Home Università Pagina 34

Università

Progetto FATA, legame crescente tra contraffazione online e reati finanziari

0

MILANO (ITALPRESS) – Crescente convergenza tra contraffazione online, reati finanziari e cybercrime; crescita dei domini fraudolenti e dei furti di identità di venditori e acquirenti online; necessità di un approccio integrato pubblico-privato per contrastare l’evoluzione di questi fenomeni criminali. Sono stati questi i temi al centro della conferenza finale del progetto FATA – From Awareness To Action, tenutasi oggi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, e trasmessa online, a cui hanno partecipato esperti di Transcrime – Università Cattolica del Sacro Cuore, Ministero dell’Interno – Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio Analisi Criminale, Europol, Ministero dello Sviluppo Economico, Guardia di Finanza, Amazon – Counterfeit Crimes Unit, Associazione Bancaria Italiana – ABI Lab e Police Intellectual Property Crime Unit – City of London Police. I relatori hanno fornito numerosi dati e casi studio che aiutano a capire l’evoluzione della contraffazione online – maggiori dettagli possono essere trovati nel rapporto finale.
Cresce il legame tra vendita online di prodotti contraffatti, reati finanziari (come le frodi nei metodi di pagamento) e reati cyber; cresce il furto di credenziali ed account sulle piattaforme online, ad esempio attraverso schemi di Account Takeover (+347% tra 2018 e 2019 secondo TransUnion 2020); crescono le frodi nei metodi di pagamento, la diffusione di malware e il furto d’identità tramite tecniche di phishing oppure e-skimming, come rilevato anche da una recente analisi dell’EUIPO (2021) in cui circa il 49% di 1000 domini web fraudolenti analizzati, relativi a 20 titolari di diritti di proprietà intellettuale, veniva utilizzato non solo per vendere prodotti contraffatti ma anche per sottrarre dati di pagamento e di navigazione degli utenti; crescono, soprattutto in seguito all’emergenza COVID-19, le campagne pubblicitarie fraudolente sulle app di messaggistica e sui social media per la vendita di prodotti contraffatti (Europol 2021).
Ad esempio, nel 2019 è stato registrato un aumento del 171% rispetto al 2016 degli account Instagram utilizzati per vendere prodotti contraffatti (Stroppa et al. 2019) che pubblicizzano link esterni a siti web proprietari che, ancora una volta, vengono utilizzati per la diffusione di malware; sempre più centrale la presenza di influencer che promuovono prodotti contraffatti, soprattutto su social media e app di messaggistica, fungendo da intermediari per i produttori di questi beni.
Numerose le indagini a livello nazionale ed internazionale, approfondite all’interno del report finale, che hanno dimostrato questi nuovi schemi criminali e modi operandi: come l’operazione Right Time della Guardia di Finanza, che ha rivelato l’uso di società di comodo create per occultare la vendita online di orologi contraffatti; oppure Bologna Luxury, in cui una giovane influencer faceva da tramite su social media tra produttori di beni contraffatti in Cina e consumatori finali in Italia; o anche Pinar, coordinata da Europol, che ha fatto luce sui metodi avanzati di riciclaggio usati per ripulire i proventi da un’organizzazione dedita alla vendita di prodotti contraffatti.
