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Cattolica, la rettrice Beccalli in udienza da Papa Francesco

ROMA (ITALPRESS) – Questa mattina, Papa Francesco ha ricevuto in udienza il Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, la professoressa Elena Beccalli, alla guida dell’Ateneo dal 1° luglio scorso. Diversi i temi affrontati nel colloquio, molti dei quali incentrati sul mondo universitario e sulla questione dell’emergenza educativa. “Profonda e immensa” la gratitudine espressa dalla professoressa Beccalli, che, si legge in una nota dell’Ateneo, “ha ringraziato il Santo Padre per la Sua costante vicinanza all’Ateneo dei cattolici italiani, dalla sua fondazione al servizio della società e della Chiesa italiana e universale. Un Ateneo che, rinnovandosi costantemente, è impegnato ad accompagnare e sostenere le nuove generazioni in una formazione universitaria integrale dentro una realtà in radicale trasformazione. Un Ateneo che, valorizzando la dimensione di comunità, continua a interrogarsi sul senso di essere università oggi, in particolare università cattolica, illuminato da uno spirito che è nello stesso tempo libero e orientato alla ricerca della verità”.
Beccalli ha illustrato a Sua Santità “le molteplici progettualità che l’Università Cattolica del Sacro Cuore si propone di mettere in atto nei suoi cinque campus – Milano, Brescia, Piacenza, Cremona e Roma – per proporre un contributo di pensiero sulle questioni di frontiera in una prospettiva globale”, conclude la nota.

– foto ufficio stampa Università Cattolica –
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Bernini “Con riforma più tutele per i ricercatori, combatteremo precarietà”

ROMA (ITALPRESS) – “La precarietà è quella vissuta fino ad oggi, incentivata dagli assegni di ricerca che non riconoscono diritti e che abbiamo deciso di non prorogare più. Da gennaio, senza gli assegni di ricerca, sparisce quello che era nei fatti un ricercatore-fantasma. Ma lo sa che è l’assegnista a doversi pagare i contributi previdenziali?”. Così il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, intervistata da ‘La Stampà, sulla riforma dei contratti dei ricercatori. “Le nuove figure contrattuali non tolgono nulla – continua -, ma aggiungono opportunità. Penso al contratto retribuito per lo studente la cui attività viene valorizzata, anche economicamente. Altro che precariato! La precarietà non è legata alla varietà dei contratti, ma dalla durata eccessiva dei rapporti a termine”. La figura del pre-ruolo introdotta dal governo Draghi, spiega Bernini, “non è stata affatto accantonata, anzi. Credo che il contratto di ricerca possa avere un rilancio da questa riforma. Le università possono già applicarlo. Se non lo fanno è perchè manca il necessario accordo tra Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, e i sindacati. E’ evidente che il sistema-ricerca deve poter correre su altre gambe. E’ per questo che, in una situazione di quasi vuoto – conclude -, abbiamo individuato altri contratti che questo vuoto vanno a colmare”. Con la riforma dei contratti di ricerca “abbiamo pensato a possibilità diverse per situazioni diverse. Non sono strumenti sovrapponibili, ma soluzioni che tengono conto delle differenze. I giovani di talento potranno usufruire, ad esempio, di borse di assistenza junior o senior”, conclude Bernini.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Università, dal Cdm ok alla riforma dei contratti di ricerca

ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha approvato il disegno di legge di riforma dei contratti della ricerca.
Con il provvedimento, si ampliano gli strumenti a disposizione delle Università, degli enti pubblici di ricerca e delle istituzioni Afam per inquadrare professionalmente le diverse figure all’interno del sistema della ricerca con un meccanismo di tutele crescenti.
Nello specifico, si prevedono forme di collaborazione da parte di studenti durante il corso di laurea o di laurea magistrale per un massimo di 200 ore l’anno. Gli studenti potranno fornire assistenza all’attività di ricerca in aggiunta alla collaborazione ai servizi universitari. Il compenso può arrivare a 3.500 euro/anno.
Si introducono poi due tipologie di borse di assistenza all’attività di ricerca: una junior, destinata ai laureati magistrali o a ciclo unico per iniziare percorsi di ricerca sotto la supervisione di un tutor; una senior per i dottori di ricerca che potranno svolgere attività di ricerca. In entrambi i casi la durata va da un minimo di un anno a un massimo di tre. Il trattamento economico sarà stabilito con un decreto del Ministro dell’Università e della Ricerca.
