CAGLIARI (ITALPRESS) – Pari ed equilibrio all’Unipol Domus tra Cagliari e Como, in un match con diverse occasioni e potenzialmente dal peso specifico significativo sul lungo periodo, in ottica salvezza. Alla rete siglata da Piccoli allo scadere del primo tempo ha risposto quella di Cutrone nella ripresa: un gol e un punto per parte, quindi, che rendono giustizia a quanto visto in campo.
Avvio di gara intenso da parte di entrambe le squadre, con il Como che trova dopo tre minuti la via della rete grazie a Belotti – ma il tutto vano per posizione di offside -, e il Cagliari che risponde con l’iniziativa dalla destra di Luvumbo che si accentra e calcia trovando le mani di Reina. Partita viva e Como che si fa rivedere pericolosamente in avanti, al 33′, con la conclusione incrociata dalla distanza di Strefezza sulla quale deve impegnarsi Scuffet in tuffo. A trovare il gol sarà però il Cagliari, con l’inserimento offensivo di Luperto che di testa prolunga il pallone per la deviazione vincente di Piccoli, bravo a sorprendere un Reina indeciso nell’uscita alta. Si va all’intervallo con i sardi in vantaggio, che però dura solo per otto minuti dall’inizio della ripresa: è Cutrone, infatti, a pareggiare i conti all’Unipol Domus, sugli sviluppi del corner spizzato da Dossena e spinto in rete da sotto misura dall’ex attaccante del Milan. 1-1 e ritmi che vanno progressivamente assestandosi, con cambi da una parte e dall’altra attuati da Nicola e Fabregas alla ricerca di nuove trame avanzate. Una nuova occasione per il Como nasce infatti grazie al neo entrato Nico Paz, che al 70′ riceve il corner battuto da Strefezza e calcia di destro, reattivo Scuffet. Equilibrio che regge anche nel finale di partita, con il Como che nel recupero va vicinissimo al gol del sorpasso con la bella giocata di Nico Paz, che dalla sinistra si libera di un difensore e mette al centro il cross per Cerri, ex della gara, non puntuale all’appuntamento col tap-in. E’ l’ultimo lampo della sfida di Cagliari, con i sardi al secondo pari consecutivo e il Como al primo punto in questa Serie A.
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Cutrone risponde a Piccoli, Cagliari-Como finisce 1-1
Calcio in lutto, morto a 76 anni Sven Goran Eriksson
LONDRA (INGHILTERRA) (ITALPRESS) – E’ morto a 76 anni Sven Goran Eriksson. A comunicarlo in una nota sono stati i suoi cari:” Dopo una lunga malattia, si è spento stamattina a casa, circondato dalla famiglia. Con lui la figlia Lina, il figlio Johan con la moglie Amana e la nipote Sky, il padre Sven, la compagna Yanisette col figlio Alcides, il fratello Lars-Erik con la moglie Junmong. La famiglia chiede che venga rispettato il desiderio di vivere privatamente il suo lutto e di non essere contattata”. Il
tecnico svedese aveva fatto sapere a gennaio di avere un cancro al pancreas e che gli sarebbe rimasto al massimo un anno di vita.
Eriksson ha allenato in Italia Roma, Fiorentina, Sampdoria e Lazio, conquistando 4 Coppe nazionali (una con i giallorossi, una con i blucerchiati e due con i biancocelesti) oltre allo scudetto, due Supercoppe Italiane, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea alla guida della stessa Lazio. Primo ct straniero nella storia dell’Inghilterra, come club ha allenato – fra gli altri – anche Benfica e Manchester City mentre a livello di nazionali è stato commissario tecnico anche di Messico e Costa d’Avorio. Nei giorni scorsi era stato presentato il documentario “Sven”, che andrà in onda su Amazon Prime, in cui l’ex tecnico svedese ripercorreva i momenti più importanti della sua carriera mentre a marzo il Liverpool gli aveva regalato la possibilità di coronare il suo sogno, allenare i Reds, in occasione della sfida di Anfield fra le Legends del club inglese e quelle dell’Ajax.
