ROMA (ITALPRESS) – La lenta ripresa economica prevista per i prossimi mesi e la risalita dei prezzi delle materie prime si è tradotta in un aumento dei prezzi al consumo dell’energia.
La conseguenza sono bollette più care, soprattutto per la componente luce.
Secondo dati ARERA, dal 1° ottobre 2020 al 30 settembre 2021 la spesa media per una famiglia tipo (con consumi medi di energia elettrica di 2.700 kWh all’anno e una potenza impegnata di 3 kW; per il gas i consumi sono di 1.400 metri cubi annui) sarà di circa 559 euro, per un aumento sulla bolletta della luce del 12% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente. Nello stesso periodo, la spesa della famiglia-tipo per la bolletta gas sarà di circa 993 euro, sostanzialmente stabile rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente.
Per andare incontro alle esigenze dei consumatori Pulsee, operatore 100% digitale di Axpo Italia, ha lanciato una campagna per dare la possibilità di trascorrere un’estate a “zero pensieri”. Per chiunque passi a Pulsee entro la fine di agosto, la prima bolletta (bimestrale) comprensiva di tutti i costi di gestione e del canone Rai sarà completamente a zero (https://pulsee.it/promozioni).
In più, il prezzo della materia prima energia e gas è bloccato per 12 mesi e alla scadenza si potrà scegliere una nuova offerta.
La bolletta è poi trasparente e di facile lettura, per rendersi conto immediatamente degli effettivi risparmi su tutte le voci.
Secondo dati ARERA il totale luce e gas di una famiglia tipo, ammonta a 1552 euro che diviso 12 mesi fa 129 euro di spesa media complessiva mensile.
(ITALPRESS).
Caro bollette, anche le aziende scendono in campo
ARERA, nel 2020 resilienza dai sistemi energia e ambiente
ROMA (ITALPRESS) – Migliorano i prezzi medi dell’energia elettrica per i consumatori domestici, scendono i consumi di gas ma con prezzi più alti della media Ue, una spesa media di 317 euro l’anno per la famiglia tipo di 3 persone e una frammentata governance del settore rifiuti. Questi i principali dati che emergono dalla Relazione Annuale di Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), una fotografia dei servizi pubblici nel Paese nel 2020, un anno influenzato dall’impatto nazionale e internazionale della pandemia da Covid, con un quadro mutato nel 2021, grazie alla ripresa delle economie. “I numeri del 2020 mostrano l’effetto della pandemia sul livello dei consumi e prezzi – afferma il presidente dell’Autorità, Stefano Besseghini – ma al tempo stesso la buona resilienza dei sistemi dell’energia e dell’ambiente che, mentre garantivano continuità del servizio ai cittadini, sono stati capaci di porre le basi della ripresa che stiamo vivendo in queste settimane. L’azione dell’Autorità ha supportato questi equilibri e da ora in poi sarà a disposizione degli organismi che presiedono l’utilizzo efficiente delle risorse del Pnrr sul territorio, garantendo il quadro di regole adatto ad operazioni straordinarie”.
I prezzi medi dell’energia elettrica per i consumatori domestici italiani mostrano per il 2020 un deciso miglioramento rispetto agli altri paesi dell’Area euro, in termini sia di prezzi al lordo degli oneri e delle imposte, sia di prezzi netti, mentre in Germania si registrano quelli più alti. Il 2020 segna anche per le imprese un miglioramento della situazione per tutte le classi, i prezzi medi italiani al lordo degli oneri e delle imposte continuano, come oramai da anni, a non essere quelli più elevati tra i principali paesi europei. I consumatori industriali di energia elettrica del nostro Paese pagano prezzi più convenienti rispetto agli omologhi tedeschi, con differenziali negativi che si ampliano significativamente rispetto al 2019, fino al -33% e -43% per le classi IE e IF (erano -8% e -20% nel 2019). I consumi di energia elettrica – secondo il Rapporto – registrano una diminuzione del -6% (-1% nel 2019), dovuta principalmente alla straordinaria situazione pandemica verificatasi durante l’anno. La flessione ha interessato tutti i settori di consumo, in particolare il terziario e l’industriale, a eccezione di quello domestico dove si è registrato un aumento dei consumi del +2%. Nel 2020 il consumo netto di gas naturale è diminuito di 3 miliardi di metri cubi, attestandosi a 68,5 miliardi di metri cubi (-4,2% rispetto al 2019).
