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Conai e Università di Bari, al via un corso per formare 80 green manager

ROMA (ITALPRESS) – E’ stato presentato oggi pomeriggio nella sala stampa di Palazzo Montecitorio, su iniziativa dell’onorevole Patty L’Abbate, il corso di alta formazione Gestione dei rifiuti nell’economia circolare, rivolto ai giovani laureati di Puglia e Basilicata che vogliono sviluppare competenze ambientali con un focus sulla gestione dei rifiuti di imballaggio. Promosso da CONAI come nuova tappa dei suoi Green Jobs, i percorsi formativi post-laurea che aiutano i neolaureati a trovare opportunità professionali nel campo della tutela del Pianeta, il corso è attivato dall’Università degli Studi di Bari Aldo Moro: si svolgerà con lezioni da remoto in modalità sincrona dal 12 novembre 2024 al 21 gennaio 2025 e avrà l’obiettivo di rendere più solida la spendibilità professionale dei giovani professionisti interessati a tematiche ambientali, approfondendo non solo conoscenze teoriche ma anche aspetti tecnologici, scientifici ed economici legati al trattamento e al recupero dei rifiuti.
A parlarne, oggi, sono statiPatty L’Abbate, Vicepresidente della Commissione Ambiente; il Vicedirettore generale CONAI Fabio Costarella; il professor Bruno Notarnicola dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, coordinatore del corso; Paola Ficco, coordinatore scientifico di Reteambiente Formazione.
“Creare figure professionali con competenze nell’economia circolare è essenziale, non solo per le imprese, ma per l’intera comunità – spiega L’Abbate -. Diventare imprese competitive e circolari significa adottare un nuovo approccio alla produzione, alla progettazione dei prodotti, e ridurre significativamente l’impatto ambientale grazie a processi innovativi. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale formare green manager capaci di supportare la trasformazione necessaria, sia nel settore privato che nella pubblica amministrazione. Questo corso rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra il mondo accademico, le istituzioni e l’industria, che insieme hanno saputo creare un’opportunità formativa unica. Un’iniziativa che permette ai giovani di acquisire le competenze richieste per affrontare le sfide del futuro e contribuisce allo sviluppo sostenibile del territorio. Per i giovani, si aprono concrete opportunità di carriera in un mercato del lavoro sempre più orientato al futuro e alle pratiche sostenibili”. “Per la comunità, i benefici includono un miglioramento della qualità della vita, una riduzione dell’inquinamento e una maggiore attenzione alla salute – aggiunge -. Attraverso i green jobs, offriamo ai giovani di Puglia e Basilicata la possibilità di diventare protagonisti del cambiamento, mettendo le proprie competenze al servizio del bene comune e della loro comunità”.
