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Nasce United, la prima associazione delle Università digitali italiane

ROMA (ITALPRESS) – Favorire l’accesso alla formazione universitaria, rendere più flessibile il percorso accademico e promuovere la trasformazione digitale del sistema universitario italiano. Sono questi gli obiettivi della creazione di United (Università Italiane Telematiche e Digitali), la prima associazione delle Università Digitali italiane. E’ stato nominato presidente dell’associazione il professor Paolo Miccoli, già presidente Anvur. Alla formazione di questa nuova realtà hanno contribuito sette dei maggiori atenei digitali italiani riconosciuti dal Ministero dell’Università e Ricerca, tra cui Università telematica Pegaso, Università telematica Mercatorum, Università telematica San Raffaele Roma, Università Telematica degli Studi IUL, Università eCampus, Università telematica Leonardo Da Vinci e, infine, Università Telematica “Giustino Fortunato”.
“Si tratta di un accordo storico che punta a rappresentare ogni ateneo che condivida e si impegni ad affermare il principio dell’autonomia universitaria, investendo in particolare sull’innovazione tecnologica e su nuove forme di didattica e di ricerca”, si legge nella nota dell’associazione che “vuole altresì contribuire attivamente allo sviluppo di un coerente sistema italiano ed europeo per la formazione a distanza, la ricerca avanzata ed il trasferimento tecnologico”. United “permetterà inoltre di implementare il virtuoso dialogo tra gli atenei rappresentati e le Istituzioni locali, nazionali ed europee al fine di garantire una maggiore qualità dell’intero sistema universitario italiano – continua la nota -. Questa nuova realtà, come le associazioni delle Università tradizionali, si propone di diventare un organo consultivo del Mur per le tematiche istituzionali e regolatorie che riguardano gli interessi peculiari della categoria”.
I sette atenei digitali, animati da un interesse comune, svilupperanno attività condivise sul piano della didattica, della ricerca e della terza missione, con particolare riferimento all’utilizzo delle metodologie della formazione a distanza, dell’e-learning e di ogni altra tecnologia digitale avanzata.
“La nascita di questa associazione è un tassello fondamentale nel percorso di valorizzazione delle Università Telematiche. Gli atenei digitali rappresentano un’opportunità per il nostro Paese, che ancora oggi è indietro nella formazione universitaria e nello sviluppo delle tecnologie applicate alle metodologie didattiche rispetto agli altri Stati Europei – ha affermato Paolo Miccoli, neopresidente di United -. Per superare il forte divario nel numero di laureati in Italia, è fondamentale investire in un sistema universitario capillare, flessibile e accessibile, promuovendo la transizione digitale del sapere e valorizzando il lavoro fatto finora dalle Università Digitali”.

– foto ufficio stampa Comin and partners –
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Piano da 500 milioni per il Politecnico di Torino ma c’è il freno della burocrazia

TORINO (ITALPRESS) – Un piano di progetti e investimenti da 500 milioni entro il 2027, di cui 300 milioni già disponibili tra riserve proprie, contributi già approvati e fondi della Bei. Il Politecnico di Torino rilancia così la sua sfida internazionale, e domani all’inaugurazione dell’anno accademico il rettore Guido Saracco ribadirà la necessità di fare presto per non perdere questa opportunità. “Al ministro Anna Maria Bernini domani voglio trasmettere l’urgenza di questa situazione legata anche al Pnrr, vogliamo realizzare tutto entro i termini previsti, perchè una proroga all’italiana non ci sarà” spiega nel corso di una conferenza stampa.