I consumi del settore industriale sono calati del 2,2% e quelli della generazione termoelettrica del 3,1%. “Commercio e servizi” è il settore che più ha sofferto delle varie misure di contenimento che sono state adottate per rallentare la diffusione del virus (- 12,1% rispetto al 2019). Per gli stessi motivi, anche i consumi di gas legati ai trasporti hanno evidenziato un pesante cedimento, pari a -15,7%, mentre la perdita nei consumi del settore domestico è quantificabile in un -2,8%, in ragione di un favorevole andamento climatico. Anche nel 2020 i prezzi del gas naturale per i consumatori domestici italiani, comprensivi di oneri e imposte, sono stati più alti della media dei prezzi dell’Area euro per tutte le classi di consumo. I divari con la media dei prezzi lordi dell’Area euro sono tuttavia diminuiti rispetto all’anno precedente, come era già accaduto nel 2019. Negli ultimi anni le imprese industriali appartenenti alle tre classi a maggior consumo di gas hanno beneficiato di prezzi lordi più vantaggiosi rispetto a quelli medi dell’Area euro, con differenziali negativi, tuttavia, tendenzialmente in riduzione, almeno fino al 2018, mentre i prezzi per le prime classi erano più alti, con differenziali sostanzialmente stabili.
Nel settore idrico attivati 15,5 miliardi di investimenti, realizzati il 98% circa degli interventi programmati, perdite in riduzione dal 43% al 41%; 317 euro/anno la spesa media per la famiglia tipo di 3 persone. Frammentata la governance del settore rifiuti, con oltre 7.400 operatori registrati all’anagrafe dell’Autorità, 3523 gli enti territorialmente competenti; il metodo tariffario rifiuti copre oltre 48 milioni di abitanti. Le gestioni localizzate nel Nord Italia coprono quasi il 30% della popolazione nazionale, mentre il Sud Italia (comprese le Isole) raggiunge appena il 15%. Nel 2020 – secondo il Rapporto – sono stati erogati oltre 1,8 milioni di bonus alle famiglie bisognose per sconti su fornitura acqua, luce, gas, per oltre 232 milioni di euro, cifre destinate ad aumentare, con l’automatismo dello sconto in bolletta da luglio 2021. Nel 2020, infatti, hanno avuto accesso al bonus sociale elettrico 854.900 famiglie, delle quali 805.303 hanno avuto riconosciuto il bonus per disagio economico e 41.046 il bonus per disagio fisico; 543.963 famiglie hanno avuto accesso al bonus sociale gas; 461.334 famiglie hanno richiesto e ottenuto il bonus sociale idrico.
L’ammontare complessivo dei bonus erogati per il settore elettrico (per disagio economico e disagio fisico) e per il settore del gas è stato pari, rispettivamente, a circa 135,5 e 76,2 milioni di euro. Per il settore idrico sono stati erogati bonus per un totale di circa 20,4 milioni di euro. Nel 2020, 395.800 famiglie che hanno beneficiato del bonus idrico risultano anche beneficiarie dei bonus elettrico e gas, in aumento del 5,6% rispetto all’anno precedente.
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Scattano i rincari per l’energia, +9,9% elettricità e +15,3% gas
MILANO (ITALPRESS) – Anche per l’Italia il forte aumento delle quotazioni delle materie prime – in continua crescita da inizio anno per la ripresa delle economie dopo i ribassi dovuti la pandemia – nonchè la decisa crescita dei prezzi dei permessi di emissione di CO2, avrebbero portato ad un aumento di circa il 20% della bolletta dell’elettricità, se il Governo non fosse intervenuto con un provvedimento di urgenza per diminuire la necessità di raccolta degli oneri generali in bolletta del prossimo trimestre. Lo rende noto l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.
L’incremento definitivo è pertanto del 9,9% per la bolletta dell’elettricità e del 15,3% per quella del gas nel terzo trimestre del 2021 per la famiglia tipo in tutela.