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Sette azzurri nella Top 50 Atp, al comando c’è sempre Sinner
ROMA (ITALPRESS) – L’Italia del tennis maschile può sognare in grande a New York. Con la risalita di Lorenzo Sonego dopo il titolo a Winston-Salem, sono sette gli azzurri tra i primi 48 del mondo nel ranking Atp: nessuna nazione fa meglio. Jannik Sinner si presenta a Flushing Meadows sempre al comando della classifica mondiale (e con la certezza di rimanervi anche al termine degli Us Open) davanti a Novak Djokovic e Carlos Alcaraz in una Top Ten che non presenta variazioni. Al quarto posto c’è infatti Alexander Zverev seguito da Daniil Medvedev, Andrey Rublev, Hubert Hurkacz, Casper Ruud, Grigor Dimitrov e Alex De Minaur. Per quanto riguarda gli altri azzurri, stabili Lorenzo Musetti (n.18), Matteo Arnaldi (n.30) e Flavio Cobolli (n.31), Luciano Darderi scala un posto (da n.38 a n.37), Matteo Berrettini rimane numero 44, il vero balzo in avanti lo fa Lorenzo Sonego, il giocatore che ha guadagnato più posizioni tra gli attuali Top 50: il tennista torinese risale 10 posti e occupa ora la 48esima piazza. Fra i primi 100 al mondo anche Fabio Fognini (n.71) e Luca Nardi (n.90, +2), a un passo anche Mattia Bellucci che risale di un posto e si attesta al numero 101.
Questa la top ten della nuova classifica Atp:
1. Jannik Sinner (Ita) 9360 (–)
2. Novak Djokovic (Srb) 7460 (–)
3. Carlos Alcaraz (Esp) 7360 (–)
4. Alexander Zverev (Ger) 7035 (–)
5. Daniil Medvedev (Rus) 6275 (–)
6. Andrey Rublev (Rus) 4805 (–)
7. Hubert Hurkacz (Pol) 4055 (–)
8. Casper Ruud (Nor) 3885 (–)
9. Grigor Dimitrov (Bul) 3655 (–)
10. Alex de Minaur (Aus) 3435 (–)
Così gli altri italiani:
18. Lorenzo Musetti 2255 (–)
30. Matteo Arnaldi 1470 (–)
31. Flavio Cobolli 1418 (–)
37. Luciano Darderi 1291 (+1)
44. Matteo Berrettini 1160 (–)
48. Lorenzo Sonego 1116 (+10)
71. Fabio Fognini 759 (–)
90. Luca Nardi 612 (+2)
101. Mattia Bellucci 555 (+1)
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Tris del Napoli al Bologna, in gol Di Lorenzo-Kvara-Simeone
NAPOLI (ITALPRESS) – Sembra passata un’era geologica dal tonfo di Verona, arrivato con lo stesso risultato. Al “Maradona” gioca un altro Napoli. Quadrato, letale e capace di sfruttare ogni errore dell’avversario: nasce così il 3-0 sul Bologna, che vede tornare al gol Kvara, a segno assieme a Di Lorenzo e Simeone. Gli azzurri, sconvolti dopo il ko del Bentegodi, dimostrano di aver subito ritrovato quella cattiveria agonistica che è il marchio di fabbrica di Antonio Conte. L’impronta del match è chiara. Il Napoli pressa altissimo e asfissia il Bologna, per poi procedere a delle rapide verticalizzazioni. Nei primi minuti Raspadori sfiora due volte la rete, con Mazzocchi ad ispirarlo e mostrarsi più efficace di Olivera. Soffre il Bologna, coi suoi centrali in apnea e Italiano che s’infuria per la fase difensiva dei suoi. I felsinei perdono Erlic per infortunio (dentro Lucumì) e, paradossalmente, si scuotono. Meret salva su Castro, ma il finale di tempo è tutto del Napoli: Kvaratskhelia colpisce una traversa, out di poco il tiro di Politano. La rete degli azzurri è nell’aria e arriva dopo un sontuoso scambio rapido tra il georgiano e Di Lorenzo: l’esterno della Nazionale, ora braccetto destro, si inserisce in area e insacca l’1-0 alle spalle di Skorupski. Nella ripresa i ritmi si abbassano e, nonostante i cambi, il Bologna non riesce a