Semplificazione burocratica che riguarda la possibilità di spendere celermente i fondi in eccesso dell’ateneo, ma sono tantissimi i limiti normativi all’azione del Politecnico. “Come inventarsi il proprio lavoro è il motto che abbiamo scelto quest’anno, non è solo un obiettivo ma un reale bisogno anche della città che ogni anno perde 5mila persone, si sta spopolando, e solo noi ne portiamo 2mila dal resto d’Italia e dall’estero” spiega ancora Saracco. “Perchè le imprese italiane possano rimanere agganciate al motore dello sviluppo, occorre che l’Italia entri appieno nell’economia della conoscenza, anche tramite le Knowledge and Innovation Communities promosse dalla Unione Europea: luoghi fisici per promuovere a livello locale la collaborazione tra la tripla elica Università-Industria-Stato e i corpi intermedi tipici di ciascun territorio” spiega ancora il rettore.
Il piano edilizio potrebbe includere anche la riqualificazione di Palazzo Nervi di Torino Esposizioni, dove si potrebbe collocare anche un museo dedicato a Piero Angela. Prevista anche una nuova Cittadella dell’Inclusione Sociale nell’ex Manifattura Tabacchi. Avviate invece a Mirafiori la Città della manifattura avanzata e della mobilità sostenibile (ulteriori 16.000 m2 rispetto ai 5400 m2 già disponibili), la Città dell’Aerospazio in Corso Marche, dove Leonardo SpA ha recentemente conferito uno stabile in affidamento cinquantennale al Politecnico in cui nasceranno 12.000 m2 di laboratori di ricerca, la Città della Transizione Ecologica all’Environment Park di Via Livorno, dove il Politecnico rafforzerà la sua presenza.
L’Ateneo, poi, supporterà analoghe piattaforme dell’Università di Torino: il Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione e la Città della Scienza di Grugliasco. Cui si aggiunge l’ex are Westinghouse, dove dovrebbe sorgere dopo decenni di querelle politica, un centro congressi. Non ci sono però solo gli investimenti edilizi al centro dell’attività del Politecnico, professori e ricercatori e bandi Pnrr porteranno per la ricerca quasi 100 milioni di euro all’anno. Tra le novità anche una pista per test su strada di veicoli elettrici, connessi o a guida autonoma a Trino Vercellese. Infine a livello didattico, il Politecnico propone un vero e proprio cambiamento di paradigma in una parte significativa del percorso didattico di tutti gli studenti, con il potenziamento delle attività legate all’interdisciplinarietà e all’introduzione di insegnamenti di humanities.
Gli studenti toccheranno entro il 2023 le 39.000 unità con un numero di dottorandi raddoppiato dal 2017, saliti da 950 a 1290 i ricercatori e i professori, da 878 a 1068 crescono tecnici, amministrativi e bibliotecari.
-foto xb2-
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Università, Bernini istituisce gruppo di lavoro per l’accesso a Medicina

ROMA (ITALPRESS) – Un gruppo di lavoro per definire il fabbisogno dei medici e adeguare le capacità e l’offerta potenziale del sistema universitario. E’ quanto prevede il decreto del ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini che istituisce una commissione di esperti con l’obiettivo di “esaminare ed approfondire le criticità afferenti alla carenza di medici e professionisti sanitari nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, a misurare l’entità del fenomeno e a individuare le cause e le possibili soluzioni, con particolare riferimento alla necessità di garantire un acceso sostenibile alle professioni sanitarie”.
Il gruppo di lavoro vede il coinvolgimento anche del ministero della Salute e della Conferenza delle Regioni. E’ presieduto da Eugenio Gaudio, ordinario all’Università La Sapienza di Roma. E’ costituito da: Massimiliano Fedriga, Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome; Salvatore Cuzzocrea, Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (la CRUI); Carlo Della Rocca, Presidente della Conferenza Permanente delle Facoltà e Scuole di Medicina e Chirurgia; Gianluca Cerracchio, Direttore della Direzione Generale degli Ordinamenti della formazione superiore e del diritto allo studio del Ministero dell’Università e della Ricerca; Rossana Ugenti, Direttore della Direzione Generale e dell’Ufficio delle risorse umane del Servizio sanitario nazionale del Ministero della Salute.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Università Ferrara, Alba Scerrati più giovane associata Neurochirurgia

FERRARA (ITALPRESS) – Alba Scerrati, Associata di Neurochirurgia nel Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna dell’Università degli studi di Ferrara e dirigente medico di Neurochirurgia presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Sant’Anna, dal 1^ novembre detiene questo significativo primato.
