CATANIA (ITALPRESS) – La prossima estate Delta Air Lines lancerà un nuovo volo nonstop tra Catania e New York-JFK. La pluripremiata compagnia aerea statunitense opererà il collegamento diretto fra le due città su base giornaliera, a partire dal 22 maggio 2025. Il nuovo volo offrirà ai passeggeri anche la possibilità di continuare il proprio viaggio con voli in coincidenza via l’hub Delta di New York-JFK verso destinazioni in tutto il Nord America.
“Nel 2025 l’Italia registrerà per Delta la crescita internazionale di gran lunga più importante di qualsiasi altro mercato transatlantico da noi servito – ha detto Matteo Curcio, Senior Vice President Delta per l’Europa, il Medio Oriente, l’Africa e l’India -. Siamo molto felici di arrivare in Sicilia e di diventare la prima compagnia aerea statunitense a collegare Catania agli Stati Uniti, proponendo una scelta ancora più ampia di destinazioni in tutti gli USA, sostenendo al contempo l’economia locale e offrendo maggiori opportunità ai turisti americani che desiderano visitare l’Italia”.
“La nuova tratta Catania-New York rappresenta una tappa fondamentale per lo sviluppo del nostro aeroporto e per l’intera Sicilia. Il collegamento diretto con una delle principali metropoli globali avrà un impatto positivo sull’economia locale, attirando visitatori da tutto il mondo interessati a scoprire le bellezze della nostra isola, ma permettendo allo stesso tempo ai turisti americani, tra questi tanti di origine siciliana, a ritrovare le loro radici. Inoltre, offriremo al contempo un hub per le imprese che puntano al mercato USA e alle aziende americane interessate a investire in Italia. Questa operazione conferma dunque lo scalo etneo come punto di riferimento nel settore dell’aviazione, capace di adattarsi a un mercato in continua evoluzione e di sostenere la crescita della Sicilia – ha dichiarato Nico Torrisi, Amministratore Delegato di SAC -. La collaborazione con Delta Air Lines, con cui abbiamo avviato una collaborazione solida e costruttiva, aprirà la strada a nuove sinergie tra i due continenti. Il nostro obiettivo resta quello di garantire un’esperienza di viaggio di alta qualità per tutti i passeggeri, promuovendo al contempo la Sicilia come destinazione internazionale per i lavoratori e gli studenti, e offrendo nuove opportunità ai giovani. Con grande entusiasmo, vediamo in questo volo un simbolo di connessione e crescita per il nostro territorio”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Aeroporto di Catania, primo volo diretto per New York JFK dal 2025
Fs, al via la stagione autunnale dei treni turistici
ROMA (ITALPRESS) – L’Espresso Langhe-Monferrato e l’Espresso Assisi: con questi nuovi collegamenti parte la stagione autunnale di Fs Treni Tutistici Italiani. Stagione presentata, nel corso di una conferenza stampa, da Tommaso Tanzilli, presidente Gruppo FS Italiane, Alessandro Vannini Scatoli, presidente FS Treni Turistici Italiani, Alberto Gatto, sindaco di Alba, Enrico Melasecche Germini, assessore ai Trasporti Regione Umbria, Paola Agabiti, assessore al Turismo e Cultura Regione Umbria, Claudia Porchietto, sottosegretario Regione Piemonte Fabrizio Ghera, assessore ai Trasporti Regione Lazio.
“Lo spirito dei Treni Turistici Italiani è lo spirito di questa iniziativa, finalmente questi due mondi si parlano, quello del turismo e quello del trasporto ferroviario e si può fare molto di piu”, ha detto Tanzilli. “Da sempre le Ferrovie fanno turismo ma lo fanno in modo spontaneo nel senso che i turisti salgono sul treno per raggiungere la loro destinazione, qui dobbiamo un pò invertire il paradigma e dobbiamo cominciare a immaginare invece che le Ferrovie devono intercettare i flussi e andare incontro ai flussi, soprattutto a quello dello slow tourism”, ha aggiunto.
