ROMA (ITALPRESS) – Presentato il progetto “Sapienza Salute”, un’iniziativa per la promozione della salute delle studentesse e degli studenti, del personale tecnico, amministrativo e bibliotecario e dei docenti dell’Ateneo romano. Obiettivo del progetto è offrire servizi di counselling medico-sanitario a tutti i membri della comunità Sapienza, creando un ponte virtuale e virtuoso tra l’Ateneo e le eccellenze sanitarie del Policlinico Umberto I, del Sant’Andrea e del Polo pontino.
Accanto alle attività di consulto, indirizzo alla cura, promozione della salute e del benessere psico-fisico già portate avanti nell’ambito delle iniziative di Terza missione dell’Ateneo, Sapienza Salute prevede l’apertura di due ambulatori pomeridiani presso il Centro di Medicina Occupazionale che, attraverso un sistema di prenotazione online, permetterà agli utenti di avvalersi della consulenza di specialisti di molteplici aree mediche.
I professionisti della salute aderenti all’iniziativa daranno vita a una “banca del tempo” dedicata, ponendo a servizio dell’intera comunità dell’Ateneo le proprie competenze e il proprio tempo al di fuori dell’orario di servizio. Il progetto si avvarrà, inoltre, della collaborazione di associazioni ed enti no profit nazionali e internazionali, sulla base di convenzioni quadro e protocolli d’intesa.
“Oggi concretizziamo il principio del ‘prendersi curà, uno dei temi centrali del mio programma, e lo facciamo attraverso un’iniziativa di vero e proprio welfare sanitario rivolto a tutta la comunità universitaria – dice la rettrice Antonella Polimeni – E’ un progetto che trova una sua collocazione anche alla luce della pandemia, per fornire risposte utili a tutti gli altri bisogni di salute che in questo periodo sono passati un pò in secondo piano”.
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Ambulatori e consulenze specialistiche, parte “Sapienza Salute”
Recovery, in arrivo 9 miliardi per la ricerca
ROMA (ITALPRESS) – Nel corso della riunione della Cabina di regia sul Pnrr a Palazzo Chigi, il ministro dell’Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, ha illustrato le linee di intervento di competenza del proprio ministero le linee guida per gli investimenti in ricerca: i progetti di ricerca si inseriscono nelle aree di attività più innovative e aderenti alle sfide future del pianeta, come per esempio, rischi ambientali, scenari energetici del futuro, intelligenza artificiale e neuroscienze, biodiversità. Le riforme nei target entro il 2021 sono tutte in via di approvazione. Tra queste vi sono quella dei dottorati, per un migliore coinvolgimento delle imprese e centri di ricerca, l’introduzione di lauree abilitanti, che facilitino l’accesso all’esercizio delle professioni, la revisione delle classi di laurea, l’orientamento attivo nella transizione scuola università.
Sono 9 i miliardi destinati al rafforzamento della ricerca. Le linee guida per l’emanazione dei bandi, è stato spiegato, sono pronte e saranno rese pubbliche a breve. I relativi avvisi saranno tutti pubblicati entro il primo trimestre del 2022. I bandi sono rivolti a: identificazione di 5 “campioni nazionali”, per la costituzione di leader nazionali in varie aree di ricerca e sviluppo, con la pubblicazione del primo avviso entro i primi mesi del 2022; Selezione di 12 ecosistemi dell’innovazione, con attività legate all’istruzione superiore, alla ricerca applicata, all’innovazione su specifiche aree, definite in base alla specializzazione del territorio, con pubblicazione dell’avviso entro dicembre 2021 e conclusione della fase valutativa entro giugno 2022. I partenariati estesi alle Università che mirano a finanziare fino a un massimo di 15 grandi programmi di ricerca fondamentale e applicata trasversale, caratterizzati da un approccio interdisciplinare, con pubblicazione dell’avviso entro marzo 2022 e assegnazione delle risorse entro giugno 2022.
I progetti saranno selezionati con procedure trasparenti, che si concluderanno entro la prima metà del 2022. La definizione di un sistema a rete consente il pieno coinvolgimento delle realtà territoriali di eccellenza presenti sull’intero territorio nazionale, comprese quelle del Mezzogiorno. In questo modo si garantisce il pieno rispetto del vincolo legislativo di destinazione del 40% di risorse alle aree del Sud.
