Lavoro & Welfare

Manpower, cresce l’occupazione a tempo indeterminato

ROMA (ITALPRESS) – “Oggi il 35 per cento dei nostri lavoratori è assunto a tempo indeterminato. Un dato molto importante, che segna anche la storia delle agenzie per il lavoro in questi ultimi 25 anni, la nostra è stata la prima in Italia ad ottenere l’autorizzazione a operare”. Lo ha detto Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di Manpower Group Italia, intervistata da Cesare Damiano per il Focus Lavoro & Welfare dell’agenzia Italpress.
“Da un lato è una condizione necessaria, oggi le ultime ricerche della nostra azienda evidenziano che un 75 per cento di talent shortage, quello che viene richiesto dalle aziende non coincide con quello che è effettivamente a disposizione dal punto di vista delle competenze nel mondo del lavoro. Assumere quindi un lavoratore a tempo indeterminato – prosegue Gionfriddo – è diventato pressochè obbligatorio rispetto a certe professionalità e certe competenze. Avere una assunzione a tempo indeterminato significa soprattutto che nel momento in cui il lavoratore non presta la propria prestazione lavorativa presso un’azienda cliente, potrà usufruire di una indennità, almeno di 6 mesi, ed entrare anche in un programma che favorisca la ricollocazione lavorativa, in modo di avere una continuità professionale”.
Parlando di come il lavoro sia cambiato dopo la pandemia, Gionfriddo sostiene che “con il ritorno alla normalità sono cambiate anche le attitudini e le aspettative di chi cerca un lavoro. Oggi anche all’interno della nostra azienda ci sono diverse platee generazionali: ci sono i boomers, i lavoratori della generazione X, della generazione Z, e i Millennials. Se prendiamo ad esempio la generazione Z, i ragazzi che nel 2035 saranno circa il 30 per cento della forza lavoro, questi ragazzi anche a seguito dell’emergenza sanitaria, oggi cercano, prima ancora dello stipendio e del valore economico, un datore di lavoro che abbia dei valori etici, dei principi, anche legati al tema della diversità, dell’inclusione. C’è quindi da parte di questa generazione un’attenzione alla possibilità di lavorare serenamente, che in certi casi coincide con la voglia di lavorare in smart working. La vera sfida oggi che abbiamo noi operatori del mercato del lavoro – spiega ancora l’amministratrice delegata di Manpower Group Italia – è capire che il senso del lavoro è diverso. Quello che noi possiamo offrire dal punto di vista del welfare diventa davvero differenziale”.
“Quando noi assumiamo un lavoratore a tempo indeterminato lo affianchiamo a un talent agent, un profilo che lavora in tutte le nostre 250 filiali in tutta Italia. In questo modo il candidato prima ancora di essere assunto viene preso in carico da chi lavora sul suo talento individuale. Vuol dire anche entrare in un percorso al cui interno ci sono soluzioni welfare: un supporto all’iscrizione di una palestra, una scontistica per entrare al cinema, per l’acquisto di libri, per l’abbonamento online di riviste o tv digitale. Cerchiamo quindi di costruire dei pacchetti di welfare tipici di quel talento, che ancora una volta sono identificati rispetto alla sua generazione e alla sua professionalità, sulla quale poi andiamo a costruire anche dei percorsi di formazione o di aggiornamento”.
“Il nostro Gruppo – aggiunge – ha dato un rilevante contributo soprattutto all’occupazione femminile e giovanile. Due target molto sentiti, e sui quali la nostra azienda lavora da sempre. Il nostro Gruppo è composto peraltro per circa il 70 per cento da personale femminile, e lavoriamo molto sui giovani, anche i cosiddetti Neet, gli inattivi”.

