Sicilia

Amenta “In Sicilia costi per la gestione dei rifiuti troppo alti”

0

PALERMO (ITALPRESS) – “Vogliamo capire perché se nelle altre regioni d’Italia i costi dei rifiuti sono di 160 euro a tonnellata in Sicilia invece arriviamo a 380 euro”. Così Paolo Amenta, presidente di Anci Sicilia, a margine della presentazione di un dossier a Palazzo dei Normanni, a Palermo, all’interno del quale vengono evidenziati gli squilibri tra i costi in Sicilia e nel resto del paese, laddove i primi su determinati aspetti (trattamento, conferimento in discarica, selezione e compostaggio) sono quasi il doppio rispetto ai secondi. “Alle nostre richieste di un’analisi dei costi non sono mai arrivate risposte”, sottolinea Amenta. xd8/vbo/gtr

Colosimo “Intesa con Fondazione Falcone per promuovere legalità”

ROMA (ITALPRESS) – “Il Protocollo siglato con la Fondazione Falcone ci impegna nella promozione della cultura della legalità, soprattutto verso le giovani generazioni, e prevede una serie di impegni che partono da un percorso di collaborazione con le associazioni, con le scuole e con le università, come la Fondazione ha sempre fatto. Tra le iniziative c’è anche la prossima apertura del ‘Museo del Presente di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone’, un progetto che sta molto a cuore alla Fondazione, che noi abbiamo sposato e che sosterremo come commissione parlamentare Antimafia”. Lo ha detto la presidente della Commissione nazionale antimafia, Chiara Colosimo, a margine della firma del protocollo di intesa con la fondazione Falcone. xi2/vbo/gtr

