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Pnrr, bandi per 1,5 miliardi in ricerca e innovazione

ROMA (ITALPRESS) – Sono stati pubblicati sul sito del ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) i nuovi bandi previsti per le misure di ricerca in filiera del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta degli avvisi pubblici per “la presentazione di proposte progettuali per il rafforzamento e la creazione di Infrastrutture di ricerca” e per “la concessione di finanziamenti destinati alla realizzazione o ammodernamento di Infrastrutture tecnologiche di innovazione” e riguardano investimenti per 1,58 miliardi di euro, di cui 1,08 miliardi per le prime e 500 milioni per le seconde.
Attraverso questi due bandi, il MUR finanzia almeno 30 Infrastrutture. Con 1,08 miliardi di euro si punta a finanziare almeno 20 Infrastrutture di ricerca, ovvero impianti, risorse e relativi servizi usati dalla comunità scientifica per compiere ricerche in più discipline, un importante elemento di competitività della ricerca nazionale ed europea. I 500 milioni, invece, saranno destinati a realizzare o ammodernare almeno 10 Infrastrutture tecnologiche di innovazione con l’obiettivo di favorire una stretta integrazione tra imprese e mondo della ricerca e dell’innovazione per sostenere, accelerare e qualificare la crescita economica del Paese.
Come tutte le iniziative del PNRR, dovranno essere soddisfatti i criteri trasversali del Piano che includono, tra l’altro, il superamento dei divari territoriali, di genere e generazionali, nonchè il rispetto del principio del “non arrecare un danno significativo”.
Il bando per “la presentazione di proposte progettuali per il rafforzamento e la creazione di Infrastrutture di ricerca” ha come presupposto il Piano Nazionale Infrastrutture di Ricerca 2021-2027 (PNIR), documento strategico che ha individuato le infrastrutture con diversi livelli di priorità per il Paese, sia già esistenti che ancora da realizzare, e i soggetti coinvolti.
La dotazione finanziaria di 1,08 miliardi di euro di questo avviso pubblico è stata ripartita in base alle aree tematiche indicate nel PNIR che hanno come riferimento le prassi della Roadmap ESFRI (European Strategy Forum on Research Infrastructures): 400 milioni per le infrastrutture del settore “Scienze fisiche e ingegneria”, 200 milioni a testa per “Ambiente” e “Salute e Cibo”, 100 milioni per “Innovazione sociale e culturale”, 90 milioni ciascuno per “Data, computing e infrastrutture di ricerca digitali” e “Energia”.
Le Infrastrutture di Ricerca coinvolte sono quelle del PNIR e potranno presentare domanda di partecipazione i soggetti pubblici (EpR ed Università), sia in modalità singola che in compagine, per finanziare il potenziamento di IR a priorità alta, la creazione di nuove a priorità alta e media o la creazione di reti tematiche/multidisciplinari di IR a priorità alta e media.
Le domande di finanziamento, che non devono essere inferiori a 15 milioni di euro e che possono essere rimborsate fino al 100%, devono riguardare o il potenziamento di infrastrutture di ricerca già presenti nel PNIR e indicate a priorità alta, o la creazione di nuove infrastrutture sempre presenti nel PNIR e indicate a priorità alta e media, o la creazione di reti tematiche o multidisciplinari di infrastrutture di ricerca esistenti, presenti nel PNIR a priorità alta e media.
I proponenti potranno presentare le proposte progettuali, esclusivamente attraverso la piattaforma informatica GEA del Ministero dell’università e della ricerca, a partire dalle ore 12 del 31 gennaio e fino allo stesso orario del 28 febbraio 2022.
Per definire i progetti finanziabili, dopo l’istruttoria formale-amministrativa da parte del ministero, è prevista una fase di valutazione tecnico-scientifica, condotta da sei Panel di Valutazione – uno per ogni Area ESFRI – composti da esperti tecnico-scientifici, seguita, per i progetti valutati positivamente, dalla negoziazione gestita da rappresentanti del MUR affiancati da un referente del MEF e coinvolgendo anche i coordinatori dei sei Panel di valutazione.
La durata del progetto è di 30 mesi a partire dalla sottoscrizione dell’atto d’obbligo, con proroghe eventualmente concesse dal ministero ma senza andare oltre il 31 dicembre 2025.
Il bando per “la concessione di finanziamenti destinati alla realizzazione o ammodernamento di Infrastrutture tecnologiche di innovazione”, con 500 milioni di euro a disposizione, ha come obiettivo il rafforzamento e il completamento della filiera del processo di ricerca e innovazione, potenziando i meccanismi di trasferimento tecnologico, incoraggiando l’uso sistemico dei risultati della ricerca da parte del tessuto produttivo, sostenendo la diffusione di un approccio trasformativo all’innovazione, anche attraverso la mobilitazione di competenze e capitali privati e l’introduzione di modelli gestionali innovativi.
