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Università Cattolica, Rettore Anelli “noi al servizio della società”

“Alla soglia dei 100 anni siamo consapevoli della nostra cruciale responsabilità: dare un contributo alla società, alla collettività e, soprattutto, alla chiesa”. Del resto proprio “Ex Corde Ecclesiae (dal cuore della chiesa, ndr) si è originata l’Università Cattolica”. Così il rettore dell’Università Cattolica di Milano Franco Anelli ha aperto oggi l’incontro “L’Università Cattolica per il bene del Paese: un secolo di impegno educativo e culturale” con cui l’ateneo ha concluso il ciclo di conferenze per il centenario dell’università di Largo Gemelli. “Le università non sono mai state torri d’avorio – ha detto poi – sono per definizione luoghi aperti, dove gli studenti entrano e escono, speriamo migliori, con conoscenze nuove. Questo è il servizio alla società che l’università si propone”. All’evento hanno partecipato il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, e Giuliano Amato, presidente della Corte costituzionale, con la moderazione della prorettrice Antonella Sciarrone Alibrandi. Il dialogo ha tratto spunto dalla presentazione del terzo volume della storia dell’ateneo dedicato alle fonti del Magistero della Chiesa per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, curato da monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’ateneo, e pubblicato dall’editrice “Vita e Pensiero”. Al centro del confronto il ruolo che l’università Cattolica ha svolto nella storia italiana e ciò che ha rappresentato nella società, sin dalla sua fondazione nel 1921. “Istituita in un’epoca di incertezza e cresciuta senza mai sottrarsi al dialogo e al confronto – ha detto Parolin nella sua lectio – l’Università Cattolica non ha rigettato le dinamiche di una complessità davanti alla quale la comunità dei credenti ha spesso provato sentimenti contrastanti, ora di fascinazione, ora di disorientamento. Più che nella mera difesa del dogma” l’apporto che l’Università Cattolica del Sacro Cuore “ha dato e continua a dare alla società e alla Chiesa” appaga quella che Parolin ha chiamato “fame di pensiero”: “C’è sempre fame di pensiero nella storia – ha concluso – specie nella storia tormentata che da cento anni a questa parte ha accompagnato lo sviluppo di questa università”. “Siamo sulla stessa lunghezza d’onda” è intervenuto Amato rivolgendosi a Parolin, sottolineando come la nascita della Cattolica sia stata il frutto dell’incontro “tra un uomo con caratteristiche eccezionali” come Agostino Gemelli “un italiano, un inquieto, tormentato, anche contraddittorio e tuttavia intelligente e dotato come pochi della capacità di pensare e di fare” e “la storia d’Italia” di cui l’ateneo “ha cambiato il corso, creando quell’alveo su cui diversi anni dopo si riuscirà a collocare la democrazia italiana” nel secondo dopoguerra, col contributo della classe dirigente cattolica alla Costituzione della Repubblica. Gemelli, ha ricordato infine Amato, ha voluto e saputo “formare una classe dirigente cattolica munita di scienza e dotata di visione” che è stata “tale per il paese” in alcuni dei passaggi più determinanti della sua storia contemporanea. (ITALPRESS).

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Rettore Palermo “La Facoltà di Agraria offre sbocchi nel mondo del lavoro”

