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A Padova Laurea ad Honorem al Ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina

PADOVA (ITALPRESS) – Il CEO di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ha ricevuto la Laurea Magistrale ad Honorem in Economics and Finance dall’Università degli Studi di Padova. “E’ considerato uno dei principali banchieri europei; guida il maggior gruppo bancario del Paese e tra i primi 5 nell’area euro, con circa 94.000 dipendenti in Italia e all’estero, oltre 430 miliardi di finanziamenti in essere a imprese e famiglie, e 1,3 trilioni di attività finanziarie gestite e amministrate – ha detto Paola Valbonesi, Direttrice del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali “Marco Fanno” dell’Università di Padova nella laudatio di proclamazione -. Sotto la sua guida il Gruppo ha espresso un forte impegno ESG, raggiungendo un posizionamento ai vertici mondiali per l’impatto sociale e l’attenzione ai temi ambientali. Intesa Sanpaolo ha, inoltre, sempre posto grande attenzione al mondo universitario sostenendo la ricerca e supportando tutti gli studenti e le studentesse per favorire lo sviluppo dei talenti”-
Per la Rettrice, Daniela Mapelli, Carlo Messina “ha svolto con grande passione attività che hanno contribuito non solo al successo della sua organizzazione ma anche al benessere dei territori in cui opera, al benessere, quindi, di famiglie e imprese dell’Italia intera e di sempre più numerosi Paesi in Europa”.
Nella su Lectio Magistralis, dal titolo “Le prospettive economiche dell’Italia e del Veneto e il ruolo di Intesa Sanpaolo”, Messina ha evidenziato come “Intesa Sanpaolo oggi non è solo una banca ma una vera e propria istituzione per il Paese poichè destina per la collettività parte dei propri utili. Tutte le aziende che ne hanno la possibilità dovrebbero farlo. Finchè non saranno a regime le implicazioni positive dell’uso dell’intelligenza artificiale è necessario farsi carico di considerare le persone che lavorano nella propria azienda come un valore da tutelare e a cui garantire delle prospettive. Occorre inventare nuove soluzioni”.
Il CEO di Intesa ha sottolineato che “gli ultimi dati macroeconomici descrivono un’economia italiana decisamente più forte rispetto all’opinione generale che prevale sul nostro Paese. Il grande lavoro fatto da parte delle imprese in questo periodo ha portato l’Italia in una situazione unica: ad avere le imprese più solide in Europa”. In particolare “le imprese venete hanno mostrato una decisa accelerazione degli investimenti in tecnologia e digitalizzazione che hanno favorito una maggiore produttività, una riduzione dei costi e il miglioramento nella gestione del magazzino e nei processi di innovazione e sicurezza”.
“Il Veneto – con la sua forte vocazione manifatturiera, l’ampia diffusione dei distretti industriali, l’elevata propensione all’export e l’alto tasso di innovazione informale – costituisce uno degli esempi più evidenti della solidità e della vivacità del sistema produttivo italiano”, ha concluso.

– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
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Alta formazione digitale per la crescita dei Paesi in via di sviluppo

