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Cattolica e E4Impact sostengono la formazione dei docenti africani

MILANO (ITALPRESS) – E’ partito il progetto De Africa, iniziativa nata dalla collaborazione tra l’Università Cattolica del Sacro Cuore attraverso il suo Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale nell’ambito delle iniziative del Centenario della sua nascita, E4Impact, la fondazione impegnata nella promozione di programmi di imprenditoria a forte impatto sociale in Africa, e l’università ugandese Martyris University. Il progetto prevede due dottorati rivolti a 90 docenti, uno in “Management and Innovation”, l’altro in “Agrisystem”. L’iniziativa è sostenuta dai fondi messi a disposizione dal Servizio della Cei per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo e prevede tre edizioni dei dottorati a partire dall’anno accademico 2022/23, rivolti a docenti provenienti da diverse università di Africa e Medio Oriente che abbiano già legami con la Fondazione E4Impact, collaborazioni con l’Università Cattolica o che siano iscritti alla Federazione Internazionale delle Università Cattoliche. Le attività di ricerca e didattica si svolgono principalmente online. Per promuovere uno scambio costruttivo in presenza con i professori incaricati del coordinamento scientifico dei dottorati, dal 20 al 27 marzo, un gruppo di 15 iscritti al dottorato in Management and Innovation è presente in Italia all’interno del campus milanese della Cattolica. L’evento inaugurale si è tenuto presso la sede principale dell’Università Cattolica, aperto dal rettore Franco Anelli e moderato da Mario Molteni, ceo di E4Impact e Delegato del Rettore ai Rapporti con le Imprese dell’Università Cattolica.
Per l’occasione, tre iscritti al dottorato hanno raccontato la propria esperienza: Peter Lansana, della University of Makeni, Sierra Leone, Louisa Kemunto Manwari, della Tangaza University College di Nairobi, Kenya e Robinson Otim, della University of the Sacred Heart di Gulu, Uganda. La settimana è proseguita con momenti formativi, incontri e visite, come quella prestata nella giornata di mercoledì 22 alla sede dell’azienda bergamasca Carvico. Lì i dottorandi sono stati ricevuti da Filippo Colnaghi, consigliere del Gruppo Carvico, che ha presentato l’azienda e in particolare il progetto d’investimento di Carvico in Etiopia, e li ha guidati in una visita agli impianti produttivi. Dal 2022 Carvico è tra i partecipanti della Fondazione E4Impact.
“L’arrivo dei 15 docenti africani in Cattolica è un momento che ben rappresenta i valori in cui crediamo – ha dichiarato Mario Molteni, CEO Fondazione E4Impact -. Lo spirito di collaborazione è infatti uno degli elementi che alimenta la nostra attività, con l’obiettivo di supportare la crescita del tessuto imprenditoriale africano sia attraverso la formazione sia aiutando nuove aziende a nascere e crescere, grazie anche alle sinergie con aziende italiane che partecipano la nostra fondazione. Oggi siamo presenti in 20 Paesi africani, dove operiamo sia con le istituzioni locali che attraverso nostri Centri e Uffici presenti in Cameroon, Etiopia, Ghana, Kenya, Rwanda, Tunisia, Uganda, Zimbabwe, ai quali presto se ne aggiungeranno altri”.

– foto Università Cattolica del Sacro Cuore – Nanni Fontana –
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Il 24 e 25 marzo il Salone dell’Orientamento del Politecnico di Torino

