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Milano-Bicocca ospita Falling Wall Lab, le idee geniali in 3 minuti

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MILANO (ITALPRESS) – Alla ricerca dell’innovatore del futuro: tre minuti di tempo per presentare la propria idea creativa e abbattere i muri della conoscenza in un contest internazionale. Mercoledì 14 settembre, l’Università di Milano-Bicocca sarà host ufficiale dell’edizione 2022 di Falling Wall Lab in Italia, un forum internazionale per promuovere le idee innovative delle nuove generazioni e connettere scienziati e imprenditori a livello globale. “Falling Wall Lab” ricerca eccellenze in vari settori: dalla scienza all’arte, passando per la sociologia e l’economia. Studenti, scienziati e giovani creativi provenienti da tutta Italia avranno la possibilità di illustrare il proprio lavoro di ricerca, modello di business o iniziativa. Unico limite: un tempo massimo di tre minuti per completare la presentazione. A giudicare le loro performance sarà una giuria composta da esperti del mondo accademico e commerciale. Il primo classificato del Lab si qualifica per la finale globale a Berlino, prevista per il 7 novembre, e vince un biglietto per partecipare al Falling Walls Science Summit, dove potrà interagire e fare rete con i leader mondiali della scienza, del business e della politica. Alla finale globale, i vincitori internazionali del Lab competono per diventare il vincitore del Breakthrough nella categoria Emerging Talents di Falling Walls, portando a casa il titolo e un premio in denaro, e ricevendo l’opportunità di presentare la loro idea ancora una volta sul palco del Falling Walls Breakthroughs of the Year, che, per tutto il giorno avrà ospiti d’eccezione compresi premi Nobel e vincitori del Premio Leibniz. Falling Walls Lab è una gara di pitch di livello mondiale, un forum di networking e un trampolino di lancio che riunisce un pool diversificato e interdisciplinare di studenti e professionisti all’inizio della carriera, fornendo un palcoscenico per idee rivoluzionarie sia a livello globale che locale. Le domande possono essere presentate online fino al 30 giugno 2022. (ITALPRESS).