– foto Italpress –

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Imprese, cresce impegno verso i temi della Diversity, Equity & Inclusion

MILANO (ITALPRESS) – Si registra un impegno crescente di aziende e istituzioni verso i temi della Diversity, Equity & Inclusion, anche alla luce di quanto promosso dall’Agenda Onu 2030. Dalle dichiarazioni delle aziende si evince che puntare in questa direzione non sia solo un dovere etico, ma anche una questione di competitività: il 94% delle imprese che mettono in campo iniziative di DE&I afferma infatti che queste apportano benefici a livello di innovazione, attraction, retention e redditività. E’ uno dei dati che emerge dalla ricerca “Diversity, Equity & Inclusion: creare valore per il mondo del lavoro e per la società” presentata da The Adecco Group Italia, player di riferimento nei servizi dedicati alla gestione delle Risorse Umane a livello globale.
Tuttavia, l’indagine rivela anche un dato che impone una seria riflessione sulla sfida culturale che attende il Paese: più di 1 italiano su 5 (22%) ritiene che le attività di DE&I impattino negativamente sull’azienda. Nel dettaglio, tra coloro che sostengono questa posizione, il 45% afferma che queste attività compromettono il clima aziendale, il 34% che complicano i processi in azienda, il 21% che comportano una dispersione di risorse finanziarie.
Alla base di questa percezione negativa si celerebbe un evidente gap culturale, dettato da una scarsa consapevolezza, informazione e formazione dei cittadini sull’importanza di questa rilevante tematica. Non solo il 42% degli italiani non conosce il significato dell’espressione “Diversity, Equity & Inclusion”, ma il 77% afferma di non avere ricevuto alcuna formazione in azienda rispetto a questo tema, mentre il 67% non viene informato circa le attività di DE&l intraprese dal datore di lavoro.
Una sfida culturale che è necessario affrontare proprio per sfruttare appieno il potenziale che un maggiore coinvolgimento in attività di DE& da parte di aziende, istituzioni e cittadini può comportare sul tessuto economico nazionale e sull’intero sistema Paese.
Analizzando i dati dello studio, emerge infatti che per il 35% delle aziende la DE&I ha un impatto positivo sulla talent retention; per il 27% comporta un miglioramento dei processi decisionali e dell’innovazione attraverso lo scambio di idee, punti di vista ed esperienze e per il 13% genera migliori risultati finanziari e di redditività. Ma non solo: secondo il 25% delle imprese, la DE8I favorisce l’attrazione dei talenti da parte delle aziende; per 1 italiano su 2, rappresenta difatti un fattore determinante nella scelta dell’azienda per cui lavorare.
Consapevoli dei punti di forza della DE8I, ad oggi il 51,7% delle aziende italiane è “molto” o “abbastanza” impegnato su questo fronte: di queste, il 39% promuove attività presso i dipendenti e la comunità in cui opera, il 36% si rivolge unicamente ai dipendenti e il 16% si impegna solamente in attività di comunicazione. Tra gli ambiti di intervento più frequenti vi sono la parità di genere (26%), seguita dall’attenzione alle condizioni di salute (22%), dall’intercultura (18%) e dall’apertura nei confronti di orientamenti sessuali differenti (12%).
Particolare attenzione viene poi dedicata al principio di equità: se, infatti, il 36% delle medie imprese (50-250 dipendenti) garantisce pari risorse e opportunità di crescita professionale, il 32% delle grandi aziende si impegna a favorire un equo trattamento nei processi di selezione a candidati con background differenti. A loro volta, il 33% delle piccole si assicura che tutti i dipendenti abbiano le stesse opportunità di retribuzione a parità di competenze.
Nonostante si registri, dunque, una crescente attenzione verso la DE&I, emergono diversi fronti su cui è necessario intervenire. Non soltanto il 30% delle aziende non organizza alcuna attività, ma tra quelle che affermano di impegnarsi, il 59% non prevede in realtà alcuna strategia specifica, per implementare e intensificare le iniziative in essere, e il 57% non ha stanziato un budget dedicato. Di queste, la maggioranza è rappresentata dalle piccole imprese che solo nel 17% dei casi hanno definito un piano di azione e nel 7% prevedono un budget dedicato.
In questo contesto, non può sorprendere che il 67% delle aziende impegnate nella Diversity, Equity & Inclusion dichiari di non disporre di strumenti necessari per misurare le performance e gli effetti sul proprio operato. Una criticità evidente soprattutto nelle piccole imprese che, meno strutturate di quelle più grandi, faticano maggiormente a mettere a punto iniziative concrete e misurabili.
“La Diversity, Equity & Inclusion è un tema che a livello governativo e tra le politiche aziendali è sempre più centrale; anche a livello di opinione pubblica, aumenta la consapevolezza rispetto alle reali potenzialità della DE&I a favore dell’intero Sistema Paese – ha commentato Monica Magri, HR & Organization Director di The Adecco Group Italia -. Tuttavia, rimangono importanti passi da fare per potenziare quelle competenze e risorse che consentano alle imprese di mettere a terra strategie per favorire la diversità, l’equità e l’inclusione e investire in modi più strategici su informazione e formazione dei collaboratori e le comunità in cui operano. Alla luce di ciò, è fondamentale che venga avviata una collaborazione sinergica tra istituzioni, cittadini e aziende, per sviluppare consapevolezza sul tema e contribuire a un cambiamento culturale, affinchè la DE&I diventi un elemento sempre più fondante delle strategie aziendali e sociali”.
“I dati emersi da questo studio delineano una tendenza crescente da parte delle aziende italiane a investire in attività di DE&I, seppur ci sia ancora molto lavoro da fare. Oltre la metà delle imprese è infatti impegnata su questo fronte, sebbene quasi 6 su 10 non mettano a punto un piano strategico per implementare e intensificare le attività di Diversity, Equity & Inclusion e non stanzino un budget dedicato. Per accelerare questo processo, è necessario supportare le imprese nella diffusione di una cultura della DE&I più capillare al proprio interno e aiutarle ad acquisire tutti gli strumenti necessari per misurare gli effetti positivi di queste iniziative sull’intero sistema aziendale”, ha aggiunto Claudio Soldà, CSR & Public Affairs Director di The Adecco Group Italia.