ROMA (ITALPRESS) – L’istruzione e l’alta formazione digitale, nell’ambito della cooperazione internazionale, rappresentano un pilastro fondamentale per favorire la crescita sociale ed economica dei Paesi in via di sviluppo e colmare i divari con l’Unione Europea: è il tema dell’evento organizzato da Multiversity e due delle istituzioni del Gruppo, l’Università digitale Pegaso e Medea – Digital Institution for the Mediterranean, Europe and Africa, che ha visto la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della vicepresidente della Commissione Europea Dubravka Suica e della presidente emerita della Repubblica di Malta Marie-Louise Coleiro-Preca. Secondo la strategia di medio termine 2022-2029 elaborata dall’Unesco entro il 2050, il 40% di tutte le persone di età inferiore ai 18 anni, circa 1 miliardo, sarà in Africa. Questa crescita porterà inevitabilmente a dover affrontare sfide cruciali nella fornitura di servizi essenziali come istruzione e sanità.
In questo contesto la formazione digitale, in particolare l’alta formazione di lavoratori qualificati, diventa vitale per preparare la popolazione a contribuire all’economia e allo sviluppo sociale del continente.
“L’accesso all’istruzione e all’alta formazione è un diritto universale e fondamentale per lo sviluppo inclusivo. L’adozione del digitale ha un ruolo insostituibile. L’esportazione delle migliori pratiche europee in tale settore può contribuire a sviluppare le competenze professionali per migliorare le prospettive di vita e regolarizzare i flussi migratori”, ha detto Luciano Violante, presidente di Multiversity.
“Ci auguriamo che questo evento possa accendere un faro sul ruolo della formazione e delle Università digitali, non solo in Italia ma altresì nei Paesi in via di sviluppo, come strumenti fondamentali per la diffusione delle competenze, l’inclusione sociale, la crescita economica e la sostenibilità nell’odierno scenario globale”, ha aggiunto Fabio Vaccarono, Ceo di Multiversity.
“Siamo lieti di mettere la nostra infrastruttura, le nostre esperienze nel campo dell’educazione digitale e la qualità dei nostri docenti a disposizione di un progetto che può contribuire significativamente allo sviluppo di competenze necessarie per il progresso economico e sociale dei paesi africani”, ha sottolineato Pierpaolo Limone, Rettore Università digitale Pegaso. “Medea è nata con la missione di favorire una società euro-mediterranea basata sulla conoscenza e sull’economia digitale, attraverso un piano formativo che contribuisca al contempo a gestire e mitigare i flussi migratori”, ha dichiarato Luigia Melillo, rettore di Pegaso International/Medea.
“Collaborando con Paesi terzi per fornire formazione alle loro popolazioni, stiamo promuovendo il talento di cui avremo bisogno in modo da poter preparare la futura generazione di migranti legali e garantire che soddisfi i nostri requisiti per una integrazione più rapida ed efficace”, ha concluso la vicepresidente Dubravka Suica.

– Foto ufficio stampa Quirinale –

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Intesa Sanpaolo, Imi Cib avvia programma assunzione neolaureati

MILANO (ITALPRESS) – IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo lancia “I’M IN Graduate Program”: 10 giovani neolaureate e neolaureati saranno assunti nella Divisione e accederanno a un percorso di formazione intensiva dalla durata di 18 mesi.
Dopo una selezione in più fasi, le persone verranno inserite, con contratto a tempo indeterminato, nelle sedi di Londra o Milano, come Analyst nei team di Global Markets o Advisory & ESG e avranno la possibilità di intraprendere un programma di crescita personalizzato, stimolante e dinamico che li porterà a lavorare con rotazioni internazionali e inter-funzionali.
In linea con le iniziative del Gruppo Intesa Sanpaolo, la Divisione IMI CIB avvia così un percorso che seleziona i migliori talenti per inserirli in un circuito di esperienze in Italia e all’estero per costruire la leadership della banca del futuro.
Tra i requisiti richiesti ai candidati: una laurea magistrale in discipline economico-finanziarie, statistiche e quantitative, un’ottima conoscenza della lingua inglese, nonchè la disponibilità alla mobilità internazionale. La conoscenza di una seconda lingua è considerata un ulteriore plus così come pregresse esperienze lavorative o stage. Le candidature potranno essere presentate fino al 3 aprile. “I’M IN Graduate Program è un percorso di formazione pensato per attrarre nuovi talenti determinati a costruire il loro futuro lavorativo nelle aree di elevata specializzazione della Divisione IMI Corporate & Investment Banking. Il programma è un’ulteriore conferma del nostro impegno per l’orientamento professionale dei giovani attraverso iniziative strategiche che ci permettano di far conoscere, in particolare ai neolaureati, la ricchezza delle nostre professioni, le competenze e i valori che ci contraddistinguono”, ha dichiarato Mauro Micillo, Chief della Divisione IMI CIB di Intesa Sanpaolo.
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– Foto: Agenzia Fotogramma –