Inoltre, le linee guida prevedranno anche che quattro assunzioni su dieci saranno riservate a ricercatrici. Un ulteriore obiettivo del 2021, anch’esso in fase conclusiva, è la revisione della normativa sugli alloggi universitari, primo passo per realizzare entro il 2026 oltre 60.000 posti letto aggiuntivi soprattutto nelle sedi con maggiore carenza di domanda.
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Resta (Crui) “La Dad un salvagente, ma l’Università è presenza”
MILANO (ITALPRESS) – Con la pandemia “ci siamo accorti che eravamo pronti per una transizione digitale, data la velocità con cui abbiamo eseguito il passaggio al digitale e alla didattica a distanza, ma anche che c’erano tantissime energie nei nostri ricercatori, pronti a fare un passo avanti, un passo di qualità anche sul sistema universitario”. Lo ha detto Ferruccio Resta, presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane, che in un’intervista all’Italpress ha fatto il punto sul recente passato, sul presente e sul futuro del mondo accademico in Italia. “La didattica a distanza – ha spiegato – è stato un grande salvagente in un mare in tempesta, però fare università vuol dire essere in presenza, vuol dire confronto, relazione e anche scontro, in qualche maniera”.
“Il digitale – ha continuato – non è un obiettivo ma uno strumento e deve essere accompagnato verso questa transizione. Immaginiamo quanto è possibile con il digitale avere relazioni internazionali, con il mondo industriale ed entrare in una didattica innovativa. E’ quello che stiamo facendo come sistema universitario nazionale”.
Il tema della fuga dei cervelli è sempre attuale ma talvolta Resta ne ha parlato come un falso problema. “Se pensiamo di mettere steccati ai nostri laureati – ha spiegato – non stiamo leggendo la voglia di mobilità dei nostri giovani. Cosa dobbiamo fare? Innanzitutto attrarre e poi costruire opportunità sempre più attrattive sui nostri territori per chi si laurea da noi”. Occorre, quindi, “maggiore innovazione dei programmi di assunzioni con le imprese e con il mondo delle istituzioni”.
Per il presidente della Conferenza dei rettori, da qui ai prossimi dieci anni, “ogni università dovrà cercare di trovare una sua peculiarità, una specializzazione del proprio sistema universitario, nella formazione, nella ricerca, nell’innovazione, nella divulgazione scientifica e capire qual è il proprio ruolo all’interno del sistema e del territorio. Questa sarà la grande sfida”.
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Messa “Ricerca per anni sottofinanziata ma oggi possibile cambiare”
ROMA (ITALPRESS) – “Molte delle scelte politiche che bisogna fare devono avere una base di dati e una consapevolezza dello stato dell’arte e del punto cui arrivare”. Così Maria Cristina Messa, ministro dell’Università e della ricerca nel corso della conferenza stampa per la presentazione dei risultati dell’indagine conoscitiva svolta dalla Commissione Istruzione, Università e ricerca di Palazzo Madama sulla condizione studentesca negli atenei e sul precariato della ricerca. “Dobbiamo riuscire a migliorare il numero dei laureati e far sì che trovino un lavoro degno della propria laurea, un obiettivo importante che riguarda il mondo dell’Università, del lavoro, della politica e dell’economia. E’ importante per l’Italia perchè se cadiamo sul capitale umano, l’economia basata sulla conoscenza la faranno altri paesi e non noi. “Rispetto alla precarietà del mondo della ricerca -continua la ministra-, per anni sottofinanziata, oggi abbiamo l’opportunità per correggere e guardare a futuro in modo diverso per cui sono necessarie riforme e finanziamenti, identificare percorsi certi e che diano dignità ai ricercatori. Bisogna migliorare la collaborazione tra enti di ricerca e Università, valorizzare la figura dell’innovatore e tenere presente anche la ricerca nel privato, competitiva soprattutto a livello europeo. Va risistemato un mondo, quello della ricerca che non ha mai fatto sistema in Italia”.
