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NABA, Nuova Accademia di Belle Arti lancia i dottorati di ricerca

MILANO (ITALPRESS) – Riconosciuta dal QS World University Rankings by Subject come la prima e unica Accademia di Belle Arti italiana fra le 100 migliori università al mondo in ambito Art & Design, NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, ha una comunità di oltre 5 mila studenti nei due campus di Milano e Roma.
Intervistato dall’agenzia Italpress, Guido Tattoni, Dean di NABA, ha fatto il punto della situazione su presente e futuro dell’Accademia, tra internazionalizzazione, legame con i territori in cui opera e prospettive.
“L’internazionalità ha giocato un ruolo fondamentale, sia nella nostra crescita che nel nostro prestigio – ha detto Tattoni -. Questo ci è poi stato riconosciuto anche dai ranking, nei quali non si entra per richiesta, ma per aver raggiunto metriche che valutano l’affidabilità e la reputazione di un’istituzione. E noi abbiamo iniziato a comparire in questo ranking tra le prime cento migliori al mondo nel settore Art & Design, e siamo diventati la prima Accademia di Belle Arti italiana”.
A proposito di internazionalità, “combinare le culture estera e italiana – ha aggiunto Tattoni – crediamo che sia un fattore fondamentale per delle città metropolitane come Milano e Roma, in cui abbiamo le nostre sedi. Quindi l’accoglienza di studenti da tutto il mondo è una ricchezza per noi e, in primis, per le città. Per questo stiamo attenti, perchè pensiamo che sia giusto farlo, anche ad avere un impatto sulle nostre comunità nel caso di progetti di cui possano beneficiare non solo i nostri studenti e docenti ma in generale le persone che ci circondano”.
“Penso a progetti legati alla riqualificazione di spazi, miglioramento di dinamiche di comunità – aggiunge il Dean -, fare una sorta di social design che vede e progetta le interazioni che potranno, un giorno, avvenire in uno spazio. Questo è solo un esempio, ma ce ne sarebbero tantissimi”.
Per gli studenti di NABA è stato istituito anche un terzo ciclo. “Si tratta del dottorato di ricerca – ha detto ancora Tattoni -. Una novità assoluta nella modalità practice based che abbiamo lanciato. Siamo la prima Accademia a farlo. Si tratta di un percorso di quattro anni in cui un artista può usare la sua pratica per fare della ricerca, per innovare l’arte di cui si occupa, ma questo sovvenzionato da noi, visto che diamo una borsa di studio con la quale si può mantenere per quattro anni, lavorando al suo progetto artistico, insegnando un pò e rimanendo in un ambiente fertile per il suo progetto”.
Per NABA l’attualissimo tema del “caro affitti” universitario va affrontato anche a partire dall’organizzazione dei corsi. “La maggior parte dei nostri studenti è fuori sede. Tanti, soprattutto quelli che arrivano dall’estero, cercano di abitare vicini ai nostri Campus. Gli studenti italiani invece, tendono più a dislocarsi anche al di fuori delle zone più prossime o addirittura di Roma e Milano. Per questo abbiamo cercato di offrire ai nostri studenti dei corsi in orari adatti, non troppo presto o troppo tardi, perchè per loro può essere un problema”, commenta Tattoni.
Infine, uno sguardo alle borse di studio: “Abbiamo delle rette che vanno per fascia di reddito. Inoltre, per i più meritevoli, abbiamo delle borse di studio. Periodicamente escono dei bandi che permettono una maggiore accessibilità alla nostra Accademia”, conclude il Dean.

– Foto Italpress –

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Nissan e Università Roma Tre insieme per la mobilità del futuro

