Lavoro & Welfare

Previndai, rendimenti a due cifre per il comparto Sviluppo

ROMA (ITALPRESS) – Cresce ancora il patrimonio di Previndai nel 2023. Alla fine dello scorso anno il Fondo pensione dei dirigenti industriali (Confindustria e Federmanager sono le parti istitutive) ha superato i 14,5 miliardi, confermandosi il primo attore italiano del comparto. Merito di questo incremento non solo l’aumento degli iscritti ma anche la buona performance di tutti i comparti: Assicurativo 1990, Assicurativo 2014, Bilanciato e Sviluppo.
E’ stato però il comparto Sviluppo (composto in prevalenza da azioni ma anche da obbligazioni e con una quota di Fondi di investimento alternativi) a registrare il risultato migliore, mettendo a segno un rialzo a doppia cifra: +11%. Molto bene anche il comparto Bilanciato (in prevalenza obbligazioni ma anche azioni e Fia), che ha chiuso l’anno con il +8,2%. Le opzioni garantite assicurative (Assicurativo 1990 e 2014) hanno confermato anche nel 2023 la grande stabilità che le caratterizza, chiudendo con una performance anche migliore rispetto agli ultimi anni: Assicurativo 1990 +2,3% e Assicurativo 2014 +2%. D’altronde, lo strumento garantito assicurativo ha consentito ad Assicurativo 1990 e 2014 di non subire i cali generalizzati dei mercati finanziari nel 2022; quanto ai comparti finanziari, Bilanciato e Sviluppo, che avevano registrato performance in rosso lo scorso anno, già nel 2023 hanno quasi del tutto recuperato il terreno perso.
Guardando ai rendimenti su un arco temporale di cinque anni, la performance si dimostra ancora una volta decisamente positiva, con valori netti medi annui pari a: Assicurativo 1990 2,4%, Assicurativo 2014 2%, Bilanciato 4% e Sviluppo 6,2%.
“I risultati realizzati nel 2023 dal Fondo sono una conferma della sua solidità e anche dell’impegno continuo che Previndai ha nei confronti dei suoi iscritti. Sappiamo che più di 88 mila dirigenti industriali hanno scelto di affidarci la serenità del loro futuro e faremo sempre del nostro meglio per meritare questa fiducia”, ha commentato Giuseppe Straniero, Presidente di Previndai. “Per altro a partire da gennaio 2024 abbiamo dato un altro segno concreto dell’attenzione ai nostri iscritti, abbassando i costi richiesti per il funzionamento di Previndai, con il prelievo sui contributi versati che è stato portato dallo 0,55% allo 0,45%”, ha aggiunto.
Il Fondo pensione dei dirigenti industriali è un fondo chiuso di categoria, che conta anche 12 mila aziende iscritte. I contributi versati annualmente nel 2023 hanno superato il miliardo di euro, in crescita rispetto all’anno precedente.

– Foto Previndai –

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Enasarco, Mei “Nel 2024 più investimenti nell’economia reale”

