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Inps risorsa fondamentale per garantire coesione sociale del Paese

ROMA (ITALPRESS) – “Anche nel 2023 l’Inps ha saputo garantire ai cittadini e alle imprese le numerose prestazioni a cui l’Istituto è preposto, migliorando la qualità media dei servizi erogati e confermando il suo ruolo di principale pilastro del welfare pubblico italiano, contribuendo in maniera determinante alla tenuta della coesione sociale del Paese”. Lo ha detto il presidente del Civ, Roberto Ghiselli, alla presentazione del Rendiconto sociale 2023 dell’Inps, a Palazzo Wedekind. “L’andamento economico e occupazionale e le novità normative introdotte in questi anni hanno fortemente condizionato l’attività dell’ente”, ha aggiunto il vicepresidente del Civ Guido Lazzarelli. “In un contesto occupazionale che vede, dal 2021, una crescita complessiva degli assicurati all’Istituto (con un saldo positivo di 523 mila occupati nel 2023), sebbene rispetto all’anno precedente si registri una riduzione delle assunzioni a tempo indeterminato, di 54.000 unità, e una crescita delle assunzioni a termine di 81.000 unità”.
Sono cresciute, poi, le ore utilizzate e i lavoratori beneficiari della Cassa integrazione ordinaria, passati da 525.018 del 2022 a 583.129 del 2023, come anche coloro che hanno beneficiato dei trattamenti di disoccupazione, passati da 3.145.632 a 3.246.384 utenti. Un dato significativo è quello relativo al numero di lavoratori stranieri tracciati, che ammonta al 10,7%, percentuale che supera il 25% fra le nuove assunzioni: un dato che, se associato al perdurante saldo naturale negativo della popolazione (-321 mila unità nel 2023), mette in evidenza quanto ormai la componente dei lavoratori immigrati regolari sia importante per il sistema economico e previdenziale del Paese. Tutti i dati relativi ai livelli occupazionali, alle condizioni contrattuali, ai livelli retributivi e pensionistici evidenziano la permanenza di una discriminazione di genere ancora rilevante.
Le retribuzioni medie settimanali lorde degli uomini nel 2023 sono state in media pari a 643 euro, superiori del 28,34% rispetto ai 501 euro medi percepiti dalle donne. Il gender gap nelle retribuzioni è evidente soprattutto nel settore privato, in cui la retribuzione media giornaliera è pari a 77,6 euro per le donne e 104,4 per gli uomini (+34,54%). Nel pubblico la retribuzione media sale, ma il divario tra uomini e donne si riduce leggermente, al 27,78%: le donne prendono in media 110,5 euro al giorno e gli uomini 141,2. Nel 2023 le pensioni previdenziali complessivamente liquidate sono state 837.399, cioè 40.969 in meno rispetto all’anno precedente (-4,66%) e 69.000 in meno rispetto al 2021.