sfondare: Karlsson e Odgaard non riescono a dare la svolta rispetto ai deludenti Orsolini e Ndoye, bocciati da Italiano. Il Napoli amministra, gestisce i ritmi della sfida e riparte: doppia occasione per un attivo Politano. L’inerzia del match è tutta per gli azzurri, che infatti vanno a raddoppiare al 75′, approfittando di un’altra clamorosa disattenzione del Bologna. Il centrocampo rossoblù non si cura dell’azione personale di Kvaratskhelia che s’invola, lascia sul posto Lucumì e insacca la rete del 2-0, approfittando di una deviazione di Beukema. Italiano si gioca tutti i cambi, ma non c’è storia. Il suo Bologna continua a mostrare evidenti lacune difensive e l’ingresso di David Neres nel finale scompagina definitivamente le carte. Il brasiliano è l’arma disequilibrante che manda completamente in tilt gli stanchi centrali rossoblù, fino a chiudere i giochi nel recupero: azione insistita e assist per la zampata del Cholito Simeone, che sigla il 3-0 al 94′.
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La Roma cede all’Olimpico, l’Empoli si impone 2-1
ROMA (ITALPRESS) – L’Empoli fa l’impresa e batte 2-1 la Roma all’Olimpico. A segno per i toscani Gyasi e Colombo (dal dischetto). Con Dybala in campo da titolare, dopo il no all’offerta dell’Al-Qadisiyya, la festa per la Joya viene rovinata da un buon Empoli, dai tre legni colpiti dai giallorossi e dal possibile rigore non concesso nel finale dall’arbitro per fallo sul neo entrato Shomurodov, che poco prima aveva siglato il gol dell’1-2. Per i capitolini è la prima sconfitta stagionale, all’esordio in casa: ora sono inchiodati a un punto in classifica e in vista c’è la sfida esterna con la Juventus. Nel primo turno di campionato la Roma era stata la miglior squadra per recuperi offensivi in generale (15) e per possessi recuperati nel terzo finale di campo (11). Stasera però la pressione giallorossa non è efficace, come non lo è la circolazione palla. La partenza è da incubo per i padroni di casa. All’8′ Fazzini in percussione centrale arriva al tiro e calcia a lato per una questione di centimetri. Sul corner seguente lo schema preparato dai toscani funziona quasi a meraviglia: corner corto e scarico, movimenti in area a liberare il secondo palo per il cross a Gyasi che di testa però non trova la porta.
Al 20′ altra clamorosa occasione per i toscani: Fazzini semina ancora una volta il panico in area e calcia, Svilar smanaccia sulla testa di Colombo che con tutta la porta a disposizione colpisce la traversa. Al 42′ la Roma si riaffaccia in zona d’attacco: cross di Dybala, colpo di testa di Pellegrini e parata d’istinto di Vasquez. Tre minuti dopo però arriva il gol dell’Empoli: Pezzella effettua un traversone, Gyasi sbuca sul lato opposto tra Angelino e Soulè e in caduta batte Svilar. Nella ripresa al 51′ la Roma colpisce un doppio legno: Pellegrini sfodera il tiro e fa tremare l’incrocio, sulla respinta di testa in caduta Mancini trova il palo. Al 61′ l’Empoli raddoppia: Paredes perde palla e commette fallo da rigore su Esposito. Dagli undici metri si presenta Colombo che spiazza Svilar. Sono i cambi ad accendere la Roma: all’80’ Baldanzi recupera palla, si mette in proprio e crossa, Shomurodov vola e di testa riduce il distacco. Nel recupero c’è il palo di Dybala e una trattenuta sospetta sull’attaccante uzbeko. Per l’arbitro e il Var non c’è nulla. A far festa è l’Empoli, che sale a quota 4 in classifica.
