Lavoro & Welfare

Il welfare al fianco delle donne in azienda

MILANO (ITALPRESS/WEWELFARE.IT) – Tigotà è una realtà tutta al femminile: di 5mila collaboratori totali allo stato attuale 4401 sono donne, con un’età media di 35 anni e di 55 diverse nazionalità. Le donne in azienda sono quindi l’85% compresa l’Amministratore Delegato Stefania Casonato. Nel 2021, nonostante il contesto difficile legato alla pandemia, la società ha avuto un incremento di forza lavoro di 267 collaboratori, di cui il 95% rappresentato da donne.
La scelta compiuta dalla società, leader in Italia nella vendita di prodotti di cosmesi, cura della persona e pulizia della casa, è stata quella di mettere in campo politiche di welfare pensate per supportare le persone che dovessero trovarsi in situazioni di difficoltà. Nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori vittime di violenza di genere sono previste diverse misure di tutela: le richieste di aspettativa vengono valutate e validate nel più breve tempo possibile, c’è inoltre la possibilità di richiedere il trasferimento presso una diversa filiale del gruppo al fine di offrire maggiore protezione alla vittima e, in caso di malattia derivante dalle conseguenze di violenze di genere, il periodo di conservazione del posto di lavoro è stato esteso a 240 giorni, rispetto ai 180 previsti dalla legge.
Tigotà ha poi messo in atto una serie di azioni concrete orientate al benessere delle donne ma anche a quello delle rispettive famiglie: il welfare aziendale pone particolare attenzione all’istruzione e al percorso formativo dei figli dei collaboratori e delle collaboratrici. Nel 2021, quasi 200 ragazzi di scuole primarie e secondarie hanno deciso di condividere i loro risultati scolastici e l’azienda ha erogato dei premi per l’acquisto di beni informatici, utili per la didattica a distanza che ha richiesto a molte famiglie importanti investimenti dal punto di vista economico. Sono state introdotte inoltre delle borse di studio per collaboratori e figli dei collaboratori che terminano l’università a pieni voti: gli esempi di lifelong learning sono particolarmente supportati dall’azienda.
L’attenzione poi riguarda anche la sfera della salute della donna e dei bambini. Negli ultimi due anni Tigotà ha finanziato due importanti progetti di ricerca sui tumori ovarici da parte della dottoressa Raffaella Petruzzelli, ricercatrice in patologie femminili presso il Telethon Institute of Genetics and Medicine (TIGEM) di Napoli, in collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi e lo studio sulle recidive dei linfomi pediatrici condotto dal team di Barbara Molon dell’Istituto di Ricerca Pediatrica di Padova. “Siamo al fianco delle donne – spiega Stefania Casonato, AD di Tigotà – e più in generale accanto a chi lavora con noi. Il sostegno delle persone in difficoltà e l’attenzione nei confronti della crescita formativa delle nuove generazioni sono azioni concrete di cui andiamo particolarmente orgogliosi”.
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Rapporto Censis-Eudaimon, più welfare per combattere l’insoddisfazione

MILANO (ITALPRESS/WEWELFARE.IT) – Presentato il 5° Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, realizzato in collaborazione con Eudaimon, leader nei servizi per il welfare aziendale, con il contributo di Credem, Edison e Michelin. Dai risultati emerge che il 56,2% degli occupati non è propenso a lasciare il proprio lavoro, nella convinzione che non troverebbe un impiego migliore. La percentuale sale al 62,2% tra i 35-64enni e al 63,3% tra gli operai. E’ vero che nei primi nove mesi del 2021 si registrano 1.362.000 dimissioni volontarie, con un incremento del 29,7% rispetto allo stesso periodo del 2020. Ma proprio nel 2020, quando a causa del Covid il mercato del lavoro si era paralizzato, si era verificato un picco negativo di dimissioni: solo 1.050.000 nei primi tre trimestri, ovvero -18,0% rispetto al 2019. Si conferma però un trend di più lungo periodo di crescita delle dimissioni legato all’aumento della precarietà dei rapporti di lavoro.
