil Medvedev, lo statunitense Taylor Fritz e il ‘deb’ australiano Alex De Minaur. Nel John Newcombe Group, invece, se la vedranno il tedesco Alexander Zverev, lo spagnolo Carlos Alcaraz, il norvegese Casper Ruud ed il russo Andrej Rublev. Sorteggiati anche i due gironi di doppio. Gli azzurri Simone Bolelli e Andrea Vavassori sono nel girone intitolato a Bob Bryan con Marcelo Arevalo-Mate Pavic, Rohan Bopanna-Matthew Ebden e Kevin Krawietz-Tim Puetz. Girone Bob Bryan: Arevalo-Pavic, Bolelli-Vavassori, Bopanna-Ebden, Krawietz-Puetz. Girone Mike Bryan: Granollers-Zeballos, Koolhof-Mektic, Purcell-Thom, Heliovaara-Patten.
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Uva “Sostenibilità sfida decisiva per il calcio del futuro”
ROMA (ITALPRESS) – “Lo sport a 360 gradi come passione e professione, praticato sul parquet e poi vissuto dietro una scrivania partendo da un settore giovanile. Michele Uva, 60 anni domani (8 novembre), materano, attuale direttore della Sostenibilità per la Uefa, ha vissuto variegate esperienze da manager. “La mia passione è nata da un fattore che potrebbe sembrare negativo. Giocavo a pallavolo ma mi resi conto a 21 anni che non sarei mai arrivato a giocare ad alti livelli. Mentre studiavo all’Università, mi chiesero di fare il responsabile del settore giovanile della Zinella Bologna, squadra che giocava in Serie A vincendo anche uno scudetto nel 1985, e accettai. Mi piacque l’idea di lavorare con i giovani per i giovani, passione che è rimasta assolutamente intatta in tutto il mio percorso professionale. Quando presto terminerò la parte operativa della mia carriera, mi piacerebbe ritornare a lavorare per un settore giovanile per chiudere il cerchio e ritornare all’origine ovvero dove tutto è nato” ha raccontato in un’intervista all’ITALPRESS, in cui ha ripercorso la sua carriera dirigenziale. “Ho vinto più di 15 titoli nel corso della mia carriera ma le soddisfazioni alcune volte non sono solo legate alle vittorie. Aver lavorato con Carlo Ancelotti, Antonio Conte, Roberto Mancini nel calcio oppure aver portato nella pallavolo femminile Massimo Barbolini, così come nel basket aver incrociato Bodiroga e Repesa forse rappresentano i passaggi più importanti della mia vita professionale. Se dovessi scegliere fra successi sul campo direi il primo titolo italiano da dirigente vinto con l’Under 17 della Zinella, la prima Coppa Campioni vinta con la Latte Rugiada Matera e la Coppa Uefa vinta con il Parma”. Uva ha lavorato sempre in posizioni di vertice in tre sport differenti (calcio, pallavolo e pallacanestro) e con il Coni in Italia, ha scritto sei libri e creato oltre quindici anni fa ReportCalcio e il Bilancio di sostenibilità della Figc, ma è sempre alla ricerca di nuove esperienze. “Penso che il ciclo naturale di un manager sia fra i 4 e 6 anni – spiega nell’intervista rilasciata all’agenzia ITALPRESS -. Io ho sempre sentito la necessità di avere forti motivazioni per far crescere e innovare le aziende per le quali ho lavorato, talvolta magari in modo molto ‘disruptivè. Penso che chi sta a lungo nella stessa posizione si appiattisce ed entra in una confort zone pericolosa sia per stesso che soprattutto per la società per cui lavora. Poi bisogna sempre usare il tempo di permanenza per far crescere nuovi talenti e il proprio successore”. Il lavoro strategico alla Uefa è arrivato nel momento di maggiore maturità professionale e Uva spiega perchè: “Avevo voglia di una esperienza internazionale e sono arrivati due distinti momenti molto formativi e stimolanti: i quattro anni da vice presidente della Uefa e dal 2021 il ruolo operativo quale direttore della sostenibilità. Non sono io a dover identificare i successi ottenuti, ma vedere la Uefa essere punto di riferimento per la sostenibilità a tutti i livelli e aver avuto un ruolo attivo nell’organizzazione dell’ultimo Europeo in Germania, sicuramente mi ha reso felice così come i risultati riportati nell’ESG Report appena presentato a Francoforte. Come immagino il calcio tra 20 anni? Parliamo di uno dei settori che sino ad oggi non ha conosciuto crisi. Tutti i dati, dal pubblico che lo segue dal vivo e sulle diverse piattaforme digitali sino al business economico, crescono senza sosta. Immaginarselo fra 20 anni non è semplice ma sicuramente bisognerà mettere la sostenibilità nelle sue cinque dimensioni (sportiva, finanziaria, ambientale, sociale e culturale) al centro della visione futura facendole dialogare in modo coordinato. E’ una sfida che vale la pena di affrontare per avere un calcio che sappia essere leader nel sistema sportivo ma soprattutto abbia un impatto positivo nella società civile”.
