Lavoro & Welfare

Eataly, 600 mila euro per il welfare

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Poco prima di Natale, a Roma, è stato siglato nel punto vendita di Ostiense, il rinnovo del contratto integrativo aziendale con Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. Eataly, la società di Oscar Farinetti, ha stanziato 600 mila euro in tre anni, raddoppiando le risorse che aveva stabilito con il precedente accordo dell’aprile 2018. Welfare e gestione del tempo sono i punti centrali del documento che ora verrà sottoposto all’approvazione dei dipendenti. Eataly riconoscerà sia alle mamme che ai papà di 16 ore di permessi retribuiti per l’inserimento di ciascun figlio alla scuola dell’infanzia (restano con fermate le 16 ore per l’inserimento al nido). I papà inoltre matureranno 3 giorni retribuiti di congedo paternità in più rispetto a quelli previsti dal contratto di lavoro. Per le lavoratrici in maternità invece tredicesima e quattordicesima verranno pagate interamente (Eataly, che applica il contratto del turismo, integrerà i ratei mensili già anticipati dall’Inps). Le cure sanitarie e odontoiatriche integrative del Fondo Est – il fondo sanitario dei lavoratori del contratto collettivo dei pubblici esercizi e del turismo – verranno estese anche ai lavoratori con contratto a termine dai 6 mesi in su. Smart working avviato in via sperimentale nel reparto Servizi generali. «Banca delle ore solidali»: la cessione di ore sarà effettuata su base volontaria dal personale e a titolo gratuito e riguarderà le quote di permessi accantonati in conto ore o ferie. Potrà usufruirne chi deve sottoporsi a cure costanti o deve seguire parenti che abbiano bisogno di terapie. Il congedo straordinario per lutto è aumentato di altri 3 giorni. Sempre restando circoscritti all’ambito del tempo, verranno rimodulate le fasce orarie del part time per ridurne il numero il tutto sviluppando turnazioni di medio lungo periodo. Sul piano dell’organizzazione del lavoro verrà introdotta una indennità mensile di 75 euro per chi svolge una mansione aggiuntiva rispetto a quella indicata all’atto dell’assunzione. Verranno estesi i diritti dei lavoratori in appalto in una logica di indusività rispetto a quelli «diretti». Tutto ciò si aggiunge all’attuale avanzato sistema di tutele previsto dalla contrattazione aziendale che viene in toto salvaguardato e mantenuto, a partire dal premio di risultato dell’importo di circa una mensilità aggiuntiva. Predisposti anche corsi di formazione, in particolare quelli volti a promuovere il contrasto alle molestie sessuali e quelli volti ad apprendere l’uso di nuove tecnologie. Per quanto riguarda le attività in appalto che operano dentro i punti vendita, Eataly garantirà a quei lavoratori le stesse tutele dei dipendenti diretti in fatto di prevenzione, salute e sicurezza.
(ITALPRESS/WEWELFARE.IT).