Ad aprire la giornata è stato Francesco Maietta, Responsabile dell’Area Politiche sociali del Censis, a cui sono seguiti gli interventi di Alberto Perfumo Amministratore Delegato di Eudaimon, Pierangelo Albini Direttore dell’Area Lavoro, Welfare e Capitale umano di Confindustria, Andrea Bianchi Segretario Generale del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Cuccello Segretario Confederale della Cisl, Marco Leonardi Capo del Dipartimento della programmazione economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Susy Matrisciano Presidente della 11^ Commissione permanente (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) del Senato della Repubblica, tutti moderati da Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis.
Tra i lavoratori italiani il pragmatismo vince sulla tentazione della Great Resignation, cioè le dimissioni al buio per cercare un impiego più gratificante o per fare altro. Fa più paura l’idea di ritrovarsi impantanati nella precarietà del mercato del lavoro. Eppure l’82,3% dei lavoratori (l’86% tra i giovani, l’88,8% tra gli operai) si dice insoddisfatto della propria occupazione e ritiene di meritare di più. Retribuzioni che non crescono da troppo tempo. Il 58,1% dei lavoratori ritiene di ricevere una retribuzione non adeguata al lavoro svolto. La percezione è confermata dalle statistiche ufficiali: negli ultimi vent’anni le retribuzioni medie lorde annue nel nostro Paese si sono ridotte del 3,6% in termini reali (al netto dell’inflazione), mentre in Germania sono aumentate del 17,9% e in Francia del 17,5%. Pensando alla propria occupazione, il 68,8% dei lavoratori si sente meno sicuro rispetto a due anni fa (la percentuale sale al 72,0% tra gli operai e al 76,8% tra le donne). Nell’ultimo biennio il 66,7% dei lavoratori (il 71,8% tra i millennial) ha vissuto uno stress aggiuntivo per il lavoro e il 73,8% teme che in futuro dovrà fronteggiare nuove emergenze lavorative, con impatti rilevanti sulla propria vita quotidiana. Il lavoro, insomma, non paga abbastanza, non dà le certezze del passato, è fonte di tensione.
Per il 51,3% degli occupati il proprio lavoro è molto cambiato durante la pandemia. Il digitale è stato determinante, ma non indolore. Infatti, complessivamente il 58% ha riscontrato difficoltà nell’utilizzo dei dispositivi digitali. In particolare, il 55,3% nella partecipazione ai meeting online e il 46,1% con la posta elettronica. Sullo smart working i lavoratori italiani si dividono: il 25,1% non vorrebbe farlo, il 32,9% è soddisfatto e vorrebbe proseguire, il 42% opterebbe per una soluzione ibrida.
Il tempo di lavoro si dilata: il 39,7% degli occupati afferma di non disporre di tempo libero in modo sufficiente (e la percentuale sale al 45,1% tra gli esecutivi), il 23% prevede un ulteriore peggioramento nel futuro.
Chiare le richieste dei lavoratori alle aziende: il 91,2% dei lavoratori vorrebbe retribuzioni più alte, l’86,5% più servizi di welfare aziendale su ambiti come la sanità e l’assistenza per i figli, il 75,2% maggiore supporto nel rispondere ai bisogni sociali quali la non autosufficienza di un familiare, la previdenza, l’istruzione dei figli. In sintesi: più soldi, più welfare aziendale, aiuto in situazioni di vita difficili. Intanto aumentano le aziende che puntano sugli strumenti del welfare aziendale. Per il 62,5% di un panel di responsabili delle risorse umane di grandi imprese il welfare aziendale è una priorità ed il 71,9% si dice pronto ad attivare servizi ad hoc per informare nel merito i lavoratori e rispondere ai loro bisogni. Piani di welfare ad hoc, fatti di servizi e supporti personalizzati, disegnati sull’unicità dei bisogni del singolo lavoratore, possono dare un contributo decisivo alla domanda di riconoscimento dei lavoratori, stimolando un diverso rapporto con lavoro e azienda.
“Il welfare aziendale ha le carte in regola per supportare tre dimensioni: il reddito, senza andarlo a sostituire; la protezione sociale, caratteristica meno scontata ma fondamentale, e l’ingaggio delle persone rispondendo al loro bisogno di essere riconosciute. Ci siamo finora preoccupati dell’esecuzione dei piani di welfare ma ora ci siamo accorti, da circa due anni, che questo “welfare eseguito” non basta più. Per questo abbiamo inserito una funzione di orientamento attraverso il Welfare Coach che ha tuttavia bisogno di essere implementata affinchè il welfare abbia una natura anticipatoria rispetto alle necessità degli utenti, aumentando la loro informazione e consapevolezza”, ha affermato Alberto Perfumo, Ad di Eudaimon ribadendo quanto già sottolineato durante l’Indagine Welfare e Comunicazione.