Photo credits ufficio stampa Università Milano-Bicocca

In Università Cattolica si analizza l’impatto sociale della robotica

“Sono proprio curioso di scoprire cosa pensano gli umani di noi”, questa la domanda che il robot umanoide Pepper pone spesso all’Università Cattolica di Milano, dove accoglie gli studenti nella sede di via Sant’Agnese, rispondendo a domande su aule e lezioni. Oggi Pepper ha introdotto i relatori che hanno partecipato alla presentazione di “Humane Robotics: A multidisciplinary approach towards the development of humane-centered technologies”, il volume pubblicato da Vita e Pensiero è stato curato dai docenti dell’Ateneo Giuseppe Riva e Antonella Marchetti, che analizza l’impatto sociale della robotica raccogliendo contributi dei gruppi di ricerca della Cattolica, coordinati dal laboratorio Humane Technology Lab, e di altre realtà accademiche europee e internazionali. Il convegno è stato aperto dal rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Franco Anelli. Papa Francesco ha sottolineato più volte che siamo davanti a un vero cambiamento d’epoca che può portare nuovo benessere ma anche rimettere l’Uomo nella condizione di distruggere sè stesso: “Questo è avvenuto con le armi nucleari, su cui siamo riusciti a trovare un accordo. Poi è avvenuto con i cambiamenti climatici, su cui capi di Stato e di governo sono riusciti a trovare una intesa durante la Cop26 di Parigi. Ora è urgente che la stessa cosa avvenga per l’Intelligenza Artificiale” ha sottolineato monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Anche perchè ormai ognuno di noi passa 6 ore in media al giorno davanti a schermi o interagendo con tecnologia di ogni tipo: “La domanda a cui dobbiamo rispondere è se essa ci fa stare meglio – si chiede Giuseppe Riva, direttore dello Humane Technology Lab -. La sua diffusione è esplosa quando è diventata un’esperienza. Oggi un bambino che non sa leggere è già in grado di interagire con un Iphone e tra dieci anni il confine tra digitale e fisico sparirà con il metaverso. Questo tocca tutte le aree dell’esperienza umana ed è proprio con lo sguardo multidisciplinare tipico della Cattolica che lo Humane Technology Lab porta avanti le sue ricerche”. Secondo il direttore di Italian Tech e Green&Blue Riccardo Luna è ingannevole mettere uomini e robot in alternativa: “Loro ci servono per vivere meglio, non per sostituirci. Essi non ci rubano il lavoro, casomai lo cambiano. La sfida è avere competenze adeguate per i nuovi lavori che si generano. Nel 2014, quando le insidie del web e della tecnologia non erano ancora così evidenti, il Papa disse che internet è un dono di Dio. Non si sbagliava: siamo noi a usarlo male. Io a 12 anni leggevo i fumetti mentre i nostri figli hanno a disposizione una quantità di dati incredibile. Se sapremo accompagnarli faranno cose meravigliose”. “L’interazione uomo-robot per noi deve esser accettabile oltre che soddisfacente – ha evidenziato Antonella Marchetti, direttrice del dipartimento di Psicologia dell’Ateneo e co-autrice del volume -. Ciò significa che il comportamento di un robot deve essere percepito dall’uomo come comprensibile e affidabile. I meccanismi che ci permettono da un punto di vista psicologico di comprendere il comportamento altrui e di ritenerlo affidabile cambiano nel corso di ciclo di vita. Per cui per progettare robot che entrano in relazione con l’uomo in modo efficace e accettabile per noi è necessario tenere presente lo sviluppo delle competenze cognitive affettive e sociali dell’uomo nel corso della sua vita”. Il lato etico di robotica e Intelligenza Artificiale deve recuperare terreno nei laboratori dove esse vengono sviluppate: “Noi tecnologhi facciamo fatica a gestire questo fronte – ha confermato Giorgio Metta, direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia -. Io sono un tecno-ottimista, credo che oltre a sforzarci per non usarla male dovremmo fare uno sforzo a livello nazionale per sviluppare la nostra tecnologia. Attualmente l’Italia ha forse l’1% delle capacità di calcolo globali. Per investire in maniera corretta però dobbiamo darci orizzonti temporali che vadano oltre la durata dei governi. I nostri ricercatori hanno avviato la ricerca su una molecola che potrebbe risolvere alcuni disturbi dello sviluppo neuronale dieci anni fa e potrebbe volerci un altro decennio per produrre un farmaco”. Una alleanza tra governi, università e aziende è fondamentale: «Serve mantenere uno sguardo positivo sulla tecnologia – ha sottolineato Roberto Vavassori, Chief Officer Pubblic Affair e Relazioni Internazionali di Brembo -. Dobbiamo cercare in dialoghi come questo fino a dove può arrivare la tecnologia e qual è il suo inalienabile punto di arrivo. Pensiamo all’editing genetico: cosa rende umano l’uomo quando esso ha a disposizione una quantità così impressionante di tecnologia? Su questo il mondo delle aziende deve essere aiutato a riflettere”. (ITALPRESS).

