Lavoro & Welfare

Intesa Sanpaolo-Caritas, dal 2018 distribuiti 265mila beni ai più poveri

MILANO (ITALPRESS) – Sono numeri d’impatto quelli del progetto “Golden Links: i legami sono oro” di Intesa Sanpaolo, in collaborazione con Caritas Italiana. I risultati sono stati resi noti durante un evento che si è tenuto alla sala convegni di Intesa Sanpaolo, a Milano. In 5 anni di attività, grazie al progetto, sono stati distribuiti a persone in difficoltà o in condizione di indigenza 265mila beni di prima necessità, indumenti, intimo, calzature, medicinali. Golden Links ha coinvolto sette grandi imprese italiane e, a partire da quest’anno coinvolgerà anche Assogiocattoli per la distribuzione di giocattoli ai bambini le cui famiglie attraversano momenti difficili. Eccedenze di produzione o beni che non possono essere immessi nei classici circuiti del commercio a causa di difetti, sono stati donati dalle aziende partner e sono stati distribuiti tramite 92 empori solidali Caritas e 25 istituti penitenziari. C’è però di più, detenuti e donne fragili sono stati coinvolti nel processo di rigenerazione e recupero dei beni, prima della loro distribuzione.
Secondo quanto reso noto durante l’incontro, 500 persone fragili sono state occupate nel progetto: “Questo è un dato veramente importante – ha commentato Elisa Zambito Marsala, Responsabile valorizzazione del sociale e relazioni con le università di Intesa Sanpaolo – abbiamo, con il progetto, generato inclusione sociale attraverso processi di lavoro. Il lavoro è un prezioso strumento di riscatto e di risocializzazione, un tramite per recuperare dignità personale”.
“I beni materiali, non deperibili – ha detto Don Marco Pagniello, direttore Caritas Italiana – ci danno la possibilità di creare comunità e relazioni. Oggi più che mai abbiamo bisogno di rimettere al centro il valore delle relazioni. Quando le nubi si fanno scure all’orizzonte, abbiamo bisogno di creare alleanze”. Con oltre 3.100 centri d’ascolto la Caritas Italiana è un osservatorio di ciò che succede sul territorio: “La foto che ci restituiscono i centri – ha dichiarato Don Pagniello all’Italpress – parla di una aumento delle famiglie in povertà assoluta. Per noi poter collaborare con le aziende è importante. Ci aiuta a diffondere un messaggio. Citando Papa Francesco, solo il lavoro può essere lo strumento che ci libera dalla povertà. Con le aziende proviamo a costruire nuove vie per far sì che ci sia lavoro e una vita dignitosa per tutti”.
“Essere sostenibili – ha dichiarato durante l’evento Paolo Bonassi, Responsabile strategic support Intesa Sanpaolo – non è più una scelta per le aziende ma è diventato un vero e proprio imperativo dettato dall’evoluzione dei mercati e della società. Il modello di sviluppo è cambiato per le imprese. Per noi di Intesa Sanpaolo la sostenibilità è sempre stata una vocazione, rafforzata dalla presenza delle Fondazioni nell’azionariato e dal legame con il territorio. Con il piano d’impresa appena concluso abbiamo realizzato 27mila interventi di contrasto alla povertà, con il nuovo piano 2022-2025 vogliamo portare questi interventi a 50mila con distribuzione di pasti, posti letto, farmaci, indumenti alle persone in situazione di fragilità”.
Le aziende che hanno partecipato a “Golden Links” sono: Calzedonia, Camomilla Italia, Geox, OVS, BasicNet, Solvay Chimica Italia e Mondadori Education.

– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
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Da Coca-Cola HBC Italia bonus di 800 euro in welfare aziendale

MILANO (ITALPRESS) – A partire da ottobre 2022, quasi 1700 collaboratori di Coca-Cola HBC Italia, principale imbottigliatore dei prodotti a marchio The Coca-Cola Company sul territorio nazionale, riceveranno un bonus di 800 euro spendibile tramite la piattaforma di welfare aziendale in una serie di servizi, tra cui il rimborso delle bollette di acqua, luce e gas (non appena saranno confermate, da parte dell’Agenzia delle Entrate, le proposte del DL Aiuti Bis). Questa opzione è infatti contemplata dal decreto-legge Aiuti-bis n. 115 del 2022, che prevede la possibilità per i datori di lavoro di erogare ai propri dipendenti contributi economici mirati, volti a fronteggiare gli aumenti delle bollette energetiche.
“Il nuovo bonus, che intende essere un segnale di vicinanza di Coca-Cola HBC Italia alle proprie persone in un periodo particolarmente difficoltoso a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e dell’inflazione – si legge in una nota -, andrà dunque a rafforzare il potere d’acquisto dei beneficiari, che potranno utilizzarlo non solo per le bollette, ma anche per buoni carburante, rimborsi per spese scolastiche o di assistenza e per attività ricreative. L’azienda ha inoltre messo a disposizione uno sportello welfare online e una serie di sessioni formative per consentire a tutti i dipendenti coinvolti di spendere al meglio il credito ricevuto”.
“In Coca-Cola HBC Italia ascoltiamo i bisogni dei nostri collaboratori e consideriamo il loro benessere un fattore fondamentale. Questo bonus welfare di 800 euro è un ulteriore, tangibile, segnale dell’attenzione alle nostre persone, che si aggiunge alle diverse misure messe in atto durante i mesi più difficili della pandemia. E’ anche un modo per dimostrare il riconoscimento dell’azienda per il grande impegno profuso dai colleghi nel garantire il successo del nostro business in questo anno particolarmente sfidante”, ha affermato Emiliano Maria Cappuccitti, People & Culture Director Coca-Cola HBC Italia.
“Apprezziamo la decisione di Coca-Cola HBC Italia di dare uno specifico ed importante sollievo economico alle lavoratrici e ai lavoratori del gruppo in un momento in cui l’inflazione e l’aumento dei costi energetici stanno erodendo i salari e diminuendo la capacità di spesa delle famiglie”, affermano Alessandro Anselmi, Angelo Paolella e Michele Tartaglione per le segreterie nazionali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil.
“Un risultato frutto delle richieste sindacali e del sistema di relazioni costruito negli anni. Il prossimo passo sarà ricercare, insieme, ulteriori importanti risposte per i dipendenti del gruppo nell’imminente apertura del confronto per il rinnovo del contratto integrativo di secondo livello”, aggiungono.
Questo nuovo bonus si inserisce in un più ampio piano di welfare aziendale di Coca-Cola HBC Italia che prevede almeno 12 giorni di smart working al mese, un Galateo dello Smart Working per guidare i colleghi sulla corretta gestione e organizzazione del lavoro da remoto, uno sportello di supporto psicologico, un Employee Assistance Program (EAP), dove i dipendenti e i loro familiari possono ricevere aiuto in riferimento a questioni personali e lavorative e training dedicati ai manager per fornire loro le competenze necessarie a monitorare e salvaguardare il benessere psicofisico del team.

– Nella foto Emiliano Maria Cappuccitti, People & Culture Director Coca-Cola HBC Italia (fonte ufficio stampa Coca-Cola HBC Italia) –

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“Bonus 200” anche ai dipendenti con contribuzione figurativa integrale

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ROMA (ITALPRESS) – Con la circolare n. 111/2022, l’INPS ha fornito le istruzioni per l’estensione dell’indennità una tantum di 200 euro prevista dal “Decreto Aiuti” (artt. 31 e 32 del decreto-legge n. 50 del 17 maggio 2022). Destinatari della misura sono i lavoratori con rapporto di lavoro in essere nel mese di luglio 2022 che, fino alla data di entrata in vigore del “Decreto Aiuti”, non hanno beneficiato dell’esonero (legge 30 dicembre 2021, n. 234, art. 1, comma 121), poiché interessati da eventi con copertura di contribuzione figurativa integrale dall’INPS.
L’indennità sarà riconosciuta in via automatica, tramite i datori di lavoro, e sarà erogata con la retribuzione di competenza del mese di ottobre 2022.
I lavoratori dovranno preventivamente presentare al datore una dichiarazione in cui indicheranno: di non aver già beneficiato del bonus 200 euro; di essere stati destinatari, nell’intervallo di tempo che va dal 1° gennaio 2022 al 18 maggio 2022, di eventi con copertura di contribuzione figurativa (indipendentemente se sorti in data antecedente il primo gennaio o proseguiti dopo il 18 maggio); di essere consapevoli di non avere diritto al bonus, laddove già destinatari dello stesso con erogazione d’ufficio da parte dell’Istituto.
Il lavoratore, titolare di più rapporti di lavoro, dovrà presentare tale dichiarazione al solo datore di lavoro che provvederà al pagamento dell’indennità.
-foto agenziafotogramma.it-
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Dal Consiglio Ue via libera alla direttiva sul salario minimo