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Il Toro supera l’Atalanta con le reti di Ilic e Adams
TORINO (ITALPRESS) – Prima vittoria per il Torino di Paolo Vanoli. I granata, dopo il clima pesante a causa della contestazione pre gara contro il presidente Urbano Cairo per quanto successo durante il calciomercato (con le cessioni di Buongiorno e Bellanova), hanno vinto per 2-1 in casa contro l’Atalanta grazie alle reti di Adams e Ilic e a Milinkovic-Savic, che nel finale ha parato un rigore calciato da Pasalic. “Inutile”, invece, il terzo gol in maglia orobica di Retegui.
La sfida dell’Olimpico si è accesa immediatamente quando Lazaro, dopo aver sfondato per vie centrali, non è riuscito a superare Carnesecchi. Lo spavento iniziale ha dato una scossa ai nerazzurri che hanno risposto con Ederson, ipnotizzato dall’uscita in presa bassa di Milinkovic-Savic. Nel giro di una manciata di minuti si è acceso Mateo Retegui, dopo un’occasione deviata sul fondo dai difensori granata l’italo-argentino ha sbloccato il match (al 26′) grazie al colpo di testa in area in seguito al cross pennellato da Zappacosta. I padroni di casa hanno però trovato il pareggio al 31′ con Ilic: palla perfetta di Adams, il serbo con un tocco sotto è riuscito a superare l’estremo difensore dei bergamaschi.
La squadra di Gasperini ha risposto con una doppia occasione ma è stato l’ex di turno Duvan Zapata a sfiorare la rete del vantaggio: su un’uscita sbagliata dello stesso Carnesecchi il colombiano ha colpito di testa, ma Hien ha respinto sulla linea. Nella ripresa l’Atalanta è partita col piede premuto sull’acceleratore ma a trovare il gol è stato il Torino: al 4′ Zapata ha calciato in porta dopo aver sorpreso la retroguardia ospite, sulla respinta Adams è riuscito ad anticipare tutti. Gli orobici hanno risposto con la traversa di Retegui in mischia e il palo di De Ketelaere; poi i granata hanno gestito gli affondi, limitando le incursioni centrali. Tante le occasioni nel finale: l’Atalanta in pieno recupero ha sbagliato un calcio di rigore con Pasalic, decisiva la parata di Milinkovic-Savic. Nel prossimo turno gli orobici sfideranno l’Inter a San Siro; mentre i granata giocheranno in trasferta contro il Venezia.
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Tamberi torna a volare e vince a Chorzow con 2.31
ROMA (ITALPRESS) – Gianmarco Tamberi torna a splendere e a vincere. Il 32enne di Civitanova Marche (Fiamme Oro) ha fatto sua la gara di salto in alto della dodicesima tappa della Diamond League, a Chorzow, in Polonia. Per l’azzurro la misura di 2.31. Che carica a pochi giorni dal Golden Gala Pietro Mennea di venerdì sera allo stadio Olimpico di Roma. Dopo la sfortunata finale olimpica di Parigi, Gimbo trionfa con un’altra prova da emozioni forti, una delle sue, con il serissimo rischio di eliminazione alla misura d’ingresso di 2,18 (due errori e poca energia) e la rinascita nell’ultimo tentativo disponibile a 2,31, un salto che gli consente di superare in classifica il 2,29 del giamaicano Romaine Beckford, dell’ucraino Oleh Doroshchuk e del coreano Woo Sang-hyeok.
Supera la misura d’ingresso di 2,18 dopo due “x”, ritrovando dinamismo al terzo salto, aiutato dalla clap del pubblico della Slesia, nello stadio in cui, da capitano azzurro, ha alzato al cielo la “Coppa Europa” nel giugno del 2023.