Clima, le Università cattoliche insieme per la salute del pianeta

ROMA (ITALPRESS) – La ricerca nel segno della Laudato Si e dell’ecologia integrale di Papa Francesco è uno dei principali filoni che muove l’azione della Strategic Alliance of Catholic Research Universities (SACRU), network internazionale di università cattoliche di cui l’Università Cattolica è membro fondatore e sede del Segretariato. Gli esperti del gruppo di lavoro Catholic Identity and Laudato Sì, The Common Home and Social Justice hanno confermato questo impegno pubblicando il paper Laudato Sì and the emerging contribution of Catholic research universities to planetary health su Lancet Planetary Health, prestigiosa rivista scientifica. Tra gli autori Paolo Gomarasca, ordinario di Filosofia morale all’Università Cattolica del Sacro Cuore: “Lo sfruttamento umano delle risorse aumenta il cambiamento climatico, l’inquinamento e la perdita di biodiversità, colpendo in modo sproporzionato le comunità emarginate. Papa Francesco, nella ‘Laudato Sì’, auspica soluzioni integrate, sottolineando la giustizia sociale e le energie rinnovabili. Le università cattoliche, come quelle della rete SACRU, promuovono la ricerca e la formazione interdisciplinare, favorendo soluzioni sostenibili e la salvaguardia del pianeta.
Attraverso la collaborazione con organizzazioni come l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, traducono la scienza in politiche eque, affrontando efficacemente le sfide globali”.
Nel paper si evidenzia come le principali minacce alla salute del pianeta – i cambiamenti climatici, l’inquinamento e la perdita di biodiversità – ricadano in modo sproporzionato sulle minoranze e gli emarginati, che pagano il conto più salato in termini di malattie e morti premature. Se le soluzioni tecniche per la salute del pianeta sono spesso efficaci, come dimostra il forte calo della produzione di clorofluorocarburi a seguito dell’entrata in vigore del Protocollo di Montreal nel 1989, i ricercatori enfatizzano al contempo che si tratta di politiche insufficienti a prevenire i futuri rischi ambientali. Nel documento si richiama l’enciclica Laudato Si di Papa Francesco, pubblicata nel 2015, nella quale il Santo Padre, riconoscendo che l’attività umana è il motore principale del cambiamento climatico, esorta all’adozione di soluzioni di lungo periodo che possano “restituire dignità alle persone emarginate”. Per dare attuazione alla visione del Santo Padre nel 2021 è stata lanciata la Piattaforma Laudato Si, che mira a catalizzare il passaggio culturale dallo sfruttamento del pianeta alla protezione della casa comune per il benessere di tutti.
A livello educativo, questo obiettivo si traduce nella collaborazione internazionale e multidisciplinare tra Università Cattoliche, della quale SACRU rappresenta un esempio virtuoso. Il network è attivo sul fronte della didattica, della ricerca e della terza missione con lo scopo di mettere le attività scientifiche al servizio della società e il bene comune. Una sintesi di questa missione è racchiusa nella collaborazione avviata da SACRU con la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura. L’accordo bilaterale è finalizzato a contrastare le diseguaglianze alimentari e sanitarie del pianeta, con una particolare attenzione dedicata ai Paesi in via di sviluppo.

– foto: Agenzia Fotogramma –
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Borse di studio per studenti rifugiati, al via la 6^ edizione di Unicore

