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Milano, alla Lum nuovo master in “Gestione relazioni tra privati e Pa”

ROMA (ITALPRESS) – Strategic affairs, advocacy, lobby, rappresentanza d’interessi, comunicazione d’impresa nel pubblico e nel privato ma principalmente tra pubblico e privato. Questo il programma che offre l’importante master che avrà inizio il prossimo ottobre, nel campus della LUM School of Management di Milano. Il master in “Strategic affairs e gestione delle relazioni tra privati e PA” ha diretto da Gianroberto Costa, coadiuvato dal Direttore del Formateriziario Gabriele Cartasegna, dal referente per le relazioni di LUM a Milano Pietro Bonfiglio e dal Delegato Vescovile per le relazione istituzionali della Diocesi di Bergamo Monsignor Giulio Dellavite. Un corpo docente accuratamente selezionato, con esperienza in questi settori, e facenti parti di agenzie e imprese ed enti già operanti sul mercato. Il master che avrà una durata di 500 ore sarà in presenza e nella formula week end, si articolerà in due parti, una tecnico e propedeutica gli studenti verranno a conoscenza delle sfaccettature delle varie figuri e delle relative funzioni, con una dettagliata analisi dei risvolti giuridici. Una seconda parte più emozionale in cui verranno riportate testimonianze e casi concreti, seguiti poi laboratori in cui gli studenti simuleranno le pratiche di lobby imparate. Sono inoltre previste dei week end di lezione a Roma, per una parte immersiva a contatto con organi istituzionali e centri di potere dello Stato. Il campus di Milano della Lum School of Management si proporrà come agorà per istituzioni e soggetti che vorranno trovare un terreno fertile di dialogo, attraverso eventi, convegni e workshop di studio e approfondimento. “Il master sarà una grande opportunità per giovani dinamici e per professionisti o manager sia privati che della PA che vogliono migliorare la propria professionalità, o più semplicemente che vogliano affinare le loro capacità relazionali” dice il Direttore Costa, aggiungendo che “dal punto di vista sociale questo master creerà nuove figure professionali richieste sia dallo scenario grandi democrazie internazionali” e aggiunge ” per i giovani l’opportunità per una completa realizzazione lavorativa ma principalmente economica”. Tra i docenti che si alterneranno durante il master nomi di spicco della comunicazione delle istituzioni e delle pubbliche relazioni tra di essi gli ex onorevoli Garosci e Palmieri, il senatore Garavaglia, il Segretario di Stato di SM Fabio Righi, il Presidente del Gran Consiglio delle Confederazione Helvetica Guerra, Fabio Gabrielli antropologo e ricercatore, Galtieri Presidente Onorario della Corte dei Conti Alessandra Ghisleri, Camillo Ricci di EP Comunicazione, Claudia Pomposo che ospiterà il master a Roma dello studio Cattaneo, Zanetti e Pomposo oltre naturalmente a Costa, Cartasegna, a Monsignor Dellavite ed al Rettore dell’Università LUM Antonello Garzon.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio stampa Lum

A Pechino Summer school promossa da Unibg, Unina e Tsinghua University

BERGAMO (ITALPRESS) – Si svolge a Pechino la Summer School CI-LAM China-Italy Laboratory of Advanced Manufacturing, piattaforma nata con l’obiettivo di favorire e rafforzare la collaborazione scientifica e tecnologica tra Italia e Cina, che vede la cooperazione delle Università Tsinghua di Pechino, Federico II di Napoli e UniBg e diversi partner (tra cui il consorzio di aziende Intellimech, parchi tecnologici e incubatori cinesi, oltre all’Università Capital Normal di Pechino).
Sono 35 gli studenti partecipanti (10 studenti dall’Università di Bergamo, 12 dall’Università cinese e 13 dall’Università di Napoli) a questo programma internazionale – giunto quest’anno alla sua VI edizione e rivolto a iscritti a corsi di laurea magistrale e corsi di dottorato di ricerca -, grazie al quale possono prendere parte a lezioni, laboratori e visite culturali accompagnati da docenti provenienti dalle tre università coinvolte. Per l’Università degli studi di Bergamo, hanno preso parte alla cerimonia di apertura il professor Gianluca D’Urso, delegato del Rettore alla ricerca applicata, la professoressa Fabiana Pirola, Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione e Anna Facchinetti, coordinatrice dei Progetti di Ricerca con la Cina.
Quella che lega l’ateneo orobico alla Tsinghua University è una collaborazione di lunga data. Risale allo scorso aprile l’ultima visita della delegazione orobica a Pechino, durante la quale sono stati firmati accordi con il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e con il Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’ateneo cinese per consentire a 10 studenti di ciascuna università di trascorrere fino a un semestre presso l’ateneo partner. Anche il versante umanistico è stato oggetto di dialogo: è stato infatti siglato un accordo di scambio con l’Università Capital Normal negli ambiti di ricerca e didattica.