Un altro segnale positivo che viene dall’Università di Ferrara e dall’Azienda ospedaliera universitaria, dove il ruolo apicale è ricoperto rispettivamente dalla Rettrice Laura Ramaciotti e dalla Direttrice generale Monica Calamai. Trentasette anni, da sei mesi mamma, Scerrati si è laureata in Medicina e chirurgia e specializzata in Neurochirurgia all’Università Cattolica del S. Cuore di Roma. Numerose le esperienze formative all’estero, tra cui una fellowship di ricerca presso l’Ohio State University a Columbus (USA). Dal 2019 ha ricoperto il ruolo di ricercatore a tempo determinato tipo B presso l’Università di Ferrara, dove dal 1^ novembre è professore associato.
Componente del board della società Women in Surgery Italia (WIS), che promuove iniziative volte al raggiungimento della parità di genere in chirurgia, insignita nel 2019 dello Young Investigator Award dell’International Society of Neurovascular Disease, Scerrati spiega: “In Italia le donne che ricoprono posizioni universitarie nel campo della Neurochirurgia, oltre a me, sono soltanto due, su un totale di 68 professori ordinari e associati. Le colleghe sono in servizio presso l’Università di Messina, quindi si può dire che sono l’unica associata in Neurochirurgia di tutto il Centro-Nord. Numeri che indicano una lunga strada da compiere verso la parità di genere, in particolare in questo settore della Chirurgia”. Anche all’interno di WIS, Scerrati si occupa attivamente della promozione della figura della donna chirurga e di programmi di mentorship ad hoc: “Non vi sono ragioni, diverse da quelle culturali, per cui le donne non possano accedere a queste posizioni.
Nella survey già pubblicata su una rivista internazionale e che nell’ottobre scorso mi è valsa il premio come miglior poster al congresso della Società Italiana di Neurochirurgia (SINch) si evidenzia come anche se il tasso di soddisfazione tra le donne neurochirurgo in Italia è alto, alcune hanno sperimentato discriminazione di genere, inclusi incidenti di molestie e microaggressioni (circa 1 donna su 2). In termini di disparità di genere, circa ? delle neurochirurghe sono trattate in modo differente rispetto agli uomini, con incarichi meno soddisfacenti, minor considerazione, peggiore mentoring e più aspettative a loro carico. La disparità spesso è correlata a stereotipi tradizionali che persistono nella società e possono influenzare la percezione e le aspettative degli uomini o delle donne sul posto di lavoro.”
“Alcuni primi segnali di cambiamento si vedono – conclude la neurochirurga -. Nell’Ateneo di Ferrara, per esempio, è sempre più frequente una parità nel numero di donne e uomini negli ingressi in specializzazione in Neurochirurgia. Vorrei ringraziare in questa occasione i miei responsabili, la Professoressa Paola Secchiero, che dirige il Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna di Unife, il Professor Pasquale De Bonis e il Professor Michele Alessandro Cavallo, miei mentori ed esempi di professionalità ed eccellenza nel campo della Neurochirurgia”. Scerrati svolge anche l’attività clinica di Neurochirurgo presso l’AOU di Ferrara. I suoi principali interessi scientifici riguardano la ricerca nel campo dell’applicazione di tecnologie di stampa 3D in ambito neurochirurgico (con cui un progetto sulla produzione di protesi craniche ha vinto il secondo premio al bando regionale “Start-Cup 2022”), della neuroncologia, della neurochirurgia funzionale e della neurochirurgia vascolare. Ad oggi Scerrati ha pubblicato più di 90 articoli scientifici su riviste internazionali indicizzate, ed è autrice di diversi capitoli di libri.