– foto xh7/Italpress –
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Sicurezza sul lavoro, Fno Tsrm e Pstrp “Emendamento Senato sana vulnus”

ROMA (ITALPRESS) – La Commissione Affari Sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato ha approvato nella seduta del 15 giugno un emendamento al decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48 (cd Decreto Lavoro) “che dopo circa 20 anni sana una palese incongruenza tra i diversi disposti normativi che si sono succeduti in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”. Lo sottolinea la Federazione nazionale Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (Fno Tsrm e Pstrp).
In particolare, l’emendamento presentato dalla Vicepresidente Senatrice Cantù e sottoscritto dalle colleghe del Gruppo Lega Senatrici Murelli e Minasi interviene sul capo II del Decreto, riguardante gli interventi urgenti in materia di rafforzamento delle regole di sicurezza sul lavoro e di tutela contro gli infortuni, nonchè di aggiornamento del sistema di controlli ispettivi, “andando a sanare un vulnus dell’art. 98 del Dlgs n. 81/2008 che disciplina il cruciale tema della sicurezza nei cantieri”, spiega la Fno Tsrm e Pstrp).
“Nello specifico nel succitato art. 98 non era prevista la laurea in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro tra i requisiti necessari per svolgere il ruolo del coordinatore per la progettazione e del coordinatore per l’esecuzione dei lavori nell’ambito dei cantieri temporanei o mobili, ovvero due figure di importanza strategica per l’attuazione delle procedure di prevenzione degli infortuni in un contesto lavorativo caratterizzato da un alto indice infortunistico – prosegue la nota -. Ciò, oltre a costituire una grave disparità tra professionisti, privava il sistema della prevenzione della professionalità del Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro (TPALL), figura cardine in materia di salute e sicurezza nei contesti lavorativi”.
“Voglio esprimere il mio sincero ringraziamento e la mia gratitudine, anche a nome di tutti i professionisti sanitari rappresentati, alla Vicepresidente Senatrice Cantù e alle colleghe Senatrici della Lega Murelli e Minasi, membri della Commissione, che hanno compreso appieno e condiviso la portata della proposta emendativa, che non rappresenta di certo l’affermazione di un mero interesse particolare o di una singola categoria professionale, seppur legittimo, ma costituisce un importante passo in avanti per l’intero sistema della salute e della sicurezza in un contesto, quello della sicurezza nei luoghi di lavoro, che ogni giorno tristemente registra incidenti mortali e vede in costante crescita le denunce di infortunio”, afferma la presidente della Federazione nazionale Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM e PSTRP).
A riguardo, il presidente della Commissione di albo nazionale dei Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, Maurizio Di Giusto, spiega: “Mi unisco ai ringraziamenti della Presidente Calandra alle Senatrici Cantù, Murelli e Minasi che hanno saputo cogliere, dopo anni di appelli e di richieste di risoluzione di tale incongruenza, l’importanza di un adeguamento della norma alla realtà operativa del sistema della salute e della sicurezza sul lavoro, riconoscendo al TPALL la professionalità e il ruolo che gli competono su un tema così importante per il nostro Paese”.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Manageritalia, terziario e sinergia industria per far crescere il Paese

