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“Ace Brain” analizzerà il futuro di blockchain in Europa

ROMA (ITALPRESS) – Tra i 10 vincitori di un bando internazionale promosso dalla Fondazione Algorand (https://old.algorand.foundation/) c’è Ace Brain, il nuovo centro di ricerca guidato dall’Università Roma Tre e sviluppato con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, la School of Transnational Governance dell’Istituto Universitario Europeo di Firenze e la Fondazione Ugo Bordoni. Tra gli altri prestigiosi vincitori figurano anche l’Università di Yale, l’Università di Berkeley e l’Università di Cape Town.
Ace Brain, acronimo di “Ace Brain – Blockchain Regulation And INnovation”, ha ottenuto un finanziamento di 4,8 milioni di euro in cinque anni per svolgere attività di ricerca multidisciplinare su blockchain e criptovalute; corsi universitari, hackathon, nonchè per promuovere acceleratori e progetti a impatto sociale basati sulla tecnologia blockchain.
L’Ace Brain si distingue dagli altri Ace Lab per una attenzione forte agli aspetti di compatibilità tra la tecnologia blockchain e la legislazione dell’UE.
Il metodo di ricerca dell’Ace Brain vede il dialogo continuo tra le competenze economico-giuridiche e tecnico-informatiche. Il team è guidato dalla professoressa Maddalena Rabitti del Dipartimento di Economia Aziendale di Roma Tre. Gli altri coordinatori sono: la professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi dell’Università Cattolica, il professor Andrea Renda dell’Istituto Europeo di Firenze, il professor Antonio Sassano della Fondazione Ugo Bordoni.
La missione dell’Ace Brain è promuovere la blockchain come pilastro del futuro mercato unico dell’UE e come base per una società più democratica, resiliente e sostenibile, non solo in Europa.
“Ace Brain ha tra i suoi obiettivi anche l’ambizione di garantire all’offerta di prodotti e servizi – a partire da quelli bancari, assicurativi, finanziari, energetici – i vantaggi della blockchain pubblica: sicurezza, scalabilità, decentralizzazione, efficienza, risparmio energetico – afferma Rabitti -. La ricerca condotta da Roma Tre con gli altri partners punta a sviluppare una modalità nuova di ‘regolazione partecipatà, con i regolatori e il mercato, offrendo altresì corsi universitari, hackathon ed eventi per diffondere questa nuova cultura. Grazie alla Fondazione Algorand, il Team di ricerca ha l’opportunità di progredire significativamente nella ricerca sulle tecnologie più avanzate”.
Secondo Sciarrone Alibrandi, prorettrice vicaria dell’Università Cattolica: “Per l’Università Cattolica la creazione del Centro di eccellenza Ace Brain è una importante occasione di approfondimento, in ottica multidisciplinare, delle potenzialità che questo tipo di tecnologia blockchain offre, in particolare, al settore bancario e finanziario, grazie all’utilizzo di smart contract in grado di assicurare efficienza, inclusione finanziaria e sostenibilità”.
“Con Ace Brain diamo il via a una nuova dimensione di ricerca sulla Blockchain 4.0 – afferma Renda -. Il progetto coinvolge tutti gli elementi, dalla ricerca all’istruzione alla consulenza politica, in collaborazione con una serie di attori chiave che ci permetteranno di rendere la tecnologia blockchain accessibile e utile al mondo. Le nostre istituzioni partner riuniscono tutte le competenze e conoscenze necessarie per giungere al successo. Ringraziamo la Fondazione Algorand per la fiducia”.
“Sono felice che la Fondazione Ugo Bordoni faccia parte di questo progetto, che ci consentirà di dare un contributo scientifico sulla evoluzione delle nuove tecnologie – le parole di Sassano -. Il ruolo della Fondazione sarà quello di partner tecnologico esperto nella progettazione e sviluppo di soluzioni software basate sulla Blockchain. Grazie alla integrazione con i domini economici e giuridici, messi a disposizione dalle tre università, riteniamo di poter far evolvere la ricerca sul tema blockchain individuando soluzioni di sicura efficienza ed efficacia”.
Il progetto comprende quattro aree principali: ricerca, istruzione, eventi e sandbox. La ricerca sarà condotta da tutti i quattro partner, producendo pubblicazioni scientifiche su Blockchain 4.0 e la sua conformità alle normative europee di settore e alle regole generali europee. La seconda area, le attività didattiche, sarà svolta presso le tre università e prevede la creazione di corsi accademici, MOOC per la diffusione globale e attività guidate dagli studenti come i Living Labs, gli Hackathon e la presentazione di tesi.
La terza area prevede eventi che mirano a colmare il divario tra la comunità degli sviluppatori blockchain e gli attori della politica europea. Come quarta attività centrale, ACE BRAIN lancerà cinque ‘sandbox’. Si tratta di strumenti che riuniscono regolatori, operatori di mercato ed esperti di tecnologia per testare soluzioni innovative e identificare gli ostacoli alla loro diffusione. Le sandbox riguarderanno le aree di competenza del core team, ovvero governance transnazionale, sistemi di pagamento, finanza, assicurazioni e protezione dei dati e agevoleranno lo sviluppo di una regolazione partecipata tra istituzioni e mercato.
Tutti i risultati delle attività di Ace Brain saranno open source.