Le Infrastrutture tecnologiche di innovazione – per le quali devono essere presentate domande con costi ammissibili tra i 10 e i 20 milioni di euro nel caso di interventi di ammodernamento e tra i 20 e i 40 milioni se nuove realizzazioni – devono avere preferibilmente carattere multifunzionale.
Le proposte progettuali possono essere presentate da enti e istituzioni di ricerca vigilati dal MUR, dai soggetti inseriti nella sezione “Enti e Istituzioni di ricerca” dell’elenco delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato, da università e scuole superiori a ordinamento speciale istituite dal Ministero che dovranno, però, obbligatoriamente avvalersi del contributo di soggetti privati che cofinanzino l’iniziativa attraverso operazioni di partenariato pubblico-privato: i finanziamenti arriveranno fino a un massimo del 49% delle spese ammissibili.
(ITALPRESS).

Turchia, aumentano gli studenti che scelgono Università italiane

ROMA (ITALPRESS) – Sono in netto aumento gli studenti provenienti dalla Turchia che scelgono di studiare in Italia. E’ quanto emerge dal progetto “Italia chiAMA Turchia”, finalizzato a raccogliere dati utili alla promozione dei rapporti accademici tra Italia e Turchia, nell’ottica sia di un potenziamento delle relazioni e collaborazioni tra le università dei due paesi, sia di un consolidamento del numero di scambi accademici tra università italiane e turche. La raccolta dei dati è stata condotta per incarico dell’Ambasciata d’Italia dalla professoressa Daniela Giannetto, che si è avvalsa anche della disponibilità dello YO’K (Consiglio superiore dell’Università turco) e del MUR (Ministero dell’Università e della Ricerca).
La sintesi dei dati raccolti consente di conoscere le tendenze legate ai flussi di studenti e docenti italiani in Turchia e turchi in Italia, negli ultimi anni, ed evidenzia un notevole incremento sia di iscrizioni ai corsi triennali e a ciclo unico che ai corsi di laurea Magistrale. Un dato coerente con la crescita della presenza di studenti stranieri di tutte le nazionalità nelle università italiane, ma con la precisazione che la percentuale di studenti turchi è più che raddoppiata negli ultimi 5 anni, passando dall’1,29% allo 2,72%. Tra l’altro negli ultimi due anni, nonostante la Lombardia e il Piemonte risultino ancora le mete preferite per la carriera universitaria degli studenti turchi, si osserva un aumento nelle percentuali di studenti di nazionalità turca anche negli atenei di altre regioni italiane.
Anche rispetto al personale accademico ci sono numeri interessanti: soprattutto nelle università delle grandi città turche esiste una discreta e costante presenza di personale docente, a diversi livelli, proveniente dall’Italia, (58 nel 2918/2019), mentre è piuttosto esiguo il numero di docenti turchi nelle università italiane (13 in totale).
Per ciò che riguarda gli scambi Erasmus si nota una notevole discrepanza tra i numerosi studenti turchi che scelgono l’Italia (6421 dal 2014 al 2018) e i pochi italiani che scelgono la Turchia (1349 per lo stesso periodo).
Il progetto non consta solo di dati e tabelle, ma si arricchisce di una seconda parte, Italia chiAMA Turchia, consistente in una raccolta di interviste a ricercatori, accademici e intellettuali che promuovono scambi culturali/scientifici fra i due Paesi, nonchè a studenti Erasmus e vincitori delle borse di studio nell’ambito dei programmi Invest Your Talent e Study in Italy del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale che hanno svolto un periodo di studio in uno dei due Paesi.
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Università Palermo, Midiri: “Si apre periodo di investimenti e rilancio”

PALERMO (ITALPRESS) – Ricerca, didattica, assunzioni ed edilizia. Queste le macro aree in cui l’Università di Palermo ha intenzione di investire per un ulteriore rilancio dell’Ateneo che punta ad attirare nuovi studenti e soprattutto rispondere alle esigenze degli iscritti sotto tutti i profili.
“Un grande impianto che abbiamo costruito in maniera specifica sull’edilizia universitaria legata alle ristrutturazioni dei nostri numerosi plessi ma anche sulla potenziale costruzione di nuove residenze e aule che sono elementi centrali per immaginare una nuova didattica”, ha spiegato il rettore Massimo Midiri, presentando in conferenza stampa le novità del bilancio 2022. Fondi per oltre 14 milioni, a questi si aggiungono anche quelli provenienti dagli utili del bilancio dello scorso anno e anche le risorse provenienti dai bandi del Ministero dell’Università che co-finanzieranno i progetti per circa 40 milioni.