ROMA (ITALPRESS) – Come far crescere il Paese? Come valorizzare la managerialità e le competenze? Quali le azioni per sostenere lo sviluppo del terziario e dei servizi? Quali leve fiscali per favorire la crescita economica e lo sviluppo d’impresa? Questi alcuni dei temi su cui oggi presso gli spazi dell’Auditorium della Conciliazione di Roma, oltre 1600 tra manager e dirigenti hanno discusso con i rappresentanti del Governo e delle Istituzioni in occasione della 100° Assemblea nazionale di Manageritalia. La giornata dal titolo “I Manager per l’Italia – il nostro impegno e l’agire della politica”.
Nella relazione d’apertura il presidente di Manageritalia, Mario Mantovani, non ha mancato di ricordare la scomparsa del Silvio Berlusconi imprenditore illuminato e precursore della cultura manageriale in Italia. Successivamente ha tracciato una panoramica su minacce ed opportunità per il Paese, ha focalizzato l’attenzione su alcuni aspetti strategici: Trasformazione del lavoro, Welfare integrato: pubblico, privato e contrattuale, Fisco; Ruolo e crescita del terziario italiano; Turismo; Sostenibilità e transizione ambientale.
“La giornata di oggi – ha spiegato Mantovani – vuole essere una pietra miliare per ripartire con una visione del Paese condivisa che passi dall’ottica low cost a quella della qualità. Qualità intesa come competenze e valorizzazione dei nostri punti di forza, nonchè risoluzione di atavici ritardi che incidono su lentezza e scarsa capacità di innovare del Paese a livello economico e sociale. I manager, benchè ancora troppo pochi in un’economia a trazione familiare e nel terziario, che pesa il 73% del Pil pur misconosciuto nelle politiche di sviluppo, devono costituire un elemento decisivo e fondamentale per fare il salto di qualità necessario per il sistema Paese e per vivere da protagonisti le sfide principali della transizione ambientale e dell’innovazione tecnologica”.
La 100^ assemblea di Manageritalia ha rappresentato un appuntamento importante per il management e il mondo economico italiano oltre ad essere un traguardo significativo per l’associazione che, ad oggi, annovera oltre 41mila iscritti tra manager, dirigenti, executive professional e quadri che operano nel settore più strategico per il Paese, quello dei servizi. Il terziario rappresenta quasi tre quarti del Pil, con circa il 73% del Pil prodotto in Italia (63% il terziario di marcato), nei paesi dell’Eurozona. Un’occasione unica per affermare il ruolo preminente del terziario affinchè il comparto abbia finalmente il giusto riconoscimento nelle policy e nelle azioni di Governo nonchè nella valorizzazione del ruolo internazionale dell’Italia, rivalutando il ruolo strategico della figura del manager e della sua competenza quale risorsa essenziale e strategica per la crescita delle imprese, della società e dell’intero sistema Paese.
L’Assemblea è proseguita con la tavola rotonda che ha visto protagonisti alcuni dei dirigenti dei differenti comparti del terziario come: Francesco Baroni, Country Manager Italia GiGroup Holding e presidente Assolavoro; Manuela Braiuca, CFO Auto Marocchi; Damiano De Crescenzo, Direttore generale Planetaria Hotels e Carla Masperi, CEO Sap Italia moderati dalla giornalista di Sky Tg24 Mariangela Pira.
Un momento di confronto che ha evidenziato la necessità del Paese di avvalersi delle migliori competenze per gestire al meglio i processi di transizione in atto: digitale, ecologica e dell’organizzazione del lavoro.
Nel corso della giornata grande spazio è stato dedicato anche alle nuove generazioni, agli studenti e ai futuri manager che sentono di appartenere all’Europa ma non sempre sentono la vicinanza alle Istituzioni europee. In quest’ottica Manageritalia ha colto l’occasione della 100^ assemblea per stimolare l’empowerment dei giovani vincitori delle borse di studio del Fondo Mario Negri e farli diventare attori del proprio cambiamento, incoraggiandone l’impegno civico nel segno di una visione sempre più europea. Grazie alla piattaforma digitale “Un Ponte sul Futuro” di Manageritalia i ragazzi e le ragazze presenti hanno potuto scegliere tra diversi temi: dal diritto alla casa per gli studenti al diritto a un lavoro dignitoso passando per la libera informazione sino all’accesso a una adeguata formazione e così via.
Individuato il tema i ragazzi guidati da Antonio Parenti, direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e, in video conferenza, dagli eurodeputati Brando Benifei e Carlo Fidanza oltre a Laura Moresco di Fondazione Megalizzi e Federica Vinci di Volt Europa, hanno prodotto un documento da presentare al prossimo Parlamento europeo: un election pledge nato dal basso e volto a favorire la partecipazione ai processi democratici della generazione Z.