In particolare, il Governo, con il Decreto lavoro e imprese approvato in Consiglio dei Ministri, ha previsto di destinare 1,2 miliardi di euro alla riduzione degli oneri generali di sistema per il prossimo trimestre, utilizzando a tal fine parte di quanto ricavato proprio dalle aste del mercato europeo dei permessi di emissione di CO2 (ETS).
L’Autorità, utilizzando le leve regolatorie ha ridimensionato gli oneri generali per il trimestre luglio-settembre, attuando una forte riduzione degli oneri generali relativi al sostegno delle energie rinnovabili (ASos), oltre a un’ulteriore riduzione anche dei rimanenti oneri generali (Arim), in particolare di quelli per la promozione dell’efficienza energetica, come effetto del recente decreto in materia di certificati bianchi.
“Nell’ambito della leale collaborazione istituzionale, abbiamo supportato tecnicamente la scelta di intervento del Governo – afferma il presidente dell’ARERA, Stefano Besseghini -. Senza il decreto l’aumento delle bollette sarebbe stato molto più pesante. Tenendo conto della tendenza internazionale all’aumento dei prezzi delle materie prime e delle scelte europee sulla limitazione dei gas serra, appare ancora più importante consolidare l’utilizzo dei proventi delle aste dei permessi di emissione CO2 a contenimento delle bollette”.
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Italia pronta per il mercato infragiornaliero europeo dell’elettricità
ROMA (ITALPRESS) – Con le ultime disposizioni approvate dall’ARERA con la delibera 218/2021 si completa il percorso che permette anche al nostro Paese di partecipare dal prossimo settembre al mercato europeo infragiornaliero dell’energia elettrica, integrando il proprio sistema con la piattaforma continentale di “coupling unico” in contrattazione continua, il progetto Cross Border Intraday “XBID”.
La piattaforma “XBID”, dove partecipano i gestori di mercato e di reti europei, infatti crea un unico mercato infragiornaliero all’ingrosso dell’elettricità dell’UE, dove acquirenti e venditori di energia sono in grado di presentare offerte per scambiare elettricità tra tutti i sistemi europei interconnessi, in modo continuo, nei momenti in cui l’energia è necessaria, fino a un’ora prima rispetto alla consegna.
Mettendo a fattor comune tutte le risorse disponibili si promuove la concorrenza, aumentando la liquidità e facilitando la condivisione delle fonti per la generazione di energia, rendendo più facile per gli operatori gestire eventuali cambiamenti imprevisti nella generazione rinnovabile, nel carico, o eventuali accidentalità.
Il provvedimento completa la modifica dell’organizzazione del mercato infragiornaliero italiano, finora articolato esclusivamente su aste, in modo da consentire l’accesso alla contrattazione continua su scala europea e, nel dettaglio: approva le modifiche al Codice di Rete di Terna (trasmesse ai sensi della delibera 350/2019/R/eel), rilascia al Ministro della Transizione Ecologica il parere alle proposte di modifica del Testo integrato della disciplina del mercato elettrico (TIDME) predisposte dal Gestore dei Mercati Energetici (GME), modifica la regolazione per garantire le nuove modalità di coordinamento anche con il Mercato per il Servizio di Dispacciamento (MSD), nonchè con i nuovi limiti di prezzo.
Le novità si inseriscono nel processo di recepimento della normativa europea sui mercati elettrici di attuazione del ‘disegno europeò dei mercati del giorno prima e infragiornalieri (contenuto nel Capacity allocation and congestion management – CACM).
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Ricarica auto elettriche, ARERA “Prezzo medio wallbox 1200 euro”
Sono 225 i modelli di dispositivi di ricarica per le auto elettriche, censiti ed analizzati da ARERA, con potenze dai 2 kW ai 350 kW, prodotti da 24 aziende.