“Questo per effetto di diversi fattori, basti pensare agli interventi normativi di segno restrittivo su alcuni strumenti di pensionamento anticipato come Opzione Donna e Quota 100 e all’elemento disincentivante insito nel sistema contributivo, ormai prevalente nel calcolo delle nuove pensioni. Una tendenza alla riduzione dei pensionamenti che sarà ulteriormente accentuata nell’anno in corso, in particolare per quanto concerne Quota 103 con il ricalcolo contributivo attualmente vigente”, ha sottolineato Ghiselli. Cresce, invece, il numero delle pensioni e degli assegni di invalidità civile liquidati, che passano nel biennio da 583.628 a 613.203. Nel corso del 2023 i beneficiari del reddito di cittadinanza si sono ridotti del 57,14% rispetto all’anno precedente, passando da 1.039.700 a 445.541, mentre si è notevolmente ampliata la platea dei beneficiari dell’Assegno unico arrivata a 6.510.425 nuclei familiari, rispetto ai circa 2,5 milioni dei vecchi assegni familiari.
Per Lazzarelli è “positiva la gestione del contenzioso amministrativo in quanto risultano drasticamente ridotte le giacenze, che passano da 145 mila a 93 mila”, mentre si riducono anche le giacenze del contenzioso giudiziario. Sul fronte della vigilanza, le ispezioni nel biennio si sono ulteriormente ridotte passando da 10.576 a 9.202, a fronte di un calo di ispettori passati da 884 a 828 unità, mentre l’evasione contributiva accertata passa dai 719 ai 821 milioni di euro. Crescono, invece, le verifiche della vigilanza documentale, che nel biennio passano da 103 mila a 162 mila. Positiva è la riduzione dei Durc irregolari rilasciati alle imprese, che passano dal 17,3% al 16,3%. Sostanzialmente stabili i tempi di attesa per le visite di invalidità civile, 144 giorni, ma con delle forti differenziazioni territoriali che vanno dai 53 ai 248 giorni. Nel valutare i risultati complessivamente realizzati dall’Inps nel 2023, occorre tener conto che nella prima parte dell’anno il personale era sceso al di sotto delle 23.000 unità e le quasi 5.000 assunzioni operate nel corso del 2023 hanno permesso di raggiungere a fine anno i 26.316 occupati, attraverso un percorso di inserimento e formazione che ha inciso sull’attività ordinaria dell’Istituto.
(ITALPRESS).
-Foto: xi2/Italpress-