– foto ufficio stampa Università Cattolica –
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Doppia laurea, iscrizioni già dal prossimo anno accademico

ROMA (ITALPRESS) – E’ stato pubblicato il decreto n. 930 del 29 luglio 2022 del ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, che ha disciplinato le modalità per facilitare la contemporanea iscrizione degli studenti a due diversi corsi di laurea, di laurea magistrale o di master, con l’eccezione dei corsi di specializzazione medica, anche presso più università, scuole o istituti superiori a ordinamento speciale a partire dal prossimo anno accademico 2022-2023. “Con l’introduzione della doppia laurea, resa possibile grazie a questo primo decreto attuativo, abbiamo disegnato un sistema della formazione più flessibile, già dal prossimo anno accademico” spiega il ministro, Maria Cristina Messa: “Abbiamo superato rigidità e vincoli normativi a favore di una formazione trasversale che risponda alle necessità dei giovani di oggi. Così l’università italiana diventa più attrattiva, con percorsi didattici che si adattano meglio, da un lato alle aspettative dei nostri studenti, dall’altro a erogare competenze e conoscenze interdisciplinari. Ringrazio, per questo, il grande lavoro di collaborazione svolto con il Parlamento, e mi auguro continui, in futuro, il percorso, già tracciato, di riforma dell’università”. A questo decreto ne seguiranno altri due, per stabilire i criteri che dovranno essere seguiti per l’iscrizione contemporanea a due corsi universitari ad accesso programmato a livello nazionale, come medicina e psicologia per fare un esempio, e per facilitare la doppia iscrizione ai corsi di alta formazione artistica, musicale e coreutica. Nel dettaglio, il decreto ha previsto che gli studenti possono iscriversi contemporaneamente: a due corsi di studio se appartengono a classi di laurea o di laurea magistrale diverse e se i due corsi si differenziano per almeno due terzi delle attività formative, conseguendo due titoli di studio distinti; a un corso di laurea o di laurea magistrale e a un corso di master, di dottorato di ricerca o di specializzazione, ad eccezione dei corsi di specializzazione medica; a un corso di dottorato di ricerca o di master e a un corso di specializzazione medica. Nel caso di contemporanea iscrizione a un corso di dottorato di ricerca e a un corso di specializzazione medica, la frequenza contestuale è disciplinata dai regolamenti di autonomia delle singole università; a un corso di dottorato di ricerca o di master e a un corso di specializzazione non medica; a due corsi ordinari di Scuole o Istituti superiori ad ordinamento speciale. Nel caso in cui uno dei due corsi di studio sia a frequenza obbligatoria (escludendo da questa casistica i corsi per i quali la frequenza obbligatoria è prevista solo per attività laboratoriali e di tirocinio), è consentita l’iscrizione a un secondo corso di studio che non presenti obblighi di frequenza. Il decreto prevede anche le modalità per agevolare l’iscrizione contemporanea a due corsi di studio, come la possibilità per le università di attivare la didattica a distanza o di prevedere modalità organizzative coerenti con una frequenza part-time degli studenti, e disciplina gli aspetti legati al diritto allo studio, stabilendo, tra le altre cose, che l’esonero, totale o parziale, dal versamento del contributo onnicomprensivo annuale si applica a entrambe le iscrizioni. Le università, nei propri regolamenti didattici, definiscono nel dettaglio la nuova disciplina, in relazione alle particolarità dei singoli corsi di studio in termini di obiettivi formativi specifici, risultati di apprendimento attesi e metodologie didattiche.
– Foto Agenziafotogramma.it –
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Università Palermo, 14 milioni per il nuovo progetto dell’Alleanza Europea “Forthem”