Photo credit Ufficio Stampa Università Cattolica

Università di Udine ed Engie, al via partnership per un ateneo green

UDINE (ITALPRESS) – ENGIE e l’Università degli Studi di Udine hanno avviato una partnership decennale per la riqualificazione e la manutenzione degli impianti energetici e tecnologici di tutti gli edifici dell’Ateneo. Il progetto dell’Ateneo con la società energetica prevede interventi che vanno dalla riqualificazione di quasi 20mila lampade (circa il 90% del totale) con tecnologia LED, alla sostituzione di tutti gli impianti di riscaldamento con soluzioni di ultima generazione e al rinnovamento dei gruppi frigo. Verranno inoltre installati tre impianti fotovoltaici collocati sul tetto dell’edificio che ospita la sala per conferenze “Tomadini”, sull’edificio Ex Basket adibito ai laboratori didattici e un altro presso il polo scientifico dei Rizzi, più un sistema di cogenerazione nel Palazzo settecentesco Garzolini-Toppo Wassermann.
L’intervento comporterà benefici energetici e ambientali significativi: il risparmio complessivo di energia elettrica sarà del 20 per cento, evitando l’emissione di 900 tonnellate all’anno di CO2 nell’atmosfera, pari alla piantumazione di 840 alberi.
La partnership tra ENGIE e l’Università consentirà all’ateneo di attivare un processo di digitalizzazione dei suoi processi informativi. Il personale tecnico e amministrativo verrà dotato di un sistema unico e digitalizzato di gestione e di segnalazione di eventuali malfunzionamenti, in modo da garantire un monitoraggio costante, 24 ore su 24, di tutti gli impianti elettrici e di riscaldamento degli edifici universitari.
L’Università di Udine si aggiunge alle 23 università italiane che ENGIE accompagna verso la sostenibilità ambientale, di cui 2 in Friuli-Venezia Giulia, regione dove è presente anche al fianco di 18 Enti pubblici e 2 Strutture Ospedaliere, per un totale di 250 edifici riqualificati.
“L’ateneo di Udine ha molto a cuore il tema della sostenibilità – dichiara il rettore Roberto Pinton – e per questo motivo da tempo abbiamo in programma interventi di efficientamento, diventati ora ancora più urgenti in seguito alla crisi scatenata dalla guerra in Ucraina. Saranno tutti interventi che ci permetteranno sia di abbattere i costi sia di migliorare la sostenibilità ambientale dei nostri edifici”.
“Il programma di riqualificazione energetica che abbiamo avviato con l’Università di Udine conferma l’impegno di ENGIE per la decarbonizzazione dei propri clienti – sottolinea Marco Massaria, Direttore Area Nord di ENGIE Italia -. Saranno ammodernati gli impianti attraverso l’implementazione di tecnologie sostenibili e l’adozione di sistemi digitalizzati permetterà la riorganizzazione “paper-less” dei processi di gestione e manutenzione dell’intera infrastruttura energetica dell’Ateneo. Un approccio, quindi, totalmente all’insegna dell’efficienza a testimonianza del fatto che la salvaguardia dell’ambiente passa sia attraverso un uso sostenibile dell’energia che della digitalizzazione”.

– foto ufficio stampa ENGIE –
(ITALPRESS).

Politecnico Torino, PhD Virtual Open Days per i percorsi di dottorato

TORINO (ITALPRESS) – Il Dottorato di ricerca è il più alto livello di formazione previsto nell’ordinamento italiano. Vi si accede attraverso un concorso pubblico per titoli ed esami e prevede un percorso di tre anni, un percorso destinato ad acquisire un’autonoma capacità di ricerca scientifica e la capacità di sviluppare processi innovativi con creatività e rigore metodologico, sia in ambito pubblico che privato. Per consentire ai laureati magistrali italiani e internazionali di valutare l’opzione di fare questo investimento nella formazione di terzo livello il Politecnico di Torino ha organizzato, per il 10 e 11 maggio a partire dalle ore 13,30, un evento online per presentare la sua ricca offerta di corsi per il XXXVIII Ciclo nelle aree Architettura e Costruzioni, Scienze Pure e Applicate, Tecnologie BIO, ICT e Metrologia e Tecnologie Industriali, in cui più di 200 posizioni saranno interamente finanziate da borse di studio, molte delle quali nell’ambito dei programmi Next Generation EU, con focus su pubblica amministrazione, patrimonio culturale, programmi dedicati alle transizioni digitali e ambientali e per dottorati industriali.
I PhD Virtual Open Days – a cui è possibile accedere gratuitamente con prenotazione sul sito dedicato – sono pensati come occasione durante la quale professori e dottorandi, in uno spazio virtuale dedicato, terranno incontri tematici e presentazioni per fornire informazioni utili e consigli per una scelta consapevole e illustrare le occasioni di placement, anche internazionali, offerte ai Dottori di Ricerca.
Infatti, al termine del percorso, i dottori di ricerca avranno acquisito le competenze e la formazione per svolgere attività di ricerca non solo nelle università ma anche e soprattutto nelle aziende che necessitano di figure professionali in grado di gestire l’innovazione e il rapporto privilegiato tra mondo accademico e sistema produttivo.
“La Scuola di Dottorato del Politecnico di Torino è uno spazio di condivisione e di confronto tra gruppi di ricerca, interni e afferenti ad altri Atenei, anche internazionali – spiega il Direttore Eugenio Brusa – con i quali abbiamo stipulato accordi di scambio e di collaborazione che offrono la possibilità di fare esperienze all’estero così come con il mondo professionale e industriale. Grazie all’efficace azione di partnership e di interlocuzione promossa dall’Ateneo, abbiamo progettato percorsi condivisi di formazione e di ricerca con i principali gruppi industriali, per incrementare lo scenario delle opportunità di formazione di profili professionali dedicati”.