ROMA (ITALPRESS) – Nissan Academy e-4U arriva a Roma, al Dipartimento di Ingegneria Industriale, Elettronica e Meccanica dell’Università Roma Tre, terza tappa del programma avviato dalla Casa giapponese in collaborazione con gli atenei italiani, per avvicinare i giovani al settore Automotive e alla mobilità del futuro.
L’appuntamento di Roma segue quelli con l’Università Federico II di Napoli e con l’Università di Palermo e si inserisce in un ampio programma, con i prossimi due incontri già pianificati per i primi mesi del 2024, con Alma Mater Studiorum Università di Bologna e Politecnico di Milano.
Come di consueto, anche la partnership tra Nissan e l’Università Roma Tre è iniziata con un seminario formativo dal titolo “La mobilità del futuro: sostenibile, sicura e connessa”, a cura del Presidente e Amministratore Delegato di Nissan Italia Marco Toro, svolto presso la Sala Conferenze del Dipartimento di Ingegneria Industriale, Elettronica e Meccanica dell’Università Roma Tre in via Volterra, alla presenza di studenti e docenti dell’ateneo romano. A introdurre i lavori il Direttore del Dipartimento, professore Salvatore Andrea Sciuto.
Ampio spazio è riservato ai temi dell’elettrificazione e delle tecnologie intelligenti per un approccio sostenibile alla mobilità, in linea con la visione aziendale Nissan Ambition 2030 per un mondo più pulito, sicuro e inclusivo.
Nelle prossime settimane, gli studenti potranno effettuare inoltre attività di ricerca sperimentale, ovvero test di laboratorio e test drive di Nissan Ariya, il Crossover Coupè 100% elettrico, e Qashqai e-POWER, l’elettrico senza spina di Nissan. Gli studenti entreranno a contatto con entrambe le tecnologie. Le vetture saranno concesse da Nissan all’Università in comodato d’uso gratuito per un mese.
La collaborazione proseguirà poi con attività di ricerca – supportate da Nissan con una borsa di studio, finalizzata alla realizzazione di tesi su tematiche automotive – e culminerà con due opportunità di stage di sei mesi retribuiti per laureati magistrali che si svolgeranno presso i settori tecnico e commerciale di Nissan.
Prenderanno così forma la “4” iniziative dedicate a studenti, laureandi e laureati dei dipartimenti di Ingegneria, che insieme a “e” che sta per elettrificazione e “U” che indica University, compongono il nome del programma Nissan e-4U.
“Università di Roma Tre rappresenta per noi un’ulteriore occasione per rafforzare la collaborazione tra università e settore automotive, fondamentale per lo sviluppo della mobilità – ha dichiarato Marco Toro -. La risposta alle sfide di una mobilità sempre più sostenibile e sicura passa necessariamente attraverso ricerca e formazione specializzata e Nissan mette a disposizione il proprio Know-how tecnologico e formativo per avvicinare i giovani al settore dell’elettrificazione delle vetture, in forte fermento e cambiamento. Nissan e-4U nasce come valore per offrire ai nuovi ingegneri anche una opportunità per accedere al mondo del lavoro”.
“Il Dipartimento di Ingegneria Industriale, Elettronica e Meccanica ha sempre ritenuto i momenti di incontro e collaborazione con aziende di primaria importanza come Nissan Italia fondamentali per il completamento della formazione dei nostri studenti – ha sottolineato Salvatore Andrea Sciuto -. Questa iniziativa è stata avviata proprio per consentire ai futuri ingegneri di integrare il percorso formativo svolto nelle aule universitarie con l’opportunità di confrontarsi direttamente con le più avanzate soluzioni tecnologiche del settore. In questo senso, sono certo che gli allievi dei nostri corsi di studio in Ingegneria Meccanica, Ingegneria Elettronica e, soprattutto, quelli specificamente impegnati nell’Ingegneria dei veicoli, potranno trovare soddisfazione e beneficio negli approfondimenti scientifici e tecnologici che saranno resi disponibili dalla collaborazione con Nissan Italia”.

– Foto ufficio stampa Nissan Italia –

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Ad Andrea Bocelli laurea honoris causa dalla Federico II di Napoli