Apparati che vanno dalle wallbox casalinghe alle colonnine stradali, dalla ricarica slow e quick (l’86% degli apparati) a quelle fast e ultra-fast. Prezzi che spaziano dai 700 euro dei dispositivi ideati per le famiglie, agli oltre 80 mila per le ricariche ultra-veloci ad uso degli operatori professionali di ricarica, con un prezzo unitario per ogni kW installato che va da 36 a 580 euro, in relazione velocità di ricarica (quindi potenza elettrica in gioco). Sono questi alcuni degli elementi significativi della prima ricognizione ‘Mercato e caratteristiche dei dispositivi di ricarica per veicoli elettricì, appena pubblicato da ARERA, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente. E’ uno dei risultati dell’attività dei Focus group sulla mobilità elettrica, istituiti dall’Autorità a inizio 2020 , che hanno contribuito anche ad individuare i termini della sperimentazione definita dall’Autorità – al via dal 1° luglio, con adesioni aperte dal 3 maggio – per favorire la ricarica domestica in fasce orarie notturne e festive, con aumento di potenza gratuito.
Come sono tecnicamente gli apparati di ricarica? Dotati di funzionalità in continua evoluzione e interessanti sia per l’automobilista sia per il sistema elettrico, dal momento che le infrastrutture di ricarica rappresentano il punto di snodo essenziale per consentire una benefica interazione tra veicoli e reti elettriche. Ma ci sono anche elementi da approfondire sulla sostenibilità dei consumi in stand-by.
Una ricognizione che, per distribuzione, taglie e tipologie degli apparati analizzati, consente di descrivere in modo esauriente l’offerta attualmente disponibile sul mercato e di valutare i riflessi sul funzionamento dei mercati elettrici e delle reti.
La ricerca ha riguardato le caratteristiche tecniche ed economiche dei sistemi di ricarica disponibili sul mercato per l’acquisto da parte di consumatori, aziende, amministrazioni pubbliche o gestori di punti di ricarica. Per la ricerca non è stata posta alcuna limitazione nè sulla potenza, nè sulla tipologia di corrente elettrica erogata al veicolo (alternata o continua). Le informazioni della ricognizione sono state raccolte da ARERA con la collaborazione di RSE (Ricerca Sistema Energetico), contattando le aziende costruttrici dei dispositivi, direttamente o tramite l’intermediazione operata da alcune delle associazioni di categoria partecipanti ai Focus group.
Le richieste di partecipazione sono state inviate a diverse decine di aziende, italiane ed estere, con dispositivi installati in Italia o che proponessero prodotti interessanti. Hanno risposto in modo completo 24 aziende , permettendo di censire e approfondire 225 modelli. Lo studio ha evidenziato come l’offerta di dispositivi risulti ampia e variegata, con un’industria italiana particolarmente attenta a presidiare questo settore di mercato.
I 225 dispositivi censiti nel 2020 coprono un ampio range di potenze di ricarica, da un minimo di 2 kW fino a un massimo di 350 kW, classificati in 4 segmenti di mercato:
ricarica lenta o ‘Slow’ (95 dispositivi), per ricariche fino a 7,4 kW; accelerata o ‘Quick’ (98), per ricariche fino a 22 kW;
veloce o ‘Fast’ (20), per ricariche fino a 50 kW; ultra-veloce o ‘Ultra-fast’ (12), per ricariche oltre i 50 kW. L’offerta di mercato risulta quindi particolarmente ricca per i segmenti Slow e Quick (cioè fino a 22 kW erogati in corrente alternata) con un totale di 193 dispositivi (l’86% del totale), dove opera il 78% delle imprese considerate. Ben diversa è la situazione per i dispositivi a potenza maggiore, dove nel segmento Fast operano solo 9 aziende e in quello Ultra-fast 6, la metà delle quali solo con dispositivi in corrente continua. I prodotti analizzati coprono una vasta gamma di esigenze: da quelle tipiche di un contesto familiare o di piccolo ambito professionale (spesso con una sola presa e montate a muro, definite comunemente wallbox) a quelle più adatte per aziende, esercizi commerciali o pubbliche amministrazioni (colonnine con due prese e potenza non superiore a 50 kW), fino ad arrivare a prodotti molto più ingombranti e adatti soprattutto all’installazione lungo autostrade o importanti snodi di traffico extra-urbano (Ultra-fast).