Il senatore Francesco Verducci, vicepresidente della Commissione e relatore dell’indagine ha spiegato che si è trattato di un lavoro avviato nel 2019, voluto sulla spinta di un’urgenza molto forte e di una consapevolezza, di quanto le sorti del nostro Paese siano legate a quelle dell’Università, del diritto allo studio e della ricerca. “Da troppo tempo nel nostro Paese c’è una questione universitaria, che con la crisi dell’ultimo anno e mezzo di pandemia si è amplificata, allargando i divari e consegnandoci un quadro drammatico di dispersione e abbandono. Una questione di sistema Paese -ha detto Verducci- perchè il futuro dell’Università è il futuro del Paese, in particolare nel tempo che viviamo segnato dalla rivoluzione tecnologica in cui diritto alla competenza e diritto al lavoro sono un unicum, in cui la conoscenza è fondamentale per la mobilità sociale, la competitività, crescita e il ruolo che il nostro Paese vuole avere nel mondo. La prima evidenza riguarda il sotto finanziamento e i tagli drammatici del 2009-2010 che ancora pesano, non sono stati recuperati e hanno configurato un sistema universitario ristretto ed escludente. Abbiamo bisogno di investimenti certi e solidi, di norme diverse, solide, che riducano i tempi e diano dignità al lavoro di chi fa ricerca. Vogliamo aprire un dibattito pubblico -conclude Verducci- e far in modo che al centro del nuovo modello di sviluppo post pandemia, il diritto allo studio, l’Università e la ricerca siano delle priorità per il bene del nostro Paese e delle nuove generazioni”. Per Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr la ricerca è fondamentale e non va lasciata indietro, “questa indagine ci dice che dobbiamo intervenire radicalmente sulla condizione universitaria e sul diritto allo studio altrimenti non raggiungeremo mai l’obiettivo di avere più laureati e quindi l’Italia rimarrà indietro. Dobbiamo uscire dalla logica del precariato affinchè i ricercatori abbiano una posizione decorosa e socialmente rispettabile” ha detto. “Negli ultimi due anni, particolari e complicati abbiamo avuto esperienza diretta di quanto sia immediata la correlazione tra investimento su strumenti diritto allo studio e l’aumento del numero degli iscritti -ha detto Luigi Leone Chiapparino, presidente Cnsu-. L’Università è la chiave di volta per la soluzione di problemi che storicamente affliggono il nostro Paese, dalla transizione ecologica, la riforma della Giustizia, della Pubblica Amministrazione e del Sistema Sanitario Nazionale. Al loro interno devono operare persone con professionalità qualificate e preparate, quindi laureate. Quello che facciamo oggi per garantire il diritto allo studio è centrale per definire quale sarà l’immagine del nostro Paese nei prossimi anni”. Per Ferruccio Resta, presidente Crui “Il tema dell’accessibilità allo studio è solo un punto di partenza, serve qualità, ambienti adatti, strumenti e un buon rapporto docente-studente. Un investimento culturale e che avvii all’occupazione. Stessa cosa vale per i ricercatori, ai quali bisogna garantire qualità di vita per poter lavorare bene”. Antonio Vicino, presidente Cun ha sottolineato il legame tra precariato e condizione studentesca. Per Antonio Zoccoli, presidente della Consulta enti pubblici di ricerca “Troppo spesso ci si dimentica del ruolo fondamentale della ricerca. Un mondo che possiamo migliorare accorciando i percorsi, con un reclutamento programmato e i tempi tra il dottorato e una posizione a tempo indeterminato per sconfiggere il precariato”.
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Mattarella all’Università di Parma “Gli atenei motori dell’Europa”
PARMA (ITALPRESS) – «Le università sono state, nei secoli, motori dell’Europa, che oggi è la nostra casa. L’auspicio è che sappiano continuare a esserlo anche in futuro». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che oggi ha ricevuto la laurea ad honorem in Relazioni Internazionali ed Europee all’Università di Parma. «Ancor prima che si affermasse l’età moderna – ha spiegato – le università lavoravano su un terreno che si sarebbe rivelato propedeutico a una “coscienza europea”».
«Libertà e uguaglianza, democrazia e solidarietà costituiscono i pilastri di questa Europa, le cui “vocazioni fondatrici”, come scrive Edgar Morin, sono proprio quella culturale e politica, intesa nel senso di un continuo “progettare, rigenerare, rivitalizzare, sviluppare e reincarnare la democrazia”», ha detto il Presidente nella sua lectio, nella quale ha spaziato dalla storia dell’università al ruolo dell’alta cultura come volano per il domani («non separare il destino della democrazia da quello dell’alta cultura è una chiave indispensabile per affrontare le trasformazioni della società globale»), dalla pandemia («è bene fare tesoro degli insegnamenti tratti in questi due anni difficili») alla «svolta europea» maturata sin dalle prime fasi della diffusione pandemica e poi culminata con il Next Generation EU (un «piano di ripartenza» che aspira a diventare «la spina dorsale di una nuova, più solida e più equa, integrazione del Continente»).