I due treni autunnali di FS TTI nascono con l’obiettivo di offrire un nuovo modo di viaggiare che coniuga il turismo lento, sostenibile, di qualità alla bellezza del viaggio in treno, a bordo di carrozze completamente ristilizzate per garantire il massimo comfort verso destinazioni dall’alto valore storico, paesaggistico ed enogastronomico.
“Si sta concludendo l’offerta estiva e stiamo lanciando quella autunnale, il primo progetto è quello delle Langhe Monferrato che sarà nei weekend, è importante perchè sarà un collegamento con la fiera del Tartufo di Alba. Più importante ancora è sicuramente il Roma-Assisi, questo collegamento con l’Umbria, molto interessante dal punto di vista culturale, perchè si toccheranno delle città importanti dal punto di vista culturale, Terni, Spello, Spoleto con l’obiettivo di portare anche a Perugia e Firenze questo treno, in modo tale anche da garantire una delocalizzazione del Giubileo”, ha osservato Vannini Scatoli.
L’Espresso Assisi viaggerà sabato e domenica dal 5 ottobre al 1° dicembre, da Roma Termini ad Assisi, con fermate a Terni, Spoleto, Foligno e Spello.
Il sabato la partenza è prevista alle 10.05 mentre il ritorno alle 18.00, la domenica invece si parte alle 8.30 e si rientra alle 16.58. L’Espresso Langhe-Monferrato, invece, collega Roma con Alba, effettuando fermate anche a Nizza Monferrato e Asti. Le partenze da Roma Termini sono previste il 25 e il 31 ottobre alle ore 19.57 con arrivo a destinazione alle 10.35. Il rientro a Roma è previsto il 27 ottobre e il 3 novembre alle ore 18.55 con arrivo nella Capitale alle 6.33.
Nell’Espresso Assisi i viaggiatori potranno accomodarsi nei confortevoli salottini privati mentre sull’Espresso notturno Langhe-Monferrato sono a disposizione le carrozze letto dove i passeggeri potranno riposare in un ambiente curato e nella massima privacy. Anche a ottobre sarà possibile beneficiare, scegliendo la tariffa “TTI Special”, di uno sconto del 50% su tutti i biglietti acquistati entro 48 ore dalla partenza.
I biglietti per viaggiare a bordo dell’Espresso Assisi e dell’Espresso Langhe-Monferrato sono acquistabili sul sito www.fstrenituristici.it e su tutti i canali di vendita di Trenitalia, App, biglietterie di stazione e self-service.
– Foto ufficio stampa Trenitalia –
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A settembre attesi 15 milioni di turisti
ROMA (ITALPRESS) – Meteo caldo e tariffe da ‘bassa stagione’ danno una spinta al turismo di settembre. Per il mese si prevede l’arrivo nelle strutture ricettive di 15 milioni di turisti per un totale di 50,2 milioni di pernottamenti, lo 0,6% in più rispetto a settembre 2023.
A stimarlo è il Centro Studi Turistici per Assoturismo Confesercenti.
Un trend dunque positivo, anche se le imprese sperano di migliorare ulteriormente i tassi di occupazione con le decisioni di partenza sotto data. Le tendenze più ottimiste sono attese per le imprese delle città d’arte (+2,4%%), delle località rurali e di collina (+2,1%). Una leggera crescita è attesa anche per le località dei laghi (+0,9%) e ad “altro interesse” (+0,8%), mentre per le località marine (-0,5%), di montagna (-0,6%) e del termale (-1,2%) le previsioni sono di una sostanziale stabilità o di leggera contrazione della domanda.
Contrazione che si è fatta sentire anche nel trimestre estivo, con una stagione turistica sotto le attese: secondo le nostre stime, i pernottamenti tra giugno e agosto sono diminuiti dello 0,7%, per una flessione di 1,4 milioni di presenze rispetto allo scorso anno.