PALERMO (ITALPRESS) – “L’importanza del Dipartimento di Scienze agrarie nel panorama strategico dell’Università si ricollega a due fattori: un approccio multidisciplinare e il collegamento serrato con il mondo del lavoro”. Così il rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri, a margine della cerimonia per l’80esimo anniversario dalla fondazione degli Studi universitari di Scienze agrarie. L’evento si è svolto nell’Aula magna del Dipartimento, alla presenza di docenti ed ex allievi.
“L’Università ha come obiettivo prioritario la creazione di collegamenti tra studio e imprese: i professionisti che si formano ad Agraria hanno caratteristiche molto diversificate. Ciò è possibile grazie a un approccio metodologico che consente di spaziare in diversi ambiti, dell’economia alla chimica, e di colmare interessi legati a specifici settori: cibo, enogastronomia, trattamento di suoli e sottosuoli sono tutte discipline che costituiscono un valore aggiunto per il mondo sia accademico che d’impresa”, sottolinea Midiri, che poi si sofferma sull’attrattività di Agraria, certificata da una crescita continua delle richieste di iscrizione da parte degli studenti: “Negli ultimi anni è diventato uno dei dipartimenti più numerosi dell’Ateneo: abbiamo anche una sede decentrata a Marsala, i cui servizi sono costantemente aggiornati e potenziati”.

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Università e Istituto Penale per i Minorenni di Palermo firmano accordo

PALERMO (ITALPRESS) – Il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri, e la Direttrice dell’Istituto penale per i Minorenni di Palermo, Clara Pangaro, hanno siglato un accordo quadro per la realizzazione di attività socio-culturali volte a promuovere la cultura del libro, l’integrazione con le biblioteche del territorio e l’ampliamento dell’offerta a nuovi target di utenza.
La firma è avvenuta alla presenza del Delegato del Rettore al Sistema bibliotecario di Ateneo, Alfredo Casamento, della Responsabile del Sistema bibliotecario e Archivio storico di Ateneo, Maria Stella Castiglia e del funzionario della professionalità pedagogica quale referente della biblioteca dell’Istituto Penale per i Minorenni di Palermo, Myriam Barrale.
“Con la stipula di questo accordo quadro UniPa intende promuovere la cultura della lettura in ambito penale minorile attraverso lo sviluppo della biblioteca penitenziaria – commenta il rettore, Massimo Midiri – Con questo partenariato avviamo una proficua e duratura collaborazione con l’Istituto Penale per Minorenni con annesso Centro di Prima Accoglienza di Palermo. La sinergia fra le due istituzioni si inserisce nel solco delle politiche della Terza Missione e di azioni già intraprese dall’Ateneo, come la realizzazione di Poli universitari penitenziari in Sicilia, per consentire ai detenuti e ai soggetti in esecuzione penale esterna il conseguimento di titoli di studio universitari”.
“La promozione della cultura e dell’educazione alla lettura rivestono una importanza centrale nella formazione di un completo e armonico sviluppo della personalità dei giovani – dichiara il Direttore dell’Istituto Penale, Clara Pangaro – Questo accordo costituisce un concreto impegno per mettere in campo azioni e risorse volte a implementare progetti di cooperazione e collaborazione istituzionale per favorire l’integrazione dei soggetti svantaggiati e offrire nuove opportunità di inserimento sociale per la costruzione di un futuro diverso”.
Il Servizio Speciale Sistema bibliotecario e Archivio storico di Ateneo, è stato individuato quale struttura interessata e coinvolta in attività di Terza missione finalizzate alla promozione di attività di educazione alla lettura che favoriscano lo scambio e il confronto fra lettori di diversa età e appartenenti a contesti culturali differenti; alla diffusione della conoscenza delle biblioteche e alla promozione dei servizi da esse offerti; all’alfabetizzazione all’uso consapevole delle risorse e dei servizi offerti dalle biblioteche; all’offerta di servizi di consulenza per la gestione efficace delle biblioteche, anche favorendo la creazione di reti con il territorio; alla proposta di brevi percorsi formativi di base sulle tecniche di catalogazione dei volumi per avviare l’attività della biblioteca.
Le singole attività da realizzare saranno oggetto di appositi Accordi attuativi, favorendo lo sviluppo della biblioteca carceraria (potenziamento della raccolta documentaria e dei servizi), con il coinvolgimento del personale bibliotecario, che svolgerà attività di promozione e di educazione alla lettura.