Clementino e i tecnici della prevenzione contro morti sul lavoro

ROMA (ITALPRESS) – Morti e infortuni sul lavoro continuano a rappresentare una piaga per il nostro Paese, ma la prevenzione può davvero fare la differenza. Questo il monito al centro dello spot “La prevenzione è la soluzione”, che vede protagonista il rapper e conduttore televisivo Clementino e i Tecnici della prevenzione negli ambienti e nei luoghi di lavoro (TPALL).
Dal 28 ottobre al 2 novembre 2024, lo spot viene trasmesso sui canali della Rai per sensibilizzare il pubblico sull’importanza delle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Lo spot, girato presso la Reggia di Caserta e diretto da Luciano Fontana, è promosso dalla Commissione di albo nazionale dei Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro (TPALL) e dalla Federazione nazionale degli Ordini delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM e PSTRP). L’obiettivo è chiaro: far capire che prevenire significa salvare vite.
Quella degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali è una piaga che continua ad affliggere il contesto socio – economico italiano, come purtroppo suffragato dai dati impietosi dell’INAIL, che nella relazione annuale 2023 riferiscono 590.215 denunce di infortuni, di cui 1.147 con esito mortale, in media 3 al giorno.
L’analisi dei settori più colpiti evidenzia che un quarto degli infortuni in occasione di lavoro del 2023 è concentrato nel comparto manifatturiero, seguito da sanità e assistenza sociale (14%), costruzioni (13%), trasporto e magazzinaggio (12%) e commercio (11%).
Anche le malattie professionali sono in aumento: con 76.210 denunce registrate nel 2023, +19,8% rispetto alle 60.633 mila dell’anno precedente. Cifre agghiaccianti.
Una riduzione significativa di questi numeri passa inevitabilmente attraverso la prevenzione primaria: la vigilanza sui luoghi di lavoro, la formazione continua dei lavoratori e il miglioramento della cultura aziendale sono pilastri fondamentali, resi efficaci dalla competenza dei professionisti che ne curano l’applicazione.
Il Tecnico della prevenzione negli ambienti e nei luoghi di lavoro (TPALL) è un professionista sanitario di importanza straordinaria in questa battaglia. Unico nel suo ambito, il TPALL si distingue per la sua formazione altamente specializzata, ottenuta attraverso un corso di laurea dedicato, che ne conferisce il titolo abilitante. Le sue competenze spaziano dal settore pubblico, dove opera come Ufficiale di polizia giudiziaria presso i Dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie locali (ASL) per ispezioni e indagini in materia di sicurezza, al settore privato, dove fornisce consulenza e supporto alle imprese per garantire ambienti di lavoro sicuri e salubri.
La Commissione di albo nazionale dei TPALL, consapevole dei rapidi mutamenti nel mondo del lavoro, propone un nuovo un cambio di paradigma, che va oltre la semplice repressione delle infrazioni, puntando su iniziative concrete. Tra queste, l’introduzione di programmi educativi sulla sicurezza nelle scuole e la possibilità per le aziende di detrarre il 120% degli investimenti destinati alla tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Tra le proposte, inoltre, una riforma dell’accesso alle qualifiche per le figure chiave della sicurezza nelle aziende e nei cantieri temporanei e mobili (RSPP, ASPP, CSP, CSE, ecc.).
Altre misure l’investimento nei Piani mirati di prevenzione, che prevedono un coinvolgimento attivo delle imprese nell’adozione delle migliori pratiche senza il timore di sanzioni, e il potenziamento degli organici dei Dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie locali, in linea con il numero di imprese presenti sul territorio. Parallelamente, la Commissione di albo nazionale dei TPALL, propone l’istituzione di spazi di confronto e supporto per le aziende, oltre al miglioramento della qualità e dell’efficacia della formazione obbligatoria dei lavoratori, con l’obiettivo di promuovere una maggiore consapevolezza del “valore del proteggersi”.
Tra le proposte vi è anche la creazione di una banca dati condivisa tra vari enti (Aziende Sanitarie, INAIL, INL, Ministero della Salute, INPS, ISTAT, SNPA, GEA) per ottimizzare il coordinamento dei controlli, e l’istituzione di un Osservatorio permanente che riunisca istituzioni e portatori di interesse per sostenere le decisioni politiche in materia di sicurezza sul lavoro. Questi temi sono attualmente oggetto di discussione presso il tavolo tecnico istituito dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
La campagna “La prevenzione è la soluzione” rappresenta quindi un ulteriore passo avanti in questa direzione, portando il tema della sicurezza sul lavoro direttamente nelle case degli italiani.
Per implementare un processo di miglioramento della cultura della prevenzione siffatto risulta indispensabile mutare anche l’approccio sul come comunicare con i destinatari del messaggio: lavoratori, datori di lavoro, istituzioni e lavoratori del domani. Lo spot, con la partecipazione straordinaria di Clementino, vuole rappresentare proprio questo: un nuovo modo di condividere la cultura della prevenzione.
-foto ufficio stampa FNO TSRM e PSTRP-
(ITALPRESS).