NAPOLI (ITALPRESS) – Andrea Bocelli è il primo Dottore dell’ottocentesimo anno accademico dell’Università Federico II di Napoli. In un’Aula Magna Storica gremita di istituzioni, docenti e studenti il Rettore dell’ateneo, Matteo Lorito, ha conferito al tenore la Laurea magistrale honoris causa in Gestione delle Politiche e dei Servizi Sociali. Prima della proclamazione e dopo la Laudatio academica da parte della coordinatrice del corso di laurea, Paola De Vivo, Bocelli ha tenuto una Lectio Magistralis in cui ha parlato di bellezza e capacità di arte e musica di addolcire l’animo. In chiusura di cerimonia invece, un finale da standing ovation con il tenore che si è esibito intonando due celebri arie: la ‘Mattinatà di Ruggero Leoncavallo e “L’alba separa dalla luce l’ombra” di Tosti e D’Annunzio.
“Il maestro Bocelli ci ha deliziato non solo con la sua musica, ma anche con le sue parole” commenta il rettore della Federico II, Lorito, prima di aggiungere: “Abbiamo sentito parole vere, che inneggiano alla bellezza e al bene, che è anche l’obiettivo della fondazione Bocelli, la quale sta facendo un grandissimo lavoro in zone difficili del pianeta, salvando persone, dando opportunità, portando acqua e servizi primari. Un lavoro straordinario e siamo orgogliosi e contenti di aver avuto oggi qui con noi il responsabile di tutto questo che ci ha regalato questa grandissima emozione”.
“Ricevere una laurea honoris causa qui è una cosa di cui capisco perfettamente l’onore, capisco un pò meno la causa” afferma con un pizzico di ironia il tenore. “Accetto con grande gioia e riconoscenza perchè la vivo come una testimonianza d’affetto e un attestato di stima” spiega Bocelli che in un passaggio della sua Lectio ha evidenziato l’importanza di “essere una goccia d’acqua pura”. “Ci proviamo, è difficile – commenta il neo laureato -. Siamo esseri fragili, deboli peccatori, ma almeno l’impegno bisogna metterlo perchè Dio ci ha dato la libertà e anche se non è facile siamo capaci di essere una goccia d’acqua pura”.
“Andrea Bocelli è una grande personalità, la sua laurea ha un significato importante” sostiene invece il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, parlando a margine della cerimonia. “La fondazione Bocelli – ricorda l’inquilino di Palazzo San Giacomo – sta facendo un investimento molto importante alla Sanità insieme con il Comune e questo è il simbolo di una Napoli che sta crescendo, che è tornata nuovamente alla ribalta nazionale e internazionale e che lo fa con il suo spirito, includendo tutti, aiutando soprattutto le persone più in difficoltà e facendo leva sulla sua straordinaria cultura e la sua grandissima storia. Questi 800 anni della Federico II – conclude Manfredi – in una città millenaria come la nostra, significano il passato ma soprattutto il grande futuro di Napoli e dei napoletani”.

– Foto: Xc9/Italpress –

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Terna, al via la seconda edizione del Master del Tyrrhenian Lab