– foto ufficio stampa Manageritalia –
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Ad aprile occupazione in crescita

ROMA (ITALPRESS) – Ad aprile 2023, rispetto al mese precedente, all’aumento degli occupati si associa la diminuzione dei disoccupati e degli inattivi. Lo rende noto l’Istat.
L’occupazione cresce (+0,2%, pari a +48mila unità) per donne, dipendenti permanenti, autonomi, giovani e per chi ha almeno 50 anni; cala tra i dipendenti a termine e gli individui di età compresa tra i 25 e i 49 anni. Il tasso di occupazione sale al 61%.
Il numero di persone in cerca di lavoro, rispetto a marzo 2023, diminuisce (-0,7%, pari a -14mila unità) tra le donne, i giovani e i 35-49enni. Il tasso di disoccupazione totale scende al 7,8% (-0,1 punti), quello giovanile al 20,4% (-1,4 punti).
Il calo del numero di inattivi – tra i 15 e i 64 anni – è sintesi della diminuzione tra le donne e tra chi ha 50 anni o più e dell’aumento tra gli uomini e i 15-49enni. Il tasso di inattività scende al 33,6% (-0,1 punti).
Confrontando il trimestre febbraio 2023-aprile 2023 con quello precedente (novembre 2022-gennaio 2023), si registra un incremento del numero di occupati (+0,5%, pari a +123mila unità).
La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa all’aumento delle persone in cerca di lavoro (+0,2%, pari a +4mila unità) e alla diminuzione degli inattivi (-0,9%, pari a -117mila unità).
Il numero di occupati ad aprile 2023 supera quello di aprile 2022 dell’1,7% (+390mila unità). L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica negativa; il tasso di occupazione, che nel complesso è in aumento di 1,0 punti percentuali, sale anche in questa classe di età (+1,0 punti) perchè la diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva.
Rispetto ad aprile 2022, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-3,5%, pari a -72mila unità) sia il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-3,0%, pari a -383mila).
“Ad aprile 2023 prosegue la crescita dell’occupazione (+48 mila rispetto al mese precedente) che porta gli occupati a 23milioni 446mila – commenta l’Istat -. Il numero è superiore di 390mila unità rispetto a quello di aprile 2022, per effetto di un aumento dei dipendenti permanenti e degli autonomi che è maggiore della diminuzione dei dipendenti a termine. Su base mensile, il tasso di occupazione sale al 61,0%, mentre quelli di disoccupazione e di inattività calano al 7,8% e 33,6% rispettivamente”.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Il Gruppo Mondadori lancia il progetto genitorialità

