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DAGLI IMPRESSIONISTI A PICASSO A CONEGLIANO

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Dagli Impressionisti a Picasso: sono questi i capolavori selezionati dalla Johannesburg Art Gallery, uno dei più importanti musei d’arte ad oggi esistenti nel continente africano, che saranno esposti nello storico palazzo Sarcinelli, rappresentando un’occasione per ammirare dei pezzi unici della storia dell’arte. Appuntamento a Conegliano dall’11 ottobre al 2 febbraio. La Johannesburg Art Gallery si è costituita grazie all’ingente apporto di donazioni fatte da collezionisti sudafricani sensibili all’arte, nell’intento di promuovere il museo come centro di aggregazione culturale di riferimento per il loro paese. Il nucleo di questa importante raccolta è il lascito di Lady Florence Phillips, appassionata collezionista che, grazie ai suoi prestigiosi contatti, riuscì ad acquisire capolavori immortali di celebri artisti europei tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del secolo successivo.

 Dai capolavori dell’Ottocento inglese, passando per i maestri dell’Impressionismo, fino ai movimenti artistici rivoluzionari del Novecento: sessanta opere, dipinte dai più grandi artisti tra ‘800 e ‘900, voleranno per ben 11.000 chilometri dal museo di Johannesburg, fino a raggiungere la Città di Conegliano. Fino a febbraio 2020 si potranno così ammirare opere realizzate dai principali protagonisti della scena artistica internazionale del XIX e del XX secolo come Turner, Rossetti, Courbet, Monet, Cézanne, Warhol e molti altri. Un vero e proprio viaggio nella storia dell’arte europea e mondiale.  Palazzo Sarcinelli è un edificio rinascimentale di Conegliano, ubicato nel centro storico. Fu costruito nel 1518 e nei secoli di maggior splendore ospitò nella personaggi di rilievo come Bona Sforza, Massimiliano III d’Austria ed Enrico III di Francia.

 Nel XX secolo diventa proprietà comunale e a partire dal 1988, il palazzo è diventato la sede della Galleria d’arte moderna e contemporanea. Nel corso degli anni Palazzo Sarcinelli ha ospitato importanti mostre d’arte. Ma come mai la mostra è così imperdibile? Innanzitutto offre ai visitatori un importante strumento di interpretazione dell’evoluzione della pittura europea tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del secolo successivo. Rende poi possibile vedere capolavori normalmente esposti a più di 11.000 km da Conegliano, rendendola un’occasione del tutto unica: le mostre dedicate alla pittura dell’800 e 900 infatti sono tra le più visitate in Italia.  Infine, è da ricordare che esce dagli schemi di un’esposizione tradizionale sugli Impressionisti, per evidenziare la grande rivoluzione artistica successiva.  Gli orari di apertura sono dal martedì al venerdì, dalle 10.00 alle 19.00. Sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 20.00.

MOSTRE, ANDY WARHOL A NAPOLI DAL 26 SETTEMBRE

Dopo il grande successo della mostra di Escher al PAN – 102.658 visitatori – e di quella di Chagall – ancora aperta fino all’8 settembre e che ha raggiuto ad oggi circa 60.000 visitatori – Arthemisia conferma la propria fiducia nella città partenopea investendo nuovamente sulla straordinaria Basilica della Pietrasanta.

Un’esposizione interamente dedicata al mito di Andy Warhol giunge alla Basilica di Pietrasanta di Napoli che, dal 26 settembre 2019 al 23 febbraio 2020 e con oltre 200 opere scelte, regala al pubblico una visione completa della produzione artistica del genio americano che ha rivoluzionato il concetto di opera d’arte a partire dal secondo dopoguerra.

Immortali icone, ritratti, polaroid e disegni: nel capoluogo campano arriva quel mondo Pop che ha segnato l’ascesa di Warhol come l’artista che ha stravolto in maniera radicale qualunque definizione estetica precedente, attraverso miti dello Star System e del merchandising come le intramontabili Campbell’s Soup, il ritratto serigrafato di Marilyn derivato da un fotogramma di Gene Korman, le celebri serigrafie di Mao del 1972 e il famosissimo Flowers del 1964.