A pesare il calo della domanda italiana (-2,9%), con valori di forte diminuzione nelle località balneari (-4,1%), termali (-5,3%) e dei laghi (-3,7%). In termini assoluti si stimano per il trimestre estivo 105,4 milioni di pernottamenti di italiani, contro i 108,6 milioni del 2023.
La contrazione della domanda interna è stata registrata da tutte le imprese della filiera del turismo, in particolare dagli stabilimenti balneari e dalla ristorazione. Anche le strutture della ricettività hanno sofferto gli effetti di una minore capacità di spesa degli italiani, che hanno ridotto ulteriormente la durata dei soggiorni e innalzato di conseguenza i costi di gestione delle imprese. Complessivamente la permanenza media degli ospiti è scesa a 3,9 notti dalle 4,0 del 2023, ma è diminuita anche la richiesta di servizi aggiuntivi ed è aumentato l’interesse verso le sistemazioni a tariffe più contenute per meglio controllare il budget della vacanza.
In breve, il dinamismo delle prenotazioni registrato ad inizio stagione lasciava intravedere un trimestre estivo abbastanza promettente, ma ad oggi i risultati sembrerebbero al di sotto delle aspettative non solo per le località del turismo balneare, della montagna e delle aree termali, ma anche per le destinazioni non interessate dal turismo internazionale. Che, invece, è andato bene: l’aumento degli stranieri è stimato al +1,6%, avvertito maggiormente nel settore alberghiero (+2,4%), ma anche nelle strutture complementari (+0,9%). In termini assoluti i pernottamenti stimati salgono ad oltre 105,1 milioni, contro i 103,4 milioni del 2023. Un aumento che, però, non basta a compensare il calo della domanda interna.
La flessione del mercato è stata percepita in tutte le aree del Paese, ad eccezione delle strutture ricettive localizzate nelle regioni del Nord Ovest che hanno segnalato un valore di sostanziale stabilità o di leggerissima crescita (+0,4%), grazie all’aumento dei turisti stranieri (+2,2%).
Nelle regioni del Nord Est si registra il risultato peggiore (-1%) con un consistente calo degli italiani (-2,9%) e nonostante l’incremento degli stranieri (+0,5%). Nelle regioni del Centro la stima del risultato è del -0,8%, determinato dal calo degli italiani (-3,5%) e da un parallelo incremento degli stranieri (+1,9%). Per le regioni del Sud e Isole la stima è del -0,6%: le presenze stimate degli italiani sono del -2,8% a fronte di un aumento di quelle straniere del +4,1%.
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Affitti brevi, Bocca “Cin primo passo contro l’abusivismo”
ROMA (ITALPRESS) – “Il Cin, il Codice identificativo nazionale, è un primo passo per sconfiggere il tema dell’abusivismo. Diciamo però che è un primo passo timido, perchè altri Paesi hanno utilizzato la clava per risolvere questo problema, dando potere ai sindaci di contingentare nel proprio Comune le licenze per gli affitti brevi. Noi ci auguriamo che quello del Cin sia un primo passaggio”. Così il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Italpress conomy. “Noi abbiamo un grande senso dell’accoglienza e dell’ospitalità, ma la concorrenza si fa sempre più serrata. Faccio un appello alle forze politiche: ogni euro dedicato al turismo sia dedicato alla riqualificazione delle strutture perchè con strutture all’altezza noi non temiamo competitors”, aggiunge. Parlando dei numeri, Bocca si dice soddisfatto in quanto “è stata una buona annata”, ma è stata comunque inferiore all’anno precedente, questo è dovuto al fatto che “mentre maggio, giugno e luglio sono mesi dove l’Italia è frequentata soprattutto dal turismo internazionale, e i numeri sono stati positivi soprattutto per le città d’arte e sulle destinazioni internazionali, nel mese di agosto il turismo italiano vive soprattutto di turismo interno e di quello europeo, devo dire che su questi mercati il caro-vita dovuto all’inflazione ha spinto gli italiani a fare meno vacanza dello scorso anno – spiega -. Noi stimiamo di fare un agosto inferiore al 2023 che speriamo però possa essere in parte compensato con un ottimo settembre, visto che l’estate si allunga; ci auguriamo, quindi, un settembre con bel tempo, tanti italiani in vacanza e a prezzi inferiori di quelli di agosto. Siamo contenti ma anche fiduciosi e ottimisti. La voce albergo dai nostri studi non supera mai il 30% del costo della vacanza, alla voce albergo si sommano le altre: ristoranti, stabilimenti balneari, trasporti. Questo è un fenomeno che non vediamo solo in Italia ma in tutto il mondo, una tendenza che cozza con una diminuita capacità di spesa di una certa fascia di turismo che è quella media, quella che a noi interessa”.
