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Crui, otto fattori per modernizzare l’Università

ROMA (ITALPRESS) – Otto direttrici utili a modernizzare la formazione, a valorizzare la ricerca, a migliorare la gestione dei nostri atenei. Interdisciplinarietà, innovazione nella didattica, tecnologia e digitalizzazione, valorizzazione della ricerca, equità e diritto allo studio, internazionalizzazione, reclutamento e governance sono i tasselli della visione della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane – CRUI, che nel corso dell’evento “Università: per un Paese a prova di futuro” che si è svolto a Roma ha richiamato il ruolo degli atenei e la necessità di un riposizionamento al centro del dibattito pubblico.
“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci chiede di mettere a fuoco azioni di sistema e realizzare misure che colmino la distanza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare. Un Paese moderno e dinamico, basato sul merito e sulle competenze. Queste sono le sfide del nostro tempo, ambiziose e coraggiose”, ha detto il presidente della Conferenza dei Rettori e delle Università Italiane, Ferruccio Resta, sottolineando come il Pnrr non deve essere di per sè un fine ma un mezzo.
“Uno strumento che che ridisegna la società. Una società che dovrà affrontare sfide complesse, che fallirà se applicherà logiche esclusive e dinamiche articolate, se adotterà un approccio a comparti in luogo di una visione di sistema. Una società in cui, ne siamo convinti, l’università può avere un ruolo centrale. Per questa ragione – ha aggiunto Resta – oltre che sbagliato, sarebbe limitante relegare il ruolo dell’università ala sola Missione 4 del Pnrr. Negli ultimi diciotto mesi, vissuti tra incertezze e difficoltà, l’università ha operato con grande determinazione. Ha dimostrato di avere idee chiare su come gestire l’emergenza e obiettivi solidi sui quali fondare la ripresa. Una comunità silenziosa e operosa che alla pandemia ha risposto con la didattica a distanza, assicurando a oltre un milione e seicentomila giovani la continuità degli studi. Garantendo abitudini che, se sovvertite e non gestite, avrebbero potuto facilmente compromettere la tenuta psicologica e il futuro di intere generazioni. Al distanziamento sociale – ha ricordato – l’università ha replicato affermando il valore della partecipazione, del confronto e dello scambio. L’apertura di questo nuovo anno accademico,in presenza, è il miglior segnale del ritorno a un’apparente normalità. Alla presa di posizione decisa dell’esecutivo sul green pass l’università ha dato pieno sostegno, senza incertezze sull’utilità e sulla necessità di adottare strumenti di civile convivenza. Un approccio compreso e premiato dai più giovani che nella risposta al vaccino hanno dato prova di un’ampia fiducia nelle istituzioni: il presupposto di un necessario patto generazionale alla base di ogni decisione sul futuro”.
L’evento ha visto la partecipazione, tra gli altri, del commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni; del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi; della ministra per il Sud, Mara Carfagna; e del ministro per l’Innovazione tecnologia e la transizione digitale, Vittorio Colao; e la ministra dell’Università, Maria Cristina Messa in video collegamento.
“Il sistema anglosassone mette circa 10 volte più dei fondi che stanziamo noi. Il nostro sistema è sempre stato un misto tra assistenzialismo e competizione. E’ un sistema di rete in cui le università hanno funzioni diverse, ruoli diversi, e a volte rischiano anche di perdere il ruolo per cui dovrebbero essere lì, cioè diventano dei punti di ancoraggio territoriale e non più il centro dello sviluppo di un futuro diverso – ha detto Messa -. La riforma Gelmini inserì la quota premiale nel riconoscimento del finanziamento per gli atenei. Questa quota premiale, però, ha bisogno di un continuo fondo perequativo e non può essere utilizzata perchè altrimenti delle università chiuderebbe. Se non abbiamo tutti, nel mondo dell’accademia e nel mondo dell’impresa, la missione di valorizzare le competenze, l’università non potrà fare il suo lavoro”.
“Questo è un aspetto molto importante: valorizzare chi ha preso una laurea, chi ha preso determinati percorsi, le competenze che sono necessarie. Oggi vediamo, lo abbiamo visto in occasione dell’assemblea dei sindaci, che chiedono competenze e persone che possano essere in grado di amministrare quella grande mole di finanziamenti che abbiamo. Però – ha proseguito – le competenze vanno anche valorizzate, non possiamo pensare che siano una sorta di volontariato”.
“L’Università deve essere messa al centro dei processi di trasformazione e cambiamento. Abbiamo definito questo grande programma di Next Generation Eu che si rivolge proprio alle prossime generazioni. Questo è il momento per guardare al futuro, abbiamo la possibilità e lo spazio fiscale ed economico per farlo”, ha detto il commissario europeo all’economia, Paolo Gentiloni, sottolineando la necessità di rilanciare il protagonismo degli Atenei. “Conosciamo le sue eccellenze, ha un’enorme potenziale inespresso e da liberare, forse è la prima tra delle grandi opportunità che ci vengono offerte dall’enorme ammontare di risorse del Next Generation Eu, abbiamo finalmente lo spazio di bilancio per colmare questi ritardi”, ha aggiunto.