Accanto a opere che raccontano la scena americana agli inizi del ‘900, nelle sale della Pietrasanta anche lavori che rivelano il rapporto di Warhol con l’Italia e un focus dedicato alla città di Napoli col suo Vesuvius del 1985 e il Ritratto di Beuys, realizzato nel 1980 in occasione della mostra tenutasi presso la Galleria Amelio. La mostra Andy Warhol è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia e Eugenio Falcioni in collaborazione con l’Associazione Pietrasanta Polo Culturale Onlus e Art Motors ed è curata da Matteo Bellenghi.

SEI OPERE DI CARAVAGGIO IN MOSTRA A NAPOLI

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Il Museo e Real Bosco di Capodimonte e il Pio Monte della Misericordia, con la produzione e organizzazione della casa editrice Electa, promuovono una mostra per approfondire il periodo napoletano di Caravaggio e l’eredità lasciata nella città partenopea: Caravaggio Napoli, curata da Maria Cristina Terzaghi e Sylvain Bellenger, dal 12 aprile al 14 luglio.
Caravaggio Napoli, con un rigoroso approccio scientifico, mette a confronto 6 opere del Merisi provenienti da istituzioni italiane e internazionali e 22 quadri di artisti napoletani, che ne registrano immediatamente la novità venendone travolti, con soggetti ricorrenti nei dipinti del Maestro.

MOSTRE, “LEONARDO DA VINCI” ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE

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In occasione delle celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, le Scuderie del Quirinale insieme al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano e alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano presentano al grande pubblico la mostra “Leonardo da Vinci. La scienza prima della scienza”: un percorso conoscitivo alla scoperta del Maestro toscano, raccontato nell’ambito della fitta trama di relazioni culturali e del dinamico contesto artistico che ha caratterizzato il periodo tra il ‘400 e il ‘500 italiano. L’esposizione, visitabile dal 13 marzo al 30 giugno, è curata da Claudio Giorgione – curatore del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci – e indaga l’opera vinciana attraverso preziosi disegni e manufatti orginali, modelli storici e manoscritti, tra cui l’unico libro con sue annotazioni autografe.
“Una grande mostra pensata per le Scuderie del Quirinale- afferma Claudio Giorgione- che intende restituire gli studi e le interpretazioni più recenti dell’opera di Leonardo ingegnere e umanista, evidenziandone le relazioni con il pensiero dei suoi contemporanei. Questa esposizione è resa speciale dall’eccezionale integrazione tra i modelli della collezione storica del Museo, i fogli del Codice Atlantico della Biblioteca Ambrosiana e i preziosi prestiti concessi da prestigiose istituzioni italiane e europee”.