Arriva poi il contratto postdoc che potrà essere sottoscritto dal dottore di ricerca (con possibilità di deroga EPR per aspiranti tecnologi). In questo caso potranno essere svolte attività di ricerca, nonchè di collaborazione alle attività di didattica e terza missione. In merito al trattamento economico, l’importo minimo sarà stabilito con decreto del Ministro in misura non inferiore al trattamento iniziale spettante al ricercatore confermato a tempo definito (13 mensilità e TFR). La durata va da un minimo di un anno a un massimo di tre.
Rimangono in essere i contratti di ricerca, introdotti nel 2022, per i quali è in corso la contrattazione ARAN-sindacati. Viene poi introdotta la figura del Professore aggiunto (Adjunct professor), che potrà svolgere nelle università specifiche attività di didattica, di ricerca e di terza missione, arricchendo, con il proprio contributo, il percorso formativo degli studenti mediante un approccio più pratico e multidisciplinare. Il contratto potrà avere una durata minima di tre mesi fino ad una durata massima di tre anni.
“Si tratta di una vera e propria ‘cassetta degli attrezzì a disposizione delle Università, degli EPR e delle istituzioni AFAM, con strumenti differenziati a seconda dei diversi livelli di ricerca e con tutele crescenti via via che si avanza nel percorso accademico. Un intervento di grande impatto sul sistema della ricerca, con cui si intende superare il precariato storico che affligge da tempo il settore e iniettare nuova linfa con strumenti diversificati per attrarre e trattenere i migliori talenti nel circuito della ricerca e dell’innovazione scientifica”, ha sottolineato il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. “E’ stata scelta la strada del ddl perchè su questo provvedimento siamo aperti al confronto in misura massima. Già nella stesura del testo abbiamo preso in considerazione larga parte delle osservazioni delle università e abbiamo avuto un dialogo preliminare anche con i sindacati. E’ un percorso che proseguirà, sia in Parlamento sia con incontri al Ministero. Il contributo degli stakeholder, dei sindacati e delle associazioni di categoria per una riforma innovativa e sostenibile è fondamentale”, ha aggiunto.
-foto Agenzia Fotogramma-
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Quasi 21.000 i posti disponibili per Medicina e Chirurgia

ROMA (ITALPRESS) – Sono 20.867 le nuove immatricolazioni previste per il corso di laurea in Medicina e Chirurgia per il 2024-2025. Oltre 1.200 in più rispetto al precedente anno accademico. Per il corso di laurea in Odontoiatria e Protesi dentaria i posti sono più di 1.500. Quasi 1.300 i posti per Medicina Veterinaria.
Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha firmato i decreti numero 1.101 e 1.102 che fissano i posti definitivi disponibili per l’accesso al corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria (lingua italiana e lingua inglese) e Medicina veterinaria (lingua italiana), destinati ai candidati dei Paesi UE e dei Paesi non UE, residenti in Italia e per i candidati dei Paesi non UE residenti all’estero. I posti sono stati attribuiti agli atenei a seguito dell’assunzione dell’Accordo della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano per la determinazione dei fabbisogni.
Per Medicina e Chirurgia dei 20.867 posti disponibili, 19.467 sono destinati ai candidati dei Paesi UE e dei Paesi non UE residenti in Italia, mentre 1.400 sono riservati agli studenti dei Paesi non UE residenti all’estero. Nel precedente anno accademico i posti disponibili per i candidati dei Paesi UE e non UE residenti in Italia sono stati 18.331, mentre 1.305 le immatricolazioni a disposizione dei candidati dei Paesi non UE residenti all’estero.
Le nuove immatricolazioni previste per il corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria sono 1.535 di cui 116 riservate ai candidati dei Paesi non UE residenti all’estero. Lo scorso anno erano stati assegnati 1.276 posti ai candidati dei Paesi UE e non UE residenti in Italia e 110 posti per i candidati dei Paesi non UE residenti all’estero.