– Foto: ufficio stampa Università degli studi di Bergamo –

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Festival dell’Economia Civile, 6^ edizione al via dall’Ateneo di Firenze

ROMA (ITALPRESS) – Le aree urbane occupano il 3% della superficie terrestre, ma ospitano la metà della popolazione mondiale: per questo motivo devono essere considerate il punto di partenza per i provvedimenti volti ad affrontare la crisi climatica, la pandemia o la transizione digitale. Il Festival Nazionale dell’Economia Civile giunto alla sua sesta edizione apre i lavori all’Università degli Studi di Firenze, Campus di Novoli per parlare di città e dei suoi giovani abitanti, e di come essere protagonisti nel disegnare un sistema economico sempre più a misura delle persone.
Il modello per una città europea inclusiva e solidale lavora su tre diversi problemi sociali o ambientali, come propone il Premio Nobel Mohammed Yunus ospite di questa edizione del Festival, per lo sviluppo equo delle comunità locali: Zero Esclusione, Zero Disoccupazione e Zero Inquinamento.
L’Economia Civile attraverso la Carta di Firenze si impegna ad agire per promuovere la diversità e l’inclusione sociale, sostenere il valore del lavoro e delle persone, coltivare il rispetto e la cura dell’ambiente.
Grazie alla collaborazione con l’Ateneo fiorentino, che festeggia i 100 anni dalla sua fondazione, il Festival Nazionale dell’Economia Civile si apre sempre di più agli studenti proponendo una giornata dedicata a loro e alle loro idee per la crescita di una società a misura d’uomo e rispettosa dell’ambiente e delle comunità. Gli studenti e i dottorandi dell’Università degli Studi di Firenze possono iscriversi per partecipare alla giornata di Hackathon del 3 ottobre e presentare le proprie idee per trasformare Firenze in una Civil and Social Business City (vedi www.festivalnazionaleeconomiacivile.it/civil-social-business-city/ ).
“E’ un’occasione importante per lavorare concretamente con i giovani – dichiara Leonardo Becchetti, Direttore del Festival e co-fondatore NeXt Economia – per sviluppare le loro idee sulla città che vogliono abitare, sui valori e i principi su cui basare la crescita sostenibile delle nostre comunità urbane”.
“Le politiche dell’Università degli Studi di Firenze sono il risultato di una visione che mette al centro i temi dell’inclusione e della sostenibilità nella didattica, nella ricerca e nel public engagement – spiega la delegata all’inclusione e alla diversità dell’Università degli Studi di Firenze Maria Paola Monaco – La collaborazione con il Festival Nazionale dell’Economia Civile si inserisce pienamente in questa prospettiva e si pone l’obiettivo di sensibilizzare le nuove generazioni a progettare la società su basi nuove, secondo questo paradigma”.
“L’idea della Civil Social Business City è fondamentale per mettere a frutto con azioni concrete e sistemiche il lavoro e l’esperienza maturata nell’ambito del Festival Nazionale dell’Economia Civile e l’esperienza delle Social Business City legate dallo Yunus Social Business Center dell’Università degli Studi di Firenze – dice Mario Biggeri, professore di economia all’Università degli Studi di Firenze -. La forza di questa proposta sta nell’incontro tra nuove idee e azioni per uno sviluppo umano integrale dove la generatività sta nel dialogo, nella collaborazione attiva tra i giovani (operatori/operatrici, studenti/studentesse e ricercatori/ricercatrici) e il territorio, e dove i giovani sono i protagonisti con la loro energia e le loro idee del cambiamento. In sintesi genera un processo di trasformazione e transizione verso un futuro inclusivo sostenibile”.
“Con la CSBC – Civil Social Business City di Firenze, il punto di partenza è quello di realizzare un modello di città universale europea – afferma Luca Raffaele, Coordinatore del Festival e direttore generale NeXt Economia -. Le attività del CSBC si focalizzano su fattori locali, tra cui l’identificazione e la soluzione di problemi sociali in chiave glocale e la proposta di nuovi modelli di imprenditoria civile, sociale e di comunità; il coordinamento con gli attori locali attraverso alleanze di scopo e patti di comunità e percorsi di valutazione d’impatto sociale e ambientale in grado di avviare un percorso di trasformazione per Firenze Social Impact City.
Il progetto della Civil and Social Business City di Firenze si colloca all’interno del Festival Nazionale dell’Economia Civile, l’evento promosso da Federcasse BCC e Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt Economia, con il contributo di Fondosviluppo, Assimoco, Federazione Toscana delle BCC, Assicooper e Coopersystem e la collaborazione della SEC e di MUS.E.