Per la ministra per il Sud, Mara Carfagna, bisogna rendere attrattive le università nel Mezzogiorno, “devono diventare un polo di attrazione. Se riusciremo a ricostruire un Sud prosperoso e ricco di opportunità riusciremo a convincere gli studenti a scegliere le università del Mezzogiorno. Al Sud ci sono molte eccellenze – ha proseguito Carfagna – però lo studente sceglie non solo sulla base del percorso di formazione ma anche sulla base di ciò che c’è intorno e dopo l’università. La cosa più utile che io possa fare è costruire le condizioni affinchè uno studente possa scegliere il meridione, quindi irrobustire il tessuto economico in modo tale che si possa creare una sinergia e uno sbocco per gli studenti”. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha infine sottolineato il legame tra imprese e università che saranno fondamentali in questo momento torico. “Oggi abbiamo una grande opportunità e dobbiamo fare delle scelte che vanno al di là di quello che fa il governo e la politica, serve la collaborazione tra Università e imprese. Siamo di fronte a una situazione molto complessa perchè dobbiamo garantire una ripresa solida e strutturale nei prossimi anni e per poterlo fare le Università per le imprese sono irrinunciabili”, ha concluso Bonomi.
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La Bocconi lancia il lab sulla rigenerazione urbana sostenibile

MILANO (ITALPRESS) – Se c’è un settore che non è entrato in crisi con il Covid-19, questo è la rigenerazione urbana sostenibile. I grandi operatori del real estate non hanno annunciato riduzioni degli investimenti che promettono di coniugare sviluppo economico e transizione ecologica. A Milano, unica città italiana tra le global cities capaci di attrarre grandi investimenti internazionali nel settore immobiliare, nel prossimo decennio ce ne sono già in programma per 13 miliardi di euro per una superficie lorda di 4,3 milioni di mq tra trasformazioni urbane e edilizie (Rapporto 2019 e 2020 sul mercato immobiliare di Milano – Scenari Immobiliari). Università Bocconi lancia il Sustainable Urban Regeneration (SUR) Lab, che si propone di studiare, analizzare e promuovere lo sviluppo della rigenerazione urbana sostenibile, con il contributo di quattro partner attivi nel settore: Hines, Prelios, Milanosesto e Intesa Sanpaolo.
‘Per rigenerazione urbana sostenibile – spiega il direttore di SUR Lab, Edoardo Croci – si intendono interventi che non prevedono consumo di suolo, assicurano elevati standard di efficienza energetica, contribuiscono alla circolarità e ricorrono a soluzioni basate sulla natura. Questo approccio consente di generare valore individuale e sociale e di accrescere non solo il capitale infrastrutturale, ma anche quello umano, sociale e ambientalè.
Nelle città si concentrano, inoltre, gli investimenti per la transizione ecologica previsti dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, proprio in ambiti quali la rigenerazione urbana, la riqualificazione del patrimonio edilizio e la mobilità sostenibile. In ambito europeo la recente iniziativa Driving Urban Transition vede le aree urbane come fulcro delle misure di contrasto al cambiamento climatico, aumento della resilienza e redistribuzione delle funzioni in una logica di prossimità e circolarità dei processi metabolici.
Il nuovo laboratorio, diretto da Edoardo Croci, professor of practice in Bocconi, raccoglie competenze interdisciplinari (economisti, urbanisti, geografi) e si muove lungo le direttrici della ricerca, didattica e disseminazione.
Il programma di ricerca seguirà un ambizioso piano quinquennale, con il primo anno dedicato ai nuovi modelli di lavoro e di vita del dopo pandemia. La nuova realtà potrebbe, infatti, rafforzare alcune tendenze già in atto verso l’aumento degli spazi verdi e pubblici, la riduzione degli spostamenti attraverso la condivisione di servizi sia abitativi che lavorativi, la collaborazione tra pubblico e privato.
Il SUR Lab nasce dalla consolidata attività di ricerca della Bocconi sulle tematiche della sostenibilità urbana su finanziamento dalla Commissione Europea: MAtchUP: Maximizing the Upscaling and replication potential of high level urban transformation strategies, Expanding PadovaFIT! Home Solutions e URBAN GreenUP: New Strategy for Re-Naturing Cities through Nature-Based Solutions.
La didattica si espliciterà in un MOOC disponibile dal 2022, attualmente in fase di realizzazione, e in un insegnamento opzionale di “Economics of sustainable urban regeneration” per gli studenti dei bienni (Master of Science).