«Per immaginare l’Europa del domani – ha spiegato il capo dello Stato – può esserci di grande aiuto ritornare alle origini della convivenza europea. L’università è uno degli elementi di fondo di queste origini, tra i più interessanti. Forse è giunto il momento per chiedere che le istituzioni europee inseriscano nella loro agenda, accanto alle grandi questioni incompiute della sicurezza e della armonizzazione economica e fiscale, anche il tema della dimensione universitaria. Appare maturo il tempo di un diritto universitario europeo, inserito se necessario nei Trattati, così da porre il nostro continente all’avanguardia nel fornire un supplemento di garanzie, se occorre anche speciali e temporanee, agli studenti e ai docenti delle università, nel loro percorso. Si tratta di una questione che deve essere proposta e può trovare posto nel percorso di riflessione della Conferenza sul futuro dell’Europa».
Chiesa di San Francesco del Prato “esaurita” nei numeri consentiti dalle norme anti-Covid, per una cerimonia trasmessa anche in diretta streaming per permettere di assistervi alla platea più ampia possibile. Presenti i Ministri Patrizio Bianchi, Maria Cristina Messa e Andrea Orlando e moltissime autorità locali e nazionali, oltre a una folta rappresentanza accademica, in un luogo appena riaperto, “ripartito”, dopo tanti anni.
«Non a caso abbiamo scelto questo luogo: la cerimonia che ci vede oggi protagonisti avviene in un momento in cui l’Università stessa riparte con rinnovato slancio dopo un periodo difficilissimo, in cui anche il sistema universitario italiano, messo a dura prova dalla pandemia, ha cercato in ogni modo, grazie al fondamentale ausilio delle tecnologie e all’impegno delle persone che compongono le comunità accademiche, di stare vicino alle studentesse e agli studenti garantendo continuità formativa, diritto allo studio e pari opportunità. Con Lei, Presidente, qui insieme a noi, mi fa piacere sottolineare proprio questo: la ripartenza. Ripartenza dellavita di relazione che costituisce l’essenza più alta dell’esperienza universitaria, nei rapporti tra le persone che compongono la Comunità accademica, e ripartenza dell’Italia intera dopo quasi due anni di terribili difficoltà costate anche la vita a tante persone che non dobbiamo e non possiamo dimenticare», ha detto nel suo intervento il rettore Paolo Andrei, che ha brevemente ripercorso alcuni passaggi della carriera istituzionale del Presidente della Repubblica sottolineando il ruolo forte dei valori della Costituzione e dell’Europa nel suo pensiero.
«In tutte le cariche istituzionali che ha ricoperto – ha aggiunto – il presidente Mattarella è stato infaticabile portatore dei principi e dei valori della nostra Costituzione, che definiscono la nostra identità e sono alla base della nostra vita democratica, rappresentando sempre un punto di riferimento e un baluardo: una garanzia. Parola, questa, fondamentale in uno Stato democratico».
Al direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Studî Politici e Internazionali Giovanni Francesco Basini la lettura della motivazione del conferimento: «Il Presidente Mattarella è stato un riferimento sicuro e autorevole, al tempo stesso vicino, con semplicità e rigoroso rispetto dei ruoli e delle competenze istituzionali, ai problemi e alle angosce delle persone comuni. Davvero, come vuole la Costituzione, Capo dello Stato e rappresentante dell’unità nazionale, di quella Repubblica che, fin dal suo discorso di insediamento, Egli ha voluto definire e presentare, non come un ideale astratto o imperscrutabile, ma con il volto ‘concreto’ dei suoi uffici, e degli italiani che a questi uffici e alle istituzioni chiedono giustizia, lavoro, diritti, solidarietà, sicurezza, eguaglianza, dignità, e affidano i loro problemi e le loro speranze».