ROMA (ITALPRESS) – Si aprono oggi i nuovi bandi per le borse di studio messe a disposizione da 39 Università italiane che partecipano alla sesta edizione del progetto UNICORE – University Corridors for Refugees per dare la possibilità a 67 rifugiati di proseguire il loro percorso accademico in Italia frequentando un programma di laurea magistrale della durata di due anni. Gli studenti, attualmente rifugiati in Kenya, Mozambico, Niger, Nigeria, Sudafrica, Tanzania, Uganda, Zambia e Zimbabwe, saranno selezionati sulla base del merito e della motivazione, e arriveranno in Italia a settembre 2024.
Il programma University Corridors for Refugees è coordinato da UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, ed è reso possibile grazie alla collaborazione con partner quali il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, il Centro Astalli, Fondazione Finanza Etica e Gandhi Charity.
Secondo le stime UNHCR, in media le persone costrette a fuggire da guerre e persecuzioni rimangono in esilio per circa 20 anni. il 76% dei rifugiati nel mondo vive in paesi a basso e medio reddito dove troppo spesso le opportunità per ricostruire il proprio futuro in dignità sono assenti. Per quanto riguarda l’accesso all’istruzione, infatti, i dati globali rimangono drammatici: solo il 6% dei rifugiati ha accesso all’istruzione terziaria contro il 40% della popolazione non rifugiata.
Il progetto UNICORE, dunque, nasce per rispondere a queste sfide, offrendo ai rifugiati l’opportunità di arrivare in Italia in sicurezza e dignità per proseguire gli studi, e ricostruire il proprio futuro, aspirando ad una professione in linea con le proprie potenzialità e i propri desideri. Mira, inoltre, a contribuire al raggiungimento di un tasso d’iscrizione all’educazione terziaria dei rifugiati del 15% entro il 2030.
In seguito ad una prima fase pilota nel 2019, durante la quale sei studenti sono stati accolti da due atenei, il progetto si è espanso fino a coinvolgere oggi 44 Università italiane che in sei anni hanno offerto circa 250 borse di studio a studenti rifugiati.
Oltre alle borse di studio, il progetto fornirà, attraverso un’ampia rete di partner locali, il supporto necessario per affrontare con successo il programma di laurea magistrale della durata di due anni e favorire l’integrazione degli studenti nella vita universitaria.
Il bando chiuderà il 15 aprile 2024 e tutte le informazioni possono essere consultate sul sito universitycorridors.unhcr.it

– foto ufficio stampa UNHCR/Michele Cirillo –
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Humanitas University festeggia 10 anni e inaugura l’Innovation Building

