ENNA (ITALPRESS) – “Evitare il pericolo di nuove pandemie, che auspichiamo non si verifichino, è possibile solo se c’è una grande interlocuzione, se c’è apertura alla collaborazione da parte degli Stati. Quello richiesto è uno sforzo più forte e convincente di un nemico comune che mette a rischio il genere umano. Anche in questo, si conferma il ruolo trainante della scienza, il ruolo decisivo nel fornire all’umanità prospettive positive di collaborazione e crescita. Questo è un ulteriore elemento che conferma la centralità della cultura e dell’istruzione che è affidata in larga misura all’Università”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oggi a Enna, inaugurando l’Anno Accademico 2021/2022 dell’Università Kore.
“Senza l’opera della comunità scientifica il mondo sarebbe in ginocchio di fronte a questa pandemia. Abbiamo fronteggiato il virus grazie alla collaborazione della comunità scientifica che ha lavorato senza confini”, ha sottolineato il capo dello Stato.
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Mattarella all’Università Kore di Enna “Trainante ruolo della scienza”
Primi due laureati in “Climate Change” al Politecnico di Torino
TORINO (ITALPRESS) – Sono stati proclamati questa mattina al Politecnico di Torino la prima laureata e il primo laureato nell’orientamento “Climate Change” del corso di laurea magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. Si tratta di Vittorio Giordano, già laureatosi al primo livello al Politecnico di Torino, che ha discusso una tesi sulle prospettive future dell’impronta idrica delle coltivazioni nel continente Africano, con il supporto in qualità di relatori dell’ingegnera Marta Tuninetti e del professor Francesco Laio, attualmente Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture (DIATI) dell’Ateneo. Insieme a lui, è stata proclamata Yara Hammoud, studentessa proveniente dalla Lebanese American University, che ha discusso una tesi sulla modellazione del ruolo della criosfera nella definizione della temperatura a terra nell’area alpina caratterizzata dal permafrost. Ad accompagnarla come relatori il professor Jost von Hardenberg e due relatori esterni di ARPA Piemonte, il dottor Christian Ronchi e il dottor Luca Paro.
Il corso di laurea magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio del Politecnico di Torino forma futuri ingegneri e ingegnere in grado di affrontare le sfide ambientali che riguardano l’interazione tra le componenti naturali (aria, acqua, suolo, biosfera) e l’uomo e di sviluppare soluzioni sostenibili per le attività umane. Dall’anno accademico 2019/2020, accanto agli esistenti orientamenti in Tutela ambientale, Rischi naturali e protezione civile e Geo-Engineering, è stato attivato un nuovo orientamento dedicato al “Climate Change”. L’orientamento, è interamente offerto in lingua inglese, divenendo così il primo corso di ingegneria in Europa dedicato ai cambiamenti climatici, con l’obiettivo di preparare una nuova generazione di ingegneri e ingegnere ambientali capaci di rispondere alle sfide ambientali e sociali che derivano dai cambiamenti climatici, e di cogliere le opportunità del futuro mercato del lavoro. L’orientamento in “Climate Change” è parte integrante del progetto cambiamenti_climatici@polito, finanziato dal MUR che ha riconosciuto il DIATI tra i “Dipartimenti di Eccellenza” che hanno ottenuto fondi straordinari per il quinquennio 2018-2022. Il progetto ha visto ingenti investimenti per il potenziamento delle attività e delle infrastrutture di ricerca sugli aspetti del monitoraggio, dell’adattamento e della mitigazione dei cambiamenti climatici. In ambito di formazione, oltre al nuovo orientamento della Laurea Magistrale, a gennaio 2020 è stato lanciato un master post laurea su questi temi, con un forte partenariato con il mondo industriale e dei servizi.
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Università, Mip Politecnico Milano tra migliori Business school in UE
MILANO (ITALPRESS) – MIP Politecnico di Milano, la Graduate School of Business che fa parte della School of Management dell’ateneo milanese, migliora ulteriormente la sua posizione al vertice delle migliori business school in Europa anche per quest’anno. Secondo il Financial Times European Business Schools Ranking 2021, reso pubblico oggi, il MIP scala fino al secondo posto a livello europeo tra le migliori scuole appartenenti a un’università tecnica (il Politecnico di Milano, appunto) dietro solo all’Imperial College Business School (UK). L’anno scorso era terza. La conferma dell’eccellenza dell’offerta formativa del MIP si evidenzia anche dal miglioramento della classifica generale, dove la business school milanese si posiziona al 37esimo posto su 95 classificate.