– foto ufficio stampa Next Economia –
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Piano Mattei, Iannantuoni (Crui) “Le università sono pronte”

ROMA (ITALPRESS) – Il Piano Mattei “rappresenta una indubbia occasione per la collaborazione didattica e scientifica con i Paesi africani indicati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel progetto pilota”. D’altra parte, “le relazioni accademiche fra l’Italia e l’Africa affondano le radici in una lunga storia di scambi testimoniata dai numeri. A oggi le università rappresentate dalla CRUI hanno all’attivo con i Paesi coinvolti nel Piano Mattei 773 accordi accademici, e 267 progetti nelle 7 aree strategiche del Piano (sanità, istruzione e formazione, agricoltura, acqua, energia ed infrastrutture, cultura). Inoltre, 13.289 studenti provenienti da Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco, Costa d’Avorio, Mozambico, Repubblica del Congo, Etiopia e Kenya frequentano un corso di studi in Italia”. Così in una nota la Conferenza dei rettori delle Università italiane.
“I campi del sapere in cui le università italiane e africane potrebbero approfondire le collaborazioni sono molteplici – ha detto Giovanna Iannantuoni, Presidente della CRUI durante l’audizione presso la Commissione Affari e Difesa del Senato – dall’energia rinnovabile all’intelligenza artificiale, dalle biotecnologie alla medicina, dall’agricoltura alla gestione delle acque, solo a titolo esemplificativo. Le università italiane desiderano condividere con le università africane il know-how nel campo della ricerca, del trasferimento delle conoscenze e della formazione, con l’obiettivo di sviluppare rapporti di collaborazione egalitaria e di crescita comune”.
“Tanto i progetti in corso e quanto quelli da immaginare sono estremamente innovativi – ha continuato Iannantuoni – e rappresentano efficaci iniziative di diplomazia scientifica e di costruzione di relazioni internazionali solide fra paesi. Tuttavia, perchè questi progetti realizzino gli obiettivi che si propongono sono cruciali il sostegno e l’investimento della politica”.
In quest’ottica, la CRUI ha proposto: l’attivazione di programmi di dottorato congiunto, sfruttando anche le reti universitarie nell’ambito del PNRR (Centri, Partenariati estesi, Ecosistemi dell’innovazione, Partenariati estesi, infrastrutture dell’innovazione). I dottorati offrono la possibilità agli studenti di trascorrere un anno presso le università italiane;
la realizzazione, nell’ambito del life-long learning, di corsi di formazione per adulti sul capacity building, rivolta soprattutto (a non esclusivamente) a funzionari ed executive officer appartenenti alle classi dirigenti).