DA CDP E ASSOFONDIPENSIONE 1 MLD PER L’ECONOMIA REALE

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Già durante l’assemblea annuale di Assofondipensione il 2 dicembre scorso condotta dal presidente Giovanni Maggi erano state annunciate le linee guida dall’Amministratore Delegato di CDP Fabrizio Palermo, rivolte al potenziale coinvolgimento di tutti i fondi pensione italiani di natura privatistica. Progetto Economia Reale ha lo scopo di fornire ai fondi pensione aderenti la possibilità di co-investire con CDP in strumenti diversificati e con potenziali ritorni in linea con le finalità del risparmio da loro gestito e al contempo di supportare la crescita e la competitività delle imprese italiane facilitando l’afflusso di investimenti verso l’economia nazionale attraverso una piattaforma, costituita da fondi di fondi, gestita dal Fondo Italiano di investimento SGR (FII SGR, controllata da CDP Equity), che investirà in fondi di private equity, private debt, nonché potenzialmente in altre asset class. I fondi pensione attualmente gestiscono per conto dei loro aderenti oltre 100 miliardi di euro e possono esercitare un ruolo importante per favorire il sostegno all’economia, all’occupazione e alla crescita del Paese, cogliendo al contempo la possibilità di maggiori rendimenti per i loro iscritti, per un welfare integrativo sempre più efficiente e inclusivo. Sono state presentate ai fondi pensione partecipanti le caratteristiche tecniche principali del Progetto. Fondo Italiano d’Investimento SGR ha illustrato le peculiarità dei fondi di fondi sottostanti la piattaforma, unitamente alla possibilità, soggetta all’approvazione del Consiglio di Amministrazione di CDP, di CDP Equity e di Fondo Italiano d’Investimento, di godere di una piattaforma di liquidità e di investire in quote di fondi a rendimenti asimmetrici. L’obiettivo stimato è di almeno 500 milioni di euro, cui si aggiungono anche le risorse che – coerentemente alla propria missione istituzionale – CDP ha già dedicato (Euro 550mln ad oggi nei fondi di private equity e private debt) e quelle che potrà decidere di dedicare in eventuali ulteriori asset class nell’ambito del Progetto.
(ITALPRESS/WEWELFARE.IT).

ITINERARI PREVIDENZIALI, 240 MLD PATRIMONIO INVESTITORI

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Quello degli investitori istituzionali italiani è un patrimonio da 240 miliardi di euro che, almeno in parte e secondo la ricerca potrebbe essere destinato a finanziare PMI italiane, infrastrutture e real estate. Un patrimonio in costante crescita e già in buona parte destinato a investimenti capaci di coniugare redditività e ricadute positive sul territorio, seppur con differenze sostanziali tra le diverse tipologie di investitori: per il 48,60% (tenendo conto anche della quota nella banca conferitaria, in Cassa Depositi e Prestiti e Fondazione con il Sud), nel caso delle Fondazioni; per il 16,31% nel caso delle Casse Privatizzate dei liberi professionisti (era il 14,6% l’anno precedente) e per il 3,00% e il 3,20% nel caso di Fondi Pensione Negoziali e Preesistenti. Il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali e Borsa Italiana hanno dato il via al confronto tra investitori istituzionali, esperti del settore e associazioni di categoria nel 2018, un momento di condivisione di buone pratiche, esperienze e criticità da affrontare proseguito anche nel corso del 2019, quando il Tavolo di Lavoro ha allargato la discussione anche alle PMI che hanno già usufruito dei capitali istituzionali per finanziarsi e avviare processi di innovazione e sviluppo.

«Dati e case history raccolti evidenziano come in “soli” due anni siano stati compiuti numerosi passi in avanti. Ciascuno secondo propri obiettivi, caratteristiche e vincoli nei confronti di aderenti (o territori), un numero crescente di investitori istituzionali sta esprimendo una concreta progettualità di apertura dei portafogli ad asset class alternative dedicate all’economia reale italiana e, d’altra parte, oggi sono a disposizione degli investitori molti più prodotti e strategie diversificate con focus sull’economia reale, altro concreto segnale del progresso compiuto a livello di sistema. Anzi, a testimonianza del grande cambiamento in atto, va segnalato che stanno addirittura nascendo moltissimi progetti di finanza alternativa con focus sull’economia reale anche per il pubblico retail», ha spiegato Gianmaria Fragassi, coordinatore del progetto per il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali. «Un maggior investimento nell’equity domestico del portafoglio core dei Fondi Pensione è ad esempio nei numeri ragionevole, visto il divario con gli altri Paesi. E potrebbe oltretutto essere perseguito attraverso scelte di investimento in aziende con forte vocazione ESG e quindi a sostegno della crescita sostenibile del Paese, tema sempre più rilevante e tanto più che la prossimità tra le aziende e gli investitori consentirebbe anche attività efficaci di engagement» ha commentato Alessandra Franzosi, Head of Pension Funds & Asset Owners Borsa Italiana.