– foto ufficio stampa Politecnico di Torino –

(ITALPRESS).

Milano-Bicocca inaugura il suo metaverso

MILANO (ITALPRESS) – L’Università di Milano-Bicocca guarda al futuro e punta sulle più avanzate tecnologie di realtà aumentata e virtuale, portable e wearable per migliorare la vita delle persone.
Il dipartimento di Psicologia inaugura i laboratori dei nuovi Centri di ricerca di eccellenza MiBTec (Mind and Behavior Technological Center) e BiCApP (Bicocca Center for Applied Psychology): due strutture all’avanguardia per lo studio e il miglioramento dell’interazione uomo-macchina, coniugando il lato tecnologico e i fattori umani implicati nell’uso delle più moderne tecnologie e che rappresentano il futuro del nostro modo di comunicare e interagire con il mondo.
Il MiBTec ospita le più grandi infrastrutture di ricerca nel loro genere: CAVE interattive, visori VR/AR, strumenti aptici, proiettori olografici, ambienti virtuali immersivi multiutente (metaversi), misurazione di parametri fisiologici-biometrici (come ECG, EEG, HR, EDA, Termografia, cinematica del movimento, movimenti oculari) e stampa 3D.
Il BiCApp mira a sviluppare la ricerca scientifica nel campo dell’interazione umana con le tecnologie indossabili e mobile. Le sue infrastrutture – workstation HP, una piattaforma proprietaria no-code per lo sviluppo di app mobile, device wearable, laboratori di test e ricerca nel campo della user experience e nella progettazione di interfacce uomo-macchina.
Scopo comune di questi centri è condurre attività di ricerca, di base e industriale, con l’obiettivo di sviluppare tecnologie sempre più fruibili e intuitive per migliorare la qualità della vita delle persone e il loro benessere psicologico: attraverso lo studio dei fattori umani coinvolti (percettivi, cognitivi, emozionali, linguistici, ergonomici) nell’interazione dell’individuo con l’ambiente, sia esso di lavoro, svago o istruzione, e con le nuove frontiere delle tecnologie digitali.
Entrambi i centri scientifici progettano soluzioni per la ricerca e l’impresa, adottando principi di User Centered Design applicati alla progettazione e adozione di tecnologie all’avanguardia.
La versatilità degli strumenti di ricerca dei centri consente di rispondere alle esigenze delle realtà produttive e industriali che vogliono progettare tecnologie e servizi più efficaci e intuitivi.
Le aziende possono servirsi della realtà aumentata e virtuale, così come degli strumenti indossabili e portatili, per definire nuove strategie di marketing, nuove forme evolute di ergonomia e nuovi processi di lavoro. Per esempio, con la simulazione si può progettare un’organizzazione efficiente e sicura del lavoro, così come nuovi processi produttivi, testando le reazioni e le interazioni del lavoratore di fronte a nuove tecnologie (come telecontrollo virtuale, industria 4.0, training avanzato).

– foto ufficio stampa Università Milano-Bicocca –

(ITALPRESS).