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – Il Consiglio dell’Unione Europea ha dato il via libera definitivo alla direttiva che promuoverà l’adeguatezza dei salari minimi legali.
La direttiva chiede agli Stati membri in cui sono previsti salari minimi legali di istituire un quadro procedurale per fissarli e aggiornarli secondo una serie di criteri chiari. I salari minimi legali saranno aggiornati almeno ogni due anni (o al massimo ogni quattro anni per i paesi che utilizzano un meccanismo di indicizzazione automatica). Tuttavia, la direttiva non prescrive un livello di salario minimo specifico che gli Stati membri devono raggiungere.
Uno degli obiettivi della direttiva è aumentare il numero di lavoratori coperti dalla contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari. Per raggiungere questo obiettivo, i Paesi dovrebbero promuovere la capacità delle parti sociali di partecipare alla contrattazione collettiva. Se ad esempio il tasso di copertura della contrattazione collettiva dovesse essere inferiore a una soglia dell’80%, gli Stati membri dovrebbero stabilire un piano d’azione per promuovere la contrattazione collettiva.
Il piano d’azione dovrebbe definire una tempistica chiara e misure specifiche per aumentare progressivamente il tasso di copertura della contrattazione collettiva.
Il testo prevede che gli Stati membri adottino misure volte a migliorare l’accesso effettivo dei lavoratori alla tutela garantita dal salario minimo legale. Le misure necessarie a questo fine comprendono controlli da parte degli ispettorati del lavoro, informazioni facilmente accessibili sulla tutela garantita dal salario minimo e lo sviluppo delle capacità delle autorità responsabili dell’applicazione della legge di prendere provvedimenti nei confronti dei datori di lavoro non conformi.
Informazioni generali e prossime tappe
Il 28 ottobre 2020 la Commissione europea ha presentato la sua proposta ai due colegislatori, il Consiglio dell’UE e il Parlamento europeo. Il Consiglio ha definito la sua posizione il 6 dicembre 2021; il Parlamento ha adottato il suo mandato negoziale il 25 novembre 2021. Il 7 giugno, dopo otto cicli negoziali, i negoziatori del Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo su una posizione comune.

– foto ufficio stampa Consiglio Europeo –

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Non Profit, realtà di forte valore sociale ma ancora sottoassicurate