PALERMO (ITALPRESS) – La Commissione Europea approva e finanzia con 14,4 milioni di euro il nuovo progetto dell’Università degli Studi di Palermo, in partnership con gli Atenei di Mainz, Valencia, Borgogna, Riga, Opole, Jyvaskyla, Agder e Sibiu, per l’istituzione dell’Alleanza Europea denominata Forthem in materia di istruzione, ricerca, innovazione e terza missione.
Il progetto, della durata di quattro anni estendibili a sei, ha l’obiettivo, si legge in una nota, di sviluppare la cooperazione nella ricerca e in nuove pratiche didattiche nonchè di offrire servizi comuni agli studenti dei nove Atenei adottando una autonoma struttura di governo con i rappresentanti delle Università partner e sviluppando cinque missioni specifiche: la costituzione del campus europeo, il potenziamento delle abilità e delle competenze, la ricerca, trasferimento tecnologico e innovazione, i servizi di terza missione alla società e i laboratori multidisciplinari e di co-creazione tra i partner.
Dal 20 al 24 febbraio 2023 all’Università di Palermo si terrà il kick-off meeting con le delegazioni di tutti gli Atenei partner del progetto.
“Con l’inizio del nuovo ciclo di Forthem il nostro Ateneo rafforza la sua proiezione internazionale rivestendo un ruolo da protagonista nel panorama europeo – dichiara il Rettore Massimo Midiri – Il progetto avrà un impatto su una popolazione di circa 200 mila studenti ed oltre 30 mila unità di staff tra docenti e personale amministrativo, costruendo, al tempo stesso, un ponte con le rispettive comunità locali e un legame tra i paesi a cui appartengono le nove Università partner in funzione di una sempre maggiore integrazione della nostra comunità universitaria nello spazio europeo dell’Alta Formazione”.
“Lo sviluppo dell’alleanza europea rappresenta la naturale evoluzione dei nostri Atenei verso quel progetto di Università europea iniziato diversi anni fa con il processo di Bologna – commenta il Prorettore alla Didattica e all’Internazionalizzazione, Fabio Mazzola, che farà parte dello Steering Committee dell’Alleanza – Forthem potrà costituire un importante stimolo per trasformare la struttura e le caratteristiche della nostra Università anche attraverso la riduzione delle barriere alla mobilità tra paesi, il potenziamento di soluzioni green nella vita universitaria, il rafforzamento della Digital Academy nella missione European Campus, che sarà coordinata dalla professoressa Sabine Hoffmann di UniPa, la definizione di titoli congiunti a livello europeo e la messa in rete dei network internazionali delle singole università partner”.
L’Alleanza avrà una struttura dedicata, il Forthem Office, costituito all’interno del Servizio Speciale Internazionalizzazione (IRO) di UniPa di cui è responsabile Valeria Floriano.
foto ufficio stampa Università di Palermo
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Università Cattolica, semestre di mobilità inter campus tra Milano e Roma

ROMA (ITALPRESS) – La Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore è presente nei campus di Milano e di Roma. Dal corrente anno accademico alcuni studenti possono scegliere di sperimentare un progetto particolare e interessante: un semestre di mobilità inter campus per gli studenti di Milano che svolgono una parte del secondo o del terzo anno del corso di laurea triennale a Roma e per gli studenti di Roma che possono fare altrettanto nel campus di Milano. Grazie al nuovo progetto gli studenti iscritti ai Corsi della Facoltà di Economia potranno conoscere un nuovo contesto sociale e formativo e arricchire la propria biografia attraverso la frequentazione quotidiana di nuovi colleghi ed esperienze sociali nuove e stimolanti.
L’offerta formativa della Facoltà di Economia è organizzata in corsi di laurea triennali e magistrali con un biennio di base comune e docenti della stessa Facoltà, metodi didattici moderni e interattivi, basati sulla più moderna tecnologia.
Dal 2000 la Facoltà di Economia dell’Ateneo ha avviato alcuni corsi nella sede di Roma. Oggi propone un corso di laurea triennale in Economia e gestione dei servizi, un corso di laurea magistrale in Management dei servizi e un corso di laurea magistrale in Direzione e consulenza aziendale. Il corso di laurea triennale in Economia e gestione dei servizi, dopo un biennio comune, diversifica la sua proposta: management delle imprese e dei servizi di consulenza e professionali per le aziende e le organizzazioni; professioni e consulenza negli studi di esperti contabili e commercialisti, revisori dei conti e consulenti del lavoro (grazie alle convenzioni con gli Ordini territoriali delle libere professioni); management delle aziende e del sistema sanitario e gestione economica dei contesti di cura e salute.
Il Corso di laurea magistrale in Management dei servizi fornisce competenze professionali legate alle responsabilità manageriali di natura amministrativa, gestionale, finanziaria e di organizzazione del lavoro presenti all’interno di istituzioni e aziende del settore dei servizi, con profili specialistici in management, consulenza professionale e sanità (questo in lingua inglese).
Il nuovo progetto formativo del corso di laurea in Direzione e consulenza aziendale risponde alla crescente domanda di studenti/lavoratori, grazie al modello “Executive”, con la disponibilità delle tecnologie di apprendimento “blended” disponibili presso l’Ateneo: il 50% della Didattica è in presenza durante i fine settimana e l’altro 50% gestito on line attraverso le più attuali tecnologie di e-learning.
-foto Università Cattolica –
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Rettore UniPa incontra neolaureato magistrale di 99 anni