“Continua l’impegno di CONAI anche nella formazione. Green Jobs nasce cinque anni fa, diventando in pochissimo tempo un immancabile appuntamento – commenta il Vicedirettore generale CONAI Fabio Costarella -. Si tratta di percorsi formativi nati per promuovere competenze nel campo dell’economia circolare con una particolare attenzione alle regioni del Centro-Sud, che in questo settore ancora scontano qualche ritardo nell’avere un ciclo integrato nella gestione dei rifiuti di imballaggio. I Green Jobs, del resto, rispondono al bisogno di figure professionali nel settore della gestione dei rifiuti: a permetterci di vincere le sfide sostenibili che aspettano il nostro Paese sarà anche la formazione. Che infatti è da sempre parte dei compiti istituzionali di CONAI: conoscenze approfondite e interdisciplinari sono indispensabili per chiudere davvero il cerchio, anche in vista degli obiettivi europei di intercettazione dei rifiuti, che chiederanno all’Italia risultati sempre più sfidanti”.
“Come Ateneo abbiamo accettato con grande entusiasmo la proposta di CONAI per la realizzazione di un corso di alta formazione sui temi della circolarità nella gestione dei rifiuti – afferma Notarnicola -. Ci sono tanti corsi disponibili sul mercato ma è difficile trovarli a titolo gratuito come questo. Il fatto di essere telematico potrà, inoltre, facilitarne la frequenza e la partecipazione. Il corso si rivolge a tutti colori che vogliono fare della green economy argomenti delle loro future professionalità e che intendono applicare tali competenze nel contesto regionale pugliese e anche tarantino. Il coordinamento scientifico è a cura del Dipartimento Jonico ‘Sistemi Giuridici ed Economici del Mediterraneo: società, ambiente, culturè, che afferisce alle Scienze Merceologiche, discipline che fin dagli anni ’70 sono pioniere nella trattazione di queste tematiche. Il Dipartimento Jonico, in particolare, ha un approccio multidisciplinare alla sostenibilità, dato che gli argomenti vengono affrontati dal punto di vista giuridico, tecnico-aziendalistica e merceologico”.
Il corso è aperto a un massimo di ottanta partecipanti a titolo completamente gratuito, fatte salve le spese di iscrizione. Per candidarsi, tutti i laureati di Puglia e Basilicata under35 hanno tempo fino al 24 ottobre.
Sviluppato in collaborazione di Reteambiente Formazione e con un contributo di Ranstad, Gestione dei rifiuti nell’economia circolare sarà composto da ventisei moduli didattici di novanta minuti ciascuno, che si articoleranno in tredici giornate formative.
In cattedra, rappresentati dei sette Consorzi di filiera del sistema CONAI, di aziende che si occupano di riciclo sul territorio di Puglia e Basilicata, oltre che esperti accademici nel settore dell’economia circolare.
Gli studenti che avranno seguito in diretta almeno l’80% complessivo dei relativi moduli saranno ammessi ad una prova finale di verifica dell’apprendimento, attraverso un test a risposta multipla. Ai partecipanti che avranno superato la prova sarà rilasciato un attestato di partecipazione con riconoscimento di crediti formativi.
Gli interessati alla partecipazione al Bando devono registrarsi sul sito dell’Ateneo. Il bando e il programma del corso possono essere scaricati a questo link: https://www.uniba.it/it/didattica/corsi-universitari-di-formazione-finalizzata/corsi-e-progetti-di-alta-formazione/corsi-alta-formazione-2024-2025/gestione_dei_rifiuti_nell_economia_circolare/bando-gestione-dei-rifiuti.pdf o nella sezione Notizie del sito ufficiale conai.org.