Nella conferenza finale di oggi si è discusso anche di quali misure adottare per prevenire e contrastare l’evoluzione del fenomeno. A cominciare da una più forte collaborazione pubblico-privata, che porti a dialogare insieme attori pubblici e privati attivi nell’anti-contraffazione con quelli attivi in ambito anti-riciclaggio (es. Unità di Intelligence Finanziarie, banche, altri soggetti obbligati) o di cybersicurezza. Oppure l’adozione di modelli e strumenti evoluti per l’early detection di venditori fraudolenti e società di comodo, alla costituzione di unità di eccellenza nel settore privato, come la Counterfeit Crimes Unit di Amazon che collabora proficuamente con forze dell’ordine e istituzioni in tutto il mondo.
“Il Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale, Ufficio interforze del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, ha affrontato le importanti tematiche legate al riciclaggio dei proventi della contraffazione online e ai relativi flussi finanziari”, ha detto il Prefetto Vittorio Rizzi, vicedirettore generale della Pubblica Sicurezza – Direttore Centrale della Polizia Criminale.
“In questo contesto – ha aggiunto – si ritiene prioritaria un’azione complessiva che sia volta ad individuare diverse ed innovative strategie di prevenzione e contrasto. Per affrontare questo fenomeno criminale, pervasivo ed in continua evoluzione, occorre implementare ulteriormente la collaborazione tra i diversi attori pubblici e privati, sviluppare attività formative trasversali e predisporre ogni utile strumento di condivisione che metta a fattor comune le diverse competenze per affrontare le sfide del futuro”.
“Con l’evento di oggi Crime&tech e Università Cattolica hanno riunito allo stesso tavolo ricercatori, autorità pubbliche a livello nazionale ed europeo, ed esponenti del settore privato. L’evoluzione della contraffazione online e la crescente convergenza con reati finanziari e cyber richiedono un approccio innovativo ed integrato di tutti questi attori. Il progetto FATA è il primo passo in questa direzione”, commenta il professor Ernesto U. Savona, direttore del centro di ricerca Transcrime e CEO di Crime&tech-Università Cattolica del Sacro Cuore.
“Siamo lieti di sostenere questo progetto che rappresenta un modello vincente di collaborazione tra enti pubblici e privati – ha dichiarato Kebharu Smith, Director della Counterfeit Crimes Unit di Amazon -. La collaborazione è al centro di ciò che Amazon e la sua Counterfeit Crimes Unit fanno ogni giorno in tutto il mondo. Collaboriamo con marchi, forze dell’ordine e clienti in tutto il mondo per identificare gli schemi criminali utilizzati dai contraffattori e perseguirli, con l’obiettivo di fermarli definitivamente. Abbiamo aumentato del 300% il numero di contraffattori che abbiamo citato in giudizio o denunciato penalmente rispetto allo scorso anno. In Italia, supportiamo sia le piccole e medie imprese italiane sia i marchi iconici come Ferragamo e Valentino per identificare le violazioni della proprietà intellettuale, segnalarle alle autorità e agire contro i contraffattori”. “Ci impegniamo a mantenere un dialogo aperto con istituzioni e forze dell’ordine, e a esplorare nuove modalità di collaborazione e condivisione delle informazioni, come suggerito nel rapporto FATA. Siamo più efficaci quando lavoriamo insieme”, ha sottolineato.
Il progetto FATA è realizzato da Crime&tech, spin-off di Università Cattolica-Transcrime, con il ministero dell’Interno – Direzione Centrale della Polizia Criminale – Servizio Analisi Criminale e con il supporto di Amazon. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito web ufficiale, dove è disponibile il report finale del progetto.

