Sicilia

Mafia, Gasparri “Lo Stato si scusi con vittime ingiusto processo”

ROMA (ITALPRESS) – “Il generale Mori, il colonnello De Donno, il generale Subranni e altri eroi della lotta alla mafia devono ricevere delle scuse dallo Stato. Anziché avere delle medaglie sono stati processati ingiustamente per anni e assolti dopo un lunghissimo ed estenuante processo in più gradi. Gli va riconosciuto che sono stati eroi della lotta alla mafia, chi li ha processati ingiustamente dovrebbe spiegare perché ha messo su questo teatrino, facendo accuse che non avevano fondamento”. Così il senatore Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia in Senato, a margine del convegno “Lo Stato e la mafia: il tempo
della verità”.
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Messina Denaro un anno dopo / Intervista a Maurizio De Lucia

Il procuratore capo di Palermo: “Obiettivo è indebolire ancora di più Cosa Nostra”

PALERMO (ITALPRESS) – “Le indagini non si sono mai fermate, andiamo avanti con l’obiettivo costante di indebolire Cosa Nostra”. Il procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia in una intervista all’Italpress fa il punto sulla lotta alla mafia a un anno dall’arresto del superlatitante Matteo Messina Denaro.
“La cattura ha costretto Cosa Nostra a elaborare nuove strategie, ma è rimasta però sul territorio – spiega De Lucia -. Le risorse che derivano dai traffici illeciti vengono investite negli appalti” e il rischio, dice De Lucia, sono le enormi risorse e le opere da realizzare con il Pnrr.

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Messina Denaro un anno dopo, così sta cambiando Cosa Nostra

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PALERMO (ITALPRESS) – Il 16 gennaio 2023 finiva per sempre in una clinica di Palermo la latitanza di Matteo Messina Denaro. Con la cattura del boss di Castelvetrano si è chiusa per sempre un’epoca, quella della vecchia mafia familistica e verticistica. Cosa ha significato quell’arresto e di come sta cambiando Cosa Nostra abbiamo parlato con il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e con il comandante del ROS dei Carabinieri, Antonello Parasiliti Molica.
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Messina Denaro un anno dopo/Sindaco di Castelvetrano “Una liberazione”

Enzo Alfano: “Dopo la cattura del boss dobbiamo riprendere una corsa interrotta per decenni”

CASTELVETRANO (TRAPANI) (ITALPRESS) – “Dobbiamo lavorare sul territorio, soprattutto nelle scuole, per potere riprendere una corsa che per decenni si è interrotta”. Lo dice all’Italpress il sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano, a un anno della cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro, arrestato il 16 gennaio 2023.

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Messina Denaro un anno dopo / Intervista al tenente colonnello del Ros

Parasiliti Molica: “La cattura del boss un doppio colpo a Cosa Nostra”

PALERMO (ITALPRESS) – “Per me, come per tutti i colleghi che per tanti anni hanno lavorato a questo obiettivo così complesso, così difficile, a tratti quasi irraggiungibile, è stato un giorno importante perché ha avuto un impatto emotivo molto forte, perché era la conclusione di tanti anni di sacrificio e di impegno”. Lo dice in un’intervista all’Italpress il tenente colonnello del Ros dei Carabinieri, Antonello Parasiliti Molica, ricordando l’operazione che il 16 gennaio 2023 portò all’arresto del superboss Matteo Messina Denaro. “Adesso le indagini sono indirizzate sui nuovi assetti di Cosa Nostra”, spiega l’ufficiale dell’Arma.

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Controlli Nas in 1250 aziende olearie, 256 irregolari e 26 denunce