«Questa non costituisce però l’unica soluzione – ha aggiunto Franzosi, curatrice insieme a Niccolò De Rossi (Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali) e Gianmaria Fragassi del Quaderno di approfondimento presentato quest’oggi a Roma in Cassa Forense – soprattutto perché la stessa economia italiana è composta prevalentemente da PMI con un accesso ancora limitato al mercato dei capitali. Ragione per la quale una strada complementare è rappresentata dagli investimenti in asset alternativi italiani (piccole e medie imprese e infrastrutture in primis), oltre che in mid e small caps, il cui ampio potenziale potrà però essere pienamente sfruttato solo a patto di ridurre i vincoli all’accesso dal punto di vista degli investitori, delle best practice di mercato e attraverso la creazione di un’offerta adatta all’investimento istituzionale». Secondo Itinerari Previdenziali e Borsa Italiana, i 15 casi virtuosi che hanno accompagnato il percorso del Tavolo di Lavoro dimostrano l’importanza della condivisione, del dialogo e della partnership tra e con tutti gli attori del sistema (PMI incluse): un approccio che facilita il raggiungimento di soluzioni innovative condividendo obiettivi, processi e rischi finanziari e imprenditoriali e che ha tutte le potenzialità non solo per impedire che le eccellenze del Paese finiscano in mano ai capitali esteri, ma anche per attrarre maggiori risorse “internazionali” verso gli asset italiani.

«L’unica strada – ha infine concluso Fragassi – per scongiurare il “realwhashing“: termine con cui, stressando il concetto e facendo un parallelismo con il greenwashing, il Tavolo di Lavoro ha cercato di mettere in guardia dal potenziale rischio di dare troppa importanza alla teoria (e al marketing) a discapito di quel passaggio ai fatti e alla concretezza di cui il Paese avrebbe tanto bisogno».

(ITALPRESS/WEWELFARE.IT)

WELFARE “TERAPEUTICO”, UN CONVEGNO UCID TRA AZIENDA E TERRITORIO

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Il welfare che è in fase di costruzione – in aggiunta e oltre a quello del perimetro pubblico – non è fatto solo di prestazioni integrative, previdenziali o sanitarie, e nemmeno di benefit aziendali, che siano di valenza sociale o ludica. “Il welfare integrativo richiede una novità culturale, un approccio nuovo al tema del benessere nei luoghi di lavoro”: Marta Zighetti, psicoterapeuta, autrice del libro Essere esseri umani (edizioni dEste) – che è anche il nome di un’Associazione promossa dalla dottoressa Zighetti – da anni sta dedicando una buona parte delle sue energie alla riflessione sulla società “compassionevole”. Con una chiara idea in testa: fare del bene (a sé stessi, ai propri colleghi, ai propri dipendenti…) fa bene e conviene. O meglio, nella sintesi elaborata dalla dottoressa Zighetti: “Ognuno di noi è parte del benessere degli altri”. Un’idea sviluppata in un documento che è stato alla base della preparazione del convegno Generare valore sociale, un appuntamento promosso dall’Ucid (Unione cristiana imprenditori e dirigenti) di Milano al l’interno di un programma di “welfare inclusivo”.

L’idea, come tutte le idee, ha bisogno delle gambe degli uomini e dei denari delle imprese. Gambe e denari che sono in grado di generare un circolo virtuoso fatto di brevi cicli di terapia per le persone che subiscono traumi di diversa natura nel corso della loro vita familiare o lavorativa. “Impresa e territorio devono ritrovare insieme la capacità di favorire l’inclusione di coloro che per qualunque ragione vivono momenti di esclusione traumatica dalla loro normale condizione di vita”: Marta Zighetti ha l’obiettivo chiaro di innescare una collaborazione operativa tra comunità di lavoro e comunità di territorio. Con poche risorse le imprese più illuminate potrebbero dare avvio a iniziative capaci di coinvolgere non solo i dipendenti delle stesse aziende, ma tutti i cittadini che insistono sulle stesse realtà territoriali. Welfare aziendale e welfare territoriale sono destinati a ritrovarsi.

