Lavoro & Welfare

Lavoro, sei nuovi progetti contro il caporalato e lo sfruttamento al Sud

ROMA (ITALPRESS) – La Fondazione CON IL SUD attraverso un bando pubblico ha selezionato 6 iniziative per contrastare caporalato e sfruttamento dei lavoratori stranieri al Sud. Gli interventi, che saranno sostenuti complessivamente con 2 milioni di euro, offriranno servizi di natura socio-sanitaria e legale e percorsi per favorire l’autonomia economica e l’integrazione sociale. Si prevede il coinvolgimento di 6000 persone.
2 iniziative saranno avviate in Basilicata (province di Matera e Potenza), 1 in Calabria (provincia di Reggio Calabria), 1 in Campania (province di Benevento, Napoli, Caserta e Avellino), 1 in Sicilia (provincia di Caltanissetta) e 1 progetto sarà a carattere interregionale (province di Caserta, Potenza, Siracusa, Trapani e Caltanissetta). Le iniziative coinvolgono complessivamente quasi 60 organizzazioni, tra cooperative sociali, associazioni, istituzioni locali, università, fondazioni.
“Non si può pensare di contrastare l’enorme problema dello sfruttamento lavorativo dei lavoratori stranieri senza mettere al centro la persona e i suoi diritti – ha commentato Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD – favorendo l’integrazione e promuovendo politiche sociali che vadano in questa direzione. Occorre passare, inevitabilmente, dalla tutela e dalla garanzia di un lavoro “pulito”, sicuro, equamente retribuito, creando contestualmente però una responsabilità collettiva e un impegno comune”.
Secondo i dati del Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nella filiera agroalimentare italiana la gestione illegale e le infiltrazioni mafiose nel mercato del lavoro muovono un’economia sommersa di oltre 5 miliardi di euro. Ulteriori evidenze della rilevanza del fenomeno dello sfruttamento lavorativo nel settore agricolo e della necessità di un rafforzamento delle attività di prevenzione e contrasto derivano dai dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL).
Nel 2018 il 74% dei lavoratori irregolari individuati durante le ispezioni era impiegato nel settore agricolo e oltre la metà era costituito da cittadini stranieri. Lo sfruttamento lavorativo riguarda anche il settore dei lavori domestici ed in particolar modo il lavoro di cura, che in Italia si regge principalmente sulla disponibilità di manodopera migrante, che accetta livelli di retribuzione e tutela bassi e condizioni di lavoro particolarmente dure.
Grazie ai 6 progetti saranno avviati servizi per “intercettare” lavoratori migranti che si trovano in condizione di sfruttamento lavorativo, come unità di strada e presidi, anche online, per offrire servizi di assistenza socio-sanitaria, legale, di protezione e tutela. Sono previsti percorsi di formazione professionale e tirocini per favorire l’inserimento lavorativo in aziende locali prevalentemente del settore agricolo (produzione viti- vinicola, olearia), ma anche nell’artigianato e nei servizi alla persona. Verranno costituite e accompagnate nella fase di start up cooperative formate da persone a rischio sfruttamento e si garantirà il diritto all’abitare attraverso ostelli sociali e servizi di intermediazione per affitti. Sono previsti anche attività di supporto all’apprendimento scolastico per i bambini e di sostegno alla genitorialità, oltre a iniziative di sensibilizzazione sul tema dello sfruttamento lavorativo e di integrazione attraverso laboratori e attività ricreative.