Alla quota superiore compare il primo tiepido sorriso della giornata, che sostituisce lo sguardo cupo dei minuti precedenti, e abbozza un primo gesto d’esultanza, oltrepassato il 2,22 alla prima prova. Una smorfia al primo assalto a 2,26 (asticella giù con le caviglie) e poi finalmente si lascia andare al suo tipico entusiasmo quando si libera della misura alla seconda prova. E’ lì che Gimbo, barba completamente rasata, comincia a scatenarsi e a trovare risorse fisiche e mentali che probabilmente oggi pomeriggio non sapeva nemmeno di avere. Sbaglia una volta 2,29 e decide di passare a 2,31 con due tentativi a disposizione. Nel primo, l’asticella cade nettamente. Nell’ultimo resta su, con il pubblico polacco tutti in piedi ad applaudire. Poi i tentativi (non riusciti) al 2,38 della possibile migliore prestazione mondiale dell’anno (un centimetro meglio della sua misura a Roma 2024) e del 2,40 del possibile record italiano. Sulla pedana di Roma, sotto la Curva Sud, tornerà tra pochi giorni, venerdì sera, per un altro show. Ci sarà anche Stefano Sottile (Fiamme Azzurre), oggi settimo in Polonia con 2,22 e tre errori a 2,26.
“Il mio futuro? E’ presto per rispondere, sono concentrato sui prossimi impegni. Voglio prendere del tempo per decidere ma magari la brutta esperienza di Parigi mi darà la forza per continuare”, ha detto Tamberi, ai microfoni di RaiSport, dopo il successo in Polonia. “Adesso sarò in pedana all’Olimpico e speriamo che ci siano meno alti e bassi come nell’ultimo periodo. Mi devo prendere cura del mio corpo e della mia mente in questi giorni ma so che a Roma, adesso, il pubblico si prenderà cura di me”, ha aggiunto l’azzurro.
Con lui al Golden Gala Pietro Mennea in scena all’Olimpico, nella capitale, venerdì sera, ci sarà anche Marcell Jacobs, oggi quarto nei 100 metri a Chorzow col tempo di 9.93.
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Pari tra Fiorentina e Venezia, al Franchi termina 0-0
FIRENZE (ITALPRESS) – Fiorentina e Venezia si dividono la posta in palio al termine di una gara non divertente ma equilibrata in cui i migliori in campo sono risultati i due portieri. Più soddisfatti a fine partita gli ospiti che soffrono solo nei 15′ finali del primo tempo ma che in realtà reggono molto bene l’impatto contro Kean e compagni che di contro palesano una difficoltà tecnico-tattica oltre che un momento psicologico non semplice. Proprio i padroni di casa, che devono rinunciare inizialmente a Quarta, acciaccato fisicamente, oltre che a Pongracic squalificato, fanno fatica per rendersi pericolosi negli ultimi venti metri del Venezia anche se Joronen, migliore in campo, deve dire di no almeno tre volte fra il 31′ ed il 42′, prima su una rovesciata di Kouame, poi su Parisi ed infine su Richardson, ma in tutte le circostanze su azioni estemporanee. Buono il movimento di Kean come unica punta ma poco assistito, tanto che la difesa veneta fatica non troppo a contenerlo anche in virtù della prova opaca di Barak, non a caso sostituito prima dell’ora di gioco con Colpani, che non ha comunque inciso.
Di Francesco di contro subito dopo l’intervallo deve rinunciare ad Oristanio, ammonito, e Gytkjaer, impalpabile. Il Venezia si chiude e cerca di ripartire e per poco nel cuore della ripresa passa in vantaggio con Terracciano prima decisivo su Zampano e poi su Raimondo. Fra la prima e la seconda chance ospite esordisce Nicolussi Caviglia, uno degli acquisti su cui i lagunari hanno investito maggiormente. Ci si aspetta un forcing finale alla ricerca del successo da parte della Fiorentina ma i viola ottengono poco dai subentrati con una confusione tattica, ed una condizione atletica ancora molto lontana dall’essere ottimale. L’ultima vera chance di gigliati è un sinistro di Biraghi a una manciata di secondi dal 90′, che finisce a lato, troppo poco per ottenere i tre punti.
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