La disseminazione, infine, si baserà sul sito www.surlab.unibocconi.eu che, dal prossimo anno, comprenderà un atlas, ovvero una repository delle best practice di rigenerazione urbana sostenibile, raccolte anche con l’aiuto dei partner, attivi in molteplici mercati internazionali e prevede workshop e convegni sul tema.
Il SUR Lab rappresenta la Bocconi quale partner dell’iniziativa europea New European Bauhaus, volta a rilanciare le città europee come luoghi di creazione di cultura, bellezza e opportunità di sviluppo in coerenza con i principi dell’European green deal.
“Come Hines siamo entusiasti del progetto SUR Lab che abbiamo promosso insieme a Intesa Sanpaolo, Milanosesto e Prelios con Università Bocconi, per favorire la condivisione di competenze e conoscenze sui processi di rigenerazione urbana, sempre più strategici per un futuro sostenibilè, dice Mario Abbadessa, Senior Managing Director & Country Head of Hines Italy.
‘Inclusione, mobilità, digitalizzazione, servizi alle persone, benessere nell’abitare e nei luoghi di lavoro sono imprescindibili quando si pensa allo sviluppo urbano e alla creazione di nuove community – aggiunge -. Il SUR Lab introdurrà a livello internazionale un nuovo paradigma di analisi, raccolta dati e sviluppo di best practice sulla riqualificazione delle città in chiave sostenibile. Siamo orgogliosi che un’iniziativa così innovativa parta proprio dall’Italia, con un partner accademico di eccellenza che punta molto a far crescere i giovani talenti e formarli anche per le nuove professioni dell’industria immobiliare. Per Hines contribuire a ridisegnare il tessuto urbano delle città già oggi significa portare il proprio know-how e visione ESG nei progetti di trasformazione del nostro territorio, come testimoniano i nostri progetti MilanoSesto e nell’area ex Trotto di San Siro a Milanò.
‘Un fattore chiave per rilanciare la crescita del post pandemia è rappresentato dagli investimenti in infrastrutture sostenibili, in particolare gli interventi per la rigenerazione delle aree urbane e suburbane, dove risiede oltre la metà della popolazione mondiale, con un contributo di oltre l’80% al PIL globale – commenta Carlo Messina, consigliere delegato e CEO – Intesa Sanpaolo -. Grazie alle caratteristiche del nostro Paese, dobbiamo cogliere la straordinaria opportunità che ci si presenta oggi e investire in progetti volti a migliorare la qualità della vita nelle nostre città e a rafforzare la mobilità, accorciando così le distanze fisiche e quindi quelle sociali. Per affermare le nostre capacità ed eccellenze, abbiamo bisogno di una piattaforma di investimenti per le infrastrutture sostenibili e la rigenerazione urbana dove capitalizzare partnership ed esperienze, maturate nei progetti strategici realizzati negli ultimi anni nel nostro Paese. Intesa Sanpaolo è diventata un riferimento a livello internazionale, grazie ai finanziamenti infrastrutturali sostenibili posti al servizio della crescita del Paese e il progetto MilanoSesto ne è l’esempiò.
‘Come Prelios abbiamo deciso di sostenere il SUR Lab, insieme a partner di assoluta eccellenza come Hines, Intesa Sanpaolo e Milanosesto, perchè si tratta di un vero e proprio laboratorio di idee all’avanguardia, capace di intercettare le evoluzioni del mercato immobiliare che stanno convergendo verso un principale asse valoriale: i criteri ESG – afferma Fabrizio Palenzona, Presidente del Gruppo Prelios -. Sia lato investitori e operatori del settore, sia guardando agli utenti finali del ‘prodotto real estatè, si tratta di aspetti che guidano ormai tutte le attività e ne caratterizzano gli interventi. Sono un fattore determinante per il successo di qualsiasi progetto immobiliare, nuovo o di rigenerazione, com’è il caso di MilanoSesto. Per noi di Prelios è anche estremamente stimolante e strategico poter dialogare con le nuove generazioni di studenti della Bocconi, non solo in un’ottica di talenti da portare a bordo, ma per condividerne la visione, le prospettive e le idee, sia come utenti sia anche come futuri creatori delle città del domanì.
‘Insieme a Hines, Prelios e Intesa Sanpaolo stiamo realizzando uno dei più importanti interventi europei di rigenerazione urbana – afferma Giuseppe Bonomi, amministratore delegato di Milanosesto S.p.A. – un’area di quasi 1,5 milioni di mq che fino a un quarto di secolo fa ospitava il principale stabilimento produttivo delle Acciaierie Falck di Sesto San Giovanni che, per inciso, rappresenta la più grande bonifica di terreni in Europa compiuta interamente da privati. Per dimensioni territoriali, volume d’investimento e qualità dei soggetti coinvolti si tratta chiaramente di una delle più straordinarie opportunità a livello internazionale di lavorare ‘sul campò alla realizzazione concreta della transizione verso la sostenibilità ambientale e sociale nel campo della rigenerazione urbana. La partnership con Bocconi per il SUR Lab è uno degli strumenti per cogliere pienamente tale opportunità’.