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Su Rai2 torna il racconto del non profit con “La risposta giusta”

MILANO (ITALPRESS) – Torna “l’Italia che fa”. E questa volta con un’edizione rinnovata ricca di novità a partire dalla collocazione in palinsesto: la trasmissione sarà in onda da sabato 19 marzo, mattina dalle 9:45 alle 10:25.
La Risposta Giusta è lo spin off del programma che già nel 2020 aveva portato sulla rete pubblica un branded content in grado di fare servizio pubblico, con il racconto di storie ed esperienze di buone pratiche del nostro Paese, alimentato dall’energia delle organizzazioni non profit e delle aziende impegnate sul fronte della responsabilità sociale di impresa.
A condurre, ancora una volta sarà Veronica Maya che con La Risposta Giusta intratterrà il pubblico e guiderà gli ospiti in un game ricco di domande e curiosità. Il programma ancora racconterà storie coinvolgenti e iniziative concrete e meritevoli, con testimonianze in studio, e il supporto di filmati originali ed esclusivi.
Questo nuovo format è l’evoluzione di un racconto di chi nel nostro Paese è impegnato sul campo, in progetti sul fronte della solidarietà, della cultura, per la salvaguarda dell’ambiente. Un gioco fatto di domande e risposte, in cui la “risposta giusta” sarà quella che i protagonisti delle storie e dei progetti hanno saputo mettere in campo con iniziative legate alla sostenibilità e alla solidarietà, e con storie di aziende socialmente impegnate che con il proprio operato creano un impatto positivo per le comunità e per l’ambiente.
Ma c’è un’altra importante novità che aggiunge valore al programma: nella redazione televisiva, in questa edizione, lavorano giornalisti già collaboratori de IL BULLONE, il periodico realizzato da adolescenti e giovani adulti che hanno o hanno vissuto l’esperienza della malattia (tumori, anoressia, HIV, malattie rare, etc) e per questo motivo hanno avuto lunghe degenze in ospedale; redattori in grado di portare la loro professionalità e il loro punto di vista, aggiungendo una sensibilità unica. Il Bullone (www.ilbullone.org) è un’idea promossa e concretizzata dalla Fondazione B.LIVE onlus impegnata in molti progetti sociali rivolti a giovani e adolescenti in difficoltà, in particolare nel campo della salute e che ha saputo nei suoi primi dieci anni di vita realizzare un ponte virtuoso tra il mondo Profit e le realtà Non profit, lavorando con aziende, università, scuole ed associazioni attraverso iniziative legate al mondo dell’imprenditoria sociale.
Con questa esperienza televisiva, i ragazzi avranno l’occasione di fare una nuova esperienza professionale importante per il loro percorso formativo e che permetterà loro di acquisire preziose competenze per l’inserimento nel mondo del lavoro.
I giovani redattori de IL BULLONE collaborano allo sviluppo dei contenuti oltre a rappresentare in modo concreto l’etica e la filosofia della trasmissione.
Quello della redazione de IL BULLONE all’interno del programma La Risposta Giusta è un progetto di inserimento lavorativo promosso da Fondazione Cariplo, già partner e promotrice della prima edizione de L’Italia che Fa, lanciata a poche settimane dallo scoppio della pandemia, proprio per dare risposte concrete e visibilità all’impegno che tante realtà non profit e aziende italiane continuavano a mettere in campo anche in quei drammatici mesi.
“La risposta giusta è un programma che tratta e propone temi importanti con leggerezza e serietà. La risposta giusta è un format Branded Entertainment di intrattenimento di autentico servizio pubblico capace di dare spazio a realtà e a iniziative di pubblica utilità”, ha detto Marco Falorni produttore e autore di Libero Produzioni TV, ideatore del format.
L’edizione ai nastri di partenza conta su numerosi partner come COOP Lombardia, Facile.it, Fastweb, Fondazione Snam, Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald, Chin8 Neri, Natixis Investment Managers, SOS Villaggi dei Bambini oltre che la già citata Fondazione Cariplo, che hanno potuto raccontare le loro attività in ambito sociale, culturale ed ambientale. Il branded content è stato sviluppato con Rai Pubblicità.