– foto: Agenzia Fotogramma –
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Intesa Sanpaolo, al via da Torino “Build Your Future”

TORINO (ITALPRESS) – Parte da Torino “Build Your Future”, il programma di incontri di Intesa Sanpaolo realizzato in collaborazione con scuole e università, che nei prossimi mesi coinvolgerà circa 10mila studenti di tutta Italia per ispirarli e formarli sui grandi processi trasformativi della società come digitalizzazione, intelligenza artificiale, blue economy, space economy, life science e altri. La prima tappa del 2024 si è svolta presso il Dipartimento di Management “Valter Cantino” dell’Università degli Studi di Torino. “Abbiamo creato – ha dichiarato Elisa Zambito Marsala, Responsabile Education Ecosystem e Global Value Programs Intesa Sanpaolo – un format ispirazionale e coinvolgente, replicabile in tutti i territori del Paese, per aiutare i giovani ad acquisire gli strumenti necessari a diventare più consapevoli delle trasformazioni che stanno impattando il nostro modo di vivere e lavorare. Solo nel 2023 attraverso le iniziative di Education, Intesa Sanpaolo ha coinvolto oltre 2mila scuole e università, ne sono previste 4mila nell’orizzonte di Piano d’Impresa”.
L’obiettivo del progetto è approfondire la conoscenza di alcune competenze chiave per la crescita formativa e personale, tra cui le competenze trasversali, e promuovere nelle giovani generazioni una maggiore consapevolezza del contesto in rapida e continua trasformazione. Nell’aula Jona del dipartimento guidato dalla professoressa Francesca Culasso, oltre 300 studenti e studentesse universitarie hanno assistito agli approfondimenti di esperti, professionisti, docenti universitari, imprenditori e startup sul ruolo delle nuove tecnologie e sull’importanza delle soft skill per affrontare con successo i continui cambiamenti in corso. Durante l’incontro gli studenti sono stati continuamente coinvolti attraverso momenti interattivi, e invitati a raccontare la loro partecipazione alle challenge lanciate nelle settimane precedenti circa l’impatto che i trend trasformativi avranno sulla società. “Siamo orgogliosi – ha dichiarato la professoressa Francesca Culasso – di aver ospitato la prima tappa di “Build Your Future”, rafforzando gli ecosistemi e le relazioni tra università e impresa. E’ essenziale promuovere l’autoimprenditorialità tra i giovani e fornire loro le competenze e le soft skills necessarie per affrontare un futuro in continua evoluzione”. Intesa Sanpaolo, tramite la struttura Education Ecosystem and Global Value Programs guidata da Elisa Zambito Marsala, ha inoltre promosso un Osservatorio permanente, “Look4ward”, che ha l’obiettivo di individuare i fabbisogni di nuove competenze e da cui emerge che le professioni del futuro saranno sempre più caratterizzate dalla fusione tra conoscenze tecniche verticali, competenze trasversali e capacità relazionali.
Dalle ricerche condotte da “Look4ward”, si evidenzia che non solo è in costante aumento la richiesta di skill tecniche legate in particolare alla trasformazione digitale e green, ma anche le soft skill, come per esempio il pensiero critico, il problem solving, la creatività, la resilienza, la capacità di costruire alleanze e fare network, che diventano sempre più importanti e strategiche per rimanere competitivi in un contesto professionale in continua evoluzione. Le prossime tappe di “Build Your Future” si terranno a settembre a Roma, a ottobre a Genova e Bergamo. Altri appuntamenti saranno annunciati a settembre.
-foto xb4 –
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Maria Pierro prima donna alla guida dell’Università dell’Insubria