MILANO (ITALPRESS) – Inaugurato l’Anno Accademico 2023/2024 di Humanitas University, che nel 2024 festeggia dieci anni dalla sua fondazione. Presenti alla cerimonia il Ministro della Salute Orazio Schillaci, il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il sindaco di Pieve Emanuele Pierluigi Costanzo. La Lectio Magistralis “Precision medicine: lessons from the fields” è stata affidata al professor Mark A. Rubin, Direttore del Centro per la Medicina di Precisione di Berna e del Dipartimento di Ricerca Biomedica dell’Università di Berna.
La cerimonia è stata l’occasione per riflettere sulla storia e le sfide future dell’Ateneo, nato alle porte di Milano in posizione strategica: a due passi dall’Istituto Clinico Humanitas e dal centro di Ricerca dove lavorano oltre 500 scienziati. Oggi sono più di 2700 gli studenti iscritti ai 7 corsi di Laurea e ai corsi post lauream di Humanitas University. In particolare: corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, in lingua inglese; MEDTEC School, in lingua inglese, progettato da Humanitas University in collaborazione con il Politecnico di Milano con l’obiettivo di integrare e potenziare le competenze tipiche del medico chirurgo con quelle di base e applicate dell’Ingegneria Biomedica; corso di Laurea in Fisioterapia; corso di Laurea in Infermieristica, presente anche a Bergamo, Castellanza e Catania; corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche; corso di Laurea in Tecniche di Laboratorio Biomedico e corso di Laurea in Tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia. Questi ultimi due, triennali, novità del 2023. Sono oltre 1.400 coloro che si sono laureati o che hanno conseguito un titolo post lauream.
“Humanitas University è un’avventura iniziata dieci anni fa da un prato che oggi riconferma il suo slancio verso il futuro – commenta Gianfelice Rocca, Presidente di Humanitas -. Vogliamo essere un centro in cui le nuove forme di intelligenza, la digitalizzazione, la robotica, siano di aiuto ai medici e ai pazienti. La nostra Università fa parte di un triangolo della conoscenza sostenibile: si collega agli ospedali Humanitas che lo scorso anno hanno curato 1.3 milioni di pazienti e sono stati riconosciuti da Agenas per l’alta qualità clinica; si collega inoltre alla Ricerca, che vuole avere un impatto concreto sul progresso della Medicina e migliorare le cure per tutti”.
Con docenti di fama internazionale e una Visiting Faculty che comprende anche Premi Nobel, Humanitas University oggi conta oltre il 40% di studenti internazionali iscritti al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia. Un percorso di crescita riconosciuto dal ranking Times Higher Education (THE) che posiziona l’Ateneo tra le prime 300 università al mondo e nella fascia tra le prime 151 – 175 migliori università di Medicina.
Il decimo anno dell’Ateneo segna anche l’inizio del Rettorato del professor Luigi Maria Terracciano.
“Le Scienze della Vita stanno attraversando un’epoca di evoluzione accelerata con lo sviluppo tecnologico, l’intelligenza artificiale e la medicina di precisione – afferma Terracciano, rettore di Humanitas University -. Tuttavia, questo progresso non deve far dimenticare il ruolo essenziale dell’essere umano. Abbiamo una visione dei prossimi 10 anni: lavoreremo per costruire infrastrutture all’avanguardia che sostengano la nostra missione, creando programmi accademici innovativi, disegnando nuovi percorsi di formazione adeguati alle sfide che il futuro ci pone. Accresceremo la nostra competitività a livello europeo e internazionale, offrendo spazi per il dialogo interculturale e promuovendo la Ricerca che contribuisca al progresso scientifico e alla cura della comunità. Nel decimo anniversario di Humanitas University, il Roberto Rocca Innovation Building vuole essere proprio questo: un luogo di contaminazione di saperi, di didattica, Ricerca e innovazione, al cui centro si pone la cura della persona che soffre”.
La risposta di Humanitas University alle sfide del futuro si chiama Roberto Rocca Innovation Building: la casa in cui far crescere e stimolare le idee, aiutare gli studenti a metterle in pratica in sinergia con l’ospedale, il Centro di Ricerca e il mondo delle aziende. Un incubatore di start-up, uno spazio fisico di 6 mila metri quadri in cui sperimentare le frontiere della microscopia, della stampa 3D e dell’intelligenza artificiale. L’edificio è inoltre pensato per le necessità degli studenti di MEDTEC.
L’Innovation Building è intitolato all’Ingegnere Roberto Rocca, tra i fondatori del Gruppo Techint, fortemente impegnato nella promozione dell’innovazione e della cultura scientifica. L’edificio riflette anche architettonicamente e nell’organizzazione degli spazi l’integrazione tra Medicina e Ingegneria: laboratori avanzati di stampa 3D e di microscopia elettronica, in un setting che favorisce lo scambio di conoscenze e la comunicazione tra studenti e docenti di discipline diverse. Sempre qui trova casa l’AI Center, il centro di Intelligenza Artificiale di Humanitas in cui medici, ricercatori, data scientist e ingegneri lavorano insieme per identificare nuovi sistemi di diagnosi, garantire cure sempre più personalizzate, incrementare la velocità e la precisione degli interventi e aiutare gli ospedali in un migliore accompagnamento e cura del paziente.
La struttura, progettata dall’Architetto Filippo Taidelli, nasce per essere inserita armoniosamente tra gli altri edifici del Campus di Humanitas University ma con un carattere identitario innovativo.
L’Innovation Building è stato realizzato secondo moderni parametri di sostenibilità ambientale. Grazie a un approccio virtuoso dal punto di vista energetico, l’edificio ha ottenuto un riconoscimento d’eccellenza internazionale, la Certificazione LEED Gold: standard mondiale per le costruzioni ecocompatibili. Inoltre, la struttura ha ricevuto il “Wood Architecture Prize” by Klimahouse, che premia le opere architettoniche realizzate in legno e dall’elevato grado di efficienza energetica. Costruzioni destinate a diventare un punto di riferimento in risposta ai criteri internazionali imposti dalle pressanti sfide climatiche e di sostenibilità ambientale.

– foto xh7/Italpress –
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Lotta alla corruzione, docenti ed esperti a confronto a UnitelmaSapienza