– foto spf/Italpress –
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Alla Bocconi una cattedra per capire come si trasforma l’innovazione

MILANO (ITALPRESS) – Nel mondo contemporaneo, l’innovazione è più che mai il motore della crescita economica. Dalla rivoluzione industriale fino all’avvento della digitalizzazione, la capacità di creare nuovi prodotti e processi ha sempre determinato il successo delle imprese. Oggi, siamo alle soglie di una nuova era: la “terza età delle macchine”, caratterizzata dall’intelligenza artificiale (AI) generativa, che promette di trasformare profondamente le dinamiche aziendali. Ma come si stanno preparando le imprese a questa rivoluzione? Quali sono le sfide e le opportunità che emergono da questa transizione tecnologica?
A queste domande cercherà di rispondere la Cattedra Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi in Innovation Management affidata a Gianmario Verona (nella foto) della Bocconi. La nuova cattedra sarà inaugurata il 3 ottobre (aula magna, via Gobbi 5, ore 18.15).
Questa cattedra nasce grazie al sostegno della Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, da anni impegnata nella promozione della ricerca e dell’innovazione all’interno dell’ateneo milanese. Oltre alla nuova cattedra in Innovation Management, la Fondazione sostiene numerose altre iniziative, tra cui le cattedre in Behavioral Economics and Finance, in Computer Science e in Economia dello Sviluppo, con l’obiettivo di stimolare la ricerca accademica in settori chiave per la competitività delle imprese e il benessere delle persone e della società.
“Il continuo sostegno della Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi – spiega Francesco Billari, rettore della Bocconi – non solo consente all’università e ai suoi ricercatori di esplorare nuove frontiere della ricerca, ma è fondamentale per lo sviluppo di competenze che saranno decisive per il futuro delle nostre imprese e della società. Le cattedre istituite dalla Fondazione sono un punto di riferimento per la formazione e la ricerca accademica in ambiti strategici”.
Il Presidente della Fondazione, Giuseppe Bertoni, afferma: “La Fondazione Invernizzi sostiene con particolare convinzione questa nuova cattedra, perchè rappresenta un’occasione unica per approfondire – anche grazie al confronto continuo tra esperti, istituzioni e imprenditori – l’impatto dell’intelligenza artificiale sulle aziende, insieme alle sfide e alle opportunità che essa implica, a partire da quella etica. Una sfida che vale tanto per i proponenti l’innovazione, ai vari livelli, quanto per i fruitori: imprese, politici, cittadini e, non ultimi, studenti e studentesse di corsi come questo, che saranno i protagonisti del cambiamento nei prossimi anni”.
Secondo il professor Verona, la cattedra non sarà solo un centro di studi teorici, ma un vero e proprio laboratorio di innovazione: “La nostra ricerca si concentrerà su come l’intelligenza artificiale stia rivoluzionando lo sviluppo di nuovi prodotti e modelli di business. L’obiettivo è comprendere come le imprese possano affrontare sfide epocali, come la sostenibilità e il cambiamento tecnologico, attraverso un’efficace governance dell’innovazione”.
La cattedra affronterà, dunque, temi di estrema attualità.
L’AI e lo sviluppo di nuovi prodotti: il ruolo dell’intelligenza artificiale nella creazione di innovazioni radicali.
Sostenibilità e cambiamento tecnologico: come le imprese possono navigare tra la trasformazione digitale e la necessità di ridurre l’impatto ambientale.
Governance dell’innovazione: l’importanza di allineare i vertici aziendali con i processi innovativi.
All’evento di lancio, dopo la lectio magistralis di Verona dal titolo “Firms and Innovation in the Third Machine Age”, che esplorerà il tema dell’innovazione nel contesto dell’intelligenza artificiale generativa e le implicazioni per il mondo imprenditoriale, seguirà una tavola rotonda con alcuni dei principali protagonisti del settore industriale e della ricerca, tra cui Sergio Dompè, CEO di Dompè Farmaceutici, Monica Iacono, CEO di Engie, Marcella Panucci, Capo di Gabinetto del Ministero dell’Università e della Ricerca, Marco Tronchetti Provera, Vicepresidente esecutivo di Pirelli e Luca Mignini, professor of practice della Bocconi. A moderare l’incontro sarà Daniele Manca, Vicedirettore del Corriere della Sera.

– foto: Agenzia Fotogramma –
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L’Università di Palermo e Apple insieme per la formazione di esperti di app

