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Turismo

S.VALENTINO, FESTIVAL OF LIGHT A BRUXELLES

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Quest’anno a San Valentino Bruxelles è pronta ad indossare il suo outfit più romantico ed elegante. Dal 14 al 17 febbraio la Capitale delle Capitali ospiterà infatti la quarta edizione di “Bright Brussels”, vero e proprio Festival della Luce che inonderà di suggestive installazioni artistiche tutti gli angoli della città.
L’evento, organizzato da Visit Brussels, prevede la partecipazione di artisti, designers e architetti provenienti da tutto il mondo che, armati di led, laser, proiettori e riflettori, reinterpreteranno le zone “cult” della città, come Saint Catherine, la Grand Place e il Parlamento. Un’opportunità unica per scoprire anche alcuni scorci più nascosti e meno frequentati del centro storico, come il Nouveau Marché aux Grains, la rue du Grand Hospice e il quartiere di Béguinage, dominato dalla chiesa di San Giovanni Battista, uno dei massimi esempi di architettura barocca fiamminga di Bruxelles.

Per l’occasione Visit Brussels organizza visite a tema con accompagnatori che, oltre a presentare le opere, sveleranno curiosità e dettagli legati al loro funzionamento. Naturalmente, si potrà optare anche per l’“effetto sorpresa” passeggiando in libertà. L’evento, che accoglie ogni anno migliaia di visitatori, sta assumendo una rilevanza internazionale grazie ad alcune opere che hanno avuto una forte eco, come la Stalattite di Christopher Bauder, realizzata lo scorso anno all’interno dell’edificio ex Citroën, che ospiterà il MOMA.
Ha lasciato il segno anche Underlight, la ricostruzione dell’aurora boreale sul cielo di Bruxelles, grazie ad una combinazione di laser colorati, fumo, vento e tessuti.

 

PASSEGGIATE ROMANTICHE

Le installazioni di Bright Brussels saranno accese dalle 18:00 alle 23:00. Prima del tramonto, non mancheranno tante opportunità per vivere momenti romantici, esplorando la città: uno degli itinerari più piacevoli, ad esempio, parte da Place Poelaert, dove si trova il Palazzo di Giustizia. Qui si può prendere un ascensore per ammirare il panorama sul centro storico per poi proseguire alla volta dei Marolles, quartiere tra i più dinamici e interessanti, nato dagli imponenti flussi migratori del secondo dopoguerra: in costante evoluzione, questa zona ha saputo mantenere la sua anima originaria, ed è caratterizzata da un’atmosfera aperta e stimolante. Pittoresche botteghe di artigiani si alternano a studi di architettura e laboratori di design, mentre nei ristorantini dall’atmosfera intima e familiare si possono assaggiare tutti i tipi di cucina. Continuando la passeggiata si arriva a Le Sablon, quartiere borghese ed elegante, dove ci si può regalare un momento di pura dolcezza, nelle pralinerie più famose della città.

A CENA TRA LE NUVOLE

Per chi è in cerca di un’alternativa decisamente più elegante ed esclusiva, da non perdere una romantica cena “tra le nuvole” all’Atomium Restaurant a 92 metri di altezza, ricavato all’interno della sfera più alta dell’Atomium: qui l’eclettico maître de cuisine Alexandre Masson propone ricette esclusive che reinterpretano in chiave contemporanea alcuni classici della tradizione locale, privilegiando materie prime di qualità e prodotti naturali di stagione.

 

CONSIGLI PER ORGANIZZARE IL VIAGGIO

Tante le opportunità per gli innamorati, e non solo, che desiderano visitare Bruxelles e ammirare il Festival Bright Brussels: Brussels Airlines vola tutti i giorni dai principali aeroporti italiani, con orari comodi e imbarco gratuito di doppio bagaglio a mano (bagaglio a mano + accessorio fino a un massimo complessivo di 12 kg a passeggero). Tra le numerose proposte alberghiere disponibili si può optare per l’hotel NH Brussels Bloom, situato nella zona Botanique, a due passi dal quartiere di Béguinage, ed è arredato con opere di artisti provenienti da tutto il mondo. Tutte le 305 camere sono decorate con affreschi originali dipinti a mano e la domenica è possibile approfittare della comoda offerta “Lazy Sunday” con late check-out gratuito.

