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Tamberi non salta 2,27 ed è eliminato

PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Gianmarco Tamberi è stato eliminato alla seconda misura della finale olimpica del salto in alto. Dopo aver saltato 2,22 all’ultimo tentativo, ha fatto tre errori a 2,27 uscendo così di scena dalla gara. Al momento della presentazione, l’azzurro si è tolto il cappuccio ed ha allargato le braccia, accolto dal boato degli spettatori. La progressione è 2,17-2,22-2,27-2,31-2,34-2,36-2,38-2,40. Tamberi e Barshim scelgono di passare 2,17 e quindi partono da 2,22 con Tamberi che lo salta al terzo tentativo. Poi a 2,27 il portabandiera azzurro non riesce in nessuno dei tre tentativi e chiude la sua Olimpiade. La sua giornata è stata molto particolare con un nuovo episodio di calcoli renali ed una visita di controllo in ospedale prima di scigoliere le riserve e annunciare di voler gareggiare con un “Ci sarò” per difendere il titolo olimpico nell’alto. Dopo la comunicazione via social dello stesso atleta marchigiano, Coni e Fidal fanno sapere in una nota che “lo staff medico federale, a seguito degli accertamenti effettuati da Gianmarco Tamberi nel primo pomeriggio presso una struttura ospedaliera a Parigi, ha verificato che non sussistono impedimenti assoluti in merito alla partecipazione dell’atleta alla finale olimpica di questa sera”.
Tamberi aveva ritardato di un giorno la partenza per Parigi per un sospetto calcolo renale. Sbarcato nella capitale francese lunedì sera, il campione olimpico aveva garantito che sarebbe stato in pedana e due giorni dopo ha mantenuto la promessa qualificandosi per la finale di stasera anche se con un modesto 2,24. Poi, in mattinata, il nuovo allarme: “E’ tutto finito…. Ci ho sperato fino all’ultimo, ci ho creduto nonostante tutto quello che era successo. Questa notte alle 5 mi sono svegliato a causa di quello stesso dolore lancinante di qualche giorno fa. Un’altra colica renale. Sono passate 5 ore e ancora il male non passa. Sono riuscito a battere il destino una volta dopo quell’infortunio nel 2016, questa volta purtroppo penso proprio che abbia vinto lui. Scenderò in pedana comunque questa sera? Sì, ma non so davvero come farò in queste condizioni a saltare…”. Poi, nel pomeriggio, il post della moglie Chiara Bontempi, con una foto di una flebo al braccio di Gimbo: “Mi state scrivendo in tanti, la situazione è questa. Non riesco a rispondervi, scusate. Siamo in ospedale”. “Vediamo come si evolve la situazione, sta facendo una visita, vedremo la valutazione e poi decideranno – si era limitato a dire il presidente della Fidal, Stefano Mei – Lui vuole gareggiare ma bisogna vedere chiaramente che non ci sia niente di problematico, che non ci sia nessun rischio”. La situazione sembrava poi essere precipitata: “Sono passate 10 ore e la colica renale ancora non è passata – aveva scritto ancora Tamberi – Il dolore che sento da questa mattina, per quanto forte, è nulla confronto a quello che sto provando dentro. Anche quella che era la mia ultima certezza sta per svanire…..Sono appena stato portato in pronto soccorso in ambulanza dopo aver vomitato due volte sangue. Ora mi faranno altri esami per capire che cosa sta succedendo, tutto ho sognato per questo giorno tranne di vivere un incubo così…”. Poi il via libera dei medici e poi l’eliminazione.
– foto Image –
(ITALPRESS).