PALERMO (ITALPRESS) – Formare esperti nella creazione di app con il supporto di specialisti nello sviluppo di programmi su tecnologie Apple. Il colosso americano ha scelto infatti l’Università di Palermo per espandere il programma accademico “Apple foundation UniPa”, attualmente presente solo in Campania, offrendo così agli studenti l’opportunità di seguire nuovi corsi avanzati per l’utilizzo e l’integrazione di tecnologie di Intelligenza Artificiale di Apple Intelligence. L’Ateneo palermitano ha avviato i corsi del programma nel giugno del 2024, e ne ha già concluso tre certificando circa ottanta studenti. “Apple ha fornito tutta la tecnologia necessaria per attrezzare l’aula destinata dall’Ateneo ad uso esclusivo per la fruizione dei corsi e i dispositivi da fornire agli per l’apprendimento, come computer e telefoni cellulari – sottolinea Pietro Paolo Corso, Delegato del Rettore ai progetti extra-ordinari e alle infrastrutture digitali di Ateneo -. I corsi vengono tenuti principalmente da personale docente e non docente dell’Ateneo, appositamente formato da Apple Teacher dell’Università Parthenope di Napoli ad elargire corsi aderenti ad un programma internazionale. L’accordo stipulato tra UniPa ed Apple Inc. prevede che si eroghino diverse edizioni di corsi base durante l’anno”, aggiunge.
L’attività di formazione prevista dal programma di UniPa consiste in corsi, della durata di un mese, certificati dall’azienda americana e forniti dall’Università, gratuiti e rivolti a tutti gli studenti dei corsi di laurea triennali, magistrali o di dottorato di ricerca. “Le esperienze internazionali del programma, tra cui quella di UniPa – spiega Giosuè Lo Bosco, docente del Dipartimento di Matematica e Informatica e responsabile del programma per UniPa -, hanno riscontrato un interesse diffuso da parte non solo di studenti iscritti ai corsi di studio di ambito ICT, ma anche di altri ambiti disciplinari come Scienze della comunicazione, Medicina e Giurisprudenza. Il linguaggio di programmazione adottato per lo sviluppo di APP IOS è estremamente semplice e vicino al concetto di coding. I corsi Foundation usano metodologie di didattica innovativa, come l’apprendimento basato su sfide, adottato dal personale dell’Università coinvolto nel progetto”.
“Il Programma Apple Foundation di UniPa è senza dubbio un’esperienza straordinaria – spiega Massimo Midiri, Rettore dell’Università di Palermo -, nell’ambito della quale gli studenti possono confrontarsi in un contesto internazionale di assoluta eccellenza, lavorando in team nella realizzazione di un progetto e conseguendo alla fine del percorso un’apposita certificazione. L’attivazione di questo programma internazionale in partnership con Apple ha come obiettivo la formazione di esperti nella creazione di app, figura professionale in forte crescita in Italia e in Europa. Una formazione con queste competenze specifiche rappresenta una grande e concreta opportunità per il futuro professionale dei nostri studenti che avranno la possibilità di proseguire con corsi più avanzati verso le cosiddette Developer Accademy presenti in tutto il mondo. Si ha inoltre in previsione l’attivazione di un corso avanzato finalizzato alla formazione nell’utilizzo e integrazione delle tecnologie di Intelligenza Artificiale di Apple Intelligence”, conclude il rettore.

– Foto col3/Italpress –

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Nasce a Parma la laurea magistrale per gli esperti in Food Law

PARMA (ITALPRESS) – Le emergenze alimentari, i cambiamenti climatici, gli sprechi della filiera, le sfide dell’IA e della tecnologia innovativa sono stati al centro del G7 agricoltura a guida italiana appena conclusosi in Sicilia. Il documento finale dei Grandi del mondo sottolinea il bisogno di politiche comuni e di figure sempre più esperte in grado di indirizzare, regolare e gestire il settore chiave dello sviluppo e della sostenibilità globale: il cibo. Su queste logiche si muove anche il Corso di laurea magistrale in lingua inglese “Global food law: sustainability challenges and innovation” che si apre in questi giorni all’Università di Parma (le iscrizioni restano aperte fino al 18 ottobre) e che ha appunto l’obiettivo, per la prima volta in Italia, di formare giuristi ed esperti nel diritto al cibo, attraverso un biennio professionalizzante e multidisciplinare tra economia, diritto, comunicazione, sostenibilità e tecnologia. Il progetto, che è valso a Unipr il riconoscimento di Dipartimento di Eccellenza 2023-2027.
Il percorso di Food For Future (questo il nome scelto per il progetto dall’Università di Parma), volto a formare professionisti specializzati nell’ambito del food & beverage, con particolare attenzione ai temi della sostenibilità alimentare, della promozione e tutela dell’innovazione, nonchè della food safety e della food security, vede un primo anno dalla struttura più strettamente universitaria – anche se condotta con metodologie didattiche innovative, che prevedono una forte interattività tra docenti e discenti – e il secondo con la possibilità di entrare in contatto con il mondo del lavoro e dell’impresa in modo più diretto, tramite tirocini curriculari presso le più importanti aziende attive nel settore agroalimentare. Per la città che Unesco ha designato Città creativa per la Gastronomia e dove operano alcune delle più grandi aziende italiane del settore si tratta di una nuova sfida, così da colmare il gap formativo su questi temi rispetto ad altri grandi atenei stranieri. Tra i docenti chiamati a dar vita al Corso, con la responsabilità scientifica della professoressa Lucia Scaffardi, ordinario di Diritto Pubblico Comparato in Unipr e con un advisory board che può contare sulla riconosciuta esperienza di Sumantra Ray, Aeyel Gross, Michela Petronio e Pierluigi Petrillo, anche il visiting professor Bernd van der Meulen, autentica autorità in materia di food law e numerosi esperti in diritto alimentare, animal welfare, climate change e food waste e agritech.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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Il “caso Moro” raccontato da Gotor agli studenti di UnitelmaSapienza

