PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Batteria dei 100 metri decisamente serena per Marcell Jacobs, all’esordio olimpico a Parigi, che non sfodera tutto il suo potenziale e centra la qualificazione correndo in scioltezza. Il campione olimpico in carica chiude in seconda posizione, piazzandosi alle spalle del nigeriano Ajayi (10″02) col tempo di 10″05, e disputerà le semifinali. Con lui anche Chituru Ali, pure lui secondo nella propria batteria, col tempo di 10″12, alle spalle del keniota Ferdinand Omanyala (10″08). Nessun problema, sin qui, per i vari favoriti: tranquillamente in semifinale i vari Kishane Thompson, Noah Lyles, Ferdinand Omanyala e Oblique Seville. “Le sensazioni non sono state ottime – confessa Jacobs a Rai Sport – Però sono sceso in pista dicendomi che era una batteria. Sono rimasto un pò pesante nella prima parte, ma l’obiettivo di oggi era qualificarsi per domani, si scenderà in pista di nuovo e si cercherà durante il riscaldamento di perfezionare le ultime cose. Comunque l’importante era qualificarsi, e adesso si pensa a domani. Io sono sempre carichissimo, mentirei se dicessi che sono qui soltanto per esserci. Difendere il titolo è una spinta. Sentire gli applausi al mio nome è stata un’emozione grandissima e domani cercherò di regalare qualcosa non solo a me ma anche a loro”.
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Atletica, Jacobs e Ali in semifinale nei 100 metri
Nuoto, Paltrinieri in finale nei 1500 sl
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Missione compiuta per Gregorio Paltrinieri che va a prendersi con autorità il pass per la finale dei 1500 stile libero ai Giochi di Parigi. Il capitano dell’Italnuoto chiude al secondo posto in batteria e ottiene anche il secondo tempo di qualificazione (14’42″56) alle spalle solo dell’irlandese Daniel Wiffen (14’40″34) che punta alla doppietta nel mezzofondo dopo l’oro conquistato negli 800. Nulla da fare per l’altro azzurro, Luca De Tullio, appena dodicesimo 14’55″61 dopo l’incrocio dei riscontri cronometrici. Così come era accaduto negli 800, sono fuori dalla finale i due storici avversari di Paltrinieri: il tedesco Florian Wellbrock (14esimo) e l’ucraino Mykhailo Romanchuk che viene squalificato. “Questo 14’42” è un gran tempo, sapevo che avrei dovuto tirare – commenta Paltrinieri – Il mio ultimo 1500 a un’Olimpiade? Potrebbe essere, ci pensavo stamattina. E’ un’opportunità grossa, sto bene in questi giorni, sento di poter competere”. Dopo le parole del campione olimpico dei 100 dorso, Thomas Ceccon, anche il capitano dell’Italnuoto parla poi del villaggio riservato agli atleti e attacca duramente l’organizzazione dei Giochi. “Il villaggio olimpico? Ne ho fatti quattro, sicuramente questo è il peggiore. In camera non mi addormento mai prima delle due di notte, fa troppo caldo. Noi qui siamo i protagonisti ed è impensabile non avere l’aria nelle camere, non si possono trattare così gli atleti. Non siamo tutelati”.
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A Parigi Musetti cede in semifinale contro Djokovic
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Lorenzo Musetti ha ceduto in semifinale nel torneo di singolare maschile di tennis dei Giochi di Parigi2024. Sulla terra rossa del Roland Garros, il 22enne toscano, numero 16 del mondo e undicesima forza del tabellone, ha perso contro il 37enne serbo Novak Djokovic, numero due del ranking internazionale e primo favorito del seeding a cinque cerchi, col punteggio di 6-4 6-2. Nel primo set un solo break, al decimo e decisivo game, in favore del tennista di Belgrado. Secondo parziale, invece, decisamente atipico, con diversi servizi persi da una parte e dell’altra: ben quattro i break subiti dall’azzurro nella seconda frazione.
Musetti ha pagato un pò la stanchezza accumulata negli ultimi giorni, con la finale raggiunta a Umago e gli “straordinari parigini”. Djokovic invece non ha accusato la fatica e soprattutto non ha avvertito problemi al ginocchio (che ieri gli aveva dato fastidio nel corso del match dei quarti di finale).
Domani, quindi, il serbo potrà inseguire il sogno della medaglia d’oro, l’unico trofeo che manca nella sua infinita bacheca. Nella finalissima Djokovic se la vedrà contro lo spagnolo Carlos Alcaraz, in quella che sarà una sorta di rivincita del recente ultimo atto di Wimbledon. Per Musetti invece ci sarà la finale per il bronzo contro il canadese Felix Auger-Aliassime.