ROMA (ITALPRESS) – I Carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il Ministero della Salute, hanno eseguito nei mesi di novembre e dicembre, una mirata campagna di controlli nel settore oleario, uno tra i principali comparti della produzione agro-alimentare italiana, ispezionando frantoi nonché aziende ed esercizi produttivi e commerciali.
Le verifiche su scala nazionale sono state eseguite nei periodi di produzione della materia prima e rappresenta un’intensificazione dei controlli già condotti in regime ordinario nella restante parte dell’anno.
Complessivamente, i NAS hanno eseguito 1.250 ispezioni agli addetti della filiera, accertando situazioni di irregolarità presso 256 aziende ed esercizi commerciali. Le persone denunciate sono state 26 principalmente per reati di frode in commercio e vendita di prodotti alimentari non genuini, alle quali si aggiungono 202 imprenditori sanzionati per violazioni amministrative, per un ammontare complessivo di 189 mila euro, a causa della carente pulizia e manutenzione degli impianti e delle aree di lavorazione, l’omessa applicazione delle procedure di tracciabilità e di registrazione dell’olio prodotto, in alcuni casi associati con lo stato di abusività dei frantoi. Complessivamente, sono state sospese 22 attività ed eseguito il sequestro di oltre 46 mila litri di olio non censito o dichiarato di qualità superiore rispetto alla realtà.
La finalità della campagna di controlli è stata la difesa del consumatore e dell’intero settore produttivo dell’olio di oliva, al fine di identificare ed isolare eventuali operatori scorretti a salvaguardia dell’imprenditoria sana della filiera produttiva e distributiva. I controlli proseguiranno nel corso del 2024 in ragione dell’importanza economica rappresentata dall’olio extravergine di oliva quale eccellenza agroalimentare nazionale.
Tra gli interventi di interesse, quello dei Nas di Cremona. Al termine degli accertamenti analitici effettuati su un campione di olio prelevato in un frantoio della provincia di Mantova, è stato denunciato il titolare, responsabile di avere commercializzato “olio lampante di oliva”, etichettandolo quale “olio extra vergine di oliva”. Sottoposti a sequestro 230 litri di olio non conforme del valore di euro 1600.
I Nas di Parma hanno denunciato per i reati di frode e falso i legali responsabili di un oleificio e di una ditta, entrambi in comuni della provincia, per avere il primo venduto una cisterna contenente 920 chili di olio dichiarato extra vergine di oliva, fornendo all’acquirente una certificazione di analisi chimica risultata falsa (a seguito dagli esiti di laboratorio); il secondo tentato di esportare la cisterna in Albania, presso un proprio stabilimento, al fine di utilizzare l’olio, dichiarato extra vergine di oliva, per la produzione alimentare di “conserve sottolio ittiche”.
L’intervento dei Nas di Viterbo, riguarda il titolare di un frantoio della provincia, sanzionato per detenzione di 7.525 chili di olive, prive di qualsiasi informazione sulla loro provenienza e rintracciabilità, sottoposte a sequestro. Presso un altro frantoio del viterbese, il Nas ha sequestrato 1.500 chili di olio di oliva privo di tracciabilità, rinvenuti nel corso dell’attività ispettiva.
I Nas di Catania, nel corso dell’ispezione eseguita presso un frantoio oleario di Messina, hanno sequestrato 800 litri di prodotti oleari, stoccati in contenitori anonimi, privi di indicazioni relative alla tracciabilità e all’origine.
Mentre i Nas di Ragusa hanno chiuso uno stabilimento di imbottigliamento olii, attivato in assenza di autorizzazione ed in pessime condizioni igienico sanitarie, presso un’azienda agricola della provincia. Nel corso del controllo, sono stati sequestrati 1.825 litri di olio extravergine di oliva destinato alla commercializzazione senza che fosse stata attuata correttamente la tracciabilità. Il valore della struttura chiusa e delle attrezzature ammonta a 200 mila euro, quello del prodotto oleario è pari a 18 mola euro.
I Nas di Napoli hanno sequestrato 60 litri di olio extravergine di oliva privo di documentazione idonea a garantirne la tracciabilità alimentare, rinvenuto nel corso di un controllo eseguito presso un frantoio-oleificio della provincia. Emesse prescrizioni nei confronti del titolare della struttura per carenze igienico-sanitarie e strutturali rilevate e contestate sanzioni per complessivi 2.500 euro.
Un ulteriore attività ispettiva eseguita presso uno stabilimento di imbottigliamento e confezionamento di olio alimentare, ha portato all’immediata chiusura dell’attività risultata priva dei requisiti igienico sanitari e strutturali, esercitata in ambienti insudiciati e con attrezzature arrugginite. Il valore della struttura sottoposta a vincolo è stimata in 2 milioni di euro. vbo