Il tema della sostenibilità è diventato una priorità per la Uefa e non solo, da questo punto di vista anche l’Italia sta facendo grandi passi avanti, anche se i club potrebbero fare qualcosa di più. “Il mio ruolo mi impone di non andare nel merito delle singole federazioni nazionali. La Uefa ne segue e supporta 55 in Europa e tutte stanno realizzando che serve accelerare sul tema, cambiando il paradigma ovvero non subire passivamente i mali che provengono dalla società civile ma diventare soggetti attivi anticipando le necessità sociali e ambientali. Detto questo mi sembra che sia la Figc che la Lega A stiano facendo passi avanti significativi, mentre vedo un pò indietro, con qualche eccezione, i club”. Alcune statistiche farebbero emergere un calo di interesse delle nuove generali nei confronti del calcio, la Uefa in questo senso è molto attenta. “La capacità di anticipazione è una regola indispensabile per mantenere la leadership in qualsiasi settore, sport compreso. Noi studiamo l’evoluzione naturale delle abitudini dei tifosi del calcio legati ai consumi del futuro. Ovviamente ci sono molte differenze nei 55 paesi europei, ma io vedo più opportunità che rischi. Basta saper analizzare i segnali che vengono e programmare il futuro per tempo”. Intanto, la Uefa cerca nuovi format sia per aumentare i ricavi dei club ma anche per non disperdere il patrimonio di fan: quest’anno sta debuttando quello della Champions. “Il cambio del format è qualcosa che avviene dopo alcuni cicli e ovviamente la Uefa di concerto con i club studia formule che possano attrarre e aumentare l’attenzione dei tifosi e degli appassionati di calcio. Sono convinto che la nuova formula, dopo una prima fase di necessaria comprensione, piacerà ai tifosi e ai media”.
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Detroit ko sul filo di lana, 7 punti per Fontecchio
ROMA (ITALPRESS) – Sconfitta sul filo di lana per Detroit nella notte italiana della regular-season dell’Nba. Di fronte agli oltre 13mila spettatori dello Spectrum Center di Charlotte, i Pistons cedono ai padroni di casa degli Hornets per 108-107: decisivi i 54 punti complessivi realizzati dalla coppia Bridges-Ball, per gli ospiti 21 di Ivey, 20 di Cunningham e 7 dell’azzurro Simone Fontecchio, che in 21 minuti di impiego termina a referto anche con 5 rimbalzi e un assist. Sconfitta interna per i campioni in carica di Boston: a rovinare la festa dei Celtics sono i Golden State Warriors, che si impongono per 118-112 nonostante i 32 punti di Tatum, top-scorer dell’incontro (27 del solito Curry tra i californiani). Primo ko stagionale per Oklahoma City Thunder, che cede in volata per 124-122 sul campo dei Denver Nuggets, trascinati dai 29 punti messi a segno da Westbrook (stesso bottino per Williams). Privi di Banchero e Carter Jr, i Magic vanno al tappeto per 118-111 contro Indiana Pacers: Wagner tiene in vita Orlando sino alla fine con i suoi 28 punti, tra i locali 20 di Mathurin e 17 di Siakam. Netta sconfitta dei Los Angeles Lakers, che nell’impianto dei Memphis Grizzlies si arrendono per 131-114 sebbene James rubi la scena e chiuda come miglior ‘bomber’ con 39 punti all’attivo (20 a testa di Jackson e Morant per la franchigia del Tennessee). Bella affermazione casalinga degli Houston Rockets, che regolano i San Antonio Spurs per 127-100 con 21 punti di Green e VanVleet. Con una dote di 27 punti, DeRozan contribuisce in maniera determinante alla vittoria dei Sacramento Kings sui Toronto Raptors (122-107). Altri risultati: Atlanta Hawks-New York Knicks 121-116; New Orleans Pelicans-Cleveland Cavaliers 122-131; Dallas Mavericks-Chicago Bulls 119-99; Phoenix Suns-Miami Heat 115-112; Los Angeles Clippers-Philadelphia 76ers 110-98.