Vittorio Chiesa e Federico Frattini, rispettivamente Presidente e Dean del MIP Politecnico di Milano hanno dichiarato: “Posizionarci in zona di vertice di questa classifica tra le business school che fanno capo a università tecniche d’Europa è il riconoscimento dell’efficacia degli sforzi e degli investimenti fatti in questi mesi complicati per garantire continuità della nostra offerta formativa. I ranking sono sicuramente uno degli elementi chiave per indirizzare le preferenze dei manager in cerca di upskilling, quindi non possiamo che essere soddisfatti per questa conferma. Ma sappiamo che, al di là dei ranking, c’è anche un valore reputazionale che rafforza il nostro ruolo di punto di riferimento per la formazione. Le certificazioni ottenute negli anni e il sempre più ampio network di aziende con cui lavoriamo fanno del MIP un’eccellenza nel campo del lifelong learning e un approdo sicuro per chi, a ragione, lo ritiene una chiave per competere in un mercato sfidante”.
Anche la qualità dei singoli percorsi di formazione erogati dal MIP viene riconosciuta dal ranking del Financial Times per il 2021 che premia due Master con un avanzamento in classifica. L’MBA (Master in Business Administration) e l’EMBA (Executive Master in Business Administration) si posizionano rispettivamente al 34esimo e al 54esimo posto guadagnando rispettivamente quattro e due posizioni rispetto al 2020. Relativamente agli Executive MBA migliora anche la valutazione del salario (Salary Today / Salary Increase), vale a dire il livello di retribuzione di un manager a tre anni dalla graduation al MIP e la relativa differenza rispetto al periodo pre-Master: in media lo stipendio degli Alumni MIP dopo aver completato il Master cresce del 53%.
Nella top 10 del ranking del Financial Times, limitatamente alle business school “modello” MIP, vale a dire quelle appartenenti a un’università tecnica, la School of Business del Politecnico di Milano precede la Aalto University (Finlandia), Tum School of Management (Germania) e Institut Mines – Telecom Business School (Francia).
L’offerta formativa d’eccellenza del MIP comprende annualmente circa 40 Master, tra cui anche 7 MBA ed Executive MBA, 200 programmi executive open e diversi corsi di formazione progettati su misura per aziende.
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Università, Messa “Problema valorizzazione dei nostri laureati”
COURMAYEUR (ITALPRESS) – “Il problema maggiore è la valorizzazione dei nostri laureati. Stiamo cercando di lavorare insieme all’industria per iniziare a colmare questo gap di competenze, e poi sto chiedendo al mondo del lavoro di valorizzare sia nel privato che nel pubblico. Ci sono concorsi nella PA che a volte vanno deserti nelle materie Stem”. Queste le parole di Maria Cristina Messa, ministro dell’università e della ricerca, a ‘Live in Courmayeur’ a Sky TG24. E sulle differenze dell’Università sul territorio italiano assicura che “Il 40% dei fondi del Pnrr andranno al Sud, in gran parte per ridurre il gap”. Sul test d’ingresso a Medicina la ministra aggiunge: “invece di aver un giorno all’anno e basta, fare un percorso che parta da orientamento, autovalutazione dal quarto anno delle superiori e un test che non riguardi solo la conoscenza, credo possa essere più accettabile. E’ chiaro che con 70 mila domande, tanti giovani bravissimi possono restare esclusi”. “Studiare all’estero fa crescere moltissimo, poi la decisione di restare in Italia o meno è legata alle opportunità ed è qualcosa su cui lavoriamo forte – spiega in risposta a un’altra questione – In realtà abbiamo un aumento delle iscrizioni negli ultimi anni e nei corsi più gettonati abbiamo dovuto mettere il numero programmato. Il nostro punto di forza è quello di avere una formazione teorica molto trasversale e non troppo specialistica. L’altro lato della medaglia è che può sembrare lontano dal mondo della professione e dall’introduzione della tecnologia”.