-foto ufficio stampa Università Cattolica del Sacro Cuore –

(ITALPRESS).

Università Palermo, scoperta una terapia per trattare l’obesità

PALERMO (ITALPRESS) – Il professore Silvio Buscemi del Dipartimento PROMISE-Promozione della Salute, Materno-Infantile, Medicina Interna e Specialistica di Eccellenza “G. D’Alessandro” dell’Università degli Studi di Palermo è tra gli autori di uno studio multicentrico internazionale sulla cura dell’obesità i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Nature Medicine”.
Lo studio, dal titolo “Two-year effects of semaglutide in adults with overweight or obesity: the STEP 5 trial”, è stato condotto al Policlinico “Paolo Giaccone”, centro coordinatore nazionale, e ha confermato la disponibilità di terapie sempre più efficaci per trattare l’obesità.
“Semaglutide, farmaco già noto ed in commercio alla dose settimanale massima di 1 mg per il trattamento del diabete, si è dimostrato molto efficace per il trattamento dell’obesità con un dosaggio di 2.4 mg – spiega Buscemi – Lo studio STEP 5 ha avuto una durata di 104 settimane al termine delle quali è stata ottenuta una perdita media di peso pari al 15.2% rispetto al peso iniziale. In pratica, alla fine dello studio, il 77% circa dei partecipanti ha ridotto il proprio peso corporeo di almeno il 5%, che è il valore soglia per considerare efficace un trattamento per l’obesità”.
“Sono dati molto importanti – prosegue il docente – e, in molti casi, l’entità del calo di peso è raffrontabile a quello che può ottenersi con la chirurgia dell’obesità. Il farmaco si è dimostrato sicuro ed i principali effetti indesiderati sono quelli già noti, di tipo gastrointestinale, il più delle volte di lieve entità e transitori. Di fatto, gli effetti indesiderati hanno comportato la sospensione del trattamento molto raramente, solo nel 3.9% dei casi contro lo 0.7% del gruppo placebo. Stiamo vivendo un momento epocale, una vera rivoluzione nel campo del trattamento dell’obesità, una malattia sino a qualche anno addietro priva di trattamento farmacologico, e nel futuro disporremo di farmaci sempre più efficaci. L’auspicio – conclude Buscemi – è che questi farmaci, in considerazione della loro efficacia, possano essere garantiti dal sistema sanitario nazionale”.
foto ufficio stampa Università di Palermo
(ITALPRESS).