PALERMO (ITALPRESS) – Parte la seconda edizione del Master “Digitalizzazione del sistema elettrico per la transizione energetica” promosso da Terna in collaborazione con le Università degli Studi di Cagliari, Palermo e Salerno nell’ambito del progetto Tyrrhenian Lab, per il quale l’azienda guidata da Giuseppina Di Foggia ha previsto un investimento complessivo di 100 milioni di euro dal 2022 al 2026. L’inaugurazione del Master – la seconda delle tre edizioni previste – è avvenuta con un evento organizzato in contemporanea nei tre atenei coinvolti. A Salerno presenti il presidente di Terna Igor De Biasio e il Rettore dell’Università Vincenzo Loia, a Cagliari il Direttore Strategie di Sviluppo Rete e Dispacciamento di Terna nonchè Presidente e Coordinatore Scientifico del Tyrrhenian Lab Francesco Del Pizzo e il Rettore dell’Università Francesco Mola e, infine, a Palermo la Direttrice People Organization & Change di Terna Emilia Rio e il Rettore dell’Università Massimo Midiri.
“Il Tyrrhenian Lab conferma il ruolo che Terna svolge per il Paese: guidare la transizione energetica attraverso investimenti mirati alla crescita infrastrutturale e allo sviluppo di competenze di eccellenza. Considerato l’attuale contesto, è di vitale importanza puntare su giovani pronti a intercettare i cambiamenti in corso, le nuove sfide e le enormi opportunità che le tecnologie digitali innovative offrono nel settore dell’energia”, ha dichiarato Igor De Biasio, Presidente di Terna. “Ringraziamo quindi i tre prestigiosi atenei che hanno deciso di affiancarci in questo percorso”, ha aggiunto De Biasio.
“Terna è costantemente impegnata a rendere la rete di trasmissione elettrica sempre più efficiente, digitalizzata e sicura. Per fare questo, oltre agli investimenti previsti in tutto il Paese, sono fondamentali le competenze specializzate e trasversali di alto livello, come quelle che vengono sviluppate con il Tyrrhenian Lab – ha commentato Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna -. La collaborazione con gli atenei di Cagliari, Palermo e Salerno ci permette di essere ancora più presenti sul territorio e di formare futuri colleghi e colleghe che entreranno a far parte dell’azienda, aiutando le oltre 5.700 persone di Terna a raggiungere gli sfidanti obiettivi che la transizione energetica ci pone”.
“La transizione energetica deve partire anche dalle persone, dalla formazione e dall’innovazione. Per noi di Terna il Tyrrhenian Lab è una iniziativa di cruciale importanza, che ci permette di accogliere in azienda giovani dotati di competenze uniche e strategiche, sempre più necessarie in un contesto in continua evoluzione come quello in cui operiamo – ha detto Emilia Rio, Direttrice People Organization & Change di Terna -. Abbiamo scelto di investire nel futuro dell’azienda e del Paese. Grazie all’Università di Palermo, ai professori e ai colleghi di Terna che hanno lavorato e continueranno a lavorare per accompagnare la crescita dei partecipanti a questo Master”.
Il Tyrrhenian Lab ha l’obiettivo di istituire un centro di formazione di eccellenza distribuito nelle sedi delle tre rispettive città in cui approderanno i cavi del Tyrrhenian Link, l’elettrodotto sottomarino di Terna che unirà la Campania, la Sicilia e la Sardegna, per un totale di circa 970 km di collegamento e 3,7 miliardi di euro di investimenti, favorendo l’integrazione dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili.
Considerata la positiva partecipazione alla prima edizione, Terna, d’intesa con i tre atenei coinvolti, ha deciso di ampliare il numero di posti disponibili. Saranno infatti 19, e non più 15, gli studenti e le studentesse che, superata la fase di selezione, prenderanno parte al corso in ciascuna delle tre Università per un totale di 57 partecipanti.
In forte aumento il numero di candidature presentate: complessivamente sono pervenute circa 300 domande (di cui il 36% a Palermo, il 34% a Salerno e il 30% a Cagliari) rispetto alle 170 della prima edizione. In crescita anche la partecipazione femminile: circa il 40% dei 57 selezionati, rispetto al 33% della prima edizione.
Ingegneria Elettrica e Ingegneria Energetica sono le lauree maggiormente rappresentate, ma è stato comunque registrato un aumento considerevole di laureati in altri indirizzi, di cui il più significativo è Ingegneria Informatica, che è passato dal 2% della prima edizione all’8% della seconda.
Anche quest’anno il Master è risultato attrattivo non solo per i profili neolaureati (51%) e per coloro che hanno già esperienza lavorativa (33%), ma anche per profili che avevano già intrapreso un percorso accademico (16%).
Il Master sarà composto di undici moduli per un totale di 60 crediti formativi. Il corso prevede percorsi personalizzati in base alle precedenti esperienze accademiche dei partecipanti, laboratori di programmazione e attività pratiche sul campo.
Una volta terminato il corso, i 19 studenti selezionati con il supporto degli atenei coinvolti, saranno assunti da Terna e potranno operare nella sede territoriale in qualità di esperti ed esperte di algoritmi e modelli per il Mercato Elettrico, sistemi di analisi e regolazione degli apparati di campo e sistemi di Automazione di Stazione (SAS).
Il progetto ha un impatto positivo anche in termini di efficacia occupazionale e valorizzazione dei territori, confermando la rilevanza che, per Terna, ha il Sud Italia, terra dal grande potenziale sia per quanto riguarda lo sviluppo delle infrastrutture che, soprattutto, per la crescita delle competenze.