Sono 1.272 i posti disponibili per il corso di laurea in Medicina Veterinaria per il 2024-2025. Di questi posti: 1.209 sono previsti per gli studenti dei Paesi UE e non UE residenti in Italia e 63 sono per i candidati dei Paesi non UE residenti all’estero. A fronte dei 1.082 posti del precedente anno accademico per i candidati dei Paesi UE e non UE residenti in Italia e dei 59 posti per i candidati dei Paesi non UE residenti all’estero.
Come previsto dal calendario delle selezioni per i corsi di laurea ad accesso programmato ieri, martedì 30 luglio, si è tenuta la seconda delle due prove per i Corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria e Protesi dentaria, erogati in lingua italiana.
Oggi, invece, la seconda prova di ammissione ai Corsi di laurea a ciclo unico in Medicina Veterinaria. Per Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi dentaria erogati in lingua inglese, le prove sono previste martedì 17 settembre 2024.
Gli aspiranti medici hanno tempo fino alle 15.00 del 2 settembre 2024 per esprimere le preferenze degli Atenei ai fini dell’iscrizione. La scelta può essere fatta tramite l’apposita piattaforma online.
L’8 agosto è calendarizzata la pubblicazione dei risultati in forma anonima e il 28 agosto il candidato può prendere visione del proprio elaborato e del proprio punteggio. Mentre il 10 settembre prossimo sarà pubblicata la graduatoria nazionale di merito.

– foto ufficio stampa Mur –

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Università IUL, al via il Master su Media digitali e Sport

FIRENZE (ITALPRESS) – L’Università Telematica degli Studi IUL, in collaborazione con PA Social, propone il Master di I livello e Corso di alta formazione in “Media Company e Innovazione digitale per lo sport”.
Il corso, spiega una nota, si inserisce in un contesto attuale che assiste al cambiamento radicale del modo in cui lo sport viene trasmesso, consumato e gestito, stimolando la richiesta di figure professionali altamente qualificate nel settore della comunicazione sportiva e dell’innovazione digitale.
L’avanzamento delle tecnologie si accompagna ad una sempre più concreta domanda di esperti che siano in grando di affrontare le sfide e sfruttare le opportunità anche in ambito sportivo e dei media digitali. Un contesto che oggi si affaccia alle potenzialità comunicative dell’intelligenza artificiale e del metaverso.
Il corso in “Media Company e Innovazione Digitale per lo Sport” si propone di fornire agli studenti una panoramica completa delle dinamiche e delle aspettative dell’industria sportiva nel contesto digitale, formando professionisti in grado di adattarsi alle evoluzioni tecnologiche e culturali che caratterizzano il settore. L’obiettivo è di trasmettere le competenze strategiche nella gestione di media company e le capacità di analizzare e interpretare le tendenze digitali e dell’innovazione e le dinamiche del mercato sportivo.
Articolato in 7 moduli per le diverse discipline giuridiche, economiche e sociologiche, il percorso formativo ha durata annuale e consente il conseguimento di 60 Crediti Formativi Universitari.
E’ possibile iscriversi al Master di I livello e al Corso di alta formazione fino al 30 settembre 2024.
Il modello di studio dell’Università IUL, si legge, prevede lezioni fruibili interamente online per permettere agli iscritti di conciliare studio, lavoro e altri impegni quotidiani. Lo studente può accedere alle video-lezioni attraverso la piattaforma di formazione IUL, in ogni momento e da qualsiasi postazione, ed è supportato da personale docente di alta qualità e da una continua assistenza di tutor specializzati. Gli esami sono in presenza e possono essere svolti in una delle numerose sedi dell’Università sul territorio nazionale.

– foto ufficio stampa Università IUL –
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Da Bergamo a Palermo per studiare all’Università, Giulia “Scelta contro pregiudizi”

PALERMO (ITALPRESS) – Da Bergamo a Palermo per studiare all’università. Giulia Trapletti, nonostante le perplessità di parenti e amici, è riuscita a non demordere dal suo intento di iscriversi alla triennale in Scienze politiche e delle relazioni internazionali all’Università degli Studi di Palermo. Da Nord a Sud una migrazione in controtendenza che oggi, a pochi giorni dalla laurea conquistata nel capoluogo siciliano con il massimo dei voti, racconta con orgoglio.