L’Università Federico II di Napoli apre la nuova sede a Scampia

NAPOLI (ITALPRESS) – Dal degrado alla riqualificazione, dalle Vele all’ateneo federiciano con la grande voglia di eliminare le immagini di Gomorra, scardinare i pregiudizi negativi e far emergere le tante realtà ed esperienze positive che in questi anni hanno preso piede nel quartiere: è una giornata da ricordare per Scampia che da stamattina ospita il nuovo polo universitario della Federico II di Napoli, sarà la casa dei corsi di laurea triennale e magistrale delle professioni sanitarie. Un viaggio lungo e pieno di ostacoli, iniziato 25 anni fa, quando si iniziò a parlare per la prima volta di portare l’ateneo più antico d’Europa nella periferia nord del capoluogo campano. Nel 2006 l’approvazione del progetto dell’architetto Vittorio Gregotti e la firma del primo protocollo d’intesa tra istituzioni e università, un atto fortemente voluto dall’ex Presidente della Regione, Antonio Bassolino (oggi presente all’inaugurazione), che ha dato il via al lungo iter dei lavori.
Questa mattina alle 11 il taglio del nastro con il ministro uscente dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, il sindaco partenopeo Gaetano Manfredi, il governatore Vincenzo De Luca, il rettore della Federico II Matteo Lorito, l’arcivescovo di Napoli Mimmo Battaglia e la bellissima Zeudi Di Palma, la ragazza partita da Scampia e diventata Miss Italia: altro simbolo di un quartiere che sta facendo di tutto per mostrare al mondo un’altra immagine di sè. La cerimonia d’apertura, preceduta all’esterno da un piccolo momento di protesta pacifica da parte dei disoccupati, si è conclusa con il battesimo dell’Aula Magna da 500 posti dove le istituzioni hanno accolto gli studenti (già da oggi il via alle lezioni) e illustrato funzioni e caratteristiche della struttura di 7 piani (di cui uno interrato) che si estende su una superficie di oltre 21mila metri quadri. Sono 32 e 32 le aule e i laboratori, 50 gli uffici e 2263 i posti a sedere, ma ci sono anche 5 sale operatorie, stanze di degenza, sale per fisioterapia e riabilitazioni, studi e ambulatori medici. Ben 16 i corsi di laurea triennale e 6 di laurea magistrale: si parte con 665 studenti, ma a pieno regime si arriverà a quota 2.660. Oltre alla didattica, si farà ricerca con innovativi sistemi tecnologici per una sanità digitale e connessa e si farà assistenza con ambulatori e day surgery che saranno a servizio della comunità.
“Ho fiducia perchè l’Università Federico II ha dimostrato di saper aprire in altre aree territoriali con successo: può farlo anche qui” dice il ministro Messa. “Per me è la prima volta che vengo, è un quartiere bello, ha molte possibilità di crescita. Conoscendo cos’è la vita di periferia, perchè anche io vengo da un’università di periferia, so che va mantenuta l’attenzione molto alta e bisogna essere molto determinati. Abbiamo cercato di dare tutti gli strumenti necessari per far sì che questa sia una struttura dinamica. Essere dinamici vuol dire includere i giovani, saper attrarre i ricercatori, creare una mobilità che non sia solo dall’Italia verso l’estero ma anche dall’estero all’Italia”.
“E’ sicuramente una giornata importante” afferma invece il Presidente della Campania, Vincenzo De Luca. “Non c’è alcuna connessione – sostiene il governatore – fra questa immagine di quartiere bellissimo, dal punto di vista urbanistico oltre che della manutenzione, e l’auto rappresentazione che ci siamo dati di Scampia e quindi di Napoli. Non è che qui la camorra sia scomparsa, abbiamo radicamento di delinquenza organizzata pesante, ma sappiamo anche che la realtà è talmente complessa e ricca che merita di essere descritta in tutti i suoi aspetti, in maniera onesta ed equilibrata, anche con le migliaia di persone per bene e famiglie normali che vivono a Scampia e che ci presentano l’immagine di una grande, bella e moderna città del nostro Paese”.
“Scriviamo un pezzo importante per la città e per la Federico II che dopo 800 anni di storia apre anche a Scampia – dice il rettore Lorito – Oggi lo posso dire, è stato difficilissimo, abbiamo pensato di non farcela ma ci abbiamo creduto fino alla fine e adesso si parte veramente: i ragazzi sono in aula. Porteremo le associazioni all’interno, useremo l’Aula Magna per fare eventi, concerti, una struttura per un quartiere dove c’era un’attesa spasmodica, volevano tutti questa università e da oggi si viene qui per studiare. Qualcuno ha parlato del pericolo di una cattedrale abbandonata nel deserto, ma non sarà così: la Federico II di cattedrali abbandonate non ne ha e Scampia non è un deserto”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Napoli, Manfredi, che mette l’accento sulla volontà degli abitanti del quartiere: “La tensione e la spinta data dal territorio, che ha sempre fortemente rivendicato il completamento dell’opera e l’insediamento concreto dell’università, è stata la vera chiave di volta. Questa struttura rappresenta un punto di arrivo ma anche di partenza di una nuova fase per Scampia. Intorno alla facoltà possono nascere tante iniziative sull’innovazione tecnologica come è successo in altri quartieri della città. Scampia è un bel quartiere, c’è una bella realtà dal punto di vista anche architettonico, bisogna lavorare molto sulla qualità dei servizi. C’è ancora tanto da fare ma sono fiducioso: con l’abbattimento delle Vele si creano spazi importanti e lì dobbiamo immaginare un grande progetto di rilancio anche produttivo e di sviluppo del quartiere”.