Stroncato traffico di migranti tra Sicilia e Tunisia, 12 fermati

TRAPANI (ITALPRESS) – Operazione internazionale contro il traffico di migranti. Dodici persone sono state fermate dagli agenti della Polizia di Stato, a Trapani: organizzavano “viaggi Vip”.
La Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo ha delegato la Polizia di Stato a dare esecuzione a un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso nei confronti di 12 indagati, di cui 6 italiani e 6 tunisini, in quanto ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nella forma aggravata.
Il provvedimento restrittivo accoglie gli esiti di un’ampia attività investigativa, avviata dalle Squadre Mobili di Palermo e di Trapani, dal personale del Servizio Centrale Operativo e dalla Sisco di Palermo e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo, concernente un presunto gruppo criminale, composto da cellule presenti sia in Tunisia sia in Italia, attivo nel trasferimento illegale di migranti tunisini dalle coste settentrionali della Tunisia con arrivo sul litorale di Marsala, già a partire dall’agosto 2022. Tali viaggi, monitorati nel corso dell’indagine con sistemi di localizzazione, sarebbero stati definiti da alcuni testimoni come “viaggi Vip” in quanto organizzati dal gruppo criminale tramite un servizio di trasporto rapido e agevole, su natanti dotati di motori di grossa cilindrata, in favore di un numero non superiore a venti migranti.
Il trasporto, operato da esperti piloti a conoscenza della rotta tunisina, con la dichiarata garanzia inoltre di non essere intercettati dalle navi militari preposte al controllo, sarebbe avvenuto dietro il pagamento di somme di denaro che variavano dai 3 ai 6 mila euro, più elevato rispetto a quello solitamente richiesto tramite imbarcazioni fatiscenti ed affollate. In particolare, l’inchiesta avrebbe svelato, in via preliminare, il ruolo svolto dalla cellula marsalese, composta da soggetti italiani e tunisini. Il gruppo in questione sarebbe stato incaricato di assicurare il supporto logistico, individuando e predisponendo i natanti per il trasporto dei clandestini e “reclutando” gli scafisti, di norma scelti tra tunisini sedenti in Italia. Le indagini avrebbero consentito, inoltre, di individuare la presenza, nella cellula marsalese, di un tunisino, richiedente protezione internazionale, indiziato di essere uno dei principali promotori dell’organizzazione, nonché ritenuto, dagli esiti emersi dalle attività di captazione, come un ex appartenente corrotto della polizia tunisina. Dal complesso quadro investigativo quest’ultimo indagato sarebbe a sua volta in stretto contattato con il massimo esponente della cellula attiva in Tunisia, destinatario dello stesso provvedimento restrittivo, che avrebbe avuto il ruolo di procacciare migranti anche per interposta persona, decidendo condizioni e prezzo del trasporto dalle coste settentrionali della Tunisia a quelle siciliane.
Nel corso delle indagini sono stati arrestati 8 presunti scafisti, sei dei quali irregolari sul territorio nazionale, tutti di nazionalità tunisina, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Gli arresti in flagranza sono stati eseguiti nel corso di quattro distinti sbarchi, avvenuti sulle coste marsalesi rispettivamente il 29 giugno, il 14 ed il 24 agosto e il 15 settembre scorsi.
Quattro degli indagati devono rispondere anche di resistenza a navi da guerra, avendo tentato la fuga nonostante l’intervento di navi della Guardia di Finanza, giunte in soccorso dei natanti. In un’occasione, gli scafisti avrebbero ordinato di sparare contro la nave militare dei razzi luminosi.
I migranti che il gruppo avrebbe introdotto clandestinamente in Italia sono 73, tra cui 12 minorenni e 6 donne. Tutti sono stati soccorsi e identificati dagli investigatori della Polizia di Stato subito dopo l’approdo sulle coste marsalesi. Tra i clandestini, 19 sono stati tratti in arresto per reingresso illegale nel territorio nazionale. Inoltre, 4 migranti sono stati arrestati in esecuzione di un provvedimento definitivo di condanna per reati contro il patrimonio e in materia di droga.
La Polizia di Stato ha operato, in occasione degli arresti, il sequestro di 4 gommoni, tutti messi a disposizione dalla cellula italiana attiva a Marsala.
Dal complesso delle acquisizioni investigative sarebbe emerso il passaggio di una somma di denaro di circa 90 mila euro a favore di un indagato italiano ad opera di uno dei promotori dell’associazione di origine tunisina, stanziale nel marsalese.
L’operazione della Polizia di Stato si inquadra in una più vasta attività di investigazione coordinata dal Servizio Centrale Operativo, anche a livello internazionale, con l’avvio di una Operational Task Force (OTF) denominata “Mediterraneo” sul delicato fenomeno criminale del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nelle rotte marittime, che ha favorito l’interscambio informativo ed il supporto operativo con Europol, alcuni paesi europei e gli Uffici investigativi. In tale contesto, nel corso dell’operazione, in qualità di osservatori e per agevolare eventuali, ulteriori scambi di informazione, sono presenti, presso la Questura di Trapani, investigatori Guest Officers di Europol e della Polizia tunisina. Nel corso delle fasi operative, supportate da personale della Polizia di Stato dei Reparti Speciali, sono state eseguite diverse perquisizioni delegate dall’autorità giudiziaria. vbo

Bimbo di 5 anni preso a frustate, fermate due donne a Catania

CATANIA (ITALPRESS) – Botte e frustate su schiena e gambe ad un bimbo di 5 anni perchè disubbidiente. E’ accaduto a Catania, dove gli agenti della Polizia di Stato su disposizione della locale Procura hanno posto in stato di fermo due donne, di 23 e 28 anni, di nazionalità nigeriana, in quanto gravemente indiziate dei reati di maltrattamenti e lesioni personali pluriaggravate. Si tratta della madre e di una zia del piccolo.
Le indagini hanno permesso agli investigatori di acquisire elementi che dimostrerebbero come le cittadine extra comunitarie fermate sarebbero le autrici di gravissime condotte illecite ai danni del bambino di soli 5 anni di età. E’ stata la Dirigente scolastica di un istituto di Catania a raccontare alla polizia, il 14 febbraio scorso, di un “bambino di 5 anni con evidenti frustate nella schiena e nelle gambe”. Il minore, immediatamente identificato, presentava incontrovertibili segni di reiterate violenze. Trasportato presso il Pronto Soccorso Pediatrico dell’ospedale “Garibaldi-Nesima”, il bimbo aveva modo di riferire “di essere stato percosso dalla zia (…) diverse volte tramite un cavo nero (…) di ricarica della bicicletta elettrica di proprietà della madre (…) raccontando più volte che questi segni sarebbero stati provocati dalla zia dinnanzi a disobbedienze” ed i sanitari, nell’esame obiettivo, hanno riscontrato “presenza di numerose escoriazioni profonde a forma di ‘U’, da verosimili frustate. Evidenti, numerose cicatrici e lesioni pregresse in via di risoluzione, diffuse sul tronco, arti superiori e inferiori, torace e addome. Le lesioni più recenti presentano invece croste sovrastanti ormai asciutte, con visibile cute rosea, di nuova formazione, sottostante. Medesime escoriazioni recenti si repertano a livello della zona mediale, delle cosce bilateralmente a livello delle spalle e delle braccia”.
I sanitari prestavano al minore le cure del caso e rilasciavano referto con una prognosi di 15 giorni. Dai tempestivi approfondimenti svolti dagli investigatori è emerso un allarmante quadro dal quale poteva desumersi che i segni di violenza impressi sul corpo del bambino sarebbero stati inferti dall’indagata 23enne con dei cavi elettrici e ciò in seguito a banali capricci e non meglio specificate monellerie attribuite al bimbo. Le sevizie sarebbero avvenute anche alla presenza della madre, che non si sarebbe adoperata per evitarle, per impedirle o per segnalarle agli organi istituzionali per scongiurarne ogni possibile reiterazione. Le due donne sono state accompagnate presso la Casa Circondariale catanese di “Piazza Lanza”. vbo