– foto xd6/Italpress –
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Università, 5.400 nuovi posti letto in più. 500 mln per gli studentati

ROMA (ITALPRESS) – Saranno 5.400 i nuovi posti letto destinati agli studenti e finanziati dal Ministero dell’Università e della Ricerca attraverso il V bando della legge sugli alloggi universitari, la 338/2000. Sono stati, infatti, assegnati i circa 500 milioni di euro del Fondo dedicato, che, oltre alla creazione di nuovi posti, permetteranno anche di recuperare, riqualificare, ampliare ed efficientare strutture residenziali già esistenti.
“Confermiamo la priorità della tutela del diritto allo studio – spiega il Ministro Anna Maria Bernini -. Con l’assegnazione di questi 500 milioni facciamo un altro passo avanti che ci permetterà di avere 5.400 posti letto in più che vanno ad aggiungersi agli 8.500 che abbiamo già realizzato nell’ultimo anno. Si tratta di risorse che ha messo a disposizione il Governo e che consentiranno di avere anche edifici più moderni e più attenti all’ambiente. Lavoriamo con l’obiettivo di risultati concreti per trasformare una criticità mai risolta in tutti questi anni, in una grande opportunità”, conclude il Ministro.
La valutazione degli immobili da ammettere al finanziamento è stata fatta tenendo conto anche della capacità del progetto di raggiungere gli obiettivi assegnati nei tempi indicati dal cronoprogramma e con il minimo consumo possibile di risorse. Tra i criteri anche l’utilità del progetto, intesa come la convenienza per la “comunità” di riferimento, comprensiva del numero di studenti fuori sede, e la sostenibilità nel tempo e nelle successive fasi di gestione ed attuazione. Il supporto e l’assistenza tecnica per l’utilizzo delle risorse della L 338/2000 sono affidate a Cassa Depositi e Prestiti. I decreti sono pubblicati nelle more dei controlli della Corte dei Conti.

foto: ufficio stampa MUR

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Milano-Bicocca inaugura l’anno accademico puntando sulla quarta missione