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Quattro Università milanesi insieme per l’intelligenza artificiale
MILANO (ITALPRESS) – Gli atenei Bocconi, Università Statale di Milano, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Politecnico di Milano hanno unito le forze per dar vita a un polo di eccellenza per la ricerca e la formazione nell’intelligenza artificiale e nel machine learning. Sono infatti diventati una delle Unit di ELLIS, lo European Laboratory for Learning and Intelligent Systems. L’iniziativa è stata presentata al Comune di Milano, insieme al sindaco Giuseppe Sala, dal rettore della Bocconi, Gianmario Verona, dal prorettore vicario della Statale, Maria Pia Abbracchio, dalla rettrice della Bicocca, Giovanna Iannantuoni, e dal rettore del Politecnico, Ferruccio Resta.
Nata nel 2018, ELLIS è l’associazione che riunisce i migliori scienziati e accademici europei di intelligenza artificiale con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo scientifico sul tema in Europa. L’intelligenza artificiale e il machine learning sono infatti il fulcro di una rivoluzione tecnologica e sociale che sta cambiando ogni aspetto della società ed è su questi temi, di conseguenza, che l’Europa si gioca e si giocherà sempre di più in futuro la propria competitività di fronte ai giganti del settore, Stati Uniti e Cina. Lo stesso vale per il nostro paese, nel quale il Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR) indica proprio nello sviluppo dell’intelligenza artificiale uno dei punti chiave per il rilancio italiano.
La nuova Unit di ELLIS avrà la missione di rendere Milano uno dei maggiori poli scientifici europei in tema di Ai e machine learning. Quattro le direttrici di ricerca: il machine learning interattivo, che studia l’interazione di un algoritmo con l’ambiente; le reti neuronali e il deep learning; la salute e la biologia computazionale, che applica l’Ai alla medicina; l’uso dell’AI per l’analisi e l’elaborazione del linguaggio naturale.
“Oggi le scienze economiche e le scienze sociali sono chiamate a uno scambio continuo e reciproco con l’intelligenza artificiale, per poter analizzare scenari che sono sempre più complessi e produrre una conoscenza che abbia un impatto positivo sulla società”, spiega il rettore della Bocconi, Gianmario Verona. “L’approccio multidisciplinare e la collaborazione tra gli atenei milanesi diventa quindi fondamentale per lo sviluppo delle conoscenze in quest’ambito e per dare a Milano un ruolo di primo piano a livello europeo – aggiunge -. Se è vero che dall’Ai arrivano importanti stimoli allo sviluppo delle scienze economiche, allo stesso modo queste danno forte impulso allo sviluppo tecnologico di Ai e machine learning. All’Università Bocconi questo dialogo è al centro di specifiche iniziative sia sul fronte della formazione, come il Bachelor in Mathematical and Computing Sciences for Artificial Intelligence, sia sul fronte della ricerca, con lo studio degli algoritmi di apprendimento profondo, del processamento del linguaggio naturale, della connessione tra machine learning e le neuroscienze computazionali, della teoria algoritmica dei giochi, dell’uso della crittografia nei processi di apprendimento automatico e degli aspetti etici di Ai e machine learning”.
“Milano ancora una volta investe sul futuro”, dice la rettrice di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni. “L’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale ha permesso di definire soluzioni efficaci a problemi complessi in svariati ambiti, dal marketing alla medicina. Dar vita a un polo di eccellenza per la ricerca e la formazione nell’intelligenza artificiale e nel machine learning significa esser pronti ad accettare la sfida dello sviluppo scientifico a livello europeo – prosegue -. Milano-Bicocca ha già promosso iniziative congiunte con altri Atenei lombardi in tema di AI; il bachelor in Artificial Intelligence è un corso di Studi realizzato insieme a Università di Milano e Università di Pavia, con le quali si stanno progettando due CdS magistrali in AI. Per quanto riguarda la ricerca in AI, Milano-Bicocca è attiva su svariate tematiche, quali ad esempio l’analisi e la comprensione del linguaggio naturale, la biologia computazionale e la medicina, l’analisi di immagini, e la definizione di approcci innovativi relativi alla AI neuro-simbolica”.
“Come università ‘generalistà che spazia dalle aree scientifico-tecnologiche e biomediche alle aree socio-economiche, giuridiche e umanistiche, la Statale si è già trovata in condizione privilegiata ad accogliere la sfida dell’intelligenza artificiale, per definizione trasversale a tutte le discipline. Ad iniziare dalla fondazione, nel 2019, del Joint Lab for Embodied Artificial Intelligence alla Khalifa University di Abu Dhabi, e continuando nel 2021 con l’apertura, insieme con due università lombarde, del primo corso di laurea in Artificial Intelligence”, dichiara Maria Pia Abbracchio, prorettore vicario con delega a Ricerca e Innovazione della Statale di Milano.