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Università Palermo, primo bilancio di genere e un Centro di studi avanzati

PALERMO (ITALPRESS) – L’Università degli Studi di Palermo presenta il primo bilancio di genere, il Piano di Uguaglianza di Genere a esso collegato e un nuovo Centro di Studi avanzati. Presso la sede di Palazzo Steri, alla presenza del rettore Massimo Midiri e dei docenti responsabili dei progetti, in una conferenza stampa si è scesi quest’oggi nei dettagli di due iniziative sulle quali l’Ateneo punta in modo concreto, allo scopo di migliorare la sua vivibilità tramite la riduzione del render gap e spingere sull’internazionalizzazione attirando ricercatori e docenti stranieri. “Sono due progetti su cui abbiamo tanto investito. Il bilancio di genere e il Gender Equality Plan da una parte, il Centro di studi avanzati di Unipa dall’altra – ha spiegato il rettore Midiri – Due progetti che hanno punti in comune, perchè il tema generale che sta alla base si chiama cultura. La cultura di genere si deve tradurre in cambiamento di pensiero, eliminando quel gap che è ancora presente soprattutto nell’ambito scientifico. Inoltre, abbiamo creato un centro di studi avanzati in cui intendiamo sviluppare l’internazionalizzazione. Palermo è al centro del Mediterraneo, fa da connettore di tante istanze culturali. Solo un centro appositamente creato può funzionare a tal scopo”. “Da oggi – ha concluso – comincia una nuova fase nella logica di trasformare il nostro ateneo in una struttura più smart e internazionale. Vogliamo in questi sei anni far diventare Unipa apprezzata, con buoni servizi e tanti studenti anche stranieri”.
Unipa si è dotata a partire da quest’anno, così come richiesto dall’Unione Europea, di un primo Bilancio di genere che fotografa la situazione riguardo il gender gap e le pari opportunità all’interno dell’ateneo. Un documento pubblico consultabile sul sito ufficiale ed elaborato nel rispetto delle linee guida predisposte dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. Da una parte, si tratta di un’operazione di informazione e monitoraggio dei dati legati alle condizioni di lavoro di chi vive all’interno dell’Università, dall’altra ha anche una funzione di formazione in materia di parità di genere per la comunità accademica. Il bilancio di genere di Unipa è uno strumento essenziale per realizzare le politiche di genere all’interno dell’Ateneo, nonchè requisito per la valutazione di ammissibilità del Gender Equality Plan, altro strumento obbligatorio, inserito dall’UE all’interno delle azioni positive, sul quale si basa peraltro l’accesso a fondi di ricerca e a qualsiasi tipo di finanziamento europeo per cui l’ateneo fa domanda. Entrambi i documenti sono stati redatti da un gruppo di lavoro coordinato da Beatrice Pasciuta, prorettrice all’Inclusione, Pari opportunità e politiche di genere, che ne ha illustrato i dettagli.
“Due strumenti fondamentali, il primo misura il divario di genere all’interno della nostra università, l’altro propone misure concrete per provare a intervenire per colmare questo divario. E’ un passo fondamentale, è il primo bilancio di genere e siamo all’anno zero. Partiamo molto bene, la nuova governance ha voluto investire su questo – ha aggiunto – non è soltanto un adempimento burocratico e riguarda l’ateneo nel suo complesso, non soltanto le donne”. Per il Gender Equality Plan sono previsti investimenti pari a 400.000 euro, di cui 180.000 già stanziati. Il 2022 è il primo anno per questo strumento strategico e operativo per l’eliminazione degli squilibri di genere e nel 2024 si potrà tracciare un primo bilancio su come e quanto le 40 misure predisposte saranno riuscite a colmare il divario di genere e a raggiungere gli obiettivi preposti. Il piano si articola in cinque aree di intervento: la prima riguarda la conciliazione tra vita lavorativa e familiare, la seconda riguarda il riequilibrio di genere nei ruoli apicali e decisionali, la terza mira a colmare il gap nella progressione di carriera. La quarta area si riferisce alla valorizzazione della dimensione di genere nella ricerca e nella didattica, infine la quinta propone misure di contrasto a molestie e comportamenti discriminatori.
Secondo quanto è emerso, all’interno di Unipa, soltanto le nomine dei prorettori attualmente seguono la logica della parità di genere, mentre nelle altre forme di governance dell’ateneo si registra attualmente un divario che vede un maggior numero di cariche apicali ad appannaggio degli uomini rispetto alle donne. Successivamente, è stato presentato anche il nuovo Centro di Studi Avanzati, che ha la finalità di promuovere lo scambio delle conoscenze mediante la circolazione internazionale delle idee di studiosi di diversi paesi. La missione è quella di creare un centro in grado di favorire la condivisione di studi tra rinomati accademici, in modo tale da valorizzare la ricerca e il potenziale scientifico dell’Università di Palermo, rafforzare la visibilità internazionale dei ricercatori e studiosi dell’Ateneo, sviluppare attività di partenariato internazionale, promuovere studi e ricerche interdisciplinari, anche mediante l’organizzazione di Seasonal School all’interno della città. Il tutto nel solco dell’internazionalizzazione di Unipa, come ha spiegato il referente Antonello Miranda: “Con questo centro vorremmo non solo stabilizzare una linea di tendenza che c’è già, ma anche accogliere a Palermo colleghi di alta levatura che provengono da diversi centri internazionali di ricerca e che possano proseguire i propri studi a Palermo in un centro che li accolga da un punto di vista logistico. Vogliamo creare – ha aggiunto – un confronto coi colleghi, a favore non solo dei nostri dottorandi ma anche degli stessi docenti”.