Lavoro, formazione continua al centro della doppia transizione

MILANO (ITALPRESS) – La formazione continua dei lavoratori e la sua importanza per affrontare la doppia transizione ecologica e digitale. Questo l’argomento al centro dell’intervista di Claudio Brachino ad Aurelio Regina, presidente di Fondimpresa, Natale Forlani, presidente di Inapp (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche), e Marco Piccolo, ceo della Reynaldi, per il magazine televisivo Italpress Economy.
La formazione continua dei lavoratori “fondamentale” ed “è importante per accompagnare questo processo di trasformazione. Credo che sia importante che anche la parte pubblica accompagni lo sforzo delle imprese: ci sono ritardi o azioni mai realizzate, ancora oggi la formazione finanziata viene considerata dall’Unione Europea un aiuto di Stato”, ha detto Aurelio Regina.
Per Natale Forlani “l’errore di fondo è ritenere che basta spingere sugli investimenti per determinare degli effetti sull’occupazione: la crescita ovviamente è importante, ma la capacità di valorizzare il capitale è data dalla qualità delle persone, quindi l’investimento sulle persone è una condizione dello sviluppo. Bisogna cambiare il paradigma: avremo una perdita di 4 milioni di persone in età di lavoro da qui al 2040, rigenerare in maniera quantitativa e qualitativa la popolazione attiva è una condizione di sostenibilità di tutto l’impianto, non solo economico ma anche sociale. Investire sulle risorse umane e anche imprenditoriali è la priorità”.
Secondo Marco Piccolo “il sistema Paese sconta dei ritardi storici sulle riforme non realizzate: siamo inchiodati, ci mettiamo anni per discutere, ma il mondo economico va avanti. Manca un coordinamento fra istituzioni, formazione e lavoro”.
Per Regina, le aziende italiane “stanno rispondendo bene” alla sfida delle transizioni, su quella “ecologica le nostre imprese sono più avanti rispetto a quella digitale”, ma “c’è una maggiore consapevolezza” del fatto “che due questi due momenti di cambiamento trasformativi per la nostra industria – ma anche per la società e per l’economia – debbano essere legati sempre di più alle strategie industriali e quindi debbano entrare profondamente nei sistemi produttivi”. Secondo Forlani “c’è una parte del tessuto produttivo che risponde bene, quello più esposto alla competizione e che è più stimolato a introdurre innovazioni, soprattutto digitali. La sperimentazione realizzata da Inapp insieme a Fondimpresa, con 100 aziende che hanno sperimentato la combinazione dell’utilizzo del capitale con la formazione dei lavoratori, ha dato risultati strepitosi in termini di soddisfazione delle imprese, di produttività e di competitività, ma anche di autostima dei lavoratori e crescita delle competenze. Sono esempi che possono tracciare una strada”.
Per Piccolo, che è anche delegato alla Sostenibilità ed Etica delle imprese per Confindustria Piemonte, “in questo momento di transizione, le piccole e medie imprese hanno necessità di formazione. Ci sono stati tantissimi investimenti sulla digitalizzazione delle imprese, ma il problema vero è il cambiamento del paradigma mentale”. Anche quello della sostenibilità è “un nuovo mondo che nasce velocemente e non ci sono ancora laureati, bisogna trovare o formare figure specifiche in azienda. Questo cambiamento deve essere velocissimo”.
Anni fa, ricorda Regina, “il problema principale del mercato del lavoro era la disoccupazione. Oggi è esattamente il contrario: abbiamo più posti di lavoro che lavoratori, a causa della crisi demografica, che purtroppo in Italia sta diventando un serio problema”, e “per la grande velocità di questi cambiamenti. Il sistema di formazione non è adeguato a questo tipo di velocità”. “La formazione oggi – prosegue – diventa fondamentale per colmare questo mismatch e far transitare i vecchi lavoratori in nuovi lavori e per garantire anche ai lavoratori extra UE di entrare nel nostro sistema e poter sopperire alle nostre carenze di personale”. Per Forlani “le aziende italiane spendono poco in formazione, anche per la struttura produttiva che è fatta in larga parte di piccole e piccolissime imprese” e “le buone esperienze fanno fatica a diffondersi. Abbiamo una domanda di competenze largamente superiore alla capacità di risposta: la risorsa umana è un bene preziosissimo per la capacità di sviluppo di un Paese”. Anche Piccolo sottolinea che “il mondo sta cambiando velocemente” e “le persone devono studiare e continuare a formarsi. Oggi i giovani non cercano solo imprese che diano uno stipendio, ma anche che diano un valore aggiunto di formazione. Gli imprenditori devono iniziare a capire che il sistema di formazione dei collaboratori è strategico per le imprese e per tenere le persone con sè”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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Mattarella “Non ci sono più parole per la poca sicurezza sul lavoro”

