Cronaca

Bunker con 119 piante e 75 chili marijuana, un arresto nel siracusano

SIRACUSA (ITALPRESS) – Gli agenti della Polizia di Stato, nel corso di una perquisizione in una casa rurale nelle campagne di Francofonte, hanno scoperto un bunker sotterraneo utilizzato per la coltivazione e l’essiccazione della marijuana. I poliziotti, dopo essere entrati nella proprietà per un controllo, hanno notato, nei pressi di una dependance della casa, alcuni semi, parte dei quali già germogliati all’interno di un vassoio. La presenza dei semi ha indotto gli agenti a proseguire la perquisizione con l’ausilio di unità cinofile. Il fiuto dei cani poliziotto ha consentito di scoprire che nel bagno esterno alla casa c’era un piatto doccia che, appositamente azionato da un pulsante, permetteva di scendere in un locale sotterraneo. Entrati in questa sorta di bunker, gli investigatori hanno scoperto tre vani: uno più piccolo ricavato da un container in metallo, attrezzato con un impianto di irrigazione e lampade per la coltivazione della marijuana, con 119 piante già fiorite e pronte per la raccolta. Negli altri vani c’erano numerosi chilogrammi di sostanza stupefacente lasciata ad essiccare per un peso complessivo di 75 chili. L’impianto, che serviva il bunker, era allacciato abusivamente alla rete elettrica. Il proprietario della casa, un uomo di 57 anni, originario di Francofonte, già conosciuto alle forze di polizia perché accusato in passato di vari reati, tra i quali associazione mafiosa, è stato arrestato per produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti. vbo
(fonte video Polizia di Stato)

Falsifica due testamenti per intascare eredità, denunciato

FERMO (ITALPRESS) – I Finanzieri del Comando Provinciale di Fermo sono riusciti a disvelare un articolato sistema fraudolento, architettato dall’amministratore di sostegno nei confronti della persona assistita, consistente nella falsificazione di due testamenti olografi, al fine di procurarsi un illecito vantaggio economico a danno dei legittimi eredi del defunto.
Le indagini hanno avuto origine dalla denuncia presentata da un erede legittimo ed hanno consentito di accertare, attraverso mirati approfondimenti e puntuali perizie grafologiche-calligrafiche, la falsità dei testamenti pubblicati a seguito della morte dell’assistito.
In particolare, a distanza di circa un mese dal decesso del bisognevole, sottoposto ad amministrazione di sostegno a causa del suo stato vegetativo e dell’incapacità di intendere e di volere, erano stati pubblicati due testamenti a cura dell’amministratore di sostegno, nonché cugino del defunto. Dalla lettura dei medesimi risultava che l’assistito aveva nominato, con il primo testamento, il suo stesso amministratore di sostegno in qualità di erede universale e con il secondo testamento la moglie dell’amministratore, in qualità di beneficiario di una polizza vita, in sostituzione dei beneficiari precedentemente indicati in polizza; all’interno del primo testamento, era stato espressamente indicato che la designazione ad erede universale dell’amministratore di sostegno era motivata dalla vicinanza e l’assistenza che lo stesso aveva garantito al de cuius negli ultimi anni della sua esistenza.
Mediante una specifica consulenza grafologica-calligrafica disposta dall’autorità giudiziaria su richiesta delle Fiamme Gialle, è stata appurata la falsità dei testamenti, che sarebbero stati posti in essere dall’amministratore di sostegno di proprio pugno, simulandone la redazione da parte del cugino ormai defunto. Le sottoscrizioni apposte sui due documenti olografi, perfettamente sovrapponibili, secondo quanto emerso dalla perizia disposta, potrebbero essere state riprodotte dallo stesso amministratore, per imitazione, usando a modello la firma in calce alla carta d’identità del defunto.
Una volta acquisito in maniera fraudolenta il patrimonio di 1,8 milioni di euro, apparentemente espressione delle ultime volontà del defunto, l’erede illegittimo e la sua famiglia hanno posto in essere una serie di operazioni finanziarie diversificate, investendo in titoli una parte della somma: le capillari indagini esperite dai finanzieri del Gruppo di Fermo, anche mediante accertamenti bancari, hanno consentito di identificare tutti i flussi di denaro, incamerati grazie alla condotta illecita; a seguito di provvedimento cautelare emesso dal gip, su richiesta del pm titolare delle indagini, il denaro presente sui conti e i valori mobiliari acquistati, sono stati sottoposti a sequestro.
Il responsabile è stato denunciato per falsità in testamento olografo, cambiale o titoli di credito, falsità materiale commessa dal privato e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, per aver falsificato un atto pubblico, avente rilevanza giuridica. vbo/gtr