– foto ufficio stampa Fondazione Con il Sud –
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Cresce il welfare aziendale, fattore strategico per le imprese

ROMA (ITALPRESS) – Il welfare aziendale continua a crescere: oltre il 68% delle PMI italiane supera il livello base; le PMI con il welfare più elevato generano un maggiore impatto sociale su persone e comunità; il welfare contribuisce inoltre all’aumento di produttività e fatturato, ma diventa anche strumento di resilienza. Questi alcuni dati che emergono dal Rapporto Welfare Index PMI 2022 sullo stato del welfare nelle Pmi italiane presentato da Generali Italia e giunto alla settima edizione. Quest’anno hanno partecipato a Welfare Index PMI oltre 6.500 imprese, triplicate rispetto alla prima edizione, di tutti i settori produttivi, di tutte le dimensioni e provenienti da tutta Italia, ed è stato stato assegnato a 121 imprese il Welfare Champion, il massimo rating 5W che indica il presidio e l’innovazione in tutte le aree di welfare. L’evento, promosso da Generali Italia con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con la partecipazione delle principali Confederazioni italiane come Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e Confcommercio, ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Marina Elvira Calderone, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; Giancarlo Fancel, Country Manager & Ceo Generali Italia; Massimo Monacelli, General Manager di Generali Italia; Barbara Lucini, Responsabile Country Corporate Social Responsibility di Generali Italia; Enea Dallaglio, Partner Innovation Team – Gruppo Cerved.
“Il welfare è un volano in grado di far crescere la produttività, grazie ad un migliore coinvolgimento dei lavoratori nei processi aziendali. Conoscere e accompagnare i bisogni dei dipendenti è quell’attenzione che denota una chiara e precisa volontà di dare al lavoro una dimensione più ampia. Un coinvolgimento che quasi sempre è ripagato da una rinnovata dedizione alla mission aziendale in grado di aumentare efficienza e produttività. In quest’ottica, il welfare diventa un’opportunità per le aziende e per i suoi lavoratori e viceversa”, ha detto Marina Elvira Calderone, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Per Giancarlo Fancel, Country Manager & CEO Generali Italia (nella foto), il welfare aziendale è “un fattore strategico per le imprese e una priorità per il Paese, anche per raggiungere gli obiettivi del PNRR attraverso una partnership tra il settore pubblico e il privato. Oggi il nostro rapporto Welfare Index PMI certifica come chi ha programmi di welfare evoluti ha maggior successo come impresa, investendo, tra gli altri, in Sanità, Formazione e Inclusione Sociale. Le aziende sono in prima linea nel produrre innovazione sociale a fianco delle famiglie e dei territori in cui operano, intercettando i bisogni emergenti, come dimostrano le migliori iniziative sociali delle realtà presenti in questa edizione”, ha concluso.
Il welfare aziendale ha raggiunto un alto livello di maturità e continua a crescere la consapevolezza del ruolo sociale nelle Pmi. Oltre il 68% delle Pmi italiane, infatti, ha superato il livello base di di welfare aziendale. Raddoppia inoltre il numero di Pmi con livello molto alto e alto, passando dal 10,3% del 2016 al 24,7% del 2022. Oggi il welfare aziendale non è più solo appannaggio delle grandi imprese, ma anche delle microimprese. La quota di imprese con livello elevato di welfare è massima (70,7% nel 2022 vs 64,1% nel 2017) tra quelle con oltre 250 addetti e molto rilevante (66,8% vs 59,8% nel 2017) nelle Pmi tra 101 e 250 addetti. Raddoppiano – secondo il Rapporto – le microimprese (da 6 a 9 addetti) con un livello elevato di welfare che passano dal 7,7% del 2017 al 15,1% del 2022. L’incremento è dovuto in buona parte alla semplificazione delle normative e alle risorse pubbliche stanziate per la protezione sociale, incoraggiando le aziende, anche le più piccole, a impegnarsi a propria volta a sostegno delle famiglie. Le imprese con un welfare più evoluto ottengono performance di produttività decisamente superiori alla media, crescono molto più velocemente nei risultati economici e nell’occupazione.
Nel 2021 l’utile sul fatturato delle aziende con livello di welfare molto alto è stato doppio rispetto a quello delle aziende a livello base: 6,7% contro 3,7%. Altrettanto grande è risultato il divario nel MOL (Margine Operativo Lordo) pro capite che misura la produttività per singolo addetto. Tra le imprese con livello molto alto di welfare aziendale l’indice di produttività MOL / fatturato è cresciuto da 9,4% nel 2019 a 11% nel 2021, rispetto a un incremento dello 0,2% tra le imprese ad un livello base di welfare. Anche gli indici di redditività seguono la stessa dinamica.

