TORINO (ITALPRESS) – La Fondazione Compagnia di San Paolo ha rinnovato per il triennio 2022 – 2024 le Convenzioni Universitarie con i cinque atenei con cui collabora storicamente. L’impegno economico complessivo è di 35,7 milioni, dal 2006 il totale deliberato complessivo è stato di 219 milioni.
All’Università degli Studi di Torino andranno 15 milioni, al Politecnico di Torino 10,5 milioni, all’Università degli Studi del Piemonte Orientale 3,3 milioni, all’Università degli Studi di Napoli Federico II 4,5 milioni, all’Università degli Studi di Genova 2,4 milioni. “Il sostegno allo sviluppo del sistema universitario rappresenta per la nostra Fondazione un impegno consolidato. La formazione si pone è un elemento importante di competitività economica, specie se contribuisce alla definizione di sistemi di competenze che rappresentano una delle risorse cruciali delle economie urbane contemporanee”, commenta Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo. Le nuove convenzioni supportano azioni volte ad abilitare le Università all’accesso alle risorse competitive europee e nazionali, come Next Generation EU, Horizon Europe e i bandi previsti nell’ambito del PNRR.
Di qui nasce il principale elemento di novità delle nuove convenzioni, che se da un alto, in continuità con il passato, comprendono l’attuazione di progetti definiti congiuntamente, dall’altra si dà spazio a iniziative gestite dalla Fondazione e co-progettate s transizioni digitale, ecologica, sociale in ottica Pnrr. L’obiettivo è sostenere gli atenei nella competizione europea dopo Horizon 2020 con azioni funzionali a Horizon Europe; promuovere innovazione nella didattica per ridurre il mismatch tra competenze e necessità del mercato; migliorare le prestazioni degli atenei per incrementare le premialità ministeriali con strategie di sistema a livello territoriale; favorire strategie evolute di gestione, protezione e valorizzazione della proprietà intellettuale generata. Proprio su quest’ultimo punto, l’Europa che pur ricopre una posizione di primo piano se analizziamo i dati relativi all’attività di ricerca, ha un peso quasi nullo se si volge lo sguardo ai risultati della ricerca sul mercato. Considerando, per esempio, l’imprenditoria deep-tech l’Europa è doppiata dagli Stati Uniti e ancora totalmente oscurata dalla Cina. Stesso discorso nella brevettazione in ambito intelligenza artificiale. Per ciò che riguarda invece la nascita e la crescita di startup di successo, gli Stati Uniti continuano ad avere una posizione di leadership assoluta con un numero di “unicorni” che supera l’Europa di ben 4 volte. In ultimo, guardando alla capitalizzazione di mercato delle piattaforme digitali, si evince che l’Europa è pressochè inesistente sul mercato. Per colmare nel minor tempo possibile tale divario una soluzione possibile è l’utilizzo del PoC, Proof of Concept, come strumento per la valorizzazione del know-how accademico. Gli Atenei e la Fondazione hanno individuato in esso il mezzo per un obiettivo duplice e condiviso: creare un percorso di sviluppo imprenditoriale per i migliori PoC finanziati attraverso le Convenzioni e costruire, quindi, una vera e propria filiera del trasferimento tecnologico mirando a un allineamento strategico fra ricerca e output sul mercato, che la Compagnia di San Paolo sostiene convintamente da anni, con azioni mirate a posizionare, ad esempio Torino e il Piemonte nell’ecosistema mondiale dell’innovazione, grazie l’acceleratore Techstars o Startup Genome, Vento, ESA Bic solo per citare alcune iniziative a supporto dello sviluppo del nostro territorio.
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Compagnia San Paolo, 35,7 mln per rinnovare convenzioni con 5 Università
Milano-Bicocca premia 52 giovani talenti della ricerca
MILANO (ITALPRESS) – Dalle life science all’astrofisica, dai nanomateriali alla medicina, dalla psicologia alle scienze giuridiche. L’università di Milano-Bicocca premia il talento dei giovani studiosi, gli assegnisti di ricerca e i ricercatori under 36, delle sette macro-aree disciplinari dell’Ateneo che si sono distinti per qualità, originalità e impatto della produzione scientifica. “Come ateneo generalista crediamo molto nel premiare il talento, soprattutto dei giovani: dargli fiducia ma anche le possibilità di vedere realizzati i propri sogni di ricerca, oltre che un impulso per il loro futuro”, ha detto la rettrice dell’Università, Giovanna Iannantuoni.