ROMA (ITALPRESS) – “Quando ci siamo insediati l’obiettivo era riportare l’ente al centro dell’economia, della previdenza e del welfare italiano, quindi ci siamo subito adoperati a sistemare gli investimenti e il patrimonio mobiliare e immobiliare all’interno dell’ente”. La missione era di “garantire le pensioni future: come governance ci siamo riusciti abbastanza bene, siamo stati celeri. E’ una grande svolta”. E’ il bilancio di Alfonsino Mei, presidente della Fondazione Enasarco, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.
Il Cda ha approvato il bilancio consuntivo relativo al 2023, con un risultato economico positivo 237 milioni di euro (+400%) e, “aggiungendo la parte del Firr arriviamo a 276 milioni” andando “oltre il 500% rispetto all’anno scorso: è stata una buona e sana gestione degli investimenti e una razionalizzazione delle spese”. Inoltre “abbiamo fatto degli investimenti in azionariato diretto dove oltre ad avere un rendimento finanziario economico a nostro vantaggio, abbiamo avuto anche un welfare per gli iscritti” perchè “in questo momento è molto importante dare loro un contributo in più”.
Nel 2024 “sicuramente continueremo a raggruppare tutto il patrimonio immobiliare e continueremo con gli investimenti in economia reale, speriamo di superare questo 500% anche l’anno successivo”.
All’interno di Enasarco, “la sostenibilità deriva da quanto riusciamo a far pagare le pensioni, ossia dal rapporto tra chi versa e chi va in pensione – spiega Mei -. Abbiamo avuto diverse interlocuzioni col Governo per poter aumentare la platea contributiva, altrimenti con le nuove tecnologie e con l’intelligenza artificiale perderemo agenti di commercio”. Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale “dobbiamo sfruttare questa occasione, deve servire all’agente di commercio per poter esercitare la sua professionalità: bisogna capire come l’intelligenza artificiale può aiutare l’agente di commercio, come può servire alle vendite e come usarla in modo positivo”. E poi “bisogna investire sulla formazione”, sottolinea il presidente di Enasarco. Uno dei temi da affrontare è anche il gender pay gap, e “sarà al centro di un convegno il 19 marzo al Senato”.

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Inca Cgil, Pagliaro “Welfare italiano fatica a raggiungere gli ultimi”

ROMA (ITALPRESS) – “La sfida che abbiamo di fronte è quella della transizione digitale. Pensiamo a un sistema di welfare che sia in grado di raccogliere questa sfida e di arrivare agli ultimi. Non sempre i soggetti più deboli hanno pari opportunità in un paese in cui proprio le pari opportunità sono previste dalla Costituzione”. Lo ha detto Michele Pagliaro, presidente di Inca Cgil, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress.
“Le preoccupazioni – ha aggiunto – sono quelle di un Paese che fatica ad arrivare agli ultimi, che oggi paradossalmente sono anche quelli che lavorano”.
Pagliaro ha spiegato qual è il ruolo dell’Inca: “E’ un patronato” e “fin da quando siamo nati abbiamo seguito i flussi di emigrazione e recentemente anche quelli di immigrazione. Siamo presenti in tutta Europa, in Australia, nelle Americhe – ha affermato -, recentemente abbiamo seguito anche i flussi di immigrazione verso l’Italia e questo ci ha portato a stare in Senegal, Marocco, Tunisia, Albania e Romania. Il nostro compito è rendere fruibili diritti e tutele. Lavoriamo soprattutto in ambito previdenziale e assistenziale ma anche nell’ambito della tutela del danno da lavoro, della salute e della sicurezza”.