Milano-Bicocca inaugura il suo Metaverso

MILANO (ITALPRESS) – L’Università di Milano-Bicocca guarda al futuro e punta sulle più avanzate tecnologie di realtà aumentata e virtuale, portable e wearable per migliorare la vita delle persone.
Il dipartimento di Psicologia inaugura i laboratori dei nuovi Centri di ricerca di eccellenza MiBTec (Mind and Behavior Technological Center) e BiCApP (Bicocca Center for Applied Psychology): due strutture all’avanguardia per lo studio e il miglioramento dell’interazione uomo-macchina, coniugando il lato tecnologico e i fattori umani implicati nell’uso delle più moderne tecnologie e che rappresentano il futuro del nostro modo di comunicare e interagire con il mondo.
Il MiBTec ospita le più grandi infrastrutture di ricerca nel loro genere: CAVE interattive, visori VR/AR, strumenti aptici, proiettori olografici, ambienti virtuali immersivi multiutente (metaversi), misurazione di parametri fisiologici-biometrici (come ECG, EEG, HR, EDA, Termografia, cinematica del movimento, movimenti oculari) e stampa 3D.
Il BiCApp mira a sviluppare la ricerca scientifica nel campo dell’interazione umana con le tecnologie indossabili e mobile. Le sue infrastrutture – workstation HP, una piattaforma proprietaria no-code per lo sviluppo di app mobile, device wearable, laboratori di test e ricerca nel campo della user experience e nella progettazione di interfacce uomo-macchina.
Scopo comune di questi centri è condurre attività di ricerca, di base e industriale, con l’obiettivo di sviluppare tecnologie sempre più fruibili e intuitive per migliorare la qualità della vita delle persone e il loro benessere psicologico: attraverso lo studio dei fattori umani coinvolti (percettivi, cognitivi, emozionali, linguistici, ergonomici) nell’interazione dell’individuo con l’ambiente, sia esso di lavoro, svago o istruzione, e con le nuove frontiere delle tecnologie digitali.
Entrambi i centri scientifici progettano soluzioni per la ricerca e l’impresa, adottando principi di User Centered Design applicati alla progettazione e adozione di tecnologie all’avanguardia.
La versatilità degli strumenti di ricerca dei centri consente di rispondere alle esigenze delle realtà produttive e industriali che vogliono progettare tecnologie e servizi più efficaci e intuitivi. Le aziende possono servirsi della realtà aumentata e virtuale, così come degli strumenti indossabili e portatili, per definire nuove strategie di marketing, nuove forme evolute di ergonomia e nuovi processi di lavoro. Per esempio, con la simulazione si può progettare un’organizzazione efficiente e sicura del lavoro, così come nuovi processi produttivi, testando le reazioni e le interazioni del lavoratore di fronte a nuove tecnologie (come telecontrollo virtuale, industria 4.0, training avanzato).

– foto: Ufficio stampa Milano-Bicocca

(ITALPRESS).

Adolescenti connessi, all’Unimib nasce un decalogo per genitori e figli

MILANO (ITALPRESS) – Gestire il tempo trascorso sui social, disconnettersi per riconnettersi con la realtà, non usare lo smartphone prima di andare a letto, fare attenzione alle regole della privacy delle App: sono i ragazzi ad indicare poche e semplici regole ai loro coetanei per evitare di essere travolti dalle insidie reali che si nascondono nella connessione continua con il mondo virtuale. Il decalogo è stato messo a punto al termine della tavola rotonda cui hanno preso parte studenti delle scuole superiori e universitari, esperti, docenti e ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca e rappresentanti delle istituzioni locali. Il momento di confronto ha chiuso il convegno “Il benessere digitale tra gli adolescenti: dalla teoria alle buone pratiche”, organizzato dall’Università in collaborazione con l’Associazione Psychè Onlus, in vista della Giornata internazionale del digital wellness che ricorre oggi.
Nel corso dei lavori sono stati presentati i risultati di progetti di ricerca, attività di laboratorio ed esperienze pratiche sul tema del benessere digitale. Fondamentale il contributo degli stessi ragazzi: gli studenti dell’Istituto professionale di Stato “Cavalieri” di Milano hanno preso parte ad esperienze di disconnessione, quelli dell’Istituto Europeo di Design hanno realizzato spot sul corretto uso della rete, dando sfogo ad ironia e creatività per catturare l’attenzione dei loro coetanei.
Tutto ha contribuito a far emergere aspetti problematici come la gestione del tempo e dell’attenzione, l’alterazione del ciclo sonno-veglia e la limitazione dei contenuti tra cui scegliere dovuta all’invadenza degli algoritmi. E, partendo da questo, è stato possibile definire le indicazioni pratiche per i ragazzi. Si parte con l’avvertenza di usare motori di ricerca che non registrano i dati di navigazione per evitare che gli algoritmi offrano suggerimenti uniformati sulla base dei gusti dell’utente. Si consiglia, poi, di essere se stessi, senza inseguire quanto proposto da profili irrealistici e di dare priorità all’osservazione del mondo che si ha intorno per fare nuove esperienze e socializzare con più facilità.
Il testo non contiene divieti, ma un “no” deciso viene detto al multitasking che abitua a passare rapidamente da un’attività all’altra, facendo assumere un comportamento che diviene un’abitudine anche nella vita quotidiana
L’ultimo punto del decalogo è riservato ai genitori, invitati ad avere un atteggiamento dialogante con i figli per scoprire con loro le potenzialità della Rete e, nel contempo, guidarli ad un uso prudente delle sue risorse.
«Il nostro convegno credo sia stato un bell’esempio di come sia possibile creare un confronto proficuo tra realtà apparentemente distanti come quelle dell’Università, del mondo no profit e della scuola. Abbiamo ascoltato la voce di psicologi, psicoterapeuti, sociologi, ingegneri, insegnanti, ma il contributo più efficace – rimarca Chiara Ripamonti, ricercatrice di Psicologia clinica dell’Università di Milano-Bicocca – è stato, a mio parere, quello degli studenti di scuola superiore che hanno raccontato le loro esperienze di disconnessione”.
“A Milano hanno dovuto orientarsi nello spazio senza l’uso di Google map e raccogliere informazioni su un quartiere intervistando le persone per strada. Inoltre, si sono disconnessi per 20 ore consecutive in un rifugio montano. Al convegno ci hanno trasmesso il loro entusiasmo e la loro sorpresa nell’avere scoperto che senza il telefonino ci si può ugualmente divertire, si possono fare nuove conoscenze e, soprattutto, si può stare bene insieme” ha concluso.