Il “Premio Giovani Talenti” è stato istituito nel 2016 dall’Università di Milano-Bicocca ed è patrocinato dall’Accademia dei Lincei. Sono stati assegnati i premi a 26 ricercatori per ognuna delle edizioni, del 2020 e del 2021, per un totale di 52 riconoscimenti.
Ogni studioso ha ricevuto un diploma e un contributo per la ricerca. Nel corso della cerimonia la professoressa Luisa Torsi dell’Università di Bari Aldo Moro ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “Come la bio-elettronica offre al medico il vantaggio dell’attaccante”.
Dall’istituzione del premio l’Ateneo ha riconosciuto il merito di oltre 150 giovani ricercatori, con un investimento complessivo di oltre 400mila euro. Favorita la multidisciplinarietà degli ambiti: dallo studio statistico di malattie complesse a studi sui buchi neri, da modelli di attività catalitica allo studio degli impatti climatici sui ghiacciai, da indagini sulle risposte immunologiche alla neurotossicità dei chemioterapici, fino agli studi sul linguaggio dei segni o sulla psicanalisi.
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Necrosi delle ossa mascellari, pubblicato studio di ricercatori Palermitani
PALERMO (ITALPRESS) – Un team di ricercatori del Dipartimento DiChirOnS-Discipline Chirurgiche, Oncologiche e Stomatologiche dell’Università degli Studi di Palermo ha contributo alla stesura delle prime raccomandazioni per igienisti dentali sul tema dell’osteonecrosi delle ossa mascellari da farmaci.
L’articolo, dal titolo “The preventive care of medication-related osteonecrosis of the jaw (MRONJ): a position paper by Italian experts for dental hygienists”, è stato pubblicato in forma open access sulla rivista internazionale Supportive Care in Cancer.
Alla redazione del paper hanno partecipato Giuseppina Campisi, Rita Coniglio, Rodolfo Mauceri, Olga Di Fede e Vera Panzarella del DiChirOnS, un team di esperti europei e un gruppo di igienisti dentali afferenti all’Associazione igienisti dentali italiani (AIDI) e all’Unione Nazionale Igienisti Dentali (UNID).
«Il position paper – commenta Giuseppina Campisi – è stato realizzato nell’ambito delle attività del gruppo di ricerca clinica “Valerio Margiotta” dell’Università di Palermo, ricoprendo dal 2007 un ruolo guida in Italia nello studio e nella cura della osteonecrosi delle ossa mascellari. UniPa è, infatti, tra gli Atenei protagonisti della stesura delle recenti Raccomandazioni Italiane sull’argomento. L’articolo – conclude la docente – è il primo position paper in cui gli autori forniscono delle utili indicazioni per gli igienisti dentali, protagonisti, come gli odontoiatri e i prescrittori dei farmaci, della reale prevenzione della malattia mediante il controllo dei fattori di rischio, principalmente locali. Questo studio, dunque, colma una lacuna, cioè l’assenza in letteratura di un position paper dedicato alla professione dell’igienista dentale, figura cardine della tutela della salute orale nel terzo millennio».
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Collaborazione tra il Pontificio Consiglio della Cultura e l’Unicatt
ROMA (ITALPRESS) – Un accordo di collaborazione tra il Pontificio Consiglio della Cultura e l’Università Cattolica del Sacro Cuore è stato firmato oggi presso la Santa Sede dal Prefetto Cardinale Gianfranco Ravasi e dal Rettore dell’Ateneo Professor Franco Anelli.
Con la firma del memorandum d’intesa le due istituzioni concordano di stabilire un quadro organico di collaborazione all’interno del quale collocare le diverse iniziative già in essere e le nuove progettualità di interesse comune ispirate ai valori e agli obiettivi di dialogo e confronto su temi culturali, sociali e di rilevanza strategica nell’ambito del dibattito culturale pubblico e della missione educativa.
