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VOIhotels, dal 26 giugno riaprono 10 strutture in sicurezza

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VOIhotels, la collezione di resort e alberghi del Gruppo Alpitour, annuncia le prime aperture da fine giugno, tutte in Italia e conformi al nuovo protocollo Sicuri con Voi, realizzato da un pool di esperti e società di consulenza che si occupano di certificazioni ambientali e di sicurezza.
VOIhotels ha definito, in questa prima fase, la riapertura a partire dal 26 giugno di 10 strutture, tutte rigorosamente in Italia e certificate dal protocollo Sicuri con VOI.
I Voi che apriranno racchiudono la filosofia più profonda della collezione leisure: si tratta di resort attenti ai dettagli che utilizzano ingredienti locali, in posizioni strategiche sia per vacanze in completo relax, sia per scoprire le bellezze del luogo. La selezione vuole restituire la varietà di proposte e paesaggi del nostro Paese, focalizzandosi su alcune delle aree più belle dell’Italia: in Sardegna il VOI Tanka Village a Villasimius e il VOI Colonna Village a Olbia, vicino a Golfo Aranci; in Sicilia, nei dintorni di Siracusa, luogo ideale per respirare la storia fra Noto, Modica, Taormina e Agrigento, ci saranno il VOI Arenella Resort e il VOI Marsa Siclà Resort a Scicli, nei luoghi del commissario Montalbano. A nord-est dell’isola il VOI Baia di Tindari Resort, alle pendici dei monti Nebrodi; in Puglia, sulla splendida costa del Salento, si trovano invece il VOI Alimini Resort e il VOI Daniela Resort, poco distanti dalle suggestive Otranto e Lecce; chiude la raccolta la Calabria, con il VOI Floriana Resort, a poca distanza dal parco naturale di Capo Rizzuto. Un discorso a parte per i due Lifestyle a Taormina: il VOI Grand Hotel Atlantis Bay e VOI Grand Hotel Mazzarò Sea Palace, cinque stelle lusso dalle atmosfere magiche, affacciati su due insenature private e a poca distanza dalla funicolare.
Ognuna di queste strutture sarà conforme al protocollo Sicuri con Voi, voluto dalla catena alberghiera e realizzato insieme a una task force composta da esperti che hanno mappato ogni situazione potenzialmente rischiosa, definendo regole per rendere il soggiorno sicuro, senza influenzarne il valore e l’atmosfera. Al progetto hanno preso parte docenti e ricercatori universitari, oltre a Safe Easy e Vireo, società specializzate nell’analisi, stesura e implementazione di procedure operative rigorose ed efficaci per certificare attività e ambienti, rendendoli sicuri per clienti e personale.
Il protocollo è costruito attorno a 5 step interconnessi: sanifica, distanzia, comunica, proteggi e gusta. Ogni passo segue le linee dell’OMS per la preparazione di camere e spazi comuni, aree da giochi, spiagge e ristoranti, ma aggiunge ulteriori servizi, aspetti e misure di sicurezza che accompagnano gli ospiti durante tutta la vacanza.
Oltre alla sanificazione e al distanziamento, VOIhotels vuole infatti diffondere una nuova filosofia di vacanza, che parte da una corretta informazione e un dialogo costante con i clienti attraverso molteplici strumenti non invasivi: l’obiettivo è offrire una comunicazione semplice e veloce, ma anche approfondita e corretta per guidare i comportamenti delle persone.
I momenti di intrattenimento e aggregazione sono stati rimodulati per snellire processi e richieste, avere indicazioni aggiornate per dare risposte ad ogni dubbio o necessità. Sono state implementate nuove funzioni sulla APP di VOIhotels, come il web check in e il no cash in house, oltre a rendere disponibili i programmi quotidiani, con la possibilità di prenotare attività, spettacoli e tavoli nei ristoranti. Gli orari sono stati dilatati, il buffet è stato sostituito dal servizio al tavolo e con menù da asporto, il VOI Concierge proporrà esperienze sul territorio conformi a procedure di prevenzione, mentre le attività per adulti e bambini sono state fortemente ampliate per creare gruppi più piccoli senza rinunciare al divertimento.
Infine, si è puntato sulla formazione del personale, la prima equipe per ogni VOI: in ogni struttura sarà presente il responsabile protocollo, incaricato di verificare il corretto adempimento di tutte le procedure, affiancato da uno staff preparato e da un medico per monitorare gli ospiti. Verranno inoltre realizzati test sierologici periodici, controlli sulla temperatura prima di ogni turno e audit a sorpresa e in incognito effettuati da esperti per la verifica del corretto impiego del protocollo Sicuri con VOI.
(ITALPRESS).