“Si apre per UniPa un periodo di investimento, rilancio ed espansione – ha sottolineato il rettore Midiri -. Con l’approvazione del bilancio 2022 avviamo un piano di azione per la crescita del nostro Ateneo nei prossimi anni, realizzando così un progetto concreto e strategico, un nuovo modo di vivere e fare Università con un modello sostenibile, inclusivo ed innovativo. Vogliamo che UniPa entri a fare parte delle più importanti reti europee, stringendo allo stesso tempo maggiormente il rapporto con la Città e la Regione concorrendo così allo sviluppo del territorio con un ruolo decisivo”.
“Faremo investimenti anche sulla componente umana – ha aggiunto Midiri – sia del personale docente che personale tecnico-amministrativo: il primo fondamentale per rilanciare la ricerca che diventa centrale nell’innovazione, mentre il secondo che diventa lo strumento per interpretare le grandi risorse che arriveranno dal Pnrr”.
In arrivo potenziamenti per i servizi agli studenti: dai fondi per l’attività dei ricercatori e dei dottorati di ricerca fino al miglioramento della strumentazione necessaria ai progetti. A tutto ciò si aggiunge anche l’obiettivo dell’ingresso degli studenti nel mondo del lavoro, di creare il punto di contatto tra università e aziende, attraverso l’attivazione di specifici accordi di collaborazione e partnership con le imprese: “Abbiamo già diversi accordi con i più grandi gruppi – ha spiegato Midiri -. In totale, al momento, si parla di circa 1000 aziende specializzate e divise per settori di competenza. Cosa che creerebbe per l’Università una spinta dal punto di vista dell’appeal per gli studenti”.
Tra i temi trattati nel corso dell’incontro, anche quello relativo al rientro in presenza degli studenti per gli esami che si svolgeranno a gennaio: “L’obiettivo è quello di rientrare al 100% i nostri controlli su vaccini e tamponi sono serrati e siamo pronti ad accogliere gli studenti con tutte le precauzioni del caso – ha concluso Midiri -. A tal proposito ringrazio il commissario per l’emergenza covid della provincia di Palermo, Renato Costa, per averci dato la possibilità di effettuare delle vaccinazioni anche per gli studenti in Ateneo”.
Erano presenti alla conferenza stampa il prorettore vicario, Enrico Napoli, il direttore generale, Antonio Romeo, i Prorettori, i Delegati del Rettore e i Dirigenti dell’Ateneo.
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L’Ateneo di Palermo a Expo Dubai con corsi di International Relations

PALERMO (ITALPRESS) – I Corsi di Laurea Magistrale in “International Relations” (LM 52) e in “International Relations, Politics & Trade” (LM 52 telematica) del Dems-Dipartimento di Scienze Politiche e delle relazioni internazionali dell’Università degli Studi di Palermo sono stati selezionati come “best practice” dall’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Siciliana e da Invitalia e presentati al Padiglione Italia di Expo Dubai, in occasione dell’educational lab “Learning in Sicily: competence for a global competitiveness” organizzato nell’ambito della settimana tematica ‘Knowledge & Learning’ dedicata alla conoscenza e al sapere.
Durante l’incontro Salvatore Casabona, coordinatore dei CdS UniPa selezionati, ha presentato ad una platea internazionale l’offerta formativa in materia di internazionalizzazione ed export digitale del Dems, sottolineando la vocazione internazionale dell’Ateneo.
“La proposta formativa delle Lauree magistrali in International Relations LM52 convenzionale e telematica dell’Università di Palermo rappresenta un modello ormai riconosciuto in Italia e all’estero di efficace collaborazione tra il mondo della formazione e gli operatori economici interessati ai processi di internazionalizzazione, e la sua presentazione ad Expo Dubai ne è la prova evidente – commenta Salvatore Casabona -. Con Invitalia si è aperta una approfondita e franca discussione su come finanziare la presenza stabile di studenti laureandi e laureati del CdS nell’ambito delle imprese siciliane al fine di rafforzare la presenza sui mercati internazionali di queste ultime. Il clima che si respira anche con le Istituzioni regionali coinvolte è di grande collaborazione e sinergia. La partecipazione dell’Ateneo a Expo Dubai rappresenta un’opportunità di confronto e networking con stakeholder internazionali, ponendo le basi per nuovi e rafforzati accordi”.