Tra i compiti, c’è anche quello di seguire e aiutare le persone in tema di cittadinanza. “Credo che non sia più rinviabile avere l’obiettivo di sistematizzare i flussi migratori”, ha affermato. Perchè l’integrazione appare difficile? “Il problema – ha detto – è stato reso ideologico. Tra l’ideologia e la narrazione, che spesso coinvolgono il nostro paese, e la realtà ci sono spazi e distanze enormi. Abbiamo un decreto Flussi che prevede qualcosa come -90 mila persone in ingresso all’anno ma in realtà c’è bisogno di manodopera di media e alta specializzazione per oltre 200 mila persone. C’è uno squilibrio. Inoltre circa 130-140 mila italiani, prevalentemente giovani, ogni anno lasciano il nostro paese. Siamo di fronte a un’emigrazione fatta nella maggior parte dei casi di giovani con un livello di studi elevato”.
In materia di sicurezza sul lavoro, secondo Pagliaro, “si concentrano le contraddizioni del paese che dal mio punto di vista – ha affermato – ha bisogno di far funzionare le regole che si è dato”. In merito all’ipotesi di omicidio sul lavoro, “il problema – ha detto – non è stabilire il reato per far sì che quel reato non si manifesti. Il tema vero – ha proseguito – è determinare una cultura verso la sicurezza sul lavoro nel sistema Paese che possa prevalere su tutto il resto. Non è qualcosa che pagano le imprese a vantaggio dei lavoratori ma qualcosa che paga il sistema Paese a vantaggio dell’intero Paese”.
Quanto alle differenze di genere, “sicuramente – ha affermato – ci sono condizioni impari. Le donne continuano a guadagnare di meno e, se andiamo a vedere tutta la sfera dei servizi che fanno la differenza nella qualità della vita della lavoratrice, ci sono aree del paese molto penalizzate. Lo dico – ha aggiunto Pagliaro – pensando al Sud e a tutte quelle aree cosiddette ‘a fallimento di mercatò”.
Una riflessione anche sulle pensioni. “Oggi andare in pensione – ha evidenziato – è diventato un calcolo estremamente complesso e molto approssimativo. Mentre prima si entrava in un’azienda da ragazzo e si usciva da pensionato, oggi c’è un’eccessiva flessibilità che purtroppo è scaduta nella precarietà”. E’, quindi, difficile “districarsi in un ambito di regole che viene modificato ogni anno”, ha affermato. “Abbiamo ascoltato un pò tutti – ha aggiunto – dire che sarebbe stata messa al bando la legge Fornero, oggi paradossalmente è peggiorata”. Per Pagliaro “bisognerebbe intervenire. Sicuramente non sarà facile – ha continuato -, nessuno può avere la bacchetta magica però, per esempio, questo governo ha tagliato risorse, ha messo le mani in tasca ai pensionati facendo cassa sulle rivalutazioni. Questo è quello che non dovrebbe accadere. Il libro dei sogni probabilmente non esiste ma un paese civile come il nostro dovrebbe interrogarsi su una pensione di garanzia per i giovani a fronte di un mercato del lavoro che ha scaricato sulle giovani generazioni tantissime contraddizioni”.
“In questi giorni – ha aggiunto Pagliaro – tiene banco la notizia del fisco amico. Questo paese sceglie di condonare 600 miliardi ma ci sono due categorie di soggetti, quelli del ceto medio, pensionati e lavoratori, che pagano puntualmente le loro tasse senza la possibilità di poterle rateizzare”. Per il presidente dell’Inca “provare a ridurre le tasse per lavoro dipendente e pensionati, magari con una lotta seria e concreta all’evasione fiscale, significherebbe ridare fiato al ceto medio che è in grande sofferenza”.