PALERMO (ITALPRESS) – Novantanove anni e non sentirli. Giuseppe Paternò li compirà il 10 settembre ed è il laureato più anziano d’Italia, proclamato dottore magistrale la settimana scorsa in Scienze Filosofiche all’Università degli Studi di Palermo. Un percorso accademico iniziato alla veneranda età di 94 anni, quando l’ex dipendente delle Ferrovie di Stato ha messo piede per la prima volta in Viale delle Scienze, temendo di sentirsi fuori posto e ricevendo invece una calorosa accoglienza dagli altri studenti. Da lì in avanti, era il 2017, un cammino brillante a Unipa, prima con la laurea triennale nel 2020 in Storia e Filosofia, quindi, perfettamente in linea con le tempistiche, è arrivata la laurea magistrale nel luglio del 2022, 110 e lode con la tesi “Locke, Kierkegaard, Heidegger e le loro visioni sul cristianesimo”. Un percorso che è esempio di perseveranza, ambizione, voglia di mettersi in discussione, e che dimostra una lucidità invidiabile. Il traguardo di Giuseppe Paternò non poteva non essere celebrato dall’ateneo palermitano, e stamattina il neolaureato bis è stato ricevuto dal Rettore Massimo Midiri nella sede centrale di Palazzo Steri. Midiri ha accolto il classe 1923 e ne ha celebrato il meraviglioso risultato raggiunto, che dà ulteriore lustro a Unipa.
Il rettore ha consegnato allo speciale studente un volume sulle bellezze di Palazzo Steri, in cambio ha ricevuto in dono un libro scritto proprio da Paternò negli ultimi mesi, “La bellezza dell’anima”, una raccolta di racconti e poesie che riguardano il suo percorso universitario e vecchi aneddoti di una vita quasi centenaria, nella quale la doppia laurea conseguita non è, come si potrebbe pensare, un definitivo punto di arrivo “Il prossimo passo è stare a casa e studiare, di frequentare altri corsi non ne parliamo più, ora mi sto occupando di scrivere dei libri. Il mio metodo è stato studiare dieci ore al giorno, con regolarità assoluta. Si parte di mattina, poi pranzo e un riposino, quindi si riprende fino a mezzanotte – ha raccontato ai cronisti – E anche in questi giorni continuo a studiare e sto rileggendo un mio libro già pronto su Papa Gregorio Magno”.
Il signor Giuseppe è finito sui giornali di tutto il mondo, anche sul New York Times, e una donna del Sudamerica gli invia regolarmente delle lettere: “Tutta questa partecipazione non me l’aspettavo, una cosa davvero eccezionale – ha raccontato con emozione – Sarà per l’età, spero che tutti possano giungere alla mia età con questa lucidità”. Il suo segreto risiede anche nell’alimentazione: “Fin dall’inizio della mia vita il latte non è mai mancato, poca carne e il resto nella misura giusta. Lo studio è il cibo della mente”. Il neolaureato bis lancia dunque un messaggio ai giovani che troppo spesso abbandonano gli studi: “Il messaggio ai giovani è di perseguire nello studio, quando ci sono difficoltà non arrendetevi mai – ha concluso – Anche io ho trovato le mie difficoltà, ai giovani dico di perseverare, vedrete che i frutti arriveranno”.
Orgoglioso il rettore dell’ateneo Massimo Midiri, che ha sottolineato il valore della trasversalità per l’Università degli Studi di Palermo: “Oggi abbiamo avuto il piacere di conoscere questo nostro laureato eccellente. Un secolo di vita, una capacità di dare dei messaggi alla comunità più giovane molto importante. Il nostro ‘giovane di testà Giuseppe Paternò ha detto bene che la cultura non ha tempo e che è lo strumento per restare in vita, i nostri adolescenti devono comprendere che restare in ambiente universitario dà loro futuro. L’idea che si debba far tutto in un’età tra i 18 e i 24 anni non è per forza detto – ha aggiunto il rettore – Oggi il mondo dell’Università deve adattarsi a situazioni nuove. Siamo a un estremo oggi evidentemente, ma dobbiamo aprirci anche a chi non ha potuto laurearsi nei tempi canonici. Dobbiamo offrire loro la possibilità di farlo – ha concluso – e quello di oggi è un esempio in tal senso”.