Bocca, inoltre, affronta il tema dell’over tourism lanciando un allarme: “Rischiamo di demonizzare i turisti, il turismo non deve essere visto come un problema ma come una risorsa. Altro tema è quello di spalmare questi milioni di turisti non solo su 4 mesi l’anno ma su 8-10, questo si può fare attraverso i grandi eventi in grado di destagionalizzare i flussi”.
Per il presidente di Federalberghi, poi, “la tassa di soggiorno deve diventare una tassa di scopo, perchè i soldi che i Comuni raccolgono devono servire a finanziare interventi legati alla riqualificazione per rendere le nostre città sempre più belle e attrattive. Dispiace vedere quando alcuni Comuni la utilizzano per coprire i buchi dei bilanci comunali. Noi non siamo d’accordo sul fatto che sia l’albergo l’unico punto di raccolta di questa tassa, sarebbe più equa una ‘city tax’, pagare tutti per pagare meno”.
Infine, la questione della difficoltà di reperire forza lavoro e il rinnovo dei contratti. “Sicuramente l’eliminazione del Reddito di cittadinanza ha diminuito la difficoltà nel trovare il personale. Io non credo che i giovani non abbiano voglia di lavorare, ma credo che il Covid abbia abituato troppi giovani allo smart working. Per ovviare questa problematica a luglio abbiamo rinnovato il contratto nazionale del turismo per il settore alberghiero, proprio per dare più soldi ai nostri dipendenti. Per cercare di diminuire le difficoltà nel recepire il personale. Questo rinnovo è stato uno sforzo per le imprese, ma è stato molto apprezzato dai nostri lavoratori. Ritengo che, per quanto riguarda la parte variabile dello stipendio vada fatta una forte azione da parte del governo per detassare queste cifre”, conclude.
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Tre azioni di svolta contro l’overtourism
ROMA (ITALPRESS) – L’estate in corso ha determinato l’inserimento nel nostro vocabolario del termine inglese overtourism. Episodi sempre più ricorrenti di sovraffollamento turistico nelle principali destinazioni italiane ed internazionali – da Venezia alla Cinque Terre, passando per il recente “caso” di Bologna sollevato da un articolo del New York Times – stanno mettendo a rischio gli equilibri sociali, culturali ed economici di queste località ed esacerbando le conseguenze negative del turismo: insofferenza delle comunità locali, perdita di residenti, chiusura di locali di servizio per le comunità, crescita di negozi turistici spesso di scarsa qualità e molto altro. Al di là delle sensazioni, i dati ufficiali dicono che l’Italia è «affetta» da disomogenea distribuzione dei flussi turistici, soprattutto internazionali. Nel 2023, il 48,1% degli arrivi turistici stranieri si è concentrato in sole sei province: Venezia (11,8%), Roma (10,2%), Bolzano (8,4%), Milano (6,9%), Firenze (5,6%), Verona (5,2%). E non si tratta certo di un fenomeno recente. Guardando sempre alla distribuzione dei flussi nelle prime sei province italiane per numero di arrivi, il livello di concentrazione degli stranieri era pari al 53% nel 2008 e al 51% nel 2013. Ciò significa che dal 2008 a oggi, in presenza di una crescita complessiva di ingressi internazionali, i turisti si stanno “spalmando” su più regioni anno dopo anno, così come su più mesi. Ed è sicuramente una buona notizia, perché contribuisce al contenimento del picco agostano legato al turismo interno – +4% di presenze turistiche in dieci anni (2013-2023) – e si sposa con l’allungamento della stagionalità del turismo, con un aumento più accentuato dei flussi negli altri mesi dell’anno: ciò vale in particolare per i mesi di aprile (+51% delle presenze) e di ottobre (+35%).