TORINO (ITALPRESS) – Per supportare gli studenti delle scuole superiori nella scelta del percorso universitario, il Politecnico di Torino organizza ogni anno appuntamenti e momenti per approfondire i percorsi di studio e le numerose attività e servizi offerti dall’Ateneo alle aspiranti matricole. Il primo appuntamento di quest’anno è stato l’Open Day online del 9 febbraio, un evento per presentare tutta l’offerta dei corsi di laurea raccontata online in video on demand con la possibilità di rivedere le registrazioni degli eventi per scoprire i servizi, i progetti speciali e la vita in Ateneo. Il 24 e 25 marzo sarà invece la volta del consueto Salone dell’Orientamento, con stand allestiti per presentare i corsi di laurea triennale e un ricco programma di incontri tematici e lezioni aperte per far conoscere le specificità di un’offerta formativa che garantisce sbocchi professionali e retribuzioni superiori alla media nazionale (più del 90 per cento dei laureati lavorano a un anno dal titolo e con una retribuzione superiore del 19% secondo i dati Almalaurea 2021) e un campus internazionale in espansione con quasi 39 mila studenti e studentesse che hanno a disposizione residenze, impianti sportivi, proposte culturali.
Una delle cifre caratteristiche del Politecnico di Torino è da diversi anni la didattica innovativa, che supera la tradizionale modalità di erogazione delle lezioni frontali con attività in cui l’apprendimento è strettamente legato allo svolgimento di progetti pratici multidisciplinari. Sono così sempre più riconosciute le attività dei Team studenteschi – dove studenti e studentesse esprimono la loro creatività e la capacità di lavorare in team multidisciplinari per realizzare progetti finalizzati alla partecipazione a competizioni sportive, realizzazione di prototipi e iniziative sociali – oppure le Challenge – in cui gli studenti e le studentesse propongono soluzioni imprenditoriali o di prototipazione a sfide ad alto contenuto tecnologico proposte da aziende o enti o dagli studenti stessi; per ospitare alcune di queste attività il Connection Labs & Innovation Kitchen| CLIK offre una rete di spazi per didattica innovativa e formazione, aperti a studenti e studentesse e ricercatori e ricercatrici per favorire lo scambio di idee/competenze trasversali e complementari in un ambiente informale e creativo.
Altro aspetto che caratterizza la formazione al Politecnico di Torino è la multidisciplinarietà. Dallo scorso anno è stato introdotto per tutti gli studenti di Ingegneria un ampio catalogo di insegnamenti trasversali, co-insegnati da coppie di docenti, uno con impostazione tecnica e uno proveniente dalle scienze umane e sociali e focalizzati sulle “Grandi Sfide” che dovrà affrontare l’umanità nel XXI secolo.
Novità dell’anno accademico 2023/24 sarà la Early Research Honours School, ovvero la possibilità per una selezione degli studenti che otterranno i migliori punteggi ai test di ammissione di poter entrare fin dal primo anno in uno dei programmi di ricerca dell’Ateneo, con una borsa di studio dedicata ad attività in laboratorio, grazie a un particolare programma inserito nell’offerta degli Honours Programmes del Politecnico, riservati appunto ai migliori studenti.
Per quanto invece riguarda i servizi a supporto dei neo studenti e studentesse, le iniziative sono molteplici: per le ragazze interessate ai corsi universitari STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) l’Ateneo propone l’iniziativa WeAreHERe, con canali e assistenza dedicati; il Buddy Program intende invece favorire l’inserimento e l’integrazione delle matricole grazie al supporto delle studentesse e degli studenti degli anni successivi; infine, il Salone sarà l’occasione anche per scoprire le proposte di valorizzazione dello sport universitario con POLITO Sport e le iniziative di welfare volte a favorire pari opportunità, parità di genere e diversity (genere, età, provenienza, special needs).
Il passo successivo è la partecipazione ai test d’ingresso per assicurarsi un posto in uno dei 25 Corsi di Laurea triennale del Politecnico, tutti ad accesso programmato, che coprono 10 aree disciplinari: Architettura e Pianificazione; Biomedica; Chimica Materiali; Costruzione, Ambiente e Territorio; Design; Energia; Gestionale; ICT; Matematica Applicata; Meccanica Aerospaziale.
La prima data utile per sostenere il Test d’ingresso sarà il 6 aprile e le prove si ripeteranno con cadenza mensile fino al primo settembre.

– foto ufficio stampa Politecnico di Torino
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Cattolica, inaugurato l’anno accademico della sede di Brescia