CAPODANNO CINESE, 7 CHINATOWN DEL MONDO IN FESTA

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Fervono i preparativi per il capodanno cinese, che avrà inizio martedì 5 febbraio e si protrarrà per 16 giorni. Un evento che ormai ha varcato i confini del gigante asiatico, diventando una vera e propria attrazione da vivere nelle Chinatown sparse in tutto il mondo. Da Milano a New York passando per Londra, Virail, la piattaforma ed app che compara tutti i mezzi di trasporto e permette di trovare le migliori soluzioni di viaggio, ha selezionato 7 delle Chinatown più caratteristiche per scoprire come ci si prepara ad accogliere quello che, secondo l’oroscopo cinese, sarà l’anno del maiale.

Milano – La più famosa Chinatown d’Italia si trova proprio nel cuore di Milano: quest’anno la tradizionale parata del dragone attraverserà via Paolo Sarpi nel pomeriggio di martedì 5 Febbraio. A fare da cornice ai festeggiamenti sarà un enorme maiale gonfiabile alto più di 3 metri in largo La Foppa; in più si svolgeranno laboratori di scrittura dei pittogrammi e saranno presenti diversi stand per assaggiare piatti tipici delle varie cucine cinesi.

Londra – La capitale britannica ospita la più grande comunità cinese d’Europa e i festeggiamenti non sono da meno: il 5 febbraio sul palco principale di Trafalgar Square si alterneranno varie celebrità cinesi, pop star e ballerini hip hop. La parata del leone e del drago parte da Charing Cross e girerà tutto il giorno non solo per China Town, ma anche per tutto il West End che si riempirà di attività, stand di street food e artisti acrobatici. Anche i musei più rinomati di Londra, tra cui il Victoria&Albert, organizzano degli eventi a tema in collaborazione con la scuola cinese d’Inghilterra. 

 Parigi – La Chinatown della Ville Lumiere è una delle più antiche d’Europa: l’anno del maiale sarà accolto con tre differenti cortei. Il primo si svolgerà nel famoso distretto di Belleville, il secondo a Le Marais vicino al centro Pompidou e il terzo nel XIII arrondissement, che ospita l’antica Chinatown. Protagonisti assoluti saranno come sempre le elaborate decorazioni dei costumi di draghi, leoni e pesci. Da non perdere a Le Marais, la cerimonia dell’apertura dell’occhio del dragone che dà inizio ai festeggiamenti.

Amsterdam – Grazie alla sua tradizione navale e al porto che da sempre favorisce gli scambi, la città olandese ospita un’antica comunità cinese che raggiunse i Paesi Bassi ad inizio del 900 per lavorare sulle grandi navi. Il cuore della Chinatown di Amsterdam si trova nel quartiere di Nieuwmarkt: qui sorge il tempio buddista Fo Guang Shan He Hua, l’edificio religioso cinese più grande in Europa, che sarà fulcro dei festeggiamenti del capodanno. Nei canali adiacenti diverse imbarcazioni verranno decorate e diventeranno provvisori ristoranti per assaggiare la Cina in tavola!

Amburgo – Anche la città anseatica ospita un grande porto che ha permesso nei decenni l’incontro di diverse culture. Amburgo ospitava una grande comunità cinese tra i quartieri di St. Pauli e Altona, decimata dai raid nazisti durante la guerra. Rimangono tuttavia molte testimonianze di luoghi storici cinesi, bar e ristoranti oggi diventati leggendari: a St. Pauli il capodanno cinese attira una moltitudine multietnica festante e colorata che si ritrova in luoghi come lo Shin Shin e l’Hong Kong Hotel.

Toronto – La città canadese ospita non una, bensì sei Chinatown sparse per tutta l’area metropolitana: Downtown, East, Scarborough, West-Mississauga, Richmond Hill e Markham. Ognuna ha le sue caratteristiche: Richmond Hill si è formata più recentemente, mentre Downtown è stata la seconda ad instaurarsi (la prima Chinatown è stata integralmente espropriata per una riorganizzazione urbana); Markham è la più grande e West-Mississauga la più periferica; East e Downtown sono quelle più famose. Naturalmente tutte festeggiano il capodanno, non c’è che l’imbarazzo della scelta!