“Non solo non me ne sono pentita – spiega Giulia – ma continuerò a Palermo anche il percorso magistrale iscrivendomi al corso in International Relations, curriculum interamente in inglese in International Trade. Il mio sogno è di fare esperienze di tirocini all’estero e, grazie agli accordi siglati dall’Università di Palermo con diversi paesi del mondo, questo è possibile. Ai miei coetanei consiglio di superare i pregiudizi e di analizzare l’offerta formativa dei vari atenei, sia del Nord che del Sud, in maniera imparziale. Liberandosi da inutili preconcetti potranno rendersi conto che Unipa ha un’ottima offerta formativa. Inoltre, la città di Palermo ha dei punti di forza legati alle bellezze paesaggistiche e monumentali del territorio e alle logiche fuori dal caro affitti che la rendono consigliabile rispetto a molte città del Nord”.
Quegli stessi pregiudizi che anche la sua famiglia le aveva espresso con forza e che hanno portato Giulia ad avere un ripensamento e ad acquistare un biglietto per Praga. In quella città, però, Giulia non è rimasta confermando, invece, la volontà di studiare a Palermo.
“Stiamo assistendo – sottolinea il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri – alla crescita della reputazione del nostro Ateneo che non è più legata ad un certo provincialismo ma all’idea di un’università al centro del Mediterraneo, proiettata all’internazionalizzazione. Sono tantissimi i contatti con i paesi stranieri che aprono a nuove prospettive di lavoro. A questo si affianca una condizione di benessere legata anche ad un’attenzione verso i valori dell’inclusione, della tolleranza e dell’accoglienza tipici della città di Palermo. Sono questi tre concetti che bisogna far conoscere sempre di più per generare un meccanismo inverso rispetto alla tendenza a cui abbiamo assistito negli ultimi vent’anni: ragazzi del Sud che hanno alimentato gli affitti delle città del Nord. Oggi siamo nelle condizioni di poter dare un’offerta formativa di qualità supportata da condizioni di vita favorevoli”.
La storia di Giulia rappresenta ancora una piccola percentuale rispetto al totale delle iscrizioni dell’Ateneo palermitano, ma si tratta di una incidenza in crescita, fanno sapere dall’Università di Palermo. Giulia non è la sola studentessa che ha fatto questa scelta se si pensa che nell’anno accademico 2023-2024 le prime tre province non siciliane nella classifica delle iscrizioni Unipa sono state Torino, Roma e Milano.
– foto ufficio stampa Rettorato Università di Palermo –
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Censis, Padova al top tra i mega atenei statali

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ROMA (ITALPRESS) – E’ stata pubblicata la nuova Classifica Censis delle Università italiane. Si tratta di un’articolata analisi del sistema universitario basata sulla valutazione degli atenei (statali e non statali, divisi in categorie omogenee per dimensioni) relativamente a: strutture disponibili, servizi erogati, borse di studio e altri interventi in favore degli studenti, livello di internazionalizzazione, comunicazione e servizi digitali, occupabilità. A questa classifica si aggiunge il ranking dei raggruppamenti di classi di laurea triennali, dei corsi a ciclo unico e delle lauree magistrali biennali secondo la progressione di carriera degli studenti e i rapporti internazionali. Complessivamente si tratta di 70 graduatorie, a partire da una batteria di 963 variabili considerate, che possono aiutare i giovani e le loro famiglie a individuare con consapevolezza il percorso di formazione.Dopo l’aumento delle immatricolazioni registrata lo scorso anno (+3,3%), i dati provvisori riferiti all’anno accademico 2023-2024, rilevati ad aprile 2024, segnalano un sostanziale assestamento (-0,2%), equivalente in valore assoluto a 579 neoiscritti in meno. A livello territoriale la situazione è eterogenea: registrano un aumento degli iscritti gli atenei del Sud e isole (+4,2%) e del Nord-Est (+1,2%), mentre si evidenzia una diminuzione negli atenei del Centro (-3,6%) e del Nord-Ovest (-2,5%). Considerando le aree disciplinari è l’area sanitaria e agro-veterinaria ad avere il maggior numero di nuovi iscritti (+7,0%), trainata dai corsi di laurea in ambito medico-sanitario e farmaceutico (+10,1%) e da quelli di scienze motorie e sportive (+5,5%). Contraddistinta da segno positivo anche l’area artistica, letteraria e educazione (+0,5%), con un aumento delle iscrizioni ai corsi di educazione e formazione (+5,9%). Una contrazione contraddistingue invece in maniera analoga l’area economica, giuridica e sociale e l’area delle discipline Stem, con in entrambi i casi una riduzione del 2,2%.