Anziani senza assistenza in casa di riposo, 4 arresti a Caltanissetta

CALTANISSETTA (ITALPRESS) – I Carabinieri di Caltanissetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per 4 persone di cui tre appartenenti al medesimo nucleo familiare. Sono accusati di sequestro di persona, esercizio abusivo della professione sanitaria e abbandono di incapaci, nei confronti di anziani ospiti di una casa di riposo sita a Caltanissetta. L’ordinanza trae origine da un’ampia e articolata attività investigativa, condotta a partire dal giugno del 2023 dalla Sezione Operativa del N.O.R.M. della Compagnia Carabinieri, che avrebbe rilevato una conduzione illecita dell’attività assistenziale agli anziani ospiti di una casa di riposo nissena, i quali quotidianamente sarebbero stati abbandonati, anche per diverse ore, nonostante le loro richieste di cura, ponendoli in una situazione di grave pericolo per la loro incolumità personale, senza adeguata assistenza – soprattutto notturna – all’interno della struttura.

pc/gtr

Ponte Stretto, Faraone “Favorevoli ma non come opera sostitutiva”

PALERMO (ITALPRESS) – “Siamo sempre stati favorevoli alla realizzazione del ponte, ma ci era stato detto che sarebbe stato fatto con risorse proprie e invece il governo, senza concordare nulla con Schifani, sta sottraendo risorse per la realizzazione di ferrovie tra Palermo e Catania e altre importanti infrastrutture”. A dirlo è Davide Faraone, capogruppo di Italia viva alla Camera, a margine di un convegno promosso dal partito all’Auditorium Camplus a Palermo. “Per noi il ponte doveva essere un’infrastruttura aggiuntiva e non sostitutiva, se una volta arrivati in Sicilia c’è il deserto non ha senso farlo – aggiunge Faraone, – Quando si realizzano grandi opere è normale che ci siano dei disagi, ma finora sulla partenza dei lavori siamo fermi alle chiacchiere: ad oggi il finanziamento per l’intera opera non c’è”.