– foto ufficio stampa Generali Italia –

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Enasarco, per il biennio 2022-23 45 mln per prestazioni assistenziali

ROMA (ITALPRESS) – E’ stata presentata presso Palazzo Wedekind a Roma la prima Relazione annuale della Fondazione Enasarco (Ente nazionale di assistenza per gli agenti e rappresentanti di commercio): “Il futuro della Fondazione tra efficienza e trasparenza”.
Nel 2021 gli iscritti sono stati 351 mila, di cui circa 218 mila contribuenti e 133 mila pensionati Enasarco. A fronte di 1.250 milioni di euro di contributi nel 2021 (per il biennio 2022-2023 è atteso un incremento annuo del 3%), sono 1.043 milioni di euro le prestazioni erogate nello stesso anno (per il 2022 si prevede un incremento del 4% e per il 2023 del 7%). Sempre nel 2021 il risultato economico di esercizio è stato pari a 187,8 milioni di euro, mentre l’ammontare del patrimonio netto è stato di 5.434 milioni di euro.
“In un contesto socioeconomico caratterizzato da una incertezza crescente e da un accesso al credito sempre più difficoltoso, le attività di welfare svolte dalla Fondazione si estendono a tutto lo spettro assistenziale e giungono fino all’integrazione delle prestazioni sanitarie e agli aiuti relativi alla stipula di mutui per l’acquisto della casa – si legge in una nota -. L’offerta di welfare della Fondazione appare così tra le più evolute e complete nell’intero settore degli Enti di previdenza privata.
Negli ultimi mesi Enasarco ha messo a disposizione degli iscritti nuovi strumenti assistenziali, tra i quali la polizza sanitaria stipulata con EMAPI (Ente di Mutua Assistenza per i Professionisti Italiani), attiva dal 1° novembre 2022 e il “Progetto Salute Donna”, con il quale sono state stanziate risorse per rimborsare esami diagnostici (Pap Test, Ecografie transvaginali, Ecografie mammarie, Mammografie, Test HPV o DNA HPV Test). A budget per il biennio 2022-2023 sono stati stanziati 22,5 milioni di euro per ciascun anno”.
Nel 2021 sono state garantite le risorse dedicate al ristoro in favore degli agenti in difficoltà a causa della pandemia da Covid-19. Tali contributi hanno rappresentato il 20% della spesa assistenziale sostenuta dalla Fondazione. Inoltre, le risorse dedicate alla tutela del nucleo familiare hanno costituito il 35% della spesa destinata al welfare, mentre le prestazioni erogate a titolo di tutela della salute e del benessere psicofisico sono state pari al 45% della spesa complessiva.
Oggi la Fondazione è impegnata ad efficientare la gestione del patrimonio, attraverso la riconversione, la ristrutturazione e la riqualificazione del portafoglio immobiliare diretto e indiretto. La finalità del progetto “è volta ad una più proficua valorizzazione degli asset immobiliari, per scendere di peso al 20-25% sul patrimonio immobiliare che vale complessivamente 2,8 miliardi di euro”, spiega Enasarco.
Al contempo, è in corso l’efficientamento della gestione degli asset mobiliari e tra le priorità dell’Ente vi è l’attuazione dei principi della sostenibilità, attraverso un modello di “Inclusione/Integrazione dei fattori ESG nella gestione finanziaria”. Quest’estate, è stato approvato il documento di Asset Allocation Strategica che avvia un primo investimento di circa 500 milioni di euro in BTP. In tal modo, Enasarco si impegna “ad attuare una politica di risparmio e di tutela degli agenti, investendo allo stesso tempo in economia reale”.
Per il presidente della Fondazione Enasarco, Alfonsino Mei (nella foto), “l’obiettivo della Prima Relazione Enasarco è quello di posizionare la Fondazione nel cuore del sistema previdenziale italiano e della vita del Paese, in una costante e proficua interlocuzione con le Istituzioni. Si tratta di un nuovo corso, volto a mutare la sua reputazione, anche attraverso il coinvolgimento di tutte le forze rappresentative. Tra i primi atti della mia gestione vi è l’affidamento di una due diligence riguardante il patrimonio immobiliare, per una profonda valorizzazione di questo asset. La finalità è quella di ridurre il peso del patrimonio immobiliare. Per quanto riguarda il portafoglio degli investimenti mobiliari, soprattutto verso imprese italiane, stiamo privilegiando le aziende impegnate nella transizione ecologica. La Fondazione, infine, è orientata a fornire agli iscritti servizi di welfare innovativi ed efficaci, nella consapevolezza che essi sono al centro delle attenzioni e delle scelte operative di Enasarco”.