All’evento ha partecipato una folta delegazione della Camera di Commercio italo-emiratina a Dubai guidata dal Presidente, Mauro Marzocchi, che si è reso disponibile ad ospitare gli studenti UniPa per periodi di tirocinio. Presente anche Davide Bellino, Advisory – Middle East & India in Diacron Group, che prenderà parte come relatore nel marzo 2022 al Percorso di Eccellenza in International Trade, aperto ai migliori studenti della Laurea Magistrale LM52, con un focus sui processi di internazionalizzazione delle imprese italiane in Medio Oriente. Presto Diacron Group entrerà in partnership con il Corso di studi aprendo le sedi a Dubai, Shanghai e Mumbai agli studenti della Laurea Magistrale”.
Tra i relatori della giornata anche Nikolina Ljepava, Direttrice del Dipartimento di Management, Marketing & Logistics, della American University in the Emirates, che nei prossimi mesi sarà in Italia per esplorare opportunità di accordi di mobilità strutturata con il CdLM in International Relations e con UniPa.
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Erasmus+, 28,4 miliardi per la programmazione 2021-2027

ROMA (ITALPRESS) – E’ stato lanciato nella sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma Erasmus+, il programma dell’Unione europea per il periodo 2021-2027, che permette di studiare, formarsi, insegnare de effettuare esperienze di lavoro o di volontariato in Europa e nel mondo. Il progetto offre l’opportunità di studiare, formarsi, insegnare ed effettuare esperienze di lavoro o di volontariato, realizzare attività di cooperazione tra istituzioni dell’istruzione e della formazione in tutta Europa e di intensificare la collaborazione tra il mondo del lavoro e quello dell’istruzione per lo sviluppo del capitale umano e sociale. Nel programma assumono ruoli centrali temi chiave quali l’inclusione sociale, la sostenibilità ambientale, la transizione verso il digitale e la promozione della partecipazione alla vita democratica da parte delle generazioni più giovani e per gli adulti. Il progetto dispone di una dotazione finanziaria pari a 28,4 miliardi di euro.
“Dobbiamo fare un prossimo passo: lavorare di più su una vera università europea”, ha detto la ministra dell’Università, Maria Cristina Messa, che ha aggiunto: “La dichiarazione di Bologna ha posto in Ue una modalità di insegnamento comune: il 3 più 2. Ora bisogna rifare un punto della situazione, considerando che le discipline sono messe in discussione da vari fattori: dalle nuove tecnologie al bisogno di interdisciplinarità”. Per il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, “bisogna investire di più non solo dal punto di vista delle risorse, ma sul riconoscimento, sulla formazione dei docenti e sulla capacità di accompagnare gli studenti. Dobbiamo investire su interventi che non siano isolati, puntare su un’integrazione a livello nazionale. C’è troppo divario tra nord-sud, centro-periferia e tra le città e le campagne. La scuola deve essere per tutti gli adulti dove la logica è nessuno di meno, dare a tutti il modo di avere una seconda possibilità”.
“Dopo un anno di Covid dobbiamo pensare tutti all’effetto sulle nuove generazione di qualsiasi politica e decisione prendiamo. E’ un aspetto rimasto spesso ai margini della politica e ha portato alla disaffezione dei giovani”, ha spiegato la ministra per le Politiche Giovanili, Fabiana Dadone. La ministra ha poi posto l’attenzione sui giovani “inattivi nel nostro Paese che ci vedono ancora maglia nera. Noi dobbiamo riuscire ad intervenire con un programma per farli emergere e poi agganciarli con progetti come il servizio civile o l’Erasmus. Molto spesso i ragazzi non conoscono le modalità di accesso a questi progetti. Vogliamo lavorare di più con gli enti territoriali per farli conoscere meglio”. “In questi giorni stiamo parlando molto di tirocini. Io credo che sia giusto porci il problema che debbano servire a formare le persone, non a utilizzare forza lavoro qualificata senza pagarla. Questo non aiuta nessuno se non aumentare un pò i profitti di chi gioca su questo”, ha spiegato il ministro del Lavoro, Andrea Orlando.
In Italia la gestione del progetto è affidata a tre Agenzie nazionali competenti su ambiti diversi: Indire per l’istruzione, Inapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche) per la formazione professionale e Agenzia nazionale per i giovani, per il settore giovanile. “Questa è una grandissima occasione per la scuola, per l’istruzione superiore, ma soprattutto per il mondo degli adulti. E’ importantissimo fare istruzione soprattutto nel mondo degli adulti, dove risulta netto e chiaro dalla ricerca che abbiamo fatto che c’è una grande fascia di analfabetismo digitale. Per cui la possibilità di essere pienamente cittadini dei nostri tempi è legata alla formazione”, ha affermato Flaminio Galli, direttore generale Indire. Per Santo Darko Grillo, direttore generale Inapp, “i ragazzi tornano dall’Erasmus arricchiti, riescono a rivendersi l’esperienza acquisita all’estero sia in termini di competenze che di rete relazionale, che gli consente di collocarsi utilmente nel mercato del lavoro”. Lucia Abbinante, direttrice generale ANG, ha poi concluso spiegando quale sia il ruolo dell’agenzia: “E’ quello di formare la generazione europea solidale del futuro e del presente attraverso la mobilità e lo scambio che è una rivoluzione gentile, che ci è stata proposta già 35 anni fa dall’Unione Europea, per poter dare l’opportunità alle ragazze e ai ragazzi di confrontarsi e di costruire insieme l’Europa”.