– foto: xd7

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Terna, a Cagliari la prima edizione del Master del Tyrrhenian Lab

CAGLIARI (ITALPRESS) – Si è tenuta presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Cagliari la presentazione del Master di II livello “Digitalizzazione del sistema elettrico per la transizione energetica”, promosso da Terna nell’ambito del progetto Tyrrhenian Lab.
Francesco Del Pizzo, Direttore Strategie di Sviluppo Rete e Dispacciamento di Terna nonchè Presidente e Coordinatore Scientifico del Tyrrhenian Lab, il Professore Fabrizio Pilo e il Professore Gianni Fenu, Prorettore Innovazione e Territorio e Prorettore Vicario dell’Università di Cagliari, hanno presentato ai neolaureati interessati al corso l’offerta formativa, i dettagli delle materie previste e gli obiettivi dell’iniziativa.
Terna investirà 100 milioni di euro nei prossimi 5 anni per sviluppare le competenze necessarie a gestire un sistema elettrico in costante evoluzione. Finalità del Master è quella di creare nuove professionalità dotate di competenze manageriali, ingegneristiche, informatiche e statistiche.
“Oltre agli interventi infrastrutturali sulle reti, allo sviluppo di fonti di energia rinnovabile e all’incremento dei sistemi di accumulo, il quarto elemento abilitante per affrontare la transizione energetica è rappresentato dalla formazione di competenze specialistiche, di persone che in futuro potranno gestire le tecnologie legate al dispacciamento e alle evoluzioni dei mercati dell’energia. Il Master presentato oggi consentirà a Terna di formare le eccellenze che in futuro aiuteranno l’azienda a confermare il proprio ruolo di regista della transizione energetica”, ha dichiarato Francesco Del Pizzo. “Ringrazio l’Università di Cagliari per la proficua collaborazione e per aver scelto di condividere la nostra visione di crescita e sviluppo”, ha aggiunto.
“Il Master che oggi proponiamo è frutto di un grande lavoro sinergico di tutte le componenti dell’Ateneo – governance, direzione generale, docenti, personale amministrativo – e della collaborazione con Terna e gli Atenei di Palermo e Salerno che ha permesso di arricchire l’offerta didattica dell’Ateneo con un percorso formativo innovativo per affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale iniziando dalla creazione di competenze. Un ringraziamento particolare a Terna per la visione che ha permesso di individuare nella crescita del sapere e della ricerca la via per il successo di un grande investimento infrastrutturale inserito nel territorio e, più in generale, per la ripresa e la resilienza del nostro sistema sociale, economico e produttivo”, ha commentato Fabrizio Pilo, prorettore Innovazione e territorio dell’Università degli Studi di Cagliari.
Il Master, che inizierà nel mese di novembre, sarà composto di quattro moduli per un totale di 60 crediti formativi, con percorsi personalizzati in base alle precedenti esperienze accademiche dei partecipanti, laboratori di programmazione e attività pratiche sul campo. Gli studenti dotati di laurea magistrale in materie tecnico-scientifiche potranno presentare domanda di ammissione entro il 18 settembre.
Una volta terminato il Master, i 15 studenti selezionati con il supporto degli atenei coinvolti, saranno assunti da Terna e potranno operare nella sede di Cagliari in qualità di: esperti di algoritmi e modelli per il Mercato Elettrico, esperti di sistemi di analisi e regolazione, esperti di gestione degli apparati di campo, esperti dei sistemi di Automazione di Stazione (SAS) ed esperti di Sistemi IoT di Stazione.
Il progetto Tyrrhenian Lab ha l’obiettivo di istituire, in collaborazione con i tre atenei di Cagliari, Palermo e Salerno, un centro di formazione di eccellenza distribuito nelle sedi delle città in cui approderanno i cavi del Tyrrhenian Link, l’elettrodotto sottomarino di Terna che unirà la Campania, la Sicilia e la Sardegna, per un totale di 950 km di collegamento e 3,7 miliardi di euro di investimenti, favorendo l’integrazione dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili.