– foto: xc9/Italpress

(ITALPRESS).

Università Palermo, progetto per il recupero delle risorse dalla depurazione delle acque

PALERMO (ITALPRESS) – E’ stato inaugurato all’Università di Palermo, alla presenza del rettore Massimo Midiri, il “WRRF water resource recovery”. Si tratta dell’unico impianto dimostrativo sperimentale a livello mondiale all’interno di un campus universitario, dedicato al riuso dell’acqua depurata ed al recupero di risorse della depurazione (bioplastiche e fertilizzanti a base di fosforo ed azoto) e alla minimizzazione dei fanghi biologici attraverso la applicazione di tecnologie avanzate (water smart solutions).
“E’ un esempio evidente di sostenibilità – afferma il rettore Midiri – noi ci crediamo molto. Questo è un esempio concreto e spero possa diventare un modello. Vi è anche la collaborazione con altri due paesi: Corleone e Marineo, dove ci sono altri due impianti sperimentali di questo tipo, ciò mostra come l’Università si pone alla guida di un ragionamento che speriamo possa veramente portare ad un miglioramento della nostra condizione di vita”.
Il dimostrativo è realizzato nell’ambito del progetto europeo “Wider-Uptake: Achieving wideruptake of water smart solutions”, di cui è responsabile scientifico per UniPa Giorgio Mannina, ordinario di Ingegneria Sanitaria-Ambientale, ed ha come principale obiettivo la possibilità di recuperare materie prime (fosforo, azoto, biopolimeri e acqua trattata per il riuso) dalla depurazione delle acque reflue favorendo la simbiosi industriale per portare il concetto di innovazione sul mercato.
“Sulla sostenibilità c’è un intero laboratorio di ricerca – continua il rettore Midiri – che riguarda moltissimi temi: dalla sostenibilità ambientale all’ecologia, strettamente correlati anche alla biodiversità. In questo momento, un gruppo di nostri docenti e studenti sta lavorando per mettere in campo delle proposte che possono diventare linee guida in ambito sia regionale che nazionale”.
Il dimostrativo, realizzato nell’ambito del progetto europeo Wider-Uptake: Achieving wideruptake of water smart solutions che ha ricevuto dalla Commissione Europea un finanziamento che supera gli 11 milioni di euro di cui oltre un milione e mezzo ad UniPa, è composto da quattro elementi principali: un impianto di sollevamento composto da una vasca di raccolta, un sistema intelligente di controllo delle pompe ed una condotta di convogliamento dell’acqua reflua prodotta dal campus UniPa di circa 600 metri sottotraccia; una stazione sperimentale con impianti pilota composti da tre linee: riuso e minimizzazione dei fanghi, bioplastiche e produzione fertilizzanti; un laboratorio in materiale ecosostenibile (legno lamellare) per le misure dei parametri della stazione pilota; una serra in plastica ed acciaio per lo studio degli effetti.
“Il dimostrativo sul riuso dell’acqua e recupero di materie prime dalla depurazione realizzato da UniPa può essere utilizzato come modello su scala più grande a livello regionale – spiega il professore Giorgio Mannina, ordinario di Ingegneria Sanitaria -Ambientale e responsabile scientifico del progetto WiderUptake per l’Ateneo di Palermo, recentemente insignito del premio internazionale Biennal Meadal Award 2022 – La Sicilia ad oggi, nonostante la carenza di acqua che portano ad un altissimo potenziale di riuso dell’acqua e avvio di economia circolare, non possiede sistemi ed infrastrutture di questo tipo. Pertanto, tale modello offre delle grandi potenzialità a livello regionale e rappresenta un evidente segnale dell’Ateneo di Palermo verso la sostenibilità ambientale”.
Nel corso dei primi due anni di attività del progetto Wider-Uptake: Achieving wideruptake of water smart solutions sono stati realizzati altri due dimostrativi sperimentali, uno al depuratore di Corleone che ha come obiettivo il riuso dell’acqua e la minimizzazione dei fanghi di depurazione, e uno, finalizzato alla produzione di bioplastiche e fertilizzanti a lento rilascio, al depuratore di Marineo.
L’Università di Palermo fa parte di Wider-Uptake con un team di ricerca dalla forte connotazione multidisciplinare che coinvolge quattro dipartimenti: Ingegneria, Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali, Giurisprudenza e Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche.