New York – Quella della Grande Mela è la Chinatown più famosa del mondo: negli anni la comunità cinese di New York si è espansa al punto da inglobare anche la storica Little Italy. Per l’anno del maiale la comunità ha organizzato ogni tipo di performance, a partire dalla classica sfilata del 5 febbraio con i lunghissimi dragoni che da Canal Street giungono al Roosevelt Park a Manhattan. Imperdibili i piatti tipici cucinati esattamente come in patria. Il pezzo forte del carnevale cinese newyorkese sono i fuochi d’artificio sul fiume Hudson, realizzati dai maestri cinesi che illumineranno tutta Manhattan allo scoccare della mezzanotte.

TURISMO, IN 10 ANNI +40% IMPRESE

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Sono 41 mila in Lombardia le imprese della vacanza e del divertimento, su 317 mila in Italia, secondo i dati elaborati da Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e da Osservatorio Bit sulle localizzazioni, incluse le sedi decentrate. Le imprese in quasi dieci anni sono cresciute intorno al 40%, del 41% in Lombardia e del 37% in Italia. Nell’ultimo anno continua l’andamento positivo, +4% sia in regione che nel Paese. Business a Milano e area metropolitana da circa 8 miliardi su 11 miliardi in Lombardia e circa 40 miliardi in Italia. A Milano città sono 11 mila le imprese, +67%, con 90 mila addetti, alberghi e ristoranti sono raddoppiati con la maggiore crescita, che prosegue, nell’anno prima di Expo.
Alla vigilia della Bit di Milano, in programma da domani al 12 febbraio, non nasconde la propria soddisfazione Valeria Gerli, membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e presidente di Confguide GITEC (Guide Italiane Turismo e Cultura) – Confcommercio Milano: “Cresce la capacità di accoglienza dei nostri territori grazie anche alla maggiore specializzazione delle imprese – sottolinea -. Adesso bisogna convincere i turisti, sia stranieri che italiani, a tornare e a soggiornare più a lungo per approfondire e sperimentare tutte le opportunità, offrendo esperienze turistiche sempre più ampie, diversificate e personalizzate”.

“Sempre più piccoli gruppi, famiglie, coppie si affidano infatti alla guida – aggiunge -, fa risparmiare tempo a partire da realtà complesse e dinamiche, come le maggiori città. Ad esempio Milano va scoperta al di là del Duomo, del Cenacolo e delle mete più note. Milano oggi non è più vista solo come la città del business e del lavoro ma anche come meta d’arte, cultura e leisure, ricca di musei e di eventi culturali”.
Sono 11 mila le imprese nei settori dell’indotto turismo a Milano città con 120 mila addetti. Secondo una elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Osservatorio Bit, le imprese in quasi dieci anni sono cresciute del 67%. Business a Milano e area metropolitana da circa 8 miliardi all’anno. Traina la ristorazione con 6 mila imprese, +99% in circa dieci anni. Bene gli alberghi, 1.572, +113%. Bene musei e biblioteche 76 imprese, +52%. Positivo il dato delle imprese di divertimento, 498, +39%. Crescono anche le attività creative e di intrattenimento, oltre mille imprese, +14%. Agenzie di viaggio a quota 1.237, +12%. Centrali nella crescita gli anni di Expo, dal 2014 al 2015 gli alberghi e alloggi sono cresciuti di 222 imprese e i ristoranti di 495. Il trend positivo continua e nell’ultimo anno ci sono 118 e 370 unità in più.

In tutta la regione Lombardia sono concentrate a Milano con 16 mila, poi sono 6 mila a Brescia, 4 mila a Bergamo, oltre 2 mila a Varese, Como, Monza. Al primo posto tra le attività preferite del turista in Lombardia, a vedere l’offerta: ristorazione con 25 mila operatori, ospitalità con 7 mila tra alberghi e affittacamere, intrattenimento e divertimento con 5 mila operatori che includono attività creative, cultura, biblioteche, musei, discoteche, quasi 4 mila tra agenzie di viaggio e tour operator.
Prima in Italia è Roma con 29 mila imprese, di cui 7 mila tra alberghi e alloggi, + 5% in un anno e + 55% in dieci anni, seguita da Milano con 16 mila, +5% e +63%, Napoli con 14 mila, +7% e +51% , Torino con 10 mila, Firenze, Bolzano e Venezia con oltre 7 mila. Prima per numero di imprese la ristorazione con 174 mila operatori, ospitalità con 75 mila tra alberghi e affittacamere, intrattenimento e divertimento con 43 mila operatori che includono attività creative, cultura, biblioteche, musei, discoteche, oltre 22 mila tra agenzie di viaggio e tour operator.