Anche il convegno Ucid, dove la dottoressa Zighetti è stata relatrice, ha segnato una tappa di questo percorso virtuoso. Con il direttore del quotidiano cattolico Avvenire, Marco Tarquinio, che ha fatto da moderatore, sono intervenuti il professor Leonardo Becchetti, il vicepresidente di Assolombarda, Antonio Calabrò, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, l’imprenditrice Marina Salamon, il presidente della Fondazione Progetto Arca, Alberto Sinigallia, il consigliere della Fondazione Giordano Dell’Amore, Mario Gerevini, e il vicario episcopale della Diocesi di Milano, monsignor Luca Bressan. L’iniziativa del convegno, fortemente voluta dal presidente dell’Ucid di Milano, Luciano Martucci, si propone di trovare partner pubblici e privati che possano favorire il percorso di welfare integrativo in azienda e nel territorio. I Comuni di Busto Arsizio e di Gallarate erano presenti, così come i rappresentanti di aziende aderenti all’Unione Industriale di Varese e all’Assolombarda.

Una prima esperienza di formazione sui temi della terapia promossa dall’Associazione Essere esseri umani è stata realizzata presso l’azienda Zeiss. Un primo passo per quella contaminazione culturale che deve essere condizione per il nuovo welfare inclusivo e win-win-win: con un beneficio per chi dona, per chi fa volontariato, per chi ne beneficia e con vantaggio sicuro per tutto il contesto sociale in cui viviamo. La proposta terapeutica promossa dall’Associazione della dottoressa Zighetti si sintetizza con l’espressione: “Terapia sospesa”, trasferendo l’abitudine partenopea di lasciare pagato un caffè nel bar dove si consuma il proprio – il cosiddetto “caffè sospeso” – a vantaggio di chi non potrebbe pagarselo. In questa dimensione di welfare, l’azienda che può, paga (cioè dona) una terapia anche a chi, non suo dipendente, ne ha bisogno, ma non ha le risorse economiche per permetterselo.

(ITALPRESS/WEWELFARE.IT).

INTESA SP: GIOVANI, CULTURA E AMBIENTE BASE SOSTENIBILITÀ

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Secondo il CEO di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, la crescita economica del Paese, e di conseguenza della sua principale Banca, passa attraverso la riduzione delle disuguaglianze e uno ‘sviluppo sostenibile e inclusivo’. Da questo assunto il titolo dell’evento “Intesa Sanpaolo motore per lo sviluppo sostenibile e inclusivo” a cui sono intervenuti, oltre ai vertici della Banca, Paola Pisano, Ministro per l’Innovazione, Rob Kapito, Presidente di BlackRock, e i partner di numerosi enti e imprese con cui la Banca lavora per raggiungere gli obiettivi in questi ambiti.

Nella giornata l’attenzione si è focalizzata sui progetti rivolti alle madri lavoratrici, alle persone che hanno difficoltà a raggiungere la pensione, ai giovani e alla cultura.

Sono infatti 15 mila i giovani che negli anni hanno ottenuto finanziamenti da Intesa Sanpaolo per i propri studi universitari, destinati ad aumentare grazie al prestito senza garanzie ‘per Merito’ avviato a fine febbraio 2019. Anche nella cultura, la Banca stabilisce un primato, con l’annuncio dell’apertura nel 2022 di un quarto museo delle Gallerie d’Italia a Torino dopo quelli di Milano, Napoli e Vicenza, Intesa Sanpaolo diventa il primo Gruppo bancario al mondo ad avere quattro musei aperti al pubblico che espongono collezioni permanenti e che offrono una programmazione di mostre con propri progetti scientifici originali.

Ecco i principali risultati raggiunti.

Disuguaglianze

– 8,7 milioni di pasti, 519 mila posti letto, 131 mila farmaci, 103 mila indumenti distribuiti tramite associazioni caritative nel periodo 2018-2019

– 25 mila donazioni sulla piattaforma For funding per 170 progetti non profit

– 400 mila beneficiari del Fondo di beneficenza in capo alla Presidenza Intesa Sanpaolo

Impact

– 3.240 studenti universitari finanziati con il prestito ‘per Merito’ da fine febbraio 2019

– 524 atenei e scuole di alta formazione interessati da ‘per Merito’ nel 2019, di cui 265 all’estero

– € 171 mln erogati dal Gruppo a 15 mila studenti in prestiti per gli studi

Economia circolare

– 63 progetti trasformativi e innovativi per PMI e grandi aziende, finanziati per circa 760 milioni di euro a valere sul plafond circular economy da 5 miliardi di euro.