Il programma è stato realizzato in collaborazione con Rai per il Sociale, con l’apporto della direzione guidata da Giovanni Parapini.
In ogni puntata sarà ospite anche un teleabbonato Rai, in collegamento con lo studio, in collaborazione con la direzione Canone e Beni Culturali Rai.
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Snaitech con Valore D per sensibilizzare alla cultura dell’inclusione

MILANO (ITALPRESS/WEWELFARE.IT) – Snaitech ha confermato per il 2022 la sua adesione a Valore D, la prima associazione di imprese in Italia che, da più di dieci anni, è impegnata nell’affrontare il tema dell’equilibrio di genere e nel diffondere una cultura dell’inclusione a supporto dell’innovazione, del progresso e della crescita delle organizzazioni e del Paese.
Annunciata lo scorso anno, la collaborazione con Valore D ha permesso a Snaitech di aggiungere un tassello importante al percorso intrapreso ormai da tanti anni con lo scopo di diffondere all’interno dell’azienda una cultura dell’inclusione e dell’equilibrio di genere, finalizzata al miglioramento costante dell’ambiente lavorativo e ad assicurare il benessere dei propri dipendenti.
“La cultura dell’inclusione è diventata ormai un pilastro fondante della nostra cultura aziendale, per questa ragione siamo felici di aver rinnovato anche per il 2022 la nostra adesione a Valore D. C’è ancora tanta strada da fare in merito all’inclusione e soprattutto alla riduzione del divario di genere; per fare la nostra parte abbiamo deciso di utilizzare uno degli strumenti più potenti che abbiamo a disposizione: il confronto.
L’adesione a Valore D ci consente infatti di beneficiare di numerosi momenti di dialogo sia internamente – grazie alle molte iniziative che coinvolgono i nostri dipendenti – ma anche esternamente, grazie alla possibilità di partecipare a tavoli interaziendali, opportunità uniche per potersi confrontare tra associati in merito a best practices e future attività”, ha dichiarato Lavinia Pupelli, Direttore Risorse Umane e Organizzazione di Snaitech.
L’attenzione ai temi di gender balance non è una novità per Snaitech, che da sempre lavora per costruire un ambiente lavorativo il più inclusivo possibile, come dimostrano gli stessi dati dell’occupazione femminile, ad oggi attorno al 50%, e le politiche attuate dall’azienda a sostegno della genitorialità.
Con questa partnership, l’obiettivo di Snaitech è quello di sensibilizzare in maniera ancora più incisiva i propri dipendenti, attraverso un loro coinvolgimento attivo in momenti di confronto e formazione. L’adesione all’associazione ha infatti consentito a tutti i dipendenti di beneficiare nel corso del 2021 di numerose iniziative formative, come la Academy di Valore D, i percorsi di mentorship, webinar finalizzati al confronto e al dialogo ed infine i Valore D Talks, un ciclo di appuntamenti offerti dall’associazione e distribuiti nell’arco dell’anno tenuti da esperti ed esperte sulle tematiche più attuali riguardanti la Diversity & Inclusion.
Per incentivare ancora di più la partecipazione attiva, in occasione di ciascun appuntamento Snaitech ha invitato tutta la popolazione aziendale a partecipare a questi Talks attraverso una comunicazione interna apposita dedicata ai temi D&I che riportava una breve descrizione dell’evento e il link per partecipare: nel 2021, i Talks hanno riscosso molto entusiasmo nei dipendenti, che hanno scelto di prendere parte a diversi appuntamenti dedicati a temi come le Professioni STEM, l’importanza dell’empatia a lavoro e tante altre tematiche che saranno ora affrontate nel calendario 2022 con nuovi importanti spunti di riflessione.