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Università Cattolica celebra il centenario e scommette sull’Europa

MILANO (ITALPRESS) – Un secolo di futuro. L’Università Cattolica celebra i suoi cent’anni di vita scommettendo sulle nuove generazioni e su ‘un’Europa al servizio dei giovanì. Il videomessaggio di Papa Francesco, il discorso inaugurale del rettore Franco Anelli e la prolusione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico 2021-2022, che si è tenuta in Aula Magna domenica 19 dicembre – sono accomunati da una grande apertura alla speranza.
A indicarla per primo è il Pontefice che, proponendo una ‘misticà dell’Università Cattolica intorno alle parole fuoco, speranza e servizio, ha detto agli studenti: ‘In questi tempi confusi, resi ancora più complessi dalla pandemia, vi ripeto: non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciatevi rubare la speranza! E non lasciatevi contagiare dal virus dell’individualismo. E’ brutto questo, eh! E fa male. L’università è il luogo adatto per sviluppare gli anticorpi contro questo virus: l’università apre la mente alla realtà e alla diversità; lì potete mettere in gioco i vostri talenti e metterli a disposizione di tuttì.
Interamente rivolta ai giovani la prolusione della presidente Ursula von der Leyen. ‘Una nuova generazione di leader si sta formando tra queste murà. E’ quella ‘che darà forma all’Italia del dopo-pandemia. Quella generazione siete voi, studenti e studentesse che mi ascoltate oggi. Tra non molti anni sarete giovani professionisti e professioniste con idee ed energie nuove. Il futuro è nelle vostre mani. Il futuro è della prossima generazione di europeì. Per questo, per la von der Leyen, ‘l’Europa è in buone manì.
La presidente della Commissione europea ha affidato a tre parole la missione della Ue al servizio della Next Generation per i prossimi anni e per i decenni successivi: pianeta, innovazione, democrazia. Per un futuro più sostenibile il Green Deal europeo intende dare una risposta concreta alle minacce climatiche e ambientali, favorendo allo stesso tempo una crescita economica, digitale e verde. E il nuovo Bauhaus europeo – di cui l’Università Cattolica è partner ufficiale – è un’iniziativa creativa e interdisciplinare che invita i cittadini a ripensare il proprio modo di vivere, coniugando arte, cultura, inclusione sociale, scienza e tecnologia con gli obiettivi europei di sostenibilità.
Dalle nuove generazioni prende il nome il piano straordinario Next Generation EU che, con un pacchetto per gli investimenti di oltre 800 miliardi di euro, sosterrà la ripartenza.
Con il Piano d’azione per la democrazia europea, la Commissione vuole attuare misure che rinsaldino una prospettiva democratica europea, promuovendo elezioni libere e regolari, rafforzando la libertà dei media e combattendo la disinformazione. ‘La nostra missione è proteggere e ampliare la nostra democrazià, ha affermato. ‘L’Europa che voglio deve proteggere le persone dai contenuti illeciti online e dalla disinformazione, rendendo le piattaforme dei social media più responsabili dei contenuti che ospitano. L’Europa che voglio deve proteggere dall’incitamento all’odio e dai reati generati dall’odio, integrando l’elenco dei reati nei nostri trattatì.
Un’Europa a servizio dei giovani deve essere anche in grado di ascoltarli. Per questo motivo, ha annunciato la presidente, ‘ho proposto di proclamare il 2022 Anno europeo dei giovani. La nostra democrazia ha bisogno del vostro impegno. Quindi dite la vostra, e l’Europa ascolterà’.
Un protagonismo delle nuove generazioni rilanciato dal rettore Franco Anelli. Gli studenti ‘sono la nostra parte di Next generation, per loro siamo qui. Essi rappresentano il rigenerarsi della motivazione iniziale. Rinnovano ogni anno l’atto fondativo, la prima pietra posta cento anni fà. A partire dai primi, ‘che non mi stanco di annoverare tra i fondatori di questo Ateneò, e poi ‘dai sempre più numerosi giovani che ci hanno dato fiducia e che hanno permesso all’Ateneo di contribuire allo sviluppo del Paese con i suoi oltre 300.000 laureatì.