– € 2 mld erogati nella green economy
(ITALPRESS) – (SEGUE).

– 75 progetti finanziati con Green Bond, 353 mila ton emissioni CO2 risparmiate (pari alle emissioni annuali di 66 mila abitanti)

Giovani e lavoro

– 9,3 mila giovani, 18-29 anni, candidati a partecipare al programma

– 700 partecipanti diplomati

– Oltre 1.000 aziende coinvolte

– 80% di assunzioni andate a buon fine

Arte e cultura

– A Torino un nuovo museo delle Gallerie d’Italia, apertura prevista 2022

– Unico Gruppo bancario al mondo ad avere quattro musei con esposizione di collezioni permanenti e una programmazione di mostre originali di propria produzione

– Nel 2019, 18 mostre di realizzazione propria nelle tre sedi di Milano, Napoli, Vicenza con 500 mila visitatori

– Canova | Thorvaldsen alle Gallerie d’Italia – Piazza Scala tra le mostre più visitate in Italia, 100 mila visitatori in due mesi

Innovazione

– 5 progetti conclusi nel 2019 in ambito Artificial Intelligence e 6 in corso; 6 progetti conclusi nel 2019 e 6 in corso nelle Neuroscienze

– 1.300 startup analizzate di cui 120 accelerate in 6 progetti e presentate a 850 investitori

– 293 candidature di cui 49 italiane per il programma di accelerazione Techstars, 55 Paesi rappresentati tra cui, oltre all’Italia, USA, UK, India, Germania, Israele

– € 7,2 mln veicolati attraverso la piattaforma di equity crowdfunding BackToWork24 attraverso la controllata Neva Finventures

(ITALPRESS/WEWELFARE.IT)

FIORAVANTI “LEVA FISCALE PER FAVORIRE SANITÀ INTEGRATIVA”

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Negli ultimi giorni dell’anno appena trascorso si è avviata una piccola grande rivoluzione nel mondo della sanità integrativa: è nata “Intesa Sanpaolo Rbm Salute”. Intesa Sanpaolo Vita ha acquisito la maggioranza di Rbm Salute. In questa intervista esclusiva Nicola Maria Fioravanti, AD Intesa Sanpaolo Vita e Responsabile Divisione Insurance di Intesa Sanpaolo, nonché presidente designato della nuova compagnia, illustra per la prima volta la strategia del Gruppo dopo l’acquisizione.

“Per la Divisione Insurance di Intesa Sanpaolo l’acquisizione di RBM Assicurazione Salute, primo operatore indipendente del settore in Italia, significa rafforzare il proprio posizionamento domestico – spiega Fioravanti – nel comparto ad alto valore aggiunto “danni, non auto”, cresciuto in Italia dell’8,8% nel periodo 2015-18 e con ulteriori prospettive di espansione per i prossimi anni. L’operazione è coerente con le linee guida del Piano d’Impresa del Gruppo Intesa Sanpaolo, consente di accelerare lo sviluppo del business danni e ci porta a 606 milioni di euro di premi nel business salute, con una quota di mercato del 20,8%, avvicinandoci agli obiettivi del 2021”.

I fondi sanitari, uno dei target della proposta commerciale di Intesa-Rbm, sono più di 300: troppi?