foto xf1 Italpress
(ITALPRESS).

Cultural Diplomacy, via di pace e di tutela della democrazia

ROMA (ITALPRESS) – Sessanta partecipanti in 5 anni provenienti da 32 Paesi del mondo (con una forte presenza dall’Europa dell’est, poi Americhe, Medio Oriente e Africa); il 98 per cento degli studenti internazionali che hanno frequentato il programma formativo ha oggi un lavoro stabile (il 90 per cento nei settori specifici del Master). Sono i numeri principali dell’International Program and Master in Cultural Diplomacy dell’Università Cattolica, presentati dalla professoressa Federica Olivares, sua ideatrice e coordinatrice, nel corso del Graduation Day che si è tenuto questo pomeriggio a Roma all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, e che ha visto la consegna dei diplomi agli studenti della quinta edizione del Programma internazionale di alta formazione.
All’evento, intitolato ‘Usque ad sidera!’, sono intervenuti l’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Francesco Di Nitto, il Rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, e la Direttrice dell’Ufficio per le Politiche Spaziali e Aerospaziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri Elena Grifoni Winters.
“Oggi celebriamo i primi 5 anni del nostro programma internazionale e Master in diplomazia culturale e i nostri primi 60 ambasciatori del dialogo e pionieri dell’innovazione, che abbiamo avuto il privilegio e la responsabilità di forgiare nel nostro programma educativo – ha dichiarato la professoressa Federica Olivares -. Negli ultimi 3 anni, il Master si è sviluppato in un più ampio programma internazionale in Public and Cultural Diplomacy, che ora è una piattaforma di ricerca, principalmente sui diversi generi strategici della diplomazia come: Diplomazia civica nelle democrazie contemporanee, Diplomazia sportiva per la nuove Linee guida per la Commissione Ue in vista delle Olimpiadi Europee di Parigi 2024 e Milano-Cortina 2026 e, non da ultimo, la Business Diplomacy con i suoi maggiori impatti sullo scenario globale come lo vediamo così vividamente ai giorni nostri”.
“Non possiamo attenderci che gli strumenti della Cultural Diplomacy ci portino rapidamente alla pace – ha detto il Rettore Franco Anelli – Però la guerra ha riproposto in modo drammatico i temi della propaganda, della disinformazione, di una retorica patriottica bellicista, della educazione delle nuove generazioni al conflitto, all’idea del “nemico”. Sono processi di degenerazione dell’identità culturale delle nazioni e dei popoli, che avvelenano il dialogo tra culture differenti, tra i leader di sistemi politici differenti. Nell’attuale contesto internazionale, la Cultural Diplomacy avrà sempre più un ruolo rilevante. Laddove il confronto politico non basta più, la Cultural Diplomacy rappresenta il tassello aggiuntivo che può consentire un dialogo sincero e una pace duratura. Già solo per questa ragione, l’Università Cattolica non può non dedicare un’attenzione crescente a questo ambito di studi”.
“Dopo cinque edizioni, possiamo dire che uno dei più importanti risultati di questo master è di aver posto la Cultural Diplomacy tra gli ambiti ai quali l’Università Cattolica riserva e riserverà un’attenzione crescente. – ha continuato il Rettore – E’ un ambito intrinsecamente interdisciplinare e cruciale per la formazione dei nostri studenti, che sono cittadini del mondo”. “Valorizzare la Cultural Diplomacy non è però un compito semplice – ha concluso – Alcuni paesi non democratici utilizzano gli intenti della Cultural Diplomacy per propagandare messaggi attraenti, ma che hanno l’intento reale di raggiungere altri obiettivi. Occorre quindi studiare e utilizzare gli strumenti della Cultural Diplomacy con un approccio critico, un approccio che consideriamo indispensabile per la formazione di tutti gli studenti, perchè consente di distinguere i reali intendimenti degli Stati, delle leadership, delle imprese pubbliche e private. Il mio auspicio è allora quello di continuare a studiare e approfondire questi temi perchè il futuro della Cultural Diplomacy è strettamente legato al futuro della democrazia”.
Nel suo Keynote Speech sulla diplomazia spaziale – come lente attraverso cui interpretare lo scenario geopolitico globale – Grifoni Winters ha dichiarato: “Siamo rimasti tutti scioccati e rattristati da quello che è successo il 24 febbraio, la mia generazione di europei non è mai stata così vicina a una guerra – ha dichiarato Grifoni Winters -. Questi tragici eventi hanno anche dato una svolta drammatica alle nostre relazioni con la Russia nel settore spaziale, ma la mia esperienza, e la mia convinzione personale, è che – nonostante tutto questo – dobbiamo continuare a cercare di trovare un modo per cooperare, perchè senza cooperazione non c’è pace, e senza pace non c’è progresso”. Grifoni Winters ha spiegato qual è la relazione tra spazio e diplomazia portando come esempio la Stazione Spaziale Internazionale: “Questo programma, nato negli anni ’80, è diventato uno strumento di pace e cooperazione globale subito dopo la caduta del muro di Berlino e lo smantellamento dell’Urss, e anche uno strumento di controllo. Grazie a questa cooperazione è stato possibile continuare a lavorare e supervisionare una generazione di ingegneri spaziali sovietici altamente qualificati che, altrimenti, si sarebbero ritrovati senza lavoro e avrebbero potuto “vendere” le proprie conoscenze in modo non controllato”.
Durante l’evento sono state premiate le Istituzioni e le aziende che hanno sostenuto l’International Program and Master in Cultural Diplomacy in questi cinque anni: Ministero degli Affari Esteri, Ministero della Cultura, ENI, Intesa Sanpaolo, ENEL (Res4Africa Foundation), Human Technopole, Stauffer Academy, Fondazione Santagata.
Infine, la Professoressa Olivares è stata insignita dell’Ordine della Stella d’Italia, onorificenza concessa dal Presidente della Repubblica a quanti abbiano acquisito particolari benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e di collaborazione tra l’Italia e gli altri Paesi e nella promozione dei legami con l’Italia, con la seguente motivazione: “La Professoressa Federica Olivares, nella sua collaborazione con entità Accademiche e col Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha maturato nel suo percorso professionale riconosciuti meriti nella promozione del dialogo internazionale basato sulla Diplomazia Culturale, distinguendosi per un approccio attento alla geopolitica, come anche ai rapporti interreligiosi e valoriali. Membro di prestigiose Istituzioni culturali in Italia e all’estero, per la sua autorevolezza le sono state affidate significative iniziative istituzionali a livello internazionale. La particolare attenzione ai valori e al dialogo interreligioso l’ha condotta a privilegiare le relazioni con le Ambasciate presso la Santa Sede, compresa l’Ambasciata d’Italia”.

– foto: uffico stampa Università Cattolica

(ITALPRESS).