Le problematiche innescate dall’overtourism, del resto, non possono e non devono trasformarsi in un movimento anti-turistico, perché così non si terrebbe conto dei benefici apportati non soltanto all’economia turistica al sistema Italia (vale il 13% del Pil), ma anche di tutti gli aspetti socio-culturali: il turismo contribuisce infatti a plasmare la cultura globale, favorendo l’incontro ed il dialogo fra differenti culture e la creazione di relazioni e, attraverso la visita, a combattere stereotipi e pregiudizi, può preservare risorse, usi e tradizioni, limitare lo spopolamento di aree periferiche a favore delle città. La vera sfida è rappresentata dal “governare” questi flussi, contenendo l’overtourism, ed è una sfida sicuramente complessa perché le azioni ad hoc per mitigare gli effetti negativi ci permetterebbero soltanto di arginare il problema. È invece necessario pensare ad interventi di sistema che vadano a modificare l’attuale governance del turismo, con l’obiettivo di ridurre le distanze tra aree ed esperienze da alto afflusso a minore afflusso per muovere i flussi turistici verso quest’ultime, creando valore economico, sociale e culturale. Affinché questo avvenga, qui tre primi step.
La prima è quella di definire un modello di gestione del turismo. Oggi la situazione in Italia è frammentaria e disomogenea, con numerose best practice che potrebbero diventare esempio e modello per aree in cui invece paiono necessari interventi di innovazione. Un passaggio importante dovrebbe essere l’istituzione di un albo dei destination manager, che dovrebbero superare un esame di abilitazione. L’esame è un passaggio necessario per chi va a dirigere un’agenzia di viaggi o per chi intende fare la guida turistica, ma non per chi ha in mano le scelte che incidono sul benessere della comunità locale, sullo sviluppo del settore oltre che la gestione di fondi pubblici. Da un’analisi sulle DMO (Destination Management Organizations) italiane effettuata nel corso della mia esperienza come amministratore delegato dell’Agenzia Nazionale del Turismo-Enit emergeva che soltanto il 55% dei direttori aveva un background di provenienza legato al turismo (pubblico o privato).
La seconda azione è l’istituzione di un centro studi nazionale con il compito di analizzare il fenomeno in profondità, mappando gli indicatori e determinando la capacità di carico delle diverse destinazioni, raccogliendo e diffondendo le migliori pratiche e proponendo soluzioni concrete ai decisori politici, diventando così un luogo di raccordo con i territori.