MILANO (ITALPRESS) – Una giornata storica per l’Università dell’Insubria, che ha eletto al primo turno la sua prima magnifica rettrice: Maria Pierro ha trionfato su Mauro Ferrari con 69 voti di vantaggio e sarà alla guida dell’ateneo dal 1° novembre 2024 fino al 2030, con Umberto Piarulli come prorettore. Nella storia recente dell’Insubria, è la prima volta che il risultato è netto alla prima convocazione elettorale. I voti scrutinati, considerata la ponderazione del personale tecnico amministrativo che conta 0,3, sono 554 e sono così ripartiti: 302 Pierro, 233 Ferrari, 4 schede bianche, 15 schede nulle; il quorum era fissato a 278 preferenze.
Maria Pierro, 59 anni, è una giurista, direttrice del Dipartimento di Eccellenza di Economia, giudice tributario a Torino.
“Il mio ringraziamento va a tutta la comunità accademica – ha detto – per il consenso che ha riconosciuto a me e a Umberto Piarulli e per il sostegno che ha mostrato in questi mesi. Un ringraziamento al personale tecnico e amministrativo e bibliotecario, agli studenti e a tutti i miei colleghi. Desidero che questo ateneo cresca e progredisca sempre di più e consolidi la sua posizione, lavorerò per un ateneo inclusivo e attento alle persone. L’intenzione è di essere naturalmente la rettrice di tutti, di chi mi ha votata e di chi non mi ha votata. Ringrazio anche i colleghi Mauro Ferrari e Michela Prest per la campagna elettorale che è stata svolta nel massimo della correttezza e rispetto. Un ringraziamento da parte mia e di Umberto Piarulli anche al rettore Angelo Tagliabue e al prorettore vicario per questi anni trascorsi”.
Tra i primi obiettivi che saranno affrontati dalla nuova governance: intervenire sulle strutture edilizie, adeguandole alle effettive richieste della comunità accademica; fornire la strumentazione adeguata alla ricerca; reclutare personale docente, tecnico e amministrativo, funzionale alla crescita strategica dell’ateneo; continuare a garantire una didattica di qualità integrando le modalità di erogazione tradizionali con la didattica online; favorire l’internazionalizzazione; consolidare i rapporti con il territorio, la Regione e il Ministero.
Nei prossimi giorni sarà fissata la proclamazione da parte della decana dei professori Nicoletta Sabadini, mentre il mandato rettorale inizierà il 1° novembre.
Per l’Università dell’Insubria quella di oggi è stata la settima votazione, che in 26 anni di storia ha portato all’elezione di quattro rettori: Renzo Dionigi è stato scelto nel 1998, nel 2001, nel 2004 e nel 2008, ed è rimasto al vertice dell’ateneo fino al 2012; Alberto Coen Porisini è stato in carica dal 2012 al 2018; Angelo Tagliabue dal 2018 al 31 ottobre 2024; Maria Pierro dal 1° novembre 2024 al 2030.
Dal 2018 Maria Pierro è direttrice del Dipartimento di Economia, che ha ottenuto la qualifica ministeriale di Dipartimento di Eccellenza per il quinquennio 2023/2027. E’ componente del Senato accademico e delegata del rettore per le attività inerenti alle Relazioni sindacali e per la contrattazione collettiva integrativa del personale tecnico e amministrativo. Laureata con lode in Giurisprudenza a Pavia, con un PhD in Diritto tributario, è di ruolo all’Insubria dal 2002, dal 2017 come professore ordinario. Avvocato dal 1995, dal 2005 è iscritta nella sezione speciale dell’Ordine degli Avvocati di Como, e dal 2020 è anche giudice tributario alla Corte di Giustizia tributaria di primo grado di Torino. Ha scritto due monografie e molte pubblicazioni scientifiche, è condirettore di due riviste scientifiche e direttore della collana di monografie di Diritto tributario contemporaneo di Giuffrè.
Il prorettore Umberto Piarulli, 58 anni, è un chimico organico. E’ laureato all’Università degli Studi di Milano con un PhD a Losanna, in Svizzera, dove ha svolto attività di ricerca dal 1991 al 1996. Di ruolo all’Insubria dal 1996, è diventato professore ordinario nel 2016 ed è stato direttore del Dipartimento di Scienza e alta tecnologia dal 2017 al 2023. Ha ricevuto diversi finanziamenti di rilievo, circa 2.5 milioni di euro, per progetti di ricerca da lui coordinati. In ambito scientifico, si è occupato di metodologie sintetiche per composti che sono stati utilizzati quali vettori per farmaci antitumorali. E’ coautore di 114 articoli scientifici, un brevetto e diversi capitoli di libri, nonchè invited lecturer a diverse conferenze internazionali.