Europe Sprint Triathlon, oro per Azzano e argento per De Nigro

ROMA (ITALPRESS) – Un’Italia da incorniciare quella che ha brillato all’Europe Triathlon Sprint Championships di Balikesir, in Turchia, conquistando per la prima volta nella storia un doppio titolo europeo nelle categorie elite e under 23 grazie a Nicola Azzano ed Euan De Nigro, rispettivamente oro e argento assoluto. I due atleti azzurri, entrambi del gruppo Carabinieri, hanno firmato una storica doppietta: Nicola Azzano si è laureato campione europeo di Triathlon Sprint, mentre Euan De Nigro ha conquistato il titolo di vicecampione, sigillando inoltre la vittoria nella categoria under 23. Questo risultato rappresenta un momento super per il triathlon italiano, con Azzano che si aggiudica il suo primo titolo continentale, dopo il bronzo ottenuto nella staffetta della World Triathlon Mixed Relay Series di Napier, e De Nigro che, dopo il bronzo junior dello scorso anno sempre a Balikesir, si conferma ai vertici con un prestigioso oro under 23 e un argento elite.
A completare il podio elite è stato lo svizzero Maxime Fluri, mentre nella categoria under 23 l’argento e il bronzo sono andati rispettivamente al britannico Hamish Rielly e al tedesco Jan Diener.
Buona prova anche per il terzo azzurro in gara, Samuele Angelini (Fiamme Oro), che ha concluso al 13° posto, grazie a una solida frazione di corsa finale. Nella finale B uomini, Pietro Giovannini (Raschiani Triathlon Team) ha portato a termine la sua prova chiudendo in 14esima posizione.
“Sono felicissimo per questo titolo europeo qui a Balikesir. E’ stata una gara fantastica e sono molto soddisfatto della mia prestazione. Un ringraziamento speciale va ai Carabinieri e alla Federazione per il loro continuo supporto. Ora la testa è già alle prossime sfide”, così Nicola Azzano dopo l’oro odierno.
“Sono molto contento di come è andata la gara. Voglio ringraziare il mio allenatore, i Carabinieri e la Federazione per l’opportunità di competere a questo livello. E’ stata una gara dura, ma sono riuscito a dare tutto nella corsa, conquistando il secondo posto elite e il primo under 23. Avanti così”, ha detto invece Euan De Nigro.
Infine, nella gara femminile, le azzurre hanno mostrato determinazione con Sharon Spimi (Fiamme Oro) che ha chiuso al 7° posto e Carlotta Missaglia (Carabinieri-Valdigne Triathlon) al 25°. La francese Sandra Dodet ha conquistato il titolo europeo, seguita dalla tedesca Marlene Gomez-Goggel e dalla slovacca Zuzana Michalickova. Nella classifica under 23 il podio è stato composto da Zuzana Michalickova, Mariana Vargem e Julia Broker. Le italiane Chiara Lobba e Anna Adelaide Badini Confalonieri (entrambe K3 Cremona) hanno concluso rispettivamente in nona e 12esima posizione la finale B.
– foto Ufficio Stampa Fitri –
(ITALPRESS).

Malan riporta il pentathlon sul podio ai Giochi, è bronzo

PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Il pentathlon moderno azzurro torna sul podio olimpico. Dopo 32 anni di attesa – bronzo a squadre con Carlo Massullo, Gianluca Tiberti e Roberto Bomprezzi a Barcellona, per l’ultima medaglia individuale bisogna invece risalire a Seul 1988, con l’argento ancora di Massullo – è Giorgio Malan a interrompere il digiuno, con uno splendido terzo posto allo Chateau de Versailles. Il 24enne torinese delle Fiamme Azzurre, che si era qualificato per Parigi – sua prima Olimpiade – grazie alla vittoria ai Giochi Europei dello scorso anno, dopo aver brillato nella prova di equitazione e aver limitato i danni nella scherma, nei 200 stile libero si guadagna la chance di andare a medaglia. Che arriva con una grandissima prova di laser run, con tanto di rimonta nel finale all’ultimo giro di corsa: 1536 i punti che gli consegnano il bronzo davanti al messicano Emiliano Hernandez (1532), l’oro va all’egiziano Ahmed Elgendy (1555 punti, record mondiale), argento per il giapponese Taishu Sato (1542). Bene anche l’altro azzurro in gara, Matteo Cicinelli, quinto con 1527.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

Mornati “Il modello organizzativo del Coni è funzionante”

PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – “Torniamo da Parigi con un modello
funzionante, un modello per il futuro viste le difficoltà
logistiche e organizzative che i Comitati iniziano a incontrare in eventi come le Olimpiadi, dove per gli addetti ai lavori è molto complicato lavorare. Siamo il primo comitato olimpico al mondo in grado di ‘backupparè il Comitato organizzatore per ogni profilo di servizio. Il Coni non ha avuto problemi nè sul cibo nè sui trasporti”. Lo ha detto Carlo Mornati, segretario generale del Coni e capo missione dell’Italia Team a Parigi, in conferenza
stampa a Casa Italia in cui ha presentato la relazione tecnica a un giorno dalla fine dei Giochi. “Ho sempre detto di non guardare il numero di medaglie ma rispecchiano le previsioni che avevamo, più o meno ci siamo. Ma è molto significativo l’indice di
competitività olimpica, che tiene conto di tutti i risultati fatti nelle discipline olimpiche nell’arco del quadriennio, ed è rimasto invariato. Siamo il quarto Paese. Lo si vede anche dai quarti, quinti, sesti posti, se solo un terzo dei quarti posti fosse diventato medaglia avremmo sfondato quota 60. Siamo anche passati dalle 57 finali di Rio alle oltre 80 di Parigi” ha detto
Mornati, che è entrato più nel dettaglio sulle medaglie azzurre. “Ci troviamo su quelle che erano state pronosticate. Chi non ce l’ha fatta è per un aspetto ambientale particolare, ci sono poi sport di situazioni in cui ci sono componenti del giudizio che hanno grande incidenza, può succedere tutto e il contrario di tutto. Poi c’è un’esagerazione nel considerare i quarti e i quinti posti come fallimenti, ma ci sono dei ragazzi che hanno perso delle medaglie per millesimi. Ci sono gli atleti più forti del pianeta, come si fa a dire ‘sei arrivato solo quartò?. Il nostro motivo di soddisfazione è che le medaglie rispecchiano il sistema organizzativo sportivo in Italia che è orizzontale, che porta avanti tutti. I Paesi anglosassoni hanno un sistema verticale, nel senso che investono in 5-6 discipline, da noi là dove non arriva uno arriva un altro. Il gioco dei colori delle medaglie è più legato al caso. Ci sono poi ragazzi che non hanno confermato l’oro ma la prestazione e chi non ha confermato la prestazione è stato surrogato da altri. Mi fa effetto, mi fa più scalpore che non siamo riusciti a prendere alcune medaglie. Tutte le medaglie vinte non dico che erano pronosticate ma si contava che quella disciplina aveva le potenzialità per portare la medaglia”.
– foto Italpress –
(ITALPRESS).

Dalle polemiche all’oro, Khelif “Così è ancora più speciale”

PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – La miglior risposta l’ha data sul ring, mettendosi al collo quell’oro che zittirà i detrattori. Quella di Parigi è stata soprattutto l’Olimpiade di Imane Khelif, 25enne algerina la cui presenza è stata trasformata in un caso. Colpa di quanto accaduto nel marzo 2023 ai Mondiali di boxe, con la squalifica per l’elevato livello di testosterone poche ore prima della finale per l’oro. L’Iba, la Federazione internazionale ‘scomunicatà dal Cio, ne ha fatto la pedina della sua crociata politica ma Imane ha potuto contare sempre sul sostegno della sua gente e dello stesso Comitato olimpico. E ieri sera, al Roland Garros solitamente teatro di imprese tennistiche, è arrivata la medaglia più bella, la prima vinta da un’algerina nel pugilato. “L’Olimpiade è la più importante piattaforma sportiva internazionale. A Tokyo sono arrivata quinta e qui ho vinto l’oro – le sue prime parole a caldo – Ero sotto pressione come tutte le altre atlete, ci si aspettava da me una medaglia e tutti sanno in Algeria quanto abbia lavorato duramente negli anni scorsi. Il pubblico e i tifosi hanno ricoperto un ruolo molto importante nel sostenermi, mi hanno dato la forza e mi hanno aiutato a perseverare”. Perchè con tutto quello che ha passato, non era semplice restare focalizzata sull’obiettivo. E ora che l’ha centrato, può togliersi qualche sassolino. “Ho parlato tanto, mi sono qualificata con merito per prendere parte a questo evento. Sono una donna come qualsiasi altra, sono nata donna, ho vissuto da donna e ho combattuto da donna, su questi non ci sono dubbi – rimarca – Ma ci sono quelli che chiamo i nemici del successo. Ed è anche per questi attacchi che la mia vittoria ha un sapore speciale”. Imane, che ha ricevuto anche i complimenti del presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune (“Mi ha chiamato, è il mio primo tifoso, il migliore. Era anche il suo sogno”), non si sottrae a quello che è il suo nuovo ruolo. “Il mondo intero conosce la mia storia, vengo da un piccolo villaggio, da una famiglia molto povera ma sempre orgogliosa di me e che mi ha sempre sostenuto nello sport. Il mio messaggio al mondo è che dovrebbe rispettare i principi olimpici ed evitare il bullismo. E’ questo il messaggio dei Giochi, i valori olimpici sono molto importanti. Siamo qui per performare come atleti, spero che non vedremo nelle edizioni future attacchi come quelli che ho subito”. C’è anche tempo per rispondere all’Iba. “Il mio onore è intatto ma gli attacchi che ho visto sui social sono stati molto tristi e insignificanti e hanno un impatto sulla dignità delle persone – commenta – Per quanto riguarda l’Iba, ho boxato sotto la loro egida dal 2018, sanno di cosa sono capace e come sono cresciuta negli anni. Ora mi odiano e non so nemmeno perchè. Il mio messaggio per loro è questa medaglia. La mia dignità e il mio onore sono al di sopra di tutto”. L’ultimo pensiero non poteva non essere per la sua gente. “Le donne algerine sono note per la loro forza, la loro volontà, il loro valore. La popolazione algerina è venuta qui a sostenermi e a mandare un messaggio al mondo arabo, che l’onore viene prima di tutto”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