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Gli Atenei milanesi polo di attrazione per i talenti dall’estero

MILANO (ITALPRESS) – Milano si conferma, tra le realtà italiane, uno dei principali centri di riferimento nell’attrazione di talenti dall’estero: anche nell’anno della pandemia (2020-2021), sono più di 15mila gli studenti internazionali che hanno scelto di svolgere o di completare il proprio percorso di studi in uno degli 8 atenei della città metropolitana, in aumento (+4,6%) rispetto all’anno precedente, e oltre l’80% dei 18mila totali a livello lombardo. Seppur la crescita si mostri più debole (negli ultimi tre anni l’espansione anno su anno si è attestata intorno al +11%), il segno positivo indica chiaramente come il processo di internazionalizzazione degli atenei milanesi non si sia arrestato con il Covid. In particolare, gli studenti esteri rappresentano a Milano il 6,7% dei 227 mila iscritti totali (un punto percentuale in più rispetto all’insieme degli atenei lombardi). E’ questo il bilancio che emerge dall’indagine annuale di Assolombarda, giunta all’undicesima edizione, sul grado di apertura internazionale del polo accademico del territorio.
Un bilancio positivo e per niente scontato, considerato che l’emergenza sanitaria ha imposto forti limitazioni alla mobilità internazionale delle persone e ha obbligato a una rapida riorganizzazione dell’offerta formativa da parte degli atenei, testimoniando, quindi, la capacità di reazione e soprattutto la tenuta dell’attrattività internazionale delle università e del territorio.
“L’alto livello di apertura internazionale insieme alla elevata capacità di attrarre i talenti migliori confermano la grande vitalità del sistema accademico e del tessuto sociale di Milano e della Lombardia, ‘habitat’ sempre più favorevole nel quale studiare e fulcro della ricerca e dell’innovazione in Italia – ha dichiarato Monica Poggio, vicepresidente di Assolombarda con delega a Università, Ricerca e Capitale umano -. Basti pensare che in Lombardia si attiva il 20% della spesa in R&S nazionale, lavorano il 21% dei ricercatori, si effettua il 31% della ricerca scientifica più altamente citata, viene registrato il 33% dei brevetti, e ha sede il 27% delle startup”.
“Tuttavia, occorre continuare a consolidare e sviluppare l’ecosistema istruzione-ricerca-innovazione, agendo su più livelli e facendo leva sulle opportunità del PNRR – ha proseguito Poggio -. In primis, investire sul capitale umano e sulla formazione riducendo le disuguaglianze di accesso all’istruzione e il mismatch di competenze, attraverso percorsi di orientamento che, se ben strutturati, aiutano a prevenire gli abbandoni universitari e a rispondere ai bisogni di professionalità delle aziende. In secondo luogo, potenziare e rilanciare la ricerca aumentando il numero dei ricercatori e incrementando l’investimento in R&S, che, seppur in forte avanzamento nell’ultimo quinquennio, rimane più basso rispetto ai benchmark europei. Infine, alimentare lo scambio di conoscenze e di esperienze, promuovendo modelli di collaborazione vincenti tra università, enti di ricerca, imprese e istituzioni”.
Lo studio è stato pubblicato oggi su Your Next Milano (www.yournextmilano.it), la piattaforma digitale ideata per ospitare le analisi su Milano e sui principali asset di sviluppo della città, come, ad esempio, attrattività, internazionalizzazione, smart city e occupazione femminile.
Sul fronte dei programmi temporanei di scambio, come l’Erasmus, attraverso i quali gli studenti arricchiscono il proprio percorso formativo con una esperienza internazionale, dopo anni di sostenuta espansione, gli studenti stranieri in mobilità temporanea diretti verso Milano sono diminuiti meno del -3% (da 6.843 nel 2018-2019 a 6.671 nel 2019-2020); ben più intenso e pari al -30% è stato il calo degli studenti italiani in uscita (da 10.751 nel 2018-2019 a 7.490 nel 2019-2020).
Questa direzionalità nei flussi, da una parte, indica un certo grado di fiducia verso Milano, capace di mostrare una tempestiva reattività di fronte all’emergenza sanitaria dopo essere stata colpita prima di altre realtà europee e, dall’altra, riflette le difficoltà per i giovani italiani in partenza a causa delle limitazioni anti Covid emerse a macchia di leopardo nel mondo nei mesi successivi allo scoppio della pandemia.