Per quanto riguarda i prezzi di acquisto l’analisi, pur particolarmente complessa per la grande varietà di prodotti e di approcci commerciali adottati dalle aziende, identifica i principali fattori di costo. Per i dispositivi di ricarica lenta/Slow (fino a 7,4 kW) la spesa media per acquisto e installazione domestica di una wallbox è stimabile tra un minimo di 900 euro e un massimo di 1.500 euro, con un valore medio approssimativo di 1.200 euro IVA inclusa. Esistono anche soluzioni low-cost che costano solo 700 euro, così come soluzioni ‘top di gammà da 1.700 euro e più, ma la fascia media risulta centrata intorno ai 1.200 euro. Va segnalato che diverse case automobilistiche offrono un acquisto combinato auto-wallbox, con il dispositivo di ricarica ‘in omaggiò. Per i dispositivi per ricarica accelerata/Quick (fino a 22 kW) i prodotti base (monopresa, con potenza di 11 kW e senza alcun meccanismo di autenticazione, nè connessione internet) possono avere prezzi di poco superiori a quelli del segmento precedente, compresi tra 700 e 1.300 euro + IVA. Per una colonnina con 2 punti di ricarica, ciascuno da 22 kW, i prezzi tipici (reali al pubblico) possono invece variare nell’intervallo tra 2.000 e 4.000 euro + IVA (con funzionalità base i prezzi sono ridotti fino a 800-1.000 euro +IVA).
I dispositivi meno costosi sono quelli utilizzabili per ricariche gratuite ad accesso libero e che, quindi, non necessitano nè di autenticazione (fisica o elettronica) nè di connessione internet per gestire i pagamenti. La fascia di prezzo più alta (tra 3.000 e 4.000 euro + IVA) corrisponde a dispositivi completi di tutte le funzionalità, come RFID e connessioni internet, o con SIM a bordo del dispositivo. Per i dispositivi per ricarica veloce/Fast (fino a 50 kW), per una colonnina monopresa a corrente alternata da 44 kW, i costi variano tra 7.000 euro e 9.000 euro + IVA.
Per dispositivi in corrente continua da 50 kW, la colonnina ha un costo compreso tra 22.000 e 29.000 euro +IVA, ma esistono dispositivi meno prestazionali pur se interessanti (come wallbox con una sola presa da 30 kW a 7.500 euro +IVA o colonnine da 24 kW, i cui prezzi possono variare tra 12.000 (monopresa) e 19.000 euro + IVA).
I dispositivi per ricarica ultra-veloce/Ultra-Fast (oltre 50 kW) sono quelli più costosi. Per quelli compresi tra 60 e 150 kW, i prezzi a disposizione riguardano solo 3 dei 6 dispositivi totali censiti e variano tra 26.000 e 40.000 euro + IVA, crescenti con la potenza erogata.
Per i dispositivi di potenza compresa tra 150 e 350 kW, i prezzi a disposizione riguardano 5 degli 8 dispositivi totali censiti e variano tra 54.000 e 80.000 euro + IVA, crescenti con la potenza erogata.
In generale, a parità di potenza massima di ricarica, gran parte del prezzo finale è legato alla componentistica necessaria per le interazioni con l’utente: display, chip RFID/NFC, possibilità di controllo tramite applicazioni mobili, ecc.
Per questo motivo, l’investimento necessario per acquistare un dispositivo destinato ad offrire ricarica gratuita ad accesso libero (ad esempio presso il parcheggio di un supermercato), può risultare nettamente inferiore (tra il 30% e il 50%) rispetto a quello richiesto per acquistare un dispositivo destinato ad erogare ricarica a pagamento e inserito in un circuito interoperabile. Un indice interessante può essere quello della spesa media unitaria che è necessario sostenere per acquistare un dispositivo di ricarica può variare molto in funzione della taglia e della tecnologia, variabile tra 36 e 580 euro per ogni kW, che riflette anche le diverse prestazioni dei dispositivi considerati nella ricerca.