– Foto Italpress –

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A JTI Italia livello gold certificazione Wellbeing “Investors in People”

MILANO (ITALPRESS) – JTI Italia ha raggiunto il livello “gold” della certificazione “Wellbeing” di “Investors in People”, riconoscimento internazionale con validità di tre anni, conferito alle realtà che raggiungono elevati standard di benessere per i loro dipendenti. “Un traguardo che conferma l’impegno nei confronti delle proprie persone da parte della società, da anni impegnata nel rendere sempre più sani e inclusivi i propri spazi di lavoro, valorizzando al massimo le risorse”, si legge in una nota.
“Questo riconoscimento ci riempie d’orgoglio e dimostra che stiamo procedendo nella giusta direzione”, ha commentato Yassine Kabbaj, People & Culture Director di JTI Italia. “Da sempre poniamo grandissima attenzione alle nostre persone, garantendo un luogo di lavoro in cui ogni individualità viene premiata e valorizzata al meglio. Crediamo infatti che per le aziende il vero valore aggiunto sia rappresentato proprio dalle persone e dalle loro capacità e per questo investiamo nel loro potenziale: siamo dunque fieri di aver raggiunto il livello “gold” del riconoscimento “Wellbeing” rilasciato dall’organizzazione internazionale “Investors in People”. Ma come JTI vogliamo continuare a migliorare, ed è per questo che stiamo già lavorando con il nostro Diversity, Equity & Inclusion and Wellbeing Committee a un piano d’azione per raggiungere il livello successivo, il più alto della certificazione.
Una certificazione che valuta l’approccio delle aziende al benessere fisico, psicologico, e sociale delle loro persone e gli strumenti introdotti per garantire un supporto nel raggiungimento degli obiettivi lavorativi e personali. Ed è proprio l’approccio innovativo di JTI, confermato dai feedback dei dipendenti che hanno partecipato alla valutazione attraverso survey ed interviste con senior wellbeing coach certificati, che ha permesso alla società di vedere riconosciuto l’impegno nel generare un impatto significativo per le sue risorse in termini di benessere.
I dipendenti di JTI, infatti, hanno confermato il valore dei programmi finalizzati ad assicurare la loro salute e soddisfazione sia all’interno del contesto lavorativo sia nella sfera privata e si sono dichiarati pienamente consapevoli di ricoprire un ruolo centrale nelle scelte strategiche dell’azienda.
Questa visione si concretizza attraverso il principio di “People Centricity”, con politiche volte a sostenere le pari opportunità per tutti i suoi dipendenti, promuovendo l’empowerment femminile e realizzando valide politiche a sostegno della famiglia, come il congedo parentale di 20 settimane retribuito al cento per cento per tutti i neogenitori, di cui possono usufruire dipendenti uomini e donne indipendentemente dalla “modalità” con cui diventano genitori (figli naturali, adozione, maternità surrogata ecc.).
L’azienda ha poi avviato da tempo un Employer Assistance Program, che prevede il supporto psicologico a disposizione per tutti i dipendenti e si adopera a fornire ogni forma di sostegno utile a favorire il benessere fisico del proprio personale.
JTI mette infatti a disposizione delle sue persone sessioni di fisioterapia, difesa personale e pilates.
Inoltre, l’azienda coinvolge i propri dipendenti in attività di volontariato, in collaborazione con la onlus Fondazione Progetto ARCA, storico partner, per garantire l’opportunità di fare una differenza positiva nella comunità in cui JTI opera, promuovendo nel contempo lo spirito di squadra e i valori aziendali.
“La nostra azienda è incentrata sulle persone – ha concluso Yassine Kabbaj- per questo non potremmo essere più soddisfatti di questo ulteriore riconoscimento, che premia il percorso fatto in tutti questi anni. La nostra filosofia, sintetizzata nell’espressione Our Way, si basa su quattro pilastri fondamentali: “Start with us”; “Make it count”; “Welcome challenge”; “Shape tomorrow today. Per noi ogni individuo conta e questa certificazione è l’ennesima riprova del fatto che stiamo lavorando per qualcosa di concreto, che ha effetti davvero positivi su tutte le nostre persone”.

– Foto ufficio stampa JTI –

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Enasarco, nel 2023 risultato economico positivo per 237 milioni

ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Enasarco, presieduto da Alfonsino Mei, ha approvato all’unanimità il bilancio consuntivo relativo al 2023, con un risultato economico positivo di 237 milioni di euro, +400%, a cui si aggiungono 39 milioni di euro di risultato del FIRR, per un valore complessivo di 276 milioni (circa +500%). Il patrimonio della Fondazione cresce a 8,7 miliardi di euro, +5% rispetto al 2022. La riserva legale, corrispondente al patrimonio netto, è pari a 5,8 miliardi di euro, contro 5,6 miliardi del 2022 e rappresenta 5,43 volte il valore delle prestazioni previdenziali 2023.
Il flusso contributivo è passato da 1,30 a 1,34 miliardi di euro, a fronte di una spesa pensionistica complessiva pari a 1,095 miliardi, mentre continua a diminuire il numero dei contribuenti, con un rapporto iscritti pensionati pari a 1,54.
Il contributo medio annuo pagato dall’agente è pari a 2.685 euro a cui si aggiunge in egual misura il contributo a carico della preponente, per un valore complessivo medio di 5.370 euro; di contro la pensione media annua di vecchiaia è pari a 9.510 euro, mentre si arricchisce il welfare a favore degli iscritti con una spesa complessiva pari a 22,5 milioni euro.
Sul fronte della gestione finanziaria, i proventi finanziari lordi sono passati da 145 a 177 milioni di euro, con un incremento del 20% circa.
Le valutazioni e le stime hanno pesato sul bilancio 2023 per 59 milioni, di cui 53 milioni riguardanti l’accantonamento per la perequazione delle pensioni, ancora sub iudice dei Ministeri Vigilanti.
“Nel corso del 2023, l’Organo amministrativo è intervenuto sulla gestione della Fondazione operando scelte doverose, sia per ciò che riguarda la gestione della previdenza e del welfare, sia nella gestione dell’ingente patrimonio degli iscritti – sottolinea Enasarco -. I risultati sono visibili e rispondono alle raccomandazioni dei Ministeri Vigilanti, dimostrando che l’autonomia gestionale delle Casse può proficuamente generare risultati di efficienza, grazie al processo di professionalizzazione che ha interessato il comparto. Di estrema importanza l’avvio della gestione segregata del FIRR a partire dal 2024, eseguita mediante regole semplici, di buon senso, conformi alla normativa vigente ed ispirate, per la gestione amministrativo contabile, alle norme già applicate alla Fondazione e alle best practice di settori similari a quello previdenziale. La strada intrapresa dimostra che la Fondazione è un corpo intermedio autonomo, in grado di iniziative sussidiarie di interesse generale, con risorse provenienti dalla categoria professionale rappresentata, senza alcun contributo direttamente riveniente dal circuito politico-istituzionale ed in grado di generare valore per la collettività rappresentata”.

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Lavoro, Coppotelli (Cisl) “Il divario di genere è ancora ampio”

ROMA (ITALPRESS) – Sanità, parità di genere, lavoro: sono i temi al centro dell’agenda della Cisl Lazio. “Siamo, soprattutto in questa fase, concentrati sulla manovra fiscale. C’è l’assestamento di bilancio a breve, siamo in una fase di confronto con la Regione Lazio, un confronto abbastanza fruttuoso perchè noi stiamo puntando alle fasce che tuteliamo, quindi redditi fino a 35 mila euro, lavoratori dipendenti e pensionati”, ha detto il segretario generale della Cisl Lazio, Enrico Coppotelli, in in un’intervista all’Italpress.
“Poi c’è il tema della sanità: avremo ospite il presidente della Regione Lazio e il nostro segretario generale, Luigi Sbarra, per una iniziativa, il 14 marzo, che rimetterà al centro la sanità del Lazio”. Un’iniziativa, come ha spiegato Coppotelli, anche per “cercare di sfatare un mito, quello di una sanità che è in continua rincorsa verso l’emergenza e che tende invece a poter programmare un futuro più roseo per i cittadini e per il personale del comparto sanitario”.
Dati incoraggianti arrivano dal mondo del lavoro, anche in vista del Giubileo e con le risorse del Pnrr: “La grande mole di risorse pubbliche in arrivo con Pnrr e Giubileo ha dato una spinta molto importante alla cantierizzazione. Poi c’è il settore del turismo, quindi una situazione di iniezione economica importante. Dall’altro lato però non dimentichiamo che dietro a questi numeri ci sono persone che, spesso, non hanno contratti di lavoro stabile. C’è una situazione favorevole ma va monitorata da parte delle organizzazioni sindacali”.
Sui fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in arrivo, il segretario generale della Cisl Lazio ha ricordato che “il Pnrr dovrebbe tendere a migliorare le condizioni dei trasporti, quelle sanitarie, ma uso il condizionale perchè purtroppo gli enti locali non sempre hanno personale adatto e noi chiediamo al governo di rimettere al centro questa discussione, perchè si rischia di perdere delle opportunità”.
Quando si parla di lavoro non si può non mettere al centro anche la parità di genere: “Dai dati di una nostra ricerca sullo stato dei redditi nella regione Lazio, vediamo che c’è ancora una grande disparità tra uomini e donne, anche se negli ultimi 4 anni il dato dei redditi delle donne è cresciuto leggermente. Noi stiamo continuando con politiche di genere per rompere questo tetto di cristallo”. Quanto alle legge sulla rappresentanza sindacale portata avanti dalla Cgil, Coppotelli ha ribadito la contrarietà della Cisl “perchè crediamo che la via pattizia debba essere al centro della discussione e abbiamo fatto una proposta, che non è antagonista a quella della rappresentanza, ma che è invece sulla partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa che significherebbe finalmente innalzare i livelli economici dei lavoratori e non parlare di salario minimo che sarebbe invece deprimente. Si tratterebbe anche di una partecipazione gestionale, perchè crediamo che finalmente sia giunto il momento di smetterla con la contrappposizione tra capitale e lavoro e capire che lavoratori e datori sono sulla stessa barca”, ha concluso.