Sicilia e Sardegna, Astoi chiede regole certe per programmazione estiva

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Astoi Confindustria Viaggi, nei giorni scorsi, ha scritto una lettera ai governatori di Sardegna e Sicilia mettendo in evidenza le rilevanti difficoltà degli operatori di fronte all’assenza di regole chiare e praticabili per gli accessi turistici nelle due Regioni. “Il turismo organizzato genera una cospicua parte dei flussi turistici verso la Sicilia e la Sardegna e i tour operator, in virtù di specifici accordi commerciali, assicurano il riempimento delle strutture ricettive e producono un valore importante per il tessuto economico locale”, evidenzia Astoi. “Gli operatori, tra mille difficoltà e compatibilmente con le restrizioni vigenti, sono pronti a riavviare la programmazione. L’attuale incertezza e la possibile adozione di modalità non idonee ad incentivare l’ingresso dei turisti nelle due isole, sta non solo scoraggiando le prenotazioni, ma ha già prodotto lo spostamento dei flussi verso altre regioni e sta comportando la cancellazione di eventuali prenotazioni già ricevute”, osserva ancora Astoi. “Il Governo centrale e il Comitato Tecnico Scientifico hanno già espresso la propria posizione contraria sia sul certificato di negatività che sul passaporto sanitario e l’Oms ha dichiarato che non esistono patentini di immunità per il coronavirus. Se a strettissimo giro non verranno emanate regole e modalità effettivamente funzionali all’accoglienza dei flussi turistici nelle due isole, i tour operator saranno certamente costretti a cancellare le due destinazioni dalla propria programmazione. Chiediamo quindi che venga rapidamente posto uno stop alle polemiche e alle lungaggini che stanno mettendo ancor più in difficoltà gli operatori turistici, già pesantemente danneggiati dalla crisi economica generata dalla pandemia”, conclude Astoi.
(ITALPRESS).

Tornano i Luoghi del Cuore del Fai, Orvinio tra i candidati

ROMA (ITALPRESS) – Tornano i Luoghi del Cuore del Fondo Ambiente italiano, iniziativa per salvaguardare e valorizzare la bellezza e, insieme, la storia più intima e profonda d’Italia, quella dei suoi borghi, strettamente legata alle origini familiari di tantissimi italiani. E ritorna la candidatura di Orvinio, comune laziale in provincia di Rieti, tra la via Salaria e l’autostrada Roma-L’Aquila, oggi 387 abitanti dalle diverse migliaia dei decenni scorsi, quando era anche sede pretorile, adagiata sui primi contrafforti dei pre-Appennini laziali a oltre 840 metri di altitudine e stretta intorno allo storico castello dei marchesi Malvezzi Campeggi. Tra gli ottomila borghi italiani, l’anno scorso Orvinio si classificò al settantesimo posto, un risultato rilevante visto il numero dei suoi abitanti. Quest’anno gli appassionati orviniesi puntano più in alto, in primo luogo per mantenere alta l’attenzione turistica e culturale sul borgo e, poi, anche per avere accesso alle risorse destinate a interventi diretti su specifici progetti d’azione per i primi 3 luoghi classificati, a cui verranno destinati rispettivamente 50mila, 40mila e 30mila euro. Orvinio concorre anche per vincere la speciale classifica dei “luoghi d’acqua”, a cui saranno assegnati fino a 20mila euro, visto che il suo territorio è tutto compreso nel Parco naturale dei Monti Lucretili, tra piccoli laghi, grotte naturali e antichi pozzi, tra la più alta concentrazione italiana di orchidee selvagge e i boschi di castagne e faggi più antichi d’Europa. Il regolamento del concorso prevede infine che i borghi che riceveranno almeno duemila voti potranno presentare una richiesta per un intervento sostenuto da Fai e Intesa Sanpaolo, i cui beneficiari potranno avere contributi economici fino a un massimo di 30mila euro. Quindi l’appello è a visitare Orvinio per ritrovare tutte le radici dell’Italia che cresceva e a votarla come Luogo del Cuore del Fai per non perderle mai più.
(ITALPRESS).