ROMA (ITALPRESS) – Lotta alla corruzione, a che punto sono Italia ed Europa? UnitelmaSapienza, assieme alle associazioni Libenter e Demetra, ha promosso una giornata di studi con professori ed esperti su attualità e prospettive del sistema di contrasto alla corruzione nelle dimensioni interna ed europea, partendo dalle proposte di riforma attualmente in discussione in Italia e in Europa, sui versanti preventivo e repressivo.
“Il ruolo dell’università è quello di promuovere la ricerca e il confronto e quale migliore occasione quella di oggi per farlo – ha detto Bruno Botta, rettore di UnitelmaSapienza – è giusto confrontarci su temi così complessi, è importante dare tutti il nostro contributo e sarebbe bene capire che bisogna crescere anche in un altro modo, se noi ci comportiamo bene il nostro paese ne gioverà”.
Tra le riforme in cantiere a livello europeo c’è la proposta di direttiva anticorruzione, a livello nazionale c’è il disegno di legge di riforma dei reati di abuso d’ufficio e traffico di influenze illecite. Il Senato ha dato via libera, in prima lettura alla riforma Nordio: “Dal punto di vista penalistico interviene su due fattispecie di reato: l’abuso d’ufficio di cui propone l’abolizione – ha spiegato Vincenzo Mongillo, professore ordinario di Diritto penale di UnitelmaSapienza – e il traffico di influenze illecite. Questa prospettiva dimostra la difficoltà del legislatore di trovare un punto di equilibrio. Nel caso dell’abuso di ufficio il problema è legato a fin dove si può spingere il controllo della magistratura. La fattispecie del traffico di influenze illecite è stata introdotta con la legge Severino, e ha avuto già un vissuto abbastanza travagliato. La difficoltà è quella di trovare un punto di equilibrio tra le due fattispecie, la soluzione che ha attualmente trovato il legislatore consiste nel rimuovere il problema, eliminando l’abuso d’ufficio e riducendo il traffico di influenze”.
Sul contrasto alla corruzione “abbiamo un apparato di norme molto ampio e complesso”, le parole di Bartolomeo Romano, professore ordinario di diritto Penale dell’Università di Palermo, consigliere giuridico del ministro della Giustizia, Carlo Nordio
“che danno modo alla magistratura di indagare e ci sono anche una serie di norme che prevedono la fase preventiva di controllo della corruzione. In tal senso il lavoro che sta facendo il ministero è anche quello di semplificare sfrondando da fattispecie inutili che non riescono a conseguire l’obiettivo come l’abuso di ufficio”.
Enrico Carloni, professore ordinario di diritto Amministrativo dell’università di Perugia ha ricordato che “negli anni passati si è puntato molto sulla prevenzione amministrativa della corruzione, negli ultimi anni si è assistito ad un indebolimento e soprattutto in questa fase ad un rallentamento sul lato repressivo”.
Dall’Unione Europea arrivano interventi più severi per il contrasto del fenomeno “quella della direttiva europea è un’ottima occasione non soltanto per valutare a che punto sia l’Unione Europea sul contrasto alla corruzione ma anche per un aggiornamento di norme che risalgono agli anni ’90 – ha commentato Nicoletta Parisi, Università Cattolica -. Il secolo scorso, quindi sono molte arretrate e per fare il punto della situazione anche sullo stato della strategia della prevenzione alla corruzione, di contrasto, di prevenzione nell’ordinamento italiano che dovrebbe uniformarsi al diritto dell’Unione Europea”.

– foto Italpress –
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Nuovi corsi di laurea a Palermo, superata la quota di 11550 matricole