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Errani-Paolini in finale per l’oro olimpico
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Sara Errani e Jasmine Paolini conquistano la finale nel torneo di doppio femminile ai Giochi Olimpici di Parigi2024. In semifinale la coppia azzurra, testa di serie numero 3, ha superato le ceche Karolina Muchova e Linda Noskova con il punteggio di 6-3 6-2. Per il titolo a cinque cerchi l’emiliana e la toscana se la vedranno con le russe Mirra Andreeva e Diana Shnaider, che hanno liquidato le spagnole Cristina Bucsa e Sara Sorribes Tormo, ottave del tabellone, per 6-2 6-1. “Ci proveremo, daremo il massimo – assicurano all’unisono le due azzurre – È un’emozione indescrivibile, un sogno che si avvera, siamo troppo felici. Ci divertiamo molto a giocare insieme e a pensare a come gestire le parite tatticamente”. Per l’Italtennis, dunque, si tratta di medaglia sicura, la seconda della storia delle Olimpiadi dopo il bronzo ottenuto nel singolare maschile da Uberto De Morpurgo cento anni fa, sempre a Parigi.
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Martin primo nella Practice al Gp di Gran Bretagna
SILVERSTONE (GRAN BRETAGNA) (ITALPRESS) – Jorge Martin (Ducati Prima Pramac) ha chiuso in testa la Practice 1 della MotoGP al Gp di Gran Bretagna. Il pilota spagnolo ha fatto segnare il crono di 1’57″911, arrivando a meno di due decimi dal record della pista (Zarco 2022) e precedendo l’Aprilia del connazionale Aleix Espargaro di 45 millesimi. Terzo il campione del mondo Francesco Bagnaia (Ducati) a 119 millesimi, quarto l’altro ducatista, Enea Bastianini (+0″279), quinto Jack Miller (Ktm) che approda alla Q2 insieme a Fabio Di Giannantonio (Ducati VR46, +0″407), sesto, e Brad Binder (Ktm, +0″475) settimo. Ottavo Maverick Vinales con la sua Aprilia (+0″478), nono Marco Bezzecchi (Ducati V46, +0″595), decimo Marc Marquez (Ducati Gresini, +0″674). Domani appuntamento con le qualifiche e la Sprint.
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Oppo-Soares argento nel due di coppia pesi leggeri a Parigi
PARIGI (FRANCIA) (ITALPRESS) – Un bellissimo argento per chiudere un percorso che dura dal 2017. Da allora, il due coppia pesi leggeri italiano va regolarmente a medaglia in ogni manifestazione. Eppure questa disciplina sparirà dal programma olimpico. Per allargare il bacino d’utenza del canottaggio, infatti, il Cio ha optato per un cambiamento radicale: fuori i pesi leggeri da Los Angeles 2028, a scapito di una nuova disciplina chiamata “beach rowing”. Un autentico canottaggio in mare, con partenza in spiaggia per poi pagaiare verso 1500 metri per trovare l’arrivo. Uno degli ultimi sussulti dei pesi leggeri, dunque, ha portato la firma dell’Italia. L’Irlanda ha dominato la finalissima del due di coppia col tempo di 6’10″99, ma gli azzurri hanno disputato una gara sontuosa. Dopo aver lanciato la sfida ai favoriti nei primi 500 Gabriel Soares e Stefano Oppo hanno difeso strenuamente la seconda piazza dall’assalto della Grecia. Il sorpasso era avvenuto ai 1000 metri, poi il controsorpasso azzurro e il meritato argento. Una medaglia che è stata blindata per soli 11 centesimi: 6’13″33 il tempo azzurro, 6’13″44 quello ellenico. Così è nata la 17esima medaglia per l’Italia nelle Olimpiadi di Parigi 2024, l’ottava d’argento e la seconda dello stesso metallo per la spedizione del canottaggio, che sta vivendo giornate decisamente positive. Non c’è rammarico per l’epilogo della gara, come racconta Stefano Oppo: “Noi avevamo occhi solo per i nostri vicini di corsia, l’Irlanda. Volevamo l’oro ed eravamo convinti di poter mantenere la nostra posizione. Ci sembrava di avere più di un decimo sulla Grecia. L’emozione e il brivido del rush finale l’avete vissuto più voi dagli spalti, noi eravamo convintissimi di tenerli dietro e ci siamo riusciti, conquistando uno splendido argento”. Per Oppo si tratta della seconda medaglia olimpica, dopo quella di Tokyo 2020 al fianco di Pietro Ruta: “Sono medaglie molto diverse. In Giappone gareggiavamo col timore del quarto posto di Rio, qui invece abbiamo avuto totale serenità sin dai primissimi giorni. Volevamo l’oro, ma portiamo a casa uno splendido argento. Da Gabriel ho imparato ad essere metodico. Io ero tutto lavoro, ma mi perdevo nei dettagli: mi ha tenuto in carreggiata. Nelle Olimpiadi sono arrivato quarto, terzo e secondo. L’ho detto agli irlandesi: vi va bene che non ci sono più i pesi leggeri, altrimenti avremmo vinto (ride, ndr). Non so se ci sarò a Los Angeles”. Per il suo compagno d’equipaggio Gabriel Soares “è stato un sogno far parte del due di coppia pesi leggeri. Li seguivo sin da piccolo e, quando gareggiavano a Rio, sognavo di salire su quella barca plurimedagliata. Era tostissimo salire su questo doppio così vincente. Ho vinto il Mondiale in singolo, ho fatto tante prove e mi sono aggrappato a un sogno che oggi è diventato realtà. Dalla convivenza con Stefano ho guadagnato l’esperienza, la serenità e questo argento. Non c’è rammarico, l’Irlanda ha avuto una grande giornata: questo argento vale oro”.