Milano, gli fratturano il volto per rubargli un orologio. 3 arresti

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MILANO (ITALPRESS) – La Polizia di Stato di Milano, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di tre giovani, gravemente indiziati della rapina aggravata e delle lesioni aggravate commesse ai danni del titolare di una tabaccheria in centro città, a seguito della violenta rapina commessa lo scorso 8 marzo 2024 in via Paolo da Cannobbio. Mentre era nei pressi della propria tabaccheria, il titolare 59enne è stato raggiunto da tre giovani che lo hanno aggredito con calci e pugni al volto, facendolo rovinare con violenza al suolo. I tre hanno continuato a colpirlo con calci al viso e, contestualmente, gli hanno strappato dal polso un orologio di marca Rolex modello Daytona, del valore di circa 50mila euro. (ITALPRESS).

trl/gtr

Traffico di droga all’ombra della mafia, 4 arresti nel Catanese

CATANIA (ITALPRESS) – Su delega della Procura – Direzione Distrettuale Antimafia, oltre 50 militari del Comando Compagnia Carabinieri di Giarre, in collaborazione con reparti specializzati dell’Arma, hanno dato esecuzione a misure cautelari nei confronti di quattro persone accusate, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di droga. L’ordinanza è stata emessa dal gip presso il Tribunale di Catania. Notificati avvisi di conclusione indagini preliminari ad altre 20 persone, inserite nel medesimo contesto associativo e partecipi di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’operazione denominata “Tigre reale” coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia e dalla Stazione di Giarre, da settembre 2019 a giugno 2021, si è sviluppata sia mediante tipologie d’indagine tradizionali, come i servizi di osservazione e pedinamento, sia attraverso un’attività tecnica di intercettazione, che ha consentito numerosi riscontri oggettivi quali arresti in flagranza di reato, controllo degli acquirenti, sequestri di droga e denaro. Le indagini hanno consentito di disarticolare un gruppo criminale dedito alla gestione di una redditizia piazza di spaccio nel quartiere “Jungo” di Giarre. Al vertice dell’associazione criminale due pluripregiudicati, uno dei quali avrebbe svolto anche il compito di “cassiere” dei proventi illeciti. Gli indagati avrebbero messo in piedi un vero e proprio “supermarket” della droga, fonte giorno e notte di approvvigionamento di cocaina e marijuana, protetto da “misure di sicurezza” volte a prevenire o eludere eventuali blitz delle forze dell’ordine, quali l’installazione di telecamere e la “fortificazione” della piazza con cancelli, grate in ferro e porte blindate. Una fiorente attività criminale gestita a conduzione familiare. L’indagine avrebbe infatti consentito di accertare la partecipazione all’organizzazione di spaccio anche dei figli di alcuni indagati. La fitta rete di vedette sarebbe stata invece gestita direttamente dalla moglie del capo, che avrebbe fornito direttive ben specifiche su come effettuare l’attività di vigilanza e sulle precauzioni da adottare in caso di presenza delle forze dell’ordine. La donna si sarebbe occupata inoltre, in caso di momentanea assenza del marito e del figlio maggiore, di accogliere i corrieri e di ricevere la droga, provvedendo alla pesatura dello stupefacente, nonché aiutando nel successivo conteggio dei guadagni. L’indagine avrebbe inoltre permesso di accertare il placet di cui avrebbe goduto la famiglia al vertice dell’organizzazione da parte del “clan Laudani” di Piedimonte, nello specifico da parte di Antonio Di Mauro – figlio di Paolo detto “u prufissuri” – responsabile dell’area di Giarre. Un episodio emblematico del carattere verticistico dell’associazione e dell’impossibilità di mettere in discussione le direttive del promotore, sarebbe stato il brutale pestaggio, avvenuto nell’agosto 2020, ai danni di uno spacciatore al dettaglio, che dopo essersi rifornito presso l’emporio della droga avrebbe osato mettere in discussione la qualità e la modalità di taglio dello stupefacente, pretendendo di partecipare alla preparazione della cocaina da vendere, al fine di accertarsi di non essere raggirato. Nel corso delle attività d’indagine, quali riscontri, i Carabinieri hanno arrestato 10 pusher per “detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente”, hanno sequestrato oltre 1 chilo di marijuana e 350 grammi di cocaina e la somma in contanti 1.000 euro quale provento dell’attività di spaccio. vbo/