– foto ufficio stampa Università dell’Insubria –
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Presentata l’App per tracciare la salute degli studenti universitari

PALERMO (ITALPRESS) – Un monitoraggio telematico sulla salute degli studenti, in modo che l’utilizzo di una semplice app possa essere un mezzo efficace di prevenzione seguendo la scia di quanto imparato dall’esperienza pandemica: questo l’obiettivo del progetto Coach, presentato dagli Ersu siciliani in collaborazione con la Fondazione italiana della medicina digitale (Fomed). Tale proposta è stata illustrata durante la seconda giornata di lavori del Consiglio nazionale Andisu (l’organismo che mette insieme gli enti per il diritto allo studio universitario di tutte le regioni italiane), organizzato a Palazzo dei Normanni a Palermo.
Il progetto Coach è un’iniziativa che su base volontaria gli studenti possono valutare in caso di problemi di salute, come alternativa ai servizi di emergenza e alle visite in Pronto soccorso: attraverso la compilazione di un questionario elettronico, avranno modo di essere contattati prontamente per gestire in modo adeguato i sintomi con diagnosi e azioni di cura e supporto. Ciò comporta da un lato uno snellimento delle strutture ospedaliere (con risparmio dei costi legati a eventuali ricoveri o prestazioni inappropriate), dall’altro un servizio di cura innovativo, digitalizzato e accessibile a tutti: i percorsi sanitari rimanderanno gli studenti nei servizi di prossimità, in modo da consentirgli l’accesso a cure immediate ove queste si rendano necessarie.
Tale progetto, racconta il presidente Fomed Antonino Sciacchitano, “è partito da qualche mese e riguarda la prevenzione primaria e secondaria degli studenti universitari, che sono i migliori utilizzatori delle tecnologie: speriamo in una risposta ampia, ma riscontriamo già un’adesione importante dei giovani al panorama sanitario”.
A ripercorrere la genesi di Coach è Vincenzo Papa, ingegnere e socio fondatore di Fomed: “Il progetto è nato in un momento di emergenza mondiale, rappresentato dalla pandemia: nel 2020 ci aiutò a far rientrare tantissimi lavoratori con diagnosi a distanza, attraverso un percorso di algoritmi che consentisse alle persone di accertare il proprio stato di salute ed essere messi in sicurezza dai protocolli medico-universitari. L’evoluzione di Coach prevede che anche gli studenti in caso di sintomi possano consultare il proprio algoritmo, per capire i risultati o inviarli alla centrale che li valuta e avere successivamente un consulto medico per decidere quale percorso seguire o ricevere una diagnosi telematica e curarsi nei luoghi di residenza”.
Per Alberto Firenze, direttore della scuola di specializzazione in Medicina del lavoro presso l’Università di Palermo, iniziative come questa costituiscono un deciso passo avanti in direzione della telemedicina: “Con Coach si vuole creare, attraverso il tele-consulto, un momento di avvicinamento alla logica di prossimità, che la pandemia ci ha insegnato e che non può essere dimenticata: abbiamo il supporto del Pnrr e lavoriamo in questa direzione”.
Ad assistere alla presentazione di Coach e avviare il secondo giorno di lavori di Andisu è il rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri: “Tra ateneo ed Ersu c’è grande sinergia, in una logica di assistenza e mantenimento del diritto allo studio dei ragazzi: purtroppo a Palermo la situazione economico-finanziaria delle famiglie non è tra le più elevate ed è necessario lavorare insieme per cercare soluzioni, ma siamo sulla buona strada per trovare nuovi alloggi e anche l’ateneo sta lavorando per crearsi una propria dotazione di sistemazioni. La collaborazione con Ersu è fondamentale per identificare numeri, esigenze, luoghi, strutture e infrastrutture da creare”.
Per il presidente Andisu Alessandro Ciro Sciretti “un sistema estremamente diversificato a livello nazionale come il nostro ha bisogno di valorizzare le realtà territoriali con le loro specificità: la Sicilia ha enormi potenzialità e sta lavorando benissimo sul fronte del diritto allo studio, in termini sia di prospettiva che di strategia”.
Margherita Rizza, presidente di Ersu Palermo, sottolinea come “il problema degli alloggi è centrale per tutti gli Ersu d’Italia, stiamo cercando di incrementare al massimo i vari posti letto, ma vogliamo garantire servizi agli studenti a 360 gradi: in ambito telemedico siamo molto curiosi di capire quale sarà l’impatto del progetto Coach nei confronti dei ragazzi”.