– nella foto (ufficio stampa Terna): Francesco Del Pizzo, Direttore Strategie di Sviluppo Rete e Dispacciamento di Terna nonchè Presidente e Coordinatore Scientifico del Tyrrhenian Lab, il Professore Fabrizio Pilo e il Professore Gianni Fenu, Prorettore Innovazione e Territorio e Prorettore Vicario dell’Università di Cagliari –

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Anvur, migliora la qualità della ricerca italiana

ROMA (ITALPRESS) – Sostanziale miglioramento della qualità della ricerca prodotta dalle Università e dagli Istituti di ricerca italiani, con un ruolo decisivo svolto dai giovani ricercatori, e la conferma di un processo di avvicinamento verso la qualità di tutte le istituzioni di ricerca. Sono questi i principali risultati che emergono dall’analisi di dettaglio – a livello di singoli Dipartimenti e di singole Aree scientifiche – del terzo esercizio di Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR), relativo al periodo 2015-2019, che sono stati presentati a Roma dall’Agenzia Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) nel corso di un evento al quale ha partecipato anche il Ministro dell’Università e della Ricerca (MUR), Maria Cristina Messa, il presidente della Conferenza dei rettori Ferruccio Resta e della Conper Antonio Zoccali.
Il presidente Anvur, Antonio Uricchio ha espresso “viva soddisfazione per il completamento della nuova VQR, ringraziando il personale della agenzia, gli esperti valutatori, selezionati attraverso sorteggio pubblico, gli 11000 revisori esterni e poi le 130 istituzioni valutate che hanno conferito 600 casi di terza missione e 183.000 lavori scientifici (rispetto ai 118.000 del precedente esercizio), curati da oltre 65.000 ricercatori. Un processo complesso, delicato, impegnativo, svolto in piena trasparenza e soprattutto un contributo prezioso per promuovere il valore della qualità nella ricerca e nel reclutamento dei giovani studiosi”.
Oltre a fornire una rappresentazione particolarmente ricca della ricerca italiana, i risultati della VQR sono utilizzati dal MUR per ripartire, già dal presente anno, l’80% della parte premiale del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) e per individuare i Dipartimenti degli Atenei statali italiani che stanno competendo per ottenere un importante finanziamento straordinario, destinato a sostenere un progetto di ricerca e sviluppo quinquennale di eccellenza, secondo quanto previsto dalla Legge 232 del 2016 .
L’esercizio di Valutazione della Qualità della Ricerca 2015-2019 (di seguito VQR3) è stata una delle attività fondamentali svolte dall’ANVUR da settembre 2020 a luglio 2022. L’attività è stata pienamente condivisa con tutto il Consiglio Direttivo ANVUR composto da Alessandra Celletti, Marilena Maniaci, Menico Rizzi, Massimo Tronci, Antonio Uricchio, con il Direttore dell’ANVUR Daniele Livon, e con il Dirigente ANVUR dell’Area Ricerca Marco Malgarini. Alessandra Celletti, oltre ad aver assunto la responsabilità dell’esercizio, ha accompagnato l’attività delle aree di Scienze matematiche e informatiche, Scienze Fisiche e Terza missione; Menico Rizzi ha seguito le aree di Scienze chimiche, Scienze della terra, Scienze biologiche, Scienze mediche, Scienze agrarie e veterinarie; Massimo Tronci si è occupato delle aree di Architettura, Ingegneria civile, Ingegneria industriale e dell’informazione; Marilena Maniaci ha seguito le aree di Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche, Scienze storiche, filosofiche e pedagogiche, Scienze politiche e sociali e Antonio Uricchio le aree di Scienze psicologiche, Scienze giuridiche, Scienze economiche e statistiche, Scienze economico-aziendali, Terza missione.
“La VQR 2015-2019 – ha spiegato Alessandra Celletti, vicepresidente dell’ANVUR, che ha coordinato l’attività di valutazione – ha l’obiettivo di fornire un panorama generale della ricerca che attualmente viene svolta nel nostro Paese. Tale fotografia viene ottenuta a valle di una complessa procedura di valutazione di centinaia di migliaia di prodotti, riferiti ad un numero elevato di ricercatori e di Istituzioni coinvolte nell’esercizio. Il quadro che si ottiene da tale valutazione mostra numerosi aspetti positivi. Tra questi ricordiamo l’osservazione che il sistema della ricerca italiano è sempre più attento alla qualità nella promozione e nel reclutamento di giovani ricercatori. Si tratta di una considerazione importante per il futuro della ricerca italiana e ci auguriamo che la tendenza positiva continui anche nei prossimi anni”.