ROMA (ITALPRESS) – Spartiacque traumatico della storia d’Italia, il “caso Moro” rappresenta uno degli eventi più tragici e controversi del nostro passato. I drammatici 55 giorni e la fine del presidente della DC sono al centro del terzo incontro del ciclo di seminari “La Notte della Repubblica” dell’università UnitelmaSapienza, moderati da Roberto Sciarrone. “Un’occasione per approfondire temi e questioni legate alla storia del nostro Paese attraverso il contributo di autorevoli ospiti, docenti, scrittori e operatori culturali, con le clip tratte dall’inchiesta di Sergio Zavoli – ha detto il rettore Bruno Botta -. E’ un grande piacere per l’Ateneo promuovere eventi di questo tipo, in sinergia con partner e ospiti di grande livello culturale”.
Per il direttore generale di UnitelmaSapienza, Mauro Giustozzi, “questo ciclo di conferenze ha il merito di riportare alla nostra memoria un’esperienza storica sul quale probabilmente non è stato ancora scritto tutto per le implicazioni enormi che ha avuto e ha il merito di consentire a chi non ha avuto un’esperienza diretta di poter riflettere su un episodio della nostra storia recente che non si studiano a scuola”.
Per la storica e divulgatrice RAI Michela Ponzani “è importante non disperdere la memoria di un evento traumatico per la storia della nostra Repubblica, studiato a lungo da Miguel Gotor che ha lavorato sul memoriale scritto da Moro nei 55 giorni di prigionia, una fonte importante che ci permette di fare un’analisi storica di quell’evento e di capire come la Repubblica ha superato un trauma collettivo. E’ importante parlarne ai ragazzi perchè questa vicenda ci mostra anche quanto il nostro Paese è stato forte a ricompattarsi e a recuperare quel senso di identità perduto”.
La storia, per Miguel Gotor, assessore alla Cultura di Roma Capitale e professore di Storia moderna dell’Università di Roma Tor Vergata, “serve proprio a questo: a comunicare l’essenziale di questa pagina così importante del nostro passato. Il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro sono un evento periodizzante della nostra Repubblica, una ferita che ha aperto un prima e un dopo, uno spartiacque con cui a mio parere finisce una fase espansiva costituzionale”.