Ulteriore fattore rilevante, in un’ottica di sostenibilità, è il consumo in stand-by dei dispositivi. Circa 1 dispositivo su 3 consuma costantemente tra 20 e 30 W e l’80% dei dispositivi non consuma più di 30 W. Solo 1 dispositivo su 5 risulta avere consumi trascurabili (inferiori a 5 W). Se si considera che a ogni W di prelievo in stand-by corrisponde un consumo energetico annuo pari a 8,76 kWh, l’installazione di 10.000 dispositivi di ricarica Slow o Quick (con un valore medio di consumo in stand-by di circa 12 W) comporterebbe oggi il superamento di 1 GWh di consumo annuo in stand-by, mentre altrettanti dispositivi di tipo Fast o Ultra-Fast arriverebbero a consumare 5,25 GWh/anno.
Di conseguenza, coerentemente con gli scenari di diffusione dei veicoli elettrici presentati nel PNIEC, laddove si sviluppasse una rete di ricarica privata-pubblica costituita da almeno 3 milioni di dispositivi di tipo Slow o Quick e circa 10.000 di tipo Fast e Ultra-Fast, i consumi di stand-by potrebbero arrivare a pesare – senza l’avvento di nuove tecnologie ad alta efficienza – circa 300-350 GWh/anno, rappresentando dunque al 2030 oltre il 3% del fabbisogno di energia stimato per alimentare i 6 milioni di veicoli circolanti.
Per attivare le funzionalità di interazione tra le reti elettriche e i veicoli, cioè quelle grazie alle quali questi ultimi possono offrire al sistema servizi di bilanciamento o riserva (Vehicle-to-Grid, V-to-G) e quindi uno dei modi con cui si può attuare la ‘ricarica intelligentè (smart charging), è indispensabile che il dispositivo disponga almeno della capacità di ‘modularè la corrente durante la ricarica. Una capacità presente in due su tre dei dispositivi Slow e Quick (segmenti dominati dalla corrente alternata) e in quasi la metà dei dispositivi Fast e Ultra-Fast, che risultano quindi già oggi in grado di effettuare una modulazione dei flussi energetici monodirezionali (dalla rete alla batteria del veicolo, V1G). Al contrario, il rapporto evidenzia come, per diverse ragioni, sia ancora lontana nel tempo la possibilità per questi dispositivi di gestire flussi energetici bidirezionali (cioè anche dalla batteria alla rete, V2G).
Nel rapporto di ARERA sono state analizzate anche le caratteristiche ‘smart’ dei dispositivi di ricarica, cioè la loro capacità di interagire telematicamente con un soggetto esterno, per trasmettere i dati relativi alla quantità di energia scambiata col veicolo e di attuare comandi impartiti da tale soggetto esterno per modulare la corrente durante la ricarica e poter quindi offrire servizi di tipo V-to-G.
Nel 2020 soltanto un terzo dei dispositivi censiti risulta possedere queste caratteristiche smart: (35% nei segmenti Slow, Quick e Fast e 42% nel segmento Ultra-Fast), ma la situazione è in rapido miglioramento, anche grazie alla spinta esercitata dall’Autorità tramite l’azione di stimolo allo sviluppo di nuova normativa tecnica e l’avvio dal prossimo 3 maggio della sperimentazione per favorire la ricarica in luoghi privati.
Il rapporto ha elementi importanti anche in funzione della sperimentazione voluta dall’ARERA per favorire la ricarica in luoghi privati che permetterà, dal prossimo 1° luglio, l’aumento gratuito di potenza fino a 6 kW nelle fasce orarie notturne/festive per i clienti in bassa tensione (delibera 541/2020).
Potrà aderire volontariamente – presentando richiesta al GSE a partire dal prossimo 3 maggio – chi utilizzerà dispositivi di ricarica (wallbox) che rispettino particolari requisiti tecnici definiti dall’Autorità. In un’abitazione italiana tipica (dotata di connessione e impianto elettrico monofase) la potenza disponibile tipica è di 3,3 kW; per poter andare oltre tale soglia in qualunque momento della giornata, in genere occorre richiedere una variazione del contratto di fornitura, pagando un costo fisso annuo per ogni kW aggiuntivo di cui si richiede la disponibilità. Anche se dal 2017 l’ARERA ha reso tale aumento di potenza per i clienti domestici un’operazione più agevole e meno costosa di quanto fosse in precedenza (ulteriori info cliccando qui), grazie agli smart meter e alle nuove wallbox intelligenti e senza modifiche contrattuali, aderire alla sperimentazione consente di disporre di maggiore potenza nelle ore notturne e festive, quelle in cui la rete elettrica è più scarica.