MILANO (ITALPRESS) – E’ stata presentata oggi l’indagine “Il Non Profit in evoluzione” realizzata da Cattolica Assicurazioni, società del Gruppo Generali, in collaborazione con il CESEN, Centro Studi sugli Enti ecclesiastici e sugli altri enti senza fini di lucro dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e Innovation Team.
Il Rapporto, svelato nel corso dell’evento “In 4 per Voi – Conoscere, Accompagnare, Proteggere, Sostenere il Non Profit”, svoltosi alla Torre Generali CityLife di Milano, punta a rafforzare la sostenibilità delle organizzazioni attraverso la ricerca di un equilibrio tra appropriate scelte di governance, assetti organizzativi funzionali all’attrazione di nuove risorse e adeguate strategie di gestione dei rischi.
Gli Enti Non Profit e di Terzo Settore, adeguandosi alle sollecitazioni contenute nella Riforma del Terzo Settore, vivono un momento di forte evoluzione, chiamati a compiere il decisivo passaggio in termini di professionalità della gestione, capacità di fare rete e valutazione dei risultati.
Nuovi imperativi in nome della sostenibilità nel tempo: i soggetti apicali degli Enti e le imprese sociali devono dotarsi di adeguate coperture relative all’attività dei volontari e degli amministratori e a garanzia del proprio patrimonio, oltre a ricorrere a strumenti di tutela contro nuovi rischi, quali cyber risk, protezione dei dati e forme di welfare assicurativo. L’obiettivo dovrà essere quello di superare il grado di sottoassicurazione che caratterizza questo settore, in linea con tutti i segmenti del mercato assicurativo danni non auto in Italia.
Una sfida anche per le imprese assicuratrici, che sono chiamate a “proporzionare” le soluzioni alle peculiarità di questi Enti, evitando di riproporre modelli e approcci propri delle imprese for profit e curando il design dei prodotti, sia in termini di caratteristiche contrattuali che di pricing. Dal canto loro, per gli Enti, cresce l’interesse a interloquire con assicuratori in grado di conoscerne l’operatività e di formulare proposte “su misura”, ad oggi ancora poco diffuse.
“Cattolica è storicamente attenta al mondo del volontariato e del Non Profit, realtà con oltre 360mila enti e circa 900mila dipendenti, che impegna oltre 5,5 milioni di volontari da Nord a Sud e che rappresenta il 5% del PIL italiano. Un mondo che dal punto di vista assicurativo vale, solo nel Danni, circa 500 milioni di euro e di cui la nostra Società detiene una quota significativa di mercato – ha dichiarato Samuele Marconcini, Amministratore Delegato di Cattolica -. Siamo l’unica Compagnia a livello italiano a poter vantare una Business Unit completa, dedicata a queste realtà, un’eccellenza indicata nelle leve di sviluppo del piano di integrazione previsto da Generali. Siamo in grado di offrire non solo soluzioni assicurative, ma un vero e proprio servizio di gestione dei sinistri, consulenza, formazione e informazioni per la gestione degli Enti, grazie a professionisti qualificati e a un Osservatorio recentemente rinnovato che può contare sui contributi dei massimi esperti in materia. Il nostro impegno continuerà ad essere quello di accompagnare queste realtà in un percorso di consapevolezza del proprio agire, della propria identità e del proprio valore”.
L’indagine, basata sulla lettura dei dati quantitativi disponibili dell’Istat e un’analisi qualitativa svolta attraverso interviste, focus group e una survey estensiva nei confronti di un campione di circa 500 organizzazioni, ha inteso mappare un mondo interessato da profonde trasformazioni e comprenderne le sfide che dovrà affrontare. L’insieme dei risultati acquisiti è stato rielaborato alla luce di tre paradigmi che rappresentano gli aspetti su cui le organizzazioni Non Profit dovranno misurarsi in futuro: stabilità, efficacia e gestione del rischio.
Stabilità, intesa come l’esigenza degli Enti di dotarsi di assetti giuridici e organizzativi conformi alle proprie necessità e alla disciplina vigente. Il Rapporto evidenzia l’importanza per gli Enti di essere in grado di compiere valutazioni adeguate, anche alla luce della Riforma e delle opportunità offerte, prima fra tutti la scelta della tipologia di ETS. E’ indispensabile conoscere la propria collocazione strategica per dotarsi di un adeguato assetto giuridico e istituzionale, valorizzando il proprio ruolo nei confronti del sistema, delle Pubbliche Amministrazioni, delle realtà for profit.
Efficacia, intesa come la capacità di raggiungere i propri obiettivi attraverso un’adeguata gestione delle risorse. Nel Rapporto emerge come la sfida dell’efficacia passa oggi dalla capacità di ottenere e gestire con maggiore professionalità risorse finanziarie, potenzialmente più numerose rispetto al passato: fondi pubblici, donazioni private, ricavi da attività commerciali, 5xmille. A fronte di questo, il settore è posto davanti a nuove esigenze: aumentare la trasparenza, cooperare con la Pubblica Amministrazione, digitalizzarsi, attrarre e valorizzare le risorse occupazionali, gestire e tutelare i volontari.
Gestione del rischio. Lo studio ha messo in evidenza la peculiarità e complessità dei rischi degli Enti Non Profit, che presentano importanti elementi di specificità rispetto al settore for profit: si pensi ad esempio al caso dei volontari e degli amministratori. Su un totale di circa 5,5 milioni di volontari coinvolti, non tutti sono stati assicurati: attualmente il 17,5% delle realtà potenzialmente soggette agli obblighi assicurativi conferma di non aver ancora sottoscritto le polizze previste dalla Riforma, con evidenti conseguenze, in caso di sinistro, in capo all’organizzazione e ai suoi amministratori. Poco sentita, inoltre la minaccia del cyber risk: solamente il 4,5% degli intervistati ha dichiarato di aver sottoscritto una polizza specifica per questa copertura.
Grazie allo specifico know-how acquisito nel corso degli anni, la Compagnia ha predisposto la prima soluzione modulare e dedicata (Cattolica&Non Profit) per la protezione dei beni, del patrimonio e delle persone con una combinazione tra le varie garanzie e somme assicurate personalizzabili.
Con l’obiettivo di mettere in circolo il valore creato, infine, Cattolica Assicurazioni e Fondazione Cattolica hanno lanciato l’iniziativa “Una mano a chi sostiene”, riservata ai progetti che valorizzano l’unicità della persona come leva per il progresso della comunità. Sulla base di un bando promosso da Fondazione Cattolica del valore complessivo di 500mila euro, i progetti ritenuti più innovativi nel rispondere ai bisogni collettivi emergenti e, allo stesso tempo, maggiormente capaci di autofinanziarsi e crescere nel tempo, saranno sostenuti con un’erogazione.
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– foto ufficio stampa Cattolica Assicurazioni –