La sanità integrativa è un settore eterogeneo, nel quale la fonte istitutiva primaria è l’autonomia negoziale. Questa genesi aperta ha portato a forme sanitarie integrative di diversa natura e dimensioni: da quelle di natura occupazionale (contrattuale/aziendale), a quelle di tipo professionale (casse previdenziali e ordini), dalle esperienze nazionali a quelle territoriali, da quelle “profit” (settore assicurativo) a quelle “no profit” (mutualità volontaria). Ciò ha consentito di coniugare il bisogno di rappresentanza di diverse categorie con la necessità di personalizzare il modello di integrazione del Servizio Sanitario Nazionale in base alle esigenze specifiche dei propri assistiti. La numerosità delle forme sanitarie integrative non è, di per sé, un problema. L’affidamento dei contributi e la gestione delle prestazioni dei Fondi Sanitari al settore assicurativo, infatti, garantisce la mutualizzazione tecnica dei rischi, la realizzazione di economie di scala (con conseguente abbattimento dei costi gestionali) e la solvibilità finanziaria anche da parte dei Fondi di dimensioni minori. Per questo l’affidamento in gestione delle risorse dei Fondi ad operatori professionali, sottoposti a vigilanza prudenziale e in un contesto normativo omogeneo con la regolamentazione europea, è un elemento indispensabile per uno sviluppo sano della sanità integrativa nel nostro Paese.

Si sollecita spesso l’incentivazione della previdenza complementare; è giunto il momento di sostenere il secondo pilastro anche nella sanità integrativa?

I sistemi sanitari incentrati su universalismo ed uguaglianza, come quello inglese, conoscono da tempo scenari di integrazione operativa tra sistemi assicurativi pubblici e privati. La sanità italiana e il nostro Servizio Sanitario Nazionale hanno bisogno di una ricetta “nuova” per superare le difficoltà che li contraddistinguono: lunghezza delle liste d’attesa, carenza di personale, sottofinanziamento della spesa sanitaria pubblica, mancanza di assistenza territoriale, contingentamento dell’accesso alle cure (ticket, eccessiva burocrazia, etc). Servirebbe un ruolo ‘organico’ per la Spesa Sanitaria Privata all’interno del nostro Sistema Sanitario, recuperandone la dimensione sociale ed ampliando le risorse, oggi carenti, destinate a garantire il diritto alla salute dei cittadini italiani. L’auspicio è di creare un’integrazione sempre maggiore tra il ruolo del SSN e un’assicurazione salute che non sia solo integrativa, ma sempre più complementare, in grado di intercettare gli oltre 40 miliardi di euro che i cittadini italiani pagano di tasca propria in aggiunta al prelievo fiscale per il Servizio Sanitario Nazionale. La vera prospettiva sarà passare da un’assicurazione sanitaria riservata solo ad alcuni, ad un modello diffuso che aiuti le famiglie, sia in termini di accessibilità alle prestazioni sanitarie sia di sostegno alla spesa in questo settore. In questo contesto la leva fiscale potrebbe essere di grande aiuto per favorire una maggiore diffusione della sanità integrativa, soprattutto a favore di quei cittadini che, non essendo lavoratori dipendenti, non hanno possibilità di aderire ad un Fondo Sanitario occupazionale.
Si tratterebbe di un sostegno importante, da parte dello Stato, verso un sistema sanitario complessivo più accessibile e più inclusivo, che comporterebbe costi aggiuntivi per l’Erario piuttosto contenuti in considerazione del risparmio sulle detrazioni legate alle spese sanitarie private ed all’emersione di gettito favorita dalla sanità integrativa”.

Come sviluppare il ruolo degli intermediari, che ancora oggi intercettano troppo poco (circa il 10%) del mercato dalla salute integrativa?

Il nostro modello base resta quello della bancassicurazione, grazie alla perfetta sinergia tra la compagnia assicurativa e la rete di filiali di Intesa Sanpaolo, ma costituiremo a breve un’agenzia assicurativa con sede a Torino – città hub del business assicurativo danni del nostro Gruppo – per offrire coperture sanitarie su misura per medie e grandi aziende”.

Dopo l’acquisizione di Rbm si è parlato di valorizzare le opportunità di cross-selling: qualche esempio? Fondi sanitari, casse professionali, aziende grandi e Pmi, enti pubblici, famiglie: quali di questi target sono prioritari per la proposta commerciale Intesa-Rbm?