– foto xi2/Italpress –
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ReverseLab, i detenuti di San Vittore raccontano le emozioni con l’arte

MILANO (ITALPRESS) – Recuperare luoghi abbandonati e trasformarli in spazi artistici e culturali aperti al pubblico, favorendo così la relazione tra la città e il carcere. Con questa filosofia è stato inaugurato questa mattina nella Casa Circondariale di Milano San Vittore lo spazio “ReverseLab”. Inserito nell’ambito delle attività di Off Campus San Vittore, il progetto sfrutta uno spazio gestito dal Politecnico di Milano e aperto nel 2022 all’interno del carcere stesso. Così da un’ala dismessa del carcere in passato adibita a zona di isolamento del reparto di massima sicurezza è nato un laboratorio permanente di produzione artistica e culturale. La mostra, realizzata grazie al contributo di Fondazione di Comunità Milano e in collaborazione con Forme Tentative e Philo – Pratiche Filosofiche, sarà visitabile dal 28 settembre al 28 ottobre il lunedì e il sabato in due turni, dalle 14 alle 15 e dalle 15 alle 16, dietro prenotazione.
La prima mostra presentata si intitola “Gli artisti sono quelli che fanno casino. Frammenti dal Carcere di San Vittore”.
L’installazione è stata concepita tra marzo e giugno di quest’anno nel corso di un workshop guidato dall’artista Maurice Pefura coinvolgendo circa 40 detenuti e anche agenti di polizia penitenziaria. L’opera si snoda in un lungo corridoio e si compone di centinaia di moduli di carta (in molti casi post-it) lavorati e assemblati dai detenuti. Ognuno di questi frammenti di carta crea un’immagine solo apparentemente astratta: in realtà il visitatore è accompagnato nella lettura dei pensieri e delle emozioni dei detenuti. Quindi anche messaggi semplici divengono tasselli di un mosaico dove anche una semplice silhouette dei detenuti racconta una storia vera.
Ad accompagnare il visitatore, ci sono 4 celle all’interno delle quali è possibile ascoltare le riflessioni fatte dai detenuti durante il workshop: la prima “Dèsolè maman” offre un ritratto intimo e personale dei detenuti; la seconda “Sole, dove sei?” fa scoprire cosa si prova arrivando in carcere e trascorrendovi la prima notte; la terza “Ho perso la luna” aiuta a comprendere come sia la vita nel carcere e la sensazione strana del tempo che pare non scorrere mai; la quarta “Non spegnere la luce” apre uno spaccato sul futuro, su cosa i detenuti vogliono fare una volta scontata la pena e cosa cambierebbero del carcere.
“L’ateneo nasce per rispondere ai bisogni di formazione e ricerca, ma anche di responsabilità sociale del territorio. Per i nostri docenti e i nostri studenti è quindi importante avere un’esperienza pragmatica di come si possano supportare attraverso formazione, ricerca, innovazione e attenzione al sociale comunità che sono tendenzialmente ai margini della società e del territorio urbano o in dimensioni costrette come a San Vittore”, ha affermato la rettrice del Politecnico di Milano Donatella Sciuto.
“L’arte è un mezzo molto potente, un linguaggio che consente a tutti di poter esprimere a modo proprio emozioni e sensazioni. E’ qualcosa di democratico perchè non richiede particolare formazione: ognuno di noi può esprimere se stesso – ha aggiunto – Gli stessi Off Campus sono un modo per noi del Politecnico per non restare chiusi al nostro interno andando a toccare con mano i problemi di prossimità e offrendo ai nostri studenti un’esperienza di vita”.
Il direttore della Casa Circondariale, Giacinto Siciliano, ha definito l’iniziativa “un passo importante perchè si prende uno spazio abbandonato, gli si dà un nuovo valore e significato e lo si fa coinvolgendo le persone che vivono in questa struttura”.
“Non penso che sia sufficiente perchè ci sia un vero percorso di rieducazione, però è importante che le persone si sentano protagoniste e si rendano conto di poter fare cose positive. Il nostro è un carcere di transito dove le persone stanno poco tempo: possiamo quindi dare solo degli stimoli, ma è importante farlo” , ha aggiunto sottolineando come “pur nella problematicità di una struttura sicuramente vecchia” far comprendere che se “puoi contribuire a migliorare l’ambiente, così puoi contribuire a migliorare te stesso”.
Tornado sulla relazione da mantenere viva tra Milano e il carcere, Siciliano ribadisce come sia “importante che chi sta dentro, detenuti e operatori, sentano la città come una parte vicina: è importante che la città e le persone entrino così che possano rendersi conto di cosa c’è qua dentro. Entrare in carcere vuol dire sentire i rumori, le chiavi, lasciare il telefono, passare i controlli…entrare quindi nella logica di cosa significa vivere il carcere e questo è importante altrimenti si parla di un posto senza sapere” .
“L’idea è stata quella di costruire uno spazio aperto alla relazione. Qui dentro si è lavorato sulla relazione con i detenuti per costruire l’opera d’arte arrivando ad un progetto di relazione con la città. Qui la città verrà ospitata stabilmente come spazio per l’arte contemporanea che qui ogni anno replicherà un nuovo episodio di questo lavoro artistico fatto con nuovi detenuti e un nuovo artista. E’ una rivoluzione perchè non esiste nessun carcere attivo e difficile come San Vittore che ospiti al suo interno uno spazio comunale aperto alla cittadinanza”, ha affermato Andrea di Franco del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano.
Partendo dai numerosi post-it utilizzati nell’opera (e definiti dall’artista Maurice Pefura “frammenti di vita”), Di Franco parla di un’idea “giusta per rendere diretta l’emozione e la comunicazione della stessa, una cosa complicata per le persone detenute e giovani che magari non parlano nemmeno l’italiano”. In questo modo tutti quei pezzi di carta “da voci sommesse divengono una voce potente e raccontano un’avventura corale di emozioni che si spera venga udita all’esterno”.