“L’ateneo è ora pronto ad accogliere la sfida di ELLIS, e orgoglioso, grazie al prof. Nicolò Cesa Bianchi che dirigerà l’unità per il primo anno, di essere fin da subito in prima linea per sfruttare appieno la grande ricchezza generata dall’analisi dei big data e dalla loro applicazione alla salute dell’ambiente e dell’uomo”, spiega Abbracchio.
“La centralità dei temi legati all’intelligenza artificiale e al machine learning, gli utilizzi e le ripercussioni sul fronte economico e sociale conferiscono alle università tecnico-scientifiche una grande responsabilità”, commenta il rettore del Politecnico, Ferruccio Resta.
“Lo sviluppo tecnologico è tutt’altro che neutro: è un processo complesso, come ben rappresentato dalle quattro linee di ricerca che abbiamo deciso di tracciare: l’interazione con l’ambiente; le reti neuronali e il deep learning; la medicina; il linguaggio. Va quindi anticipato, gestito e condiviso – aggiunge -. Unire le migliori risorse accademiche e fare di Milano un polo di eccellenza è un dovere che abbiamo nei confronti dello sviluppo e della crescita non solo della nostra città, ma del Paese e del sistema universitario, chiamato sempre di più ad operare secondo una logica di interazione e di scambio. Un appello al quale il Politecnico di Milano aderisce in un rapporto di collaborazione virtuosa con gli altri atenei. Un modello vincente al quale tendere in chiave europea”.
Quattro i proponenti e coordinatori scientifici della Unit, uno per ciascun Ateneo, che dirigeranno l’unità a rotazione: Nicolò Cesa-Bianchi (Professore Ordinario di Informatica, Università Statale di Milano, che guiderà il gruppo in qualità di direttore per il primo anno), Nicola Gatti (Professore Associato di Ingegneria Informatica, Politecnico di Milano), Gabriella Pasi (Professoressa Ordinaria di Informatica, Università degli studi di Milano Bicocca) e Riccardo Zecchina (Professore Ordinario di Fisica Teorica, Università Bocconi).
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Consulta “Inammissibile conflitto contro green pass scuole e università”
ROMA (ITALPRESS) – La Corte costituzionale ha esaminato oggi in camera di consiglio il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato promosso dall’avvocato Daniele Granara – in proprio e in qualità di difensore di 27.252 cittadini italiani tutti facenti parte del corpo docente, studentesco e del personale scolastico e universitario – per l’omesso esame della petizione presentata il 1° settembre 2021 alla Camera dei deputati (n. 820) e al Senato della Repubblica (n. 915). Con la petizione, i ricorrenti si opponevano alla conversione del decreto-legge 6 agosto 2021 n. 111, (Misure urgenti per l’esercizio in sicurezza delle attività scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti) che introduce l’obbligo del cosiddetto green pass nella scuola e nell’Università.
In attesa del deposito dell’ordinanza, l’Ufficio Stampa della Corte costituzionale fa sapere che il conflitto è stato dichiarato inammissibile, sia sotto il profilo soggettivo sia sotto quello oggettivo. I firmatari di una petizione non sono titolari di una funzione attribuita dalla Costituzione, bensì di un diritto, che mai potrebbe trovare tutela in sede di conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato.
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Midiri “L’Università di Palermo diventerà un ateneo cosmopolita”
PALERMO (ITALPRESS) – Fare dell’ateneo di Palermo il perno di un “ecosistema” della cultura in relazione con le altre istituzioni della città. Questa una delle missioni che il rettore dell’Università del capoluogo siciliano, Massimo Midiri, a Palazzo Steri dal primo novembre, vuole portare a compimento per il suo incarico. Una istituzione al centro di tante relazioni: “Le interconnessioni devono creare l’ecosistema della cultura che si raccorda con l’Ateneo ma anche con tutte le altre istituzioni, prima di tutte il Comune”, ha spiegato Midiri in un’intervista all’Agenzia Italpress. Palermo è al centro del Mediterraneo, però ancora non riesce ad attrarre studenti che dal Nord Africa sono pronti a studiare in Europa e in Italia. “Le Università vengono scelte non solo per la qualità degli insegnamenti – spiega – ma anche in base alla stabilità degli alloggi. E quindi la prima cosa che tenteremo di fare in collaborazione con Ersu è aumentare gli alloggi. Dall’altro lato è fondamentale anche la doppia lingua, non solo inglese ma anche francese e non solo per gli insegnamenti ma anche per gli uffici amministrativi”.