Le informazioni riferite all’anno accademico 2019-2020 consentono di scattare una fotografia degli studenti internazionali. Ben il 40,7% è iscritto a un corso di laurea ‘STEM’ (ossia un corso di Scienze, Matematica, Ingegneria, Tecnologia, Fisica, Informatica, Chimica, Architettura), una percentuale molto più elevata rispetto al 29,8% rilevato per il totale degli studenti milanesi. Si aggiunge una quota significativa, pari al 6,2%, di studenti internazionali iscritti a un corso di laurea in ‘Artè (ossia un corso di Design, Arte, Spettacolo e Multimedia), che si confronta con un 2,9% riferito al totale studenti. Inoltre, il 6,8% dei giovani dall’estero frequenta corsi attinenti professioni medico sanitarie (9,6% nel totale studenti).
La ricchezza e la diversificazione economica e culturale della città metropolitana si rispecchia dunque nelle scelte formative degli studenti internazionali. In questa direzione, si evidenzia l’impegno delle università a collaborare con altri atenei nel mondo: sono, infatti, più di 4mila e 200 gli accordi internazionali attivati dal sistema milanese (su un totale di 6.000 in Lombardia), in crescita del +7,6% nell’ultimo anno.
Il principale bacino di provenienza degli studenti internazionali è l’Asia, con il 44% di iscritti, +3 punti percentuali rispetto all’anno precedente; in particolare, sono tre i Paesi di partenza: la Cina, con quasi 2.300 studenti (il 15,7% del totale iscritti internazionali), segue l’India con circa 1.500 giovani (il 10,3%) e a breve distanza l’Iran con più di 1.200 (l’8,7%). Il 38,5% di studenti internazionali proviene da un Paese europeo, grazie anche alla libera circolazione assicurata dall’Unione europea.
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Scuola e Università, torna a Genova il Salone “Orientamenti”

GENOVA (ITALPRESS) – Torna in presenza dal 16 al 18 novembre il Salone Orientamenti di Genova, manifestazione giunta alla 26esima edizione con l’obiettivo di guidare le scelte dei giovani tra scuola, università, formazione e lavoro. Con una parola chiave più che mai significativa dopo la pandemia: “React”, reagire, che sarà anche uno dei fili conduttori degli incontri. All’inaugurazione ai Magazzini del Cotone del Porto Antico di Genova ci sarà anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. L’evento è stato presentato in Regione Liguria dal presidente Giovanni Toti, gli assessori Ilaria Cavo, Gianni Berrino e Andrea Benveduti e il rettore dell’Università Federico Delfino.
“Orientamenti si conferma anche quest’anno un appuntamento importante per i giovani e le loro famiglie – ha detto il ministro Bianchi -. La formazione e l’orientamento delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi nella scelta del loro futuro sono temi al centro dell’agenda del Governo, come dimostrato anche dagli ingenti investimenti e dalle riforme che abbiamo previsto con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Salone di Genova sarà un’occasione preziosa di conoscenza e incontro”.
“E’ un segnale potente in un momento particolarmente significativo, proprio oggi che l’Italia sta ripartendo bene – commenta il governatore Giovanni Toti -. Abbiamo bisogno di indirizzare la nostra forza lavoro e la nostra formazione nel modo più opportuno e utile per il Paese. Un salone come Orientamenti, che è leader d’Italia, deve lavorare sempre di più per mettere in connessione la domanda di occupazione e l’occupazione di qualità che sfornano i nostri percorsi educativi. E poi è simbolico che torni in presenza, vuol dire che il gigantesco sforzo che hanno fatto gli italiani vaccinandosi produce i suoi frutti”.
Obbligatorio il green pass per accedere, all’ingresso dei Magazzini del Cotone ci sarà una postazione di Asl 3 dedicata per effettuare vaccinazioni anti-Covid e tamponi gratuiti per chi ha ricevuto solo la prima dose. L’attività – a cura del cooordinamento organizzativo pandemia di Asl3 – verrà svolta da sette operatori sanitari durante i tre giorni della manifestazione dalle 9 alle 13.
“Sarà una formula mista che prevede l’invito a ragazzi, famiglie e docenti a venire in presenza prenotandosi online, ma col contingentamento delle presenze non possiamo aspettarci il flusso dei 100mila cui eravamo abituati, quindi sul sito sarà presente il flusso di tutto ciò che accade nelle sale. E’ sempre più un salone a vocazione nazionale, quindi ci auguriamo comunque numeri elevati. Avremo un programma importante con ministri e rappresentanti delle più grandi aziende. Ma partiamo da un concetto di fondo: sono stati i ragazzi a reagire e quindi vogliamo partire da loro”, aggiunge l’assessora alla Formazione Ilaria Cavo.