Dalla formazione toscana al soggiorno milanese, fino al tardo periodo romano, la mostra ripercorre l’attività di Leonardo da Vinci sul fronte tecnologico e scientifico, tracciando le connessioni culturali con i suoi contemporanei. Oltre 200 opere accompagnano il pubblico in un percorso che attraversa i grandi temi al centro del dibattito rinascimentale affrontati da Leonardo, come l’utilizzo del disegno e della prospettiva in quanto strumenti di conoscenza e rappresentazione, l’arte della guerra tra tradizione e innovazione, il vagheggiamento di macchine fantastiche come quelle per il volo, la riflessione sulla città ideale e la riscoperta del mondo classico.
In mostra si potranno ammirare dieci disegni originali appartenenti al prezioso Codice Atlantico custodito dalla Biblioteca Ambrosiana raramente esposti al pubblico, insieme a una vasta selezione di modelli storici, provenienti dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, in un confronto serrato e inedito con gli originali leonardeschi, molti dei quali esposti per la prima volta dopo il restauro. La mostra propone poi al pubblico un altro elemento di altissimo valore: i portelli originali della chiusa di San Marco del Naviglio di Milano, rimasti in uso fino al 1929.
Ad arricchire il percorso, manoscritti, disegni, stampe, cinquecentine illustrate e dipinti provenienti da prestigiose istituzioni italiane ed europee.  Un focus speciale è dedicato alla biblioteca di Leonardo, con l’esposizione del prezioso trattato di Francesco di Giorgio, in prestito dalla Biblioteca Laurenziana, unico volume appartenente con certezza al Maestro e arricchito da annotazioni di suo pugno. Eccezionalmente in prestito dalla Bibliothèque di Ginevra è inoltre uno dei due manoscritti della Divina Proportione di Luca Pacioli, realizzato per il duca Ludovico il Moro nel 1498 e arricchito dalla raffigurazione di sessanta solidi basati sui disegni preparatori eseguiti dalla “ineffabile sinistra mano” di Leonardo. Conclude la retrospettiva una riflessione sul mito di Leonardo, su come sia nato e su come nel tempo si sia sviluppato generando un fenomeno che ancora oggi stimola interesse e curiosità.
“Attraverso l’attenta ricostruzione del contesto culturale, il racconto delle contaminazioni tra le diverse discipline e la descrizione delle abilità tecniche e scientifiche di Leonardo, abbiamo voluto offrire una visione ampia della sua figura, troppo spesso presentata come genio isolato” sottolinea Matteo Lafranconi, Direttore delle Scuderie del Quirinale.
La mostra inoltre vanta la collaborazione eccezionale del maestro del ritratto Thomas Cian, sua la firma del volto di Leonardo utilizzato per la campagna di comunicazione della mostra, e dello scrittore Marco Malvaldi, autore del libretto composto per l’occasione “L’investigatore universale”.
Eventi speciali e laboratori contribuiranno ad arricchire e approfondire i contenuti di una mostra già di così ampio respiro: adulti e bambini potranno mettersi alla prova con corsi di affresco e disegno prospettico sperimentando inoltre la tecnica di costruzione delle macchine e la calligrafia dell’epoca vinciana. Oltre a corsi e laboratori ospitati direttamente all’interno delle Scuderie del Quirinale la città di Roma diventa palcoscenico dell’iniziativa “Leonardo in città” una ricca serie di appuntamenti e incontri sulla figura di Leonardo e sul suo pensiero. Biblioteca Angelica e Teatro Argentina sono soltanto alcune delle istituzioni che ospiteranno la manifestazione celebrativa del Maestro.
“Con questa prestigiosa esposizione- conclude Mario de Simoni, Presidente e AD di Ales S.p.A.- l’Italia rende omaggio al genio di Leonardo, situato nel ricco contesto culturale del suo tempo. Il ricco numero di opere esposte, la loro importanza e l’accurato progetto scientifico, contribuiscono a rendere la mostra un appuntamento di grande rilievo nel fitto calendario delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte del Maestro toscano”.

41 MILA VISITATORI PER “ARTE COME RIVELAZIONE”

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Si è chiusa ieri alle Gallerie d’Italia – Piazza Scala, sede museale e culturale di Intesa Sanpaolo a Milano, la mostra “Arte come rivelazione. Dalla collezione Luigi e Peppino Agrati”, curata da Luca Massimo Barbero, registrando un grande successo di pubblico nazionale e internazionale. Si parla infatti di 41354 visitatori, che dall’apertura del 16 maggio fino al 19 agosto hanno potuto ammirare una selezione di 74 opere della collezione Agrati, una delle più rilevanti raccolte private al mondo di arte contemporanea, donata da Luigi Agrati a Intesa Sanpaolo.

“Il successo di questa anteprima conferma come le Gallerie d’Italia di Milano, Napoli e Vicenza siano diventate il luogo naturale per studiare e diffondere la conoscenza di capolavori d’arte, anche del Novecento, incoraggiandoci quindi nel dialogo con gli artisti e la produzione contemporanea. L’importanza e il significato della collezione Luigi e Peppino Agrati ci impongono di continuare con lo stesso impegno e cura nell’attività di promozione e valorizzazione del patrimonio dei nostri musei”, afferma Michele Coppola, direttore Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo.