Con la firma del memorandum d’intesa le due istituzioni concordano di stabilire un quadro organico di collaborazione all’interno del quale collocare le diverse iniziative già in essere e le nuove progettualità di interesse comune ispirate ai valori e agli obiettivi di dialogo e confronto su temi culturali, sociali e di rilevanza strategica nell’ambito del dibattito culturale pubblico e della missione educativa.
«Questo accordo di collaborazione ha già alle spalle un lungo e intenso percorso: da tempo, infatti, il Pontificio Consiglio della Cultura e l’Università Cattolica hanno sviluppato in comune una serie di dialoghi e di incontri culturali, soprattutto nell’ambito del “Cortile dei Gentili”. Ora si apre un nuovo orizzonte che comprende una rete più sistematica di rapporti per la realizzazione di eventi attorno a temi culturali generali, antropologici, etici e sociali. E’ naturale che l’intesa coi suoi progetti sarà assunta in pienezza anche dal nuovo Dicastero per la Cultura e l’Educazione definito dalla Costituzione Praedicate Evangelium», ha affermato il Cardinale Gianfranco Ravasi.
«Con le sue 12 facoltà distribuite in cinque campus, le alte scuole e le articolate strutture di ricerca e una trama di intense relazioni con istituzioni accademiche di tutto il mondo, l’Università Cattolica è oggi, a cento anni dalla sua costituzione, un laboratorio culturale e formativo multidisciplinare, con una dimensione nazionale e una proiezione globale. Grazie all’accordo concluso oggi l’Ateneo ha la grande opportunità di rendere organico un rapporto già ricco e solido con un’istituzione culturale, il Pontificio Consiglio, tra le più prestigiose al mondo; per l’Università sarà un’ulteriore forma di servizio alla Chiesa, alla quale metteremo a disposizione l’articolato sistema di competenze dell’Ateneo, e soprattutto una fonte di arricchimento culturale e spirituale. L’intesa si pone in una prospettiva di lungo periodo ed è mossa dalla convinzione che le conoscenze specifiche dell’Accademia unite al patrimonio millenario di sapienza della Chiesa e alla sua visione universale sui grandi problemi dell’umanità possano insieme produrre frutti duraturi e tra questi il primo al quale oggi inevitabilmente corre il pensiero è la pace, un bene che anche in Europa vediamo tanto drammaticamente messo di nuovo a repentaglio», ha dichiarato il Rettore Franco Anelli.
La collaborazione tra Pontificio Consiglio della Cultura e Università Cattolica del Sacro Cuore si svilupperà in tre ambiti: temi sociali, culturali e di particolare rilevanza strategica, attraverso ricerche congiunte, pubblicazioni scientifiche, convegni a livello nazionale e internazionale, proposte formative, anche di formazione continua.
Queste le le linee di collaborazione tra le due Istituzioni, come riportate nel Memorandum d’intesa:
Tematiche sociali. Trasformazioni demografiche e mutamenti sociali, con focus sulle nuove generazioni e le criticità e opportunità connesse: i giovani nel lavoro, nei consumi, nella politica, il fenomeno dei Neet (Not in Education, Employment or Training), il rapporto tra le generazioni.
Fenomeni migratori e mobilità umana contemporanea: politiche e strategie di integrazione, effetti socioeconomici dell’integrazione, giustizia globale, minoranze sociali e religiose.
Tecnologie innovative e loro impatto sulle diverse dimensioni dell’esperienza umana: le interazioni tra l’umano e la robotica, la governance algoritmica, il rapporto tra intelligenze umane e artificiali, i risvolti etici e valoriali dell’esperienza legata alla tecnologia, la comunicazione digitale.
Tematiche culturali. Cultural Diplomacy: le interazioni tra cultura, comunicazione e diplomazia, declinata in public diplomacy e relazioni internazionali; digital diplomacy; business diplomacy.
Esperienze di dialogo interdisciplinare: il ponte che collega il diritto con la letteratura (ciclo “Giustizia e letteratura”): riflessioni e interpretazioni di testi pertinenti al tema della giustizia per affinare la sensibilità culturale e il “senso di giustizia” degli appartenenti al mondo delle professioni.
Il rapporto con il mondo arabo attraverso l’esperienza del Festival della lingua e della cultura araba: un’occasione di conoscenza del patrimonio culturale e artistico del mondo arabo nella ricchezza della sua varietà espressiva (cultura, filosofia, religione, narrativa, poesia, musica, teatro, danza, cinema, arte calligrafica), nella prospettiva della elaborazione di strumenti di dialogo.