BRESCIA (ITALPRESS) – “La natura delle università, così come dell’Europa, è nel loro futuro; le radici che ci ancorano alla storia sono affondate nelle speranze di milioni di persone che confidano nelle “potenzialità creative dell’Europa”, per usare un’espressione di Papa Francesco”. E’ un messaggio incoraggiante quello che il rettore Franco Anelli ha affidato al discorso inaugurale del Dies academicus della sede di Brescia dell’Università Cattolica, che ha aperto ufficialmente l’anno accademico nell’aula magna di via Trieste. Dopo la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo monsignor Claudio Giuliodori – da poco confermato assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo e nominato assistente nazionale dell’Azione Cattolica – la cerimonia è stata interamente improntata ai temi europei, con la lectio dell’ambasciatore Pietro Benassi, Rappresentante Permanente d’Italia presso l’Unione europea.
Nell’assicurare che l’Università Cattolica continuerà a “prestare la massima attenzione alle dinamiche che interessano l’Ue”, attraverso l’incremento dei progetti di ricerca, l’approfondimento della storia dell’integrazione europea e la sensibilizzazione dei cittadini, il rettore ha richiamato la designazione della città di Brescia, insieme a Bergamo, come Capitale italiana della cultura 2023, e il “contributo dell’Ateneo, che non può non partire dalla vocazione di questo campus, fortemente ancorato al territorio e, al tempo stesso, proiettato in una dimensione europea e internazionale”.
Un’Unione europea è possibile, secondo il rettore, solo se è fondata su quel sistema di valori, di visioni, di prospettive che costituisce la cultura europea. E in questo contesto le università possono giocare un ruolo importante in quanto «istituzioni culturali, che custodiscono e preservano cultura», fondendo trasmissione del sapere, ricerca scientifica e terza missione.
Per il professor Anelli è necessario risolvere, però, la polarizzazione tra cultura alta e cultura bassa, e tra i compiti delle università c’è “la dissoluzione dei confini tra le due presunte culture, per la costruzione di una rinnovata autentica intelligenza della realtà. La costruzione di un nuovo umanesimo non può ridursi a un cosmetico aggiornamento di modelli del passato, ma esige una nuova sintesi che sappia abbracciare saperi antichi e dirompenti novità tecniche e sociali”.
Una sfida comune alla costruzione europea, per quanto sempre vista come “un work in progress al pari della democrazia”, e al ruolo della università.
Un messaggio in linea con la visione dell’ambasciatore Pietro Benassi, che non ha evitato di affrontare le sfide e le crisi che attraversano l’Unione, ma ha trovato proprio nel compito che può giocare l’Europa un esaltante impegno per il futuro.
Il nome delle sfide e delle crisi sono sotto gli occhi di tutti: l’aggressione russa dell’Ucraina, su cui la posizione dell’Italia e degli altri Paesi è finalizzata a “consentire a Kiev di giungere al negoziato in una posizione tale da ottenere una pace giusta”; il problema della Governance economica, che richiede «un ripensamento profondo del Patto di stabilità e crescita che bisognerebbe cominciare a chiamare Patto di crescita e stabilità»; il pragmatismo sulla politica industriale comune, a partire dalle nuove normative nel settore automobilistico. E, infine, la grande questione delle migrazioni, per cui Benassi chiede “un’equa ripartizione delle responsabilità tra gli Stati membri”, per “una sfida epocale che può essere affrontata solo con soluzioni realmente europee”.
Ma al di là delle sfide e delle crisi che incombono, l’ambasciatore Benassi ha richiamato l’immagine della manifestante in Georgia investita dagli idranti della polizia mentre si ostina a sventolare una bandiera dell’Unione Europea.
“Dietro quel vessillo si manifesta soprattutto un desiderio di appartenenza”.
Un’ambizione che si coglie molto bene uscendo dai confini dell’Ue ed è resa evidente dalla guerra scatenata dalla Federazione russa contro l’Ucraina: “E’ il risultato del potere di attrazione dell’Unione. E’ un’attrazione concreta, quella del libero scambio delle merci, della libera circolazione delle persone, della certezza di regole comuni, ma anche un’attrazione di valori, di diritti umani, di libertà fondamentali, di certezza del diritto. E’ l’attrazione di un continente che dopo secoli di guerre territoriali, è in pace da circa 70 anni. Di qui – secondo Benassi – l’imperativo morale di guardare ai progressi compiuti con orgoglio, ma anche con la consapevolezza che non dovremo mai considerarli acquisiti per sempre, automaticamente garantiti. No, vanno considerati un bene comune; un bene prezioso. E pertanto va difeso”.
Nel corso della cerimonia sono intervenuti anche il professor Mario Taccolini, coordinatore delle strategie di sviluppo del polo bresciano, e il presidente dell’Ente bresciano per l’Istruzione superiore (Ebis) Alessandro Azzi. Il presidente Ebis ha invocato maggiore collaborazione tra università e imprese per evitare di perdere la sfida della bilancia commerciale del capitale umano che lascia il nostro Paese. Il professor Taccolini, sulla scorta della crescente collaborazione interdisciplinare tra facoltà della sede bresciana e quelle delle altre sedi, ha ripreso la sfida di una maggiore integrazione anche tra discipline “distanti”, vale a dire tra quelle umanistiche e sociali e le scienze dure. Un cantiere aperto per tutto l’Ateneo.

– foto agenziafotogramma.it –
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L’Università Campus Bio-Medico di Roma compie 30 anni