Inoltre è già partito l’appuntamento con il Pnrr la cui spesa sarà fondamentale. “Da dicembre fino a marzo 2022 inizieranno tutta una serie di misure che vedranno il Sud protagonista di interventi chiave di questo progetto – ha spiegato il rettore -. Sin da oggi stiamo creando dei partenariati, che si concretizzeranno nella prima parte dell’anno, che dovranno intercettare milioni di euro e che punteranno su due direttrici: il tema infrastrutture, ovvero risorse capaci di cambiare e rinnovare laboratori, aule ed edilizia universitaria; e risorse umane, ovvero una grande quantità di ricercatori e quindi chance per i nostri ragazzi di potere realizzare una carriera universitaria a Palermo”.
Midiri conferma come l’Ateneo di Palermo sia “una università in una buona condizione di salute”. “Ho ereditato un sistema con una ottima condizione dei bilanci – ha spiegato – ma non solo sono questi che dimostrano lo stato di salute. Dobbiamo lavorare per riorganizzare alcune funzioni specifiche dell’ateneo di Palermo puntando sulle tre missioni: offerta formativa, ricerca e terza missione”.
Ma come immagina l’Ateneo fra sei anni, alla fine del suo mandato? “Spero in un grande ateneo della quinta città di Italia che abbia una fortissima connotazione internazionale. Mi auguro che alla fine dei sei anni del mio mandato possano esserci una serie di laboratori, aule e residenze che diano davvero quell’aspetto di realtà cosmopolita per la città e l’ateneo di Palermo”.
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Clima, università e aziende insieme per la ricerca sull’idrogeno
MILANO (ITALPRESS) – Una piattaforma di ricerca congiunta tra università e aziende per studiare lo sviluppo del vettore energetico che potrà dare un contributo decisivo al raggiungimento degli obiettivi climatici globali: l’idrogeno.
Nasce Hydrogen Joint Research Platform (Hydrogen JRP) creato dalla Fondazione Politecnico di Milano, insieme al Politecnico di Milano e a tre aziende fondatrici Edison, Eni e Snam.
Hydrogen JRP ha l’obiettivo di promuovere studi e ricerche innovative su: produzione dell’idrogeno pulito, che comprende l’idrogeno verde e “low carbon”; soluzioni per il suo trasporto e relativi sistemi di accumulo avanzati; impieghi innovativi di tipo elettrochimico e termico in applicazioni residenziali, industriali e di trasporto; sviluppo di best practice per la progettazione e realizzazione delle infrastrutture per il trasporto e lo stoccaggio dell’idrogeno.
L’intento è dare impulso alla creazione di una filiera idrogeno in Italia, per favorire la competitività delle aziende e la crescita di imprese high tech; Hydrogen JRP è aperto a tutte le imprese che vogliono sperimentare, con il supporto della prima università tecnica italiana e dei suoi laboratori, la ricerca e lo sviluppo di prodotti e servizi sull’idrogeno.
Per aumentarne l’impatto la piattaforma si avvarrà di un advisory board, organo di consulto strategico, che coinvolgerà i principali stakeholder istituzionali anche internazionali, per creare interesse e attrarre investimenti. Hydrogen JRP vuole cogliere la sfida della ricerca sull’idrogeno per costruire un ecosistema dell’innovazione. Saranno confermate nei prossimi mesi le adesioni al JRP di altre aziende interessate allo sviluppo della filiera dell’idrogeno. La struttura della piattaforma prevede che i soci stessi, a seconda del loro livello di adesione, propongano temi di ricerca verticali che favoriscano la creazione di know-how per l’industria italiana del settore.