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Intesa Sanpaolo e Nextalia insieme per la formazione digitale

MILANO (ITALPRESS/WEWELFARE.IT) – Intesa Sanpaolo e Nextalia SGR, per conto del Fondo Nextalia Private Equity, hanno definito un accordo finalizzato alla creazione di una nuova realtà, leader nella formazione e digital learning, facendo leva sull’infrastruttura di apprendimento innovativa di Intesa Sanpaolo. La società si chiamerà DIGIT’ED e si rivolgerà sia al segmento business, ovvero alle grandi aziende, piccole e medie imprese, alla pubblica amministrazione e agli ordini professionali, sia al segmento consumer, anche in collaborazione con prestigiose istituzioni italiane e internazionali, rispondendo così alle crescenti esigenze del mercato della formazione, legate alla trasformazione digitale, all’evoluzione delle competenze e al re-skilling.
L’offerta formativa di DIGIT’ED sarà focalizzata su soluzioni d’eccellenza a supporto dello sviluppo di competenze specifiche per la transizione digitale (es. cybersecurity, data, cloud) ed ecologica (es. sostenibilità, circular economy), anche attraverso un piano di investimenti nelle più moderne tecnologie di apprendimento, a partire dall’intelligenza artificiale, per fornire una esperienza di formazione sempre più efficace e di alta qualità.
L’accordo vincolante prevede l’acquisizione, da parte di una società di nuova costituzione, di Intesa Sanpaolo Formazione, la società di Intesa Sanpaolo focalizzata su iniziative di formazione rivolte alla crescita delle imprese e del territorio, nei confronti della quale – in vista della predetta acquisizione – è previsto il conferimento dalla Capogruppo di specifiche attività afferenti alla progettazione e produzione di servizi e prodotti formativi per i dipendenti del Gruppo. Le persone provenienti da Intesa Sanpaolo rappresenteranno un elemento particolarmente qualificante della nuova realtà DIGIT’ED.
Nell’ambito dell’operazione sono previste la conclusione di accordi di durata pluriennale per l’erogazione in esclusiva di servizi e prodotti di formazione sia verso i dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo sia verso i clienti del Gruppo. Intesa Sanpaolo – a conferma della rilevanza del progetto – diventerà azionista di DIGIT’ED con una partecipazione pari al 20%, in una logica coerente con il Piano di Impresa 2022-2025, mentre Nextalia deterrà il controllo della società di nuova costituzione.
L’accordo si colloca nell’ambito di una più ampia operazione con l’obiettivo di posizionare DIGIT’ED come soggetto aggregatore delle migliori realtà attive nel settore. A tal proposito sono in corso negoziazioni in esclusiva con soggetti terzi, ai quali potrebbe essere offerto l’ingresso nel capitale nella società. Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO di Intesa Sanpaolo, ha commentato: “Con il nuovo Piano d’Impresa intendiamo affrontare le nuove sfide poste da un contesto di mercato in forte evoluzione. Per questo, oltre a consolidare la nostra posizione di Banca leader nel wealth management, protection e advisory, vogliamo dotarci delle migliori competenze nel digitale, nel fintech, nell’innovazione tecnologica, anche alla luce della nostra partnership con Thought Machine. Al tal fine riteniamo di essenziale importanza dare vita a una nuova realtà che ha l’obiettivo di diventare leader nel campo della formazione, con le dimensioni di scala adeguate, capace di aprirsi alle migliori esperienze internazionali e basata sull’apporto dell’elevata professionalità delle persone di Intesa Sanpaolo, che, partecipando allo sviluppo di un leader della formazione, troveranno ulteriori opportunità di crescita.
La creazione di DIGIT’ED, anche grazie al ruolo chiave e stabile di un azionista come Intesa Sanpaolo, favorirà la crescita delle piccole e medie imprese italiane e quindi della nostra economia, anche alla luce delle risorse messe in campo dal Next Generation Italy, in particolare per la transizione digitale e green”.
Francesco Canzonieri, Amministratore Delegato di Nextalia SGR, ha dichiarato: “La creazione del leader italiano nel digital learning rappresenta la prima operazione per il Fondo Nextalia Private Equity ed ha un elevato valore segnaletico: guidare attivamente la trasformazione ed il consolidamento di un settore chiave per lo sviluppo delle imprese italiane e del Paese, perfettamente coerente con l’obiettivo di Nextalia di supportare gli investimenti in innovazione, ricerca e tecnologia e promuovere attivamente uno dei fattori ESG chiave di sviluppo sostenibile: garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo”.