ROMA (ITALPRESS) – La sostenibilità declinata nella ricerca scientifica, nell’organizzazione, nella didattica e nella terza missione sarà il faro dell’azione dei prossimi anni dell’università italiana. Un tema oggi sottolineato dai relatori presenti nell’aula magna dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, che ha dato avvio ai festeggiamenti del suo 30esimo anno di vita. “Radici profonde e sguardo al futuro” il motto dell’anniversario, grazie al quale l’Ateneo, opera apostolica dell’Opus Dei, riscopre e ribadisce le proprie origini guardando al futuro nell’unico modo possibile: l’approccio One Health per raggiungere la salute globale di tutte le specie e del pianeta Terra.
“La storia dei nostri primi 30 anni è un percorso straordinario e coerente con l’impostazione centrata sulla persona”, ha detto il rettore, Eugenio Guglielmelli durante l’intervento con cui ha dato il via al 30mo anno accademico.
“Siamo nati con un approccio reverse-based sulla ricerca e l’innovazione clinica, traslazionale e di base: dalla nascita di una facoltà dipartimentale di Medicina e Chirurgia integrata con il Policlinico, all’evoluzione nel secondo decennio con l’affiancamento e la sinergia di una facoltà dipartimentale di Ingegneria per arrivare, nel terzo decennio, alla facoltà di Scienze e tecnologie per lo sviluppo sostenibile e One Health, con una impostazione integrata, multi-inter disciplinare e di grande contaminazione reciproca”, ha aggiunto.
“Il motto con cui oggi diamo il via al nostro 30ennale ben esprime il modo di sentire e operare che ha portato fin qui l’Università Campus Bio-Medico di Roma e che ci guiderà nei prossimi anni. Il nostro progetto formativo e culturale, ispirato dall’insegnamento del Beato A’lvaro del Portillo, mette da sempre la scienza e la tecnologia al servizio delle persone: proseguiamo con lo stesso entusiasmo e i valori che hanno caratterizzato questo ateneo sin dai suoi inizi. Vogliamo vincere la sfida della formazione integrale e laureare cittadini globali e futuri professionisti capaci di mettere la persona al centro. Centralità che oggi significa anche rispetto dell’ambiente, attenzione alla sostenibilità, maturazione di una coscienza ecologica che ci permetta di accostarci con senso di responsabilità e stupore alla nostra “Casa comune””, ha concluso Guglielmelli.
E proprio la Terra come “Casa comune” è stato uno dei temi affrontati nella solenne prolusione di Marcella Trombetta, preside della Facoltà Dipartimentale di Scienze e Tecnologie per lo sviluppo sostenibile e One Health.
“Il 4 marzo scorso è stata una giornata storica per la sostenibilità ambientale e la sicurezza dell’umanità: 193 Paesi delle Nazioni Unite, dopo 20 anni di trattative, hanno firmato il “Trattato d’alto mare (High Seas Treaty)” un accordo che garantisce la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità marina nelle acque internazionali e, pertanto, nelle acque al di fuori della giurisdizione nazionale, conferendo finalmente al mare la dignità di bene comune permettendone così la sua tutela e, in prospettiva, la sua pulizia”, ha affermato.
“Gli Stati Onu – ha ricordato Trombetta – si accorderanno quindi per la tutela di queste aree marine con azioni concrete per eliminare dal mare le gigantesche isole di plastica e i rifiuti presenti nei mari del pianeta come il “Great Pacific garbage patch”, grande 5 volte l’Italia. Oggi gli ecosistemi oceanici producono ben metà dell’ossigeno che respiriamo, occupano il 95% della biosfera del pianeta e assorbono le più grandi quantità di anidride carbonica del mondo: la loro tutela rappresenta una vera questione di sicurezza globale, oltre che un grave problema ambientale. L’approccio One Health ci chiede proprio questo: lavorare insieme e rapidamente su problematiche come queste, considerando uomo, ambiente e mondo animale parti di un unico organismo connesso”.
Il 30esimo anno accademico prende il via alla presenza di Marcella Gargano, direttrice della Direzione generale delle istituzioni della formazione superiore del Ministero dell’Università e Ricerca e delle diverse anime del sistema universitario italiano rappresentato dal presidente CRUI Salvatore Cuzzocrea, dal presidente ANVUR Antonio Felice Uricchio e dal presidente CODAU Alberto Scuttari.
Un programma di appuntamenti nel corso del 2023-24 permetterà di ripercorrere le principali tappe del percorso che hanno portato alla nascita dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e, nel 2022, all’avvio della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico gettando uno sguardo alle importanti novità del futuro, prima tra tutte il nuovo edificio Cu.Bo (“Cultural Box”) dedicato alla didattica che sarà attivo nei prossimi mesi.
Un premio è andato a Intesa Sanpaolo per le borse di studio e il prestito “per Merito”, iniziative di inclusione dall’alto valore sociale che hanno permesso agli studenti UCBM un forte ampliamento del supporto per il diritto allo studio. A ritirare il premio Elisa Zambito Marsala, Responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università di Intesa Sanpaolo che ha sottolineato l’impegno del Gruppo nella collaborazione con il mondo accademico, in particolare nel sostegno alla ricerca, al talento, al contrasto alla fuga dei cervelli, e alla crescita dei poli di eccellenza italiani contribuendo alla loro attrattività a livello internazionale.
Nel corso della mattinata, iniziata con la Santa Messa celebrata da don Norman Insam, vicario regionale dell’Opus Dei per l’Italia, è stata annunciata dalla rappresentante degli studenti Chiara Surace la distribuzione delle eco-bottle che daranno il via all’operazione “That’s Life”, una campagna realizzata in collaborazione con Emerald, A&A Assicurazioni e Altintech per coinvolgere concretamente la comunità universitaria sui temi della sostenibilità e ridurre dell’80 per cento il consumo di plastica in un anno, permettendo a studenti e dipendenti dell’università comportamenti più ecologici e sobri. Ucbm ha implementato un sistema di erogazione di acqua per gli spazi educativi.

– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
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Università del Salento, finanziato il progetto di formazione “EUDevCoop”

LECCE (ITALPRESS) – Nell’ambito del programma “Jean Monnet”, con cui la Commissione europea promuove l’eccellenza dell’insegnamento e della ricerca nel campo degli studi sull’Unione, è stato finanziato per 30 mila euro il progetto del Dipartimento di Scienze umane e sociali dell’Università del Salento “EUDevCoop – European development and cooperation policy”.
Coordinato dal professor Federico Russo, docente di Scienza politica, EUDevCoop proporrà per tre anni seminari, laboratori ed eventi pubblici con particolare riguardo ai complessi legami tra le politiche di cooperazione allo sviluppo e la politica estera, le politiche commerciali e quelle migratorie. Gli studenti dei corsi di laurea magistrale in “Scienze per la cooperazione internazionale” e in “Studi geopolitici e internazionali” saranno coinvolti in laboratori pratici per apprendere come analizzare la formazione delle politiche europee e costruire campagne per il cambiamento, mentre i seminari saranno fruibili anche online per tutti gli studenti dell’Ateneo e per il pubblico esterno.
EUDevCoop è tra le 242 proposte selezionate dalla Commissione europea, sulle 640 presentate dalle università di tutto il mondo; le attività saranno organizzate in collaborazione con accademici provenienti da istituzioni italiane ed estere ed esperti di istituti di ricerca e ONG (tra cui Istituto di Affari Internazionali, ActionAid). Per la diffusione delle iniziative, si avvarrà anche di una partnership con EuropeDirect Puglia.
“Puntiamo a promuovere l’insegnamento e la ricerca di qualità sul tema delle politiche europee di cooperazione allo sviluppo – spiega il professor Federico Russo -, stimolando allo stesso tempo il dialogo tra studiosi, esperti, decisori pubblici e media. Questo progetto aiuterà gli studenti ad acquisire competenze spendibili sul mercato del lavoro, e allo stesso tempo contribuirà a rendere evidente l’importanza della cooperazione nell’attuale scenario internazionale”.
foto ufficio stampa Università del Salento
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La Sapienza e Fondazione Beic organizzano un webinar sulla gestione del digitale

ROMA (ITALPRESS) – Mercoledì 15 marzo alle ore 11.00 l’Università la Sapienza e Fondazione Beic organizzano un webinar gratuito sulla gestione del digitale e la sua conservazione. In un’epoca caratterizzata da un’ampia produzione di contenuti in formato digitale, la raccolta, l’organizzazione e l’accesso alle risorse digitali sono azioni di centrale importanza. Conservare a lungo termine i dati, immagini, metadati, video e audio file è impegno primario per archivi e biblioteche. L’invito è gratuito e permetterà di conoscere la soluzione di Digital Asset Management & Preservation adottata dalla Fondazione Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (BEIC) di Milano e dalla Digital Library della Sapienza Università di Roma, che permetterà di organizzare, conservare e garantire accesso alle collezioni digitali, oggi e in futuro. Conservare per garantire la fruizione: il futuro riuso dei contenuti delle collezioni digitali è strettamente connesso alle scelte che oggi tengono in conto non solo dell’obsolescenza di supporti tecnologici e formati, ma anche dell’avvicendamento delle buone pratiche dedicate alla cura del digitale. All’incontro interverranno Maria Dinatolo, Direttore Generale della Fondazione BEIC; Gian Paolo Bagnato, Responsabile ITC; Marcella Medici, Referente per il repository della BEIC Digital Library, Ezio Tarantino, Direttore del Sistema Bibliotecario Sapienza; Angela Di Iorio, Responsabile dello sviluppo della Sapienza Digital Library.

Foto: agenziafotogramma.it

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La Sapienza, al via il master di secondo livello “Laser in Dermatologia”