– foto ufficio stampa Politecnico di Milano –
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Bernini firma decreto per gruppo lavoro su riforma sistema universitario

ROMA (ITALPRESS) – Il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha firmato il decreto 1591 che istituisce il gruppo di lavoro che si occuperà della riforma della legge 240/2010 recante “Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonchè delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario”. Il gruppo di lavoro avrà come finalità lo svolgimento di attività di supporto al ministro per l’analisi, lo studio e l’elaborazione di proposte di revisione in materia di reclutamento e di qualità dell’offerta formativa, dell’assetto e della governance della valutazione dell’università e della ricerca, nonchè di revisione della struttura e del funzionamento degli organi consultivi del ministero dell’Università e della Ricerca. La nomina dei componenti del gruppo di lavoro non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e non sono previsti compensi nè rimborsi.
Di seguito l’elenco dei 18 membri del gruppo di lavoro presieduto dal ministro Bernini: Valentina Aprea, dirigente pubblico nel settore dell’istruzione, già presidente della commissione Cultura della Camera.
Francesco Bonini, rettore dell’Università Lumsa, vice presidente della Conferenza dei rettori delle Università italiane; Giovanna Cassese, professoressa di Storia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, presidente del Consiglio Nazionale per l’Alta formazione artistica e musicale; Alessia Conti, presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari; Salvatore Cuzzocrea, Professore Ordinario di Farmacologia presso l’Università degli studi di Messina, Consigliere per la qualità della didattica del Ministro dell’Università e della Ricerca; Fabrizio D’Ascenzo, professore ordinario di Tecnologia dei Cicli Produttivi e Business Information Systems presso l’Università Sapienza di Roma; Andrea Graziosi, professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università degli studi di Napoli Federico II; Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, professoressa ordinaria di Economia politica presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, presidente della Conferenza dei rettori delle Università italiane; Marco Mancini, professore ordinario di Glottologia e Linguistica presso l’Università Sapienza di Roma e presidente del Comitato nazionale per la valutazione della ricerca.
Massimo Miscusi, professore ordinario di Neurochirurgia presso l’Università degli studi di Ferrara; Stefano Paleari, professore ordinario di Analisi dei Sistemi Finanziari presso l’Università degli studi di Bergamo, Consigliere per l’attuazione del Pnrr del ministro dell’Università e della Ricerca; Paolo Vincenzo Pedone, professore ordinario di Biochimica presso l’Università della Campania Luigi Vanvitelli, presidente del Consiglio Universitario Nazionale; Alessandro Schiesaro, professore ordinario di Letteratura latina presso la Scuola Normale Superiore di Pisa; Roberta Siliquini, professoressa ordinaria di Igiene presso l’Università degli studi di Torino e Componente del Consiglio Universitario Nazionale; Aurelio Tommasetti, professore ordinario di Economia Aziendale presso l’Università degli studi di Salerno; Antonio Felice Uricchio, professore ordinario di Diritto tributario presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, presidente del Consiglio Direttivo dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca; Giorgio Zauli, professore ordinario di Anatomia umana presso l’Università degli studi di Ferrara; Antonio Zoccoli, professore ordinario in Fisica Sperimentale presso l’Università degli Studi di Bologna, presidente della Consulta dei presidenti degli Enti pubblici di Ricerca.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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Università IUL, aperte le iscrizioni al nuovo anno accademico