Non c’è dispiacere per l’esito della finale, ma c’è eccome per il canto del cigno di questa specialità alle Olimpiadi: “Non ci sarà più questa barca ed è un peccato, però non è detto che non ci saremo più noi. Ci saranno il beach sprint e ci saranno i senior. Essendo dei buoni pesi leggeri abbiamo tutte le qualità per fare queste discipline”.
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Khephren Thuram “La Juve un sogno che era nel mio destino”
TORINO (ITALPRESS) – “Questa settimana è andata molto bene, lavoro bene con il gruppo e con il mister”. Queste le prime dichiarazioni da giocatore della Juventus, Khephren Thuram, centrocampista e figlio d’arte, visto che il papà, il grande Lilian, è stato un difensore della Juve e della Francia campione del mondo. “Mio padre mi ha detto che sono arrivato nella più grande squadra d’Italia e per lui del mondo, mi ha detto di vivere al meglio ogni momento che vivrò qui. Sarà una grande occasione di apprendimento e di crescita come uomo e come giocatore”, spiega Khephren che parla anche del fratello Marcus, attaccante dell’Inter campione d’Italia. “Dice che sono io il più forte? Perchè mi vuole tanto bene – sorride lo juventino -, secondo me lui è più forte, sono felice per lui che ha fatto una grande carriera, è arrivato in Nazionale, per me è un modello, è il migliore di noi fratelli, fa l’attaccante, il ruolo più difficile, fa gol e assist”. Il grande all’Inter, lui, più piccolo, alla Juve. “La prima volta che ho parlato con Giuntoli e poi con il mister mi sembrava un sogno. Per me la Juventus è un sogno che si avvera, la desideravo sin da bambino, qui hanno giocato tanti giocatori francesi di grande prestigio, questa maglia ha un grande significato e da un pò di giorni quando mi sveglio penso di avere una grande fortuna a poterla indossare. Ero piccolo quando mio padre ha vinto gli scudetti con la Juve – dice il classe 2001 -. Spero di vincerne anche io, mio papà sarà contento se dovessi vincere lo scudetto come lo è stato per mio fratello che ha vinto con l’Inter, ai suoi occhi siamo i suoi figli e non ha preferenze”. Da Farioli che lo ha guidato al Nizza alla Juventus che ha scelto Thiago Motta. “Trovo un mister che è stato un giocatore eccezionale, molto intelligente, so che posso imparare molto da lui e che potrà rispondere a tutte le mie domande, ha avuto una grande importanza la sua presenza per me. Farioli? Lui è stato molto importante per me, mi ha dato fiducia, mi ha parlato tanto, eravamo una squadra giovane e lui si aspettava molto da me, mi vedeva come un leader, lui e il suo staff mi hanno aiutato molto”, ha spiegato Thuram che ha in “Pogba e Vieira” i suoi idoli. E non poteva essere altrimenti per un centrocampista francese, appena arrivato alla Juventus. Entrambi i suoi idoli, senza dimenticare papà Lilian, hanno indossato la maglia della nazionale francese e della Juve e quello bianconero, per Khephren Thuram, non può essere un club come gli altri. “Sì questa squadra è nel mio destino, la prima volta che la Juve si è interessata a me avevo 17 anni ed ero al Monaco, ero giovane, volevo giocare e crescere, quindi sono andato al Nizza”. A proposito di idoli ed ex bianconeri, lavora e ha lavorato con giocatori, ora allenatori, del calibro di Deschamps, Henry e Vieira e in particolare gli ultimi due gli hanno “dato tanti consigli, mi hanno detto che ora che sono alla Juve la mia carriera sta prendendo il largo, sono molto orgogliosi per me e io sono grato per i loro consigli”.
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L’arbitro Daniele Orsato si dimette dalla Can
ROMA (ITALPRESS) – Daniele Orsato non è più un arbitro a disposizione della Can. Secondo quanto si apprende, il fischietto internazionale di Schio, 49 anni il prossimo 23 novembre, ha presentato le dimissioni a pochi giorni dal raduno pre-campionato degli arbitri in programma a Cascia. L’ultima partita da direttore di gara nel calcio italiano, dunque, è stata quella dello scorso 2 giugno, a Bergamo, tra Atalanta e Fiorentina (2-3 per i viola). Orsato, eletto miglior arbitro dall’Iffhs nel 2020, ha chiuso la sua carriera internazionale agli Europei del 2024, nel quarto di finale tra Inghilterra e Svizzera (6-4 ai rigori per gli inglesi). Lo scorso 15 maggio il fischietto di Schio aveva anticipato la decisione diventata ufficiale oggi con la lettera di dimissioni: “La mia carriera si chiuderà a Euro2024”. Futuro da decidere, potrebbe prendersi una pausa così come aveva detto qualche mese fa, ma non è da escludere, anzi è più che probabile, un futuro da dirigente sempre nel mondo arbitrale.
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