Tematiche di particolare rilevanza strategica nell’ambito del contributo culturale offerto dall’Università Cattolica alla Chiesa e alla società italiana, attraverso i Centri di Ateneo:
Bioetica e Scienze della Vita: le questioni etiche legate alle scienze mediche e biologiche, l’antropologia, la filosofia della medicina e della salute. Famiglia: approccio relazional-simbolico di comprensione dei fenomeni familiari secondo una prospettiva multidisciplinare: psicologica, sociologica, demografica, economica, filosofica, giuridica.
Dottrina sociale della Chiesa: secondo una dimensione antropologica e sociale che mette in dialogo teologi e filosofi, studiosi di questioni sociali e studiosi delle hard sciences e life sciences.
Solidarietà internazionale: riflessione teorica e sviluppo di progettualità nell’ambito di un processo volto a ridurre le disuguaglianze e combattere le discriminazioni attraverso il dialogo e il confronto con le realtà e le competenze locali.
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Altre sei Università aderiscono al progetto “PA 110 e lode”
ROMA (ITALPRESS) – Altri sei atenei italiani hanno aderito al progetto “PA 110 e lode”, portando così a 46 il totale dei partecipanti che hanno già formalizzato l’offerta formativa per i dipendenti pubblici sugli oltre 70 che prendono parte all’iniziativa. Si tratta di Università europea di Roma, Luiss, Università di Perugia, Università di Roma Tre, Università di Sassari e Università di Torino.
Il progetto, frutto del protocollo d’intesa firmato il 7 ottobre 2021 tra il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e la ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, consente a tutti i lavoratori della PA di accedere a corsi di laurea, corsi di specializzazione e master a condizioni agevolate.
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A Milano-Bicocca “in cattedra” l’Educazione Civica Digitale
MILANO (ITALPRESS) – Si è discusso di ‘Educazione civica digitalè oggi al primo evento del nuovo Laboratorio di ‘Ecologia dell’Informazionè dell’Università di Milano-Bicocca, inaugurato lo scorso gennaio, all’obiettivo di formare cittadini consapevoli in una società sempre più complessa, dove le notizie dilagano da fonti non sempre attendibili e non verificabili, impattando sulle decisioni dei singoli. Dagli algoritmi allo storytelling, fino ai rischi del ‘capitalismo digitalè, questo il focus dell’appuntamento di questa mattina, un contributo dell’ateneo milanese all’educazione dei cittadini di domani nel solco di nuove frontiere dell’insegnamento e del giornalismo.
L’appuntamento di oggi ha visto confrontarsi il professore Cesare Rivoltella, docente e presidente del Cremit (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media) dell’Università Cattolica di Milano) e Stefano Moriggi, docente di Tecnologie della formazione dell’Università di Milano-Bicocca.
“Oggi si impone la necessità di imparare ad abitare ‘ambienti digitalì, cercando di individuare nuovi strumenti e ‘alfabetì con cui decifrare un mondo che è mediatico”, ha esordito Moriggi al dibattito tenutosi nell’aula magna dell’ateneo, focalizzato sulla Media Education (ME), ovvero quell’attività educativa e didattica, finalizzata a sviluppare nei giovani una comprensione dei ‘nuovi medià.
Per Cesare Rivoltella “oggi la ‘Media Education’ è caratterizzata da una semplificazione che polarizza la realtà, che è invece sempre piena di sfumature, creando così un’informazione che è nemica dell’approfondimento”. Di fronte al “problema dei dati e dell’uso che ne viene fatto dagli algoritmi da certe aziende”, ha quindi enfatizzato il professore, “oggi si assiste al venir meno del senso critico, acuito dal fatto che nel mondo del digitale i dati non hanno nè forma testuale nè visibile, il che spazza via 50 anni di riflessione critica sui media”. Citando il “capitalismo digitale”, Rivoltella ha quindi raggiunto il cuore dei suoi ragionamenti, ovvero la necessità che di fare sì che la “Media education’ non sia finalizzata al profitto ma alla democrazia”.