La terza azione di svolta prevede la valorizzazione del turismo rurale e di tutta l’enogastronomia, che è fra i driver capaci potenzialmente di consentire questo cambiamento, visto che può riequilibrare i flussi tra città e campagna ed aree interne. Come? In primis, realizzando un piano strategico nazionale capace di mettere il patrimonio enogastronomico nazionale ed i suoi asset nelle condizioni di poter creare valore duraturo per il comparto turistico italiano. Secondo l’indagine congiunta OIV-UN Tourism, 21 Paesi su 48 consultati hanno un piano strategico nazionale per l’enoturismo, e l’Italia non figura tra questi (a differenza di diretti competitor come la Spagna). E poi, lo sviluppo del turismo delle aree interne richiede la proposta di un modello innovativo, perché qui non si può replicare quanto è efficace per Roma o Milano. Un esempio su tutti sono i trasporti: molto focus è stato dato sul tema taxi nei capoluoghi, ma come possiamo efficacemente portare i turisti all’interno del Molise o della Basilicata? Infine, la promozione e l’informazione vanno reimpostate: infatti è sempre più forte l’interesse dei turisti nello scoprire destinazioni minori e poco conosciute, basti pensare che il 93% degli italiani vorrebbe fare un viaggio alla scoperta dei piccoli borghi dell’entroterra italiano, principalmente poiché li considera luoghi di grande fascino e cultura, ma solo il 58% ne ha compiuto almeno uno nell’ultimo anno. E l’esistenza di un desiderio diffuso si può concretizzare soltanto se sussistono specifiche condizioni, in primis l’accessibilità con i mezzi pubblici e l’informazione che sono i principali punti carenti per chi vi ha svolto un viaggio.
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Blue Economy, in Italia il settore vale 70 miliardi
ROMA (ITALPRESS) – Blue Economy, in Italia il settore vale 70 miliardi Con 7.500 km di costa, l’Italia ha il potenziale per essere un leader globale nella Blue Economy, che contribuisce con circa 70 miliardi di euro all’economia nazionale e impiega oltre 400.000 persone, secondo i dati dell’ultimo rapporto UE. Questo settore valorizza le risorse marine e costiere in modo sostenibile, offrendo materie prime, energia, cibo e turismo, e contribuendo alla conservazione della biodiversità e alla prevenzione dei rischi naturali. Questi alcuni dei dati che anticipano la nuova edizione di Ecomondo, organizzata da Italian Exhibition Group, in programma alla Fiera di Rimini dal 5 all’8 novembre. Ad oggi Liguria e Sicilia si distinguono in Italia per la Blue Economy, ma anche regioni come Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Puglia e Veneto rappresentano poli significativi, ciascuna con un fatturato che si avvicina o supera i 3 miliardi. Globalmente, la Blue Economy vale circa 1.300 miliardi di euro e si prevede che possa raddoppiare entro il 2030. In Europa, genera circa 665 miliardi di euro di fatturato, rappresentando il 5% del PIL dell’UE, e crea quasi 5 milioni di posti di lavoro. L’Italia, insieme a Spagna e Grecia, è tra i principali paesi per posti di lavoro nel turismo costiero e ha una forte presenza nella pesca e acquacoltura.
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A settembre la 15^ edizione del Valtidone Wine Fest
ROMA (ITALPRESS) – Sarà un’edizione da ricordare quella del prossimo settembre per il Valtidone Wine Fest, la più grande rassegna del vino piacentino promossa dai comuni di Borgonovo Val Tidone, Ziano Piacentino, Alta Val Tidone e Pianello Val Tidone. Prima di tutto lo sarà per la ricorrenza, il 15mo anniversario di un appuntamento capace di crescere anno dopo anno grazie alla sua formula originale che prevede quattro eventi itineranti nelle quattro domeniche del mese in cui, nella valle più occidentale dell’Emilia-Romagna, si celebrano la vendemmia e il vino. Ortrugo, Malvasia, Passiti e Gutturnio saranno i principali protagonisti di un tour che viaggerà, come di consueto, tra eccellenze gastronomiche, approfondimenti culturali e tanta convivialità, il tutto sullo sfondo di uno scenario paesaggistico straordinario. “Il Valtidone Wine Fest – commentano