ROMA (ITALPRESS) – A Palazzo Ferrajoli, in Piazza Colonna nel cuore di Roma, si è tenuto un evento organizzato dall’azienda farmaceutica italiana Pharmaguida che, da quasi venti anni, opera nel settore della salute su tutto il territorio italiano e in diversi Paesi esteri, sempre attenta alle esigenze dei giovani. Obiettivo, presentare il primo Master Universitario di Secondo Livello “Laser in Dermatologia”, dedicato alle applicazioni diagnostiche e terapeutiche in dermatologia e medicina estetica, al via presso La Sapienza di Roma. Il direttore del Master, Steven Paul Nisticò, e Giovanni Pellacani, direttore dell’Unità Operativa di Dermatologia dell’Università La Sapienza di Roma, hanno presentato il corso al quale potranno prendere parte medici italiani e internazionali che si formeranno sulle tecnologie più avanzate per la diagnosi, la terapia di malattie e il trattamento degli inestetismi cutanei.
“Un successo che si sposa con la professionalità e l’innovazione per la ricerca di soluzioni sempre meno invasive e più mirate per molte malattie e il trattamento degli inestetismi della cute”, ha detto Nisticò. “Abbiamo bisogno di nuovi strumenti che aiutino a gestire la dermatite atopica e i suoi sintomi anche allo scopo di ridurre l’impatto e la frequenza delle terapie mediche”, ha spiegato Pellacani.
Per l’occasione, Pharmaguida ha presentato le ultime novità in tema di integratori alimentari, probiotici e antiossidanti indicati per la prevenzione della dermatite atopica, che rappresenta oggi una delle malattie più frequenti nei bambini.
Nicola Guida, titolare di Pharmaguida, ha sottolineato “l’importanza di un approccio integrato alla prevenzione e alla cura della dermatite atopica, che includa anche l’uso di integratori alimentari e probiotici insieme ad altri trattamenti medici”. Grazie alla continua innovazione dei prodotti Pharmaguida, Guida si è detto “fiducioso di poter affrontare una nuova sfida sul mercato con un prodotto interessante per offrire soluzioni sempre più efficaci nel trattamento di patologie importanti”.
Alla kermesse erano presenti oltre 200 medici. Tra loro, Primari e direttori di Scuole di specializzazione, medici in formazione specialistica e ricercatori.

– foto ufficio stampa Italcommunications –
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Fondazione Centesimus Annus e Sacru in udienza da Papa Francesco