Con loro, ha detto il professor Anelli, ‘oggi varchiamo una soglia: comincia il secondo secolo di vita di questo Ateneò. La presenza della presidente della Commissione ricongiunge i due elementi costitutivi dell’identità di questa università: la sua dimensione nazionale e quella europea. ‘In primo luogo, perchè è un’università e le università sono in sè portatrici di una cultura intrinsecamente europea. L’Unione stessa non sarebbe stata concepibile senza quella comune matrice di pensiero che le università hanno contribuito a creare e diffondere; così come le nostre università di oggi non sono pensabili se non all’interno del sistema europeo dell’alta formazione e della ricerca. In secondo luogo, questa università è ancor più profondamente europea proprio perchè cattolicà.
Del resto, come ha detto monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, nel suo saluto come presidente dell’Istituto Toniolo di Studi Superiori, ‘l’Università Cattolica ha una missione: il pensiero critico può essere lieto se è discernimento per introdurre allo stupore; la cultura giuridica può offrire motivazioni all’impresa di aggiustare il mondo se introduce all’arte della politica e del convivere civile secondo giustizia; la competenza economica può essere abilitazione alla responsabilità per l’ecologia integrale. Insomma, l’Università Cattolica ha la missione di testimoniare e configurare un umanesimo della speranzà.
Per questo, ha proseguito il rettore Anelli, ‘un’università come la nostra deve proporsi di operare come un’istituzione creativa. In una stagione di disorientamento, le università appaiono tra le poche realtà la cui funzione è rimasta pressochè intatta e pedagogicamente necessaria alla crescita delle generazionì.
Pensando a loro, il rettore ha annunciato ‘un passo importante per la definizione del volto dell’Ateneo del prossimo secolo. Nelle scorse settimane è stato sottoscritto il verbale di consegna dell’ala Santa Valeria della Caserma Garibaldi di piazza Sant’Ambrogio ed è stata perfezionata la convenzione con il Comune di Milano e l’Agenzia del demanio che consentirà l’avvio dei lavori di ristrutturazione. Finalmente, finalmente, dopo anni di intensi sforzi, un’aspirazione che fu già dei nostri fondatori si compie e cominciamo a vedere concreta all’orizzonte la possibilità di realizzare un grande campus urbano nel fabbricato che fu prima convento francescano e poi caserma militare per infine ospitare la Polizia di Stato; verrà così restituito alla città un rinnovato luogo di studio e culturà.
Questa diventerà, insieme a ‘questi storici e insostituibili chiostri, la nostra nuova casa. Un sogno quasi inafferrabile diventerà realtà. Non credo si possa immaginare un gesto più significativo per marcare il principio di un secolò.
Il rettore Anelli ha chiuso il suo discorso riferendosi ancora agli studenti. ‘Quando un professore entra in aula, si rende conto che in quei volti, diversi ogni anno ma animati dalla stessa attesa di conoscenza, si ricrea il senso dell’istituzione universitaria, la radice del suo esistere. Guardando un’aula gremita e gli occhi curiosi dei ragazzi, all’inizio della prima lezione del corso, si coglie il valore profetico dell’espressione di Martin Heidegger: ‘L’Inizio è ancora. Non è alle nostre spalle, come un evento da lungo tempo passato, ma ci sta di fronte, davanti a noì.
A conclusione della cerimonia di inaugurazione, Irene Ferrami, laureata triennale di Scienze linguistiche e iscritta alla magistrale di Lingue, ha portato il saluto di una nutrita rappresentanza di studenti che ha incontrato in aula Gemelli la presidente von der Leyen, donandole una felpa dell’Università Cattolica. ‘La ringrazio a nome di tutta la gioventù europea, perchè in un dialogo ciò che conta di più è avere qualcuno che ascolta, e il suo grande impegno nell’aiutarci a prenderci cura del nostro pianeta, nell’aiutarci a prenderci cura del nostro futuro e nell’aiutarci a non perdere la speranza è il più grande esempio di ciò che è l’Unione Europea. Grazie, dal profondo del cuore dell’Europà.
(ITALPRESS).

Università, Da regione E.Romagna 102 mln di euro per borse di studio

BOLOGNA (ITALPRESS) – La Regione Emilia-Romagna conferma il proprio impegno per il diritto allo studio: anche per l’anno accademico 2021/2022 il 100% degli studenti idonei, 26.400, riceveranno le borse di studio universitarie, in denaro e servizi. Un obiettivo raggiunto grazie ad un importante investimento economico: 102 milioni di euro le risorse disponibili, 4,5 milioni in più rispetto all’anno scorso, tra contributi in denaro – che da 83,3 salgono a 87,7 milioni – e la quota destinata ai servizi, che passa da 14 a 14,1 milioni. Negli ultimi due anni l’investimento sulle borse di studio è aumentato complessivamente di 8,5 milioni di euro: l’anno accademico 2020/2021 aveva infatti già visto un incremento di 4 milioni su quello precedente. E quest’anno un aiuto concreto è destinato anche a ragazze e ragazzi provenienti dall’Afghanistan: la Regione, infatti, ha messo a disposizione risorse per 380 mila euro in borse di studio in denaro, a cui si aggiungono i servizi resi disponibili da ER.GO, l’Azienda regionale per il diritto agli studi superiori, e dagli stessi Atenei.