– foto ufficio stampa Enasarco –

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Mattarella “L’efficacia del welfare riduce le diseguaglianze”

ROMA (ITALPRESS) – “Il sistema di welfare è una colonna portante del nostro modello di convivenza e una misura della concreta attuazione dei principi della nostra Costituzione. Riflettere sui modi in cui, nel contesto dei mutamenti indotti dall’evolvere dei processi produttivi e dall’evoluzione della struttura demografica del Paese, gli obiettivi di coesione possano essere resi sempre più raggiungibili, è opera preziosa”. Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del Welfare Italia Forum, in un messaggio inviato al presidente di Unipol Gruppo Spa, Carlo Cimbri.
“In questo senso, l’appuntamento del Welfare Italia Forum e la presentazione del rapporto annuale costituiscono un significativo contributo per l’intera nostra società e desidero esprimere apprezzamento agli organizzatori e partecipanti per gli studi, le proposte e le analisi che anche quest’anno offriranno al confronto – aggiunge -. Muta e si amplia la platea dei bisogni delle persone e delle comunità e occorre, dunque, un adeguamento altrettanto veloce delle risposte che lo Stato e lo Stato-comunità mettono a disposizione. Il quadro offerto dal PNRR è una opportunità in questa direzione”.
“I diritti sociali sono un capitolo determinante nel patto istituzioni-cittadini: sostanzia ed attua la piena appartenenza alla Repubblica. Le strutture dello Stato sociale, a partire dal Servizio Sanitario Nazionale, ci hanno permesso di affrontare la terribile pandemia e le sue molteplici conseguenze, tutelando la salute della popolazione. L’assetto del sistema previdenziale del Paese è prova permanente dell’attuazione degli articoli costituzionali relativi alla dignità di ogni persona – sottolinea il capo dello Stato -. Sono, dunque, sfide importanti e l’efficacia del welfare è, altresì, un passaggio rilevante delle politiche di riduzione delle diseguaglianze e di effettiva attuazione dei diritti. Attivare questi obiettivi significa mettere in campo tutte le energie. La collaborazione tra pubblico, privato e terzo settore è una chiave, nella conferma del carattere universale dei diritti, per potenziare e ammodernare i servizi. Lo squilibrio demografico che colpisce il Paese e incide sulla sostenibilità presente e futura del modello di welfare, propone, a sua volta, interrogativi – conclude Mattarella -. Servono, dunque, una visione di lungo periodo e uno sforzo congiunto di tutti gli attori sociali che concorrono nel rispondere alla domanda di assistenza, di cura, di prevenzione, di tutela, in un contesto che vede la concreta minaccia di aumento delle povertà e la follia della guerra moltiplicare i fattori di crisi”.