All’evento inaugurale “Se vuoi costruire una barca insegna la nostalgia per il mare vasto e infinito” alle 10 col ministro Bianchi porteranno la loro testimonianza il nuotatore paralimpico Francesco Bocciardo, vincitore di due medaglie d’oro alle ultime Olimpiadi di Tokyo e tre studenti che possono diventare per tutti esempi di “reazione”: Maria Andrea Cesari, studentessa dodicenne di Varazze che, dopo un grave incidente, grazie al teatro e alla sua determinazione ha recuperato la sua piena operatività a scuola ed è diventata attrice di “Storie di una famiglia perbene”, fiction nazionale; Federica Centorrino, trentenne originaria di Gioia Tauro arrivata a Genova nel 2013 dell’ospedale Gaslini che ha combattuto le sue malattie per poi intraprendere gli studi per diventare infermiera; e infine Giovanni Enriquez, allievo dell’Istituto Nautico di Camogli, che ha raccontato la felicità del ritorno a scuola in presenza con un video su TikTok che ha totalizzato quasi un milione di visualizzazioni in pochi giorni.
Tra gli appuntamenti principali si segnalano l’incontro tra la ministra Bonetti e i genitori il 16 novembre alle 18.30, la Notte dei Talenti il 17 novembre alle 20.30, il collegamento col generale Figliuolo che parlerà agli studenti alle 10.30 del 18 novembre, il Career Day con 59 aziende disponibili a colloqui in presenza e anche a distanza.
“Porteremo tutta la nostra offerta formativa – spiega il rettore dell’Università di Genova Federico Delfino -. Gli studenti saranno accompagnati in un percorso dove potranno avere esperienze insieme ai genitori. Non dimentichiamo che il primo orientamento avviene in famiglia, quindi è bene che anche loro abbiano consapevolezza della nostra offerta formativa che è diffusa su tutto il territorio ligure. E’ un tentativo nostro di svolgere un ruolo sociale in un momento difficile dal punto di vista economico”.
“Negli ultimi due anni specialmente stiamo assistendo a uno sbilanciamento tra offerta e richiesta – osserva l’assessore al Lavoro Gianni Berrino -. Prima le richieste superavano le offerte, ora avviene il contrario. Sicuramente in alcuni settori le persone non vogliono andare a lavorare. Non si capisce perchè. Voglio spezzare una lancia per il settore turistico. In questo campo le offerte prevedono tutte il salario sindacale previsto, in alcuni casi anche superiore. Ora è inutile fare polemica, ma questo trend dopo due anni è diventato costante”.
“In questa nuova edizione di Orientamenti, intendiamo avvicinare ancor di più chi sia interessato al mondo delle start up, attraverso un momento di ascolto e confronto con gli startupper liguri che hanno partecipato alla business plan competition regionale SmartCup e con i partecipanti alla rete SmartNet, neo rete delle start up innovative liguri”, commenta l’assessore allo Sviluppo economico Andrea Benveduti.
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Pnrr, Rettore Palermo: “Fondamentale fare rete tra Atenei del Sud”

REGGIO CALABRIA (ITALPRESS) – “Ringrazio la Ministra Maria Cristina Messa per l’altissima attenzione che pone verso gli Atenei del Mezzogiorno”. Così il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri, in seguito all’incontro tra la Ministra dell’Università e della Ricerca e i Rettori di alcuni Atenei del Sud Italia, avvenuto a Reggio Calabria.
“Considero questo vertice un’occasione concreta per discutere sulle possibilità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza – aggiunge -. Le sinergie tra le Università meridionali sono fondamentali e ci permetteranno di agire in un’ottica di collaborazione per offrire nuove prospettive post-laurea ai giovani del Sud. E’ necessario interrompere il loro massiccio esodo, la cui rilevante consistenza costituisce una seria ipoteca sul futuro dei nostri territori”.
“Le parole della Ministra Messa, per cui esprimo plauso e condivisione, sono molto significative – prosegue il rettore di Palermo – e sottolineano quanto le Università siano un punto di riferimento sia per l’alta formazione, sia per le specificità in ambito scientifico e tecnologico. Rappresentano un autentico motore di sviluppo, soprattutto in contesti economicamente e socialmente difficili come quello siciliano. E’ dagli Atenei che si deve ripartire non solo per il rilancio del Meridione, ma di tutto il Paese”.
“La Ministra Messa – continua il Rettore – ha assicurato che le prime risorse saranno assegnate entro la prossima estate e ci ha garantito il pieno sostegno per competere e accedere a queste possibilità, affiancandosi anche nella creazione di un network tra Università per costruire una rete di conoscenze, competenze e collaborazioni”.
“Sono molto fiducioso nel futuro che ci attende – conclude il rettore Midiri – la programmazione e la pianificazione saranno decisive per gestire al meglio gli investimenti. Abbiamo una grande responsabilità che UniPa affronterà con impegno e competenza per perseguire i più importanti obiettivi per la ripresa della Sicilia, del Mezzogiorno e del Paese”.