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Calhanoglu su rigore, a San Siro Inter-Arsenal 1-0
MILANO (ITALPRESS) – Estremamente sofferta, ma per questo ancor più bella oltre che importante. Nella quarta giornata di Champions League, l’Inter supera l’Arsenal per 1-0, dopo una partita combattuta e dagli alti valori agonistici. A San Siro la rete decisiva porta la firma di Calhanoglu, a segno su rigore nel recupero del primo tempo. Al termine di un match particolarmente tattico, i nerazzurri resistono all’arrembaggio finale degli inglesi, grazie ad una prova monumentale della propria difesa. Da sottolineare anche il consistente turnover in casa Inter: partono dalla panchina, infatti, Thuram, Dimarco, Barella e Bastoni. L’inizio di partita dei nerazzurri è piuttosto incoraggiante e, dopo appena tre giri d’orologio, Dumfries fa tremare la traversa con un potente destro. Qualche secondo più tardi ci prova anche Calhanoglu dalla distanza e il suo tiro finisce di poco a lato. Col passare dei minuti, però, gli inglesi riescono a prendere le giuste contromisure, controllando meglio le fasce nerazzurre e imponendo il proprio giro palla. Per lunghi tratti l’Inter si ritrova così schiacciata nella propria metacampo, anche se in realtà l’Arsenal non produce azioni da gol così clamorose.
Al 28′ Sommer rischia di combinare la frittata, travolgendo Merino pronto alla battuta di testa: nè l’arbitro Kovacs nè il Var puniscono l’uscita irruenta dello svizzero sul cross avversario. Nonostante qualche patema, nel finale di primo tempo l’Inter rimette fuori la testa e, da calcio piazzato, un ingenuo Merino tocca di mano, regalando il rigore ai padroni di casa. Un glaciale Calhanoglu non si fa pregare due volte e dal dischetto timbra l’1-0.
Nella ripresa Arteta inserisce subito Gabriel Jesus per dare maggiore spessore all’attacco dei Gunners. Il pallino del gioco rimane nelle mani dell’Arsenal, mentre l’Inter aspetta per poi ripartire. I nerazzurri soffrono soprattutto sugli sviluppi di calcio d’angolo, dove gli ospiti attuano degli schemi piuttosto insidiosi. Al 75′ ci vuole una chiusura provvidenziale di Bisseck su Havertz nell’area piccola per salvare i pali difesi da Sommer. Il finale per i ragazzi di Inzaghi è di totale sofferenza e caratterizzato da continui cross dalla trequarti, prontamente respinti dall’attenta difesa interista. La pressione asfissiante dei Gunners non produce, però, pericoli così rilevanti. Per i nerazzurri è dunque una vittoria fondamentale che consolida il posizionamento nelle prime otto in classifica, grazie ai dieci punti conquistati.
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Lookman e Zaniolo, l’Atalanta espugna Stoccarda
STOCCARDA (GERMANIA) (ITALPRESS) – L’Atalanta fa la voce grossa e vince la seconda gara in Champions League: a Stoccarda finisce 2-0, di Lookman e Zaniolo le due reti che hanno deciso la partita. A colpire è il dato riguardo ai gol subiti: 0 in 4 gare, con 5 reti fatte e 8 punti in classifica. Nel prossimo turno i nerazzurri sfideranno lo Young Boys, già affrontato nella stagione 2021-2022.