ROMA (ITALPRESS) – Papa Francesco, nel Palazzo Apostolico Vaticano, ha ricevuto in udienza i membri della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice e della Strategic Alliance of Catholic Research Universities (SACRU), di cui è capofila l’Università Cattolica, in occasione della presentazione del volume: ‘More Women’s Leadership for a Better World. Care as a Driver for our Common Homè.
‘Con emozione porgiamo alla sua attenzione l’attività della Strategic Alliance of Catholic Research Universities. Nata nel 2020 – ha sottolineato il rettore dell’Università Cattolica, Franco Anelli, nel suo saluto al Santo Padre -, è una rete di otto atenei in diversi continenti, dall’Europa al Sud e Nord America, al Giappone, all’Australia, che si propone di rafforzare la collaborazione tra le università cattoliche nell’adempimento della loro missione di ricerca costante della verità e della sapienza, e di pubblica testimonianza dei valori cristiani.
Le università rispondono alla chiamata della società: in questo senso si orienta la scelta, assunta congiuntamente con la Fondazione Centesimus Annus, di riflettere sul tema del ruolo femminile nella società mettendo al centro dell’indagine la speciale sensibilità delle donne per la ‘curà del prossimo e della comunità, la loro attitudine a ‘prendersi a cuore le cosè, che si traduce in un esercizio dei ruoli e funzioni sociali ispirato dal senso di responsabilità più che dall’ambizione all’affermazione personale. Invochiamo, Padre Santo, il suo benevolo sguardo sul nostro lavorò.
La Presidente della Fondazione Centesimus Annus, Anna Maria Tarantola, ha aggiunto: ‘Ieri abbiamo presentato a un’ampia, qualificata e attenta platea il volume ‘Più leadership femminile per un mondo migliorè, che si apre con la Sua preziosa prefazione. Anche di questo le rivolgiamo il nostro sincero e affettuoso grazie. Il volume contiene i risultati di una ricerca comune svolta da 15 accademici e accademiche di diverse discipline di 10 università cattoliche di 8 paesi del mondo. Si tratta quindi di una ricerca multiculturale e multidisciplinare che affronta la disuguaglianza tra uomini e donne nell’ambito del tema più generale della lotta alle disuguaglianze che sappiamo le sta molto a cuore. Le disuguaglianze rappresentano uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo integralmente sostenibile e alla lotta alla povertà da Lei auspicati, Santità, perchè le disuguaglianze compromettono il progresso economico che a sua volta acuisce le disparità sociali create dalle disuguaglianze. In particolare le persistenti disparità di opportunità e di situazione tra uomini e donne sono la causa e l’effetto delle disuguaglianze economiche. Le dieci persone più ricche del mondo – tutti uomini – posseggono quanto il 25% delle persone più povere, prevalentemente donne. In molte occasioni, sin dall’inizio del Suo operato, Santo Padre, Lei ha ricordato il bisogno di assicurare più giustizia e uguaglianza tra uomini e donne e di combattere l’esecrabile fenomeno della violenza sulle donne che ne è conseguenza. La nostra ricerca è l’inizio di un percorso stimolato dal Suo Magistero. Sono qui presenti alcune delle autrici e degli autori della ricerca che provengono da paesi lontani non solo fisicamente ma per cultura e abitudini. Eppure tutti insieme abbiamo lavorato in armonia per dare risalto all’obiettivo di perseguire una piena parità di opportunità e di situazione di uomini e donne rimarcando come solo insieme, con spirito di fratellanza e di amicizia sociale, si possa costruire un nuovo mondo equo, inclusivo e integralmente sostenibile.
Rinnovando i nostri ringraziamenti siamo tutti ansiosi di ascoltare le sue parole, Santo Padre, che ci saranno di guida per future ricerchè.
Papa Francesco, rivolgendosi ai membri della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice e della Strategic Alliance of Catholic Research Universities (SACRU), ha ringraziato i presenti. ‘Ci incontriamo in occasione della presentazione del volume Più leadership femminile per un mondo migliore – ha sottolineato il Pontefice -. Il prendersi cura come motore per la nostra casa comune. Esso tratta di un tema a me molto caro: l’importanza del prendersi cura. E’ stato uno dei primi messaggi che ho voluto dare alla Chiesa fin dall’inizio del Pontificato, ricordando il modello di San Giuseppe, tenero custode del Salvatore. Tenero custode che si prende cura. Prima di soffermarmi brevemente su alcuni aspetti particolari dell’opera, vorrei sottolinearne uno più generale. Come è stato ricordato, infatti, essa è frutto di una notevole varietà di contributi, raccolti ed elaborati attraverso la collaborazione, finora inedita, tra alcune Università cattoliche sparse nel mondo e una Fondazione vaticana interamente laicale. Si tratta di una modalità nuova e significativa, in cui la ricchezza dei contenuti deriva dall’apporto di esperienze, competenze, modi di sentire e approcci diversi e complementari. E’ un esempio di multidisciplinarità, multiculturalità e condivisione di sensibilità diverse: valori importanti non solo per un libro, ma anche per un mondo migliorè.
‘In questa luce – ha aggiunto -, vorrei sottolineare tre aspetti del prendersi cura quale apporto delle donne per una maggiore inclusività, per un maggior rispetto dell’altro e per affrontare in modo nuovo sfide nuove. In primo luogo per una maggiore inclusività. Nel volume si parla del problema delle discriminazioni che spesso colpiscono le donne, come altre categorie deboli della società. Tante volte ho ricordato con forza che la diversità non deve mai sfociare nella disuguaglianza, ma piuttosto in una grata e reciproca accoglienza. La vera sapienza, con le sue mille sfaccettature, si impara e si vive camminando insieme, e solo così diventa generatrice di pace. Questa vostra ricerca è dunque un invito, grazie alle donne e in favore delle donne, a non discriminare ma a integrare tutti, specialmente i più fragili a livello economico, culturale, razziale, e di genere. Nessuno deve essere escluso: questo è un principio sacro. Infatti, il progetto di Dio Creatore è un progetto ‘essenzialmente inclusivò – sempre -, che mette al centro proprio ‘gli abitanti delle periferie esistenzialì; è un progetto che, come fa una madre, guarda ai figli come alle dita diverse della sua mano: inclusiva, sempre.