CARNEVALE IN BASILICATA, LAZIO E PIEMONTE

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Aliano, Ronciglione e Santhià. In questi borghi della Penisola è tutto pronto per tre suggestive feste di Carnevale che affondano le radici in un passato lontano fra particolari maschere, colorati cortei e delizie tipiche di questo periodo dell’anno.
E’ il caso delle sfilate delle maschere cornute di Aliano, il paese in provincia di Matera dove da tempo immemorabile va in scena il Carnevale storico: si tratta di opere uniche costruite da abili artigiani locali, che vengono indossate insieme a colorati cappelli per renderle meno minacciose; legate alla mitologia greca e in particolare al Dio Pan, sfilano per le vie del paese accompagnate dalla musica di fisarmoniche e cupa cupa, insieme alle donne in costume tradizionale e ai bambini vestiti da briganti: anche Carlo Levi, che qui soggiornò negli anni 30’, le menzionò nel suo capolavoro, “Cristo si è fermato a Eboli”. Quest’anno le sfilate sono in programma il 17 e il 24 febbraio, il 3 e il 5 marzo; il 2 marzo, invece, la Basilicata incontrerà la Sardegna, con le maschere dei “Mamutzones” di Samugheo che accompagneranno quelle del posto. Nei giorni di festa ci sarà grande spazio per musiche, canti popolari e per la gastronomia locale con “frzzul, sauzizz e rafanata”: ovvero maccheroni corti formati attorcigliando la pasta attorno a un filo di giunco, salsicce di maiale e rafanata, un piatto cotto al forno a base di uova, formaggio pecorino e rafano, radice aromatica dal gusto piccante che cresce spontanea in questo tratto della Basilicata.
Spostandosi nel Lazio, è di origine antichissima anche il Carnevale di Ronciglione, il paese in provincia di Viterbo dove i corsi di gala conmaschere, carri allegorici, gruppi mascherati e bande folcloristiche torneranno il 17 e il 24 febbraio e il 3 marzo. In tutti i giorni di festa si potranno gustare le delizie tipiche della tradizione locale con polentari, faciolari, tripparoli, fregnacciari e fritellari; al contempo l’intrattenimento sarà garantito con musica, veglioni, rappresentazioni teatrali in dialetto e balli, a partire dal tradizionale Saltarello. La giornata di lunedì 4 marzo sarà tutta all’insegna della maschera tipica della festa, il Naso Rosso, mentre il martedì grasso è in programma il gran finale, con la rappresentazione della morte di Re Carnevale e l’apertura del suo testamento. La leggenda narra che tutto ebbe inizio nel 1538, quando Papa Paolo III Farnese – per festeggiare l’investitura del figlio Pier Luigi a duca di Castro e Ronciglione – concesse alla popolazione locale tre giorni di bagordi; da allora a oggi ne è passato di tempo, ma nel grazioso borgo laziale il Carnevale continua a rappresentare l’evento dell’anno per eccellenza.
In Piemonte andrà infine in scena la festa in maschera più antica della regione: quella di Santhià, il paese in provincia di Vercelli nel quale già nel 1318 esisteva “l’Abbadia”, una sorta di associazione giovanile laica che si occupava di organizzare balli e festeggiamenti carnevaleschi.Tra grandiosi corsi mascherati, veglioni danzanti ed appuntamenti enogastronomici, ifesteggiamenti prenderanno il via il 16 febbraiocon l’antico rito della “Salamada”: la tradizionale processione dei 15 suini da cui si ricavano i salami per la Fagiuolata è stata sostituita da qualche anno dalla sfilata dei figuranti travestiti da maiali, in chiave ironica, e dalla mascotte in cartapesta raffigurante l’animale, accompagnati dal Corpo Pifferi e Tamburi del Carnevale Storico di Santhià e dai membri della Direzione. Martedì 26 febbraio è in programma il Gran Galà delle Maschere, mentre giovedì 28 sarà la volta del “Giòbia Grass”: al suono dei pifferi e tamburi del Carnevale Storico e delle due bande cittadine, i gruppi carnevaleschi organizzeranno un percorso enogastronomico lungo le vie del centro.