E di Costituzione e dei valori che ne sono alla base ha parlato anche Antonio D’Aloia, docente di Diritto costituzionale, nella sua laudatio per il presidente: «Nel prestare la sua opera nelle principali Istituzioni della Repubblica (anche come Parlamentare, Ministro, Giudice costituzionale), dando un contributo fondamentale e costante all’affermazione e alla testimonianza di quei principi che definiscono la nostra identità costituzionale, ha sempre portato con sé la sua esperienza e la sua sensibilità di studioso della Costituzione e dei processi politici e democratici», ha detto Antonio D’Aloia, che ha tenuto proprio la Costituzione come fil rouge e ha sottolineato i temi centrali dell’impegno istituzionale del presidente Mattarella: dalla solidarietà come «chiave di sintesi e di (ri)composizione tra diritti e doveri» al multilateralismo, dall’Europa come “credo” convinto alla sostenibilità come concetto cui dare forma concreta («anche sul piano delle politiche economiche e sociali»), dall’importanza della ricerca (come «porta che apre il futuro») all’attenzione ai giovani.
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Dall’Agenzia Italpress un nuovo tg dedicato al mondo delle Università
ROMA (ITALPRESS) – Una produzione unica nel panorama dei media italiani: dall’Italpress nasce un nuovo Tg dedicato al mondo delle Università. L’agenzia di stampa fondata e diretta da Gaspare Borsellino arricchisce il suo bouquet di magazine settimanali con un nuovo prodotto multimediale dedicato agli atenei italiani e stranieri.
Lauree, master universitari, dottorati, summer school, corsi executive, percorsi di studio. Ma anche ricerche, pubblicazioni e statistiche e interviste ai protagonisti del mondo universitario.
E poi, gli approfondimenti su formazione e mondo del lavoro, le news direttamente dal Ministero e dalle istituzioni universitarie – statali, private e telematiche e le accademie riconosciute dallo Stato – e i focus su borse di studio, bandi e concorsi.
“Al nuovo tg – spiega Gaspare Borsellino – affiancheremo anche un notiziario di settore. Due prodotti nuovi che si caratterizzeranno, come tutta la produzione Italpress, da un linguaggio semplice e immediato. Destinatari docenti, ricercatori, mondo scientifico, aziende, studenti e matricole. Per aiutare chi progetta il futuro e chi il futuro vuole reinventarlo proprio a partire dalla formazione”.
Nel primo numero del nuovo tg Università – a partire dal 4 ottobre sui circuiti dei siti e delle tv partner di Italpress in tutta Italia – anche una intervista in cui il ministro Maria Cristina Messa parla del futuro dell’Università italiana dopo la pandemia.
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Expo2020, a Dubai convegno su montagne promosso da Unimont Milano
MILANO (ITALPRESS) – Le montagne coprono il 27% della superficie mondiale, possiedono tra il 60 e l’80% di tutte le risorse di acqua dolce del nostro pianeta e sono hotspot di biodiversità. Questi territori, unici e complessi, ospitano quasi 1 miliardo di persone a livello globale e attualmente stanno risentendo degli effetti dei cambiamenti climatici in atto. Pertanto, è necessario promuovere nuovi modelli di sviluppo sostenibile per le aree montane e processi innovativi che possano garantire il sostentamento delle comunità locali. Come possiamo sensibilizzare i giovani su ciò che la montagna offre, sia dal punto di vista ambientale, sia in termini di opportunità sociali ed economiche sostenibili? Come si può sviluppare un modello educativo dedicato ai territori montani, capace di responsabilizzare le comunità locali e promuovere processi innovativi in montagna? Come si può supportare la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale delle montagne? Con queste domande, l’Università degli Studi di Milano con il suo Polo UNIMONT decentrato a Edolo e interamente dedicato allo sviluppo delle aree montane, organizza “Connecting Youth and Mountains, Creating a Lively Future”, che avrà luogo l’8 ottobre 2021 a Expo 2020 Dubai in due sessioni. La sessione del mattino costituisce l’ultimo momento della consultazione Youth4Mountains che ha coinvolto più di 100 giovani provenienti da 28 Paesi del mondo per creare il Mountain Education and Innovation Manifesto (MEIM). Il percorso si è configurato come un momento di formazione, approfondimento e dialogo rivolto ai giovani di tutto il mondo, tra i 16 e i 29 anni, residenti in aree montane o appassionati di sostenibilità. Nell’ambito dell’evento dell’8 ottobre gli stessi giovani lavoreranno insieme per terminare la redazione del Mountain Education and Innovation Manifesto (MEIM) che verrà in seguito presentato. La sessione