Il turismo organizzato lancia #cosinonriparto

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L’Italia riparte, ma un settore corposo per volume d’affari e occupati come il Turismo Organizzato non sarà in condizione di riprendere l’attività se il governo non metterà mano a misure sostanziali.
Per questo i promotori del Manifesto per il Turismo Italiano #ripartiamodallitalia – ASTOI Confindustria Viaggi (rappresenta il 90% del tour operating in Italia), FTO-Confcommercio (raccoglie il mondo della distribuzione turistica con network e agenzie indipendenti e altri segmenti del settore), importanti operatori e federazioni del comparto e del turismo organizzato e degli eventi – si stanno battendo e, anche in questi giorni, stanno interloquendo con il governo per ottenere emendamenti al DL Rilancio, affinché possa essere modificato in alcune sue parti prima che diventi legge.
Il turismo organizzato (agenzie di viaggio e tour operator) e degli eventi (congressi e fiere), genera un fatturato di 20 miliardi; 13.000 aziende danno lavoro direttamente a 80.000 addetti creando un indotto di ulteriori 85 miliardi con 650.000 posti di lavoro. Ciò determina 730.000 addetti totali. Se la formulazione del Decreto Rilancio sarà confermata, a partire dal mese di giugno si assisterà inevitabilmente ad una perdita dell’occupazione che potrà arrivare all’80% degli occupati complessivi: oltre mezzo milione di persone.
Le misure economiche del Decreto Rilancio, attualmente previste per il settore turismo, si legge in una nota, “sono assolutamente insufficienti, inefficaci e non consentono alle imprese di superare un periodo di crisi che si protrarrà fino alla fine del 2020. Le risorse più ingenti sono state allocate su interventi come il Tax credit vacanze (Bonus vacanze): idea nobile, ma di fatto ininfluente per le imprese”.
Come atto di protesta è stata lanciata la campagna social con il gruppo Facebook #cosinonriparto, per manifestare il dissenso del settore. Il gruppo invita tutta la filiera del turismo a postare immagini simboliche di imprenditori, lavoratori, agenti di viaggio che, metaforicamente, “fanno le valigie” dalla propria attività. Le previsioni più ottimistiche stimano una perdita di 8 miliardi di fatturato, quelle più cupe di quasi 15 miliardi.
Per evitare una drammatica crisi del turismo e dell’occupazione, i promotori del Manifesto per il Turismo Italiano richiedono al Governo di modificare il Decreto Rilancio, prima che diventi legge, attraverso questi emendamenti: Ampliamento del fondo per il turismo organizzato e degli eventi – si rende necessario un significativo incremento del fondo attualmente previsto (25 milioni di euro) portandolo ad almeno 750 milioni di euro, eventualmente recuperando la copertura finanziaria dalla riduzione di una parte di quanto attualmente stanziato per il Tax credit vacanze, ovvero 2,4 miliardi di euro;
Ammortizzatori sociali – l’attuale formulazione danneggia il settore. Le 9 settimane aggiuntive di ammortizzatori sociali per il periodo da giugno a ottobre non sono sufficienti per le imprese della filiera del turismo organizzato e degli eventi, che non avranno ricavi ed avranno invece un’attività molto ridotta fino a fine anno. Si richiede quindi l’estensione a 18 settimane aggiuntive e continuative fino al 31 ottobre 2020. Si richiede altresì che il Governo, a settembre, si impegni a riverificare la situazione in termini di ripresa delle attività, per valutare eventuali misure aggiuntive di sostegno all’occupazione; Tax credit vacanze – lo stanziamento di 2,4 miliardi non rappresenta un reale sostegno al settore del turismo in quanto non crea maggiore domanda. La filiera del turismo organizzato beneficerà in modo marginale di questo stimolo, che privilegerà un rapporto diretto tra cliente e struttura alberghiera, non avendo peraltro previsto che tale strumento possa essere impiegato anche per l’acquisto di altri servizi turistici. Si chiedono pertanto due interventi: destinare quota parte di questo stanziamento al Fondo specifico creato per il turismo organizzato; consentirne l’utilizzo anche per l’acquisto di pacchetti turistici e servizi turistici collegati; Credito d’imposta – deve essere eliminato il limite di 5 milioni di euro relativo al credito di imposta per gli affitti anche per il settore del turismo organizzato e degli eventi, così come già previsto per le strutture alberghiere.
(ITALPRESS).