MILANO (ITALPRESS) – Il futuro è sempre più nella quarta missione: dopo i risultati ottenuti nella prima (didattica e alta formazione), nella seconda (ricerca) e nella terza (tutte le attività di trasferimento scientifico, tecnologico e culturale), l’Università di Milano-Bicocca punta a rafforzare il suo impatto nella quarta missione che rimanda alla responsabilità sociale dell’ateneo. Se ne è parlato oggi all’inaugurazione dell’anno accademico 2023-2024 durante la quale la rettrice Giovanna Iannantuoni ha illustrato la sua visione della giovane università milanese, che ha appena celebrato il venticinquesimo anno dalla sua fondazione. E che si è aperta al contesto socio-economico e al territorio non solo grazie alle attività di valorizzazione economica della ricerca, ma anche grazie a iniziative dal valore socio-culturale, educativo e di tutela della salute.
“In questi anni la crescita di Bicocca si è misurata nel numero dei suoi studenti (erano solo 6mila nel 1998, oggi sono 38mila divisi in 77 corsi di studio), nell’offerta formativa anche post laurea con la Bicocca Academy, la scuola dell’Alta formazione appena varata, e nella qualità della ricerca – ha precisato la rettrice -. Il tutto si è tradotto in un efficace trasferimento scientifico e tecnologico (396 contratti di ricerca attualmente attivi con 351 aziende ed enti privati per un valore di oltre 11 milioni di euro). Ma non è solo così che si misura il successo di una università. Il nostro obiettivo è contribuire ogni giorno di più allo sviluppo sociale e culturale della società”.
In quest’ottica, Bicocca ha proposto iniziative come “Uniforyoureyes – L’Università per i tuoi occhi”, che offre un servizio optometrico permanente e continuativo ai cittadini in stato di fragilità economica, e ha anche messo a disposizione dei partecipanti dell’ultima edizione della CorriBicocca spazi per visite mediche e attività di informazione e prevenzione. Sono tante le attività di tutela per la salute e il benessere, anche in ambito psicologico, così come in tema di malattie rare con costante attenzione all’inclusività. Non solo, il programma BiUniCrowd, attraverso il crowdfunding mira a supportare progettualità innovative e a carattere sociale. Diffondere la cultura dell’innovazione è un altro degli obiettivi dell’ateneo, per esempio sensibilizzando gli studenti all’imprenditorialità e all’acquisizione di competenze spendibili nel mondo del lavoro con il progetto iBicocca.
Particolare attenzione è stata data in questi anni al coinvolgimento dei cittadini anche nella ricerca (come nel progetto aperto a tutti Innovation Pub, per fare network e parlare di innovazione in modo informale) e all’interazione con il mondo della scuola, con oltre 346 eventi negli ultimi cinque anni, a cui hanno partecipato circa 50mila studenti. Grazie al suo Vivaio, poi, Bicocca ha voluto avvicinare il proprio personale, gli studenti e gli stessi cittadini al verde, alla biodiversità e alla natura, in un’oasi nata in linea con il piano di rigenerazione urbana e diventata un vero laboratorio con attività didattiche e di ricerca. Proprio quest’anno, poi, ricorre il decennale del Polo penitenziario di ateneo: dieci anni in cui le attività scientifiche, culturali e didattiche sviluppate presso gli istituti di pena dell’area milanese si sono ampliate al territorio, promuovendo la discussione sul significato della pena dentro e fuori dal carcere. Per il futuro l’Ateneo intende investire ancor più nel rapporto con il territorio. Attraverso il progetto MUSA, si pone l’obiettivo ambizioso di trasformare l’area metropolitana milanese in un ecosistema di innovazione per la rigenerazione urbana. Con ANTHEM punta, inoltre, a innovare la medicina personalizzata e a colmare, con l’ausilio di tecnologie e percorsi innovativi, il divario esistente nell’assistenza sanitaria di pazienti fragili e cronici all’interno di specifici territori.
La cerimonia è avvenuta alla presenza del sindaco di Milano Giuseppe Sala e di Alessandro Fermi, assessore all’Università, ricerca, innovazione di Regione Lombardia. “L’Università degli Studi di Milano-Bicocca è una realtà relativamente giovane che ha saputo ritagliarsi un ruolo da protagonista sia nel mondo accademico sia nella vita culturale e sociale della nostra città – ha dichiarato Sala -. In questi 25 anni di attività sono stati portati avanti con successo dalla Bicocca tanti progetti e collaborazioni di valore, che hanno contribuito a fare di Milano un punto di riferimento nei campi dell’innovazione, della ricerca, della sostenibilità, della formazione. Siamo certi che, anche nel corso dell’anno accademico inaugurato oggi, la Bicocca saprà offrire come di consueto spunti, riflessioni e occasioni di confronto utili alla crescita personale dei ragazzi e delle ragazze che frequentano i corsi di laurea e indispensabili allo sviluppo più equo e sostenibile della nostra comunità”.
“Quella di oggi è una giornata di grande festa per questo Ateneo, che apre il suo 26° anno accademico. Si tratta di un’università che in pochi anni ha comunque già saputo lasciare una grande impronta in tutto il territorio e anche in una città fortemente votata alla didattica e alla ricerca come lo è Milano – ha aggiunto l’assessore Fermi -. E in effetti questo Ateneo è nato proprio per rispondere a un’esigenza di nuovi spazi da dedicare ad attività di ricerca innovative e a nuovi campi disciplinari. A 25 anni di distanza possiamo dire senza dubbio che l’obiettivo è stato centrato”.
All’intervento della rettrice ha fatto seguito quello di Luca Motto, presidente del Consiglio degli Studenti dell’ateneo, e di Roberto Manera, rappresentante in Senato Accademico del Personale Tecnico e Amministrativo. Quindi ha preso la parola Adrian Hayday, group leader del Francis Crick Institute e “Kay Glendinning” Professor del Dipartimento “Peter Gorer” di Immunobiologia presso il King’s College di Londra. Nella sua lectio magistralis dal titolo “Knowledge: an Eco-Friendly route to confidence and contentment” ha dichiarato: “Tra le eredità più durature dell’Impero Romano ci sono le strade che si dirigono verso luoghi e culture mai sperimentati prima. Le nostre strade dovrebbero essere orientate verso la fiducia e la soddisfazione, basandosi sulla conoscenza e sulla scoperta del mondo, della società e di noi stessi”.
“Se l’università ha un ruolo cruciale nel fornire le basi, l’obiettivo fondamentale per lo studente è imparare a pensare – ha continuato Hayday -. Imparare a pensare ha fornito ai ricercatori il passaporto per nuovi mondi di realizzazione, sia globali che personali. Il raggiungimento della soddisfazione deriva dalla fiducia nel combinare la conoscenza e il pensiero per scoprire la bellezza di ciò che ci circonda, per vederla da prospettive in continua evoluzione e per riflettere su come le cose potrebbero essere utilmente cambiate”.