MOSTRE, “CANALETTO A VENEZIA” A PALAZZO DUCALE

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Dal 23 febbraio al 9 giugno Palazzo Ducale ospita a Venezia la mostra “Canaletto a Venezia”. Il Settecento veneziano con le sue luci e ombre si snoda lungo le sale di Palazzo Ducale, nel racconto di un secolo straordinario e del suo protagonista: Giovanni Antonio Canal, il Canaletto. Una stagione artistica di grande complessità e valore, di eccellenze nel campo della pittura, della scultura, delle arti decorative. Fin dal suo inizio il 700 si mostra come un secolo di enorme vitalità e grandi cambiamenti, nel linguaggio dell’arte, nella storia delle idee e delle tecniche, nella vita sociale. La mostra parte dall’affacciarsi nei primi anni di una nuova forma artistica, che rompe i legami con il rigore del Classicismo e con la teatralità del Barocco, mentre il colore prende il sopravvento sul disegno. Luca Carlevarijs pone le basi del vedutismo veneziano, Rosalba Carrera rinnova l’arte del ritratto.

Due giovani coetanei dipingono opere in cui la luce acquista valenza fondante, costitutiva: Giambattista Tiepolo con pennellate aggressive in composizioni dinamiche, Canaletto nella pittura di vedute, lo stile di entrambi si farà poi più controllato e nitido. Il viaggio prosegue con la pittura di costume di Pietro Longhi, l’esplosione del vedutismo, la pittura di storia e quella di paesaggio, il capriccio. E la grande stagione dell’incisione, che diversi sperimentano, e di Giambattista Piranesi. Il racconto di questo secolo è anche quello della presenza europea della Serenissima e del viaggiare dei suoi artisti. Mentre anche l’arte vetraria di Murano vive i suoi fasti, con l’oreficeria e la manifattura di porcellane. Protagonisti di fine secolo sono Francesco Guardi e Giandomenico Tiepolo, figlio di Giambattista. Nelle vedute di Guardi il linguaggio pittorico, tremolante e allusivo, lontano dalle solari certezze di Canaletto, sembra evocare una Venezia in disfacimento, mentre il tempo del vivere felice e aristocratico lascia il posto a un popolo di irriverenti Pulcinella, dove tutti sono liberi e uguali, e sullo sfondo la rivoluzione infiamma la Francia. Il secolo dei lumi, e il percorso espositivo, si chiude con l’affermarsi del Neoclassicismo, su tutti giganteggia Antonio Canova.

WEEKEND FITNESS AL DORIA PARK HOTEL DI LERICI

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Tra l’antico centro del magnifico borgo ligure di Lerici e un fitto oliveto, tenuto a giardino rustico, sorge un piccolo gioiello: il Doria Park Hotel e il ristorante I Doria. La posizione, il panorama, il “contorno” già, di per sé, meritano una visita. L’hotel è a breve distanza dall’imbarco dei battelli per le Cinque Terre. Portovenere è “a vista” dalla terrazza dell’Hotel e Tellaro, Fiascherino, San Terenzo, l’Eco del Mare, sono a “walking distance”.
Su una splendida terrazza fiorita con, sullo sfondo, il Golfo dei Poeti, il castello di Lerici e San Terenzo, viene proposta una cucina di mare creativa e molto attenta alla qualità delle materie prime. Tutto, poi, viene fatto in casa, dal pane alla piccola pasticceria. Molto ricca la cantina, che conta ben 145 etichette e che spazia da alcuni ottimi vini locali ai grandi francesi, piemontesi e toscani.