La VQR 2015-2019 ha coinvolto oltre 130 Istituzioni (Università statali e non statali, Università telematiche, Enti di Ricerca, Istituzioni che si sottomettono volontariamente alla valutazione. Il numero molto alto di prodotti da valutare conferiti dalle Istituzioni interessate ha richiesto il coinvolgimento nella valutazione di un numero molto elevato di esperti italiani e stranieri, provenienti da tutte le aree disciplinari. Agli studiosi impegnati come valutatori si devono aggiungere assistenti per ogni area disciplinare, funzionari dell’ANVUR, personale dedicato all’analisi statistica dei dati, nonchè tecnici per l’elaborazione della piattaforma dedicata al conferimento dei prodotti e alla gestione delle valutazioni. Le pubblicazioni scientifiche valutate (articoli, monografie, contributi in volume, brevetti ecc.) e selezionate dalle stesse istituzioni, sono state circa 183.000 rispetto alle circa 118.000 presentate nella precedente VQR; sono stati inoltre valutati oltre 600 casi di studio relativi alle attività di Terza Missione.
I ricercatori accreditati sono stati circa 65.000. E’ aumentato anche il numero delle Università che sono state valutate, salite a 98 (4 in più dell’esercizio precedente), e degli Enti di Ricerca, 14 in totale (2 in più rispetto alla VQR 2010-2014), mentre sono diminuite, scendendo a 22 (4 in meno del precedente esercizio), le Istituzioni che volontariamente si sono sottoposte alla valutazione. I lavori sono stati suddivisi tra 18 Gruppi di Esperti della Valutazione (GEV), complessivamente composti da circa 645 ricercatori provenienti da Istituzioni italiane e internazionali, afferenti a diverse aree disciplinari. Nella valutazione sono stati inoltre coinvolti oltre 11.000 esperti esterni, anch’essi sia italiani che stranieri.
Questo esercizio valutativo ha rivolto una specifica attenzione ai prodotti dei ricercatori in servizio presso le Istituzioni valutate nel periodo coperto dalla VQ3, che avevano conseguito il titolo di Dottore di ricerca nel periodo 2012-2016. Per la prima volta, tale valutazione contribuisce alla parte premiale del FFO attribuita sulla base dei risultati della VQR. In particolare si è intesa premiare la capacità delle istituzioni di effettuare formazione dottorale di alto livello, attribuendo la valutazione ottenuta dai prodotti dei ricercatori che hanno partecipato all’esercizio ai diversi atenei che hanno concorso alla loro formazione. L’elemento di innovazione consiste nell’idea di valorizzare l’attività formativa del Dottorato di ricerca anche valutandone il futuro impatto in termini di qualità della ricerca condotta nelle istituzioni presso le quali i Dottorandi sono stati inseriti.
Per l’analisi e la restituzione dei risultati sono state utilizzate due tipologie di indicatori, R e IRAS, declinabili a livelli diversi (Istituzione, Dipartimento, Area) e con riferimento a diversi sottoinsiemi (personale permanente, ricercatori neoassunti o promossi, dottori di ricerca reclutati in Università o Enti di ricerca). R è un indicatore qualitativo che misura la qualità dei prodotti dell’Istituzione rispetto alla qualità media di tutte le Istituzioni, tenendo conto del peso delle diverse aree scientifiche nella specifica Istituzione. IRAS è un indicatore quali-quantitativo, che misura la qualità dei prodotti valutati tenendo conto anche della dimensione (numero totale di prodotti) dell’Istituzione. Nel rapporto sono presentate tabelle separate per Università, Enti di Ricerca vigilati dal MUR e altre Istituzioni che hanno partecipato volontariamente alla VQR3. Utilizzando un’appropriata combinazione degli indicatori con i pesi stabiliti dal Bando, a ogni Istituzione è stato associato un indicatore finale di qualità della ricerca, denominato IRFS. La somma dei valori dell’indicatore su tutte le Istituzioni appartenenti a un insieme omogeneo (Università statali, non statali, EPR, Istituzioni volontarie) è pari a cento.
Dal confronto con i due precedenti esercizi di valutazione si osserva che le istituzioni della ricerca hanno scelto di conferire più articoli scientifici, rispetto ad altri prodotti come, per esempio i brevetti. La percentuale di articoli aumenta costantemente tra le successive VQR, passando dal 73,5% della VQR1 al 78,0% della VQR2 e all’86,5% dell’attuale VQR3. Diminuiscono invece le monografie, i contributi in volume e le curatele che, complessivamente, scendono dal 19,9% della VQR1 al 17,8% della VQR2 e infine all’11,7% della VQR3. Anche i contributi in atti di convegno scendono progressivamente dal 5,8% al 3,3%, fino all’1,1% nella VQR3. Il numero di brevetti, già basso nella VQR1 (0,2%), scende ulteriormente nella VQR2 (0,1%) ed è molto limitato nella VQR3 (0,03%). Occorre ricordare che i prodotti conferiti per la valutazione sono scelti dalle stesse Istituzioni.
“Grazie alla valutazione dei casi di studio – commenta ancora Alessandra Celletti – si osserva una crescente attenzione delle Istituzioni nei confronti della Terza Missione, ovvero verso le attività che si rivolgono ai territori e che vedono le Istituzioni protagoniste dello sviluppo sociale, economico e culturale del Paese”. I risultati relativi alle attività di Terza Missione mostrano un’ampia dedizione delle Istituzioni alla divulgazione (Public Engagement), con circa un terzo di casi di studio sul totale di quelli presentati; segue la creazione di strutture di intermediazione e trasferimento tecnologico, a poca distanza dalla produzione di beni pubblici di natura sociale ed educativa e alle politiche per l’inclusione.