In primo luogo, utilizzeremo la forza propulsiva del canale diretto di RBM (attraverso i rapporti consolidati con le parti sociali, le aziende, gli ordini e le casse professionali e la pubblica amministrazione). Inoltre, procederemo nel realizzare il pieno sviluppo del modello distributivo della bancassicurazione, verso la clientela SME, corporate e retail. Prima dell’operazione Intesa Sanpaolo non era presente nel settore delle polizze collettive: oggi c’è spazio per operare in sinergia con Banca dei Territori e con la Divisione Corporate, per offrire a tutte le imprese coperture salute.
(ITALPRESS) – (SEGUE).

Ma utilizzeremo anche le polizze individuali già commercializzate da RBM insieme a delle coperture specifiche, da inglobare nel prodotto “XME Protezione”, la soluzione bandiera nel mondo dell’assicurazione non auto, offerto da Intesa Sanpaolo Assicura.

Ci sono all’orizzonte integrazioni con l’offerta della vostra piattaforma di welfare aziendale Welfare Hub?

È evidente che, vista la positiva e crescente risposta delle aziende ai servizi della piattaforma Welfare Hub per i dipendenti, ci possono essere significative opportunità di sviluppo delle coperture sanitarie anche tramite questo importante canale, e queste verranno valutate nel corso di prossimi mesi.

Il tema della prevenzione, degli stili di vita da premiare, dei dati da acquisire e gestire sull’esempio delle black box delle assicurazioni auto: quali strategie contate di mettere in campo per far crescere la propensione all’assicurazione sanitaria in un Paese storicamente sotto-assicurato?

Siamo impegnati nella diffusione della cultura assicurativa in Italia attraverso due iniziative di grande rilievo. Lo scorso settembre abbiamo inaugurato a Torino “Area X”, uno spazio aperto al pubblico dove, grazie ad apparecchiature all’avanguardia nel campo della realtà virtuale – in modo appassionante e divertente – si possono vivere esperienze di esplorazione, di guida e simulazioni abitative, insieme a narrazioni che aiutano ad accrescere la comprensione dell’importanza di prevenzione e protezione.
Il nostro showroom torinese stimola l’interesse ed invita i visitatori ad acquisire una maggiore consapevolezza dei propri bisogni reali, dei possibili imprevisti e dell’importanza di scelte informate, così da offrire un futuro più sereno a sé ed ai propri cari. Inoltre, sempre a Torino, prenderà il via un master universitario di secondo livello in “Insurance Innovation”, volto a sviluppare competenze avanzate in ambito assicurativo che, mantenendo una fondamentale base scientifica, si caratterizzerà per un forte orientamento al business, offrendo prospettive di lavoro e di crescita professionale negli ambiti delle attività assicurative maggiormente coinvolte dallo sviluppo tecnologico e dalla trasformazione digitale.

La Divisione Insurance, infine, ha recentemente adottato un centro di competenza interamente dedicato allo sviluppo degli analytics e all’adozione di tecniche di intelligenza artificiale: faremo leva su questo nucleo per lo sviluppo progetti di analytics anche in ambito Salute. In passato abbiamo già realizzato con successo un modello di scontistica nel settore Motor che utilizzava sia tecniche di machine learning, sia – nel rispetto rigoroso della normativa privacy – le variabili bancarie per offrire sconti personalizzati alla clientela del Gruppo.
Stiamo inoltre lavorando anche sull’applicazione dell’intelligenza artificiale ai sinistri Motor per continuare ad offrire un servizio sempre più eccellente ai nostri clienti.

(ITALPRESS/WEWELFARE.IT)