Gioco e scommesse illegali, 600 controlli e 66 denunce

ROMA (ITALPRESS) – Vasta operazione in tutte le province italiane della Polizia di Stato nel settore del contrasto al gioco ed alle scommesse illegali, anche finalizzata alla tutela dei consumatori. Seicento gli esercizi commerciali sottoposti a controllo, oltre 3.339 i soggetti identificati, 40 sequestri di apparecchiature illegali (“totem”, personal computer, AWP e VLT), 66 denunce in stato di libertà connesse all’esercizio abusivo del gioco e delle scommesse ed oltre 215 violazioni amministrative sanzionate, per un importo superiore ai 600 mila euro.
L’operazione, coordinata dal Nucleo Centrale della Polizia dei Giochi e delle Scommesse del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, rientra in una più ampia strategia di contrasto che vede l’impiego dell’expertise investigativa della Polizia di Stato misurarsi sul fronte nazionale ed estero del gioco illegale e delle scommesse clandestine.
I controlli, avviati dallo scorso mese di dicembre su tutto il territorio nazionale, hanno visto impiegati gli investigatori delle Squadre Mobili, coadiuvati dal personale delle Divisioni Pasi delle Questure e dei Reparti Prevenzione Crimine, valorizzando l’ormai collaudata sinergia con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli al fine di ottimizzare la capacità di contrasto alle forme più evolute di illegalità nel settore del gioco.
A Prato, gli agenti hanno individuato e fatto irruzione in una bisca clandestina gestita e frequentata da cittadini di nazionalità cinese. Trentotto persone sono state denunciate per partecipazione ed esercizio del gioco di azzardo – 9 di queste sono risultate irregolari sul territorio nazionale – con il conseguente sequestro di attrezzatura di gioco e di denaro contante per un ammontare di oltre 110 mila euro.
A Caltanissetta, i controlli “a tappeto” messi in campo su larga scala dalla Squadra Mobile e dalla Sisco hanno, invece, consentito di individuare anche un vero e proprio laboratorio clandestino per la fabbricazione di armi, comprensivo di tutta l’attrezzatura necessaria per la costruzione di armi corte (un innescatore manuale, una pressa per ricarica munizionamento, un set ricarica per cartucce, 93 inneschi, 1 lima da 17 centimetri, 2 attenuatori di rumori costruiti artigianalmente) oltre che di un modello artigianale di pistola e svariato munizionamento di diverso calibro. Tratto in arresto il titolare.
Diciotto gli esercizi commerciali sottoposti a controllo nella sola città metropolitana di Reggio Calabria, mentre una serie di violazioni in materia di prevenzione e per la sicurezza dei luoghi di lavoro hanno comportato la momentanea chiusura di un’agenzia di scommesse in provincia di Varese. Analoghe violazioni riscontrate anche in provincia di Pesaro-Urbino, dove i controlli hanno peraltro fatto emergere anche l’uso illegale e promiscuo di alcuni circoli privati adibiti a sale gioco.
In tale ambito, il massiccio dispositivo di controllo ha visto l’impiego degli “specialisti” formati nei corsi di qualificazione per la “polizia dei giochi e delle scommesse” organizzati dalla Direzione Centrale Anticrimine, mettendo in campo la professionalità degli operatori scesi in campo presso agenzie di scommesse, negozi di gioco e corner distribuiti in tutte le province italiane.
L’attività, fanno sapere gli investigatori, “rientra nella costante azione di prevenzione e monitoraggio condotta dalla Polizia di Stato allo scopo di impedire la pratica del gioco e delle scommesse illegali, anche al fine di tutelare l’utenza e prevenire l’erosione illecita di una consistente quota di gettito erariale derivante dalle attività del comparto del gioco pubblico. Il monitoraggio, peraltro, ha consentito di attualizzare una costante mappatura delle frequentazioni dei luoghi pubblici e degli esercizi di gioco oltre che delle connesse interessenze economiche, al fine di evidenziare possibili rischi di infiltrazione della criminalità organizzata di tipo mafioso, anche straniera, nel settore del gioco, talvolta attuata mediante sofisticate tecniche di riciclaggio e reimpiego dei beni di provenienza illecita”. vbo

Infezioni sessualmente trasmesse, quanto ne sanno i ragazzi?

PALERMO (ITALPRESS) – Sifilide, gonorrea, papilloma virus, epatiti virali, HIV. Le infezioni sessualmente trasmissibili sono diverse e sono causate da germi che possono provocare sia una malattia acuta che cronica. Rischiano di dare anche gravi complicanze a lungo termine e persino i tumori. La fascia più esposta è quella dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni: ma quanto ne sanno i giovani?

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