BOLOGNA (ITALPRESS) – “Non vi sono più parole adeguate per esprimere l’allarme e l’angoscia per gli incidenti che colpiscono chi sta lavorando. Per l’insufficienza della sicurezza per chi lavora”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in apertura della Biennale dell’economia cooperativa in corso a Bologna, riferendosi al tragico incidente sul lavoro che ieri è costato la vita a due operai.
Il capo dello Stato ha anche espresso solidarietà ai territori colpiti dal maltempo in Emilia-Romagna: “Gli alluvioni sull’altro versante stanno colpendo queste terre con una frequenza e una intensità che non si conosceva. Conseguenza di evidenti mutamenti climatici. Ma i danni che attraversano migliaia di famiglie sono anche conseguenza di trasformazioni del territorio intervenute da lungo tempo. Dal passato”. Per questo secondo Mattarella “è necessario un intervento di carattere straordinario, che coinvolga istituzioni e società civile, imprese e cittadini, e che non sottovaluti misure di salvaguardia”.

– Foto ufficio stampa Quirinale –

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Formazione motore di cambiamento nell’era Twin Transition

ROMA (ITALPRESS) – E’ stato presentato il Rapporto Fondimpresa – Inapp “La sfida della formazione in azienda nell’era delle twin transition”. Il rapporto, che nasce da una indagine promossa da Inapp e Fondimpresa, analizza i risultati degli interventi di formazione continua in Italia di oltre 100 casi aziendali e sull’indagine rilevazione delle opinioni dei lavoratori e delle aziende che hanno coinvolto più di 10.000 lavoratori in aziende che occupano circa 400.000 dipendenti. L’analisi pone particolare attenzione sull’efficacia della formazione continua per potenziare le competenze dei lavoratori, al fine di rendere sostenibili le transizioni digitali e ambientali nella produzione e nelle organizzazioni del lavoro.
I risultati ottenuti nel corso del 2022, illustrati da Valentina Ferri (ricercatrice Inapp), Maurizio Bernava e Nausica Iencenelli (Fondimpresa), mettono in evidenza che il 40,1% lavora in imprese che ha investito in transizione verde ed è stato coinvolto in progetti sulle tecnologie abilitanti Industria 4.0. I corsi “green” hanno riguardato maggiormente il miglioramento dei prodotti e dei processi sul versante della sostenibilità ambientale (13,8%) e l’introduzione di nuovi prodotti e processi nelle organizzazioni del lavoro (6,8%). Questi progetti formativi hanno registrato una particolare concentrazione nelle aree del Nord Italia. L’incremento dei programmi è stato significativo nel periodo post pandemia Covid, questi ultimi contribuendo ad un significativo miglioramento della produttività e della competitività aziendale e al rafforzamento delle competenze dei lavoratori.
I risultati dell’indagine sono stati commentati dal Presidente di Fondimpresa Aurelio Regina, da Massimo Temussi, Direttore Generale delle Politiche attive per il lavoro, e da Simonetta Ponzi, Consigliera del CDA di Fondimpresa.
Aurelio Regina, ha dichiarato: “la collaborazione istituzionale tra Inapp e Fondimpresa è ormai al suo quinto anno, abbiamo dimostrato che unendo le nostre esperienze e peculiarità si può dar vita a qualcosa di unico come il rapporto sul monitoraggio valutativo delle attività formative svolte dalle aziende, in questa edizione vengono analizzati piani che hanno riguardato le due transizioni, quella digitale e tecnologica e quella green, energetica ed ambientale. Trovo che questo tipo di attività qualitativa sulle attività svolte, anche se naturalmente a campione, visti i nostri numeri, sia molto Europeo, e leghi con trasparenza sia la nostra attività sia i risultati raggiunti a degli standard sempre più elevati.
La transizione tecnologica e digitale e la transizione green non sono più un optional, ma una necessità imprescindibile per imprese e lavoratori che intendano rimanere saldi e prosperi nel panorama economico contemporaneo”.
Nell’intervento conclusivo il Presidente dell’Inapp Natale Forlani ha sottolineato “il successo della progettazione degli interventi che associano l’introduzione di nuove tecnologie nelle organizzazioni del lavoro con i programmi mirati di formazione continua dei lavoratori che favoriscono il pieno sviluppo delle potenzialità degli investimenti e della produttività. Sono esempi che vanno implementati con il supporto dei fondi interprofessionali. I medesimi promossi dalle parti sociali anche nei settori che registrano una presenza diffusa di piccole imprese, e assunti nei programmi di politica attiva del lavoro per l’inserimento lavorativo dei giovani in uscita dai percorsi scolastici e universitari. Il rifinanziamento del fondo per le nuove competenze può diventare l’occasione per diffondere queste buone pratiche e aumentare il numero delle imprese e dei lavoratori coinvolti”.
-foto xb1 Italpress-
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Inps, Fava “Per sistema previdenziale sostenibile agire su entrate”