Fiamingo e Paltrinieri portabandiera alla cerimonia di chiusura

PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Saranno Rossella Fiamingo e Gregorio Paltrinieri i portabandiera dell’Italia Team alla cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. La schermitrice azzurra ha conquistato la medaglia d’oro assieme a Mara Navarria, Giulia Rizzi ed Alberta Santuccio nella prova a squadre di spada, mentre Paltrinieri, suo compagno anche nella vita, ha raccolto due medaglie nelle gare di nuoto: il bronzo negli 800 metri stile libero e l’argento nei 1500. La cerimonia andrà in scena allo Stade de France dalle ore 21 di domenica 11 agosto: attese oltre 200 delegazioni per un grande spettacolo in cui si esibiranno oltre 270 artisti.
– foto Italpress –
(ITALPRESS).

Ginnastica ritmica, bronzo per le Farfalle azzurre

PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Arriva la 37esima medaglia per
l’Italia ai Giochi di Parigi. La conquistano le Farfalle azzurre della ginnastica ritmica nel concorso generale a squadre: Martina Centofanti, Agnese Duranti, Alessia Maurelli, Daniela Mogurean e Laura Paris ottengono il terzo punteggio assoluto (68.100) dopo la seconda rotazione e si prendono la medaglia di bronzo. Solo la Cina (69.800) e Israele (68.850) fanno meglio. Le Farfalle avevano ottenuto 36.100 ai cinque cerchi, chiudendo la prima rotazione al terzo posto, poi a nastri e palla ottengono a 32.400, quarto parziale.
– foto Federginnastica –
(ITALPRESS).

Più forte delle polemiche, Imane khelif vince l’oro

PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Il braccio alzato prima ancora che l’arbitro la proclamasse vincitrice, il saluto militare e poi la grande gioia, gli abbracci. Alla fine la risposta migliore l’ha data sul ring. Imane Khelif è la nuova campionessa olimpica di boxe nella categoria 66 kg: sul quadrato allestito al Roland Garros, la 25enne algerina ha sconfitto la cinese Yang Liu, mettendo a tacere polemiche e attacchi.
La presenza a Parigi della Khelif era diventata un caso a poche ore del suo esordio contro l’azzurra Angela Carini per la squalifica di un anno fa: ai Mondiali di Nuova Delhi del marzo 2023, quando stava per andarsi a giocare il titolo, l’algerina fu estromessa per un elevato tasso di testosterone. Il ritiro della Carini appena dopo 46 secondi aveva finito col gettare benzina sul fuoco, con la Khelif suo malgrado finita anche al centro dello scontro fra Cio e Iba, la Federazione internazionale di boxe ‘scomunicatà un anno fa dallo stesso Comitato Olimpico. Da un lato Thomas Bach a difendere la Khelif e la taiwanese Lin – pure lei sanzionata dall’Iba che però nel suo caso ha parlato di gender test non superato – e dall’altro il russo Kremlev a sparare a zero, cadendo anche nel cattivo gusto.
Imane era venuta a Parigi per inseguire un sogno e invece si è ritrovata a dover affermare di essere una donna. Non sono mancate le lacrime e gli sfoghi di una ragazza schiacciata dalle pressioni e da una curiosità diventata morbosa. La sua Olimpiade non era più una questione personale, era una lotta per tutte le donne, per la sua Algeria. E sospinta dai tanti connazionali accorsi attorno al ring per dirle che non era sola, Imane Khelif è andata avanti per la sua strada, match dopo match, fino a conquistare quell’oro che in parte la ripaga di tutte le sofferenze. E che spera di adesso potersi godere in pace, lontano dalla luce di quei riflettori destinati a spegnersi.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).