Dal Parlamento Ue via libera alla nuova legge sul salario minimo

STRASBURGO (FRANCIA) (ITALPRESS) – Il Parlamento Europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato in via definitiva la nuova legislazione sui salari minimi adeguati nell’UE. La legge, concordata a giugno con il Consiglio, intende migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutti i lavoratori dell’UE e promuovere progressi in ambito economico e sociale. A tal fine, vengono definiti i requisiti essenziali per l’adeguatezza dei salari minimi garantiti, come stabilito dalle leggi nazionali e/o dai contratti collettivi. La legge vuole inoltre migliorare l’accesso effettivo dei lavoratori alla tutela garantita dal salario minimo. Il testo è stato approvato con 505 voti favorevoli, 92 contrari e 44 astensioni (votazione finale su accordo in prima lettura).
La nuova direttiva si applicherà a tutti i lavoratori dell’UE con un contratto o un rapporto di lavoro. I Paesi UE, in cui il salario minimo gode già di protezione, grazie ai contratti collettivi, non saranno tenuti a introdurre queste norme o a rendere gli accordi già previsti universalmente applicabili.
La definizione del salario minimo rimane di competenza dei singoli Stati membri, i quali dovranno però garantire che i loro salari minimi consentano ai lavoratori una vita dignitosa, tenendo conto del costo della vita e dei più ampi livelli di retribuzione. Per quanto riguarda la valutazione dell’adeguatezza dei salari minimi garantiti esistenti, i Paesi UE potranno determinare un paniere di beni e servizi a prezzi reali, o fissarlo al 60% del salario mediano lordo e al 50% del salario medio lordo.
“La contrattazione collettiva a livello settoriale e interprofessionale è un fattore essenziale per determinare i salari minimi adeguati e, pertanto, deve essere promossa e rafforzata sulla base delle nuove regole – spiega il Parlamento Europeo -. Gli Stati membri in cui meno dell’80% dei lavoratori è interessato dalla contrattazione collettiva, dovranno – congiuntamente alle parti sociali – stabilire un piano d’azione per aumentare tale percentuale”.
Nel testo concordato viene introdotto l’obbligo per i Paesi UE di istituire un sistema di monitoraggio affidabile, nonchè controlli e ispezioni sul campo, per garantire conformità e contrastare i subappalti abusivi, il lavoro autonomo fittizio, gli straordinari non registrati o la maggiore intensità di lavoro.
Il Consiglio dovrebbe approvare formalmente l’accordo a settembre, dopodichè il testo sarà legge. I Paesi UE disporranno di due anni di tempo per conformarsi alla direttiva.
I salari minimi più alti sono in Lussemburgo, Irlanda e Germania; quelli più bassi in Bulgaria, Lettonia ed Estonia. Nell’UE, 21 paesi su 27 hanno un salario minimo garantito, mentre gli altri sei (Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Italia e Svezia) determinano i livelli salariali sulla base della contrattazione collettiva delle retribuzioni.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Reddito di cittadinanza, ad agosto 2,5 milioni di beneficiari