“Siamo molto orgogliosi che nel nostro Ateneo vengano valorizzate le alte competenze scientifiche e che queste siano messe a disposizione dell’intera comunità. Mi complimento con la Professoressa Alba Scerrati per il suo impegno in questa direzione, per i risultati conseguiti e per l’esempio stesso che essi rappresentano. Unife si distingue da anni per l’attenzione nei confronti delle tematiche della parità di genere, inserite nel più ampio contesto della promozione dei diritti e del contrasto di ogni forma di discriminazione. Ne sono un esempio tra gli altri il Centro Universitario di Studi sulla Medicina di Genere dell’Università di Ferrara, il bilancio di genere da ormai dodici anni punto cardine del piano di azioni positive e delle politiche di promozione delle pari opportunità del nostro Ateneo. Così come le diverse iniziative per avvicinare le studentesse alle materie STEM, penso ad esempio a “Ragazze digitali” il Summer Camp ICT per le studentesse delle scuole superiori che si è tenuto lo scorso giugno al Dipartimento di Ingegneria”, commenta la Rettrice Laura Ramaciotti.
“La Professoressa Scerrati rappresenta un esempio professionalità, volontà, competenza e impegno, grazie a quali è riuscita a superare gli stereotipi di genere. Come direttrice dell’Azienda Ospedaliero Universitaria e dell’Azienda USL, e anche come donna, continuerò a profondere il massimo impegno per ridurre il gender pay gap, e affinchè esperienze come questa siano sempre più frequenti. In Ausl abbiamo già messo in campo alcuni strumenti, come il Bilancio di Genere, che entro gennaio arriverà anche in Azienda Ospedaliero Universitaria, la nomina della Gender Manager interaziendale ed è in corso di realizzazione, a breve, la Certificazione del bilancio” dichiara la Dottoressa Monica Calamai.

foto: uffico stampa Università Ferrara

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Università, Bernini “Entro giugno cantieri per atenei più moderni”

ROMA (ITALPRESS) – Entro giugno 2023 partiranno nuovi cantieri per opere di edilizia universitaria. E’ stata, infatti, pubblicata sul sito del Ministero dell’Università e della Ricerca la graduatoria delle università statali che hanno avuto accesso alla prima tranche di contributi del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca, istituito per promuovere gli interventi di ammodernamento strutturale e tecnologico delle università, delle istituzioni di alta formazione artistica e musicale e degli enti di ricerca. “Aggiungiamo un altro tassello per rendere i nostri atenei e i luoghi della ricerca e della formazione sempre più a misura di studente. Vogliamo strutture accoglienti, ma soprattutto efficienti, moderne, sostenibili” – ha detto il ministro Anna Maria Bernini – e soprattutto da realizzare in tempi rapidi”. Questa linea di interventi, la prima del Fondo, vede impegnati 537 milioni di euro su oltre 1 miliardo e 400 milioni complessivi in esso confluiti e riguarda lavori di edilizia da avviare entro il prossimo 30 giugno.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Ricercatore della Cattolica traccia per Nature scenari mercato energia

MILANO (ITALPRESS) – Come cambierà la mappa dell’energia globale? I prezzi alle stelle dell’energia spingeranno la produzione di energie rinnovabili? Come muterà il panorama industriale? Quali saranno gli impatti economici sul lungo periodo? La crisi energetica influenzerà le azioni per contrastare il cambiamento climatico? Sono le cinque domande cruciali su cui i ricercatori di tutto il mondo saranno chiamati a focalizzarsi nel 2023. Spetterà a loro trovare risposte adeguate a sostenere nei prossimi mesi l’azione dei governi per fronteggiare l’emergenza. A individuare i temi cruciali in un ambito diventato quanto mai decisivo per