Il Doria Park Hotel propone per i weekend di primavera un programma fitness di grande interesse. Eccolo:
Arrivo Venerdì: – tisana rilassante prima della buona notte
Sabato – Drink energetico al risveglio
-Ore 10 circa Circuito funzionale brucia grassi lungo la passeggiata tra Lerici e san Terenzio con personal trainer specializzato (circa 1.30h)
-Al rientro in hotel attende gli ospiti la colazione Law Fat creata ad hoc: centrifugati di frutta fresca e verdura; spremuta di arancia fresca; plum cake allo jogurt e olio extra vergine di oliva; frutta secca e fresca selezionata; miele di favo; caffè al ginseng; caffè d’orzo; te verde; latte di riso; gallette di mais, marmellata dietetica; ricotta nostrana; jogurt magro; fiocchi di crusca
-Tisana snellente prima della buona notte.

Domenica
– Drink energetico al risveglio
– Ore 10 circa risveglio muscolare sulla terrazza fronte mare con personal trainer professionale (circa 30 min)
– Camminata veloce con 5/6 stop mini circuito funzionale (circa 1h)
– Al rientro in hotel la colazione Law Fat creata ad hoc: centrifugati di frutta fresca e verdura; spremuta di arancia fresca; plum cake allo jogurt e olio extra vergine di oliva; frutta secca e fresca selezionata; miele di favo; caffè al ginseng; caffè d’orzo; te verde; latte di riso; gallette di mais, marmellata dietetica; ricotta nostrana; jogurt magro; fiocchi di crusca
Il costo parte da 130 euro a notte per due persone in camera doppia.

SAGRE, WEEKEND A FERMO, CASTEL DI TORA E RIVA DEL GARDA

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Il weekend del gusto sarà all’insegna delle delizie marchigiane, del polentone di Castel di Tora e della polenta e mortadella di Riva del Garda.
Dal 9 all’11 marzo andrà in scena un vero e proprio kolossal esperienziale nell’innovativa cornice del Fermo Forum: la 27esima edizione del Festival Tipicità, che si strutturerà intorno a cibo, making e turismo di scoperta. Al centro della scena ci saranno le prelibatezze regionali, con specialità difficili da reperire nei consueti canali; a catturare l’attenzione saranno i focus sul biologico, i percorsi tra vitigni antichi, l’effervescenza delle birre artigianali, i prodotti di supernicchia, nutraceutica e biodiversità, il cibo del futuro.

Prestigiosi chef dall’Italia e dal mondo animeranno la spettacolare Accademia, la Sala Bio racconterà storie di persone intimamente legate all’ambiente naturale, dalla nuova area Grembo usciranno “pillole energetiche”. E, a seguire, tante iniziative nel Teatro dei Sapori, nel Bio Garden e nelle aree focus&forum; eccellenze locali in primo piano, dunque, ma non mancheranno le proposte della toscana San Miniato, di Creta, della Russia e degli USA. Ad “interpretare” Tipicità saranno il Ministro Centinaio, Marco Ardemagni ed Antonio Pascale, gli economisti Fausto Panunzi ed Alberto Mingardi, Enrico Derflingher, Michele Casadei Massari e lo chef stellato Paolo Gramaglia.

Dalle Marche al Lazio, a Castel di Tora la prima domenica di Quaresima tornerà a fare rima con il polentone, un piatto tipico della tradizione contadina che in questo tratto della provincia di Rieti rappresenta un’istituzione. Aringa, tonno, baccalà e alici sono gli ingredienti con i quali le cuoche del posto preparano il sugo di magro con il quale si condisce la ricetta: domenica 10 marzo torna puntuale la festa dedicata a questa specialità, una tradizione che affonda le sue radici nella notte dei tempi. La distribuzione del polentone inizierà a mezzogiorno e ci sarà spazio anche per i sapori del territorio, con la Pro Loco di Montopoli di Sabina che proporrà le deliziose pizze fritte. Intrattenimenti folcloristici e musicali allieteranno l’intera giornata e i visitatori potranno curiosare fra gli stand dei prodotti agro-alimentari e di artigianato, allestiti fra i vicoli del borgo affacciato sulle rive del Lago del Turano.

Ancora la polenta, ma questa volta accompagnata alla mortadella, sarà protagonista il 10 marzo a Riva del Garda. Nel paese in provincia di Trento che sorge sulle sponde dell’omonimo lago, la manifestazione affonda le sue radici nei primi anni del 1700 e nella festa della Santissima Annunziata; l’usanza è arrivata fino ai nostri giorni, sia pur con qualche modifica: alla “farina cotta” – ovvero alla polenta – si è aggiunta la mortadella e la data effettiva è slittata alla prima domenica di Quaresima. Come ormai tradizione, al momento gastronomico si aggiungerà anche quest’anno “Quattro passi in attesa di polenta e mortadella”, la marcia non competitiva con tracciati di diversa difficoltà.