pomeridiana sarà un momento di confronto e dialogo istituzionale sul ruolo della ricerca e sulla necessità di promuovere nuovi modelli di sviluppo sostenibile per le aree montane, ponendo l’attenzione sulla formazione e la valorizzazione del capitale umano. Nello specifico interverranno rappresentati di diversi Università e network europei tra cui Università degli Studi di Milano, Università di Grenoble Alpes, FAO-Mountain Partnership, NEMOR – Network for European Mountain Research, Researcher; EUROMONTANA. Inoltre, l’incontro vedrà un importante contributo da parte di rappresentanti appartenenti al mondo della ricerca, tra cui la Prof.ssa Marina Carini, Prorettrice delegata a Terza Missione, Attività Culturali e Impatto Sociale dell’Università degli Studi di Milano, la Prof.ssa Antonella Baldi, Prorettrice Per L’Internazionalizzazione, la Prof.ssa Anna Giorgi, Delegata del Rettore dell’Università degli Studi di Milano alla promozione delle attività didattiche, di ricerca e terza missione per la valorizzazione del territorio montano e da rappresentanti di istituzioni di vertice, tra cui Alessandro Panza, Membro della Commissione Sviluppo Regionale del Parlamento Europeo; Raffaele Cattaneo, Coordinatore delle Regioni Italiane partecipanti a EUSALP – EU Strategy for the Alpine Region; Marcella Gargano, Direttore Generale per la formazione universitaria, l’inclusione e il diritto allo studio – Ministero dell’Università e della Ricerca. Concluderà l’evento Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie con delega per la valorizzazione delle zone montane, che recepirà i messaggi del Mountain Education and Innovation Manifesto (MEIM) redatto dai giovani e presentato da una studentessa dell’Università degli Studi di Milano. Il Polo UNIMONT dell’Università degli Studi di Milano sarà anche protagonista del Forum internazionale sulle montagne “Reaching for the Stars: Sustainable and Climate Resilient Mountain Development” organizzato dalla FAO – Mountain Partnership, dove il polo di Edolo, riconosciuto come “modello” efficace e buona pratica per la valorizzazione dei territori montani, è stato invitato a portare una testimonianza in merito alla sua esperienza di collaborazione e networking con le montagne italiane e europee.
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A Pozzallo due stazioni sismiche per monitorare il canale siculo-maltese
CATANIA (ITALPRESS) – Due stazioni sismiche temporanee sono state installate all’Istituto Tecnico Nautico Trasporti & Logistica e al centro COM in via Australia a Pozzallo da parte dei ricercatori dell’Università di Catania (Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali) e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – Osservatorio Etneo.
Le installazioni, una delle quali sarà sostituita da un’installazione sismica permanente, sono un ulteriore risultato ottenuto grazie al progetto i-waveNET che ha per capofila l’Università di Palermo ed è finanziato dalla Presidenza Regionale Siciliana tramite il programma di cooperazione Interreg V-A Italia-Malta.
Il progetto i-waveNET, il cui responsabile scientifico è il professore Giuseppe Ciraolo del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Palermo, prevede un partenariato costituito anche dall’Università di Catania e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia con il coinvolgimento anche di ISPRA, CNR, Università di Malta, Transport Malta e OGS Trieste.
L’obiettivo principale del progetto è lo sviluppo di un’azione di sistema finalizzata alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico (allagamenti da mareggiate, erosione costiera) nelle aree marino-costiere comprese tra la Sicilia e Malta, mediante l’implementazione di una rete di monitoraggio innovativa basata sull’integrazione di diverse tecnologie di misura, come antenne radar HF, sensori sismici, sensori di livello del mare, stazioni meteo costiere e boe ondametriche.
In particolare, l’Università di Catania, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e l’Università di Malta si occuperanno dell’acquisizione ed elaborazione di un particolare tipo di segnale sismico, detto microseism, generato dall’interazione tra il moto ondoso e la terra solida. Mediante algoritmi all’avanguardia di intelligenza artificiale, tale segnale sismico sarà trasformato in informazioni quantitative sul moto ondoso.
Il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna, nei locali del Municipio, ha ricevuto le delegazioni degli atenei di Catania e Palermo che si sono occupate dell’installazione delle apparecchiature per il monitoraggio del mare tra Sicilia e Malta.
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