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Rettore Midiri incontra gli studenti delle scuole superiori di Palermo

PALERMO (ITALPRESS) – La disponibilità di oltre 3 mila enti ed aziende anche nazionali e internazionali per svolgere i tirocini, la vocazione sempre più marcata verso l’internazionalizzazione dei corsi di studio e l’impegno per incrementare e migliorare gli spazi sportivi e le zone di aggregazione all’interno del campus universitario. Sono queste alcune tra le principali novità che il Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri, ha presentato a oltre mille studenti che negli scorsi giorni ha incontrato a Palermo nei licei Croce, Finocchiaro Aprile, Umberto I e Galileo Galilei.
Il Rettore ha illustrato i servizi e l’offerta formativa di UniPa in momenti di presentazione e confronto insieme al Prorettore Vicario Enrico Napoli, al Prorettore alla Didattica e all’Internazionalizzazione Fabio Mazzola, alla delegata alle attività inerenti il Diritto allo studio e l’Innovazione dei processi di apprendimento Luisa Amenta, alla delegata al coordinamento del Centro Orientamento e Tutorato Cinzia Cerroni.
Il 16 maggio il Rettore incontrerà gli studenti delle scuole di Agrigento, il 24 maggio gli studenti degli istituti La Torre e Piazza di Palermo.
“Ritengo sia molto importante illustrare di persona le novità dei servizi, della didattica e della ricerca di UniPa a studentesse e studenti delle scuole superiori – commenta il Rettore Massimo Midiri -. Il nostro Ateneo è al loro fianco già dalla fase preliminare alla scelta del percorso accademico. I nostri futuri studenti devono sapere che possono contare non solo su una formazione di eccellenza, ma su un Ateneo attento ad ogni necessità ed esigenza, all’internazionalizzazione e ai rapporti col mondo del lavoro. Queste attività di orientamento in presenza proseguiranno nei prossimi mesi e toccheranno anche i poli territoriali, proseguendo il percorso di piena valorizzazione della presenza di UniPa in quelle sedi con l’obiettivo concreto di diventare l’Università della Sicilia Occidentale”.
Durante gli incontri sono stati illustrati, dallo staff del Centro Orientamento e Tutorato, i numerosi servizi dedicati all’accoglienza, alla consulenza individuale, all’accesso ai corsi e alle simulazioni delle prove d’ingresso, al supporto metodologico allo studio e al counselling psicologico.
Un approfondimento è stato riservato all’offerta formativa internazionale dell’Ateneo. I dati – riferiti dal Prorettore alla Didattica e all’Internazionalizzazione, Fabio Mazzola – riguardano 15 tra corsi di laurea e curricula interamente offerti in lingua straniera e ulteriori 30 corsi di studio che permettono di frequentare almeno un semestre di studi in inglese. Inoltre, ben 16 dei 23 corsi di dottorato hanno la qualifica di dottorato internazionale.