ROMA (ITALPRESS) – “L’equilibrio del sistema previdenziale dipende non solo dalla gestione delle uscite, ma anche dalla capacità di sostenere il flusso delle entrate, principalmente derivanti dai contributi versati dai lavoratori e dalle Imprese. Pertanto, per garantire un sistema previdenziale sostenibile, è essenziale agire sul lato delle entrate, utilizzando diverse leve che possano aumentare il numero di lavoratori occupati e migliorare la qualità dell’occupazione, con conseguenti effetti positivi sui salari”. Lo ha affermato il presidente dell’INPS, Gabriele Fava, in audizione alla Commissione Parlamentare di Controllo sull’attività degli Enti Gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale dove è intervenuto oggi a Roma con il Direttore centrale Pensioni, Vito La Monica e il Direttore centrale Studi e Ricerche dell’Istituto Gianfranco Santoro. “In accordo con quanto indicato nel Piano Strutturale di Bilancio le iniziative per garantire la sostenibilità sono diverse: occorre promuovere politiche attive che favoriscano la partecipazione al mercato del lavoro, come misure di conciliazione dei tempi vita-lavoro, che facilitino l’ingresso e la permanenza delle donne nel mondo del lavoro. Inoltre, è cruciale ridurre il disallineamento tra le competenze richieste dal mercato e quelle possedute dai lavoratori. Questo può essere fatto rafforzando l’interazione tra il sistema formativo e le imprese, promuovendo percorsi di formazione continua e investendo in programmi che mantengano aggiornate le competenze professionali, per rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione. Utili per incrementare la base contributiva sono le misure volte a perseguire il prolungamento della vita lavorativa attraverso incentivi alla permanenza nel mercato del lavoro. Non trascurabile è il contributo al miglioramento della sostenibilità del sistema che può derivare dall’incremento della produttività e della crescita economica attraverso il potenziamento degli investimenti. Infine, come osservato anche dalla Corte dei Conti, è fondamentale che le regole di accesso al sistema siano certe e stabili: il susseguirsi di interventi temporanei mina la solidità del sistema”, aggiunge Fava. Incrementare la partecipazione al mercato del lavoro, specialmente per i gruppi demografici sottorappresentati come le donne e i giovani, può contribuire a sostenere finanziariamente il sistema pensionistico attraverso maggiori contributi previdenziali. Un aumento del tasso di partecipazione delle donne e dei giovani (soprattutto NEET) potrebbe mitigare le note tendenze demografiche sfavorevoli. Interventi strutturali volti a stimolare l’innovazione e l’internazionalizzazione, insieme a una “alimentazione” costante delle skills dei lavoratori, sono cruciali per affrontare le sfide della stagnazione della produttività e per assicurare un equilibrio di lungo termine del sistema previdenziale. Senza un’adeguata strategia industriale, le opportunità di crescita rischiano di restare limitate, con ripercussioni negative sia per il sistema economico sia per la sostenibilità del welfare.
“Importante per le giovani generazioni il ruolo dell’ascolto e dell’educazione previdenziale, attraverso campagne mirate informative e educative. Uno degli obiettivi della nuova Governance dell’INPS è “ingaggiare” le giovani generazioni, anche chi è fuori dal mercato del lavoro o non ha una occupazione stabile, sulla “questione previdenziale”, e aiutarle nella costruzione del proprio “salvadanaio previdenziale”, prima di tutto informando e formando meglio a partire dalle scuole e dalle università. Il pilastro su cui l’Istituto vuole impostare il suo rapporto con i giovani, nell’ottica del cosiddetto welfare generativo, è l’attenzione all’estratto conto previdenziale, che va gestito come un vero e proprio “salvadanaio” e consultato, tramite gli strumenti telematici a disposizione degli assicurati, con regolarità lungo tutta la carriera lavorativa e contributiva e in tutti i passaggi da un rapporto di lavoro ad un altro, sia per controllare la correttezza dei versamenti contributivi che per eventuali valutazioni in merito al ricorso alla previdenza complementare, conclude Fava. (ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