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Welfare, Calderone “No a misure spot, ma strumenti di inclusione”

ROMA (ITALPRESS) – “L’obiettivo è quello di individuare delle misure che non siano spot, con un inizio e una fine”, ma di “individuare degli strumenti che effettivamente parlino di inclusione o di reinclusione nella società e nel lavoro”. Lo ha detto la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, durante un’audizione nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie.
“Riteniamo che sia giusto sostenere e accompagnare le persone e le famiglie in condizione di difficoltà, ma di non farne una condizione senza via d’uscita”, ha ribadito. Con questa finalità è stato individuato l’Assegno di Inclusione “che viene riconosciuto a garanzia della necessità di inclusione di nuclei familiari che hanno delle condizioni di fragilità al loro interno, che poi abbiamo identificato nella condizione di disabilità, nella presenza nel nucleo familiare di minori o di soggetti che hanno invece una un’età superiore ai 60 anni d’età. Poi, nel percorso di conversione in legge del decreto, abbiamo aperto a un’analisi molto più ampia e approfondita” comprendendo “altre situazioni di fragilità”, come le “persone che hanno sono affette da diversi tipi di dipendenze oppure le donne vittime di violenza, facendone anche una misura che possa sostenere le donne in un percorso di reinserimento anche lavorativo e nella società”.

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Sicurezza sul lavoro, Governo a parti sociali “Confronto continuerà”

ROMA (ITALPRESS) – Si sono svolti nella Sala Verde di Palazzo Chigi due distinti incontri tra il Governo e le rappresentanze sindacali e datoriali sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Per il Governo hanno partecipato il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.
Il Governo, nell’illustrare alle parti i contenuti delle nuove norme sulla sicurezza sul lavoro, ha sottolineato che “il tema è all’attenzione dell’Esecutivo fin dal suo insediamento con interventi specifici del Ministero del Lavoro e che sulla sicurezza continuerà il confronto già avviato con le parti sociali – si legge in una nota di Palazzo Chigi -. Il dettaglio delle misure sarà discusso nel Consiglio dei ministri di oggi. In particolare, il Ministro Calderone ha evidenziato il recente incremento del numero delle forze ispettive che permetterà nel 2024 di aumentare l’attività investigativa del 40% rispetto allo scorso anno”.
“Allo stesso tempo, saranno sbloccate le assunzioni e sarà aperto un nuovo concorso per incrementare il contingente degli ispettori del lavoro, del nucleo ispettivo Carabinieri e del personale ispettivo di Inps e Inail. Previsti anche il coordinamento delle attività ispettive e il potenziamento del sistema sanzionatorio in relazione ai subappalti e alla somministrazione illecita e fraudolenta – prosegue la nota -. Per il Governo sono prioritari, inoltre, la qualificazione delle imprese e la formazione, che deve riguardare sia i lavoratori che il datore di lavoro, e la salvaguardia delle imprese regolari con l’introduzione della Patente a crediti”. Al primo tavolo hanno preso parte i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confasal, Cisal, Confintesa e Usb e al secondo quelli di Confcooperative, Legacoop, Ance, Casartigiani, CNA, Confapi, Confartigianato, Confindustria e Confimi Industria.

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