Le Maldive si preparano alla “ripartenza”

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Le Maldive si preparano a ripartire. Hanno evitato un’epidemia di coronavirus, ma il prezzo economico è stato molto alto. Per evitare il crollo dell’industria del turismo, il Paese deve ora pianificare la riapertura. Sonu Shivdasani, fondatore e amministratore delegato di Soneva, che possiede i luxury resort Soneva Fushi (per il quale è stata realizzata una bellissima story da Lauretta Coz per il social americano STELLER) e Soneva Jani alle Maldive, e Soneva Kiri in Thailandia, traccia un possibile quadro della ripartenza.
L’arcipelago, ricorda, “si trova a cavallo dell’equatore, dove le temperature raramente scendono sotto i 20 gradi. Sappiamo che il virus non ama il caldo, ed è degno di nota che gli unici contagi importanti si sono verificati nei paesi freddi, durante l’inverno. La geografia unica delle Maldive si presta anche al contenimento: il governo può, e lo ha fatto, chiudere rapidamente le isole e i resort quando emerge un caso sospetto. Se il test è negativo, l’isola viene immediatamente riaperta. Se qualcuno risulta positivo, l’intera isola viene messa in quarantena per evitare che si diffonda in tutto il paese”.
L’amministrazione di Solih “si è messa al lavoro per proteggere il Paese: sospendendo le rotte di volo, conducendo test diffusi (il più alto test pro capite dell’Asia meridionale) e chiudendo completamente il confine. In un Paese totalmente dipendente dal turismo straniero, la volontà del Governo di agire con decisione, nonostante l’enorme costo economico, ha quasi certamente salvato delle vite”. Ma la domanda rimane: se le Maldive saranno presto libere da virus, e se si pensa di riaprire le frontiere, come si può fare al meglio? Un buon punto di partenza potrebbe essere “quello di iniziare il processo di apertura permettendo l’atterraggio dei jet privati: ci sono pochi passeggeri a bordo, che possono essere immediatamente isolati nella sala VIP dell’aeroporto e testati per il virus all’arrivo. Se il test è negativo, possono proseguire il viaggio. Se il test è positivo, possono recarsi in uno dei resort che sono stati convertiti in uno dei centri di quarantena e isolamento. La chiave di tutto questo saranno i kit di test rapidi, che possono fornire un risultato in pochi minuti piuttosto che in giorni”.
I clienti di fascia alta “spendono grandi somme di denaro rispetto agli altri turisti, quindi anche aprendo a pochi jet privati si generano notevoli entrate. Soneva ha ricevuto circa 20 richieste di informazioni da persone che vorrebbero recarsi alle Maldive con un jet privato. Intendono soggiornare nei resort per più di un mese. Questi ospiti spenderanno probabilmente circa 5 milioni di dollari in totale, generando circa 600.000 dollari in GST per il governo”.
Guardando più avanti, le Maldive “dovranno iniziare a riaprire le rotte aeree commerciali. Ma testare una manciata di passeggeri di jet privati all’aeroporto è una cosa, testare centinaia di persone che scendono da un A350 è un’altra. Le Maldive probabilmente cominceranno ad aprire voli diretti verso altri paesi privi di coronavirus. La Cina sembra una buona scommessa. Ha anche il vantaggio di essere il più grande mercato turistico delle Maldive, con una serie di rotte di voli diretti già esistenti, operati da vettori maldiviani o cinesi, tra i due paesi. Al momento, però, tutti i turisti cinesi di ritorno dall’estero devono trascorrere 14 giorni in quarantena in Cina – una prospettiva non particolarmente attraente per gli aspiranti turisti. Il governo maldiviano dovrà lavorare con la controparte cinese su un accordo bilaterale che permetta ai turisti cinesi che tornano a casa dalle Maldive di evitare la quarantena’.
Accordi simili dovranno essere presi con altri Paesi. Potrebbe essere utile classificarli: “I paesi del gruppo ‘A’ potrebbero essere quelli, come le Maldive, che hanno sradicato completamente il virus. Non c’è motivo di non operare voli commerciali diretti tra queste destinazioni. I paesi del gruppo ‘B’ potrebbero essere quelli con pochissimi casi ancora attivi – le Maldive potrebbero consentire voli da e per tali paesi, ma con ulteriori precauzioni. Ci sono poi i paesi del gruppo ‘C’ con un alto numero di casi – dove le Maldive dovrebbero mantenere in vigore le restrizioni di viaggio”.
(ITALPRESS).