Meloni “La sicurezza sul lavoro non è un costo ma un diritto”

ROMA (ITALPRESS) – “La sicurezza sul lavoro è una priorità che questo Governo ha posto al centro della sua azione, a partire dal confronto con le organizzazioni datoriali e sindacali. Perchè la sinergia tra Istituzioni, parti sociali, lavoratori e imprese è la chiave di volta per diffondere la cultura della prevenzione e ridurre così gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un messaggio inviato in occasione della relazione annuale 2023 dell’Inail. “Più prevenzione, più controlli, pene più severe per chi non rispetta le regole. Questa è la strategia che il Governo sta portando avanti, e che ha trovato declinazione concreta nei diversi provvedimenti adottati finora. Abbiamo disposto l’assunzione di 1600 ispettori del lavoro in più, con l’obiettivo di incrementare sensibilmente il numero delle ispezioni. Dal 1° ottobre – ricorda – è operativa la ‘patente a creditì per il settore dell’edilizia, una novità importante che non solo monitora ma anche incentiva il miglioramento delle condizioni di sicurezza nei cantieri, premiando le imprese virtuose e sanzionando quelle che non lo sono. Abbiamo incoraggiato le imprese a migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori, anche attraverso le maggiori risorse stanziate per i bandi ISI, passate dai 333 milioni di euro del 2022 ai 500 milioni per il 2024. Siamo intervenuti anche sul piano delle sanzioni, sia amministrative che penali, reintroducendo il reato di somministrazione illecita di lavoro, fattispecie depenalizzata in passato ma risultata essere la più cresciuta nel tempo”.
“La sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un diritto di ogni lavoratore. Garantire questo diritto è una priorità permanente, che deve vedere tutti in prima fila”, sottolinea il premier, secondo cui l’Inail “gioca da sempre un ruolo determinante, e io credo che le sue competenze e le sue professionalità possano essere decisive per costruire, insieme, un efficace e comune strategia nazionale per il contrasto del fenomeno infortunistico. L’evento di oggi ci consente di avviare anche una riflessione sul futuro dell’INAIL e sulle sfide che ha di fronte a sè per rafforzare la sua mission. Mi riferisco al contributo che l’Istituto può offrire per aggiornare e rendere più efficace la normativa esistente – osserva -, rendendola più aderente ai cambiamenti nel mondo del lavoro; al potenziamento della prevenzione, premiando le imprese che investono su salute e sicurezza; al miglioramento delle prestazioni socio-sanitarie; alla valorizzazione della ricerca, implementando la sinergia con network europei e internazionali; alla promozione della cultura della sicurezza, purtroppo ancora non diffusa a sufficienza. In quest’ottica sono convinta che possa essere uno strumento efficace per portare il tema della sicurezza sul lavoro anche nelle scuole, per formare cittadini consapevoli dei diritti, dei doveri e delle tutele dei lavoratori”, conclude Meloni.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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Al Festival dell’Economia Civile di Firenze si parla di lavoro e welfare

Proseguono i lavori per la 6ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile, che si sta tenendo a Firenze e terminerà domenica 6 ottobre.