A seconda delle situazioni specifiche, i risparmi stimati (rispetto a un aumento di potenza in tutte le ore del giorno e in tutti i giorni) possono variare tra 60 e oltre 200 euro all’anno.
il mercato dei dispositivi di ricarica per veicoli elettrici mostra una competizione particolarmente vivace nei segmenti caratterizzati da potenze di ricarica medie e basse, dominati da dispositivi a corrente alternata, e particolarmente interessanti per il mercato consumer (singole abitazioni o condomini), per il micro-business (es. studi professionali, autorimesse), per le flotte aziendali e per gran parte dei mercati Ho-Re-Ca e della distribuzione moderna organizzata.
Proprio questi dispositivi saranno utilizzati per attrezzare la larghissima maggioranza (ben oltre il 90%) dei punti di ricarica di cui si doterà il nostro Paese nei prossimi dieci anni.
Diversa è la situazione nei segmenti di mercato dedicati ai punti di ricarica veloce e, soprattutto, ultra-veloce, dove risulta ancora operare un numero di aziende nettamente più ristretto (meno del 50% di quelle presenti nei precedenti settori).
Le possibilità di dialogo e interazione tra veicoli e infrastrutture elettriche (Vehicle to Grid) sono al centro delle politiche di smart charging che ARERA promuove da tempo, ma ce ne vorrà ancora un pò per poterle sfruttare a pieno in contesti di dimensioni superiori a quelle tipiche delle applicazioni sperimentali: se per le prime applicazioni V1G possono bastare anche solo pochi mesi, per le molto più costose applicazioni V2G l’orizzontale temporale è senz’altro di qualche anno.
(ITALPRESS).
Richiesta unica per voltura contrattuale e cambio fornitore
MILANO (ITALPRESS) – Dal prossimo 30 settembre sarà possibile richiedere la voltura della fornitura elettrica, cioè il cambio di nominativo dell’intestatario del contratto, e contestualmente cambiare il fornitore con un’unica richiesta. Una sola modalità di presentazione della domanda, sia nel caso venga rivolta al venditore preesistente per la sola voltura, sia nel caso venga presentata ad un nuovo venditore per effettuare contemporaneamente voltura e switching. E’ quanto ha previsto la delibera dell’Arera approvata, dopo la consultazione con i soggetti interessati, per stimolare la concorrenza e semplificare le pratiche dei clienti. Oggi infatti se chi fa la voltura non vuole il fornitore del cliente uscente, deve prima fare la stessa voltura, attendere che sia andata a buon fine e, solo successivamente, potrà cambiare fornitore, dovendo quindi fare due distinte pratiche. Con le novità approvate invece sarà possibile effettuare un’unica richiesta. Una nuova procedura che entrerà transitoriamente in vigore dal prossimo 1° luglio solo per i clienti (piccole imprese) del Servizio di tutele graduali, e in via definitiva dal 30 settembre per tutti i clienti, domestici e non, in modo da concedere alle società venditrici di allineare i propri sistemi. Una volta che il cliente ha richiesto la voltura, dovrà ricevere l’accettazione o il rifiuto entro 3 giorni lavorativi. In caso di accettazione, il venditore sarà tenuto ad effettuare la voltura entro 5 giorni dalla richiesta; in caso di rifiuto, il cliente resta libero di rivolgersi ad altro venditore del mercato libero, all’esercente il servizio a tutele graduali oppure all’esercente il servizio di ultima istanza.
(ITALPRESS).
Nel secondo trimestre bollette gas e luce in aumento
MILANO (ITALPRESS) – Continua il trend di crescita delle quotazioni delle materie prime che, per il secondo trimestre del 2021, porta a un incremento delle bollette dell’energia per la famiglia tipo in tutela del +3,8% per l’elettricità e del +3,9% per il gas. In termini di impatto sul consumatore, per l’elettricità la spesa per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole (compreso tra il 1° luglio 2020 e il 30 giugno 2021) sarà di circa 517 euro, con una variazione del -0,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1° luglio 2019 – 30 giugno 2020), corrispondente a un risparmio di circa 4 euro su base annua. Nello stesso periodo, la spesa della famiglia-tipo per la bolletta gas sarà di circa 966 euro, con una variazione del -5,2% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente, corrispondente a un risparmio di circa 52 euro su base annua.