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Sport e salute per “risollevare” i lavoratori

MILANO (ITALPRESS/WEWELFARE.IT) – Urban Sports Club – applicazione leader in Europa nell’offerta di soluzioni di sport e benessere di ogni tipo alle aziende – a fronte di dati sempre più preoccupanti sulla salute mentale sui luoghi di lavoro, lancia Benefitness la sua offerta di sport e benessere con migliaia tra centri fitness e attività sportive in tutta Europa. Urban Sports Club offre una consulenza a 360° a quelle aziende che intendessero valutare la loro offerta personalizzata di “benefitness”.
“Secondo le ultime ricerche le aziende giocheranno un ruolo sempre più cruciale nel migliorare la prevenzione, il supporto e la cura della salute e del benessere delle persone, spiega Filippo Santoro, Managing Director di Urban Sports Club Italia. Lo sport e le attività legate al benessere psicofisico costituiscono un benefit straordinario in grado di ridurre il livello di stress, favorire la coesione tra le persone e contribuire a migliorare salute e felicità. Ecco perchè parliamo di benefitness. Noi di Urban Sports Club ci poniamo come solution provider per offrire sport e benessere con una proposta completa che permette l’accesso a migliaia di strutture sportive, dalle classi online alle attività outdoor, con un’offerta che può adattarsi in modo personalizzato alle esigenze di ogni azienda”.
Le ultimissime ricerche (dati Ipsos, gennaio 2022 della ricerca Being Mind-Healthy) dicono che solo il 24% degli italiani ritiene che il sistema sanitario pubblico fornisca un supporto adeguato e solo il 31% ritiene che il proprio datore di lavoro dia sostegno ai collaboratori quando si tratta di salute mentale.
La tendenza, sempre secondo la ricerca Ipsos, vede le donne e i più giovani, in particolare in Europa e specialmente in Italia, tra le categorie più colpite nel benessere psicologico a causa della pandemia (48% in Italia, contro il 33% a livello globale). Ma non è tutto. L’Italia risulta, insieme a Francia e Giappone, a quasi due anni dallo scoppio della pandemia tra i Paesi la cui popolazione è più colpita sul fronte della salute mentale. Tra l’altro, secondo un’altra indagine (BVA Doxa ottobre 2021), quasi l’85% delle persone considera il proprio benessere psicologico generale correlato al proprio benessere sul lavoro e viceversa.
I malesseri più diffusi? Casi di burnout almeno una volta nell’ultimo anno per l’80% di lavoratrici e lavoratori; difficoltà a definire i confini tra lavoro e vita privata per il 51%; casi di ansia e insonnia per motivi legati al lavoro per il 49% dei dipendenti italiani.
“Paradossalmente potremmo dire che accanto al grave tema del rincaro del costo dell’energia, spiega ancora Filippo Santoro, c’è un’altra crisi energetica che sta riguardando proprio la salute mentale dei lavoratori. Il concetto di benefitness di Urban Sports Club va nella direzione di offrire alle aziende delle soluzioni affinchè dipendenti e collaboratori adottino uno stile di vita sano in grado di migliorarne il benessere fisico e mentale”.
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Fondi pensione, aumentano gli iscritti e i rendimenti

MILANO (ITALPRESS/WEWELFARE.IT) – Sfiorano i nove milioni gli iscritti alle forme di previdenza complementare a fine 2021. Per l’esattezza 8,8 milioni, per un totale di 9,7 milioni di posizioni aperte (+4,3% rispetto al 2020): un iscritto ovviamente può aderire a più fondi. Oltre quattro quinti della crescita è da imputare ai fondi contrattuali (negoziali) che prevedono l’automatica adesione per i nuovi assunti. Crescono anche le adesioni ai fondi aperti, meno forte la spinta verso i Pip. Sono alcuni dei dati offerti dall’ultimo report pubblicato da Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione.
Nel corso del 2021 i contributi incassati complessivamente dal sistema sono stati di 13,3 miliardi di euro, il che porta a un patrimonio complessivo destinato alle prestazioni pari a 212,6 miliardi.
Continuano le buone performance sui rendimenti. Migliori risultati per le linee esposte verso l’azionario.