– foto ufficio stampa Quirinale –

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Lavoro, crescono le assunzioni nei primi otto mesi

Secondo i dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps, le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati fino ad agosto sono state 5.467.000, con un aumento del +19% rispetto allo stesso periodo del 2021 e una crescita che ha riguardato tutte le tipologie contrattuali. Nel dettaglio, sono state registrate 937.000 attivazioni per i contratti a tempo indeterminato, che hanno registrato la crescita più accentuata (+31%). Significativo è anche l’aumento delle diverse tipologie di contratti a termine, per i quali si sono avute 481.000 assunzioni per gli intermittenti (+28%), 225.000 per l’apprendistato (+20%), 2.321.000 per il tempo determinato (+19%), 821.000 per gli stagionali (+12%) e 682.000 per i somministrati (+7%). Dopo il 2015 non si era mai registrato, nei primi otto mesi dell’anno, un numero così elevato di assunzioni a tempo indeterminato. Le trasformazioni da tempo determinato nei primi otto mesi del 2022 sono risultate 489.000, in fortissimo incremento rispetto allo stesso periodo del 2021 (+65%). Nello stesso periodo, le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo – pari a 77.000 – risultano essere aumentate del 9% rispetto all’anno precedente. Nei primi otto mesi del 2022 l’insieme delle variazioni contrattuali a tempo indeterminato (da rapporti a termine e da apprendistato) ha raggiunto il livello massimo degli ultimi dieci anni, superando anche il precedente livello elevato registrato nel 2019. Le cessazioni nei primi otto mesi del 2022 sono state 4.571.000, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+28%) per tutte le tipologie contrattuali. In particolare, si sono avute 394.000 cessazioni di contratti intermittenti (+46%), 447.000 di contratti stagionali (+33%), 1.728.000 di contratti a tempo determinato (+28%), 144.000 di contratti in apprendistato (+27%), 1.206.000 di contratti a tempo indeterminato (+24%) e 652.000 di contratti in somministrazione (+20%). Per le cessazioni a tempo indeterminato si tratta, con riferimento ai primi otto mesi dell’anno, del valore più elevato dell’ultimo decennio. Ad agosto si registra un saldo annualizzato pari a 569.000 posizioni di lavoro. Il contributo alla crescita dei rapporti a tempo indeterminato, continuamente crescente dalla fine del 2021, risulta pari a +281.000 unità. Per i contratti a tempo determinato il saldo risulta pari a +166.000 unità; positivo risulta il trend anche per gli altri contratti: apprendisti +15.000; stagionali +44.000; somministrati +3.000; intermittenti +60.000. Per l’insieme dei contratti a termine, dopo la forte spinta dovuta al recupero delle perdite causate dalla pandemia, si registra a partire da maggio 2022 un trend che, seppur positivo, è chiaramente decrescente. Nel corso dei primi otto mesi del 2022, rispetto al corrispondente periodo del 2021, le assunzioni in somministrazione sono aumentate per entrambe le tipologie contrattuali, in particolare sono state registrate 30.000 assunzioni a tempo indeterminato (+58%) e 652.000 a termine (+6%). La consistenza dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO) ad agosto 2022 si attesta intorno alle 13.000 unità (in diminuzione del 8% rispetto allo stesso mese del 2021); l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 273 euro. Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (LF), ad agosto 2022 essi risultano circa 9.000, in diminuzione del 9% rispetto a luglio 2021, mentre l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 166 euro.
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Previndai, 30 anni di previdenza complementare con uno sguardo al futuro