Al via il quinto bando Bicocca Università del Crowdfunding

MILANO (ITALPRESS) – Un’opportunità per trasformare un’idea progettuale in un prodotto o in un servizio: si apre oggi il quinto bando Bicocca Università del Crowdfunding. Grazie al programma dell’Università di Milano-Bicocca tutti i componenti della comunità di Ateneo hanno la possibilità di avviare un progetto con il sostegno del finanziamento diffuso attraverso la piattaforma Produzioni dal Basso. Saranno cinque le proposte che verranno selezionate – tra quelle presentate entro il 16 dicembre prossimo – da una commissione composta da rappresentanti del mondo accademico e delle aziende e istituzioni partner.
Quattro le aree tematiche scelte per questa edizione, ciascuna legata ad un partner che co-finanzierà il team selezionato. EIT Raw materials, consorzio europeo che si occupa delle materie prime non fossili a supporto della transizione energetica che per la prima volta attiva una collaborazione sul crowdfunding, sosterrà progetti che puntino su nuove tecnologie a basso impatto ambientale per la sostituzione o il recupero di materie prime critiche o strategiche da rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, o iniziative finalizzate ad incentivare il conferimento di questi rifiuti da parte dei cittadini. Ntr Biosensors co-finanzierà progetti nell’ambito della riabilitazione come lo sviluppo di materiali biocompatibili per device indossabili, sensori indossabili o di prossimità e modalità di interazione paziente/macchina.
Il Consorzio Corepla, storico partner di #BiUniCrowd, sceglie quest’anno un approccio radicalmente nuovo e punta su idee che aiutino i cittadini a differenziare la plastica attraverso app dedicate o campagne di comunicazione, o lo sviluppo di modalità di analisi che consentano di migliorare l’interpretazione dei dati relativi al campionamento che il Consorzio effettua sui rifiuti di imballaggio in plastica, di propria competenza, in fase di ingresso e di uscita dai centri di selezione e trattamento. Fondazione di Comunità Milano conferma il proprio impegno per la cura e la rigenerazione di beni comuni in ambito sociale, culturale e ambientale.
Anche i progetti che non rientrano in queste aree tematiche possono concorrere. In questo caso sarà direttamente l’Università di Milano-Bicocca a selezionarne uno e a sostenerlo come co-finanziatore.
I proponenti possono essere singoli o gruppi, a condizione che del team faccia parte una persona che ha o ha avuto un rapporto con l’ateneo: un docente, uno studente, un ex studente o dottore di ricerca che ha conseguito una Laurea, un Master o Dottorato presso l’Università di Milano-Bicocca, on un dipendente.
Per ogni progetto scelto verrà avviata una campagna di raccolta fondi finalizzata alla sua realizzazione, della durata massima di 60 giorni. Si tratta di campagne di reward based crowdfunding, basate, cioè, su ricompense/riconoscimenti.
L’obiettivo di raccolta massimo è di 10mila euro. Raggiunto il 50% dell’obiettivo tramite la raccolta derivante dal crowdfunding scatta il co-finanziamento dell’azienda o istituzione partner o dell’Ateneo per il restante 50%.
In fase di presentazione della domanda, i proponenti potranno ricevere assistenza nella preparazione del progetto nell’ambito delle attività organizzate da iBicocca, il programma di imprenditorialità dell’Ateneo, attraverso il servizio iHelp. A tutti i proponenti interessati Assolombarda offrirà una consulenza per la preparazione del business plan. Prima e durante le campagne di raccolta i team selezionati riceveranno servizi dedicati di formazione, comunicazione e assistenza progettati da BiUniCrowd in collaborazione con la Piattaforma Produzioni dal Basso, l’Associazione Street Is Culture e altri partner attraverso un ciclo di workshop e incontri formativi.
Nelle quattro precedenti edizioni #BiUniCrowd, di recente incluso dalla Commissione Europea tra le migliori iniziative di diffusione del sapere scientifico, ha avviato 18 campagne, con una raccolta di oltre 168mila euro, per sostenere altrettanti progetti attraverso il finanziamento diffuso. Tutte le campagne promosse hanno raggiunto l’obiettivo economico prefissato, ben dodici sono andate anche in overfunding.
“Con questo bando – spiega la rettrice Giovanna Iannantuoni – la nostra Università non solo promuove e sostiene le campagne di finanziamento dal basso, ma torna ad affiancare in maniera diretta uno dei team selezionati. In questo modo vogliamo incoraggiare tutti i membri della comunità accademica che abbiano un’idea progettuale ad avviare un percorso per realizzarla”.
“Il quinto bando di Bicocca Università del Crowdfunding – sottolinea il prorettore alla Valorizzazione della Ricerca Salvatore Torrisi – conferma il notevole interesse dell’industria e di altre realtà che operano a favore della sostenibilità ambientale e sociale. Oltre ai progetti su temi che interessano imprese e altre organizzazioni partner, con questo bando abbiamo voluto lasciare spazio anche a proposte su temi non predefiniti per sostenere la libera esplorazione di idee con potenziale impatto economico o sociale che saranno cofinanziate dal nostro ateneo”.

– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).