l’Europa e il mondo intero è Simone Tagliapietra, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il ricercatore della Facoltà di Scienze Politiche e sociali ha ricevuto dalla rivista “Nature” l’incarico di tracciare alcuni possibili scenari dell’energia per il 2023. Insieme con il co-autore dell’articolo scientifico in uscita sul numero di fine anno della prestigiosa testata, Andreas Goldthau, direttore della Willy Brandt School presso l’Università di Erfurt, oltre a concentrarsi sulla nuova mappa dell’energia mondiale post-guerra in Ucraina, ha cercato di indicare le ripercussioni industriali, economiche e sociali della crisi energetica. Con una particolare attenzione agli effetti – potenzialmente positivi – che questa avrà nel favorire la transizione ecologica. “Nel 2022 i mercati dell’energia sono andati sulle montagne russe», sostengono i ricercatori. Per questo motivo, quello che sta per chiudersi, passerà alla storia come un annus horribilis. Colpa di una crisi energetica scaturita dall’invasione russa dell’Ucraina e, dal conseguente, «uso geopolitico dei flussi di gas naturale” da parte del Cremlino verso l’Europa. Il 2023, dunque, sarà un anno cruciale per capire come evolverà la crisi energetica e in che modo influirà sulle scelte che saranno fatte a livello mondiale per garantire un futuro più sostenibile. “Gli eventi dell’ultimo anno hanno modificato radicalmente la posizione della Russia nei mercati energetici globali e la forma di questi ultimi. Si stanno costruendo nuove alleanze e consolidando quelle vecchie», sostiene Tagliapietra. Da parte sua, l’Unione europea si sta avvicinando ai principali fornitori di gas come la Norvegia, l’Algeria e gli Stati Uniti, nonchè ai produttori in Africa e in Medio Oriente di gas naturale liquefatto. La Russia sta spostando le esportazioni europee perse verso l’Asia. L’Europa avrà una costante riduzione del consumo di gas naturale grazie a una maggiore efficienza energetica e al passaggio a fonti energetiche alternative. A fronte di questo scenario nel 2023, «i ricercatori dovranno valutare se queste misure saranno sufficienti a compensare le mancate importazioni russe e a evitare carenze di approvvigionamento a livello globale”, osserva il ricercatore dell’Università Cattolica. Se i Paesi possano accelerare il passaggio all’energia verde è la domanda chiave per il 2023. I prezzi elevati del petrolio e del gas a livello mondiale incentivano le famiglie e le imprese a installare pannelli solari e pompe di calore per ridurre le bollette energetiche, come hanno fatto in molti quest’anno in Europa. I costi elevati e le forniture limitate di energia spingeranno le industrie a riorganizzare i processi e le sedi. Alcuni settori produttivi ad alta intensità energetica, tra cui quello dell’alluminio, dei fertilizzanti e di altri prodotti chimici, stanno iniziando a spostarsi in luoghi che offrono energia più economica, come gli Stati Uniti o il Medio Oriente. Altre industrie si stanno innovando. Il 2023 farà chiarezza sulle tendenze della “deglobalizzazione” e del nazionalismo economico. Alcuni economisti prevedono che il reshoring (ndr rilocalizzazione delle aziende) rallenterà la transizione energetica globale a causa della frammentazione dei mercati. Secondo Tagliapietra «sarà compito dei ricercatori analizzare cosa succederà alle catene del valore che a livello globale stanno guidando lo sviluppo delle tecnologie verdi, riducendone fortemente il costo, e che sono il risultato di una miscela di innovazione negli Stati Uniti, di investimenti cinesi nella produzione e di sussidi in Europa. Se i Paesi però agiranno in modo isolato e puramente competitivo, questo circolo virtuoso potrebbe prima o poi interrompersi”. Senza dimenticare, poi, che la crisi energetica sta