– foto agenziafotogramma.it –

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Didattica immersiva all’Università di Palermo, Midiri “Un approccio innovativo”

PALERMO (ITALPRESS) – L’Università degli Studi di Palermo è una delle prime in Italia ad avviare un progetto di didattica immersiva, nell’ambito di una serie di iniziative all’insegna della tecnologia che consentirà di implementare metodologie nuove e rivoluzionarie sul fronte dell’insegnamento e dell’apprendimento. Sarà un’esperienza ingaggiante per gli studenti, che all’interno delle quattro mura delle aule grazie a uno speciale casco potranno visualizzare contenuti interattivi grazie alla realtà mista, che consente di progettare percorsi di apprendimento che si basano sull’esperienza vissuta e costruita dallo stesso utente, in questo caso lo studente universitario, che trasformerà l’apprendimento canonico in una accattivante continua visualizzazione e manipolazione di contenuti altrimenti di difficile reperibilità e trasporto all’interno delle aule.
Si tratta della didattica immersiva e si basa su Microsoft Hybrid Learning Spaces, soluzione integrata sviluppata in partnership da Hevolus Innovation, gold partner di Microsoft, e la stessa divisione italiana della multinazionale creata da Bill Gates. E’ stata installata una lavagna interattiva con una dotazione di sei caschetti per la realtà immersiva nell’aula 3 dell’edificio 19 del campus universitario, per una spesa pari a 150.000 euro e con possibilità di ampliare, stanziando nuovi investimenti, le aule attrezzate e i caschetti a disposizione degli studenti. Sarà così possibile visualizzare oggetti che non sono presenti in modo tangibile nell’aula, come motori di navi e aerei, lastre, radiografie, componenti di ingegneria e quant’altro, e spostarli soltanto muovendo le mani, analizzarne i contenuti, le loro proprietà, scomporli, il tutto comodamente seduti in aula. La lezione tradizionale verrà così trasformata in un apprendimento a 360° per mezzo della realtà mista della didattica immersiva.
“Grazie alla collaborazione instaurata con Microsoft, questa nuova tecnologia permette di creare un caschetto che non è quello dei videogiochi, ma fa indossare una particolare lente – ha dichiarato il rettore di Unipa, Massimo Midiri – Chi è in possesso di questi occhiali vede cose che non sono presenti e cambia così lo strumento didattico. Insieme alla Federico II di Napoli siamo l’unico ateneo ad avere in dotazione questa tecnologia. Crediamo molto in una didattica innovativa e compartecipata. Le facoltà di medicina, architettura, ingegneria potranno godere di questo percorso e permetterà ai ragazzi di avere una visione 3D che nessun libro potrà dare – ha concluso – E’ un passo in avanti che Palermo sta facendo per fornire ai ragazzi uno strumento innovativo e moderno, siamo in parallelo con quello che succede in America”. “Hevolus Innovation e Microsoft hanno lavorato insieme per costruire HLS. Qualunque oggetto di grandi dimensioni sarà portato in aula, ma non realmente, senza sporcare le aule o rischiare infortuni – ha aggiunto Stefano Tangari, solution specialist di Hevolus Innovation – Qualsiasi oggetto può essere maneggiato, smontato e sarà possibile vedere all’interno di quell’oggetto il singolo elemento e poter insegnare agli studenti come è stato montato e costruito”.
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