Complessivamente – al netto dei costi di gestione e della fiscalità – i rendimenti sono stati del 4,9% per i fondi negoziali e del 6,4% per i fondi aperti. Oltre l’11% per i Pip di ramo III. Valutando il rendimento su orizzonti più propri del risparmio previdenziale (nei dieci anni che vanno dal 2012 al 2021) il rendimento medio composto è stato del 4,1% per i fondi negoziali, del 4,6% per i fondi aperti e del 5% per i Pip di ramo III. Performance che si confrontano con il più modesto rendimento dell’1,9% del Tfr.
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Aulab e Tim, la formazione Stem un benefit da incentivare

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MILANO (ITALPRESS/WEWELFARE.IT) – Un approccio ai benefit aziendali a 360° non si presenta più quindi come “nice to have”, ma come fattore determinante nella scelta di un impiego. Un percorso in continua evoluzione in cui, secondo i dati raccolti da Statista, aziende e dipendenti dialogano attivamente per introdurre benefit sempre più corrispondenti all’esigenza reale del lavoratore. I risultati del Welfare Index PMI parlano chiaro: le aziende sono sempre più consapevoli della centralità di temi come salute e sicurezza dei lavoratori (+0,7% tra il 2020 e il 2021), c’è un crescente interesse da parte dei dipendenti nel ricevere i benefici aziendali (+1,4%) e la percentuale di aziende con schemi di welfare di livello alto dal 2016 al 2021 è più che duplicata (9,7% del totale contro il 21%). A dimostrarlo sono, in primis, le “grandi dimissioni” (Great Resignation), tendenza che mostra come, specie nelle generazioni più giovani, 1 persona su 5 abbia cambiato lavoro nel 2020 ed 1 su 4 programmi di cambiarlo nell’anno in corso. A motivare la decisione, la ricerca di mansioni più consone alle proprie aspirazioni, ma anche di maggior flessibilità, benefit, work-life balance, family care e longevity management. È in questo contesto che nasce la partnership tra aulab, la prima Coding Factory Italiana, ed il Gruppo TIM, Best Employer 2022 italiano nel settore delle telecomunicazioni sulla base dell’ultima indagine Statista-Corriere della Sera.

Grazie a questa collaborazione, viene offerta ai figli e nipoti dei dipendenti TIM, l’opportunità di accedere ai corsi di sviluppo web di aulab gratuitamente o a prezzi riservati, incentivando la formazione in un settore centrale del mercato del lavoro italiano dove la domanda supera di molto l’offerta. Secondo le recenti rilevazioni del bollettino Sistema Informativo Excelsior realizzato da Unioncamere e ANPAL, le imprese dei servizi informatici e delle comunicazioni (48,7%) segnalano elevato mismatch in particolare per la ricerca di specialisti in scienze matematiche, informatiche (61,7%) e per tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (54,3%). Non a caso, sono proprio i web developer (full-stack, frontend e backend) a figurare tra i professionisti informatici più ricercati, come analizzato anche da LinkedIn nel report sui lavori in crescita. Una domanda costante, a cui aulab risponde con l’Hackademy, il corso che, in soli 3 mesi, permette di acquisire tutte le competenze necessarie per avviare una carriera nello sviluppo web, anche partendo da zero.

Andrea Rubera, People Caring & Inclusion Manager di TIM, commenta così l’iniziativa: “TIM si propone come abilitatore digitale del Paese. In questo ambito, crediamo sia fondamentale il ruolo dell’educazione sulle materie STEM sin dall’infanzia e vogliamo di conseguenza incentivare i nostri dipendenti a confrontarsi con i cambiamenti legati alla trasformazione digitale. La partnership con aulab è un tassello importante perché consente di offrire, come benefit riservato alle nostre persone, competenze spendibili in percorsi formativi da proporre a figli e nipoti”. Davide Neve, Co-Founder e CEO di aulab, aggiunge: “Nell’evoluzione dei benefit aziendali che stiamo vivendo, avere un’offerta all’avanguardia è diventato un fattore essenziale per attirare talenti. In aulab ce ne accorgiamo tutti i giorni, quando aiutiamo i nostri studenti ad entrare in contatto con le aziende al termine del corso Hackademy. Siamo orgogliosi di aver avviato con TIM una partnership che va a inserirsi nella scia di altri grandi attori che hanno voluto offrire qualcosa in più ai propri dipendenti, come per esempio Glovo che ha offerto ai propri rider 5 borse di studio per frequentare il corso Hackademy ed avviare una nuova carriera in ambito tech”.

(ITALPRESS).