Tg News – 22/4/2024

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ROMA (ITALPRESS) – In questa edizione:
– In Primo Piano: Basilicata, affluenza definitiva del 49,8%
– Schlein, non ci sarà il nome nel simbolo Pd
– Ad Eboli bimbo di 15 mesi ucciso da pittbull
– Studentessa tedesca investita da camion rifiuti a Napoli
– Milano, torture e violenze nel carcere Beccaria
– Capo intelligence militare israeliana si dimette
– Giochi Olimpici, svelati portabandiera Italia
– Mattarella “Alla Ue servono riforme coraggiose”
– Previsioni 3B Meteo 23 Aprile
/gtr

18 arresti e 75 denunciati per corteo anarchici a Torino, le immagini

TORINO (ITALPRESS) – La Polizia di Stato di Torino, al termine dell’indagine della Digos sugli scontri al corteo per Alfredo Cospito del 4 marzo scorso, ha eseguito 75 denunce nei confronti di anarco-antagonisti a Torino, Roma, Milano, Livorno, Alessandria e Cuneo, eseguendo 18 misure cautelari degli arresti domiciliari, dell’obbligo e/o divieto di dimora e/o dell’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Le contestazioni sono di devastazione, violenza e lesioni aggravate a Pubblico Ufficiale. Erano circa mille i partecipanti al corteo, non preavvisato, in un’area del centro cittadino, nel corso del quale si sono verificati lanci di bombe carta e corpi contundenti contro le Forze dell’Ordine ed il danneggiamento di numerose vetrine di esercizi pubblici, banche, arredo urbano, monumenti, autovetture private, per danni quantificati in oltre 630.000 euro. Rimasero feriti due operatori di Polizia, di cui uno con prognosi di 100 giorni.

xb2/tvi/gsl

Maxi operazione antidroga nel veronese, in tredici in manette

VERONA (ITALPRESS) – Maxi operazione antidroga dei Carabinieri della Compagnia di Caprino Veronese che, coadiuvati dai colleghi del Comando Provinciale Carabinieri di Verona e da unità cinofile, hanno eseguito 13 ordinanze di custodia cautelare, di cui 3 in carcere e 10 agli arresti domiciliari, nei confronti di altrettanti soggetti, italiani ed albanesi, incolpati di essere gli artefici nonché appartenenti di un sodalizio dedito allo spaccio di cocaina nella provincia di Verona.

tvi/gtr

Disperso da giorni tra Grecia e Italia, salvato dalla Guardia Costiera

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ROMA (ITALPRESS) – Complessa operazione di salvataggio condotta dalla Guardia Costiera. Non si avevano più notizie da giorni di un uomo di nazionalità spagnola che aveva iniziato, l’11 aprile, una navigazione in solitario dall’isola di Creta verso la Sicilia, a bordo di un’imbarcazione a vela di 12 metri. Dopo aver ricevuto l’informazione dal centro di soccorso del Pireo (Grecia) e acquisita una segnalazione satellitare che indicava la possibile presenza dell’unità a 110 miglia da Capo Spartivento (circa 200 km dalle coste calabresi) si è messa in moto la macchina di soccorso della Guardia Costiera coordinata dalla Direzione marittima di Reggio Calabria, con un aereo decollato da Catania, una motovedetta partita da Roccella Jonica e due mercantili dirottati in zona alla ricerca dell’imbarcazione.
Con pessime condizioni meteo, 40 nodi di vento e mare 5 in peggioramento, veniva finalmente avvistata dall’aereo della Guardia Costiera la “Black Bit”, con il suo navigatore solitario che riusciva a lanciare segnali luminosi per farsi individuare, per poi essere raggiunta – nel cuore della notte – dalla CP311 di Roccella Jonica che prendeva a bordo il malcapitato mettendolo finalmente in salvo. Dopo le prime cure prestate a bordo della motovedetta, il velista è stato affidato ai sanitari del 118 all’arrivo al porto di Roccella.

sat (fonte video: Guardia Costiera)
(ITALPRESS).