ROMA (ITALPRESS) – Un dialogo sul domani della previdenza, del lavoro e dell’Italia che verrà. Sono stati i temi al centro di “30+ una finestra sul futuro”, l’evento organizzato a Roma da Previndai, il fondo pensione dei dirigenti industriali, in occasione dei 30 anni della previdenza complementare.
“Questo appuntamento ci serve non solo a celebrare il passato di cui siamo tanto orgogliosi, vogliamo celebrare il futuro che ci aspetta, un futuro ricco di complessità crescenti – ha detto il presidente di Previndai, Francesco Di Ciommo -. Viviamo in un mondo più complesso per molte ragioni, sono cambiati i rapporti sociali, internazionali, questo incide molto sulla previdenza. Gestire la previdenza complementare è complesso, è come gestire una banca, abbiamo le stesse funzioni di controllo, gli stessi rischi, le stesse procedure e per fare questo serve professionalità e senso di responsabilità, con questa consapevolezza guardiamo al futuro della previdenza italiana”.
Per Di Ciommo bisogna “guardare alla previdenza guardando anche all’economia del Paese perchè non si può pensare al buon funzionamento di un fondo pensione senza guardarsi attorno, se anche il fondo andasse benissimo ma il mondo crollasse nessun fondo resisterebbe. Abbiamo anche la responsabilità di partecipare al dibattito pubblico, di osservarlo e provare a dare il nostro piccolo contributo”.
“Noi – ha spiegato – siamo dei grandi investitori e oggi guardiamo all’andamento delle borse mondiali con una certa preoccupazione, nel 2022 non si registra un andamento negativo solo dei mercati azionari ma anche di quelli obbligazionari e, per chi come noi deve investire, questo rappresenta un problema. Guardiamo con preoccupazione anche all’economia italiana, il Pil zoppica, l’occupazione è al di sotto della media europea, i dati dell’istruzione sono al di sotto della media Ue, c’è il problema della natalità che diventa un problema anche per chi si occupa di previdenza e pensioni”, ha aggiunto.
Presenti all’evento, tra gli altri, il vicepresidente di Confindustria, Alberto Marenghi; il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla; il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico; la presidente di Ania, Maria Bianca Farina; l’ad di Fincantieri, Pierroberto Folgiero; l’ad di Webuild, Pietro Salini.
“La previdenza si sostiene con il lavoro, questo è il problema principale al quale si aggiungono guerra, inflazione e denatalità – ha detto Tridico -. Il calo demografico è un problema nella transizione perchè oggi vediamo una uscita molto forte di lavoratori ma che non sono adeguatamente sostituiti dalle nuove nascite. Se non siamo capaci di creare nuove nascite e dare loro occasioni di lavoro saremo sempre in una situazione di insostenibilità”.
Secondo il presidente dell’Inps l’unica cosa da fare per i giovani è dar loro “un salario”, “dobbiamo fare in modo che i nostri giovani siano occupati e che abbiano occasioni di lavoro. Abbiamo una disoccupazione molto forte e un alto tasso di giovani laureati che vanno all’estero, questo non è solo un problema di incrocio tra domanda e offerta di lavoro, c’è anche un problema di capacità produttiva”.
Non solo previdenza e lavoro, tra i temi trattati anche la crisi energetica e il Pnrr.
“Ci troviamo in una tempesta perfetta: crisi energetica, crisi pandemica, crisi internazionale e a questo si sta aggiungendo la crisi delle materie prime. Oggi siamo già al quarto decreto aiuti, questo significa che non c’è stata nel Paese una programmazione energetica – ha spiegato il presidente di Federmanager Cuzzilla -. Noi abbiamo circa 6 milioni di persone tendenti alla povertà, nello stesso tempo abbiamo 3 milioni di giovani neet, è quindi un momento delicato e noi saremo a disposizione de governo”. Parlando di Pnrr, Cuzzilla ha sottolineato come questo sia il momento “delle competenze e con il Pnrr si vedrà se il Paese ce la farà o resterà indietro. Questa è l’opportunità per fare un salto di qualità sul digitale, sulla telemedicina, ma anche sulla transizione energetica perchè da qui si possono sviluppare nuovi lavori e nuove competenze. I manager possono giocare un ruolo importante nel Pnrr, soprattutto nella missione 1 e 2, e sulle competenze stiamo già lavorando. Anche per il vicepresidente di Confindustria, Marenghi, “l’emergenza è dare capacità di spesa alle famiglie che oggi si trovano ad avere un reddito compresso dall’aumento dei costi energetici. La priorità è incidere sul cuneo e su determinate fasce di reddito”.
“Tutti dobbiamo dare il nostro contributo, l’Ue ci ha dato parecchi finanziamenti ma è importante che al loro fianco ci siano anche delle risorse private. Come investitori istituzionali dobbiamo indirizzare i risparmi che ci vengono affidati verso l’economia reale”, ha evidenziato Maria Bianca Farina, presidente Ania e di Poste Italiane, sottolineando come c’è “il dovere di creare il futuro adeguato ai nostri giovani che significa assicurare un futuro al nostro Paese”.
Per l’ad di Webuild Salini, per creare il futuro “dobbiamo investire adesso, i cantieri che iniziamo oggi sono il mondo del futuro e lì si comincia a capire a cosa servono le infrastrutture, che non servono solo a dare lavoro ma soprattutto a cambiare la vita delle persone. Dobbiamo tirare fuori la capacità di realizzare” i progetti, e “il Pnrr è fondamentale, sono 210 miliardi e dobbiamo essere capaci di spenderli”.
Per l’ad di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, “è importante ricominciare dai mestieri, perchè per il settore del manifatturiero la mancanza dei mestieri è un problema. Aziende come Fincantieri si sono salvate dalla delocalizzazione perchè sono state abituate ad avere competenze distintive, Fincantieri è una specie di laboratorio del Paese per capire come fare manifattura in Italia e come fare a rilanciarla”, ha concluso.