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Lectio magistralis di Romano Prodi a Scienze politiche a Palermo

PALERMO (ITALPRESS) – Il ritorno della guerra in Europa dopo tanti anni porta con sè cambiamenti notevoli, che coinvolgono ogni aspetto e non lasciano alcun paese escluso: come avviene dinanzi a ogni cambiamento serve adeguarsi, nel caso specifico adottando una linea comune di difesa e passando al vaglio ogni strumento possibile per trovare la pace. Lo sa bene Romano Prodi, ex presidente del Consiglio e della Commissione europea, che ha tenuto una lectio magistralis nella facoltà di Scienze politiche, a Palermo.
La lunga esperienza internazionale di Prodi e la conoscenza in prima persona degli attori geopolitici hanno consentito di tracciare un quadro chiaro su come si sia arrivati a un conflitto di questa portata, nonchè sugli obiettivi che Unione europea e Nato devono perseguire. Al di là delle mire di Vladimir Putin, per l’ex premier sarà la Cina a giocare un ruolo decisivo, dal momento che “gli interessi di Mosca e Pechino sono molto differenti, ma convergono in nome dell’opposizione comune agli Stati Uniti. Ora sarà fondamentale capire come la Cina deciderà di comportarsi sul conflitto ucraino: finora le posizioni espresse sono tutt’altro che chiare”.
Sui motivi che hanno spinto il presidente russo a rivolgere la propria attenzione alla Cina, Prodi torna indietro di vent’anni: “Quando ero a capo della Commissione europea e Putin si era appena insediato i rapporti con la Russia erano molto buoni – spiega -, Per un periodo addirittura la stampa russa parlò di una possibile adesione all’Ue, ma tale ipotesi venne subito stoppata sia dallo stesso Putin che dalla Nato. Con il tempo la politica estera russa, soprattutto in Cecenia e Crimea, ha reso sempre più tesi i rapporti con l’Ue e la Nato: è in questo contesto che Putin, anzichè isolarsi ulteriormente, ha scelto la Cina come interlocutore privilegiato”.
Il conflitto in Ucraina è il punto più alto della politica estera aggressiva del presidente russo, che secondo Prodi avrebbe commesso due gravi errori strategici: “Da un lato era convinto che non avrebbe trovato alcuna resistenza da parte degli ucraini, dall’altro ha sottovalutato la reazione del mondo occidentale, che comunque non era preparato a un conflitto di questa portata – sottolinea l’ex premier -. Per uscire da questa situazione è fondamentale che le grandi potenze trovino un accordo: chiunque può fare da mediatore, ma finchè l’Occidente e la Russia non convergono su una linea comune la guerra andrà avanti”.
Giungere a un accordo sembra tuttavia più difficile del previsto, soprattutto a causa delle visioni diverse tra gli stessi paesi europei. “Non ci sarà mai l’unanimità nell’Ue: ci sono troppi interessi in gioco per mettere tutti d’accordo e gli inglesi, che lo avevano capito e ritenevano di avere gli strumenti per fare da sè, si sono tirati fuori – afferma Prodi -. Tuttavia, la guerra può cambiare in meglio le politiche di coordinamento e di difesa comuni. Sarà fondamentale il comportamento dei paesi che guidano l’Unione: l’Italia deve decidere se stare tra questi e non essere più spettatore interessato, ma avere un ruolo attivo. La Germania deve evitare di prendere iniziative per conto proprio, come ha fatto sul riarmo, e capire che ogni decisione presa senza consultare gli Stati membri finisce per penalizzare l’Unione. Il ruolo più importante è certamente quello della Francia, che ha armi nucleari a disposizione e diritto di veto nel Consiglio di sicurezza Onu: dipenderà tutto dall’intelligenza politica e strategica di Emmanuel Macron”.
Consentire agli studenti universitari di incontrare una personalità politica ha, secondo il coordinatore del corso magistrale di International relations Salvatore Casabona, l’obiettivo di “fornire ai ragazzi gli strumenti adeguati per comprendere le dinamiche internazionali, soprattutto in un contesto storico in cui il concetto di globalizzazione attraversa una profonda crisi. Il confronto con figure autorevoli ci consente di acquisire informazioni alle quali la mera teoria universitaria non può accedere”.