I bergamaschi hanno iniziato con la solita personalità, Gasperini ha lanciato un segnale abbastanza chiaro cambiando poco rispetto a Napoli: Retegui è tornato nell’undici titolare, con De Ketelaere che si è accomodato in panchina. La prima conclusione pericolosa da parte degli orobici è stata quella di Mario Pasalic su sponda dello stesso Retegui, ma il croato non è riuscito a inquadrare lo specchio della porta difesa da Nubel. I padroni di casa hanno risposto con Rouault, sugli sviluppi di un corner il centrale francese ha colpito di testa senza però impensierire Carnesecchi. L’episodio chiave del primo tempo è arrivato alla mezz’ora quando i bergamaschi hanno chiesto timidamente un calcio di rigore per un tocco di Mittelstadt su Pasalic, lo sloveno Obrenovic ha deciso di lasciar correre.
(ITALPRESS) – (SEGUE).
Stessa decisione qualche minuto più tardi per un contatto in area atalantina tra El Bilal Tourè e Zappacosta.
Nella ripresa Gasperini ha deciso di schierare il tridente ipotizzato alla vigilia, con De Ketelaere largo sulla destra: il belga ex Milan, al 6′, si è inventato lo spunto e il successivo assist per Lookman, lasciato libero di colpire a rete da dentro l’area piccola. L’ingresso in campo di Demirovic per l’infortunato Undav ha creato qualche problema alla banda del Gasp, due le occasioni dell’attaccante bosniaco nell’arco di una manciata di minuti. Col passare dei minuti gli ospiti hanno abbassato i ritmi cercando di gestire, lo Stoccarda ha sfiorato il pareggio con una conclusione di prima intenzione di Malanga, entrato al posto dell’ex El Bilal Tourè. A chiudere il match è stato Zaniolo, sull’errore di Rouault il numero 10 ha sfruttato l’occasione segnando il suo primo gol da quando è arrivato a Bergamo.
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Sports Community, OPES presenta i risultati del progetto
ROMA (ITALPRESS) – Lo sport come strumento di promozione di politiche sociali. E’ questo l’obiettivo di Sports Community, progetto di OPES volto a realizzare partnership e alleanze per lo sport e le città con l’obiettivo di ricercare soluzioni per il benessere dei cittadini attraverso la pratica sportiva. Un’iniziativa che ha visto la collaborazione di politica e istituzioni. Due dimensioni che devono convergere in quanto hanno “in comune gli stessi obiettivi, soddisfare i bisogni delle persone della comunità locale e nazionale con le risorse dello Stato e le competenze del privato, il terzo settore, e, perchè no, con l’aiuto del privato, delle imprese a sostegno delle progettualità come Sports Community, che cerca di promuovere nuovi modelli per uno sport che sia strumento per una coesione sociale vera”, come ha dichiarato il presidente nazionale di OPES, Juri Morico, nel corso della conferenza di chiusura del lavoro durato un anno, che si è tenuta presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Morico ha poi spiegato che Sports Community non è un punto di arrivo ma piuttosto “la tappa di un percorso serio e strutturato. Abbiamo raccolto questa sfida con grande entusiasmo, cercando di creare una sintesi della comunità degli sportivi, che non sono solo coloro che praticano. Il riconoscimento dello sport in costituzione è solo l’inizio di un percorso, si è riportato lo sport nell’agenda politica”. Proprio con riferimento al riconoscimento costituzionale dello sport, il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, ha riconosciuto il lavoro di OPES quale “il tramite tra la Costituzione e la realtà quotidiana, l’espressione di un’interpretazione corretta di come poter trasmettere sulla comunità i principi enunciati nella Costituzione. Non si vive di proclami, di vittorie e di sconfitte, si vive di attuazione, di comunità”. Grazie a iniziative di questo tipo, “il modello, l’ecosistema che non è un insieme di elementi disarticolati ma in armonia, prende forma”.
“Le istituzioni hanno il compito di portare risorse e opportunità lì dove si è più soli, per promuovere l’inclusione e il superamento delle difficoltà legate anche alla segregazione vissuta dalle persone più fragili, con disabilità o che si trovano in contesti di povertà”, ha aggiunto il viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci.
– foto ufficio stampa OPES –
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