La famiglia-tipo, quindi, beneficia ancora di un risparmio complessivo di circa 56 euro su base annua.
L’Arera ha inoltre approvato la delibera attuativa del Dl Sostegni che andrà a ridurre di 600 milioni le bollette per le piccole imprese (utenti in bassa tensione non domestici, quali piccoli esercizi commerciali, artigiani, bar, ristoranti, laboratori, professionisti e servizi). Il provvedimento beneficerà principalmente circa 3,7 milioni di soggetti e porterà ad uno sconto nei mesi di aprile, maggio e giugno, che sarà percentualmente maggiore per gli esercizi commerciali costretti a chiusura dalle misure di contrasto all’epidemia (in quanto si interviene riducendo le quote fisse delle bollette).
In particolare, in modo simile a quanto avvenuto la scorsa primavera, lo sconto arriva a valere circa 70 euro al mese per un cliente con contratto con potenza di 15 kW e sarà particolarmente incisivo sulla spesa totale della bolletta per gli esercizi commerciali ancora costretti alla chiusura, riducendola fino al 70%. Per gli esercizi che possono rimanere aperti il risparmio si attesterà mediamente tra il 20% e il 30% della spesa totale della bolletta. “L’aumento è guidato dal forte apprezzamento delle materie prime influenzato anche dalle attese per una prossima ripresa economica, sulla quale i mercati stanno scommettendo, ora che i piani vaccinali rendono più concreta l’uscita dalla pandemia”, afferma il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini.
“Supportare le imprese in questi mesi è quindi una scelta prioritaria, dal forte valore sociale anche per le famiglie, per questo l’Autorità ha dato immediata esecuzione anche al provvedimento del Decreto Sostegni e rinviato il previsto aumento degli oneri generali di sistema, grazie alla residua flessibilità offerta dalle disponibilità finanziarie dei conti gestiti dalla Csea”, conclude”.
(ITALPRESS).
Arera, possibile confrontare gestione servizio idrico in Italia
MILANO (ITALPRESS) – Da oggi Arera pubblica sul proprio sito infografiche navigabili, che consentono a chiunque di confrontare la situazione della qualità del servizio idrico del proprio comune di residenza con il resto del Paese o le specifiche caratteristiche del gestore di appartenenza.
All’indirizzo https://www.arera.it/it/dati/QSII.htm si possono trovare due diverse schermate. Nella vista intitolata “Gli obblighi di qualità del servizio all’utenza” è possibile visualizzare e raffrontare i livelli delle prestazioni da 248 gestori che erogano il servizio idrico a 48,3 milioni di abitanti residenti (circa l’80% della popolazione residente in Italia). I dati sono interrogabili selezionando per regione, comune, gestione o classe di performance e i colori aiutano ad avere una percezione immediata di quali siano le zone in ritardo nel servizio o nell’invio di dati all’Autorità. Nella seconda schermata “Quant’è di qualità il servizio idrico del tuo gestore?” si possono approfondire le performance di qualità contrattuale offerte dai gestori ai propri utenti. In questo caso i dati riguardano un panel di 327 gestioni al servizio di circa 50,5 milioni di abitanti (84% della popolazione residente italiana). Anche questi dati sono interrogabili interattivamente selezionando per comune o per gestione.
“Il sito istituzionale dell’Arera si arricchisce di un vero e proprio strumento di servizio per i consumatori, consentendo di paragonare le prestazioni”, afferma Andrea Guerrini, componente del collegio Arera e presidente di Wareg, l’associazione europea dei regolatori idrici. “Siamo in linea con le migliori esperienze europee di sunshine regulation, una regolazione alla luce del sole che, con la pubblicazione periodica degli indicatori, punta a un esercizio essenziale di trasparenza e di incentivazione al miglioramento delle performance, con effetti reputazionali, positivi e negativi, sui gestori”, conclude.
(ITALPRESS).






