esacerbando le disuguaglianze sociali non solo all’interno dei Paesi ma anche tra di essi. Le famiglie vulnerabili e gli strati a basso e medio reddito sono stati i più colpiti dagli aumenti dei costi energetici. Anche in questo caso i ricercatori dovranno valutare le implicazioni per le politiche nazionali e per le politiche multilaterali di aiuto, prestito e sviluppo e far luce sul modo in cui la crescente povertà energetica, gli shock dei prezzi energetici e l’inflazione indotta dall’energia indeboliscono la coesione sociale e minacciano la stabilità politica. Anche i Paesi ricchi possono essere colpiti, come testimoniano le proteste nel Regno Unito e nella Repubblica Ceca. La crisi energetica influenzerà le azioni per contrastare il cambiamento climatico? Le conseguenze sono potenzialmente gravi. I Paesi a basso e medio reddito si trovano in una posizione di svantaggio rispetto alle risposte occidentali alla crisi energetica. Inoltre, i Paesi ricchi sembrano ipocriti visto che, da un lato, ricorrono al carbone per sostituire le importazioni russe, e dall’altro invitano quelli più poveri a fare il massimo per decarbonizzarsi. “Gli scienziati sociali e politici e gli economisti – suggerisce Tagliapietra – devono pertanto individuare i meccanismi bilaterali, regionali e multilaterali più adatti a promuovere i finanziamenti per il clima, il trasferimento di tecnologie e lo sviluppo di capacità, come previsto dall’accordo sul clima di Parigi. E’ necessario un riesame delle misure transfrontaliere in materia di carbonio”.(ITALPRESS).

Photo credits: Ufficio Stampa Università Cattolica

Regione Emilia Romagna investe 135 mln per garantire borse di studio atenei

BOLOGNA (ITALPRESS) – La Regione Emilia-Romagna accelera sul potenziamento del diritto allo studio universitario e mette sul piatto per l’anno accademico 2022-2023 la cifra record di 135 milioni di euro, per una platea più ampia di beneficiari.
Nell’anno accademico 2021-2022 erano infatti 26.395 gli iscritti agli Atenei regionali risultati idonei ai benefici del diritto allo studio erogati da ER.GO, quest’anno saliranno a 27.155 (2,9% in più) con un incremento di risorse pari a 33,3 milioni, per far sì che il 100% di loro riceva i benefici stabiliti.
Un investimento importante, il più alto di sempre per la Giunta di Viale Aldo Moro, necessario per far fronte al forte aumento del fabbisogno finanziario (+32,7%) conseguente alle norme di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e alla scelta della Regione di ampliare al massimo la platea dei beneficiari.
Questo obiettivo è stato raggiunto anche grazie agli Atenei, che complessivamente hanno contribuito con un milione di euro, a testimonianza di come il diritto allo studio sia un valore condiviso tra le istituzioni del territorio.
Per andare incontro alla crescente domanda di sostegno e per puntare su una regione sempre più inclusiva e attrattiva a livello nazionale e internazionale, la Giunta regionale, cogliendo l’opportunità indicata dal PNRR, ha infatti deciso la scorsa estate di aumentare a 24.335,11 euro l’Isee per l’assegnazione della borsa e dei servizi; in corrispondenza di questo aumento della soglia per i benefici, gli Atenei emiliano-romagnoli hanno innalzato anche la propria no tax area.
Più alto anche l’importo unitario della borsa di studio – 6.157,74 euro per i fuori sede, 3.598,51 euro per i pendolari e 2.481,75 euro per gli studenti in sede – con la previsione di ulteriori incrementi del valore della borsa per chi si trova in maggiori difficoltà economiche e per le studentesse iscritte alle lauree Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Per queste ultime la maggiorazione dell’importo della borsa è del 20%, e ne beneficeranno in Emilia-Romagna più di 2.800 studentesse.