Le iscrizioni sono ancora in corso, tuttavia gli Atenei emiliano-romagnoli si confermano stabili con 169mila studentesse e studenti che hanno già scelto di studiare in regione. Il quadro complessivo si rispecchia nelle graduatorie provvisorie dei destinatari delle borse di studio con il 51% che è fuori sede (lo scorso anno era il 45%) e il 12% è pendolare.
Il punto su risorse stanziate e servizi offerti è stato fatto oggi in videoconferenza stampa dall’assessore regionale all’Università, Paola Salomoni, insieme ai rappresentanti degli Atenei dell’Emilia-Romagna: Laura Ramaciotti, Rettrice dell’Università di Ferrara, Sara Rainieri, Prorettrice per la Didattica e servizi agli Studenti dell’Università di Parma, Thomas Casadei, delegato alla Comunicazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Nicola De Luigi e Roberto Vecchi, delegati del Rettore dell’Università di Bologna rispettivamente alla Formazione internazionale e nuove attivazioni e alla didattica.
“Il diritto allo studio è al centro delle politiche della nostra regione, che da sempre garantisce le borse di studio alla totalità degli idonei- ha sottolineato l’assessore Salomoni-. Anche quest’anno aumentiamo i fondi per assicurare un’istruzione universitaria di qualità a ragazzi e ragazze meritevoli, seppur si trovino in condizione economica svantaggiata, perchè nessuno deve rimanere indietro. Crediamo infatti e continuiamo a investire, assieme ai nostri Atenei che ringrazio vivamente, per un sistema universitario inclusivo, attrattivo e accogliente, che anno dopo anno si mostra sempre più capace di attirare i giovani da altre regioni e non solo: più della metà di queste borse di studio sono destinate a studenti fuori sede, a conferma che i nostri istituti sono luoghi accoglienti e aperti”.
“Un altro impegno che ci siamo presi assieme a ER.GO e alle Università- ha aggiunto Salomoni – è quello di dare un sostegno agli studenti in fuga dall’Afghanistan, che stanno vivendo un vero e proprio dramma: sono quasi 80 le domande in corso di valutazione e 6 studenti sono già ospiti delle residenze ER.GO e stanno per ricevere la prima rata di borsa di studio”.
(ITALPRESS).

Milano-Bicocca, al via piano di transizione green e digital del campus

MILANO (ITALPRESS) – L’università di Milano-Bicocca presenta “Bicocca Lab”, il piano di transizione ecologica e digitale del campus a “volumi zero”. L’idea alla base: rigenerare lo spazio urbano valorizzando gli edifici esistenti o in fase di realizzazione senza prevedere nuove strutture in futuro.
“Bicocca Lab propone interventi di sviluppo per il campus e per il quartiere che traggono valore dalla ricerca scientifica, dalla didattica e dalla sinergia con partner pubblici e privati. Si tratta di azioni in grado di fornire soluzioni alla domanda crescente di sostenibilità ambientale e di innovazione digitale, facilmente adattabili e applicabili anche in contesti al di fuori dell’Ateneo”, ha spiegato la rettrice Giovanna Iannantuoni.
Nelle piazze smart e sempre più verdi troveranno spazio aule progettate per la didattica all’aperto, aree relax e velostazioni per favorire la mobilità dolce; la domotica urbana digitale semplificherà l’accesso alle attività e ai servizi del campus e permetterà di monitorare la qualità dell’ambiente circostante per studiare soluzioni in grado di migliorare il benessere delle persone; un “Chilometro d’arte” che si snoda lungo il campus Bicocca ospiterà eventi, sfilate e mostre offrendo ai cittadini nuove occasioni di vivere il quartiere. E ancora, l’installazione di pannelli fotovoltaici consentirà la produzione di energia pulita utile a rendere la scuola dell’infanzia “Bambini Bicocca” il primo edificio del campus energicamente autonomo e sostenibile. Grazie alle nuove aree verdi si prevede di sequestrare più di 100mila kg all’anno di CO2. Così nei prossimi tre anni Bicocca completerà la sua trasformazione green e digital con un investimento stimato di 110 milioni di euro: 55 milioni da destinare alle attività di ricerca e l’altra metà in interventi operativi.
