Sicilia

Ponte Stretto, Gregorini “Superare carenze infrastrutture in Sicilia”

PALERMO (ITALPRESS) – Ponte sullo Stretto, la Zona Economica Speciale unica del Mezzogiorno, il ruolo della piccole e medie imprese nell’economia italiana. Questi gli argomenti affrontati da Otello Gregorini, segretario generale della Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa), in un’intervista all’Italpress.

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Bunker con 119 piante e 75 chili marijuana, un arresto nel siracusano

SIRACUSA (ITALPRESS) – Gli agenti della Polizia di Stato, nel corso di una perquisizione in una casa rurale nelle campagne di Francofonte, hanno scoperto un bunker sotterraneo utilizzato per la coltivazione e l’essiccazione della marijuana. I poliziotti, dopo essere entrati nella proprietà per un controllo, hanno notato, nei pressi di una dependance della casa, alcuni semi, parte dei quali già germogliati all’interno di un vassoio. La presenza dei semi ha indotto gli agenti a proseguire la perquisizione con l’ausilio di unità cinofile. Il fiuto dei cani poliziotto ha consentito di scoprire che nel bagno esterno alla casa c’era un piatto doccia che, appositamente azionato da un pulsante, permetteva di scendere in un locale sotterraneo. Entrati in questa sorta di bunker, gli investigatori hanno scoperto tre vani: uno più piccolo ricavato da un container in metallo, attrezzato con un impianto di irrigazione e lampade per la coltivazione della marijuana, con 119 piante già fiorite e pronte per la raccolta. Negli altri vani c’erano numerosi chilogrammi di sostanza stupefacente lasciata ad essiccare per un peso complessivo di 75 chili. L’impianto, che serviva il bunker, era allacciato abusivamente alla rete elettrica. Il proprietario della casa, un uomo di 57 anni, originario di Francofonte, già conosciuto alle forze di polizia perché accusato in passato di vari reati, tra i quali associazione mafiosa, è stato arrestato per produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti. vbo
(fonte video Polizia di Stato)

Traffico di droga all’ombra della mafia, 4 arresti nel Catanese

CATANIA (ITALPRESS) – Su delega della Procura – Direzione Distrettuale Antimafia, oltre 50 militari del Comando Compagnia Carabinieri di Giarre, in collaborazione con reparti specializzati dell’Arma, hanno dato esecuzione a misure cautelari nei confronti di quattro persone accusate, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di droga. L’ordinanza è stata emessa dal gip presso il Tribunale di Catania. Notificati avvisi di conclusione indagini preliminari ad altre 20 persone, inserite nel medesimo contesto associativo e partecipi di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’operazione denominata “Tigre reale” coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia e dalla Stazione di Giarre, da settembre 2019 a giugno 2021, si è sviluppata sia mediante tipologie d’indagine tradizionali, come i servizi di osservazione e pedinamento, sia attraverso un’attività tecnica di intercettazione, che ha consentito numerosi riscontri oggettivi quali arresti in flagranza di reato, controllo degli acquirenti, sequestri di droga e denaro. Le indagini hanno consentito di disarticolare un gruppo criminale dedito alla gestione di una redditizia piazza di spaccio nel quartiere “Jungo” di Giarre. Al vertice dell’associazione criminale due pluripregiudicati, uno dei quali avrebbe svolto anche il compito di “cassiere” dei proventi illeciti. Gli indagati avrebbero messo in piedi un vero e proprio “supermarket” della droga, fonte giorno e notte di approvvigionamento di cocaina e marijuana, protetto da “misure di sicurezza” volte a prevenire o eludere eventuali blitz delle forze dell’ordine, quali l’installazione di telecamere e la “fortificazione” della piazza con cancelli, grate in ferro e porte blindate. Una fiorente attività criminale gestita a conduzione familiare. L’indagine avrebbe infatti consentito di accertare la partecipazione all’organizzazione di spaccio anche dei figli di alcuni indagati. La fitta rete di vedette sarebbe stata invece gestita direttamente dalla moglie del capo, che avrebbe fornito direttive ben specifiche su come effettuare l’attività di vigilanza e sulle precauzioni da adottare in caso di presenza delle forze dell’ordine. La donna si sarebbe occupata inoltre, in caso di momentanea assenza del marito e del figlio maggiore, di accogliere i corrieri e di ricevere la droga, provvedendo alla pesatura dello stupefacente, nonché aiutando nel successivo conteggio dei guadagni. L’indagine avrebbe inoltre permesso di accertare il placet di cui avrebbe goduto la famiglia al vertice dell’organizzazione da parte del “clan Laudani” di Piedimonte, nello specifico da parte di Antonio Di Mauro – figlio di Paolo detto “u prufissuri” – responsabile dell’area di Giarre. Un episodio emblematico del carattere verticistico dell’associazione e dell’impossibilità di mettere in discussione le direttive del promotore, sarebbe stato il brutale pestaggio, avvenuto nell’agosto 2020, ai danni di uno spacciatore al dettaglio, che dopo essersi rifornito presso l’emporio della droga avrebbe osato mettere in discussione la qualità e la modalità di taglio dello stupefacente, pretendendo di partecipare alla preparazione della cocaina da vendere, al fine di accertarsi di non essere raggirato. Nel corso delle attività d’indagine, quali riscontri, i Carabinieri hanno arrestato 10 pusher per “detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente”, hanno sequestrato oltre 1 chilo di marijuana e 350 grammi di cocaina e la somma in contanti 1.000 euro quale provento dell’attività di spaccio. vbo/