Il prossimo appuntamento alle Gallerie d’Italia è previsto il 25 settembre, per la conclusione della Milano Fashion Week: nel caveau sarà esposta la “Cassetta Farnese”, capolavoro del Rinascimento italiano. Restaurato in occasione della mostra, il prezioso cofanetto sarà presentato accanto al ritratto del suo committente, il cardinale Farnese dipinto da Tiziano. Entrambe le opere, in prestito eccezionale dal Museo e Real Bosco di Capodimonte, saranno ospitate alle Gallerie fino alla fine di ottobre, in concomitanza con l’apertura della grande mostra autunnale dedicata al Romanticismo.

 

THE CLEANER, ABRAMOVIC “50 ANNI DEL MIO LAVORO”

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“La mostra di Palazzo Strozzi copre 50 anni del mio lavoro, un lungo periodo e 12 di questi anni li ho passati con Ulay con il quale ho condiviso una storia d’amore e l’attività di lavoro che si è conclusa sulla Muraglia Cinese con un video divenuto virale”. Lo ha detto l’artista serba, naturalizzata statunitense, Marina Abramovic, nel corso della presentazione della mostra ‘The Cleaner’, allestita dal 21 settembre al 20 gennaio 2019 a Palazzo Strozzi a Firenze. Il direttore generale della Fondazione ‘Palazzo Strozzi’, Arturo Galansino, ha annunciato che Marina Abramovic è la prima artista donna a cui è stata dedicata una mostra nella storia di Palazzo Strozzi a Firenze. La mostra ‘The Cleaner’ riunisce cento opere dell’artista serba, offrendo una panoramica sui lavori piu’ famosi della sua carriera dagli anni Sessanta agli anni Duemila, attraverso video, fotografie, dipinti, oggetti, installazioni e la riesecuzione dal vivo di sue celebre performance. 

“E’ meraviglioso essere in Italia – prosegue Abramovic- L’Italia è sempre stata estremamente importante per me fin da bambina quando prendevamo il treno per andare a Trieste a comprare i jeans. Allora da noi avevamo il comunismo, non avevamo soldi ed eravamo felici di venire in Italia”. Riguardo ai social dice:
”Non possiamo chiudere gli occhi davanti alla tecnologia. Fa ormai fa parte della nostra vita e non c’è niente di male in questo, quello che non va è il modo in cui la utilizziamo. Dobbiamo cercare di capire come usarla, usarla al meglio, senza che sia la tecnologia ad utilizzare noi. Una cosa che voglio chiarire è che per me Instagram non è arte”. Abramovic ha annunciato che ”la mia prossima performance la faro’ nel 2020 alla ‘Royal Academy’ e non mi sento di dire niente al riguardo perché non voglio che porti sfortuna”.

MOSTRE, A MANTOVA TIZIANO/GERHARD RICHTER. IL CIELO SULLA TERRA

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Gerhard Richter risponde, ancora una volta, all’Annunciazione di Tiziano.
Il grande pittore tedesco, uno dei più rilevanti protagonisti della scena contemporanea, ha deciso di offrire una rielaborazione del suo rapporto con la pittura di Tiziano e con il tema dell’Annunciazione in una mostra concisa e preziosa – “Tiziano/Gerhard Richter. Il Cielo sulla Terra”, a cura di Helmut Friedel, Giovanni Iovane e Marsel Grosso – che si terrà a Palazzo Te a Mantova dal 7 ottobre 2018 al 6 gennaio 2019.