Secondo i dati provvisori rilevati nel mese di aprile 2024, nell’anno accademico 2023-2024 i neoiscritti maschi sono diminuiti di oltre un punto percentuale (-1,1%), mentre le neoiscritte sono cresciute dello 0,5%. È interessante osservare che gli ambiti disciplinari dove le nuove studentesse sono cresciute non sono solo quelli tradizionalmente a vocazione femminile, come i corsi di laurea di educazione e formazione (+6,1%), ma anche quelli dell’ambito medico-sanitario e farmaceutico (+10,0%) e afferenti alle discipline Stem, dove, a fronte di un loro aumento, si riscontra una riduzione della componente maschile. È così per architettura e ingegneria civile (con +6,4% di neo-immatricolate e -1,9% di neo-immatricolati) e ingegneria industriale e dell’informazione (+2,9% donne a fronte di -0,8% uomini). Nell’area informatica e tecnologie Ict gli uomini non diminuiscono, ma le donne crescono in misura decisamente maggiore (+12,5% nuove iscritte contro + 1,2% nuovi iscritti).
I mega atenei statali (con oltre 40.000 iscritti). Le prime tre posizioni sono occupate anche quest’anno dall’Università di Padova, prima con un punteggio complessivo di 89,5, seguita dall’Università di Bologna e dalla Sapienza di Roma, con i punteggi di 87,5 e 84,3. Sale al quarto posto l’Università di Palermo (83,8), che guadagna rispetto allo scorso anno 3 posizioni, seguita dall’Università Statale di Milano (83,2): stabile al quinto posto, supera l’Università di Pisa (82,8) retrocessa in sesta posizione. Settima nella graduatoria dei mega atenei è l’Università di Torino che, con il punteggio complessivo di 82,7, scala una posizione. Chiudono la classifica l’Università di Firenze (82,3) e quella di Napoli Federico II (73,5), rispettivamente in penultima e ultima posizione.
I grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti). L’università della Calabria si colloca al vertice con un punteggio totale di 92,2, superiore a quello dell’Università di Pavia (89,5), che retrocede in seconda posizione. Terza in graduatoria è l’Università di Perugia (87,7), seguita da quella di Parma (87,2) e da quella di Cagliari (86,5), che avanzano, guadagnando il quarto e quinto posto. Salda in sesta posizione, al pari dello scorso anno, è l’Università di Salerno (85,8).
In settima e ottava posizione si collocano l’Università di Milano Bicocca (85,7) e l’Università di Roma Tor Vergata (84,5). Stabile in nona posizione l’Università di Modena Reggio Emilia (83,5), mentre l’Università di Genova scala un posto, riuscendo a posizionarsi tra i primi dieci grandi atenei statali, con un punteggio complessivo di 82,3. Tra l’undicesimo e il quattordicesimo posto troviamo: l’Università di Verona (82,0), l’Università di Messina (80,7, che ha guadagnato 4 posizioni), l’Università di Ferrara (80,3) e l’Università di Roma Tre
(80,0). Si classificano come quindicesima e sedicesima l’Università della Campania (79,2) e l’Università di Bari (77,0) che è una new entry tra i grandi atenei in quanto fino allo scorso anno apparteneva al gruppo dei mega atenei statali. Chiudono la classifica, in penultima ed ultima posizione l’Università di Chieti e Pescara (76,8) e l’Università di Catania (76,7).