– foto ufficio stampa Università Bicocca –
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All’Università di Perugia Master in Management del patrimonio culturale

PERUGIA (ITALPRESS) – C’è tempo fino al 19 novembre 2023 per iscriversi alla seconda edizione del “Master in Management del Patrimonio culturale per lo Sviluppo turistico”, istituito dall’Università di Perugia, in convenzione con l’Università della Basilicata e in collaborazione con il network delle Camere di Commercio Mirabilia.
Per il secondo anno consecutivo, dopo la positiva esperienza della prima edizione, torna il percorso formativo il cui obiettivo è fornire le basi culturali e le competenze tecniche necessarie per gli esperti nella valorizzazione turistica del patrimonio culturale materiale e immateriale dei territori regionali, con una particolare attenzione ai siti UNESCO Patrimonio dell’Umanità.
Lo scopo è, dunque, formare una nuova figura professionale che, insieme a conoscenze di carattere manageriale e di marketing, sia in grado di costruire strategie di gestione del patrimonio culturale materiale e immateriale.
In quest’ottica assume una fondamentale importanza la presenza di Mirabilia con il suo network di Camere di Commercio in tutta l’Italia. Mirabilia è l’associazione che unisce Unioncamere Nazionale e 21 Camere di Commercio Italiane, per mettere in collegamento e valorizzare le aree accomunate da una rilevante importanza storica, culturale e ambientale, costituita dalla presenza di siti UNESCO – Patrimonio dell’Umanità.
Informazioni utili, durata, dettagli
Al termine del “Master in Management del Patrimonio culturale per lo Sviluppo turistico”, i partecipanti saranno in grado di predisporre progetti turistici esperienziali, come itinerari o pacchetti all inclusive, per l’offerta turistica e/o gli enti territoriali in grado di valorizzare ogni aspetto del territorio. Costituiscono parte integrante del percorso curriculare attività di field project, visite e study tour presso i siti UNESCO del network Mirabilia. La possibilità di svolgere un periodo di stage presso strutture della filiera turistica, scelte in accordo con il network, garantisce una formazione ancora più completa.
Il “Master in Management del Patrimonio culturale per lo Sviluppo turistico” ha una durata annuale e si configura come Master di I livello. L’accesso è riservato ai laureati in tutte le classi triennali e ai possessori di altro titolo equipollente, anche conseguito all’estero in discipline e tematiche attinenti, purchè riconosciute idonee in base alla normativa vigente. Sono previste anche 4 borse di studio, delle quali 2 finanziate dal network Mirabilia e 2 dall’Università di Perugia, oltre ad ulteriori borse collegate ai tirocini.
Il programma si articola in 5 settimane piene e 5 weekend lunghi (inframezzati da settimane di lavoro da remoto) di attività che si svolgeranno in aula e sul campo. Le attività d’aula si svolgeranno nelle sedi dell’Ateneo (Perugia, Terni, Assisi, Castiglione del Lago, Foligno, Gubbio, Narni).
Il Master riconosce 60 crediti formativi, comprensivi della prova finale per l’ottenimento del diploma. Il termine per le iscrizioni è il 19 novembre 2023 e il numero massimo sarà di 30 partecipanti. Le lezioni avranno inizio l’8 gennaio 2024 e termineranno il 25 maggio 2024. Le informazioni per la partecipazione e la modulistica sono reperibili all’indirizzo: https://www.unipg.it/didattica/corsi-a-numero-programmato/master.
-foto screenshot sito Università degli Studi di Perugia –
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Studio Università Cattolica, donne cenerentole della ricerca in Europa