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A Palermo formazione sempre più pratica per i medici del futuro

PALERMO (ITALPRESS) – Pensare a una didattica più pratica e meno teorica per formare al meglio le nuove generazioni di medici. E’ con tale obiettivo che questa mattina la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Palermo, presieduta da Marcello Ciaccio, ha presentato – in un incontro aperto ai Docenti, agli Studenti ed ai professionisti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria – alcuni modelli di manichini in grado di simulare le diverse situazioni cliniche che ogni giorno si possono presentare in reparto.
“Crediamo – ha sottolineato Ciaccio – che sia fondamentale offrire ai nostri Studenti una formazione di alto livello che includa, non solo nozioni teoriche, ma anche pratiche. I simulatori che sono stati presentati oggi si basano su tecnologie altamente innovative ed all’avanguardia che riproducono con estrema precisione i tessuti del corpo umano e consentono di ricreare sia condizioni fisiologiche che patologiche, dando l’opportunità agli Studenti ed ai Professionisti di simulare una reale visita, inclusa la richiesta di esami diagnostici, o un intervento chirurgico. Questa nuova forma di didattica garantisce allo Studente una formazione completa, arricchita dall’esperienza, che rappresenta un aspetto fondamentale, soprattutto oggi che le Lauree sono diventate abilitanti. La Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Palermo mira quindi a fornire allo Studente tutti gli strumenti per diventare un Professionista qualificato; un obiettivo che ha una valenza ancora maggiore all’interno di un ospedale universitario che coniuga didattica, ricerca e assistenza”.
“Oggi siamo entrati nel futuro, facendo un altro passo in avanti verso una nuova didattica universitaria – ha commentato il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri -. I simulatori, monitorati da sistemi computerizzati molto avanzati, consentiranno agli studenti di potere testare interventi e procedure complesse e di acquisire importanti abilità pratiche. Questa iniziativa è parte integrante di un progetto già avviato in Ateneo con lo scopo di affiancare ai metodi di insegnamento ‘classicì la tecnologia digitale, che consentirà di offrire spazi innovativi di apprendimento per tutte le specializzazioni”.
“Siamo lieti che l’Università degli Studi di Palermo – ha sottolineato il Commissario Straordinario del Policlinico ‘Paolo Giacconè Alessandro Caltagirone – sia promotrice di iniziative formative complementari alla mera didattica sui libri, implementando percorsi di apprendimento sul campo con tecniche innovative, tecnologiche, digitali di realtà virtuale e aumentata. Durante l’emergenza covid abbiamo constatato quale avrebbe potuto essere l’ulteriore contributo dei neo laureati, eccezionalmente reclutati, se avessero seguito percorsi formativi sul campo. Per loro e per i medici specialisti la pratica rappresenta un’opportunità straordinaria anche per l’assistenza; questi strumenti infatti consentono di simulare di volta in volta casi clinici di diversa complessità”.
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Le opere di Luigi Epifanio in mostra allo Steri di Palermo