La Zes unica del Sud tra pro e contro, confronto a Palermo

PALERMO (ITALPRESS) – La Zes unica è una grande opportunità per il Mezzogiorno? Il tema è stato al centro di un dibattito organizzato a Palermo dalla Fondazione Magna Grecia: tra pro e contro, si tratta di una questione centrale per lo sviluppo del Sud, bisognoso di nuovi investimenti per tentare di ridurre il gap con il resto del Paese.
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Autonomia, Foti (Magna Grecia) “Con la riforma Paese diviso in due”

PALERMO (ITALPRESS) – “Ci preoccupa l’approvazione della riforma sull’Autonomia differenziata perchè da quel momento viene costituzionalizzata la spesa storica e il paese viene diviso in due”. A dirlo il presidente della Fondazione Magna Grecia, Nino Foti, a margine di un convegno organizzato a Palermo sulla Zes unica del Sud. In caso di approvazione della riforma, si chiede Foti “a cosa servirà il Pnrr se nel frattempo si sta svolgendo un’attività che di per sé sposterà ingenti somme economiche e finanziarie verso le aree del nord?”

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Schifani “Evitare accelerazioni sull’Autonomia differenziata”

PALERMO (ITALPRESS) – “Ho detto al mio congresso nazionale di evitare accelerazioni sull’Autonomia differenziata in chiave elettoralistica e quindi l’esigenza di approvare l’Autonomia differenziata prima delle elezioni francamente io non la vedo, non sono molto convinto anche perché dobbiamo scindere all’aspetto elettorale, all’aspetto politico di qualche partito rispetto all’esigenza di approfondiremo molto un tema: l’identificazione, la quantificazione dei costi dei Lep. Assicurare i livelli essenziali delle prestazioni in tutto il Paese significa affermare un diritto sociale di equità sociale”. Così il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a margine del convegno “Zes unica, una grande opportunità per il Mezzogiorno?”, organizzato dalla Fondazione Magna Grecia alla Sirenetta di Mondello, a Palermo. xd6/vbo/gtr

Schifani “Zes unica è un’opportunità ma serve ridurre tempi procedure”

PALERMO (ITALPRESS) – “La Zes unica sicuramente può essere un’opportunità e lo sarà”. Così il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a margine del convegno “Zes unica, una grande opportunità per il Mezzogiorno?”, organizzato dalla Fondazione Magna Grecia alla Sirenetta di Mondello, a Palermo. “L’importante è che vengano abbreviati, accorciati tutti quei termini che sono strategici per la velocizzazione delle procedure. Lì è la scommessa. Ho condiviso con Raffaele Fitto l’ipotesi di una ZES unica, cioè tutto il mezzogiorno. Parcellizzare gli interventi su micro aree avrebbe complicato sempre di più la possibilità di investimenti. Adesso abbiamo un quadro più completo. La scommessa è quella, però, di essere coerenti nella tempistica. Quindi, la riforma teoricamente va bene, occorre però calarla in una velocizzazione delle procedure perché sennò avremmo fallito, ma non è nell’intenzione del governo, né del governo regionale che farà la sua parte”. xd6/vbo/gtr

Schifani “La Masseria Verbumcaudo rappresenta la vittoria sulla mafia”

PALERMO (ITALPRESS) – “Verbumcaudo? Sulla masseria abbiamo previsto, oggi sono stato lì, un finanziamento di più di 5 milioni per ulteriormente aumentare la produttività di questa cooperativa dove ho registrato con positività la condivisione, la coesione di tutti i sindaci della zona che si sono rimboccati le maniche, perché parliamo di un’immensità di terreno, si parla di 150 etteri sottratti alla mafia, una grande conquista”. Così, in merito alla consegna dei lavori di riqualificazione della Masseria Verbumcaudo, bene confiscato alla mafia, in territorio di Polizzi Generosa, nel Palermitano, il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a margine del convegno “Zes unica, una grande opportunità per il Mezzogiorno?”, organizzato dalla Fondazione Magna Grecia alla Sirenetta di Mondello, a Palermo.
“Oggi ho ribadito come la doppia conquista è quella di restituire questi beni sottratti alla mafia a chi ha patito per questo – aggiunge -, cioè ai cittadini, ai giovani che attraverso questo possano trovare un lavoro per sé, per i figli: questa è la vittoria sulla mafia, la vera vittoria è questa, la mafia quando si colpisce nel vivo si colpisce nel patrimonio perché il mafioso mette nel conto l’arresto, a volte per certi tipi di fatti è quasi un premio, mentre colpirli nei patrimoni è un colpo che mette in grande difficoltà e in questo devo dire, in questi decenni i sequestri sono stati notevoli. Devo registrare anche un ottimo rapporto con l’Agenzia dei beni confiscati, col prefetto Corda che ha aderito ad alcune richieste alla Regione”. xd6/vbo/gtr