ROMA (ITALPRESS) – Le donne rappresentano circa la metà dei laureati e dei dottorati in Europa, ma abbandonano progressivamente la carriera accademica, arrivando a costituire appena il 33% della forza lavoro nel mondo della ricerca, e solo il 26% dei professori ordinari, direttori di dipartimento o di centri di ricerca. La situazione peggiora ulteriormente nelle facoltà scientifiche; infatti, se per le discipline umanistiche le donne occupano più del 30% delle posizioni più alte della carriera accademica, il dato scende al 22% per le scienze naturali e al 17,9% per l’ingegneria e la tecnologia. Anche l’Italia si mostra essere ancora indietro sulla parità di genere nel mondo della ricerca, collocandosi terzultima in Europa, con solo il 17% di donne occupanti i ruoli più alti nella ricerca.
Sono alcuni dei dati che emergono da uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet Regional Health – Europe, a firma della professoressa Stefania Boccia, Ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, Campus di Roma e Vice Direttrice Scientifica della Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli” IRCCS, della dottoressa Sara Farina, medico in formazione specialistica presso la Sezione di Igiene della Facoltà di Medicina e chirurgia, e della professoressa Raffaella Iafrate, Ordinario di Psicologia Sociale alla Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica, campus di Milano, e Pro-Rettrice Delegata del Rettore alle Pari Opportunità. Le barriere incontrate dalle donne nel mondo della ricerca sono svariate, a cominciare dal pesante pregiudizio che persiste nei confronti della donna che si dedichi alla scienza; tuttavia, esistono anche difficoltà legate al mancato riconoscimento del lavoro femminile, come testimoniano il persistente divario salariale tra uomini e donne, soprattutto nel contesto privato, la presenza di solo il 29,8% di nomi femminili tra gli autori di articoli scientifici e la mancanza di programmi di mentorship dedicati alle donne, che le supportino sia sul piano personale che nel raggiungimento e nel mantenimento di obiettivi ambiziosi, come ricoprire ruoli di leadership. Resta infine l’ostacolo più difficile da abbattere, che risiede nello scontro tra gli importanti oneri lavorativi del ricercatore e le responsabilità familiari, come accade pure in altre professioni e che impatta in maniera sproporzionata sulle donne, soprattutto dopo la maternità. “Questo comporta una perdita di talenti nel mondo accademico, ma anche una perdita del punto di vista femminile che potrebbe aggiungere idee, innovazione e creatività preziose nei team di ricerca. Inoltre, la scarsità di modelli e mentori femminili di successo in posizioni di rilievo ha un impatto negativo anche sulla fiducia e sull’ambizione delle donne nel perseguire una carriera accademica”, spiega la professoressa Boccia. Con l’obiettivo di creare un ambiente accademico equo e inclusivo, il programma Horizon Europe dell’Unione Europea ha stabilito un piano di gender equality, in cui l’uguaglianza di genere rappresenti un pilastro fondamentale nel mondo della ricerca. In linea con questa iniziativa, anche molte università europee si stanno allineando con la realizzazione di piani di ateneo. “In particolare – sottolinea la professoressa e Pro-Rettrice Iafrate – in Università Cattolica è stato avviato un processo di razionalizzazione e ottimizzazione delle azioni in ambito Pari Opportunità, attraverso la creazione di una Task Force di tutte le componenti accademiche, amministrative e studentesche, che a diverso titolo sono coinvolte sul tema delle Pari Opportunità. Sono attivi, infatti, il il Gep Team e la Gep Unit, il tavolo 7 del Piano strategico d’Ateneo dedicato alle PO e il Comitato Pari Opportunità. Il Gender Equality Plan è un documento finalizzato alla realizzazione di azioni e progetti che favoriscano la riduzione delle asimmetrie di genere su 5 aree di intervento: conciliazione lavoro-famiglia; equità di genere nelle posizioni di leadership e decisionali; equità di genere nel reclutamento e nella progressione di carriera; integrazione della dimensione di genere nelle tematiche di ricerca e insegnamento e prevenzione delle discriminazioni di genere. Il tavolo 7 del Piano strategico d’Ateneo prevede una serie di azioni volte riconoscimento della pari dignità della persona in termini di genere, equità generazionale, parità in condizioni di diverse abilità, sostegno alla famiglia e alla genitorialità, diffusione di una cultura della parità nel riconoscimento delle differenze. Il Comitato Pari Opportunità, oltre a collaborare ai progetti del Piano strategico e del Gep, promuove eventi culturali, supervisiona la stesura delle linee guida per la tutela del Diritto allo studio e per il sostegno alla genitorialità, favorisce i contatti interuniversitari e con associazioni che si occupano di PO, e partecipa a eventi e realtà nazionali e internazionali che favoriscano la sensibilizzazione e la formazione sul tema.(ITALPRESS).

Foto: ufficio stampa Università Cattolica