L’idrogeno può diventare un protagonista centrale per fare fronte alle esigenze di progressiva decarbonizzazione in vari settori. Al fine di perseguire questa opportunità e promuovere la produzione e l’utilizzo dell’idrogeno, il nostro Paese ha tra i suoi obiettivi quello di supportarne la ricerca e lo sviluppo e completare tutte le riforme e regolamenti necessari a consentirne l’utilizzo, il trasporto e la distribuzione. La Strategia europea prevede, inoltre, un incremento nell’uso di idrogeno verde nel mix energetico che può arrivare fino ad oltre il 20 per cento entro il 2050. “La transizione energetica è tra le più grandi sfide dei nostri tempi – ha detto Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano -. Sono due i concetti chiave sui quali dobbiamo insistere: il rafforzamento di un percorso politico, di allineamento con le direttrici europee, che si basa su una fase di accompagnamento del sistema industriale; lo sviluppo di ricerca e formazione per posizionarci come punto di riferimento in termini tecnologici all’interno panorama internazionale. Perchè questo accada abbiamo bisogno di tracciare un progetto comune che vede l’università al fianco delle imprese. Ecco perchè Hydrogen Joint Research Platform, che oggi avviamo grazie alla partecipazione, alla capacità di ascolto e di innovazione di tre grandi imprese del settore, deve poter estendersi il più possibile al tessuto produttivo”.
Andrea Sianesi, presidente Fondazione Politecnico di Milano, ha spiegato che “nella rivoluzione green europea l’idrogeno giocherà un ruolo importante, si tratta di un vettore energetico flessibile e potenzialmente ad impatto ambientale zero. Il governo italiano, inoltre, nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha riservato un ruolo rilevante proprio all’idrogeno per fare fronte alle esigenze di progressiva decarbonizzazione in vari settori. Come Fondazione Politecnico e in linea con la nostra missione di fare da ponte tra Accademia e tessuto produttivo, abbiamo ritenuto fosse strategico creare un centro di ricerca congiunto per favorire la costituzione di una filiera industriale associata allo sviluppo dell’idrogeno, che potesse contare sulla prima università tecnica italiana e su alcune delle più importanti imprese nel campo dell’energia per favorire l’innovazione, ma anche puntare su una ricerca d’eccellenza e su un trasferimento tecnologico efficace e di impatto per lo sviluppo del sistema paese”.
Secondo Giovanni Brianza, Executive Vice President Energy & Environmental Services Market di Edison, “l’idrogeno è un vettore energetico fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione nel settore dei trasporti e dell’industria hard to abate. La grande sfida oggi è accelerarne lo sviluppo per renderlo economicamente sostenibile e per dare vita a una nuova filiera industriale che agisca da volano per l’economia italiana e affermi il valore delle nostre competenze a livello internazionale. Con la piattaforma di ricerca Hydrogen JRP con Politecnico di Milano, Eni e Snam, poniamo le basi per un importante lavoro comune e confermiamo il ruolo fondamentale che Edison ha nel settore dell’idrogeno e il suo impegno nel supportarne la ricerca e sviluppo”.
“La ricerca e sviluppo è uno dei pilastri su cui poggia la strategia di Eni volta al completo abbattimento delle emissioni di processi industriali e prodotti, nonchè la chiave per una transizione energetica equa e di successo – ha sottolineato
Francesca Zarri, direttore Technology, R&D e Digital di Eni -. Questo progetto si inserisce nella rete di collaborazioni con i migliori Atenei e Centri di ricerca nazionali e internazionali che Eni sta sviluppando con l’obiettivo di accelerare l’industrializzazione di tecnologie innovative in ambito decarbonizzazione e rinnovabili”.
Cosma Panzacchi, Executive Vice President Hydrogen di Snam, ha evidenziato che “con l’adesione a Hydrogen JRP, Snam mira a contribuire alla crescita del sistema di ricerca e sviluppo per potenziare la filiera italiana dell’idrogeno con l’obiettivo di accelerarne la diffusione, anche grazie alle infrastrutture esistenti, e dare impulso alla transizione energetica. Questa iniziativa è in linea con l’impegno di Snam a supportare le tecnologie più promettenti dell’ecosistema idrogeno, attraverso progetti quali l’Hydrogen Innovation Center avviato in collaborazione con alcuni dei più importanti atenei italiani, come il Politecnico di Milano, e HyAccelerator, primo programma di accelerazione per startup dell’idrogeno gestito da un’azienda a livello globale”.
(ITALPRESS).