MILANO (ITALPRESS) – Il Gruppo Mondadori rafforza il proprio impegno nella promozione di una cultura aziendale sempre più inclusiva con il lancio del progetto genitorialità. Si tratta di una nuova iniziativa che offrirà a tutti i neo-genitori del Gruppo un supporto concreto in una fase di forte cambiamento, con l’obiettivo di far vivere in modo inclusivo un evento molto importante della loro vita. La conciliazione tra vita lavorativa e privata e l’attenzione alle esigenze delle persone sono infatti ambiti che vedono Mondadori sempre più impegnata, attraverso progetti di Diversity & Inclusion che valorizzano l’unicità dei singoli: webinar tematici con contributi autoriali esterni, attività, servizi e survey – che si affiancano alle iniziative di welfare aziendale – per promuovere un confronto aperto e offrire strumenti che favoriscano il benessere delle persone.
Il nuovo progetto genitorialità del Gruppo Mondadori si inserisce all’interno di Mondadori Care, un piano aziendale che mette al centro il concetto di cura nel suo significato più ampio, come cura di sè, dei propri figli, dei propri genitori e della società.
“La riflessione da cui è nata Mondadori Care parte dalla consapevolezza che chi lavora nel nostro Gruppo, oltre alla sfera lavorativa, vive una molteplicità di altre dimensioni personali, come per esempio la nascita di un figlio, che spesso comportano carichi di cura importanti. Con queste iniziative vogliamo essere a fianco delle nostre persone anche nei momenti più delicati delle loro storie di genitori, di figli, e di membri della società in cui viviamo. Vogliamo ascoltare con attenzione le loro esigenze e mettere a disposizione competenze e strumenti, rinforzando così anche il loro senso di appartenenza a Mondadori”, ha dichiarato Francesca Rigolio, Chief Diversity Officer del Gruppo Mondadori.
A dare il via al progetto genitorialità il lancio di un manifesto, espressione di valori in cui il Gruppo crede, anche in un’ottica di sviluppo della cultura aziendale.
Sei i punti in cui si declina l’approccio di Mondadori alla genitorialità, intesa come: patrimonio sociale: per favorire una visione di genitorialità come moltiplicatore di benessere da promuovere sia all’interno del Gruppo sia nelle sedi istituzionali tramite il dialogo e confronto; responsabilità condivisa: per supportare un’equa ripartizione dei carichi di cura nella famiglia superando stereotipi di genere; discontinuità organizzativa ed emotiva: per favorire un confronto aperto e un approccio costruttivo, in modo da trasformare la temporanea assenza di una persona in un’opportunità di crescita personale, professionale e organizzativa; conciliazione tra realizzazione professionale e personale: per ascoltare con attenzione le esigenze di chi affronta questo momento di cambiamento e promuovere strumenti di flessibilità e di welfare che permettano un migliore equilibrio tra aspirazioni individuali e esigenze organizzative; rapporto di cura e affetto libero da stereotipi e convenzioni sociali: per estendere il supporto, tramite gli strumenti di legge a disposizione, a qualsiasi genitore e tipo di coppia, senza limitare la definizione di rapporto affettivo e di cura; scelta libera e non condizionata: per supportare la genitorialità come scelta e non come obbligo al fine di rispettare sia coloro che scelgono legittimamente di non avere figli sia coloro che non riescono a diventare genitori.
Per offrire un supporto concreto ai neo-genitori, il progetto prevede inoltre un parental kit che raccoglie tutti gli strumenti e le informazioni utili per pianificare al meglio il periodo prima, durante e dopo il congedo, dall’annuncio in azienda alla fase preparatoria fino al rientro.
Il parental kit è costituito da: una check list con indicazioni e suggerimenti pratici per organizzare al meglio questi mesi; un parental book con i dettagli normativi sulla maternità e paternità in Italia, oltre al regolamento interno di Gruppo; un servizio di counseling individuale dedicato alle nostre persone con figlie e figli fino ai 3 anni di età. Uno spazio di ascolto e di riflessione nel quale confrontarsi su eventuali dubbi relativi al rientro dal congedo, sui processi evolutivi e le eventuali difficoltà dell’essere genitori.
Il piano di iniziative di Mondadori Care, oltre al progetto genitorialità, ha visto tra le sue prime azioni il servizio sviluppato insieme all’associazione Atelier della Mente che, attraverso un percorso gratuito di colloqui di orientamento personalizzati, vuole dare una risposta concreta a chi è chiamato a prendersi cura di un parente con sospetto di decadimento cognitivo. Una tematica sociale sempre più diffusa a livello nazionale, come emerso anche in recenti ricerche che evidenziano come in Italia 1 lavoratore su 3 si faccia carico della cura di un familiare anziano o non autosufficiente e che la grande maggioranza dei caregivers (70%) sono donne di età compresa tra i 45 e i 55 anni (fonte: dati Istat).
Nel corso dell’anno Mondadori Care lancerà ulteriori iniziative volte a seguire il percorso di crescita delle figlie e dei figli delle persone del Gruppo con anche delle opportunità nell’orientamento scolastico.
Il progetto genitorialità è uno degli obiettivi per il 2023 del Piano triennale di sostenibilità del Gruppo Mondadori. All’interno del documento sono stati individuati ambiti strategici, target quantitativi e qualitativi, e azioni di breve e medio periodo finalizzati al miglioramento continuo delle performance in termini sociali, di governance e ambientali.
Il Piano si articola in tre macro ambiti di riferimento, coerenti con gli obiettivi globali dell’Organizzazione delle Nazioni Unite: “Social”: valorizzazione di persone, contenuti e luoghi per l’educazione e la cultura; “Governance”: promozione del successo sostenibile del business; “Environment”: diffusione della cultura ambientale e mitigazione degli impatti sugli ecosistemi.