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Pensioni, Calderone “Riforma necessaria per riordino complessivo”

ROMA (ITALPRESS) – “L’incontro con le parti sociali era un impegno preso all’atto della mia nomina, per ragionare su un percorso di lavoro che non si esaurisce con la finanziaria ma ci deve impegnare in un percorso di legislatura. I temi sono tanti e verranno affrontati con costanza. Alle parti sociali era giusto chiedere quello che è il loro punto di vista sulle situazioni che osservano”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Marina Calderone, nel corso del punto stampa al termine dell’incontro con le parti sociali. “In questo momento è necessario fare tanta programmazione, abbiamo un problema d’inserimento nel mondo del lavoro di giovani e donne. C’è la necessità di potenziare le politiche attive del lavoro, di interventi per favorire il transito scuola-lavoro”, ha aggiunto. Il ministro ha spiegato che “per i sindacati è urgente un intervento per il recupero del potere d’ acquisto dei lavoratori e il grande tema dell’uscita pensionistica”. Sul tema delle pensioni “vi confermo che con il presidente Meloni si lavora per riconfermare alcuni interventi e valutare d’introdurre altre forme di felssibilità in uscita, forme sostenibili per poi intervenire con una riforma di sistema che possa mettere ordine. Un riordino complessivo e una riforma delle pensioni sarà necessaria, questo è un tema sul quale stiamo lavorando”, ha concluso.
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Zangrillo “Serve un sistema di retribuzione per premiare il merito”

ROMA (ITALPRESS) – Per i dipendenti della Pubblica amministrazione servono anche “contratti che prevedono un sistema di retribuzione che premia il merito”, basato “sulla valutazione”. Lo ha detto Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica Amministrazione, ai “Radio anch’io” su Rai Radio1. “Ho intenzione di incontrare i sindacati perchè ho sempre creduto nella concertazione. Sono convinto – aggiunge – che anche i sindacati vogliono che le persone della Pa vengano valutate per quello che fanno e premiate per quello che danno”. “La mia missione è garantire alla PA un capitale umano motivato, facendo formazione e dando alle persone responsabilità, rendendole consapevoli del ruolo che ognuno svolge. Ho sempre sofferto quando ho sentito parlare della PA come di un carrozzone di fannulloni”. Lo smart working “è uno strumento che i fatti dimostrano essere disponibile per ripensare al rapporto datore-lavoratore in maniera diversa dalla logica tradizionale. Intendo lavorare per dare alle persone la possibilità di giocarsi questa opzione” perchè bisogna “ragionare sul passare da una logica di controllo a quella del risultato”.
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