– foto xd8/Italpress –
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Qs Top Universities, Cattolica nei primi 100 posti per infermieristica

ROMA (ITALPRESS) – Nella classifica 2024 delle migliori università del mondo per l’Infermieristica (Nursing), l’Università Cattolica del Sacro Cuore si colloca nella top 100 di QS Top Universities, unico caso in Italia, insieme ad un altro ateneo romano. Il ranking di QS ‘by subject’, giunto quest’anno alla 14° edizione, viene stilato ogni anno per università e per singola specialità da Quacquarelli Symonds (QS), il più grande analista internazionale di formazione universitaria, che stila le sue classifiche tenendo conto di una serie di fattori, tra i quali le attività di ricerca, le partnership universitarie, le qualifiche della facoltà e l’esperienza di apprendimento degli studenti. E l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che eccelle in tutti questi campi, offre una formazione al top.
Un piano di studi completamente rinnovato negli ultimi dieci anni per essere al passo con l’evoluzione di questa professione a livello internazionale. E una palestra di training, come quella offerta dal Policlinico Agostino Gemelli IRCCS, tra le migliori e le più complete al mondo. Sono questi i punti di forza della laurea triennale in Infermieristica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
“La formazione che noi offriamo – afferma Lucia Zaino, coordinatrice delle attività professionalizzanti del corso di Laurea in Infermieristica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – è davvero di ampio respiro e consente ai nostri infermieri di trovare facilmente lavoro in qualunque realtà. L’ordinamento degli studi prevede una formazione teorica, fortemente integrata con il tirocinio clinico che, all’interno di Fondazione Policlinico Gemelli i nostri studenti possono fruire ai livelli più elevati, sin dal primo semestre del corso. Perchè il Policlinico Gemelli ‘nutrè, con la sua evoluzione scientifica, i protocolli di ricerca esistenti, il continuo sviluppo, le aree di tirocinio clinico nelle quali i nostri studenti conseguono i crediti formativi”.
Perchè iscriversi all’Infermieristica dell’Università Cattolica dunque? “Perchè abbiamo un sistema di tutoraggio clinico e didattico unici – risponde Zaino -. Lo studente viene preso in carico da un tutor didattico dal primo anno, prerogativa fondamentale per la riuscita del suo percorso, che può poi contare su oltre 420 tutor clinici, nominati all’interno della Fondazione, ai quali viene affidato, in un rapporto one-to-one, per ogni aspetto del tirocinio. E questo fa la differenzà.
Un’offerta formativa che attrae studenti da tutto il mondo. “Da 5 anni – prosegue Zaino – abbiamo attivato programmi di collaborazione, con l’Università dell’Arkansas (32 studenti hanno frequentato l’area critica) e da due anni con la Jefferson University (19 studenti hanno seguito la formazione di base e 3 PhD clinici quella avanzata). Alcuni dei nostri studenti partiranno il prossimo luglio per la Jefferson. E’ attivo infine anche un programma Erasmus con l’Università Cattolica di Valencia e con l’Università di Castilla-La Mancha”.
“Ospitare un corso di laurea in Infermieristica e una laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed Ostetriche – afferma Carmen Nuzzo, direttrice del SITRA (Servizio infermieristico Tecnico e Riabilitativo Aziendale) della Fondazione Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” IRCCS – è un plus anche per il funzionamento di un grande policlinico come il Gemelli, dove lavorano 2.200 infermieri, in un’ottica di collaborazione e contributo bidirezionale. Da una parte quello che il Gemelli offre agli studenti con i propri professionisti già integrati, ma anche il contributo che gli studenti apportano nelle aree cliniche e assistenziali. La forte motivazione al tutoraggio dei nostri infermieri genera una sinergia importante, che porta a creare nuovi professionisti, formati secondo criteri orientati alla pratica clinica. Da noi gli studenti possono sperimentare da subito la realtà lavorativa”.