Bus Turistici “Settore in rivolta, pronti allo sciopero fiscale”

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Il decreto Rilancio “è un provvedimento totalmente inadeguato, che dopo settimane di annunci mette il turismo alle corde, senza provvedimenti concreti per salvare le aziende”. L’allarme arriva dal Comitato Bus Turistici Italiani, realtà che rappresenta oltre seimila aziende, che nella stagione dei viaggi dà lavoro a 40 mila famiglie, con un fatturato di quasi tre miliardi di euro, quest’anno completamente azzerato. Una realtà totalmente in ginocchio che, ora, prospetta lo sciopero fiscale: “Senza lavorare – dice il presidente del comitato, Riccardo Verona – non serve rimandare le scadenze. I soldi che ci sono oggi non ci saranno a maggior ragione tra qualche mese. Il nostro settore è parte integrante del turismo, muove centinaia di migliaia di ospiti verso località di vacanza e città d’arte, oltre a contribuire in modo decisivo anche alla filiera di congressi ed eventi. Il Governo di tutto questo sembra rendersi conto solo a parole, parlando del turismo come di un settore fondamentale per l’economia del nostro Paese, senza poi mettere in campo alcunché per sostenerlo. Anzi, dando soldi ed aiuti alle aziende pubbliche, creando di fatto concorrenza sleale e la morte di migliaia di piccole e medie imprese”.
Le richieste sono chiare e precise: “Servono contributi a fondo perduto per 120 milioni di euro da destinare alla svalutazione dei mezzi – prosegue Verona -, cifra non impossibile con una concreta volontà politica. Inoltre stralcio delle imposte per tutto il 2020 e misure specifiche sul costo del lavoro, come l’azzeramento – per il 2020 e il 2021 – dei contributi per i lavoratori stagionali ed il dimezzamento per i dipendenti fissi. Sono quindi necessari fondi per compensare le perdite e ripatrimonializzare le aziende. Infine servono forme di finanziamento a tassi minimi finalizzate al mantenimento di una forza lavoro destinata, al momento attuale, a lasciare 40 mila famiglie senza occupazione”.
(ITALPRESS).

Turismo organizzato “Decreto Rilancio il colpo di grazia sul settore”