PALERMO (ITALPRESS) – Non solo noto e stimato architetto, ma anche pittore di paesaggi rurali e narratore attraverso le sue opere di spaccati di una Sicilia ormai perduta. A Palermo è stata inaugurata una mostra dedicata a Luigi Epifanio, protagonista a partire dagli anni ’20 e nel periodo della ricostruzione di una stagione in cui la città si è rifatta il look a livello estetico e architettonico, mutando profondamente nonostante un forte legame con le origini. Alla sua attività per la quale è maggiormente noto, però, Epifanio si è anche dedicato alla pittura. E’ proprio a questo aspetto della sua produzione che la mostra “Luigi Epifanio architetto e i suoi cammini siciliani”, organizzata dall’Università degli Studi di Palermo e ospitata a Palazzo Steri nella cornice della Sala delle Verifiche, dona lustro e riconoscimento. Nell’esposizione è possibile ammirare opere di indubbio valore artistico, per decenni esposte nell’archivio privato della famiglia e finalmente mostrate all’intera città. Paesaggi intimi, senza fronzoli, con uno stile molto fotografico e armonioso, votato alla valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico della provincia di Palermo.
C’è tutto questo nella pittura di Luigi Epifanio, che nei suoi quadri offre una visione personale del paesaggio rurale e contadino, in cui traspare tanto della sua attività di architetto, professore, ma anche dell’uomo, con uno sguardo appassionato ai luoghi meno battuti e più interni dell’isola. Al taglio del nastro presente il rettore di Unipa, Massimo Midiri, che ha sottolineato all’Italpress l’importanza della terza missione offerta dall’ateneo alla città: “Oggi inauguriamo una mostra dedicata a Luigi Epifanio, noto come architetto, ma del quale oggi scopriamo un’altra caratteristica della sua incredibile produzione, quella di artista e pittore di paesaggi rurali siciliani, fatto che dimostra straordinaria competenza e capacità di rappresentare il mondo reale – ha aggiunto – Si tratta di opere inedite, che risentono del mondo artistico palermitano dell’epoca, con influenze di Guttuso. E’ una mostra nel solco dell’opera di terza missione, l’Università non è soltanto un luogo dove si istruiscono i nostri giovani, ma anche dove si diffonde la cultura verso l’esterno. Siamo lieti – ha concluso – di poter ospitare a Palazzo Steri la produzione di un collega illustre che ha dato lustro anche alla pittura oltre che all’architettura”.
La mostra espone le opere dell’architetto Luigi Epifanio, conosciuto perchè ha realizzato il quartiere Matteotti, ma che ha affiancato l’attività di pittore rimasta sottotraccia e oggi custodita nell’archivio privato dichiarato di notevole interesse dalla soprintendenza storico archivistica. La mostra dedicata a Luigi Epifanio (Monreale 1898 – Palermo 1976) è promossa dal Sistema Museale di Ateneo dell’Università degli Studi di Palermo e curata da Maria Giuffrè e Paola Barbera, con il coordinamento di Maria Concetta Di Natale e Paolo Inglese. Allestita da Maria Carla Lenzo, sarà visitabile da mercoledì 11 maggio a giovedì 30 giugno, dalle ore 09 alle ore 20, con ingresso libero.
“Da queste opere emerge una passione per il paesaggio siciliano e per le architetture rustiche – ha spiegato Paola Barbera, una delle curatrici dell’esposizione – A questa terra si dedica lo sguardo del pittore e dell’architetto, sono opere realizzate tra le due guerre e poi negli anni della ricostruzione, quando peraltro Epifanio si era speso in progetti e alloggi per le case popolari che riprendono aggregati dell’architettura siciliana in chiave neorealista. Un archivio privato di memoria familiare – ha aggiunto – che la famiglia ha deciso di trasformare in memoria collettiva per la città, gli studiosi e gli appassionati”.

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