– foto ufficio stampa Mondadori –
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Lavoro, nei primi 4 mesi creati oltre 200 mila posti

ROMA (ITALPRESS) – A marzo e aprile l’occupazione alle dipendenze ha continuato a crescere a ritmi sostenuti e superiori rispetto al 2022. Dall’inizio dell’anno, in quattro mesi, sono stati creati oltre 200.000 posti di lavoro, circa la metà di quelli attivati complessivamente nel corso dell’anno precedente.
La domanda di lavoro è stata trainata soprattutto dai servizi, in particolare dal turismo, dove sono stati creati poco meno di 40.000 posti di lavoro, corrispondenti a circa un
terzo del totale. E’ quanto emerge dai dati dell’analisi redatta congiuntamente dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dalla Banca d’Italia e dall’Anpal. Nel settore privato non agricolo la domnada di lavoro ha continuato ad aumentare a ritmi sostenuti: nei due mesi sono stati creati oltre 100.000 posti, al netto delle cessazioni, un valore simile a quello del primo bimestre e superiore sia agli andamenti medi del 2022, sia a quelli del 2019, prima della pandemia di Covid-19. La crescita dell’occupazione è ancora concentrata nella componente a tempo indeterminato (circa il 70%), ma proseguono i segnali di rafforzamento di quella a termine. Negli ultimi due mesi si è però rafforzato il ricorso al lavoro a termine, il cui saldo è più che raddoppiato nel confronto con il bimestre precedente (circa 35.000 posizioni da 15.000). Le imprese sono tornate ad attivare con maggior frequenza contratti a tempo determinato, dopo che molti di questi erano stati trasformati in permanenti nel corso del 2022. Nei primi due mesi del 2023, nonostante la crescita dell’occupazione, il numero di disoccupati amministrativi è rimasto sostanzialmente stabile, sostenuto dall’incremento dei tassi di partecipazione (0,3 punti percentuali in più rispetto al bimestre precedente).
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-foto agenziafotogramma.it-