Il punto sulle politiche regionali per consentire al maggior numero possibile di giovani di raggiungere i più alti gradi dell’istruzione, con una particolare attenzione agli studenti meritevoli con minori possibilità economiche, è stato fatto oggi in conferenza stampa a Bologna dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini e dall’assessora regionale all’Università, Paola Salomoni. Hanno partecipato, in presenza o collegati da remoto, anche i Rettori degli Atenei con sede in Emilia-Romagna: Paolo Andrei, Rettore dell’Università di Parma, Carlo Adolfo Porro, Rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Laura Ramaciotti, Rettrice dell’Università di Ferrara, e Federico Condello, delegato per gli studenti e le studentesse dell’Università di Bologna in rappresentanza del Rettore, Giovanni Molari.
“Il diritto allo studio- affermano Bonaccini e Salomoni- è tra le priorità del programma di mandato della Giunta e lo dimostrano le risorse stanziate, che continuiamo ad aumentare, per far sì che tutte le studentesse e gli studenti idonei possano usufruire della borsa di studio. Mai come in questo anno accademico sono state investite così tante risorse per finanziare completamente il fabbisogno di borse di studio, che è aumentato del 30% rispetto all’anno scorso. Tra le tante novità di quest’anno, siamo particolarmente soddisfatti della maggiorazione riservata alle studentesse delle lauree Stem che scontano ancora, purtroppo, una ridotta presenza”.
“Il sistema universitario dell’Emilia-Romagna- aggiungono presidente e assessora- grazie anche allo straordinario lavoro dei nostri Atenei, che ringraziamo per il supporto, si dimostra sempre più capace di attrarre i giovani da fuori, un onore ma anche una sfida per testimoniare che chi viene a studiare e studia in Emilia-Romagna ha la sicurezza di trovare il massimo dei benefici che gli spettano. Questo impegno- concludono Bonaccini e Salomoni- va anche nella direzione che abbiamo delineato nel nuovo progetto di legge sui talenti, perchè più della metà di queste borse sono destinate a studenti fuori sede e quindi lavoriamo proprio sul diritto allo studio come forte leva di attrattività”.
-foto ufficio stampa Regione Emilia Romagna-
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Nasce il primo master in Marketing e Sostenibilità dell’Agroalimentare

MILANO (ITALPRESS) – Grazie alla collaborazione con Intesa Sanpaolo, si svolgerà nella sede di IULM Communication School a Milano, il Master specialistico in Marketing e Sostenibilità dell’Agroalimentare. E’ il primo percorso formativo in Italia dedicato alla filiera agroalimentare, alla gestione strategica delle tecniche avanzate di marketing, alla comunicazione e alla customer experience applicate ai mercati internazionali, oltre che allo sviluppo di competenze in ambito di sostenibilità. Sono previsti interventi volti ad approfondire come accrescere la competitività di lungo periodo delle aziende del sistema agroalimentare italiano. Il percorso formativo permetterà di creare figure professionali preparate e responsabili, capaci di rafforzare l’azione di imprese e operatori della promozione di un sistema economico e sociale che costituisce un patrimonio e un reale fattore di distintività del Made in Italy.
Nel dettaglio le lezioni consentiranno di analizzare la filiera agroalimentare in termini di soggetti, relazioni economiche, interconnessioni a fronte della geopolitica della filiera stessa, oltre allo studio delle strategie competitive come trend, posizionamento, fattori di successo e modelli di business prevalenti. In termini di consumi e consumatori verrà affrontata la sociologia dei consumi, la psicologia del consumatore ed i trend di consumo agroalimentare.
Anche la comunicazione e l’esperienza del cliente giocheranno un ruolo chiave nello studio del marketing avanzato e delle ricerche di mercato, in merito all’omnicanalità e alla customer experience, nella scelta dei mercati e delle modalità di presenza all’estero oltre che in relazione ai finanziamenti e servizi a supporto della promozione internazionale e dell’e-commerce.
Valorizzazione emozionale e fattori di successo verranno rappresentati agli studenti sotto forma di story-telling e digital marketing, food-safety e blockchain per quanto concerne sia la valorizzazione della qualità e della sicurezza alimentare, sia la sostenibilità di filiera e l’eco-sostenibilità e innovazione del packaging.