Calando questo ‘macro-temà nella realtà della scuola, il professore della Cattolica ha quindi posto l’accento sulla necessità che nell’educazione, a tutti i livelli, non prevalga un “orientamento neo-funzionalista improntato all’adattamento del futuro professionista al mercato”. La scuola, ha rimarcato Rivoltella, “non deve essere qualcosa che prepara alla vita in maniera ‘ancillarè rispetto alle imprese”. Di segno opposto è invece “l’insegnamento alla ‘democrazia del digitalè, un obiettivo che non è ‘adattamentò ma è ‘cittadinanzà, tramite la quale costruire consapevolezza critica e responsabilità”. Quest’ultima è un principio sempre più rilevante “perchè il mondo dei ‘mass medià oggi non è più quello dei ‘media mainstream’, ma è costellato da ‘media autorialì creati da individui che non sono professionisti dell’informazione”. Ragion per cui “diventa fondamentale la responsabilità di chi produce messaggi e li colloca nello spazio pubblico, il che richiede un’attenzione permanente, una ‘resistenza permanentè”, ha spiegato Rivoltella, “per evitare un appiattimento della ‘media education’ sul profitto”. Responsabilità, ha insistito il professore dell’Università Cattolica, “che va messa in atto non solo dal singolo ma della massa di utenti, in una logica di bene collettivo”. Se questo non avviene “il rischio è scivolare in un ‘regime di post verità’, dove i cittadini non sono più in grado di verificare le notizie”.
Tra le soluzioni sia Rivoltella che Moriggi hanno concordato sull’urgenza di uno sforzo da parte di istituzioni e enti preposti alla formazione per trovare strumenti per attuare una “Educazione civica digitale” che, hanno affermato, “può essere, innanzitutto, introdotta nelle scuole al fianco dell’educazione civica ‘classicà”. Ma questo non basta, ha concluso Rivoltella, “lo studente va reso avveduto, quasi sospettoso, dei meccanismi che veicolano oggi l’informazione, spesso con una ‘emozionalità a buon mercatò o facendo leva sulle proprie ‘credenzè e ‘opinioni consolidatè”, in un visione unilaterale dei fatti. Centrale è inoltre affinare le tecniche di analisi comparativa delle notizie”.
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UnitelmaSapienza a sostegno degli studenti ucraini
ROMA (ITALPRESS) – L’Università di Roma UnitelmaSapienza protagonista nella gara di solidarietà “generosamente avviata dal sistema accademico italiano”. Nel quadro delle decisioni assunte dal Consiglio di Amministrazione, si legge in una nota, UnitelmaSapienza metterà a disposizione degli studenti ucraini l’iscrizione gratuita a due Corsi di Italiano di base per stranieri: livelli A1 e A2 del QCER, Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue.
L’iscrizione, sottolinea la nota, avverrà tramite un canale semplificato per assicurare un accesso veloce e facilitato. I corsi verranno replicati su una pagina Moodle dedicata, in cui saranno inserite in lingua ucraina tutte le informazioni relative alla didattica. Sarà inoltre disponibile, per chi frequenta, un mediatore culturale di nazionalità ucraina che provvederà a interloquire con i partecipanti per qualsiasi loro necessità relativa al corso.
Il Consiglio di Amministrazione di UnitelmaSapienza ha esteso inoltre agli studenti ucraini l’iniziativa “Non fermarti, con UnitelmaSapienza vai a 1.000!” che prevede l’iscrizione gratuita ai Corsi di studio e ai Master dell’Università. Ulteriori attività e progetti saranno rivolti a dottorandi, ricercatori e docenti ucraini, potenziando anche l’Erasmus+ già in atto con la Yaroslav Mudryi National Law University di Kharkiv.
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Tumore al seno, pubblicato studio ricercatori dell’Università di Palermo
PALERMO (ITALPRESS) – Lo studio dal titolo “Decagram-Scale Synthesis of Multicolor Carbon Nanodots: Self-Tracking Nanoheaters with Inherent and Selective Anticancer Properties”, condotto da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze Biologiche Chimiche e Farmaceutiche (STEBICEF) dell’Università degli Studi di Palermo, è stato pubblicato su ACS Applied Materials & Interfaces, prestigiosa rivista dell’American Chemical Society.