xd8/pc/red

Riciclaggio di vetture rubate ed estorsioni, 20 indagati a Palermo

PALERMO (ITALPRESS) – Gli agenti della Polizia di Stato hanno sgominato un’organizzazione, che operava a Palermo, dedita al riciclaggio di vetture rubate e alle estorsioni commesse con la tecnica del “cavallo di ritorno”. I poliziotti hanno eseguito 20 ordinanze di custodia cautelare. I provvedimenti sono stati emessi dal gip presso il Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura.
Le indagini, condotte dai poliziotti del Commissariato Brancaccio, hanno accertato che il gruppo, con base operativa allo Sperone, è risultato responsabile di un vasto giro di riciclaggio di auto rubate, alle quali venivano alterati i dati dei telai mediante nuove punzonature effettuate illecitamente, riportando quelli di auto incidentate, quasi tutte inutilizzabili, acquistate per questi scopi. Gli indagati, montando sulle auto rubate ripunzonate le targhe delle vetture incidentate, sarebbero riusciti a “commercializzarle” dopo inesistenti collaudi cambiando, fraudolentemente, la destinazione d’uso da “autocarro” ad “autovettura”, attraverso la complicità di un infedele impiegato della Motorizzazione civile di Palermo, L.C., di 60 anni, arrestato per analoghi fatti il 28 febbraio dello scorso anno.
È stato anche possibile accertare come il gruppo si sia reso responsabile di varie estorsioni consumate ai danni di proprietari di auto rubate, restituite dopo il pagamento di somme di denaro estorte adottando la tecnica del “cavallo di ritorno”. In particolare, sono stati riscontrati, 22 casi di riciclaggio di veicoli: 13 Fiat Panda; 2 Fiat 500; 1 Fiat Punto; 2 Smart; 1 Peugeot 107; 1 microcar Ligier, 2 autocarri Iveco. Tre casi di ricettazione presso depositi individuati durante le indagini (con sequestri di numerosi organi motore e organi cambio rubati. Ma anche 14 estorsioni, per la restituzione di auto rubate, commesse con la tecnica del cavallo di ritorno riguardanti 8 Fiat 500 e 6 Lancia Y. Ed inoltre 8 furti di autovetture, di cui 4 Fiat 500; 2 Fiat Panda; 1 Lancia Y e 1 Jeep Renegade.
Gli investigatori, oltre alle auto sequestrate, hanno proceduto a effettuare perquisizioni con sequestri presso siti individuati durante le indagini, dove i componenti dell’associazione hanno condotto i mezzi rubati e le auto incidentate, uno individuato nel quartiere Sperone e due a Partinico.
Le indagini sono scattate a giugno del 2022, quando è stato commesso il furto di una Fiat Panda “rinvenuta” dal proprietario qualche giorno dopo. I poliziotti della scientifica hanno ritrovato sulla vettura un’impronta utile appartenente ad uno degli indagati, che è risultato in contatto con un altro pregiudicato in passato indagato per avere fatto parte di un gruppo dedito a questo tipo di traffici. E così è stata fatta luce sull’organizzazione. In relazione a tre estorsioni commesse a seguito di altrettanti furti di auto è emerso l’interessamento di due noti mafiosi, uno della famiglia di Brancaccio e uno della famiglia di Villabate, mentre in relazione al furto di un’auto di proprietà della moglie di un detenuto mafioso è emerso come i componenti del gruppo criminale si siano alacremente impegnati per recuperare il veicolo. vbo

Midiri “L’Università di Palermo offre un futuro ai giovani”

PALERMO (ITALPRESS) – Porte aperte alle scuole superiori per illustrare servizi, corsi di studio, prospettive occupazionali: l’Università di Palermo si svela agli studenti per la Welcome week 2024, che da oggi a venerdì 23 febbraio vedrà l’edificio 19 del campus di viale delle Scienze impegnato in attività di orientamento e confronto. L’appuntamento fa seguito alla presentazione, avvenuta pochi giorni fa, dell’offerta didattico-formativa per il nuovo anno accademico: un percorso che si rivolge ai ragazzi non solo di Palermo e provincia, ma anche delle aree di Trapani, Agrigento e Caltanissetta al fine di illustrare le opportunità garantite da tali sedi universitarie.
Oltre 21mila le iscrizioni pervenute alla Welcome week, numero mai registrato dall’ateneo nella sua storia: per il rettore Massimo Midiri un dato simile “è il segnale che questa città si sta accorgendo della nostra università: i ragazzi iniziano a credere che ci siano possibilità di futuro a Palermo e a pensare che una laurea conseguita qui possa essere una carta spendibile per il mondo del lavoro. Spesso chi si iscrive non sa esattamente a cosa va incontro, quindi proviamo a dargli delle prospettive con attività pratiche e illustrando loro gli sbocchi occupazionali”.
Tale numero, secondo Midiri, rappresenta anche un cambio di passo nella misura in cui “ho ereditato un Ateneo troppo autoreferenziale e poco aperto all’esterno: i ragazzi non vogliono più solo la laurea come pezzo di carta, ma come percorso di crescita e di consapevolezza dell’essere cittadini. Ogni corso deve essere coerente con quello che succede oggi nel mondo. La fuga da Palermo e dalla provincia è cresciuta negli ultimi tempi, noi vogliamo provare a combattere lo spopolamento diventando la prima università del sud: stanno arrivando molte risorse economiche e sarà fondamentale spenderle bene”. Il rettore chiude con l’auspicio che “da un evento del genere possano esserci ancora più immatricolazioni delle oltre 11.500 registrate quest’anno”. xd8/vbo/gtr