I medi atenei statali (da 10.000 a 20.000 iscritti). Apre anche quest’anno la classifica l’Università di Trento che con il punteggio di 94,5 mantiene la prima posizione, seguita come lo scorso anno dall’Università di Udine (93,2). Il terzo posto del podio è occupato dall’Università di Sassari (91,7), che guadagna una posizione, al pari dell’Università Politecnica delle Marche (91,0), che approda al quarto posto e precede l’Università di Siena (90,5), quinta tra i medi atenei statali. Il sesto posto è, invece, occupato da una new entry, l’Università Ca’ Foscari Venezia (88,8), fino allo scorso anno nel gruppo dei grandi atenei statali. Essendo arretrate entrambe di una posizione, l’Università di Trieste (88,7) e quella di Brescia (87,8) si attestano al settimo e ottavo posto. In nona posizione si colloca l’Università di Urbino (84,8), che ne guadagna tre, inseguita dall’Università del Salento (84,7), decima in graduatoria. Chiudono la classifica l’Università di Bergamo (83,8), undicesima, seguita, dall’Università del Piemonte Orientale e dall’Università di Napoli Parthenope, che occupano ex aequo la dodicesima posizione con un punteggio totale di 83,5.
Tredicesimo e quattordicesimo posto rispettivamente per l’Università dell’Insubria (83,2) e dell’Aquila (81,8), entrambe in ascesa. Si posizionano, infine, in penultima e ultima posizione l’Università di Foggia (81,3) e l’Università Magna Graecia di Catanzaro (80,0).
I piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti). Stabile al primo posto l’Università di Camerino, con un punteggio complessivo pari a 98,8, seguita dall’Università della Tuscia, che con 88,5 mantiene la seconda posizione. Salde in terza e quarta posizione l’Università di Macerata (86,7) e l’Università di Cassino (86,0). Quinta l’Università Mediterranea di Reggio Calabria (83,3), che ha sorpassato l’Università del Sannio, quest’anno in sesta posizione (82,7). Al settimo posto si conferma l’Università di Teramo (80,8), seguita dall’Università del Molise (80,7). Penultima e ultima posizione sono, infine, occupate dall’Università della Basilicata (80,2) e dall’Università di Napoli L’Orientale (79,7), che fino allo scorso anno si trovava nel gruppo dei medi atenei statali.
I politecnici. In vetta anche quest’anno il Politecnico di Milano (con il punteggio di 98,7 punti), seguito dal Politecnico di Torino (92,0). Terzo in graduatoria il Politecnico di Bari (87,8). Chiude la classifica lo IUAV di Venezia con 87,7 punti.
Gli atenei non statali. Entra nel gruppo dei grandi atenei non statali (oltre 10.000 iscritti) per la prima volta la Luiss, posizionandosi con il punteggio totale di 96,0 al vertice della graduatoria. Seguono in seconda e terza posizione l’Università Bocconi (92,0) e l’Università Cattolica (78,2). Tra i medi atenei non statali (da 5.000 a 10.000 iscritti) è la Lumsa a primeggiare (83,4), a cui si accodano lo Iulm (81,4) e l’Università Suor Orsola Benincasa (75,0). Tra i piccoli atenei non statali (fino a 5.000 iscritti) mantiene la posizione di vertice la Libera Università di Bolzano (95,0).
-foto Agenzia Fotogramma –
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Autostrade-Federico II, prosegue la sinergia per la mobilità del futuro

NAPOLI (ITALPRESS) – Si è conclusa questa mattina la terza edizione del corso della SIC Academy, Smart Infrastructures and Construction Academy, presso il Polo universitario di San Giovanni a Teduccio a Napoli. L’iniziativa, frutto della partnership tra Autostrade per l’Italia e l’Università degli Studi di Napoli Federico II, ha coinvolto due Società del Gruppo: Tecne, polo di progettazione ingegneristica e direzione dei lavori e Amplia, operatore integrato, leader nella realizzazione di infrastrutture complesse.
Nel corso della cerimonia sono stati consegnati i diplomi ai 36 studenti che hanno concluso con successo lo sfidante percorso formativo di questa edizione, orientato verso i temi che definiscono il comparto “Engineering and Construction”. In particolare, sono stati premiati 18 professionisti già operanti all’interno del Gruppo ASPI e 18 ingegneri neolaureati che, in virtù di una proposta di inserimento in azienda da parte di Tecne o Amplia, sono prossimi ad arricchire l’hub di talenti di Autostrade per l’Italia.
Nel corso dei tre anni la Smart Infrastructure and Construction Academy ha erogato 1200 ore di alta formazione sia a circa 50 dipendenti del Gruppo, sia offrendo un percorso didattico di eccellenza a circa 60 neolaureati appartenenti alla nuova generazione di ingegneri, con un tasso di inserimento in azienda pari al 95%.
