FIRENZE (ITALPRESS) – “Non abbiamo tempo per cambiare, però bisogna cambiare qualcosa. Chiacchiere ne abbiamo sentite molte negli ultimi tempi, negli ultimi anni, non solo a questo Europeo. Se si vogliono cambiare le cose si cambiano; se non si vogliono novità invece assisteremo ancora a partite e a situazioni come quelle contro la Svizzera”. Lo ha detto l’ex calciatore Beppe Dossena, a chi gli ha chiesto se dopo la prematura eliminazione dell’Italia dall’ultimo Europeo di calcio andrebbe esonerato il ct azzurro Luciano Spalletti. “Ognuno ha delle responsabilità, ovviamente, non sta tutto soltanto in quello che è stato fatto da Spalletti o in quello che fa la presidenza o in quello che fa la Figc”, ha aggiunto Dossena a margine di un evento legato al Premio Internazionale Fair Play Menarini.
col/gm/gtr
Dossena “Spalletti via? Non c’è tempo per cambiare”
Primo Piano Euro2024 – Ottava Puntata
MILANO (ITALPRESS) – Nell’ottava puntata di Primo Piano Euro2024 condotta da Claudio Brachino, con il direttore editoriale di Italpress Italo Cucci, sono intervenuti: Xavier Jacobelli, editorialista Corsport e Tuttosport, e Massimiliano Lenzi de La Ragione.
gm/ic/ari/mrv/gtr/gsl
Deludenti e indifendibili, azzurri bocciati
BERLINO (ITALPRESS) – Disastro, fallimento, umiliazione. E chi più ne ha, più ne metta. Sparare sulla croce rossa è facile e non costa fatica, ma la spedizione azzurra in Germania va inserita tra le pagine più nere nella storia della Nazionale quattro volte campione del mondo e due d’Europa. Bocciature senza appello, si salva solo il capitano: DONNARUMMA 6.5: Si dispera perchè gli svizzeri, pur non pungendo più di tanto, sono sempre lì, accerchiano il nemico pronti a colpire. Lui si oppone da campione a Embolo, ma sull’ennesimo buco difensivo non riesce a ripetere il miracolo e lui, che è speciale, si arrende a Freuler come un normale numero 1. Chiede aiuto al palo per non prenderne un altro, ma poi, al pronti via della ripresa lo bucano di nuovo: TRADITO
DI LORENZO 3: Quattro partite da titolare, mai sostituito. Eppure il suo Europeo è stato disastroso, ancor peggio dell’anno deludente concluso con l’altra maglia azzurra, quella del Napoli. Chissà se Conte lo considera ancora un incedibile. Di sicuro Spalletti lo ritiene insostituibile e questa, per il ct di Certaldo, è una grande colpa. INDIFENDIBILI
MANCINI 4: Al debutto contro la Svizzera, giusto il tempo di far rimpiangere Calafiori e tornare a casa. Sembra un pesce fuor d’acqua, sbaglia i movimenti e lascia voragini al centro della difesa. Avrebbe dovuto avere il fuoco dentro, evidentemente lo ha avuto solo sui piedi perchè è chiaro che, quando ce l’ha lui, la palla scotta maledettamente. INADEGUATO
BARELLA 4.5: Ha l’alibi di una botta presa da Freuler all’8° minuto. Una ginocchiata che ne condiziona la prestazione, così come l’ammonizione subita alla fine del primo tempo. Ma i due
episodi non bastano per assolverlo. Ha funzionato solo contro l’Albania, poi è sparito inghiottito dal palleggio spagnolo, non è risorto contro la Croazia e con la Svizzera non l’ha vista.
SCOMPARSO
SPALLETTI 3: Sforzandosi di usare la ragione, la cattiva figura con la Spagna poteva avere qualche spiegazione. Non quella di Berlino contro la Svizzera. Alleggerita dal peso del girone
superato, il ct si aspettava un’Italia più sciolta. Beh i suoi lo hanno preso alla lettera perchè si sono sciolti come cioccolato al sole. Quello elvetico è famoso per essere buono, per Spalletti è stato disgustoso e per gli italiani sarà difficile digerire questo fallimento. INDIGESTO
ari/gsl
Tifosi azzurri con poca voglia di parlare dopo l’eliminazione europea
BERLINO (GERMANIA) (ITALPRESS) – Poca voglia di parlare tra i tifosi azzurri, di commentare una prestazione altalenante, senza nessun appiglio. Parola d’ordine evitare il microfono per esprimere emozioni negative che potrebbero andare oltre: tra chi non vuole intervenire e chi pensa che “meglio rimanere zitto altrimenti ci arrabbiamo”, c’è chi analizza in maniera lucida il ko di Berlino contro la Svizzera.
pia/gm/gtr
Solida e affiatata, ancora la Svizzera sulla strada dell’Italia
ISERLOHN (GERMANIA) (ITALPRESS) – Solida come una banca, precisa come un orologio. Nella Berlino che nel 2006 ci vedeva salire sul tetto del mondo, l’Italia ritrova quella Svizzera che tre anni fa ci sbarrava invece la strada verso il Qatar. E oggi come allora, l’errore più grande sarebbe quello di prendere sottogamba i nostri vicini di casa. Perchè la Svizzera non avrà grandi fuoriclasse ma ha un gruppo unito e ingranaggi ben oliati, merito soprattutto di Murat Yakin. Ex centrocampista di gamba e visione, tecnico di talento capace di portare il Basilea in semifinale di Europa League, nell’agosto 2021 è stato chiamato a guidare la nazionale rossocrociata al posto di Vladimir Petkovic e ha fatto subito il colpo grosso, chiudendo il girone di qualificazione mondiale davanti all’Italia neo campione d’Europa e che qualche mese prima aveva rifilato tre gol a Shaqiri e compagni all’Olimpico. Zero a zero a Basilea, uno a uno a Roma, con Jorginho protagonista in negativo: in Svizzera si fa parare un rigore da Sommer, al ritorno lo spara alle stelle dopo che Di Lorenzo aveva rimediato al vantaggio di Widmer. Due errori dal dischetto che di fatto costeranno il pass per il Mondiale d’inverno, al netto del flop di Belfast e soprattutto della Caporetto del Barbera contro la modesta Macedonia. L’Italia ha ora la chance di saldare i conti col destino, ma guai a fidarsi delle statistiche perchè se è vero che la Svizzera ci ha battuti solo 8 volte in 61 partite, l’ultima volta addirittura nel 1993, sabato a Berlino ci aspetta una gara complicata. Gli elvetici ci conoscono bene, in nove hanno giocato o giocano ancora in serie A, e anche se nel girone di qualificazione chiuso dietro alla Romania non è filato tutto liscio, vedi i pareggi con Bielorussia e Kosovo e la sconfitta con gli stessi rumeni, a Euro2024 la Svizzera si è presentata col vestito delle grandi occasioni: prova di forza all’esordio con l’Ungheria, pari con la Scozia non senza rimpianti e impresa sfiorata con la Germania padrona di casa. Con Akanji punto fermo della difesa del City di Guardiola, Xhaka metronomo rinato a Leverkusen e l’eterno Shaqiri tutt’altro che imbolsito dall’esilio dorato in Mls, Yakin ha messo su un’orchestra affiatata, dove ognuno conosce bene il proprio spartito. Organizzazione, resilienza, carattere: tre anni fa la Svizzera fece fuori a sorpresa la più quotata Francia e ora sogna un altro sgambetto agli azzurri. Tocca ora a Spalletti trovare il modo di far sballare le lancette svizzere.
gtr