Intesa Sanpaolo lancia Look4ward, Osservatorio per il lavoro di domani

MILANO (ITALPRESS) – Monitorare i fabbisogni di nuove competenze, di rigenerazione di figure professionali e di profili a sostegno dei nuovi business, in settori strategici per il Paese e supportare la progettazione di nuove iniziative di occupabilità. E’ l’obiettivo di Look4ward, l’Osservatorio per il lavoro di domani, realizzato da Intesa Sanpaolo con l’Università LUISS Guido Carli e in partnership con SIREF Fiduciaria, Accenture e Digit’Ed, presentato a Milano.
Con cadenza semestrale verrà pubblicato uno studio quali-quantitativo sulle competenze del mercato del lavoro nei settori Hospitality, Agrifood, Energy, Social & Health, Banking, It, con focus verticali su trend di rilievo – neet, passaggio generazionale, silver economy, blue economy e altri – per far emergere quali sono necessarie alla riqualificazione delle figure professionali e favorire l’inclusione socio-lavorativa. Dall’Osservatorio emerge come a fronte di un tasso di disoccupazione in Italia del 7,8%, che sale al 22,3% tra i giovani, il 45% delle aziende non riesce a reperire la manodopera necessaria allo sviluppo. Per colmare questo gap è necessario investire sulle competenze, soprattutto facendo leva su nuove tecnologie, sostenibilità e soft skills. Il passaggio generazionale rappresenta, inoltre, un’opportunità per attivare processi innovativi e di transizione sostenibile nelle aziende italiane, mantenendo e incrementando i livelli di competitività, anche a livello internazionale.
La prima pubblicazione dell’Osservatorio, “A look at NEET. Analisi, categorizzazione e strategie di intervento”, si concentra sul problema sempre più diffuso in Italia e in Europa dei giovani che non lavorano, non studiano e non sono impegnati in attività di formazione. Secondo i dati Eurostat, nel 2021 i cosiddetti NEET (Not in Education, Employment or Training) nell’Unione Europea erano il 13,1% dei giovani tra i 15 e i 29 anni, con significativa differenza tra le donne (14,5%) e gli uomini (11,8%), mentre l’Italia è il paese UE con la più alta percentuale (23,1%), circa 2,1 milioni di giovani, che salgono a 3 mln se consideriamo i ragazzi con un’età tra i 15 ed i 34 anni. La ricerca individua cinque archetipi di NEET – i giovani dell’abbandono, le giovani mamme, le giovani potenziali, i figli del lockdown, i talenti del mismatch – che sintetizzano l’esperienza italiana rispetto al fenomeno, con l’obiettivo di visualizzare alcune delle caratteristiche ricorrenti per consentirne una migliore comprensione. Nei prossimi mesi è previsto l’ascolto di figure apicali di grandi imprese e PMI italiane per mappare la distribuzione territoriale delle competenze richieste, attraverso interviste e survey sugli aspetti più rilevanti. L’obiettivo è dare un contributo di conoscenza utile ad attivare percorsi formativi finalizzati all’inclusione sociale e all’occupabilità.
“Intesa Sanpaolo ha da tempo assunto l’impegno di promuovere iniziative per la riduzione delle disuguaglianze e favorire l’occupabilità, in particolare dei giovani, impegno rafforzato con il Piano d’Impresa 2022-2025 – spiega Elisa Zambito Marsala, Responsabile Social Development and University Relations Intesa Sanpaolo -. Da qui l’idea di un Osservatorio permanente, realizzato con partner di alto profilo che attraverso analisi semestrali fornisce un supporto scientifico che la Banca ed i Partner coinvolti intendono mettere a disposizione di imprese, istituzioni, associazioni, terzo settore per contribuire in modo fattivo al tema della richiesta di competenze nel mercato del lavoro, per supportare programmi di inclusione lavorativa sostenibili e scalabili, con impatto positivo per il Paese”.
Il Comitato scientifico dell’Osservatorio è composto da Elisa Zambito Marsala, Responsabile Social Development and University Relations Intesa Sanpaolo, Gregorio De Felice, Chief Economist Intesa Sanpaolo, Guido de Vecchi, Amministratore Delegato SIREF Fiduciaria, Paolo Boccardelli, Direttore del Centro di Ricerca in Strategic Change “Franco Fontana”, Università Luiss Guido Carli, Enzo Peruffo, Direttore di MBA & Executive Education Luiss Business School, Francesca Culasso, Professore Ordinario in economia aziendale Università di Torino, Rosario Russo, Managing Director ICEG Talent Organization and Change Lead Accenture, Mario Vitale, Chief Commercial Officer Digit’Ed.

– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –

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