Quest’anno l’Academy, tra le diverse attività previste per le sue allieve e i suoi allievi, ha incluso moduli specifici incentrati sulla formazione di esperti nell’impiego di droni sia per le ispezioni, sia per la manutenzione; sull’utilizzo di stampanti 3D anche in ambito infrastrutturale (come a esempio la tecnica per la stampa in calcestruzzo); sull’impiego della fibra ottica per il monitoraggio di opere d’arte e quello delle infrastrutture da satellite.
Uno dei principali elementi di novità di questa edizione ha riguardato l’avvio di una cooperazione didattica con le Academy già radicate nel territorio di Napoli. In particolare, la Apple Academy e la Cisco Academy. Questa sinergia si è sviluppata attraverso esperienze didattiche nell’ambito della digitalizzazione delle infrastrutture e della rigenerazione delle reti infrastrutturali, anche mediante project work realizzati dalla Sic Academy.
La Smart Infrastructures and Construction Academy rientra nel progetto “Autostrade del Sapere”, il più ampio percorso intrapreso dal Gruppo per accrescere la conoscenza e attrarre professionisti nell’ambito del settore infrastrutturale, creando un ecosistema con i maggiori Atenei italiani.
All’evento, avvenuto all’interno dell’Aula Magna del Polo di San Giovanni a Teduccio, erano presenti, tra gli altri, il Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II Matteo Lorito, il Coordinatore Didattico della SIC Academy Andrea Prota, il Presidente di Tecne Ennio Cascetta, il Direttore Human Capital and Organization di Autostrade per l’Italia Gian Luca Orefice.
“Prosegue la grande azione – afferma l’Amministratore delegato di Aspi Roberto Tomasi – realizzata grazie alla rete di sinergie costruita con le principali università italiane e finalizzata allo sviluppo delle competenze la mobilità del futuro. Tassello fondamentale della strategia di Autostrade per l’Italia, siamo convinti che la chiave di volta di qualsiasi evoluzione sia nel capitale umano. Per questo continuiamo anno dopo anno a credere in questo grande progetto. Il piano di rigenerazione della rete autostradale richiede professionisti preparati, portatori di competenze sempre più specializzate: con l’Università Federico II produciamo eccellenza. La collaborazione con questo ateneo ci consente di formare professionisti esperti di infrastrutture sostenibili e in linea con l’evoluzione tecnologica, con l’obiettivo di introdurli nel Gruppo per creare valore aggiunto. Lavoriamo ogni giorno per rendere la rete autostradale sempre più moderna, sicura e sostenibile: la Sic Academy è espressione di questo nostro impegno. Talenti che potranno dare il loro prezioso contributo non solo al nostro Gruppo, ma allo sviluppo e la crescita dell’intero Paese”.
“Il modello della SIC Academy sta evolvendo verso una nuova versione che si concentra su settori fondamentali come la gestione e il monitoraggio delle infrastrutture. Non si tratta solo di costruire nuove infrastrutture, ma di gestirle in modo efficace. Questo approccio è fondamentale e i risultati sono evidenti: tutti i partecipanti ai nostri percorsi formativi al termine della formazione sono pronti per entrare nel mondo del lavoro dove trovano rapidamente collocazione – sottolinea il Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II Matteo Lorito -. L’Academy vede la stretta collaborazione della Federico II con le aziende, e il progetto, che ha avuto un inizio straordinario, ha come obiettivo di continuare a crescere insieme”.
“Come in precedenza – ha spiegato il Coordinatore Didattico della SIC Academy Andrea Prota -, anche la terza edizione da poco conclusa è andata al passo con il contesto reale delle infrastrutture. Ancora più degli anni scorsi, è stato offerto ampio spazio alle gallerie oltre che ai ponti. Le attività didattiche e le esercitazioni per esplorare le potenzialità applicative di sistemi di monitoraggio innovativi sono state molteplici: dall’uso di strumenti avanzati per la diagnostica e il rilievo, all’integrazione di informazioni ottenute dai satelliti con dati raccolti a terra tramite tecniche di intelligenza artificiale, all’uso del BIM come strumento essenziale sia per la progettazione che per la manutenzione”.
-foto ufficio stampa Autostrade per l’Italia-
(ITALPRESS).