Photo credit: agenziafotogramma.it

(ITALPRESS).

Sandel alla Cattolica di Milano “Il merito un tiranno”

MILANO (ITALPRESS) – “Il successo non è sempre figlio del merito” che rischia di diventare un “un tiranno” che “acuisce la divisione verso i perdenti e i vincitori, aumentando competizione e diseguaglianze”. La critica alla meritocrazia è stata espressa oggi pomeriggio da Michael Sandel, filosofo politico statunitense e professore della Harvard University nel corso della sua ‘lectio magistralis’ all’Università Cattolica di Milano.
Il filosofo politico ha spiegato la sua logica, apparentemente in contrasto con principi, quelli meritocratici, da sempre ritenuti perno del patto sociale tra cittadini e istituzioni: “Se tutti hanno le stesse opportunità, allora chi emergerà grazie ai propri sforzi o alle proprie capacità, se lo sarà meritato. Se invece non riuscirà a emergere, la responsabilità sarà soltanto sua”. Per Sandel è questo il lato oscuro della meritocrazia, che nasce come una sorta di mito della società dei consumi neo-liberista.
Nel suo libro “La Tirannia del merito”, Sandel scrive: “Negli ultimi anni la globalizzazione guidata dal mercato e la concezione meritocratica del successo, messe assieme, hanno sciolto i legami morali”.
Sandel suggerisce invece di rimettere al centro della società il bene comune: “Soltanto nella misura in cui dipendiamo dagli altri e riconosciamo questa dipendenza abbiamo ragione di apprezzare il loro contributo al nostro benessere collettivo”. In concreto la necessità è quella di “fornire a tutti pari e reali opportunità”.
A sottolineare la sana “obiezione alla meritocrazia” è stato il rettore dell’Università Cattolica di Milano, Franco Anelli, poco prima dell’avvio della lezione. “Il valore del merito è stato finora indiscusso – ha osservato il rettore -. Il libro di Sandel ha il coraggio di svelare le ambiguità della nostra società che si ritiene meritocratica ma dove non ci si chiede che ‘che cosa è il merito?’ Un termine rivalutato a partire dall’individualismo degli anni ’80. Perchè oggi – si chiede Anelli – non si può discutere in senso critico del merito? Ce lo dice anche Papa Francesco, perchè la ‘meritocrazià è una parola bella ma usata in senso ideologico, viene snaturata e sta diventando una legittimazione etica della diseguaglianza”.
“Le grandi imprese della rete, come Amazon, stanno dominando la vita economica”, ha detto il professore Romano Prodi, dialogando con Sandel dopo la sua lectio magistralis.
“Queste grandi imprese del web stanno andando al di sopra della società”, ha sottolineato Prodi evidenziando il monopolio incontrastato di queste aziende.  “Sono impressionato dal fatto che quando studiavamo l’Antitrust americano questo aveva una forza di riequilibrio, mentre oggi non c’è nessuno che contrasta la forza di queste società – ha rimarcato l’ex presidente del Consiglio -. Adesso nessuno tocca queste società, chi mai si azzarda ad andare contro Google e i social network?”.
(ITALPRESS).