PALERMO (ITALPRESS) – Numeri da record nelle iscrizioni, undici nuovi corsi di laurea fra triennale e magistrale, cinque ulteriori corsi di studio interamente in lingua inglese ma anche investimenti mirati su internazionalizzazione, innovazione, sicurezza ed edilizia: tante le novità dell’Università di Palermo per l’anno accademico 2024-25, finalizzate a proseguire su un percorso di crescita già consolidato.
Secondo un report dell’ufficio statistico del Ministero dell’Università, l’Ateneo palermitano risulta quello con un miglioramento più netto in termini di immatricolati: gli 11.562 iscritti registrati a metà febbraio (+5,7% rispetto a 12 mesi fa) costituiscono un dato migliore di quello prepandemico, un risultato che per il rettore Massimo Midiri “è segno di un cambio di reputazione per il nostro ateneo. Le offerte formative del 2023 e del 2024 sono state apprezzate dalla popolazione studentesca palermitana ma non solo: stiamo recuperando posizioni nel ranking nazionale e internazionale”.
In tutte le sedi della Sicilia occidentale sono previsti cinque nuovi corsi di laurea triennale, tre di magistrale a ciclo unico e altri tre di magistrale biennale. A Palermo si attiveranno i corsi triennali di Ingegneria aerospaziale (accesso libero) e di Medicina veterinaria (che finora aveva come unica sede in regione quella di Messina e che nel capoluogo metterà a disposizione 50 posti), i magistrali biennali di Statistica e data science (accesso libero) e di Scienze pedagogiche per assistenti alla comunicazione (114 posti); altra novità è costituita dall’eliminazione del numero programmato nel corso triennale in Ingegneria biomedica. Per quanto riguarda gli altri poli della Sicilia occidentale, Caltanissetta ospiterà le lauree magistrali in Medicina e chirurgia a indirizzo tecnologico (60 posti) e Farmacia (66 posti), a Trapani i corsi di Scienze gastronomiche, Scienze e tecniche psicologiche (80 posti) e Scienze della formazione primaria (100 posti) e ad Agrigento la magistrale in Educazione al patrimonio archeologico e artistico. Inoltre procede spedito il dialogo tra l’Università di Palermo e i Comuni di Marsala e San Cataldo per l’attivazione di nuovi plessi: in particolare Marsala aveva già ospitato un corso di laurea in Viticoltura, ma nel 2023 aveva dovuto rinunciare per la mancata disponibilità della sede.
Per quanto riguarda i nuovi corsi in lingua inglese, questi coinvolgeranno gli studi in ambito migrazioni, data science, analisi e gestione ambientale e ingegneria chimica: il numero di iniziative al di fuori dei confini italiani sale così a 21, in linea con un numero di immatricolati con titolo estero che nell’anno corrente è cresciuto del 31%. La nuova offerta formativa, spiega Midiri, punta “a intercettare popolazioni studentesche provenienti dal Nord Africa e dalla Grecia”: ciò è possibile soprattutto per l’intensificazione dei rapporti con le Università dei paesi del Mediterraneo, in particolare per quanto riguarda la sponda sud.
Innovazione ed edilizia sono tra i settori su cui l’ateneo ha investito maggiormente. 1.3 milioni di euro sono stati destinati a tredici aule didattiche allestite con tecnologie innovative, altre tre per la didattica immersiva, una per la didattica ibrida e una sala regia mobile; prevista inoltre l’attivazione di quattro control room di ateneo, nelle quali saranno però disabilitati numeri di targa e riconoscimento facciale per tutelare la privacy degli studenti, mentre l’incremento dei sistemi di videosorveglianza coinvolge in primis l’area del Policlinico.
Sul rifacimento di via Archirafi è Midiri a spiegare il programma: “Per noi è un progetto bandiera, stiamo lavorando insieme al Comune per riqualificarla: si tratta di un punto strategico della cultura e della didattica palermitana, ma è una realtà ancora molto degradata. Lavoriamo per un miglioramento della viabilità e per la creazione di un mini campus: l’abbattimento dei diaframmi tra un edificio e un altro consentirà di trasformare via Archirafi in un modello di assoluta competitività e vivibilità”.
La messa in sicurezza dell’area passa inoltre dalla progressiva pedonalizzazione dell’asse, con la realizzazione di un percorso tattile per ipovedenti. Tra gli altri interventi in programma ci sono il restauro dell’ex convento della Martorana (19 milioni) e il rinnovo per trent’anni del comodato d’uso dei locali del collegio San Rocco.
Novità anche nel settore delle pari opportunità con il potenziamento dell’offerta formativa sui temi di inclusione e gender studies (attraverso un dottorato di ricerca in Studi di genere), in ambito sport e benessere con l’attuazione di un servizio navetta in grado di collegare direttamente il Cus e viale delle Scienze e la progettazione di nuovi campetti di padel e basket e nella collaborazione con le scuole attraverso una serie di percorsi verticali tra ateneo e istituti; sospese invece le iniziative in sinergia con le caserme, dal momento che lo stato prebellico in cui è entrata l’Italia non consentono l’uso delle strutture per scopi non militari. Infine si registra un’inversione di tendenza per quanto riguarda le assunzioni di personale tecnico-amministrativo: negli ultimi sei mesi si è registrato un incremento di 57 unità (da 1.294 a 1.351), ma l’obiettivo è superare quota 1.500 entro fine 2024.
– foto xd8 Italpress –
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