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Unibas, insediato il nuovo Direttore Generale Andrea Putignani

POTENZA (ITALPRESS) – Si è insediato oggi, a Potenza, il nuovo Direttore Generale dell’Università degli studi della Basilicata per il triennio 2021-2024: Andrea Putignani – di 47 anni, laureato in Giurisprudenza e precedentemente in servizio come dirigente nell’Università di Roma La Sapienza – subentra a Giuseppe Romaniello, che ha lasciato l’incarico di Dg dell’Unibas lo scorso ottobre. “Do il benvenuto in Basilicata al nuovo Direttore Generale – ha detto il Rettore, Ignazio Marcello Mancini – e gli auguro buon lavoro, con la certezza che, con la sua professionalità e la sua competenza, saprà cogliere e guidare le sfide di innovazione e crescita del nostro Ateneo. Ringrazio infine il precedente Dg, Giuseppe Romaniello, per il lavoro svolto in questi anni”.
“Ringrazio il Rettore e la comunità accademica – ha spiegato Putignani – per avermi onorato della fiducia di questo incarico che svolgerò con entusiasmo e spirito di servizio oltre che con la piena consapevolezza delle responsabilità che comporta. Sono convinto che lavorando in squadra e con un forte impegno quotidiano potremo essere all’altezza delle sfide che l’Unibas sarà chiamata ad affrontare in questi prossimi anni”.
Laureato in Giurisprudenza all’Università di Roma La Sapienza, Putignani ha lavorato al Garante per la protezione dei dati personali dal gennaio 2001 al luglio 2008; in seguito è stato dal luglio 2008 al settembre 2011 Vice Capo Vicario dell’Ufficio Legislativo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Dirigente di ruolo dell’Università di Roma La Sapienza dall’ottobre 2008, ha diretto l’Area Affari Istituzionali dell’Ateneo dal dicembre 2012 al febbraio 2019, per poi passare a dirigere l’Area Risorse Umane, in tale veste coordinando un team di 80 unità di personale.
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Nasce il polo universitario penitenziario Sapienza

ROMA (ITALPRESS) – In attuazione del protocollo d’intesa sottoscritto dalla Conferenza nazionale dei Poli Universitari penitenziari (Cnupp), con il dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap) del ministero della Giustizia e delle linee guida adottate dalle due Istituzioni sulle modalità di collaborazione tra le Università aderenti e le istituzioni penitenziarie, il Senato accademico dell’Ateneo ha istituito il Polo universitario penitenziario Sapienza. Si tratta di un’infrastruttura di servizi dedicati alle attività funzionali a garantire il diritto allo studio e il conseguimento dei titoli universitari ai detenuti e a coloro che sono soggetti a limitazione della libertà personale per provvedimento dell’Autorità giudiziaria In particolare sono stati fissati alcuni punti-chiave: la platea dei destinatari, il supporto per la gestione delle pratiche amministrative, ma anche l’orientamento allo studio, la didattica dedicata, l’utilizzo di materiale delle biblioteche e le attività di placement e di collegamento con il mondo del lavoro.
“Il Polo universitario penitenziario rappresenta uno strumento efficace e diretto per attivare procedure che aprano le porte del sapere e dell’università, in un’ottica inclusiva e di Terza Missione, stimolando concreti percorsi di riabilitazione e di reinserimento sociale – sottolinea la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni -. Quella di oggi è una novità che si inserisce nel solco di un impegno che Sapienza ha già assunto con diverse attività, come per esempio le ricerche sull’architettura carceraria e le attività di collaborazione legate al Modulo per l’Affettività e la Maternità completato da poco presso la Casa Circondariale femminile di Rebibbia a Roma”.
“La scommessa è fare in modo che la detenzione non sia un tempo sospeso ma un periodo di autentica preparazione al rientro in società durante il quale possano intraprendere percorsi formativi anche di alto livello per acquisire o integrare il proprio capitale culturale – spiega Pasquale Bronzo, delegato della Rettrice per il Polo universitario penitenziario dell’Ateneo -. La presenza delle Università nei luoghi di detenzione ha, in questo senso, una profonda valenza culturale per il Paese e favorisce più ampia discussione sul significato che possono avere la pena e l’esecuzione penale”.
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60 anni di Medicina alla Cattolica, Papa “Senza memoria niente radici”

ROMA (ITALPRESS) – Papa Francesco ha celebrato la Santa Messa nella Sede romana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in occasione del Sessantesimo anniversario di inaugurazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia. L’apertura della Scuola medica, avvenuta il 5 novembre 1961 alla presenza di San Giovanni XXIII, rappresentò il completamento del progetto di Padre Agostino Gemelli di dar vita a un’università che mettesse la persona umana al centro di ogni attività di ricerca e di formazione. A ricordare quel momento, nell’anno in cui l’Università Cattolica celebra il proprio centenario, il Rettore, Franco Anelli, e l’Assistente ecclesiastico generale, monsignor Claudio Giuliodori, che hanno espresso al Santo Padre la più profonda gratitudine dei docenti, del personale, degli assistenti pastorali, delle studentesse e degli studenti dell’Ateneo per la sua presenza in una ricorrenza così importante per la comunità universitaria.