Secondo apporto: per un maggiore rispetto dell’altro. Ogni persona va rispettata nella sua dignità e nei suoi diritti fondamentali: istruzione, lavoro, libertà di espressione, e così via. Questo vale in modo particolare per le donne, più facilmente soggette a violenze e soprusi. Una volta ho sentito un esperto in storia che diceva come sono nati i gioielli che portano le donne – alle donne piace portare i gioielli, ma adesso anche agli uomini -. C’era una civiltà dove c’era l’abitudine che il marito, quando arrivava a casa, avendo tante mogli, se una non le piaceva le diceva: ‘Vattene, fuori!’; e quella doveva andarsene con ciò che aveva addosso, non poteva entrare a prendere le sue cose, no, ‘te ne vai adessò. E’ per questo – secondo quella storia – che le donne hanno incominciato ad avere oro addosso, e lì sarebbe l’inizio dei gioielli. E’ una leggenda, forse, ma interessante. Da tanto tempo la donna è il primo materiale di scarto. E’ terribile questo. Ogni persona va rispettata nei suoi diritti. Non possiamo tacere di fronte a questa piaga del nostro tempo. La donna è usata. Sì, qui, in una città! Ti pagano di meno: beh, sei donna. Poi, guai ad andare con la pancia, perchè se ti vedono incinta non ti danno il lavoro; anzi, se al lavoro ti vedono che incomincia, ti mandano a casa. E’ una della modalità che, oggi, nelle grandi città si usa: scartare le donne, per esempio con la maternità. E’ importante vedere questa realtà, è una piaga. Non lasciamo senza voce le donne vittime di abuso, sfruttamento, emarginazione e pressioni indebite, come queste che ho detto con il lavoro. Facciamoci voce del loro dolore e denunciamo con forza le ingiustizie a cui sono soggette, spesso in contesti che le privano di ogni possibilità di difesa e di riscatto. Ma diamo anche spazio alle loro azioni, naturalmente e potentemente sensibile e orientata alla tutela della vita in ogni stato, in ogni età e in ogni condizionè.
‘E veniamo all’ultimo punto: affrontare in modo nuovo sfide nuove – ha proseguito Papa Francesco -. La creatività. La specificità insostituibile del contributo femminile al bene comune è innegabile. Lo vediamo già nella Sacra Scrittura, dove spesso sono le donne a determinare svolte importanti in momenti decisivi della storia della salvezza. Pensiamo a Sara, a Rebecca, a Giuditta, a Susanna, a Rut, per culminare con Maria e le donne che hanno seguito Gesù fin sotto la croce, dove – notiamo – degli uomini era rimasto solo Giovanni, gli altri sono andati via tutti. Le coraggiose erano lì: le donne. Nella storia della Chiesa, poi, pensiamo a figure come Caterina da Siena, Giuseppina Bakhita, Edith Stein, Teresa di Calcutta e anche le donne ‘della porta accantò, che sappiamo con tanta eroicità portare avanti matrimoni difficili, figli con problemi… L’eroicità delle donne. Al di là degli stereotipi di un certo stile agiografico, sono persone impressionanti per determinazione, coraggio, fedeltà, capacità di soffrire e di trasmettere gioia, onestà, umiltà, tenacià.
‘Quando a Buenos Aires io prendevo il bus che andava a un settore nord-ovest, dove c’erano molte parrocchie – ha ricordato il Santo Padre -, quel bus passava sempre vicino al carcere e c’era la coda delle persone che quel giorno andavano a visitare i carcerati: il 90% erano donne, le mamme, le mamme che mai abbandonano il figlio! Le mamme. E questa è la forza di una donna: forza silenziosa, ma di tutti i giorni. La nostra storia è letteralmente costellata di donne così, sia di quelle famose, sia di quelle ignote – ma non a Dio! – che mandano avanti il cammino delle famiglie, delle società e della Chiesa; a volte con mariti problematici, viziosi… i figli vanno avanti… Ce ne accorgiamo anche qui, in Vaticano, dove le donne che ‘lavorano sodò, pure in ruoli di grande responsabilità, sono ormai molte, grazie a Dio. Per esempio dal momento che la vice-governatrice è una donna, le cose funzionano meglio, qui, molto meglio. E altri posti, dove sono donne, segretarie, il Consiglio dell’Economia, per esempio, sono sei cardinali e sei laici, tutti uomini. Adesso è stato rinnovato, due anni fa, e dei laici uno è uomo e cinque donne, e ha incominciato a funzionare, perchè hanno una capacità diversa: di possibilità di agire e anche di pazienza. Raccontava una volta un dirigente del mondo lavorativo, un operaio che era arrivato a capo del sindacato, in quel momento, con molta autorità – non aveva il papà, soltanto la mamma, poverissimi, lei faceva lavoro domestico, abitavano in una casa piccolina: il dormitorio della mamma, e poi una piccola sala per mangiare e lui dormiva in quella sala, spesso si ubriacava di notte, aveva 22-23 anni – raccontava che quando la mamma usciva il mattino a lavorare, a fare le pulizie nelle case, si fermava, lo guardava: lui era sveglio ma faceva finta di non vedere, di essere addormentato, lo guardava e se ne andava. ‘E quella costanza di mia mamma, di guardarmi senza rimproverarmi e tollerarmi, un giorno mi ha cambiato il cuore, e così sono arrivato dove sono arrivatò. Soltanto una donna sa fare questo; il papà lo avrebbe cacciato via. Dobbiamo vedere bene il modo di agire delle donne: è una cosa grandiosà.
‘Siamo in un tempo di cambiamenti epocali, che richiedono risposte adeguate e convincenti. Nel contesto dell’apporto della donna in questi processi, vorrei accennare a uno di essi: il progressivo sviluppo e utilizzo delle intelligenze artificiali e il delicato problema, ad esso collegato, del nascere di nuove e imprevedibili dinamiche di potere. E’ uno scenario a noi in gran parte ancora sconosciuto, in cui i pronostici non possono che essere congetturali e approssimativi. Ebbene, le donne in questo campo hanno tanto da dire. Esse, infatti, sanno sintetizzare in modo unico, nel loro modo di agire, tre linguaggi: quello della mente, quello del cuore e quello delle mani. Ma sinfonicamente. Come scrivevano i Padri del Concilio Vaticano II, possiamo dire che ‘in un momento in cui l’umanità conosce una … profonda trasformazione, le donne … possono tanto operare per aiutarla a non decaderè. Con questa convinzione, vorrei allora concludere il nostro incontro facendo mie le parole di San Giovanni Paolo II nella Mulieris dignitatem: ‘La Chiesa rende grazie per tutte le donne e per ciascuna: per le madri, le sorelle, le spose; per le donne consacrate, per le donne che lavorano professionalmente, per tutte: in tutta la bellezza e ricchezza della loro femminilità’, ha concluso Papa Francesco.
foto ufficio stampa Università Cattolica
(ITALPRESS).