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“Bisognerà attendere l’emanazione del decreto, ma se le intenzioni – che sono trapelate da alcuni ministeri e da alcuni quotidiani nazionali – sono quelle contenute nella bozza del DL cosiddetto ‘Rilancio’ si può affermare, senza timore di smentita, che non si è fatto nulla per salvare il turismo dal collasso e che si è dato un colpo di grazia, probabilmente terminale, ad un settore che rappresenta il 13% del PIL e il 15% degli occupati”. Lo affermano in una nota congiunta le associazioni del turismo organizzato Aidit, Astoi, Assoviaggi e Fto.
“In tutta Europa i governi si sono immediatamente preoccupati di dare sostegno al settore, sebbene in molti dei Paesi europei il turismo non rappresenti una fetta così importante dell’economia nazionale come nel nostro Paese – proseguono le associazioni -.
In Italia abbiamo sentito parlare di sostegno al Turismo da parte del Presidente del Consiglio Conte nella conferenza stampa del 26 Aprile e lo abbiamo sentito ribadire in molti interventi, sia dal Ministro Dario Franceschini sia dal Sottosegretario al Turismo, Lorenza Bonaccorsi ma, all’atto pratico, sembra che l’orientamento del Governo sia quello di affossare il settore, anziché sostenerlo in questa delicatissima fase”.
“Per quanto riguarda i contenuti della bozza di DL, evidenziamo solo alcune delle principali storture: servono finanziamenti a fondo perduto anche per le imprese turistiche con fatturati oltre i 5 milioni di euro; quindi il tetto dei 5 milioni va eliminato. Come attualmente previsto nel decreto, la soglia inserita taglia fuori, di fatto, tutte le medie e grandi imprese turistiche italiane, in particolare esclude oltre il 99% dei Tour Operator, tutte le medio grandi aziende del business travel, dell’incoming, degli eventi – spiegano Aidit, Astoi, Assoviaggi e Fto -. La misura va finanziata con almeno 2 miliardi di euro per essere realmente efficace e il periodo di riferimento del calo di fatturato previsto per il solo mese di aprile va allungato almeno per il periodo marzo-giugno, mesi in cui la filiera turistica ha realizzato ricavi prossimi allo zero. Inoltre, per le agenzie di viaggi, un contributo sul mese di aprile non rappresenta assolutamente un sostegno significativo e congruo alle reali necessità delle imprese, applicato tra l’altro senza distinguere il peso di organizzazione e intermediazione dei viaggi”.
“La cassa integrazione, come prevista nella bozza di DL non consente alle imprese di poterne usufruire quando effettivamente necessario e non può essere limitata a 5 settimane nei mesi di giugno, luglio e agosto; mesi che registreranno volumi di fatturato ancora bassissimi. Occorre lasciare alle stesse imprese la possibilità di modularne l’applicazione temporale in base alle effettive esigenze”, aggiungono.
Per le associazioni inoltre “servono prestiti e mutui a 30 anni a tasso fisso minimo a fronte del mantenimento della forza lavoro. Il bonus vacanza, per come ipotizzato, è più un’operazione di marketing da parte del Governo che un vero aiuto alle persone e alle imprese e, peraltro, non è previsto che possa essere utilizzato anche attraverso il canale delle agenzie di viaggi e dei tour operator. Occorre aumentare l’ISEE di riferimento e rendere lo stesso direttamente incassabile dall’imprenditore. Non è immaginabile che le imprese che attendevano un aiuto sulla liquidità diventino invece finanziatrici dello Stato facendosi carico del 90% del valore del bonus come anticipo da portare in compensazione tributaria a fine anno”.
“Dunque nulla è stato fatto ma, soprattutto, non è stato creato un vero fondo a sostegno dei mancati ricavi per le imprese turistiche. Si sarebbe potuto optare anche per una formula che concedesse un credito d’imposta a fronte delle perdite registrate, come pure avevamo proposto, ma tutto è caduto nel vuoto – spiegano Aidit, Astoi, Assoviaggi e Fto -. Senza un fondo a sostegno dei mancati ricavi, nonostante le rassicurazioni del Governo, nessun italiano andrà più in vacanza e nemmeno il famigerato ‘bonus’ potrà essere utilizzato perché non ci saranno più agenzie di viaggi, tour operator e – da quanto apprendiamo dalle associazioni che rappresentano il comparto alberghiero – anche molte strutture ricettive non riapriranno mai più. Lo sdegno ha ormai superato lo sconforto perché si tratta di una morte annunciata. E tutto ciò mentre vengono varate ennesime misure a sostegno di altre aziende che da anni prosciugano le casse dello Stato a spese dei cittadini. Questa volta il Turismo alza la voce e non si lascia mettere nell’angolo. Il Turismo merita un vero Ministero, che sia dotato di portafoglio, interamente dedicato al settore e non più condiviso con altri, che sia la cultura o l’agricoltura – concludono le associazioni -. Se la bozza del decreto ‘cosiddetto Rilancio’ verrà confermata tal quale, verrà sancita la fine di un settore che occupa milioni di lavoratori e che fornisce un contributo decisivo all’economia nazionale. Immaginiamo quindi che qualcuno dovrà rendere conto di ciò alle migliaia di lavoratori e di famiglie che presto si troveranno senza reddito in conseguenza di una tale irresponsabile scelta”.
(ITALPRESS).

Case-vacanza, caparra addio grazie a una copertura assicurativa

MILANO (ITALPRESS) – Per le case-vacanza la caparra potrebbe diventare presto un ricordo grazie a una copertura assicurativa. La polizza si chiama Easy Rent, ed e’ una soluzione assicurativa pensata da Europ Assistance Italia che offre la possibilita’ di eliminare il deposito cauzionale.
Quando il cliente arriva presso la struttura prenotata solitamente versa al proprietario un deposito in denaro per proteggere da eventuali danni l’immobile. La cauzione viene restituita solo a fine soggiorno. Per quanto le intenzioni siano buone, il rischio che possa capitare un imprevisto e’ da mettere in conto. Un rischio che pero’ adesso sara’ assorbito dalla Compagnia fino al massimale previsto. Una doppia tutela: per il proprietario, e per il cliente che potra’ godersi appieno la vacanza senza anticipo di denaro e il timore di spiacevoli e costosi inconvenienti.
La copertura potra’ essere chiesta al momento della prenotazione dal cliente. Se durante il soggiorno si verifichera’ un danno all’abitazione, quest’ultimo fornira’ una dichiarazione al proprietario, il quale aprira’ con la Compagnia il sinistro.
“Siamo entusiasti di essere i primi in Europa a lanciare Easy Rent, che consideriamo una vera novita’ per il settore del Vacation Rental”, dice Mauro Cucci, Chief Travel & Personal Officer di Europ Assistance Italia.
(ITALPRESS).