Tra i tanti temi affrontati, anche quello del welfare e del lavoro alla presenza di Maria Teresa Bellucci (Viceministro del lavoro e delle politiche sociali) che ha dichiarato: «Vogliamo cambiare il paradigma delle politiche sociali, non più da intendere come mero assistenzialismo. Per anni siamo stati abituati a un trasferimento economico diretto verso il basso, ma che lasciava un po’ troppo poco a tutti, soprattutto ai più fragili. Questo non è nel nostro indirizzo politico, per questo abbiamo ribaltato da subito questa visione. Terzo settore e cooperazione in sono strumenti strategici del welfare di prossimità, perché dal basso danno la possibilità di rispondere alle necessità della comunità e dei cittadini. Per questo noi vogliamo costruire uno Stato di politiche sociali che favoriscano l’iniziativa dei cittadini come singoli e collettività».

Bellucci ha rimarcato l’importanza della riforma della non autosufficienza rivolta alle persone anziane: «Abbiamo approvato un disegno di legge delega in tempi record, abbiamo approvato il conseguente decreto legislativo, stiamo scrivendo i provvedimenti attuativi di questa riforma epocale che cerca di dare risposte alle persone anziane che hanno costruito la nostra nazione e che oggi devono vedere uno stato che è in grado di poterle accompagnare in questa fase della vita. Con questa riforma stiamo parlando di diritto di ogni persona di poter rimanere a casa per avere lì le cure, quindi l’assistenza domiciliare, la possibilità delle nuove tecnologie quindi della telemedicina, e anche tutta una serie di azioni che permettono di promuovere una migliore qualità della vita».

Altro argomento affrontato, è stato quello del disarmo nucleare. Francesco Vignarca (Coordinatore Campagne – Rete Italiana Pace e Disarmo) ha dialogato sul palco di Palazzo Vecchio a Firenze con Melissa Parke (Direttrice esecutiva della Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari – ICAN, Premio Nobel per la pace 2017).

«Immaginate – ha detto Melissa Parke – una guerra nucleare tra Russia e USA: la civiltà verrebbe distrutta. Sfortunatamente il rischio nucleare non è mai stato così alto, la minaccia nucleare non è mai stata così alta. La cosa agli armamenti nucleari è sempre più rapida. Quindi adesso è il momento che la comunità internazionale e che la società civile agiscano contro questi rischi perché non c’è più tempo. Il disarmo è una questione che riguarda l’umanità intera. Una guerra nucleare non sarebbe solo genocida, ecocida ma anche suicida. La storia ci insegna che le armi nucleari non hanno fatto nulla per la pace o per evitare conflitti, visto che anziché fornire sicurezza e stabilità sono usate per intimidire e costringere.  La concezione egoistica della sicurezza nazionale, propria delle potenze nucleari, si basa sull’errata concezione della deterrenza nucleare, mentre contemporaneamente mette a rischio la sicurezza dell’intera umanità. La realtà è che finché le armi nucleari esisteranno, ci sarà la possibilità che vengano usate anche solo per incidente, come già è accaduto. Oggi possiamo e dobbiamo scegliere di eliminare le armi nucleari e il rischio che rappresentano, perché noi le abbiamo costruite e noi le possiamo smontare, serve solo volontà politica».

Parke ha poi esortato i partecipanti e soprattutto i giovani alla partecipazione. «Ci sono molte cose che possiamo fare a livello individuale e collettivo. Più di 800 città nel mondo hanno firmato l’appello di Ican per il disarmo nucleare, abbiamo 100 città italiane che hanno aderito all’appello, anche Roma e speriamo che anche Firenze aderisca presto. È importante – ha concluso Parke – che qualsiasi siano le nostre possibilità tutti noi ci rendiamo conto che possiamo mettere piccoli pezzetti del puzzle per pretendere dai nostri governi di rispettare gli accordi internazionali, come quelli sui diritti umani e sulla sostenibilità».

fonte foto: Ufficio stampa Festival Economia civile