ILLIMITY BANK, FINO A 20 GIORNI CONGEDO NEO PAPÀ

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illimity Bank è la banca di nuovo paradigma nata nel 2019 e caratterizzata da un modello di business specializzato, fortemente innovativo e ad alto tasso tecnologico, è stata fondata e guidata da Corrado Passera. In pochi mesi si è affermata nel settore del credito alle PMI e dal 12 settembre 2019 offre servizi di banca diretta digitale alla clientela retaile corporate. Giovanissima e attenta alle politiche di welfare, illimity ha quindi voluto creare un ecosistema che consentisse a ciascun illimiter di esprimere il proprio potenziale personalizzando i propri bisogni e interessi. Grazie anche alle tecnologie e soluzioni di ultima generazione alla base dello sviluppo di illimity, è stato possibile rendere fin da subito lo smart working per un giorno alla settimana, di cui usufruisce il 40% dei dipendenti.
Il nuovo contratto di secondo livello – che sostituisce quello triennale della ex Banca Interprovinciale che lo scorso 5 marzo 2019 si è fusa in Spaxs dando vita ad illimity – è nato da un confronto costruttivo con le parti sociali rappresentate in azienda (Fabi e Unisin). L’accordo prevede che ciascun dipendente abbia a disposizione un plafond da utilizzare in ambito sanitario e previdenziale oltre che in servizi di diversi ambiti: scuola, corsi di formazione, mobilità, assistenza ai familiari (babysitter e case di cura), viaggi e benessere. Le politiche di welfare si sono quindi concentrate sul supporto alla genitorialità e alla formazione: il congedo per i neo-papà è stato portato a 20 giorni rispetto ai 7 previsti dal nuovo contratto del credito. Sono inoltre previsti voucher da erogare in occasione di nascite e adozioni, ed è stato fissato un ulteriore contributo di sostegno dedicato ai dipendenti con figli con disabilità. Formazione e competenza sono temi altrettanto centrali per illimity che deve la propria rapida crescita al contributo di professionalità provenienti da oltre 150 aziende e 15nazionalità. È stata pertanto istituita una borsa di studio a favore sia dei dipendenti che dei loro figli che conseguono un diploma di laurea triennale/magistrale. Marco Russomando, Head of Human Resources di illimity ha dichiarato: “illimity è una banca di nuovo paradigma, ricca di diversità in termini di competenze, provenienza, genere ed età delle persone, un mix eccezionale che stimola costantemente confronto e innovazione. Le logiche di total value del welfare mettono al centro queste diversità per permettere a ciascuno di esprimere il proprio potenziale in un ecosistema in cui si è rapidamente creato un forte senso di appartenenza, un’affiliazione spontanea e genuina ai valori di illimity. È questa condivisione di valori che porta i singoli a non accontentarsi mai, a fare squadra e realizzare cose straordinarie. Un grazie va quindi a tutti gli illimiters per l’impegno con cui contribuiscono ogni giorno al successo della banca e alle rappresentanze sindacali con cui si è instaurato un confronto stimolante e costruttivo che ha reso possibile la definizione del nostro primo contratto integrativo”.
(ITALPRESS/WELFARE.IT).

INTESA SANPAOLO E LO SVILUPPO SOSTENIBILE

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Secondo il CEO di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, la crescita economica del Paese, e di conseguenza della sua principale Banca, passa attraverso la riduzione delle disuguaglianze e uno “sviluppo sostenibile e inclusivo”. Da questo assunto il titolo dell’evento “Intesa Sanpaolo motore per lo sviluppo sostenibile e inclusivo” a cui sono intervenuti, oltre ai vertici della Banca, Paola Pisano, ministro per l’Innovazione, Rob Kapito, presidente di BlackRock, e i partner di numerosi enti e imprese con cui la Banca lavora per raggiungere gli obiettivi in questi ambiti. Nella giornata l’attenzione si è focalizzata sui progetti rivolti alle madri lavoratrici, alle persone che hanno difficoltà a raggiungere la pensione, ai giovani e alla cultura. Sono infatti 15 mila i giovani che negli anni hanno ottenuto finanziamenti da Intesa Sanpaolo per i propri studi universitari, destinati ad aumentare grazie al prestito senza garanzie ‘per Merito’ avviato a fine febbraio 2019. Anche nella cultura, la Banca stabilisce un primato, con l’annuncio dell’apertura nel 2022 di un quarto museo delle Gallerie d’Italia a Torino dopo quelli di Milano, Napoli e Vicenza, Intesa Sanpaolo diventa il primo Gruppo bancario al mondo ad avere quattro musei aperti al pubblico che espongono collezioni permanenti e che offrono una programmazione di mostre con propri progetti scientifici originali.
(ITALPRESS/WELFARE.IT)