Era il 1972 quando, durante una visita alla Scuola Grande di San Rocco a Venezia, Richter riconosce in Tiziano una qualità “che rende arte un’opera d’arte”, e decide di copiare il quadro veneziano. Da allora il dialogo con l’antico maestro cadorino resta come un’ispirazione e un’intonazione di fondo del lavoro di Richter, che periodicamente sente il bisogno di tornare su questa preziosa e segreta fonte.
La Fondazione Palazzo Te, grazie al lavoro dei curatori, ha proposto al grande artista tedesco di raccontare questo dialogo intimo e di lungo corso, proprio a partire da due capolavori di Tiziano: l’Annunciazione di S. Rocco e quella conservata al Museo Nazionale di Capodimonte.
Gerhard Richter ha risposto con generosità e personalmente a questa proposta, elaborando un percorso di 17 opere, direttamente uscite dal suo studio, nelle quali, con delicatezza e per allusioni, racconta una storia, tutta giocata sul segreto della visione. Una storia che racconta l’incontro con il tema misterioso dell’annuncio, che si riverbera in un ciclo di dipinti ad esso dedicati e nei modi in cui Richter rappresenta la presenza femminile nella sua vita d’artista (Betty ed Ella). Una storia che racconta il pensiero e la pratica del colore, la reciproca trascendenza, le connessioni tra i colori nella loro diversità, e forse anche la trasparenza della visione nel rapporto con un “oltre” misterioso; una riflessione sul senso della pittura che accomuna Tiziano e Richter. A questa istanza è dedicata l’ultima sala, nella quale Richter ha voluto presentare un suo specchio rosso, del colore della veste della vergine di Tiziano, a testimonianza di un riverbero che attraversa il tempo e custodisce segreti. 

La Fondazione Palazzo Te ha così il privilegio di ospitare una mostra capace di più voci, in cui Richter si racconta, in cui due Annunciazioni di Tiziano sono presentate con alcuni lavori preparatori, in cui il tema stesso dell’annunciazione e del femminile viene ripensato nella sua capacità di mediare “il cielo e la terra” nel lavoro di artisti così importanti e così distanti nel tempo; l’arte, la grande arte, è sempre contemporanea.
Questo evento, unico e prezioso, ha mosso anche altre istituzioni della città di Mantova e così il Museo Diocesano “Francesco Gonzaga” ha generosamente deciso di presentare una raccolta delle Annunciazioni presenti nelle collezioni della città, mentre la Diocesi di Mantova propone un percorso cittadino per ammirare le Annunciazioni presenti nelle principali chiese.
Importanti intellettuali hanno poi risposto a questa occasione: Giulio Busi, Annarosa Buttarelli, Claudia Cieri Via hanno accettato di scrivere per il catalogo edito da Corraini, mentre l’allestimento della mostra ha ricevuto il contributo straordinario di Piero Lissoni. 

La mostra “Tiziano/Gerhard Richter. Il Cielo sulla Terra” è prodotta e realizzata dal Comune di Mantova, dalla Fondazione Palazzo Te e dal Museo Civico di Palazzo Te, con il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali, con la collaborazione della Diocesi di Mantova e del Museo Diocesano “Francesco Gonzaga”, con il contributo della Fondazione Banca Agricola Mantovana e di Banca Monte dei Paschi di Siena, con il supporto degli Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani e con il sostegno degli sponsor tecnici Manerba, Pilkington Italia – NSG Group, Glas Italia – Industria Vetraria Emar.

“SCRIVERE CON LA LUCE”, MOSTRA SU STORARO A PALERMO

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Fino al 6 gennaio Palazzo Chiaramonte Steri, a Palermo, ospita la mostra del pluripremiato autore della fotografia cinematografica Vittorio Storaro, vincitore di tre Premi Oscar con i film APOCALYPSE NOW, diretto da Francis Ford Coppola, REDS, diretto da Warren Beatty, L’ULTIMO IMPERATORE, diretto da Bernardo Bertolucci, e recentemente insignito a giugno dall’Università di Palermo della Laurea Magistrale Honoris Causa in “Scienze dello Spettacolo”.
 
L’esposizione Scrivere con la Luce vuole raccontare come l’intuizione e la folgorazione della Luce attraverso i capolavori assoluti di grandi pittori, a partire da Caravaggio, hanno determinato il processo creativo poi trasferito nelle scene di altri capolavori, da premio Oscar, di grandi registi internazionali.
La mostra è il risultato di cinquanta anni di ricerche sul linguaggio dell’immagine fotografica e cinematografica; è il substrato teorico per l’ideazione figurativa di tutti i suoi film ai quali Storaro ha lavorato. La Luce nei capolavori del ‘600, ed in modo esemplare nella Vocazione di San Matteo di Caravaggio, costituisce elemento del divenire culturale trasferito nella contemporaneità; una folgorazione così potente, da permeare ed indirizzare l’intera carriera creativa del Maestro Storaro.