“Milano-Bicocca si conferma un’università molto ambiziosa perchè cresce velocissimamente – ha commentato il sindaco di Milano Giuseppe Sala -. E’ importantissimo quindi il suo ruolo ed è importante più che mai il ruolo dell’università e della progettualità in questo momento storico, penso anche alla presentazione ieri del Pnrr dove ben si capisce che per farsi assegnare i fondi bisogna avere dei progetti e per avere dei progetti bisogna saperli fare”.
Al piano di sviluppo green e digital lavora un team multidisciplinare di oltre 200 ricercatori, impiegati in 40 laboratori appartenenti ai 14 dipartimenti dell’Ateneo, mentre altri 130 giovani studiosi saranno reclutati nei prossimi mesi. A curare il progetto insieme ai ricercatori e ai tecnici di Milano-Bicocca, l’architetto Leopoldo Freyrie.
Un grande dispiegamento di risorse impegnato su sei raggi d’azione: ambiente, salute, mobilità, energia, digitale e cultura. Quasi cinque ettari di verde e 450 nuovi alberi cambieranno il volto del campus, a partire dalle sue piazze, passando per U10-Logos – l’edificio in fase di realizzazione – e arrivando al Bicocca Stadium. Con Bicocca Lab proseguirà la de-pavimentazione delle piazze del campus iniziata lo scorso anno per mitigare l’isola di calore: la condizione climatica che, nei periodi dell’anno più caldi, caratterizza le piazze e le strade del quartiere Bicocca attualmente pavimentate in cemento.
La transizione verde delle piazze avverrà grazie all’utilizzo del terreno “hi-tech”, un substrato di origine naturale studiato per essere più duraturo e nutriente, composto da frantumati di lapillo vulcanico, speciali argille interattive, microrganismi della rizosfera, funghi simbionti e un terriccio di origine vegetale derivante dall’ossidazione e umificazione degli scarti verdi da parte di microrganismi.
La ricerca sulla biodiversità condotta in Ateneo troverà applicazione nel Vivaio Bicocca, una vera e propria foresta urbana con spazi dedicati ad azioni di scienza partecipata.
Il completamento del Centro di Medicina dello sport nell’impianto sportivo Bicocca Stadium – inserito in un nuova area verde di 9500 metri quadri – permetterà di studiare soluzioni per il miglioramento degli stili di vita.
Nell’ambito di Bicocca Lab, l’Ateneo investirà in tecnologie innovative per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e dei problemi della vista nei giovani e nelle persone fragili, sviluppando anche soluzioni dedicate alla pratica dell’attività sportiva.
In collaborazione con le amministrazioni locali, Milano-Bicocca ridisegnerà la mobilità del quartiere realizzando una pista ciclo pedonale su Viale dell’Innovazione, una delle strade che attraversano l’Ateneo. La promozione della mobilità dolce riguarderà anche la realizzazione di dieci velostazioni che renderanno più agevole l’utilizzo della bicicletta per gli spostamenti nel campus e nel quartiere. Duemila metri quadri di pannelli solari integrati architettonicamente contribuiranno alla transizione verso forme di energia pulita.
Dall’energia verde al blu: grazie alla ricerca svolta in Bicocca, l’Università promuoverà l’utilizzo dell’energia geotermica ottenibile dalle falde acquifere presenti nel distretto Bicocca, da estendere su scala dell’area metropolitana milanese, in modo da produrre energia carbon free e al contempo contenere l’innalzamento della falda.
Il campus sarà dotato di un sistema per l’illuminazione intelligente che consentirà di regolare la quantità di luce emessa in maniera progressiva e automatica.
Il miglioramento della vivibilità del campus passerà anche dall’installazione di sensori mobili per il monitoraggio delle condizioni ambientali quali temperatura, umidità e livello di smog. Soluzioni sempre più innovative e performanti in grado di migliorare le condizioni ambientali, la mobilità e la logistica all’interno del campus saranno messe a punto anche grazie al “Digital twin”.
Un modello virtuale dell’ateneo, uguale al suo “gemello fisico”, in cui simulare in tempo reale le fasi di sviluppo di servizi e processi, risparmiando tempo e risorse durante la progettazione. Bicocca Lab metterà a disposizione della comunità universitaria e dei cittadini nuovi spazi all’aria aperta allestiti con arredo urbano eco-compatibile, coperti o semichiusi, adatti sia allo studio, sia alla socializzazione. Il “Chilometro d’arte”, un percorso che idealmente attraversa il campus riservando al visitatore un’esperienza alla scoperta delle opere d’arte contemporanea integrate nel contesto urbano, grazie a Bicocca Lab diventerà teatro di iniziative didattiche e culturali che animeranno il quartiere.
(ITALPRESS).