Il team, composto da Nicolò Mauro, da Mara Andrea Utzeri, da Gennara Cavallaro e da Gaetano Giammona, in collaborazione con il gruppo di ricerca di Fabrizio Messina del Dipartimento di Fisica e Chimica “E. Segrè” UniPa – composto da Alice Sciortino, Marco Cannas e Gianpiero Buscarino – e di Radian Popescu del KIT-Karlsruhe Institute of Technology, ha sviluppato con successo un processo sintetico su larga scala di nanoparticelle di carbonio zero-dimensionali, denominate carbon nanodots, ingegnerizzate in superficie in modo da essere visualizzate all’interno del corpo umano dopo la loro somministrazione e indurre effetti citotossici intrinseci a livello tumorale sotto costante monitoraggio.
I carbon nanodots ottenuti in questo studio emettono luce visibile se eccitati dall’esterno e producono localmente calore e specie reattive dell’ossigeno (ROS) estremamente tossiche per le cellule tumorali. Queste nanomacchine sono state progettate per fungere da nanobisturi in medicina di precisione, per la rimozione selettiva e non invasiva del tumore al seno guidato da immagini a fluorescenza.
“A differenza delle nanomedicine già studiate – spiegano dal team di ricerca – i carbon nanodots sono nanostrutture estremamente piccole (qualche miliardesimo di metro) e possono accumularsi facilmente all’interno del parenchima tumorale, superando le barriere fisiche del microambiente tumorale. All’interno delle cellule tumorali possono quindi svolgere la loro azione citotossica selettiva e, concomitantemente, permettere la visualizzazione della massa tumorale mediante l’emissione di luce visibile. Infatti, una volta all’interno delle cellule tumorali, sono in grado di interferire con i normali processi mitocondriali, innescando la formazione di ingenti quantità di ROS che, a loro volta, inducono la morte cellulare. Di contro, non è stata osservato un aumento significativo dei livelli di ROS in cellule sane, prospettando quindi un effetto selettivo per le sole cellule tumorali, anche quelle eventualmente evase dal tumore primario e disseminate in nicchie premetastatiche presenti in altri organi. Le nanomedicine sviluppate in questo studio svolgono la loro azione citotossica senza necessariamente rilasciare farmaci antitumorali, come di norma fanno le nanomedicine convenzionali con effetti collaterali importanti ed indesiderati, e sono così piccole da potere essere naturalmente eliminate per via renale a seguito dei normali processi di biodistribuzione. Ciò che li rende speciali ed uniche è la loro abilità intrinseca di innescare la morte cellulare delle sole cellule di tumore mammario, ignorando categoricamente le cellule sane e comportando un effetto antitumorale selettivo ed efficiente”.
“Lo studio – proseguono gli autori – dimostra inoltre che la nanotecnologia sviluppata induce una iperproduzione localizzata di ROS a seguito dell’esposizione a un laser a infrarossi comunemente utilizzato in fisioterapia. Il funzionamento si basa sulla capacità dei carbon nanodots ingegnerizzati con atomi di azoto e zolfo di assorbire luce infrarossa, notoriamente in grado di penetrare in profondità nei tessuti umani, e di generare calore locale che esacerba lo stress cellulare e la formazione di ROS. Pertanto, applicando degli impulsi infrarossi in corrispondenza della massa tumorale da eradicare, individuata sfruttando le immagini a fluorescenza generate dai carbon nandots presenti all’interno di essa, è possibile ottenere l’ablazione selettiva del tumore sotto costante monitoraggio e la guida di immagini. In definitiva – concludono i ricercatori – i carbon nanodots sviluppati in questo studio combinano in una singola nanomacchina innumerevoli funzioni sinergiche, quali: la possibilità di tracciare e monitorare le cellule tumorali tramite imaging a fluorescenza, la produzione intrinseca di ROS all’interno delle cellule tumorali e la produzione on demand di ROS nella massa tumorale mediante stimolazione ottica guidata da immagini. Queste funzioni possono agire sinergicamente per eradicare in maniera efficiente e personalizzata il tumore al seno e per superare i limiti delle tecniche farmacologiche e di nanomedicina tradizionali, come effetti off target, impossibilità di monitorare il trattamento terapeutico, biodistribuzione aspecifica e bioaccumulo”.
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