“Mentre commemoriamo con gratitudine il dono di questa sede dell’Università Cattolica, vorrei condividere qualche pensiero a proposito del suo nome. Essa è intitolata al Sacro Cuore di Gesù, a cui è dedicato questo giorno, primo venerdì del mese. Contemplando il Cuore di Cristo, possiamo lasciarci guidare da tre parole: ricordo, passione e conforto – ha detto nella sua omelia Papa Francesco -. Nella fretta di oggi, tra mille corse e continui affanni, stiamo perdendo la capacità di commuoverci e di provare compassione, perchè stiamo smarrendo questo ritorno al cuore, cioè il ricordo, la memoria. Senza memoria si perdono le radici e senza radici non si cresce. Ci fa bene alimentare la memoria di chi ci ha amato, ci ha curato, risollevato. Io vorrei rinnovare oggi il mio “grazie” per le cure e l’affetto che ho ricevuto qui. Credo che in questo tempo di pandemia ci faccia bene fare memoria anche dei periodi più sofferti: non per intristirci, ma per non dimenticare, e per orientarci nelle scelte alla luce di un passato molto recente – ha aggiunto – Se vogliamo amare davvero Dio, dobbiamo appassionarci dell’uomo, di ogni uomo, soprattutto di quello che vive la condizione in cui il Cuore di Gesù si è manifestato, cioè il dolore, l’abbandono, lo scarto; soprattutto in questa cultura dello scarto che noi viviamo oggi”.
Poi Papa Francesco ha spiegato che “tante incertezze ci spaventano: in questo tempo di pandemia ci siamo scoperti più piccoli, più fragili. Nonostante tanti meravigliosi progressi, lo si vede anche in campo medico: quante malattie rare e ignote! Quando trovo, nelle udienze, persone, soprattutto bambini, bambine, e domando: “E’ ammalato?” rispondono “Una malattia rara”. Quante ce ne sono, oggi! Quanta fatica a stare dietro alle patologie, alle strutture di cura, a una sanità che sia davvero come dev’essere, per tutti. Potremmo scoraggiarci. Per questo abbiamo bisogno di conforto. Incoraggiamoci con questa certezza, con il conforto di Dio – ha aggiunto – E chiediamo al Sacro Cuore la grazia di essere capaci a nostra volta di consolare. E’ una grazia che va chiesta, mentre ci impegniamo con coraggio ad aprirci, aiutarci, portare gli uni i pesi degli altri. Vale anche per il futuro della sanità, in particolare della sanità “cattolica”: condividere, sostenersi, andare avanti insieme”.
Per il Rettore Anelli è “una ricorrenza che cade in un tempo speciale e intenso per il nostro Ateneo perchè quest’anno celebriamo i cento anni dalla fondazione, avvenuta nel dicembre del 1921. Si tratta di una coincidenza importante per la nostra storia. Infatti con l’avvio dei corsi di medicina giungeva a compimento il progetto originario di padre Gemelli. Per lui, medico, l’Università dei cattolici italiani non poteva non ospitare una facoltà dedicata agli studi e alla pratica della medicina. Impresa ardua, ma indispensabile, perchè, con questo gesto, il nostro fondatore sembra dirci che tutta la nostra opera di studio e insegnamento, in qualsiasi facoltà, deve guardare alle persone con la stessa cura che i medici riservano ai sofferenti: l’esperienza universitaria è infatti un’esperienza di prossimità”.
“Nel dramma della pandemia ne abbiamo avuto rinnovata certezza – ha spiegato Anelli – Anzitutto con l’impegno intenso e coraggioso dei medici e del personale sanitario del Policlinico, ma al medesimo tempo con lo sforzo dell’intero corpo docente e del personale dell’Università per non interrompere l’esercizio della missione educativa, per non perdere il contatto con gli studenti e consentire a ciascuno di loro di proseguire il proprio percorso di studi. Nel corso di questi sessant’anni, la Facoltà di Medicina e Chirurgia ha fatto grandi progressi nell’attività didattica e di ricerca, mantenendo una missione chiara e immutata: unire, come lei ci insegna, il linguaggio della mente, del cuore e delle mani, e porli tutti al servizio del malato, nel quale si riflette l’immagine dell’umanità”. Per il monsignor Giuliodori “abbiamo ancora bisogno di essere confortati e orientati nella realizzazione dell’affascinante missione, ma anche difficile e complessa, di formare testimoni dell’amore misericordioso di Dio: medici, personale sanitario e amministrativo, che sappiano prendersi cura con le più alte competenze scientifiche e con autentica compassione dei più bisognosi che qui hanno il volto dei malati sofferenti e afflitti da gravi patologie”.
(ITALPRESS).