ITALIANI SEMPRE PIÙ TURISTI PER…VINO

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Il vino si conferma un importante fattore di attrazione turistica. Se dai dati del 2017 era emerso che il 41% degli italiani in viaggio aveva visitato negli ultimi tre anni un’azienda vitivinicola e il 35% partecipato a un evento a tema, le ricerche relative a fine 2018 attestano la crescita di questi valori, portandoli rispettivamente al 56% e al 44%. È quanto emerge dal Rapporto sul turismo enogastronomico italiano 2019 di Roberta Garibaldi che restituisce un quadro dettagliato del settore e ne delinea le principali tendenze dal punto di vista della domanda e dell’offerta.

Secondo l’autrice “il desiderio di scoprire e fare esperienze enogastronomiche è divenuto, negli anni, un elemento trasversale che interessa non solo una cerchia ristretta di appassionati, ma un pubblico vasto, diversificato, che vede la maggior parte dei visitatori interessati a un’opportunità di arricchimento culturale. Cambia il profilo di chi giunge in cantina, e cresce parimenti anche il desiderio di nuove proposte e servizi che possano arricchire la visita di questi luoghi affascinanti e immersi nella natura. Il recente Decreto enoturismo varato a pochi giorni dall’avvio della 53esima edizione di Vinitaly, la manifestazione più importante del settore, è un segnale forte per tutto il comparto che consentirà di soddisfare in maniera sempre più organizzata il rapporto fra domanda e offerta”.

 

L’enoturista italiano: chi è e cosa cerca
Il 28% dei turisti italiani ha dichiarato di avere intrapreso almeno un viaggio con pernottamento negli ultimi tre anni motivato dal desiderio di visitare una cantina e/o di partecipare a un evento a tema vino.
Il 26% degli enoturisti dichiara di visitare tre o più cantine nel corso del viaggio, mentre la maggioranza (il 74%) si reca mediamente in una o due cantine.
È quindi importante sottolineare come per il 46% degli enoturisti la visita in cantina rappresenti la tappa più rilevante di un viaggio, che si snoda poi alla scoperta del territorio circostante. La maggior parte dei turisti del vino ama percorsi misti che coniughino esperienze enogastronomiche e non, e quindi ha un profilo enogastroculturale animato dal forte desiderio di entrare in contatto con l’identità, le tradizioni e la cultura del luogo che sta visitando.

Le tipologie di strutture più amate da questi turisti sono le aziende vitivinicole situate in dimore storiche, realtà gradite al 77%; a seguire le cantine a conduzione familiare (68%), di prestigio (60%) e di design (59%). Roberta Garibaldi: “le dimore storiche con aziende agricole sono un asset di forte interesse sia per gli italiani sia per gli stranieri, che potrebbe essere maggiormente valorizzato in tutto il nostro Paese. È molto interessante notare che la vista ad aziende a conduzione famigliare supera l’interesse verso le aziende di prestigio, segnale della crescente richiesta di voler vivere atmosfere autentiche e locali”.

 

Nonostante l’alto interesse, oltre il 60% degli italiani intervistati ritiene che le visite guidate in cantina abbiano un’impostazione troppo simile tra loro. Complessivamente, la degustazione dei vini e l’acquisto degli stessi a prezzi interessanti sono le esperienze più ricercate, ma dai dati si evince un forte desiderio di una offerta più ricca, con l’assaggio di piatti ricercati in abbinamento alle produzioni dell’azienda, quindi di attività come degustazioni al tramonto (indicato dal 78% degli enoturisti) e cenare nei vigneti (68%). Molto gradite a questo pubblico di appassionati risultano anche essere la vendemmia turistica, i trattamenti di benessere e attività sportive, artistiche e di rilassamento psico-fisico, oltre alla possibilità di trovare attività dedicate ai bambini. Il livello di apprezzamento risulta infatti compreso tra il 44% e il 61%. Ciò denota un chiaro desiderio di vivere e sperimentare la cantina attraverso modalità nuove e più coinvolgenti.