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ROMA (ITALPRESS) – Ad agosto 2022, i nuclei beneficiari di Reddito di Cittadinanza (RdC) e Pensione di Cittadinanza (PdC) sono stati 1,18 milioni in totale (1,06 milioni RdC e 119mila PdC), con 2,51 milioni di persone coinvolte (2,38 milioni RdC e 134mila PdC) e un importo medio erogato a livello nazionale di 549 euro (580 euro per il RdC e 275 euro per la PdC). Lo rende noto l’Inps.
L’importo medio varia sensibilmente con il numero dei componenti il nucleo familiare, e va da un minimo di 453 euro per i nuclei costituiti da una sola persona a un massimo di 734 euro per le famiglie con cinque componenti.
La platea dei percettori di reddito di cittadinanza e di pensione di cittadinanza è composta da 2,2 milioni di cittadini italiani, 221mila cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno UE e 88mila cittadini europei.
Per i nuclei con presenza di minori (quasi 368mila, con 1,32 milioni di persone coinvolte), l’importo medio mensile è di 679 euro, e va da un minimo di 590 euro per i nuclei composti da due persone a un massimo di 739 euro per quelli composti da cinque persone.
I nuclei con presenza di disabili sono oltre 201mila, con 451mila persone coinvolte. L’importo medio è di 489 euro, con un minimo di 384 euro per i nuclei composti da una sola persona e un massimo di 700 euro per quelli composti da cinque persone.
La distribuzione per aree geografiche vede 449mila beneficiari al Nord, 341mila al Centro e 1,72 milioni nell’area Sud e Isole.
Nel corso dei primi otto mesi dell’anno, le revoche hanno riguardato oltre 42mila nuclei e le decadenze sono state 221mila.
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-foto agenziafotogramma.it

Assegno unico, nei primi 5 mesi 6 miliardi per 8,6 mln di figli

ROMA (ITALPRESS) – Nei primi cinque mesi di competenza sono stati erogati alle famiglie assegni per oltre sei miliardi di euro. I pagamenti hanno riguardato complessivamente 8,6 milioni di figli (esclusi quelli dei nuclei beneficiari di reddito di cittadinanza), e i richiedenti che hanno ricevuto almeno un assegno sono stati 5,3 milioni. E’ quanto emerge dall’Osservatorio Statistico sull’Assegno Unico Universale dell’Inps.
L’importo medio mensile per richiedente è pari a 233 euro ed è stato pagato in media per 1,6 figli per ciascun richiedente, mentre l’importo per ciascun figlio è risultato, sempre in media, di 145 euro.
Circa il 46% degli assegni pagati per figlio si riferisce a beneficiari appartenenti a nuclei con ISEE inferiore ai 15 mila euro, con l’erogazione del massimo dell’assegno, mentre più del 20% dei figli appartiene a nuclei familiari che non hanno presentato ISEE e quindi ad essi viene erogato l’importo minimo.
Si ricorda che l’importo dell’assegno va da un massimo di 175 euro per ciascun figlio minore per ISEE fino a 15mila euro, a un minimo di 50 euro in assenza di ISEE o con ISEE pari o superiore a 40 mila euro.
Con riferimento ai pagamenti di competenza del mese di luglio, l’importo medio per figlio va da poco meno di 50 euro per chi non presenta ISEE o supera i 40mila euro, a 194 euro per le classi di ISEE fino a 15mila euro. Nel mese di luglio, la concentrazione di importi più elevati si ha al Sud (il valore massimo pari a 166 euro per ciascun figlio si registra in Calabria) mentre gli importi meno consistenti si registrano al Centro e al Nord (il valore minimo si registra nella Provincia autonoma di Bolzano, dove per ciascun figlio si ha in media un importo mensile per figlio pari a 132 euro).

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