La direzione scientifica del Master specialistico è del professor Gianni Canova, rettore dell’Università IULM: “Il sistema agroalimentare è una delle indiscusse eccellenze di questo Paese – ha dichiarato il professor Canova – un sistema formato per lo più da aziende di medie e piccole dimensioni, distribuite capillarmente in tutto il territorio nazionale, ma con una cura particolare dedicata alle specificità dei singoli territori e anche alle produzioni agricole e alimentari che a essi sono legate. Un sistema che è stato duramente colpito dalla pandemia, ma che ora ha bisogno di ripartire, di investire e di innovare all’insegna della sostenibilità. Questo è un settore che necessita di un capitale umano formato per rispondere alle nuove esigenze che vengono poste dal mondo cambiato dopo l’esperienza della pandemia”.
“Il Master Marketing e Sostenibilità dell’Agroalimentare, grazie al prestigio di IULM Communication School, testimonia il ruolo chiave della formazione universitaria e post universitaria nella strategia di Intesa Sanpaolo – ha sottolineato Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness della banca guidata da Carlo Messina -. Un ruolo centrale ed importante anche in ambito agroalimentare per sostenere uno dei settori di maggior sviluppo del Made in Italy nel mondo. Con questa collaborazione vogliamo favorire anche la transizione green nelle numerose piccole e medie imprese del settore, fondamentali per la crescita delle filiere e dell’export dei distretti del cibo”. “Un sostegno – ha aggiunto – che vede nella nostra Direzione Agribusiness un centro di eccellenza dedicato, grazie agli oltre mille specialisti sul territorio in grado di mettere a disposizione competenze e progettualità per contribuire alla costruzione di un nuovo modello di agricoltura sostenibile e avanzata, anche grazie alle iniziative a supporto del PNRR”.
Il coordinamento didattico è a cura del professor Massimiliano Bruni, docente di Strategia aziendale alla IULM e delegato del Rettore per l’Ottimizzazione dei rapporti fra didattica e mondo delle imprese.
Le lezioni saranno svolte da accademici di atenei italiani, esperti del settore e manager d’impresa. Della faculty fa parte anche Maurizio Martina, vicedirettore generale della FAO.
Il master, in lingua italiana, è composto da 10 moduli didattici, di cui uno interamente dedicato a visite aziendali, per un numero complessivo di 200 ore di lezioni e testimonianze in presenza.
La collaborazione con Intesa Sanpaolo nasce dall’aver rafforzato in questi anni il presidio verso il settore agro-alimentare italiano attraverso la Direzione Agribusiness focalizzata sulle piccole e medie imprese di questo comparto, offrendo loro prodotti finanziari e consulenza dedicate. La Direzione Agribusiness opera all’interno della Divisione Banca dei Territori del Gruppo, con una struttura composta da circa 1.000 professionisti a servizio di circa 80 mila clienti e con 230 punti operativi di cui 85 filiali specializzate, concentrate in particolare nelle aree a maggior vocazione agricola del Paese.
Il Master, della durata di 11 mesi, da gennaio a novembre 2023, è rivolto a candidati in possesso di una laurea vecchio ordinamento o di una laurea triennale nuovo ordinamento, oppure diploma di scuola superiore con almeno 3 anni di esperienza professionale.
I candidati potranno presentare la domanda online sul sito http://servizionline.iulm.it/ allegando CV e lettera motivazionale. Seguirà un colloquio con la commissione di selezione del Master.
A fronte dei costi di iscrizioni reperibili on line sul sito indicato, sono state messe a disposizione da Intesa Sanpaolo 15 borse di studio e un finanziamento specifico “X Merito”.
Approfondimenti sul finanziamento sono disponibili sul sito di Intesa Sanpaolo.
La chiusura delle preiscrizioni è prevista il 13 gennaio, con inizio lezioni il prossimo 26 gennaio 2023.

– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
(ITALPRESS).