Economia

Blue Economy, in Italia il settore vale 70 miliardi

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ROMA (ITALPRESS) – Con 7.500 km di costa, l’Italia ha il potenziale per essere un leader globale nella Blue Economy, che contribuisce con circa 70 miliardi di euro all’economia nazionale e impiega oltre 400.000 persone, secondo i dati dell’ultimo rapporto UE. Questo settore valorizza le risorse marine e costiere in modo sostenibile, offrendo materie prime, energia, cibo e turismo, e contribuendo alla conservazione della biodiversità e alla prevenzione dei rischi naturali. Questi alcuni dei dati che anticipano la nuova edizione di Ecomondo, organizzata da Italian Exhibition Group, in programma alla Fiera di Rimini dal 5 all’8 novembre. Ad oggi Liguria e Sicilia si distinguono in Italia per la Blue Economy, ma anche regioni come Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Puglia e Veneto rappresentano poli significativi, ciascuna con un fatturato che si avvicina o supera i 3 miliardi. Globalmente, la Blue Economy vale circa 1.300 miliardi di euro e si prevede che possa raddoppiare entro il 2030. In Europa, genera circa 665 miliardi di euro di fatturato, rappresentando il 5% del PIL dell’UE, e crea quasi 5 milioni di posti di lavoro. L’Italia, insieme a Spagna e Grecia, è tra i principali paesi per posti di lavoro nel turismo costiero e ha una forte presenza nella pesca e acquacoltura.
mgg/mrv

Tg Economia – 29/8/2024

ROMA (ITALPRESS) – In questa edizione:
– Industria, a giugno il fatturato cresce solo dello 0,1%
– Blue Economy, in Italia il settore vale 70 miliardi
– Caffè, prezzi ai massimi storici
mgg/mrv

Tg Economia – 28/8/2024

ROMA (ITALPRESS) – In questa edizione:
– Consumi, nel 2024 le spese obbligate sfiorano il 42%
– In Italia presto si pagheranno più pensioni che stipendi
– A giugno il mercato dell’auto usata rallenta la crescita
– Pac 2024, per la domanda c’è tempo fino al 30 agosto
mgg/mrv

In Italia presto si pagheranno più pensioni che stipendi

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ROMA (ITALPRESS) – Al Sud si pagano più pensioni che stipendi, ma nel giro di qualche anno il sorpasso è destinato a compiersi anche nel resto del Paese. Lo sottolinea l’Ufficio studi della Cgia, che ha elaborato dati di Inps e Istat. Secondo alcune previsioni, entro il 2028 sono destinati a uscire dal mercato del lavoro per raggiunti limiti di età 2,9 milioni di italiani, di cui 2,1 milioni sono attualmente occupati nelle regioni centro-settentrionali. Visto la grave crisi demografica in atto, secondo l’associazione di Mestre difficilmente si riuscirà a rimpiazzare tutti questi lavoratori; di conseguenza, gli assegni erogati dall’Inps sono destinati a superare le buste paga di operai e impiegati anche al Centro e al Nord, mettendo a rischio la sostenibilità economica del nostro sistema sanitario e previdenziale. Dall’analisi del saldo tra il numero di occupati e le pensioni erogate nel 2022, la provincia più “squilibrata” d’Italia è Lecce: la differenza è pari a -97mila. Seguono Napoli, Messina, Reggio Calabria e Palermo. La realtà più virtuosa è la Città metropolitana di Milano.
mgg/mrv

A giugno il mercato dell’auto usata rallenta la crescita

ROMA (ITALPRESS) – Rallenta la crescita del mercato delle auto usate, che a giugno è pari a +0,4%, con 412.800 trasferimenti di proprietà rispetto ai poco più di 411mila dello stesso mese del 2023, ma con un livello inferiore dell’1,8% rispetto al 2019. Lo rende noto Unrae, l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, secondo cui nel 1° semestre la crescita si attesta a oltre 2 milioni settecentomila passaggi complessivi. In giugno il diesel ricopre sempre la prima posizione fra le motorizzazioni preferite nel mercato dell’usato, seppur in calo di 4,1 punti; al secondo posto il motore a benzina, mentre le ibride occupano la terza posizione. Segue il Gpl. Il metano si posiziona al 2,1%, mentre i trasferimenti netti di auto BEV e plug-in pesano rispettivamente lo 0,9% e l’1% del totale. Sul mercato italiano nel 1° semestre di quest’anno per ogni auto nuova ne sono state acquistate 1,7 usate, come a gennaio-giugno 2023.
mgg/mrv

Consumi, nel 2024 le spese obbligate sfiorano il 42%

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ROMA (ITALPRESS) -L’incidenza delle spese obbligate sui bilanci familiari rimane elevata, complici anche le spinte inflazionistiche. Per il 2024, la quota di queste spese sul totale dei consumi delle famiglie sfiora il 42%, con un incremento di oltre 5 punti dal 1995 ad oggi; quota che non sembra destinata a tornare al livello pre-Covid pari a circa il 40%. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie italiane tra il 1995 e il 2024.
Su un totale di circa 21.800 euro pro capite di consumi all’anno, oltre 9mila euro se ne vanno per il complesso delle spese obbligate; tra queste, a farla da padrone è la voce abitazione, al cui interno un peso rilevante viene dall’aggregato energia, gas e carburanti.
mgg/gsl

Pac 2024, per la domanda c’è tempo fino al 30 agosto

ROMA (ITALPRESS) – Slitta al 30 agosto la presentazione della Pac per l’agricoltura. Il punto dell’economista Gianni Lepre.
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Sangalli “Per sostenere i consumi ridurre il carico fiscale”

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ROMA (ITALPRESS) – “Le spese obbligate, soprattutto quelle legate all’abitazione, penalizzano sempre di più i bilanci delle famiglie e di conseguenza riducono i consumi. Consumi che sono la principale componente della domanda interna. Per sostenerli occorre confermare l’accorpamento delle aliquote Irpef e ridurre progressivamente, e in modo strutturale, il carico fiscale”: così il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli commenta l’analisi dell’Ufficio Studi della Confederazione sulle spese obbligate diffusa oggi.
mgg/gsl