ROMA (ITALPRESS) – Sono aperte le iscrizioni ai corsi di laurea dell’Università Telematica degli Studi IUL per l’anno accademico 2024-2025. L’Ateneo conferma un’offerta formativa online consolidata negli anni con tante nuove proposte post-laurea tra master, corsi di formazione e perfezionamento.
“I numeri dell’Ateneo crescono ogni anno – afferma Giovanni Biondi, Rettore dell’Università Telematica degli Studi IUL – attraverso un approccio che garantisce una qualità costante e che mette sempre al centro lo studente. L’offerta di corsi di laurea si è ormai consolidata negli anni; allo stesso tempo, abbiamo avviato nuove collaborazioni per arricchire la proposta dei master e dei corsi di formazione. Da sempre crediamo nella formazione permanente e nell’aggiornamento professionale, proponendo docenti altamente qualificati e professionisti del settore. All’offerta didattica si aggiunge poi l’apertura di nuovi poli, con l’obiettivo di creare una rete capillare sul territorio che possa agevolare gli studenti nello svolgimento degli esami e nelle richieste di supporto. Attraverso una didattica flessibile e personalizzabile – conclude il Rettore – vogliamo offrire un servizio sempre più di qualità ai nostri studenti”.
Il modello di studio dell’Università IUL prevede lezioni fruibili interamente online per permettere agli iscritti di conciliare studio, lavoro e altri impegni quotidiani. Lo studente può accedere alle video-lezioni attraverso la piattaforma di formazione IUL, in ogni momento e da qualsiasi postazione, ed è supportato da personale docente di alta qualità e da una continua assistenza di tutor specializzati. Gli esami sono in presenza e possono essere svolti in una delle numerose sedi dell’Università sul territorio nazionale.
Le iscrizioni ai corsi sono attive per tutto l’anno accademico. E’ possibile richiedere il riconoscimento di crediti formativi in ingresso nel caso di esami o tirocini svolti in altri atenei.
Per il 2024-2025 sono attivi i corsi di laurea triennale in Scienze e tecniche dell’educazione e dei servizi per l’infanzia (classe L-19), con un percorso dedicato alla fascia 0-3 anni, il corso triennale in Scienze Motorie, pratica e gestione delle attività sportive (classe L-22), quello in Scienze psicologiche delle risorse umane, delle organizzazioni e delle imprese (classe L-24), il corso in Economia, Management e Mercati Internazionali (classe L-33) e la triennale in Comunicazione innovativa, multimediale e digitale (classe L-20). Presenti nel catalogo dell’offerta formativa anche il corso di laurea magistrale in Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione continua (classe LM-57) e quello in Innovazione digitale e comunicazione (classe LM-91), realizzato in collaborazione con l’Università di Foggia, che mira a formare professionisti nella creazione e diffusione di prodotti multimediali digitali.

– foto ufficio stampa Università IUL –
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