organizzatori, sostenitori e amministrazioni – è il fiore all’occhiello di una proposta di marketing territoriale piacentino in cui si uniscono l’eccellenza del nostro prodotto agroalimentare di punta, il vino, e la meraviglia storica, culturale e ambientalistica della Val Tidone. Siamo crocevia di antichi pellegrinaggi e moderni itinerari turistici, coccolando i visitatori con un evento unico in cui si esprime la massima collaborazione tra territori, amministrazioni, pubblico e privati”. La vetrina del Valtidone Wine Fest 2024 si accende come di consueto a Borgonovo Val Tidone, declinato nell’evento Ortrugo&Chisòla nel fine settimana del 1° settembre. Dopo l’anteprima in musica nella frazione di Corano, giovedì 29 agosto, momento clou la domenica tra i tradizionali stand di degustazione dei vini (dalle 10.00 alle 19.00) lungo via Roma, eventi speciali e abbinamenti guidati. L’ortrugo, unico vitigno e vino autoctono del territorio, viene abbinato alla focaccia con i ciccioli de.co., la chisòla, in un’esplosione di gusto, storia e convivialità. A Ziano Piacentino, il comune più vitato d’Europa, l’8 settembre la rassegna mette sotto i riflettori il Malvasia, declinato in tutte le sue varietà, dal frizzante al fermo allo spumantizzato, dal secco al dolce, garantendo una varietà di abbinamenti unici che trovano in particolare nella pancetta il matrimonio perfetto. Abbinata alla storica Festa dell’Uva di Ziano, la rassegna Sette Colli in Malvasia, unisce nelle vie del centro per tutto il giorno l’aspetto enogastronomico a una proposta completa di eventi di intrattenimento e divertimento.
Il tour dei vini sale in Alta Val Tidone il 15 settembre, diventando itinerante all’interno dello stesso comune. Per l’edizione 2024 la location sarà Trevozzo tra la rinnovata piazza e le vie del centro, con gli stand di cantine e aziende vitivinicole che metteranno in degustazione per tutto il giorno i vini passiti e autoctoni insieme al buslàn, ciambella tipica del territorio e altri prodotti uniti nell’evento DiTerreDiCibiDiVini…DiOli. Anche qui non mancheranno spettacoli, intrattenimenti vari e momenti culturali. Infine, a Pianello Val Tidone il 22 settembre, ci si sposta sul rosso, con il Gutturnio, re dei vini piacentini e tutti i frizzanti della proposta enologica. In occasione della storia sagra di San Maurizio, Pianello Frizzante è il modo più completo per chiudere la rassegna del vino, garantendo negli stand di degustazione delle cantine e aziende vitivinicole in Piazza Madonna (aperti dalle 10.00 alle 19.00), un tour completo nei vini del territorio, abbinati ai prodotti agroalimentari e ai piatti tipici, tra tradizione e innovazione.
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-Foto: ufficio stampa Valditone Wine Fest-
Pecoraro Scanio “Turismo delle radici dal Nord al Sud, esempio dal cilento”
ROMA (ITALPRESS) – “Turismo delle radici, quello degli oriundi italiani che da Usa ,Sudamerica o Germania tornano nei luoghi dei propri nonni o avi può anche essere rivolto ai tanti italiani che vivono al Nord o nelle grandi città ma originari del Sud o anche del piccoli borghi montani o delle valli delle Alpi o degli Appenini”. Lo dice da Agropoli Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della fondazione Univerde che da ministro dell’agricoltura firmò la riforma sulla multinazionalità anche per aiutare i piccoli e giovani agricoltori delle aree interne e che ora da turismo sostenibile alle università di Milano Bicocca, Roma Torvergata e Napoli Federico ll propone un turismo delle radici anche interno al nostro paese. E lo rilancia con Aldo Olivieri inventore del “il mio viaggio nel Cilento ” motore di un rilancio del turismo di ritorno dei cilentani sparsi in Italia e nel Mondo. “ecco un vero progetto ecodigital che coniuga sostenibilità e uso del digitale per portare nei piccoli borghi turisti interessati a scoprire e magari anche a investire nelle terre degli antenati. Un progetto che può valere in tutte le regioni del centro sud ma anche nelle aree interne delle Alpi o degli appennini del CentroNord”.
– Foto: Da video Pecoraro Scanio –
(ITALPRESS).