All’Ateneo di Brescia il laboratorio “Tecnologie per la sostenibilità”

BRESCIA (ITALPRESS) – Valorizzare l’economia circolare del e sul territorio: è con questo intento che Enea inaugura il Laboratorio “Tecnologie per la sostenibilità” ospitato presso l’Università degli Studi di Brescia all’interno del CSMT Innovative Contamination Hub, dando seguito all’Accordo di collaborazione siglato con la Regione Lombardia per contribuire al rafforzamento competitivo del sistema produttivo e scientifico regionale. Il Laboratorio, tramite il personale della Divisione Uso efficiente delle risorse e chiusura dei cicli di Enea, in particolare del Laboratorio Valorizzazione delle Risorse nei sistemi produttivi e territoriali, opera in stretta sinergia con l’Università di Brescia e svolge attività di ricerca, servizio e trasferimento tecnologico sui temi relativi alla eco-innovazione di processi e prodotti, alla sostenibilità di aree industriali, alla bonifica e riqualificazione di siti industriali, servendosi di tecnologie informatiche e strumenti digitali, quali la Piattaforma Simbiosi Industriale sviluppata e implementata da Enea (Symbiosis).
Le attività, realizzate in connessione con il territorio della Regione Lombardia (quindi bresciano), riguardano, in particolare, lo sviluppo e l’implementazione di soluzioni innovative e approcci integrati per l’uso efficiente e la gestione sostenibile delle risorse e del territorio a supporto della pubblica amministrazione e delle imprese nella transizione verso un modello economico e gestionale sostenibile e circolare.
Il presidente Dialuce ha affermato che “con l’apertura di questo Laboratorio, Enea intende mettere a disposizione del territorio lombardo le proprie competenze sulla transizione verso modelli di produzione e consumo più sostenibili e circolari con particolare riferimento a: diagnosi delle risorse, ecologia e simbiosi industriale, gestione del fine vita delle risorse e relativi scenari di valorizzazione, misurazione e standard per l’economia circolare, analisi del ciclo di vita”.
Dialuce ha aggiunto che “oltre alla condivisione di tecnologie informatiche e strumenti digitali per l’economia circolare, quali ad esempio la Piattaforma Symbiosis, il Laboratorio agirà anche da interfaccia con i laboratori e le infrastrutture tecnologiche nel campo della sostenibilità e dell’economia circolare dei Centri di Ricerca Enea presenti sull’intero territorio nazionale”.

– foto ufficio stampa Enea –
(ITALPRESS).

Da Iren premio ESG Challenge alle migliori tesi di laurea e dottorato sulla sostenibilità

REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Il Gruppo Iren lancia il Premio ESG Challenge 2023, una nuova iniziativa dedicata a studenti universitari e dottori di ricerca e che intende coinvolgere il mondo accademico, ma anche imprese e istituzioni, per stimolare la conoscenza e la cultura della sostenibilità in Italia.
Il Premio si articola in un bando, aperto fino al 6 novembre 2022 e che selezionerà le dieci migliori tesi di laurea dedicate al tema della sostenibilità e delle sfide ESG: possono partecipare tutti i laureandi, i laureati (triennali o magistrali), i dottorandi e i dottori di ricerca presso un’università italiana che abbiano prodotto, consegnato o già discusso una tesi tra il 1° settembre 2021 e il 5 novembre 2022. A effettuare la selezione dei vincitori, a cui sarà riconosciuto un premio di 1.000 euro, sarà un Advisory Board di alto profilo, composto da studiosi ed esperti. Coerentemente con la propria mission di “dare forma al domani, ogni giorno”, Iren lancia quindi una sfida affinchè l’attenzione agli obiettivi di sviluppo sostenibile, così come definiti anche dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite, diventi sempre più concreta e trasversale. A questo scopo il Premio non si rivolge a una disciplina specifica, ma vuole stimolare una partecipazione più ampia e diversificata, che metta a confronto punti di vista e approcci eterogenei.
La premiazione delle tesi vincitrici avverrà a Genova il 1° dicembre all’interno di un evento dedicato ai temi ESG: il forum vedrà la partecipazione di esperti e ospiti italiani e internazionali, provenienti dal mondo delle istituzioni, dell’impresa e della finanza, ma coinvolgerà anche i giovani e la ricerca, in primis i vincitori del Premio, promuovendo uno scambio tra i due mondi. Per partecipare e caricare la documentazione necessaria è possibile collegarsi alla piattaforma dedicata: https://innovationlab.gruppoiren.it/sharm/thesis-form
-foto ufficio stampa Iren-
(ITALPRESS).