Il SITRA è stato anche uno dei protagonisti del secondo accreditamento istituzionale Joint Commission International (JCI), di recente conseguito da Fondazione Policlinico Gemelli. “Siamo abituati a ragionare in termini scientifici – ricorda Nuzzo – e dunque l’applicazione degli standard e degli elementi misurabili che JCI richiede, fa parte del nostro modus operandi quotidiano e ha trovato dunque proficuo riscontro all’interno della professione infermieristica, che è stata trainante per tutto il sistema nell’acquisire questo prestigioso accreditamento”.
Quella dell’infermiere è una delle professioni più richieste di oggi e del futuro, anche perchè solo in Italia, si stima vi sia una carenza di circa 56 mila infermieri. Il rapporto infermieri/abitanti in Italia è di 6,3 infermieri per 1.000 abitanti, contro una media europea di 8,3 infermieri/1.000 abitanti. Ed è una professione che ha visto di recente importanti evoluzioni. Non solo in campo assistenziale, dove ci si specializza sempre di più, ma anche nella ricerca.
“L’infermiere di ricerca – spiega Antonello Cocchieri, Ricercatore in Scienze Infermieristiche all’Università Cattolica – è un ambito specialistico clinico. E’ una figura che, con specifica formazione universitaria, è inserita negli studi clinici, dove supporta la ricerca in vari modi (come study coordinator, interfacciandosi con i monitor degli studi profit, gestendo i dati). Il ruolo di ricercatore in scienze infermieristiche rappresenta un’opportunità di crescita in ambito accademico che permette ad un infermiere di ricoprire ruoli universitari come quello di professore di II o I fascia (professore associato o ordinario). Negli ultimi anni l’Università Cattolica, sempre al passo con i tempi – commenta Cocchieri – ha avuto la sensibilità di promuovere la crescita del nostro settore scientifico disciplinare, istituendo posti per ricercatore. Questo ha permesso lo sviluppo delle scienze infermieristiche in una logica di sistema multidisciplinare e multiprofessionale secondo una prospettiva di moderna salute pubblica. Il ricercatore in Scienze Infermieristiche è impegnato nella didattica, nella ricerca pura accademica e in quella traslazionale con ruoli di responsabilità’.
‘Nella ricerca siamo orientati – aggiunge – alla produzione di risultati che abbiano delle potenziali implicazioni migliorative per l’assistenza a individui e gruppi di popolazione. Dopo il corso di laurea triennale in Infermieristica, è possibile continuare gli studi presso il nostro Corso di laurea magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche che consente agli infermieri di acquisire delle competenze specialistiche in area manageriale e formativà.
“La professione dell’infermiere è un’attività lavorativa fondamentale nel mondo sanitario – afferma Stefano Margaritora, Ordinario di Chirurgia toracica all’Università Cattolica e presidente del corso di laurea triennale in Infermieristica – e ha grandi possibilità nel mondo del lavoro, vista anche la grave carenza di queste figure professionali su tutto il territorio nazionale. Il nostro corso di laurea oggi offre una formazione non solo rispetto alle competenze infermieristiche tradizionali, ma apre a tanti altri ruoli: dall’infermiere nelle zone di guerra, a quello impegnato nell’elisoccorso, all’infermiere di area critica, a quello di ricerca. Un infermiere che studi da noi ha la possibilità di fare training e tirocinio in ogni ambito, dalla rianimazione, alle chirurgie, alle diverse branche della medicina e di fare ricercà.
‘Ha inoltre la possibilità – aggiunge – di fare stage professionalizzanti anche all’estero, grazie al programma avviato con la Thomas Jefferson University di Philadelphia, un’opportunità questa offerta solo agli studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Eccellenza nella didattica, nel training e nella ricerca – conclude Margaritora – sono gli ingredienti che contribuiscono al successo del nostro corso di laurea in Infermieristica. Una qualità riconosciuta anche dall’eccellente posizionamento all’interno del QS ranking ‘by subject”.

– Foto: Ufficio Stampa Università Cattolica del Sacro Cuore –

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